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My AI stack is better than your AI stack


My AI stack is better than your AI stack
IT'S MONDAY, AND THIS IS DIGITAL POLITICS. I'm Mark Scott, and a new report from the Coalition for Independent Tech Research about the struggle to keep public-interest research alive is worth a look if your summer reading lists are running low.

— The United States, China and European Union are squaring up with different "AI stacks" in the race for global AI dominance.

— Everything you need to know about the US-EU trade framework when it comes to tech and the almost certain future transatlantic tensions.

— The AI Divide is real. That's as true for where research is funded as it is for the critical infrastructure underpinning ther emerging technology.

Let's get started.



digitalpolitics.co/newsletter0…



Dead Bug Timer Relay Needs No PCB


We often marvel at the many things a 555 can do. But [Zafer Yildiz] shows us that it can even take the place of a PCB. You’ll see what we mean in the video below. The timer relay circuit is built “dead bug” style with the 555 leads bent out to provide wiring terminals.

Honestly, these kinds of circuits are fun, but we would be reticent to use this type of construction for anything that had to survive in the real world. Solder joints aren’t known for being mechanically stable, so this is good for experiments, but maybe not something you want to do all the time.

Radio Shack IC board
That said, the workmanship is neat. We would probably have grabbed a little universal PCB instead. Or, some people use Manhattan-style construction, where you glue little bits of PCB material down to make terminals.

Honestly, our favorites were some little boards we used to get at Radio Shack (see image of one we found on some random project). If you know where we can still find these, mention it in the comments. And, sure, it would be easy enough to make a batch or two.

Still, if you just need quick and dirty, deadbug construction does work. We will warn you, though. Deadbug construction can make you go nuts.

youtube.com/embed/7vrs3QMRQ08?…


hackaday.com/2025/08/25/dead-b…



Malware Forge: Nasce il laboratorio di Malware Analysis di Red Hot Cyber


Nasce una nuova stella all’interno dell’ecosistema di Red Hot Cyber, un progetto pianificato da tempo che oggi vede finalmente la sua realizzazione. Si tratta di un laboratorio all’avanguardia dedicato alla ricerca sulle minacce informatiche, con un focus specifico sui malware. Red Hot Cyber è orgogliosa di annunciare la nascita di Malware Forge, il nuovo gruppo specializzato nell’analisi e nello studio approfondito dei software malevoli.

Questo laboratorio nasce come punto di riferimento per professionisti e appassionati che vogliono approfondire il funzionamento del software malevolo, comprenderne le logiche di sviluppo e anticiparne le possibili evoluzioni. Con un approccio collaborativo e internazionale, Malware Forge porta all’interno della community una competenza tecnica mirata alla dissezione dei malware e alla diffusione delle conoscenze per rafforzare la resilienza digitale collettiva.

La Missione di Malware Forge


La missione del laboratorio è chiara e in linea con il manifesto di Red Hot Cyber: analizzare i malware con l’obiettivo di fornire alla comunità informazioni utili per proteggersi meglio. Attraverso attività di reverse engineering, analisi dinamiche e statiche, studio delle famiglie di malware emergenti e pubblicazione di report tecnici, il team si impegna a trasformare il codice malevolo in informazioni utili alla difesa.

Non si tratta solo di identificare minacce, ma di rendere comprensibile la loro natura anche a chi non è un addetto ai lavori. Malware Forge vuole infatti tradurre la complessità del malware in conoscenza condivisa, così da aiutare organizzazioni, professionisti e cittadini a proteggersi in maniera più consapevole.

L’Approccio di Malware Forge


L’approccio distintivo del laboratorio si concentra su tre pilastri fondamentali:

  • Analisi tecnica dei malware: identificare, smontare e comprendere ogni componente dei software malevoli per individuarne le tecniche, tattiche e procedure.
  • Condivisione della conoscenza: pubblicare articoli, report e insight che possano fornire alla community strumenti concreti per riconoscere e difendersi dalle minacce digitali.
  • Collaborazione attiva: lavorare insieme ad analisti, ricercatori e appassionati di tutto il mondo per creare un network di competenze orientato alla protezione collettiva.

Malware Forge riconosce che la sicurezza informatica non è solo una questione di strumenti tecnologici, ma soprattutto di cultura e consapevolezza. Per questo motivo, accanto alle analisi tecniche, il laboratorio promuove attività divulgative e formative: workshop, articoli di approfondimento e report, corsi di formazione ed esercitazioni e studi di casi reali.

L’obiettivo è semplice ma ambizioso: rendere la conoscenza sul malware accessibile a tutti, permettendo a chiunque – dal professionista IT al semplice utente – di sviluppare un livello più alto di attenzione e protezione verso le minacce informatiche.

Il laboratorio è composto da analisti e ricercatori che condividono la passione per la cybersecurity e la volontà di contribuire attivamente alla difesa del cyberspazio. Ogni membro porta con sé esperienze e competenze specifiche, creando così un gruppo dinamico e multidisciplinare.

Alcuni dei nomi di analisti che fanno parte del laboratorio malware Forge :


Candidature


Se sei un analista di malware, un ricercatore o semplicemente un appassionato con competenze consolidate nel settore, Malware Forge ti offre l’opportunità di entrare a far parte di un laboratorio unico nel suo genere. Un ambiente collaborativo dove esperti di cybersecurity condividono conoscenze, strumenti e metodologie per analizzare i malware e comprendere a fondo le minacce digitali.

Partecipare a Malware Forge significa contribuire attivamente alla creazione di report, studi e approfondimenti destinati alla community di Red Hot Cyber, accrescere le tue competenze e confrontarti con professionisti del settore. Il tuo lavoro non resterà solo teoria, ma sarà parte integrante di un network operativo orientato alla protezione e alla consapevolezza digitale.

Se sei interessato, invia il tuo curriculum a redazione@redhotcyber.com. I nostri esperti valuteranno la tua candidatura e, se selezionato, entrerai a far parte di un team dinamico, innovativo e fortemente collaborativo, pronto a fare la differenza nella lotta alle minacce informatiche.

L'articolo Malware Forge: Nasce il laboratorio di Malware Analysis di Red Hot Cyber proviene da il blog della sicurezza informatica.



DIY Telescope Mount for Stellar Tracking


telescope mount

Pointing at stars may seem easy on the surface—just mount a telescope to a tripod and you’re done, right? As anyone who’s spent time with a telescope can tell you, it’s not that simple, given that the Earth is always spinning. [Sven] set out to make his own mount to compensate for the rotation of the Earth, which led to some pretty amazing results.

In this project, [Sven] designed a GoTo mount, which is a telescope equatorial mount capable of being pointed at specific parts of the sky and tracking them to allow for long-exposure photos with minimal blur due to the Earth’s movement. He first went down the path of finding the correct harmonic gearbox for the steppers used. A harmonic drive system would allow smooth, precise movement without backlash, and the 100:1 stepdown would provide for the slightest of adjustments.

The steppers are controlled by a custom PCB [Sven] designed around an ESP32-S3. The first PCB had a mistake in the power delivery circuit. After a small tweak, V2 boards arrived and work great. The PCB runs OnStepX, a great open-source project centered around pointing telescopes, cutting down a lot of the software workload on this project.

After all the work put in, you may be wondering how well it works. [Sven] was able to get a pointing accuracy of 1-2 arcseconds from his mount. To get an idea of how great that is, 1 arcsecond is about the same as pointing at a penny from 4 km (2.5 miles) away. Fantastic results, [Sven], and thank you for sending in this great project—be sure to head over to his site and read all the details of this impressive build. If you found this interesting, be sure to check out some of our other telescope-related projects.


hackaday.com/2025/08/25/diy-te…



200 modelli di auto vulnerabili? Sul darknet spunta il firmware ‘killer’ per Flipper Zero


Il tema dell’hacking e del furto di auto tramite Flipper Zero è tornato alla ribalta in tutto il mondo e anche noi ne abbiamo parlato con un recente articolo. Questa volta, gli hacker hanno affermato di vendere un “firmware segreto” per il gadget, che potrebbe essere utilizzato contro Ford, Audi, Volkswagen, Subaru, Hyundai, Kia e molti altri marchi.

Dal nbostro articolo venivano pubblicate informazioni relative alle prove presentate sul canale YouTube “Talking Sasquach” che aveva messo mano sul famigerato firmware presente nelle underground. Sembrerebbe che tale mod per flipper zero sia stata sviluppato da un hacker di nome Daniel, che presumibilmente vive in Russia, e dal suo socio Derrow, che ha sviluppato e vende sul darknet il firmware denominato Unleashed per Flipper Zero.

Daniel ha affermato di aver acquistato da altre persone vari frammenti di codice sorgente necessari per creare il firmware. Ha aggiunto che il firmware potrebbe effettivamente essere utilizzato per i furti d’auto, ma è anche molto diffuso tra le officine meccaniche.

Gli hacker sostengono che il dispositivo modificato possa intercettare i segnali provenienti dai telecomandi e calcolare il codice successivo per sbloccare l’auto, creando una “copia ombra della chiave originale”. Secondo la documentazione fornita, tali attacchi funzionano contro quasi 200 modelli di auto, tra cui le versioni 2025 di Ford, Audi, Volkswagen, Subaru, Hyundai, Kia, Fiat, Mitsubishi, Suzuki, Peugeot, Citroën e Skoda.

Sono disponibili due versioni del firmware: quella base a 600 dollari (solo la versione attuale) e quella estesa a 1000 dollari (con aggiornamenti e supporto futuri); il pagamento è accettato in criptovaluta.

Allo stesso tempo, il firmware è presumibilmente associato a un dispositivo specifico tramite un numero di serie per impedirne la distribuzione non autorizzata. Per farlo, gli acquirenti sono tenuti a fornire foto della confezione del Flipper Zero, che mostrano il numero di serie del dispositivo, e una foto di una parte specifica delle impostazioni del gadget.

Daniel ha dichiarato ai giornalisti di aver venduto la tecnologia a circa 150 clienti in due anni, mentre Darrow afferma che “le vendite sono alle stelle”.

Ovviamente la community dell’automotive e della cybersecurity ha espresso preoccupazione per il fatto che, se questa tecnologia possa diffondersi, e quindi portare a un’impennata dei furti d’auto. La pubblicazione scrive che nel 2026, “i Kia Boys potrebbero diventare Flipper Boys”, riferendosi alla nota tendenza dei giovani a rubare auto Kia e Hyundai.

In risposta a numerosi resoconti dei media, uno degli autori di Flipper Zero, Pavel Zhovner, ha pubblicato un lungo messaggio sul blog ufficiale.

“Alcuni negozi darknet hanno iniziato a vendere il cosiddetto firmware ‘privato’ per Flipper Zero, sostenendo che possa essere utilizzato per hackerare innumerevoli auto.In realtà, tutti questi metodi sono stati pubblicati più di 10 anni fa. Niente di nuovo. Gli autori di tali firmware si limitano a rielaborare vulnerabilità note, spacciandole per “nuovi hack”. E, cosa importante, queste vulnerabilità non hanno nulla a che fare con i veri furti d’auto, poiché impediscono l’avviamento del motore”, scrive Zhovner.

Lo sviluppatore spiega che KeeLoq è stato sviluppato negli anni ’80 e utilizzato principalmente nei sistemi di accesso più datati (come le porte dei garage e i primi allarmi per auto). Si tratta di un sistema a codice variabile (o a salto), in cui ogni trasmissione utilizza un nuovo segnale univoco crittografato con una chiave del produttore a 64 bit.

Secondo Zhovner, il punto debole di KeeLoq è la chiave del produttore. Il problema è che le case automobilistiche spesso utilizzavano la stessa chiave per l’intera gamma di modelli. Se questa chiave venisse divulgata, gli aggressori sarebbero in grado di intercettare i segnali di qualsiasi telecomando di questa marca.

“Gli autori del firmware ‘hacker’ si limitano a distribuire vecchie chiavi rubate a diverse case automobilistiche. Non è una novità, vulnerabilità di questo tipo sono state descritte in dettaglio già nel 2006”, spiega il creatore di Flipper. “Da allora, le case automobilistiche sono passate a protocolli radio più moderni con autenticazione bidirezionale, in cui l’auto e la chiave si scambiano messaggi per verificarne l’autenticità.”

Zhovner ribadisce poi i punti che gli autori di Flipper Zero avevano spiegato in dettaglio nel 2024, quando il governo canadese annunciò l’intenzione di vietare la vendita di Flipper Zero e di dispositivi simili nel Paese perché avrebbero potuto essere utilizzati per rubare automobili.

In particolare, ricorda che i veri ladri d’auto di solito prendono di mira i sistemi di apertura e avviamento senza chiave. Utilizzano ripetitori e trasmettitori che trasmettono un segnale dalla vera chiave, inducendo l’auto a credere che la vera chiave si trovi nelle vicinanze. “Se la tua auto può essere hackerata con Flipper Zero, può essere hackerata anche con un pezzo di filo“, conclude Zhovner.

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Quando inizio 15 giorni di ferie mi sembrano così tanti che penso non finiranno mai.

Il giorno che rientro in ufficio mi sembra che siano iniziati il giorno prima.



È incredibile quanto la società civile sia più avanti della politica, e non mi riferisco alla politica che sta al governo.


Tantissime barche si preparano a salpare verso Gaza per rompere l’assedio
Il lancio principale avverrà dalla Spagna il 31 agosto, seguito da ulteriori partenze dalla Tunisia e da altri Paesi il 4 settembre. Parteciperanno delegazioni da oltre 44 Paesi
La missione della Global Sumud Flotilla è umanitaria ma anche profondamente etica chiedendo la fine dell’assedio, delle tattiche di fame, della disumanizzazione sistemica dei palestinesi e del genocidio.

luce.lanazione.it/attualita/gl…




The Speed of The Stars esce il 19 settembre il nuovo album
freezonemagazine.com/news/the-…
Dopo l’uscita del loro album di debutto nel 2023, Steve Kilbey dei The Church e Frank Kearns dei Cactus World News tornano con un nuovissimo album del gruppo da loro formato gli Speed Of The Stars, intitolato In While Italy Dreamed… Kilbey e Kearns sono affiancati dal batterista Barton Price, ex membro delle band australiane […]
L'articolo


Ancora vandalismi sulle Alpi piemontesi: ultimo episodio sul Monte Basodino, tra la Val d'Ossola e il Canton Ticino

quotidianopiemontese.it/2025/0…

Per il Cai non sono azioni isolate. Ignoti i responsabili


Una questione di famiglia


@Giornalismo e disordine informativo
articolo21.org/2025/08/una-que…
Un romanzo profondo e toccante sull’amore, sul perdono e sul pregiudizio che, nell’Inghilterra degli anni ’80, ha portato alla separazione di centinaia di madri omosessuali dai propri figli. Heron è un uomo mite e un marito affidabile; sua moglie Dawn ha 23 anni, due meno di lui. È il 1982 e la

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“La bottega del caffè” di Carlo Goldoni a Ragusa


@Giornalismo e disordine informativo
articolo21.org/2025/08/la-bott…
Scalinata del Castello di Donnafugata, Ragusa. Compagnia Godot di Bisegna e Bonaccorso. “La bottega del caffè”, di Carlo Goldoni. Scena e regia di Vittorio Bonaccorso. Costumi di Federica Bisegna. Con Federica Bisegna, Vittorio



Le bugie di #Trump sul #Venezuela


altrenotizie.org/primo-piano/1…


Ed è per quello che ve ne dovete andare e lasciare le cariche parlamentari a persone serie


Zelensky ricatta apertamente l’Ungheria

Oggi il presidente ucraino ha commentato pubblicamente gli attacchi condotti dal suo esercito contro il nodo dell’oleodotto “Druzhba” (sul confine tra Russia e Bielorussia) attraverso il quale il petrolio russo raggiunge l’Ungheria.

Un giornalista ha chiesto a Zelensky se questi attacchi hanno aumentato le possibilità della revoca del veto sull'adesione dell'Ucraina all'Unione Europea posto da Orban. Il presidente ucraino ha risposto con un gioco di parole:

«Abbiamo sempre mantenuto l'amicizia tra Ucraina e Ungheria, ora l'esistenza di questa «Druzhba» (in ucraino “druzhba” significa amicizia), dipende dall'Ungheria», ha detto Zelensky.

L’ex comico non perde l’umorismo, ma c’è ben poco da ridere. Oltre agli attacchi agli interessi strategici dell’Ungheria (Paese NATO) criticati anche da Trump, recentemente, in seguito all’arresto dello 007 ucraino Kuznetsov in Italia, si è tornati a parlare anche del sabotaggio dei gasdotti Nord Stream, ossia all’attacco degli interessi della Germania. Ma nessuno ha osato fare domande in merito a ciò.

Ultimamente non si fa altro che parlare delle garanzie di sicurezza per l’Ucraina e della necessità di armare l’Europa in caso di attacco di Putin che, fino a prova contraria, non ha mai dimostrato di voler attaccare l’Occidente. Cosa che invece ha fatto Kiev.

https://t.me/vn_rangeloni



Anna Ivaldi, la forza del diritto


@Giornalismo e disordine informativo
articolo21.org/2025/08/anna-iv…
Ho conosciuto Anna Ivaldi in occasione della mia inchiesta dedicata ai fatti del G8 di Genova. Era la GIP che aveva interrogato alcuni ragazzi tedeschi dopo la mattanza della Diaz e gli orrori nella caserma di Bolzaneto. Una donna mite, profondamente valdese, all’epoca

Sabrina Web 📎 reshared this.



Coloni israeliani mascherati hanno dato fuoco ad alcune auto in Cisgiordania. L'esercito è arrivato un'ora dopo gli attacchi e ha sparato lacrimogeni sui palestinesi che stavano cercando di spegnere gli incendi.


In one night, settlers rampaged through three Palestinian communities – leaving one dead @gideonle haaretz.com/israel-news/twilig…



Da Server Ribelli - R-esistenza digitale e hacktivismo nel Fediverso in Italia, di @thunderpussycat.

All'Hackmeeting del 2018, quando è stato presentato ufficialmente Mastodon.bida.im, la volontà di trovare strumenti di comunicazione alternativi rispetto ai social network commerciali era all'ordine del giorno nel dibattito tra la comunità hacker. In quell'occasione è stato organizzato un talk, durante il quale gli attivisti di Trammenti1 sostenevano che per creare alternative alle piattaforme mainstream fosse necessario utilizzare più strumenti differenti. Gli attivisti affermavano:

Se noi vogliamo andare avanti a condurre questa campagna, questa lotta contro i social mainstream non dobbiamo mai focalizzarci su uno strumento solo, dobbiamo usarne tanti e per esigenze diverse, anche perché se un giorno Mastodon viene forkato, se la community non riesce più a svilupparlo, bisogna avere tanti strumenti di backup e da sperimentare tutti. La sperimentazione di più strumenti accresce soprattutto il dialogo sociale e culturale sullo spirito critico e sull'uso della tecnologia. Ultima cosa: enfasi sulla tecnologia sociale, noi vogliamo ottenere una rete in cui c'è la massima autogestione.


1 Era un collettivo di studenti hacker della città di Como ora non più attivo.



comunque secondo me gli italiani che negano il genocidio palestinese sono gli stessi che plaudevano di falco...


mezzo neurone per trump... la natura è stata proprio crudele con trump...



Trump, stallo sulla pace in Ucraina: “Deciderò tra due settimane”


@Giornalismo e disordine informativo
articolo21.org/2025/08/trump-s…
Due settimane. È l’espressione che Donald Trump usa quando vuole prendersi tempo, perché le cose non stanno andando come vorrebbe. La pace in Ucraina è una di queste. Dopo i toni

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Iddio delle separazioni - zulianis.eu/journal/iddio-dell…
Una vignetta e una nota a margine sul prompt: "un personaggio con una moralità molto diversa dalla mia"


facebook.com/share/v/1B1AGks4x…
: a ogni immagine o video come questo, e alle migliaia e migliaia di testimonianze simili e rapporti sul #genocidio che abbiamo visto e registrato in questi ultimi due anni e nei 75 precedenti, la domanda è sempre la stessa: #israele , che giustificazione, che diritto hai di esistere, se il tuo esistere è QUESTO?

#Gaza #Cisgiordania #Palestina

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Riflessione sulla mobilità, l’ambiente urbano e la qualità della vita a Lugano

Negli ultimi anni, osservando le strade e i quartieri di Lugano, ho percepito una certa rassegnazione nelle abitudini quotidiane: traffico, rumore e inquinamento vengono spesso accettati come inevitabili. La cultura della mobilità resta fortemente centrata sull’automobile, una vera e propria motonormatività, che condiziona le scelte urbane e rallenta la diffusione di alternative più sostenibili, come la mobilità lenta o la micromobilità.

Ciò che colpisce è la difficoltà delle istituzioni nel favorire un cambiamento reale: interventi per ridurre il traffico, migliorare la sicurezza o rafforzare la sensibilità ecologica sono spesso limitati o tardivi. Al contempo, parte della popolazione ha adottato stili di vita rumorosi e motorizzati, poco integrati nelle abitudini locali, generando comportamenti che non rispecchiano la tradizione ticinese di rispetto dell’ambiente urbano e della quiete.

Un altro problema importante riguarda la presa di decisioni basata su statistiche e misurazioni obsolete o incomplete. Ad esempio, la misurazione del rumore urbano spesso considera solo medie generali e due fasce orarie, senza valutare i picchi né le condizioni reali dei quartieri. Questo approccio può portare a interventi inefficaci o mal calibrati. Inoltre, raramente vengono adottati criteri chiari per verificare a posteriori il successo delle misure implementate: diventa quindi difficile capire se le politiche adottate migliorino davvero la qualità della vita.

Accanto a questi aspetti, ritengo fondamentale la presenza della polizia nei quartieri e la qualità dello spazio urbano. Studi sul community policing in Svizzera evidenziano che una presenza stabile e visibile delle forze dell’ordine può rafforzare la percezione di sicurezza. Insieme a una progettazione urbana attenta — con riduzione del rumore, spazi verdi e percorsi per la mobilità lenta — questi elementi contribuiscono in modo significativo al benessere dei residenti.

Mi chiedo quindi se il problema non sia solo culturale, legato alla motonormatività o alla scarsa sensibilità ecologica, ma anche organizzativo e strutturale: senza interventi mirati, basati su dati aggiornati e criteri verificabili, la città rischia di restare ostaggio di abitudini consolidate, senza migliorare realmente la vita dei suoi abitanti.

È necessario un approccio integrato: ridurre il traffico motorizzato, promuovere una cultura più consapevole, garantire la sicurezza e valorizzare gli spazi urbani. Solo così Lugano potrà diventare una città in cui la vita quotidiana non sia solo tollerabile, ma davvero piacevole e sicura per tutti.

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Ieri a Santa Sofia d'Epiro (CS) ultima serata di questo interminabile filotto di concertini e concertoni in giro per il profondo sud 😋 In questa ospitale cittadina #Arbereshe ho incontrato un sacco di gente in piazza, c'era il mondo proprio, e tra tante persone anche il mio vecchio amico #ToninoCarotone, ospite d'onore di diverse edizioni del #ReggaeCircus, imbattibile campione di simpatia e artista sopraffino. L'ho trovato in forma smagliante, si preparava a una giornata di mare e di snorkeling (senza il fucile ha tenuto a precisare, da #antimilitarista renitente alla leva qual è) per l'indomani, e abbiamo anche improvvisato un pezzo insieme sul palco. Insomma, degna conclusione di questo minitour davvero memorabile, grazie Fjutur Aps per l'invito e grazie Santa Sofia d'Epiro tutta per l'accoglienza ♥️ Ora si può tornare a casetta davvero, che pure io mio cagnolone King non vede l'ora, è stanchissimo poretto 🐺🙌😅
in reply to Adriano Bono

Due uomini sorridono e si abbracciano in un'atmosfera festosa. L'uomo a sinistra indossa una camicia nera con ricami bianchi e pantaloncini mimetici, tenendo una bottiglia di soda verde. L'uomo a destra ha una barba folta e indossa una camicia azzurra con disegni colorati, un paio di jeans e una baseball cap con un logo. Entrambi sono in un'area urbana notturna, con edifici e altre persone in lontananza.

Fornito da @altbot, generato localmente e privatamente utilizzando Ovis2-8B

🌱 Energia utilizzata: 0.157 Wh



Il Massacro dei Cinesi in Perù

@Arte e Cultura

Introduzione La Guerra del Pacifico (1879-1884) è ricordata soprattutto come il conflitto che oppose Cile, Perù e Bolivia per il controllo delle ricchissime province di Antofagasta e Tarapacá, fonte di nitrati e guano, risorse strategicheContinue reading
The post Il Massacro



Il Massacro dei Cinesi in Perù

@Arte e Cultura

Introduzione La Guerra del Pacifico (1879-1884) è ricordata soprattutto come il conflitto che oppose Cile, Perù e Bolivia per il controllo delle ricchissime province di Antofagasta e Tarapacá, fonte di nitrati e guano, risorse strategicheContinue reading
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Tiranni e dinastie in America Latina


altrenotizie.org/spalla/10760-…



MooneyGo, vieni qui che dobbiamo parlare!


@Privacy Pride
Il post completo di Christian Bernieri è sul suo blog: garantepiracy.it/blog/moneygo/
Venerdì sera, penultima di agosto, famiglia in spiaggia a giocare con le onde, io lavoro tranquillo in terrazza cercando di riempirmi l’anima con il panorama e gli odori della pineta. Bello, bellissimo. Voglio restare qui! Quasi quasi chiudo e faccio ape “bidong” 🔔 Ok,

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Un giovane informatico attivista degli USA, nello stile di Julian Assange, ci offre sul suo sito una rivelazione scottante che chiama “Meta Leaks”.




Scientists filmed a bat family in their roost for months, capturing never-before-seen (and very cute) behaviors.#TheAbstract


Scientists Discovered Bats Group Hugging and It’s Adorable


Welcome back to the Abstract! Here are the studies this week that ruled the roost, warmed the soul, and departed for intergalactic frontiers.

It will be a real creature feature this week. First, we will return to the realm of bats and discover that it is, in fact, still awesome. Then: poops from above; poops from the past; a very special bonobo; and last, why some dead stars are leaving the Milky Way in a hurry.

Bat hugs > Bear hugs

Tietge, Marisa et al. “Cooperative behaviors and social interactions in the carnivorous bat Vampyrum spectrum.” PLOS One.

Welcome to The Real World: Bat Roost. Scientists installed a camera into a tree hollow in Guanacaste, Costa Rica to film a tight-knit family of four spectral bats (Vampyrum spectrum) over the course of several months. The results revealed many never-before-seen behaviors including bats hugging, playing with cockroaches, and even breaking the fourth wall.

“We provide the first comprehensive account of prey provision and other social behaviors in the spectral bat V. spectrum,” said researchers led by Marisa Tietge of Humboldt University in Berlin. “By conducting extensive video recordings in their roost, we aimed to document and analyze key behaviors.”

Spectral bats are the biggest bats in the New World, with wingspans that can exceed three feet. They are carnivorous—feasting on rodents, birds, and even other species of bat—and they mate in monogamous pairs, which is unusual for mammals. But while huge flesh-eating bats sound scary, the new study revealed that these predators have a soft side.

For example, the footage captured a “greeting” ritual that included “a hugging-like interaction between a bat already in the roost and a newly arrived bat,” according to the study.

“The resident bat may actively approach or greet the newcomer as it reaches close proximity in the main roosting area,” the team said. “The greeting behavior is comparable to the initiation to social roosting, where at least one bat wraps its wings around the other, establishing a ball-like formation for several seconds. This behavior is often accompanied by social vocalizations.”
youtube.com/embed/NF4hOKhdCOA?…
There’s nothing like coming home after a graveyard shift to a warm welcome in a fuzzy ball-like formation. In keeping with their gregarious nature, the footage also showed that the bats are very generous with sharing prey, with only a single instance of a “tug-of-war” breaking out over dinner.

“Prey provision was a clearly cooperative social behavior wherein a bat successfully captured prey, brought it to the roost where group members were present, and willingly transferred the prey to another bat,” the researchers said. “Audible chewing noises are a distinctive feature of this process.”

Loud chewers in any other context are profoundly irritating, but these bats get a pass because it’s kind of hard to be quiet while crunching through mouse bones perched upside-down.

In addition to all the hugging and prey-sharing, the bats were also observed playing together by chasing cockroaches or, in one case, messing with the camera by altering its position. I can’t wait for the next season!

In other news…

Skyward scat


Uesaka, Leo and Sato, Katsufumi. “Periodic excretion patterns of seabirds in flight.” Current Biology.

Speaking of putting cameras in weird places, why not strap them to the bellies of seabirds? Scientists went ahead and did this, ostensibly to examine the flight dynamics of streaked shearwaters, which are Pacific seabirds. But the tight focus on the bird-bums produced a different revelation: Shearwaters almost exclusively poop while on the wing.
youtube.com/embed/SnJLvNyMjUA?…
“A total of 195 excretions were observed from 35.9 hours of video data obtained from 15 streaked shearwaters,” said authors Leo Uesaka and Katsufumi Sato of the University of Tokyo. “Excretion immediately after takeoff was frequent, with 50 percent of the 82 first excretion events during the flying periods occurring within 30 seconds after take-off and 36.6 percent within 10 seconds.”

“Occasionally, birds took off, excreted, and returned to the water within a minute; these take-offs are speculated to be only for excretion,” the team continued. “These results strongly suggest that streaked shearwaters intentionally avoid excretion while floating on the sea surface.”

This preference for midair relief might allow seabirds to lighten their load, prevent backward contamination, and avoid predators that sniff out excrement. Whatever the reason, these aerial droppings provide nutrients to ocean ecosystems, so bombs away.

Please clean up after your 9,000-year-old dog


Slepchenko, S.M. et al. “Early history of parasitic diseases in northern dogs revealed by dog paleofeces from the 9000-year-old frozen Zhokhov site in the New Siberian Islands of East Siberian Arctic.” Journal of Archaeological Science.

Hold onto your butts, because we’re not done with scatological science yet. A study this week stepped into some very ancient dog doo recovered from a frozen site on Siberia’s Zhokhov Island, which was inhabited by Arctic peoples 9,000 years ago.

By analyzing the “paleofeces,” scientists were able to reconstruct the diet of these canine companions, which were bred in part as sled dogs. The results provide the first evidence of parasites in Arctic dogs of this period, suggesting that the dogs were fed raw fish, reindeer, and polar bear.

“The high infection rate in dogs with diphyllobothriasis indicates a significant role of fishing in the economic activities of Zhokhov inhabitants, despite the small amount of direct archaeological evidence for this activity,” said researchers led by S.M. Slepchenko of Tyumen Scientific Center. “The presence of Taeniidae eggs indicates that dogs were fed reindeer meat.”

The team also noted that after excavation, the excrement samples were “packaged entirely in a separate hermetically sealed plastic bag and labeled.” It seems even prehistoric dog poop ends up in plastic bags.

Kanzi the unforgettable bonobo


Carvajal, Luz and Krupenye, Christopher. “Mental representation of the locations and identities of multiple hidden agents or objects by a bonobo.” Proceedings of the Royal Society B.

Playing hide-and-seek with bonobos is just plain fun, but it also doubles as a handy experiment for testing whether these apes—our closest living relatives—can track the whereabouts of people, even when they are out of sight.

Kanzi, a bonobo known for tool use and language skills, participated in experiments in which his caretakers hid behind screens. He was asked to identify them from pictures or voices and succeeded more than half the time, above chance (here’s a video of the experiment).

”Kanzi presented a unique and powerful opportunity to address our question in a much more straightforward way than would be possible with almost any other ape in the world,” said authors Luz Carvajal and Christopher Krupenye of Johns Hopkins University. “He exhibited not only strong engagement with cognitive tasks but also rich forms of communication with humans—including pointing, use of symbols, and response to spoken English.”
Kanzi was also a gamer who played Pac-Man and Minecraft. Image: William H. Calvin, PhD -
Sadly, this was one of Kanzi’s last amazing feats, as he died in March at the age of 44 in his long-time home at the Ape Initiative in Des Moines, Iowa. But as revealed by this posthumous study, Kanzi’s legacy as a cognitive bridge between apes lives on. RIP to a real one.

Zero to 4.5 million mph in a millisecond


Glanz, Hila and Perets Hagai B. et al. “The origin of hypervelocity white dwarfs in the merger disruption of He–C–O white dwarfs.” Nature Astronomy.

We will close with dead stars that are careening out of the galaxy at incomprehensible speeds. These objects, known as hypervelocity white dwarfs, are corpses of stars similar in scale to the Sun, but it remains unclear why some of them fully yeet themselves into intergalactic space.

“Hypervelocity white dwarfs (HVWDs) are stellar remnants moving at speeds that exceed the Milky Way’s escape velocity,” said researchers co-led by Hila Glanz and Hagai B. Perets of the Technion–Israel Institute of Technology. “The origins of the fastest HVWDs are enigmatic, with proposed formation scenarios struggling to explain both their extreme velocities and observed properties.”

The team modeled a possible solution that involves special white dwarfs with dense carbon-oxygen cores and outer layers of helium, known as hybrid helium-carbon-oxygen (HeCO) white dwarfs. When two He-CO white dwarfs merge, it may trigger a “double-detonation explosion” that launches one of the objects to speeds of about 4.5 million miles per hour.

“We have demonstrated that the merger of two HeCO white dwarfs can produce HVWDs with properties consistent with observations” which “provides a compelling explanation for the origin of the fastest HVWDs and sheds new light on the diversity of explosive transients in the Universe,” the researchers concluded.

With that, may you sail at hypervelocity speeds out of this galaxy and into the weekend.

Thanks for reading! See you next week.