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Da vari video circolati online, e verificati tra gli altri da CNN, si vede che gli attacchi sono stati due, uno in fila all’altro: il primo ha colpito il quarto piano dell’ospedale, il secondo è avvenuto quando i primi soccorritori erano già arrivati sul posto. In uno di questi si vede chiaramente come la seconda esplosione abbia coinvolto anche loro.


Israele ha bombardato un ospedale nel sud della Striscia di Gaza - Il Post
https://www.ilpost.it/2025/08/25/israele-bomabrdamento-ospedale-khan-yunis-uccisi-giornalisti/?utm_source=flipboard&utm_medium=activitypub

Pubblicato su News @news-ilPost




ALTERNATIVE #06: INVIO VIA CHAT


(ovvero: si può mandare un vocale per email?!)

Ci stiamo abituando a mandare tutto via chat.
Foto, video, audio, documenti di testo... per non parlare dei vocali, con cui riempiamo letteralmente le memorie dei telefoni!

Molto spesso non c'è bisogno di conservare tutto (conversazioni che un tempo sarebbero avenute per tefefono ora diventano interminabili scambi di vocali), o meglio: anziché ricordare il contenuto di una conversazione, ci capita di dover cercare e riascoltare i vocali dove si dicono cose importanti, persi in mezzo a quelli che potevamo benissimo cancellare...

E se vi dicessi che ci sono modi per inviare facilmente tutte queste cose con un link anche al di fuori delle chat?
Per chi, come me, ha deciso di uscire dal mondo Meta – e rinunciare perciò anche a WhatsApp, scoprire di poter inviare messagi vocali, oltre che ogni sorta di file, con un semplice link (e senza registrarsi o accedere a servizi) può fare la differenza e rendere la transizione molto più agevole.

Per esempio, inviare un'immagine come SMS ha un costo (nel mio caso, 50 centesimi), e lo stesso vale per ogni contenuto che usa il formato MMS. Per inviare un link, invece, basta un semplice SMS (solitamente incluso nel proprio piano standard).
Per quanto riguarda le email, lo spazio di archiviazione spesso finisce a causa di allegati pesanti che potevano benissimo essere inviati con un servizio temporaneo – e poi eventualmente salvati in locale dal ricevente.

Le soluzioni che presento sono molto più snelle dei servizi generici di trasferimento file, sono in genere dedicate a un solo tipo di contenuto e offrono una scadenza breve, perfetta per scambi rapidi o in tempo reale.

Per ognuna di esse troverete nelle immagini una guida intuitiva all'utilizzo.
Raccomando di fare attenzione a diffondere dati sensibili poiché questi servizi non sono in genere crittografati e i link (per quanto anonimi e costituiti da sequenze casuali) sono accessibili pubblicamente.

1) MESSAGGI VOCALI e file audio (Vocaroo)

Questo sito permette di registrare audio in tempo reale e conservarlo online, fornendo infine un link da inviare per permettere ad altri di ascoltarlo.
N.B.: dalle mie prove, l'audio risulta migliore disabilitando l'opzione "Rimuovi il rumore di fondo", accessibile toccando l'icona a forma di ingranaggio.

Con il pulsante Carica/Registra in alto a destra si può passare alla funzione di caricamento di un file audio già esistente.

2) VIDEO (Streamable)

I video sono i maggiori responsabili del consumo di memoria su tutti i nostri dispositivi e spesso li vediamo una volta sola, ma rimangono nel telefono per sempre.
Con Streamable si può caricare un video con un clic e senza registrazione e ottenere un link dove sarà visibile (senza sottoscrizione) per 2 giorni. Registrando un account gratuito, i video possono rimanere online per 90 giorni e si otengono alcuni vantaggi. Il sito offre piani a pagamento per soluzioni avanzate di hosting video.

3) IMMAGINI e album fotografici (Lutim)

Lutim è un'applicazione web open source ed è l'unico servizio tra quelli presentati che crittografa il contenuto dei file sul server (le immagini restano comunque visibili pubblicamente a chi ha il link).
È possibile caricare in modo semplice numerose immagini in una sola operazione (basta selezionarle insieme all'atto del caricamento) e condividere il link alla galleria che le contiene tutte.

È presente in varie istanze, che differiscono a volte per le possibilità che offrono (scelta del tempo di permanenza online e altro).

Istanze senza registrazione:
lutim.lagout.org
pic.infini.fr
img.tedomum.net

4) ALTRI FILE (Litterbox)

Questo servizio di upload temporaneo è il modo più rapido per inviare (quasi) ogni tipo di file* (dal pdf, al documento OpenDocument, ad altri tipi inclusi immagini, audio e video), purché di dimensione inferiore a 1 Gb. La scadenza va da un'ora a 3 giorni (si può decidere al momento del caricamento). I file non sono crittografati.

*) sono esclusi: .exe, .scr, .cpl, .doc*, .jar

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Come mai la Russia si sente minacciata a ovest dalla Nato, ma non nelle isole Diomede dove a pochi kilometri c’è iI suo storico nemico, gli USA?

la russia non si sente realmente minacciata. sa bene che nessuno ha mai anche solo lontanamente pensato di invadere la russia. il problema è il contrario, ossia come difendere il resto del mondo dall'imperialismo russo. i paesi attualmente confinanti sono davvero sfortunati. domani saranno sfortunati quelli confinanti con i paesi attualmente confinanti. e così via.

anche se spero che senza invasioni, come è già successo per l'urss, io spero che la russia collassi e si sminuzzi da sola tanti minuscoli staterelli. come merita di essere. il mondo potrebbe essere solo migliore.

l'apporto russo come nazione al progresso del mondo è stato minimo.



My AI stack is better than your AI stack


My AI stack is better than your AI stack
IT'S MONDAY, AND THIS IS DIGITAL POLITICS. I'm Mark Scott, and a new report from the Coalition for Independent Tech Research about the struggle to keep public-interest research alive is worth a look if your summer reading lists are running low.

— The United States, China and European Union are squaring up with different "AI stacks" in the race for global AI dominance.

— Everything you need to know about the US-EU trade framework when it comes to tech and the almost certain future transatlantic tensions.

— The AI Divide is real. That's as true for where research is funded as it is for the critical infrastructure underpinning ther emerging technology.

Let's get started.



digitalpolitics.co/newsletter0…



Dead Bug Timer Relay Needs No PCB


We often marvel at the many things a 555 can do. But [Zafer Yildiz] shows us that it can even take the place of a PCB. You’ll see what we mean in the video below. The timer relay circuit is built “dead bug” style with the 555 leads bent out to provide wiring terminals.

Honestly, these kinds of circuits are fun, but we would be reticent to use this type of construction for anything that had to survive in the real world. Solder joints aren’t known for being mechanically stable, so this is good for experiments, but maybe not something you want to do all the time.

Radio Shack IC board
That said, the workmanship is neat. We would probably have grabbed a little universal PCB instead. Or, some people use Manhattan-style construction, where you glue little bits of PCB material down to make terminals.

Honestly, our favorites were some little boards we used to get at Radio Shack (see image of one we found on some random project). If you know where we can still find these, mention it in the comments. And, sure, it would be easy enough to make a batch or two.

Still, if you just need quick and dirty, deadbug construction does work. We will warn you, though. Deadbug construction can make you go nuts.

youtube.com/embed/7vrs3QMRQ08?…


hackaday.com/2025/08/25/dead-b…



Malware Forge: Nasce il laboratorio di Malware Analysis di Red Hot Cyber


Nasce una nuova stella all’interno dell’ecosistema di Red Hot Cyber, un progetto pianificato da tempo che oggi vede finalmente la sua realizzazione. Si tratta di un laboratorio all’avanguardia dedicato alla ricerca sulle minacce informatiche, con un focus specifico sui malware. Red Hot Cyber è orgogliosa di annunciare la nascita di Malware Forge, il nuovo gruppo specializzato nell’analisi e nello studio approfondito dei software malevoli.

Questo laboratorio nasce come punto di riferimento per professionisti e appassionati che vogliono approfondire il funzionamento del software malevolo, comprenderne le logiche di sviluppo e anticiparne le possibili evoluzioni. Con un approccio collaborativo e internazionale, Malware Forge porta all’interno della community una competenza tecnica mirata alla dissezione dei malware e alla diffusione delle conoscenze per rafforzare la resilienza digitale collettiva.

La Missione di Malware Forge


La missione del laboratorio è chiara e in linea con il manifesto di Red Hot Cyber: analizzare i malware con l’obiettivo di fornire alla comunità informazioni utili per proteggersi meglio. Attraverso attività di reverse engineering, analisi dinamiche e statiche, studio delle famiglie di malware emergenti e pubblicazione di report tecnici, il team si impegna a trasformare il codice malevolo in informazioni utili alla difesa.

Non si tratta solo di identificare minacce, ma di rendere comprensibile la loro natura anche a chi non è un addetto ai lavori. Malware Forge vuole infatti tradurre la complessità del malware in conoscenza condivisa, così da aiutare organizzazioni, professionisti e cittadini a proteggersi in maniera più consapevole.

L’Approccio di Malware Forge


L’approccio distintivo del laboratorio si concentra su tre pilastri fondamentali:

  • Analisi tecnica dei malware: identificare, smontare e comprendere ogni componente dei software malevoli per individuarne le tecniche, tattiche e procedure.
  • Condivisione della conoscenza: pubblicare articoli, report e insight che possano fornire alla community strumenti concreti per riconoscere e difendersi dalle minacce digitali.
  • Collaborazione attiva: lavorare insieme ad analisti, ricercatori e appassionati di tutto il mondo per creare un network di competenze orientato alla protezione collettiva.

Malware Forge riconosce che la sicurezza informatica non è solo una questione di strumenti tecnologici, ma soprattutto di cultura e consapevolezza. Per questo motivo, accanto alle analisi tecniche, il laboratorio promuove attività divulgative e formative: workshop, articoli di approfondimento e report, corsi di formazione ed esercitazioni e studi di casi reali.

L’obiettivo è semplice ma ambizioso: rendere la conoscenza sul malware accessibile a tutti, permettendo a chiunque – dal professionista IT al semplice utente – di sviluppare un livello più alto di attenzione e protezione verso le minacce informatiche.

Il laboratorio è composto da analisti e ricercatori che condividono la passione per la cybersecurity e la volontà di contribuire attivamente alla difesa del cyberspazio. Ogni membro porta con sé esperienze e competenze specifiche, creando così un gruppo dinamico e multidisciplinare.

Alcuni dei nomi di analisti che fanno parte del laboratorio malware Forge :


Candidature


Se sei un analista di malware, un ricercatore o semplicemente un appassionato con competenze consolidate nel settore, Malware Forge ti offre l’opportunità di entrare a far parte di un laboratorio unico nel suo genere. Un ambiente collaborativo dove esperti di cybersecurity condividono conoscenze, strumenti e metodologie per analizzare i malware e comprendere a fondo le minacce digitali.

Partecipare a Malware Forge significa contribuire attivamente alla creazione di report, studi e approfondimenti destinati alla community di Red Hot Cyber, accrescere le tue competenze e confrontarti con professionisti del settore. Il tuo lavoro non resterà solo teoria, ma sarà parte integrante di un network operativo orientato alla protezione e alla consapevolezza digitale.

Se sei interessato, invia il tuo curriculum a redazione@redhotcyber.com. I nostri esperti valuteranno la tua candidatura e, se selezionato, entrerai a far parte di un team dinamico, innovativo e fortemente collaborativo, pronto a fare la differenza nella lotta alle minacce informatiche.

L'articolo Malware Forge: Nasce il laboratorio di Malware Analysis di Red Hot Cyber proviene da il blog della sicurezza informatica.



DIY Telescope Mount for Stellar Tracking


telescope mount

Pointing at stars may seem easy on the surface—just mount a telescope to a tripod and you’re done, right? As anyone who’s spent time with a telescope can tell you, it’s not that simple, given that the Earth is always spinning. [Sven] set out to make his own mount to compensate for the rotation of the Earth, which led to some pretty amazing results.

In this project, [Sven] designed a GoTo mount, which is a telescope equatorial mount capable of being pointed at specific parts of the sky and tracking them to allow for long-exposure photos with minimal blur due to the Earth’s movement. He first went down the path of finding the correct harmonic gearbox for the steppers used. A harmonic drive system would allow smooth, precise movement without backlash, and the 100:1 stepdown would provide for the slightest of adjustments.

The steppers are controlled by a custom PCB [Sven] designed around an ESP32-S3. The first PCB had a mistake in the power delivery circuit. After a small tweak, V2 boards arrived and work great. The PCB runs OnStepX, a great open-source project centered around pointing telescopes, cutting down a lot of the software workload on this project.

After all the work put in, you may be wondering how well it works. [Sven] was able to get a pointing accuracy of 1-2 arcseconds from his mount. To get an idea of how great that is, 1 arcsecond is about the same as pointing at a penny from 4 km (2.5 miles) away. Fantastic results, [Sven], and thank you for sending in this great project—be sure to head over to his site and read all the details of this impressive build. If you found this interesting, be sure to check out some of our other telescope-related projects.


hackaday.com/2025/08/25/diy-te…



200 modelli di auto vulnerabili? Sul darknet spunta il firmware ‘killer’ per Flipper Zero


Il tema dell’hacking e del furto di auto tramite Flipper Zero è tornato alla ribalta in tutto il mondo e anche noi ne abbiamo parlato con un recente articolo. Questa volta, gli hacker hanno affermato di vendere un “firmware segreto” per il gadget, che potrebbe essere utilizzato contro Ford, Audi, Volkswagen, Subaru, Hyundai, Kia e molti altri marchi.

Dal nbostro articolo venivano pubblicate informazioni relative alle prove presentate sul canale YouTube “Talking Sasquach” che aveva messo mano sul famigerato firmware presente nelle underground. Sembrerebbe che tale mod per flipper zero sia stata sviluppato da un hacker di nome Daniel, che presumibilmente vive in Russia, e dal suo socio Derrow, che ha sviluppato e vende sul darknet il firmware denominato Unleashed per Flipper Zero.

Daniel ha affermato di aver acquistato da altre persone vari frammenti di codice sorgente necessari per creare il firmware. Ha aggiunto che il firmware potrebbe effettivamente essere utilizzato per i furti d’auto, ma è anche molto diffuso tra le officine meccaniche.

Gli hacker sostengono che il dispositivo modificato possa intercettare i segnali provenienti dai telecomandi e calcolare il codice successivo per sbloccare l’auto, creando una “copia ombra della chiave originale”. Secondo la documentazione fornita, tali attacchi funzionano contro quasi 200 modelli di auto, tra cui le versioni 2025 di Ford, Audi, Volkswagen, Subaru, Hyundai, Kia, Fiat, Mitsubishi, Suzuki, Peugeot, Citroën e Skoda.

Sono disponibili due versioni del firmware: quella base a 600 dollari (solo la versione attuale) e quella estesa a 1000 dollari (con aggiornamenti e supporto futuri); il pagamento è accettato in criptovaluta.

Allo stesso tempo, il firmware è presumibilmente associato a un dispositivo specifico tramite un numero di serie per impedirne la distribuzione non autorizzata. Per farlo, gli acquirenti sono tenuti a fornire foto della confezione del Flipper Zero, che mostrano il numero di serie del dispositivo, e una foto di una parte specifica delle impostazioni del gadget.

Daniel ha dichiarato ai giornalisti di aver venduto la tecnologia a circa 150 clienti in due anni, mentre Darrow afferma che “le vendite sono alle stelle”.

Ovviamente la community dell’automotive e della cybersecurity ha espresso preoccupazione per il fatto che, se questa tecnologia possa diffondersi, e quindi portare a un’impennata dei furti d’auto. La pubblicazione scrive che nel 2026, “i Kia Boys potrebbero diventare Flipper Boys”, riferendosi alla nota tendenza dei giovani a rubare auto Kia e Hyundai.

In risposta a numerosi resoconti dei media, uno degli autori di Flipper Zero, Pavel Zhovner, ha pubblicato un lungo messaggio sul blog ufficiale.

“Alcuni negozi darknet hanno iniziato a vendere il cosiddetto firmware ‘privato’ per Flipper Zero, sostenendo che possa essere utilizzato per hackerare innumerevoli auto.In realtà, tutti questi metodi sono stati pubblicati più di 10 anni fa. Niente di nuovo. Gli autori di tali firmware si limitano a rielaborare vulnerabilità note, spacciandole per “nuovi hack”. E, cosa importante, queste vulnerabilità non hanno nulla a che fare con i veri furti d’auto, poiché impediscono l’avviamento del motore”, scrive Zhovner.

Lo sviluppatore spiega che KeeLoq è stato sviluppato negli anni ’80 e utilizzato principalmente nei sistemi di accesso più datati (come le porte dei garage e i primi allarmi per auto). Si tratta di un sistema a codice variabile (o a salto), in cui ogni trasmissione utilizza un nuovo segnale univoco crittografato con una chiave del produttore a 64 bit.

Secondo Zhovner, il punto debole di KeeLoq è la chiave del produttore. Il problema è che le case automobilistiche spesso utilizzavano la stessa chiave per l’intera gamma di modelli. Se questa chiave venisse divulgata, gli aggressori sarebbero in grado di intercettare i segnali di qualsiasi telecomando di questa marca.

“Gli autori del firmware ‘hacker’ si limitano a distribuire vecchie chiavi rubate a diverse case automobilistiche. Non è una novità, vulnerabilità di questo tipo sono state descritte in dettaglio già nel 2006”, spiega il creatore di Flipper. “Da allora, le case automobilistiche sono passate a protocolli radio più moderni con autenticazione bidirezionale, in cui l’auto e la chiave si scambiano messaggi per verificarne l’autenticità.”

Zhovner ribadisce poi i punti che gli autori di Flipper Zero avevano spiegato in dettaglio nel 2024, quando il governo canadese annunciò l’intenzione di vietare la vendita di Flipper Zero e di dispositivi simili nel Paese perché avrebbero potuto essere utilizzati per rubare automobili.

In particolare, ricorda che i veri ladri d’auto di solito prendono di mira i sistemi di apertura e avviamento senza chiave. Utilizzano ripetitori e trasmettitori che trasmettono un segnale dalla vera chiave, inducendo l’auto a credere che la vera chiave si trovi nelle vicinanze. “Se la tua auto può essere hackerata con Flipper Zero, può essere hackerata anche con un pezzo di filo“, conclude Zhovner.

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The Speed of The Stars esce il 19 settembre il nuovo album
freezonemagazine.com/news/the-…
Dopo l’uscita del loro album di debutto nel 2023, Steve Kilbey dei The Church e Frank Kearns dei Cactus World News tornano con un nuovissimo album del gruppo da loro formato gli Speed Of The Stars, intitolato In While Italy Dreamed… Kilbey e Kearns sono affiancati dal batterista Barton Price, ex membro delle band australiane […]
L'articolo


Ancora vandalismi sulle Alpi piemontesi: ultimo episodio sul Monte Basodino, tra la Val d'Ossola e il Canton Ticino

quotidianopiemontese.it/2025/0…

Per il Cai non sono azioni isolate. Ignoti i responsabili


Le bugie di #Trump sul #Venezuela


altrenotizie.org/primo-piano/1…


Ed è per quello che ve ne dovete andare e lasciare le cariche parlamentari a persone serie


Zelensky ricatta apertamente l’Ungheria

Oggi il presidente ucraino ha commentato pubblicamente gli attacchi condotti dal suo esercito contro il nodo dell’oleodotto “Druzhba” (sul confine tra Russia e Bielorussia) attraverso il quale il petrolio russo raggiunge l’Ungheria.

Un giornalista ha chiesto a Zelensky se questi attacchi hanno aumentato le possibilità della revoca del veto sull'adesione dell'Ucraina all'Unione Europea posto da Orban. Il presidente ucraino ha risposto con un gioco di parole:

«Abbiamo sempre mantenuto l'amicizia tra Ucraina e Ungheria, ora l'esistenza di questa «Druzhba» (in ucraino “druzhba” significa amicizia), dipende dall'Ungheria», ha detto Zelensky.

L’ex comico non perde l’umorismo, ma c’è ben poco da ridere. Oltre agli attacchi agli interessi strategici dell’Ungheria (Paese NATO) criticati anche da Trump, recentemente, in seguito all’arresto dello 007 ucraino Kuznetsov in Italia, si è tornati a parlare anche del sabotaggio dei gasdotti Nord Stream, ossia all’attacco degli interessi della Germania. Ma nessuno ha osato fare domande in merito a ciò.

Ultimamente non si fa altro che parlare delle garanzie di sicurezza per l’Ucraina e della necessità di armare l’Europa in caso di attacco di Putin che, fino a prova contraria, non ha mai dimostrato di voler attaccare l’Occidente. Cosa che invece ha fatto Kiev.

https://t.me/vn_rangeloni




comunque secondo me gli italiani che negano il genocidio palestinese sono gli stessi che plaudevano di falco...



Iddio delle separazioni - zulianis.eu/journal/iddio-dell…
Una vignetta e una nota a margine sul prompt: "un personaggio con una moralità molto diversa dalla mia"


facebook.com/share/v/1B1AGks4x…
: a ogni immagine o video come questo, e alle migliaia e migliaia di testimonianze simili e rapporti sul #genocidio che abbiamo visto e registrato in questi ultimi due anni e nei 75 precedenti, la domanda è sempre la stessa: #israele , che giustificazione, che diritto hai di esistere, se il tuo esistere è QUESTO?

#Gaza #Cisgiordania #Palestina



Riflessione sulla mobilità, l’ambiente urbano e la qualità della vita a Lugano

Negli ultimi anni, osservando le strade e i quartieri di Lugano, ho percepito una certa rassegnazione nelle abitudini quotidiane: traffico, rumore e inquinamento vengono spesso accettati come inevitabili. La cultura della mobilità resta fortemente centrata sull’automobile, una vera e propria motonormatività, che condiziona le scelte urbane e rallenta la diffusione di alternative più sostenibili, come la mobilità lenta o la micromobilità.

Ciò che colpisce è la difficoltà delle istituzioni nel favorire un cambiamento reale: interventi per ridurre il traffico, migliorare la sicurezza o rafforzare la sensibilità ecologica sono spesso limitati o tardivi. Al contempo, parte della popolazione ha adottato stili di vita rumorosi e motorizzati, poco integrati nelle abitudini locali, generando comportamenti che non rispecchiano la tradizione ticinese di rispetto dell’ambiente urbano e della quiete.

Un altro problema importante riguarda la presa di decisioni basata su statistiche e misurazioni obsolete o incomplete. Ad esempio, la misurazione del rumore urbano spesso considera solo medie generali e due fasce orarie, senza valutare i picchi né le condizioni reali dei quartieri. Questo approccio può portare a interventi inefficaci o mal calibrati. Inoltre, raramente vengono adottati criteri chiari per verificare a posteriori il successo delle misure implementate: diventa quindi difficile capire se le politiche adottate migliorino davvero la qualità della vita.

Accanto a questi aspetti, ritengo fondamentale la presenza della polizia nei quartieri e la qualità dello spazio urbano. Studi sul community policing in Svizzera evidenziano che una presenza stabile e visibile delle forze dell’ordine può rafforzare la percezione di sicurezza. Insieme a una progettazione urbana attenta — con riduzione del rumore, spazi verdi e percorsi per la mobilità lenta — questi elementi contribuiscono in modo significativo al benessere dei residenti.

Mi chiedo quindi se il problema non sia solo culturale, legato alla motonormatività o alla scarsa sensibilità ecologica, ma anche organizzativo e strutturale: senza interventi mirati, basati su dati aggiornati e criteri verificabili, la città rischia di restare ostaggio di abitudini consolidate, senza migliorare realmente la vita dei suoi abitanti.

È necessario un approccio integrato: ridurre il traffico motorizzato, promuovere una cultura più consapevole, garantire la sicurezza e valorizzare gli spazi urbani. Solo così Lugano potrà diventare una città in cui la vita quotidiana non sia solo tollerabile, ma davvero piacevole e sicura per tutti.

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Ieri a Santa Sofia d'Epiro (CS) ultima serata di questo interminabile filotto di concertini e concertoni in giro per il profondo sud 😋 In questa ospitale cittadina #Arbereshe ho incontrato un sacco di gente in piazza, c'era il mondo proprio, e tra tante persone anche il mio vecchio amico #ToninoCarotone, ospite d'onore di diverse edizioni del #ReggaeCircus, imbattibile campione di simpatia e artista sopraffino. L'ho trovato in forma smagliante, si preparava a una giornata di mare e di snorkeling (senza il fucile ha tenuto a precisare, da #antimilitarista renitente alla leva qual è) per l'indomani, e abbiamo anche improvvisato un pezzo insieme sul palco. Insomma, degna conclusione di questo minitour davvero memorabile, grazie Fjutur Aps per l'invito e grazie Santa Sofia d'Epiro tutta per l'accoglienza ♥️ Ora si può tornare a casetta davvero, che pure io mio cagnolone King non vede l'ora, è stanchissimo poretto 🐺🙌😅
in reply to Adriano Bono

Due uomini sorridono e si abbracciano in un'atmosfera festosa. L'uomo a sinistra indossa una camicia nera con ricami bianchi e pantaloncini mimetici, tenendo una bottiglia di soda verde. L'uomo a destra ha una barba folta e indossa una camicia azzurra con disegni colorati, un paio di jeans e una baseball cap con un logo. Entrambi sono in un'area urbana notturna, con edifici e altre persone in lontananza.

Fornito da @altbot, generato localmente e privatamente utilizzando Ovis2-8B

🌱 Energia utilizzata: 0.157 Wh



Il Massacro dei Cinesi in Perù

@Arte e Cultura

Introduzione La Guerra del Pacifico (1879-1884) è ricordata soprattutto come il conflitto che oppose Cile, Perù e Bolivia per il controllo delle ricchissime province di Antofagasta e Tarapacá, fonte di nitrati e guano, risorse strategicheContinue reading
The post Il Massacro



Il Massacro dei Cinesi in Perù

@Arte e Cultura

Introduzione La Guerra del Pacifico (1879-1884) è ricordata soprattutto come il conflitto che oppose Cile, Perù e Bolivia per il controllo delle ricchissime province di Antofagasta e Tarapacá, fonte di nitrati e guano, risorse strategicheContinue reading
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Tiranni e dinastie in America Latina


altrenotizie.org/spalla/10760-…


MooneyGo, vieni qui che dobbiamo parlare!


@Privacy Pride
Il post completo di Christian Bernieri è sul suo blog: garantepiracy.it/blog/moneygo/
Venerdì sera, penultima di agosto, famiglia in spiaggia a giocare con le onde, io lavoro tranquillo in terrazza cercando di riempirmi l’anima con il panorama e gli odori della pineta. Bello, bellissimo. Voglio restare qui! Quasi quasi chiudo e faccio ape “bidong” 🔔 Ok,

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Un giovane informatico attivista degli USA, nello stile di Julian Assange, ci offre sul suo sito una rivelazione scottante che chiama “Meta Leaks”.




Scientists filmed a bat family in their roost for months, capturing never-before-seen (and very cute) behaviors.#TheAbstract


Nuovo articolo su giardino-punk.it: Le mucche se non le mungi esplodono (di gioia) // Teodora Mastrototaro
giardino-punk.it/le-mucche-se-…
L'antispecismo raccontato in versi, umani e non umani.


Un fantasma si aggira per le Americhe


altrenotizie.org/spalla/10761-…




Per ricordare Joe Hickerson…
freezonemagazine.com/news/per-…
Vogliamo ricordare una figura storica, che andrebbe forse definita come leggendaria del cantante folk, cantautore e archivista Joe Hickerson, scomparso domenica 17 agosto all’età di ottantanove anni. Hickerson è stato bibliotecario e direttore dell’Archivio delle canzoni popolari della Library of Congress dal 1963 al 1998, ha


Bluesky ha bloccato l'accesso nel Mississippi dopo l'entrata in vigore della legge statale HB 1126, che richiede la verifica dell'età per tutti gli utenti dei social media, con multe fino a 10.000 dollari per violazione.

L'azienda ha affermato che tale conformità obbligherebbe tutti gli utenti del Mississippi a fornire dati personali sensibili e richiederebbe a Bluesky di tracciare i minori, creando problemi di privacy e libertà di parola.

#Bluesky ha sottolineato che la sicurezza dei bambini è una priorità, ma ha sostenuto che la legge svantaggia le piattaforme più piccole; la sua decisione si applica solo all'app Bluesky sul protocollo AT, non ad altre app sulla rete.

Le reti private virtuali, come quelle offerte da NordVPN , ExpressVPN e PureVPN , potrebbero consentire ad alcuni utenti interessati di continuare ad accedere a Bluesky.

thedesk.net/2025/08/bluesky-bl…

@Che succede nel Fediverso?

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OpenWrt Router/Modem ZTE MF286D - Questo è un post automatico da FediMercatino.it

Prezzo: 45 €

Vendo ZTE MF286D con OpenWrt 24.10.2 (latest release) con scatola originale.

ZTE MF286D è un router con:
4 porte Gigabit Ethernet (1 Lan/Wan e 3 Lan),
wifi: 5 GHz: 867 Mbps (802.11ac),
wifi: 2.4 GHz: 300 Mbps (802.11n),
1 porta USB 2.0,
1 modem 4G/LTE cat.12,
2 RJ11 per connessioni telefoniche.

È possibile navigare ed effettuare/ ricevere telefonate e sms tramite il piano della SIM. Testato con windtre e fastweb.

Il router è venduto resettato alle impostazioni di base con interfaccia in inglese e alimentatore.
Supporta PPPoE, WPA3, VLAN, HTTPS, SSH, VPN, MQTT Broker e SQM QoS.
Richiede un minimo di configurazione iniziale via cavo Ethernet.

Dispositivo versatile per chi vuole apprendere le basi di Linux, networking, firewall e penetration test.

Disponibile per consegna a mano.
Contattatemi via chat se realmente interessati.

🔗 Link su FediMercatino.it per rispondere all'annuncio

@Il Mercatino del Fediverso 💵♻️



New strategies to help journalists in Gaza


Dear Friend of Press Freedom,

For 150 days, Rümeysa Öztürk has faced deportation by the United States government for writing an op-ed it didn’t like, and for 69 days, Mario Guevara has been imprisoned for covering a protest. Read on for more, and click here to subscribe to our other newsletters.

​​New strategies to help journalists in Gaza


Letters and condemnations have their place in press freedom advocacy, especially when dealing with a persuadable audience. But that playbook isn’t working for journalists in Gaza. Israeli Prime Minister Benjamin Netanyahu and his arms supplier, President Donald Trump, don’t care about journalists’ lives, let alone their freedoms.

Freedom of the Press Foundation (FPF) board member and Pulitzer Prize-winning journalist Azmat Khan and her colleagues, Meghnad Bose and Lauren Watson, spoke to over 20 journalists and activists, including FPF Executive Director Trevor Timm, in search of novel ideas to stop Israel’s slaughter of journalists and concealment of war crimes. Read more in Columbia Journalism Review.

FPF complaint opposes U.S. attorney’s retaliation against press


It’d be journalistic malpractice for reporters to ignore a prominent public official listing a boarded-up house as his residence to claim eligibility for his position. But that’s not how John Sarcone III, acting U.S. attorney for the Northern District of New York, sees it.

He was reportedly “incensed” by reporting from the Times Union of Albany and ordered the paper removed from his office’s media list. In response, FPF, Demand Progress Education Fund, and Reinvent Albany filed a complaint with New York’s Attorney Grievance Committee. Read more here.

Oregon cops cosplay as journalists


Eugene police threatened documentary filmmaker Tim Lewis with arrest if he didn’t back up while filming them. But Lewis noticed another reporter wearing a vest marked “PRESS” filming without police harassment.

Turns out he wasn’t a reporter at all — he was a police public information program coordinator. As FPF Advocacy Director Seth Stern told Double Sided Media, “Police officers obstructing lawful journalism and giving their own publicly funded propagandists the exclusive right to record them up close is unconstitutional, un-American, and absurd.”

Eugene police have reportedly said they will replace the word “press” with “videographer.” Read more here.

Kansas school district fails to censor student journalists


A group of students sued Lawrence Public Schools in Kansas over the district’s use of surveillance software against students, including student journalists. Naturally, the student newspaper wanted to report on the case. But the principal ordered them not to, and the students believed their faculty adviser would be fired if they disobeyed.

Major news conglomerates have caved to official pressure, but not these kids. They sought a court order prohibiting the school from censoring them, leading the principal to drop his censorial directive and a judge to remind the district that the adviser was legally protected from retaliation. Then they published their story. Read it here.

Puerto Rico’s fake news law is unconstitutional


A district court rightly struck down Puerto Rico’s “fake news” law, which criminalized raising “false alarms” about public emergencies. Now, FPF and other rights organizations are urging an appellate court to affirm the ruling in a legal brief authored by the University of Georgia School of Law’s First Amendment Clinic.

The brief explained how the law could be selectively enforced to chill reporting that officials dislike. Read more here.

What we’re reading


Pritzker signs bill to protect freedom of press, Illinois journalists (WCIA). A nonsensical court ruling excluded news reporting from the protection of Illinois’ law against strategic lawsuits against public participation. FPF worked with local organizations and lawyers to help fix the mess.

Human rights groups to university administrators: Dismantle surveillance to defend free speech now (Fight for the Future). Surveillance technology has no place on college campuses and especially in student newsrooms. We joined a letter calling on universities to dismantle these dangerous tools.

Lawyers ask judge to order ICE to free Spanish-language journalist from immigration detention (Associated Press). Immigration and Customs Enforcement’s targeting of Mario Guevara — a lawful U.S. resident — based on his journalism is a flagrant First Amendment violation. He must be released.

US: Excessive force against LA protesters (Human Rights Watch). HRW usually focuses on wars and atrocities. Now, they’re investigating LA cops’ violence against protesters and journalists. It’s not because it’s a slow atrocity news week — it’s because the situation in LA really is that bad.

Israel says it killed a Hamas commander. It killed a Pulitzer-winning journalist (The New York Times). “The military made no attempt to obscure this brazen strike on civilians, which is a war crime.” And as +972 Magazine explained, it’s far from the first time Israel smeared journalists as terrorists to justify killing them. Its army has a unit tasked with linking journalists to Hamas.

Watchdog or ‘witch hunt’? Highland releases final review of town clerk’s office (River Reporter). Good for the upper Delaware region’s River Reporter for not letting an embattled town supervisor’s veiled threat of a SLAPP stop it from doing its job.

Journalists planning to cover McCormick, Perry event in Pennsylvania must prove their US citizenship (Penn Live). “Journalists who are citizens should decline to attend if their peers are excluded. They should spend their Tuesday investigating politicians and arms manufacturers rather than covering their photo ops,” Stern said.

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freedom.press/issues/new-strat…



We're reflecting on the impact our journalism had in year two, how we've grown with your support, and what we aspire to accomplish in year three.

Wex27;re reflecting on the impact our journalism had in year two, how wex27;ve grown with your support, and what we aspire to accomplish in year three.#404Media #PSA


404 Media at Two Years: How We've Grown, and What's Next


Last week, we were talking to each other about the fact that we were about to hit the second anniversary of 404 Media. The conversation was about what we should say in this blog post, which obviously led us to try to remember everything that has happened in the last year. “I haven’t considered a thing beyond what’s been five seconds behind or in front of me for the last year,” Sam said.

The last year has been a whirlwind not just for us but for, uhh, the country and the world. And we’ve been trying our absolute best to bring you stories you can’t find anywhere else about the wildest shit happening right now, which includes the Silicon Valley-led dismantling of the federal government, the deployment of powerful surveillance against immigrants and people seeking abortions, the algorithmic, AI-led zombification of “social” media, the end of anonymity on the internet, and all sorts of weird stuff that we see on our travels through the internet. As Sam noted, we have largely had our heads down trying to bring you the best tech journalism on the internet, which hasn’t left us a ton of time to think about long-term projects, blue-sky ideas, or what the best business strategies for growing this company would be.

Our guiding principle is something we said we would do on day one of starting this company: “We believe it is possible to create a sustainable, profitable media company simply by doing good work, making common-sense decisions about costs, and asking our readers to support us.” What we have learned in two years of building this company is that there is no secret to building a media company, and that there are also no shortcuts. When we work hard to publish an important article, more people discover us and more people subscribe to us, which helps solidify our business and allows us to do more and better articles. As our stories reach a larger audience, the articles often have more impact, more potential sources see them, and we get more tips, which leads to more and better articles, and so on.

In our second year as a media outlet, we’ve done too much impactful reporting to list out in this post. But to summarize some of the big ones:

On top of all of these, we’ve published some of the most moment-defining stories that, as Jason has said many times, are the types of things people talk about at the bar after work. Those include:


It has been a relief that this business strategy of “publish good articles and ask people to pay for journalism” still works, despite the fracturing of social media, the slopification of every major platform, AI being shoved into everything, and the rich and powerful trying to destroy journalism at every turn. That it is working is a testament to the support of our subscribers. We have no real way of knowing exactly where new subscribers come from or what ultimately led them to subscribe, but time and time again we have learned that the most important discovery mechanism we have is word of mouth. We have lost count of the number of times a new subscriber has said that they were told about 404 Media by a friend or a family member at a party or in a group text, so if you have told anyone about us, we sincerely thank you.





Photos by Sharon Attia

It wasn’t obvious when we started this company that it would actually work, though we hoped that it would.

In our post last year, we wrote, “We don’t have any major second-year plans to announce just yet in part because we have been heads down working on some of the investigations and scoops you’ve seen in recent days. The next year holds more scoops, more investigations, more silly blogs, more experiments, more impact, and more articles that hold powerful companies and people to account. We remain ambitious and are thinking about how to best cover more topics and to give you more 404 Media without spreading ourselves too thin.”

But we did take a moment to think about what has changed in the last year, and it turns out that quite a lot is different now than it was a year ago.

For one, we have cautiously begun to expand what we do. In the last year, we launched The Abstract, which is Becky Ferreira’s Saturday newsletter about science, which many of you have said you love and which helps us provide a sense of wonder and discovery when so much of what we report on is pretty bleak. We have been getting part-time (but very critical) help from Case Harts who is running and growing our social media accounts, which is helping us put our stories more natively on Instagram, TikTok, YouTube, and other platforms that we do not control but which nonetheless remain important for us to be on. Matthew Gault has started covering the military industrial complex, AI, weird internet, and dad internet beat for us, and has done a remarkable job at it. Rosie Thomas is our current intern who has published critical reporting about the sale of GPS trackers on TikTok, protests at the Tesla Diner, and the difficult decisions voice actors need to make about whether they should let AI train on their voices.

All of this has changed what 404 Media looks like, a little bit. We have spent a lot of time thinking about what it would look like to expand beyond this, why people subscribe to us, what it would mean to go further, and what the four of us are actually capable of handling outside of the journalism. Because of your support we are in a place where we’re able to ask questions beyond “Can we survive?” We’re able to ask questions like: “Should we try to make this bigger, and what does that look like?”

We feel incredibly lucky that we are now able to ask ourselves these questions, because there was no guarantee that 404 Media would ever work, and we are forever grateful to everyone who has supported us. You have helped us prove that this model can work, and every day we are delighted to see that other journalists are striking out on their own to create their own publications.

Tip Jar

We are still DIYing lots of things. Emanuel is still doing customer support. Jason is still ordering, packing, and mailing merch. Sam is putting together events and parties. Joseph is doing an insane number of things behind the scenes, managing the podcast, working closely with one of our ad partners, and fixing technical issues. As we have grown, these tasks have started to take more and more time, which raises all sorts of questions about when and if we should get help with them. Should we do more events? Should we get someone to help us with them? What does that look like logistically and financially? These are the things that we’re working out all the time. It becomes a question of how much can we juggle while still having some semblance of work/life balance, and while making sure that we’re still putting the journalism first.

Other things that have happened:

  • We began a republication partnership with WIRED that recently evolved to include a few coreported collaborations that have allowed us to team up on investigations we may not have been able to do by ourselves.
  • We were subpoenaed for our sources on an article by Texas Attorney General Ken Paxton. We successfully fought off this subpoena with the help of our lawyer, which was expensive but which we were able to do because of your support. We are very proud of this.
  • We have been invited to talk about 404 Media and our journalism at conferences and events around the world. Emanuel gave a journalism training in Costa Rica, Jason taught a group of Norwegian journalists how to file FOIA requests and gave a presentation at the Computer History Museum in Mountain View, Joseph spoke at the Hackers on Planet Earth conference, Sam went to Perugia, Italy to join a panel at the International Journalism Conference, and Sam and Jason talked about indie media at the last XOXO in Portland.
  • We threw a party and live panel at SXSW (with the help of our friends at Flipboard), a DIY party at RIP.SPACE in Los Angeles, and we threw an anniversary party and podcast recording last night in Brooklyn.
  • After the Trump administration took office, we got to work documenting all of the ways the internet and broader policy started shifting and how tech, surveillance, and immigration intersected, and continued years of holding power accountable through our journalism.
  • We had much of our ICE and immigration coverage professionally translated into Spanish and republished without a paywall, which helps communities that benefit the most from our reporting on those topics get it as easily and accurately as possible.
  • We took our first-ever break!
  • We have moved to Ghost 6.0, which is not something we really did, but it’s important to point out that the new version of our CMS is built with native ActivityPub support, meaning our articles are automatically going into the Fediverse and are being mirrored directly onto Bluesky. We are very excited about the possibilities here as we continue to believe that the healthiest future of journalism and the internet is one where we create direct relationships with our readers that have as little algorithmic friction as possible. Ghost is an open-source nonprofit whose mission is very similar to 404 Media’s.

Like last year, we don’t have anything crazy to announce for year three. But we hope that you will continue to support us (or, if you’re finding us through this post, will consider subscribing). We discussed some of our hopes and dreams for year three in our latest bonus podcast that went out to supporters this week. We are all trying our very best to bring you important, impactful work as often as possible, and we are trying to be as clear as possible about what’s working, what’s not, and how we’re trying to build this company. So far, that strategy has worked really well, and so we don’t intend to change it now.




This week, we have some party pics and musical selections from last night.#BehindTheBlog


Behind the Blog: Our Second Anniversary Party!


This is Behind the Blog, where we share our behind-the-scenes thoughts about how a few of our top stories of the week came together. This week, we have a slightly shorter than usual entry from the gang, with some party pics and musical selections from the night.

SAM: We’re all still recovering, processing, and floating on the overwhelming support and encouragement we felt from everyone who came to the second anniversary party last night. Thank you again to our sponsor for the evening, DeleteMe (get 20% off with them here as a thank-you to our community with code 404media) and farm.one for being awesome hosts, and especially thank you to everyone who came, cheered us on from afar, and made the last two years possible.

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Space Force, nuova missione in orbita per lo spazioplano sperimentale X-37B. I dettagli

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La Space Force ha inaugurato l’ottava missione Otv (Orbital test vehicle) dello spazioplano X-37B, lanciato in orbita dal Kennedy Space Center in Florida su un razzo Falcon 9 di SpaceX. Il lancio ha avuto luogo alle 23:30 (ora locale) di giovedì



I doveri dello studente


Tratto (e leggermente rielaborato) da "Il risveglio delle scienze religiose" di Imam Al Ghazali. ❤

Primo dovere dello studente
Il primo dovere dello studente è prioritizzare la purificazione della sua anima dalle caratteristiche più riprovevoli
Ibn Mas'ud رضي الله عنه ci ricorda:

Conoscenza non è essere al corrente di tante informazioni. Conoscenza è una luce che viene gettata nel cuore.


Secondo dovere dello studente
Il secondo dovere dello studente è che limiti i suoi attaccamenti e che viaggi lontano dalla sua casa, cosicché nel suo cuore si liberi spazio per la conoscenza.
Si dice che la conoscenza non ti darà un decimo di sé stessa se tu non le darai tutto te stesso.

Terzo dovere dello studente
Il terzo dovere dello studente consiste nel non atteggiarsi con arroganza, nel non mostrarsi altezzoso prima di acquisire la conoscenza e nel non impartire ordini al proprio insegnante. Al contrario, dovrebbe consegnare sé stesso al completo controllo del maestro, proprio come un uomo malato si affida totalmente al dottore. La persona malata non pretende di dare consigli al proprio dottore né

di guidarlo su quale medicina utilizzare.

Quarto dovere dello studente
Il quarto dovere dello studente è evitare di prestare attenzione alle divergenze tra le persone di conoscenza, poiché ciò genera confusione e smarrimento. Infatti, nelle fasi iniziali, il cuore dello studente tende a inclinarsi verso qualunque cosa gli venga presentata, soprattutto se essa conduce all’inattività, in accordo con la sua pigrizia e inattitudine.

Quinto dovere dello studente
Il quinto dovere dello studente è quello di non trascurare nessuna disciplina tra le scienze lodevoli, ma di esaminarla fino a raggiungerne l’obiettivo.
Se ne ha la capacità, dovrebbe padroneggiarla completamente; se non può, allora dovrebbe almeno acquisirne la parte più importante. E ciò è possibile soltanto dopo averla dapprima considerata nella sua interezza.

Sesto dovere dello studente
Il sesto dovere dello studente è che egli dedichi grande attenzione alla più importante delle scienze: la conoscenza dell’Aldilà. Con ciò si intende quella categoria di scienze che riguarda il perfezionamento del carattere e lo svelamento. Il perfezionamento del carattere conduce allo svelamento, e lo svelamento è la conoscenza diretta di Allah سبحانه وتعالىٰ, una luce che Allah سبحانه وتعالىٰ infonde in un cuore purificato attraverso l’adorazione e lo sforzo

Settimo dovere dello studente
Il settimo dovere dello studente è che il suo obiettivo presente sia quello di riempire il proprio intimo con le caratteristiche che lo condurranno al cospetto di Allah سبحانه وتعالىٰ e presso la dimora delle alte schiere (al-malāʾ al-aʿlā), tra coloro che sono stati avvicinati. Egli non deve mai cercare, attraverso la conoscenza, né il comando, né la ricchezza, né lo status.



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