La verità scomoda sul DPO: il problema non è l’IT… è proprio lui!
Il DPO, ma anche il consulente privacy, interagisce in modo significativo con il mondo dell’IT. Purtroppo non sempre lo fa in modo corretto, soprattutto perché alcuni falsi miti provocano quel rumore di fondo che è causa di una pessima comunicazione. Molto spesso per una combinazione fra un’incerta definizione di ruoli e responsabilità e la carenza di risorse. Che non sono limitate alla moneta sonante, ma contemplano anche una certa dose d’attenzione e forza d’azione.
L’incertezza del perimetro d’azione di una funzione di protezione dei dati personali come quella del DPO talvolta è alimentata da parte dello stesso professionista che, più per malafede e convenienza che per ignoranza, preferisce non chiarire mai ciò che deve fare. Altrimenti correrebbe il rischio di vedersi impegnato a lavorare e non ad accumulare incarichi, e nel tempo ci sarebbe una terribile conseguenza come bandi di gara deserti nella Pubblica Amministrazione e la richiesta che la funzione nel privato sia utile e non meramente cosmetico.
Chiariamo innanzitutto che il DPO non dev’essere un esperto cyber. Se lo è, ben venga, ma non è certamente un must have e quindi non costituisce un prerequisito per esercitare la funzione. Certo, avere cognizione dei fondamenti di sicurezza informatica giova non poco. Anche perché consente di comprendere se e quando fare ricorso alla consulenza di professionisti ed esperti, tanto all’interno quanto all’esterno dell’organizzazione.
Ovviamente, salvo disponibilità di budget. E la volontà di svolgere bene il proprio lavoro senza limitarsi a fare presenza.
Coinvolgere è bene, farsi coinvolgere è meglio.
Nel momento in cui i ruoli sono chiari innanzitutto al DPO, il coinvolgimento della funzione all’interno delle questioni che riguardano i dati personali comprende anche gli aspetti di sicurezza non è solamente un obbligo in capo all’organizzazione previsto dall’art. 38 par. 1 GDPR ma un obiettivo che il professionista deve essere capace di perseguire. Dosando competenza tecnica con ulteriori abilità trasversali per instaurare un dialogo e farsi così coinvolgere, in modo tale da sedere nei tavoli di lavoro e fornire così un apporto positivo al miglioramento della data maturity dell’organizzazione. Questo significa dunque apprendere quanto meno il linguaggio dell’IT altrimenti la comunicazione, eufemisticamente parlando, potrebbe dirsi difficoltosa.
Ovviamente, bisogna avere cura di non invadere campi non di propria spettanza (ad es. le prerogative del CISO), non solo per ragioni di buon vicinato ma anche per evitare una posizione di conflitto di interesse. Nell’ambito della sicurezza questo avviene nel momento in cui il DPO, svolgendo ulteriori compiti e funzioni che esulano da quelli propri della funzione, va a decidere sulla determinazione dei mezzi del trattamento, ovverosia le modalità e gli strumenti impiegati.
Per quanto il parere del DPO abbia un peso nella formazione di una decisione in ordine al ricorrere ad un responsabile del trattamento, ad esempio, o all’adozione di determinate misure di sicurezza, questa è comunque esercitata da parte del titolare. Soprattutto, il DPO non può essere il titolare della funzione IT.
Il limite del conflitto di interessi.
L’autonomia e l’indipendenza del DPO non sono criteri formali ma devono essere valutati nel caso concreto, ma è indubitabile che è escluso in alcun modo che possa concorrere alle decisioni sui trattamenti o altrimenti essere assoggettato al potere di istruzione del titolare svolgendo operazioni sui dati sotto l’autorità di questi o per suo conto. Motivo per cui il semplice svolgere una funzione in ambito IT, quale ad esempio quella di operatore o amministratore di sistema, attrae una naturale incompatibilità con l’assunzione del ruolo del DPO, interno o esterno che sia.
E non c’è clausola che salvi a riguardo, dal momento che ciò che rileva è nella sostanza.
Insomma: coinvolgente, ma non troppo. Senza invasioni di campo.
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Durov avverte: “È finita! Addio Internet libero” — L’urlo che sta facendo tremare l’Europa
Il post 462 del canale ufficiale di Durov ha attivato subito la “modalità urlo”: “Fine dell’internet libero. L’internet libero sta diventando uno strumento di controllo”.
Niente auguri per il suo compleanno. Durov spiega di non avere voglia di festeggiare perché, a suo dire, la sua generazione «sta esaurendo il tempo a disposizione per salvare l’Internet libero costruito per noi dai nostri padri».
Quella che fino a poco tempo fa sembrava la promessa di un web aperto e libero, un luogo di condivisione, scambio, informazione, si starebbe trasformando nel “più potente strumento di controllo mai creato”.
Durov non va piano: nomina governi e stati occidentali che, secondo lui, stanno imboccando una strada pericolosa. Identità digitali, scansioni di massa dei messaggi, controlli online preventivi, restrizioni alla libertà d’espressione. Germania, Regno Unito, Unione Europea, Francia: tutti destinatari di accuse pesanti.
Il tono è inequivocabile: secondo lui, stiamo rischiando di portarci dietro il fallimento morale, intellettuale ed esistenziale di una generazione che ha creduto nella promessa della rete.
Dentro l’allarme: cosa c’è di vero, e cosa è retorica
Durov cavalca una percezione, non necessariamente errata, di crescente compressione delle libertà digitali. E molti degli elementi che cita meritano seria attenzione: identità digitale, controllo dell’età, moderazione (o censura) dei contenuti, interferenze normative.
Da quando l’attenzione su privacy, dati, contenuti illegali e sicurezza si è intensificata, l’idea di “internet come spazio incontrollato e libero” è stata messa sotto pressione da regolamentazioni, tecniche di sorveglianza, strumenti di filtraggio, policy anti-terrorismo, e così via. In un contesto del genere, il monito di Durov, anche se estremo, risuona come un campanello d’allarme che molti esperti da tempo suonano.
Eppure, è giusto prenderlo con cautela. Perché la visione di Durov rischia di essere troppo polarizzata: presenta un mondo dipinto in nero o bianco, ignorando le sfumature. Controllo ≠ necessariamente autoritarismo, regolamentazione ≠ sempre censura, moderazione ≠ sempre repressione.
In molti casi le misure che lui critica, regolamenti sull’identità digitale, filtri per la protezione dei minorenni, meccanismi di moderazione, nascono in reazione a rischi reali: criminalità organizzata, abuso di minori, disinformazione, odio online. Insomma: c’è un bisogno concreto di equilibrio tra libertà e sicurezza.
Ipocrisia o coerenza? Il profilo di Durov pesa.
Non si può ignorare che lo stesso Durov, e la sua creatura Telegram, sono da tempo sotto accusa per la scarsa moderazione dei contenuti. Dal caso del suo arresto in Francia (agosto 2024), con accuse pesanti legate al traffico di materiale illecito sulla piattaforma, la questione della responsabilità di un social-messenger è sul tavolo.
Chi oggi invoca “libertà assoluta” nel nome della privacy e della libera circolazione dell’informazione dovrebbe fare i conti con le zone grigie dell’uso (e abuso) reale che Telegram permette.
Cioè: va bene difendere la libertà digitale, ma senza trasformare la rete in un far west dove tutto è permesso.
Qual è davvero il problema e cosa rischia l’Italia
Se accettiamo come data di fatto che via via governi, legislatori, istituzioni — e persino aziende private — spingono per maggiore controllo delle identità, dei dati, dei contenuti, siamo davanti a una sfida culturale: quanta libertà siamo disposti a sacrificare in nome di sicurezza, ordine e “controllo”?
Per l’Italia, con debolezze storiche su privacy, trasparenza, burocrazia, dipendenza normativa da UE, l’allarme di Durov è un utile promemoria: la resilienza digitale va costruita anche sul piano politico e giuridico, non solo tecnico.
In un contesto globale sempre più teso, la tentazione di misure rapide, identità digitale, profilazione, monitoraggio, rischia di erodere quel poco che resta di uno spazio libero e de-centralizzato.
Il mio verdetto: un grido che va ascoltato, ma bilanciato
Il post 462 di Durov, cupo, provocatorio, apocalittico, ha una funzione utile: scuote le acque, spinge a riflettere. Ma come spesso accade con queste “chiamate alle armi digitali”, il rischio è pensare che tutto ciò che non è libertà totale sia un nemico.
Se abbiamo imparato qualcosa anche nel campo della sicurezza informatica — che mi riguarda personalmente — è che non esistono soluzioni binarie. Privacy e moderazione, sicurezza e libertà, trasparenza e anonimato: sono tensioni da gestire con equilibrio, non guerre da vincere a ogni costo.
In questo senso, l’allarme di Durov va preso sul serio, ma come spinta a costruire un dibattito consapevole, non come manifesto ideologico assoluto.
E in Italia, dove spesso si rincorrono slogan sulla “libertà in rete” senza tradurli in diritti concreti, protezione dati, controlli democratici, trasparenza, questo dibattito serve eccome.
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Black Friday, i consigli per lo shopping online in sicurezza
Anche quest’anno, i criminali informatici stanno approfittando dei periodi di shopping stagionale per diffondere siti web di phishing e promozioni fraudolente, con l’obiettivo di rubare informazioni personali e dettagli di pagamento. Le piattaforme di gioco rimangono un obiettivo primario durante tutto l’anno.
In Spagna, questa tendenza si riflette anche nell’ultimo Rapporto sulla Sicurezza Informatica 2024 pubblicato dall’Istituto Nazionale per la Sicurezza Informatica (INCIBE).
Aumento delle frodi negli ultimi 2 anni
Secondo questo rapporto, sono stati gestiti 2.122 casi relativi a negozi online fraudolenti , in cui gli utenti sono stati reindirizzati a siti web che imitavano aziende legittime per rubare informazioni personali o bancarie. Inoltre, la linea di assistenza per la sicurezza informatica 017 ha ricevuto 98.546 richieste , il 21,8% in più rispetto all’anno precedente; di queste, il 33% era correlato a tentativi di phishing e quasi l’8% a truffe relative agli acquisti online.
Questi dati riflettono una crescente preoccupazione tra i consumatori spagnoli, nonché una maggiore consapevolezza: più della metà delle richieste erano preventive, effettuate prima che si verificasse un incidente.
Secondo i dati di Kaspersky Security Network (KSN), tra gennaio e ottobre 2025 l’azienda ha bloccato 6.394.854 tentativi di phishing che impersonavano negozi online, banche e sistemi di pagamento, di cui il 48,2% mirava direttamente agli acquirenti online.
Nello stesso periodo, Kaspersky ha identificato oltre 20 milioni di tentativi di attacco informatico contro piattaforme di gioco, di cui 18,56 milioni che hanno abusato di Discord.
La regola d’oro: stare sempre attenti
Le campagne fraudolente legate al Black Friday continuano a rappresentare un problema significativo. Nelle prime due settimane di novembre, Kaspersky ha rilevato 146.535 email di spam che menzionavano offerte stagionali. Molte campagne riutilizzavano modelli già visti negli anni precedenti, impersonando importanti rivenditori come Amazon, Walmart e Alibaba e offrendo presunti sconti di accesso anticipato che indirizzavano le vittime verso siti web fraudolenti.
È stata inoltre osservata un’intensa attività di phishing rivolta alle piattaforme di intrattenimento: nel 2025, sono stati registrati 801.148 tentativi relativi a Netflix e 576.873 a Spotify.
L’attività si è estesa oltre l’e-commerce. Nel 2025, Kaspersky ha rilevato 2.054.336 tentativi di phishing che impersonavano piattaforme di gioco come Steam, PlayStation e Xbox. Anche i malware mascherati da software di gioco hanno registrato un aumento significativo: sono stati registrati 20.188.897 tentativi di infezione , di cui 18.556.566 rilevati su Discord , ovvero oltre quattordici volte i dati del 2024.
“I dati di quest’anno mostrano che i criminali informatici operano sempre più in tutto l’ecosistema digitale. Tracciano le attività degli utenti attraverso piattaforme di shopping, servizi di gaming, app di streaming e strumenti di comunicazione. Adattano i loro metodi per integrarsi in ambienti familiari. Per i consumatori, questo rende essenziali una vigilanza costante e linee guida di sicurezza di base, soprattutto durante i periodi di intensa attività online ” , ha affermato Olga Altukhova, Senior Web Content Analyst di Kaspersky.
Approfitta del Black Friday ma in sicurezza
È consigliabile seguire alcuni consigli:
- Non fidarti dei link o degli allegati ricevuti via e-mail; controlla sempre il mittente prima di aprire qualsiasi cosa.
- Controlla attentamente i negozi online prima di inserire qualsiasi dato: l’URL è corretto? Ci sono errori di ortografia o difetti di progettazione?
- Se intendi acquistare da un’azienda sconosciuta, controlla le recensioni prima di prendere una decisione.
- Anche prendendo tutte le precauzioni, potresti non accorgerti di una frode finché non controlli i tuoi estratti conto bancari. Se ricevi ancora estratti conto cartacei, non aspettare: accedi al tuo online banking e controlla gli addebiti. Se qualcosa sembra anomalo, contatta immediatamente la tua banca o l’emittente della carta.
Per approfittare delle migliori offerte, è essenziale proteggersi affinché i propri acquisti portino soddisfazione e vantaggi, non perdite finanziarie o violazioni dei dati.
Quindi rimane sempre una cosa da fare: aumenta la tua consapevolezza a rischio!
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DK 10x13 - Aridanga rompa coiota
Siamo a riparlare di ChatControl. Nemmeno presentato in Parlamento per non venire bocciato, il Consiglio dell'Unione Europea ne ha approvato una versione modificata per poterla dibattere con Comissione e Parlamento. Perché non vogliono capire. E quindi vanno fatti capire.
spreaker.com/episode/dk-10x13-…
4 Novembre 2025
Il #4novembre 2025 a #cinisi si è svolta una ricorrenza sobria e sentita, con la partecipazione del coro e degli studenti dell’indirizzo musicale dell’Istituto Comprensivo che hanno eseguito brani in tema dell’anniversario.Paolo Chirco (Il Blog di Paolo Chirco)
Necroprinting Isn’t As Bad As It Sounds
A mosquito has a very finely tuned proboscis that is excellent at slipping through your skin to suck out the blood beneath. Researchers at McGill University recently figured that the same biological structure could also prove useful in another was—as a fine and precise nozzle for 3D printing (via Tom’s Hardware).Small prints made with the mosquito proboscis nozzle. Credit: research paper
To achieve this feat, the research team harvested the proboscis from a female mosquito, as only the female of the species sucks blood in this timeline. The mosquito’s proboscis was chosen over other similar biological structures, like insect stingers and snake fangs. It was prized for its tiny size, with an inside diameter of just 20 micrometers—which outdoes just about any man-made nozzle out there. It’s also surprisingly strong, able to resist up to 60 kPa of pressure from the fluid squirted through it.
Of course, you can’t just grab a mosquito and stick it on your 3D printer. It takes very fine work to remove the proboscis and turn it into a functional nozzle; it also requires the use of 3D printed scaffolding to give the structure additional strength. The nozzle is apparently used with bio-inks, rather than molten plastic, and proved capable of printing some basic 3D structures in testing.
Amusingly, the process has been termed 3D necroprinting, we suspect both because it uses a dead organism and because it sounds cool on the Internet. We’ve created a necroprinting tag, just in case, but we’re not holding our breath for this to become the next big thing. At 20 um, more likely the next small thing.
Further details are available in the research paper. We’ve actually featured quite a few mosquito hacks over the years. Video after the break.
youtube.com/embed/abM85B1bWnY?…
[Thanks to Greg Gavutis for the tip!]
Tech Talk [2 Dicembre 2025]: “Video editing pratico: come registrare e montare un talk di PCOfficina con Shotcut”
pcofficina.org/tech-talk-video…
Segnalato da PCOfficina in via Pimentel 5 a #Milano e pubblicato sulla comunità Lemmy
“Andare oltre l’arida dimensione dei numeri”. Intervista con Linda Laura Sabadini
@Giornalismo e disordine informativo
articolo21.org/2025/12/andare-…
Linda Laura Sabadini, oggettivamente, ha coraggio. Statistica, studiosa di cambiamenti sociali, pioniera negli studi di genere e già
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Criminali dei Caraibi
Criminali dei Caraibi
Che i bombardamenti mirati di questi mesi contro un numero imprecisato di imbarcazioni nelle acque dei Caraibi e del Pacifico orientale, condotti dalle forze armate americane, fossero crimini deliberati e privi di qualsiasi giustificazione, era appar…www.altrenotizie.org
Trump ha a cuore i cristiani nigeriani ma dimentica quelli cinesi
@Giornalismo e disordine informativo
articolo21.org/2025/12/trump-h…
Sicuramente al presidente statunitense Donald Trump non difetta la capacità di porsi quotidianamente al centro dell’attenzione. Oltre ad autocandidarsi al premio Nobel per la
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Akkordeon - Questo è un post automatico da FediMercatino.it
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Il nuovo video di Pasta Grannies: youtube.com/shorts/EO6yhoiXOfU
@Cucina e ricette
(HASHTAG)
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Zuletzt befand sich das Gerät in einer Bootschleife, also wohl defekt.
Unklar, ob der Router noch softwaretechnisch zu retten ist.
Il Mercatino del Fediverso 💵♻️ reshared this.
Cosa penso su leva militare e caso Bologna-Esercito. Parla il generale Goretti
@Notizie dall'Italia e dal mondo
Infine, anche in Italia si è cominciato a parlare della possibilità del ritorno della leva militare. Il dibattito, già in corso da tempo negli altri Paesi europei, si apre in un momento complesso per l’opinione pubblica italiana, proprio mentre la vicenda legata
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Giornata mondiale contro l’AIDS, un invito ad assumerci una responsabilità collettiva
Nel 2024 in Italia sono state registrate 2.379 nuove diagnosi di HIV e 450 nuovi casi di AIDS. Numeri che si accompagnano ad un fenomeno che continua a preoccuparci: molte di queste diagnosi arrivano tardi. Non per mancanza di attenzione da parte delle persone, ma perché il nostro Paese non garantisce ancora un’informazione chiara, capillare e accessibile sulla salute sessuale, né condizioni che rendano semplice e naturale il ricorso ai test o ai percorsi di prevenzione.
La realtà è che, mentre si parla costantemente di “emergenza educativa”, la politica continua a ignorare ciò che davvero serve a creare consapevolezza: percorsi seri e laici di educazione alle differenze, all’affettività e alla sessualità in tutte le scuole. Le nuove generazioni crescono senza strumenti, senza linguaggi adeguati, senza una cultura che normalizzi la salute sessuale come parte integrante del benessere di tutt*. E così l’HIV resta un fenomeno reale ma poco discusso, confinato ai margini di un dibattito pubblico che spesso preferisce evitarlo. In altre parole, resta tabù, e le persone sierocoinvolte continuano a pagare il prezzo dello stigma.
Nel frattempo, sono le associazioni nei territori a portare avanti il lavoro più importante: costruire informazione, offrire supporto, organizzare test, orientare le persone ai servizi, creare luoghi dove parlare di salute sessuale sia possibile e non eccezionale. La loro presenza sopperisce a un vuoto politico che non dovrebbe esistere.
Come Possibile e Possibile LGBTI+ continuiamo a chiedere che la salute sessuale debba tornare al centro delle politiche pubbliche. Significa introdurre percorsi formativi strutturati nelle scuole e diffondere la cultura della prevenzione come parte della vita quotidiana, non come un gesto coraggioso. Significa garantire l’accesso gratuito ai contraccettivi e ai preservativi per le persone under 30, e rendere davvero accessibile la PrEP, che in molti Paesi europei ha già dimostrato di ridurre drasticamente le nuove diagnosi. E significa investire in campagne di informazione continuative, non iniziative sporadiche legate a una data sul calendario.
Non abbiamo bisogno di retorica né di moralismi. Abbiamo bisogno di una politica che riconosca che la salute è libertà e dignità, che la prevenzione è un diritto e che l’accesso agli strumenti per esercitarlo deve essere semplice e garantito. Il 1° dicembre non è una parentesi: è il promemoria annuale di ciò che dovremmo fare tutto l’anno e che, invece, ancora non facciamo.
Parlare di HIV significa parlare di conoscenza, autodeterminazione, dignità. E soprattutto significa ribadire che nessuna persona deve sentirsi sola o abbandonata.
Gianmarco Capogna
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Un aggiornamento al volo? Anche no.
@Privacy Pride
Il post completo di Christian Bernieri è sul suo blog: garantepiracy.it/blog/aggiorni…
"Si informano i signori passeggeri che, su questo volo, per la vostra sicurezza, fra poco verrà installato un importante aggiornamento software. Ci scusiamo per gli eventuali disagi. L'aggiornamento si concluderà prima dell'atterraggio. Siamo lieti che
Privacy Pride reshared this.
possibile.com/giornata-mondial…
Parlare di HIV significa parlare di conoscenza, autodeterminazione, dignità. E soprattutto significa ribadire che nessuna persona deve sentirsi sola o abbandonata.
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Giochi di guerra italiani nel deserto del Qatar
@Notizie dall'Italia e dal mondo
Il complesso militare industriale italiano rafforza la partnership con il ricco e potente petro-emirato arabo
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Difesa comune e asset russi, la sfida che Kallas lancia ai Ventisette
@Notizie dall'Italia e dal mondo
La conferenza stampa di Kaja Kallas ha mostrato una Commissione che tenta di spingere l’Unione oltre la gestione emergenziale della guerra e verso un salto politico che definisca il ruolo dell’Europa nella sicurezza del continente. La vicepresidente ha insistito sul fatto che il
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Vannacci e il presepe nello zaino militare: l’ultima trovata dell’eurodeputato della Lega | VIDEO
@Politica interna, europea e internazionale
Roberto Vannacci mette il presepe nello zaino militare: è questa l’ultima trovata dell’eurodeputato della Lega. L’ex generale ha mostrato sui suoi profili social una versione portatile del presepe incastonata nella tasca esterna dello zaino e resa visibile da una grossa
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Patent office trying to silence your right to challenge bad patents
The US Patent Office has put forth regulations to end the our ability to challenge improperly granted patents in the Patent Office. These new rules will be a gift to patent trolls by keeping bad patents alive to stifle innovation. As the EFF notes: People targeted with troll lawsuits will be left with almost no realistic or affordable way to defend themselves.
We have until the end of Tuesday, December 2nd to file comments opposing these rules. The Biden administration tried to get these rules passed in 2023, but thousands of people stopped them. We need to stop the Trump administration from getting these rules passed!
The Inter partes review (IPR) process what voted on by Congress in 2013. Congress defined how it should work and who it applies to. The Patent Office must not add additional regulations that limit our access to it. The EFF points out why these rule changes are harmful:
Inter partes review, (IPR), isn’t perfect. It hasn’t eliminated patent trolling, and it’s not available in every case. But it is one of the few practical ways for ordinary developers, small companies, nonprofits, and creators to challenge a bad patent without spending millions of dollars in federal court. That’s why patent trolls hate it—and why the USPTO’s new rules are so dangerous.IPR isn’t easy or cheap, but compared to years of litigation, it’s a lifeline. When the system works, it removes bogus patents from the table for everyone, not just the target of a single lawsuit.
IPR petitions are decided by the Patent Trial and Appeal Board (PTAB), a panel of specialized administrative judges inside the USPTO. Congress designed IPR to provide a fresh, expert look at whether a patent should have been granted in the first place—especially when strong prior art surfaces. Unlike full federal trials, PTAB review is faster, more technical, and actually accessible to small companies, developers, and public-interest groups.
As an example why we need the IPR process: Personal Audio tried to squeeze royalties from podcasters. Without IPR, EFF would not have been able to challenge their patent and Personal Audio would have continued to shake down podcasters.
Please take a couple of minutes to submit your comments about why we cannot let bad patents slip through unchallenged. You can write your own or use the following draft comment we borrowed from the EFF and modified:
I oppose the USPTO’s proposed rule changes for inter partes review (IPR), Docket No. PTO-P-2025-0025. The IPR process must remain open and fair. The Patent Office does not have the ability to legislate and must not limit who can take advantage of the IPR process beyond what Congress has authorized. Patent challenges should be decided on their merits, not shut out because of legal activity elsewhere. These rules would make it nearly impossible for the public to challenge bad patents, and that will harm innovation and everyday technology users.
or you can use their comment as they wrote it:
I oppose the USPTO’s proposed rule changes for inter partes review (IPR), Docket No. PTO-P-2025-0025. The IPR process must remain open and fair. Patent challenges should be decided on their merits, not shut out because of legal activity elsewhere. These rules would make it nearly impossible for the public to challenge bad patents, and that will harm innovation and everyday technology users.
2026 Pirate National Conference Location Tournament: Round 3 (Final Four)
The 2026 Pirate National Conference has been subject to an elimination style bracket tournament to determine where we will host what will mark the 20th birthday of the United States Pirate Party.
As of today, we are down to four potential cities:
- Boston, Massachusetts
- Chicago, Illinois
- Seattle, Washington
- Vicksburg, Mississippi
Results from Round 2 are posted on our Discord server.
Eight other cities were previously in consideration and will no longer be considered for the 2026 conference. The eight eliminated cities, as well as the three cities that shall be eliminated by the conclusion of this tournament, shall be in permanent consideration for future Pirate National Conference locations until they have hosted. Albuquerque, Las Vegas, Louisville, Mobile, New Orleans, Plattsburgh, Portland (OR) and Providence shall all be in consideration in 2027 and beyond.
We now find ourselves in the Final Four, with two matchups this week that our members and supporters can vote on. Boston (1) will take on Seattle (9) while Vicksburg (4) takes on Chicago (6).The Final Four
The tournament shall conclude on December 15th.
This tournament ending up in four totally different regions of the country is emblematic of the growth of this party. We might have states with a stronger presence of their Pirate Party, but our growth is nationwide and undeniable. After 20 years, the second oldest Pirate Party in the world will celebrate our conference on a boat and prepare for the next 20 years. We are looking forward to June 6th and hope you all are too.
Regardless of location, the conference will be A.) held on a boat and B.) hybrid, meaning those unable to attend in-person may still attend online.
Those who wish to vote can join our Discord server to find a link to the tournament. The Final Four closes out next week and the championship vote will begin from there.
È disponibile il nuovo numero della newsletter del Ministero dell’Istruzione e del Merito.
Ministero dell'Istruzione
#NotiziePerLaScuola È disponibile il nuovo numero della newsletter del Ministero dell’Istruzione e del Merito.Telegram
Joseph talks to a former FBI official about how the FBI secretly ran an encrypted phone for organized criminals, sweeping up tens of millions of messages.#Podcast
Flock accidentally exposed training materials and a panel which tracked what its AI annotators were working on. It showed that Flock, which has cameras in thousands of U.S. communities, is using workers in the Philippines to review and classify footage.#Flock
Omnibus digitale: Prima analisi delle proposte GDPR ed ePrivacy della Commissionemickey01 December 2025
Danneggiata l'unica rampa di lancio russa per le Soyuz - Spazio e Astronomia - Ansa.it
Danneggiata l'unica rampa di lancio della base russa di Baikonur dalla quale partono le missioni con astronauti a bordo. Lo rende noto sui social l'agenzia spaziale russa Roscosmos. (ANSA)Agenzia ANSA
Sale la produzione asiatica ed europea, frena quella cinese. Cosa dice il Report Sipri sull’industria militare
@Notizie dall'Italia e dal mondo
Il nuovo rapporto annuale dello Stockholm international peace research institute (Sipri) certifica un’ulteriore crescita dell’industria mondiale degli armamenti. Nel 2024, i ricavi dei cento maggiori
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L’ONU accusa Israele: “utilizza la tortura contro i prigionieri palestinesi”
@Notizie dall'Italia e dal mondo
Un rapporto delle Nazioni Unite accusa Israele di condurre una politica statale che "de facto" sostiene l'utilizzo della tortura nei confronti dei prigionieri palestinesi
L'articolo L’ONU accusa Israele: “utilizza la tortura contro i prigionieri palestinesi” proviene da Pagine
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I coloni israeliani picchiano quattro attiviste straniere e sconfinano in Siria
@Notizie dall'Italia e dal mondo
Un gruppo di coloni armati ha picchiato e derubato quattro volontari italiani e canadesi, un altro ha sconfinato nella Siria meridionale per fondare un insediamento
L'articolo I coloni israeliani picchiano quattro attiviste straniere e sconfinano
Notizie dall'Italia e dal mondo reshared this.
I ragazzi e le ragazze della IIE dell'istituto comprensivo Sferracavallo-Onorato chiedono un piano di rinaturalizzazione dell'area di Barcarello e Capo Gallo
che comprenda:
- identificazione delle specie vegetali più adatte al contesto climatico e paesaggistico, preferendo quelle autoctone;
- definizione di misure di prevenzione degli incendi, quali la manutenzione regolare delle aree verdi e la sensibilizzazione della popolazione;
- coinvolgimento di associazioni locali, scuole, e cittadini volontari per favorire la partecipazione attiva della comunità;
- possibilità di accedere a fondi regionali, nazionali ed europei destinati a progetti ambientali.
https://c.org/ByYscBVtDT
change.org/p/aiutate-la-riserv…
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sono certa che a parte sporadici gruppi di nazisti presenti in tutto il mondo, l'unico stato che li ha istituzionallizzati e a cui ha dato potere è quello russo. se putin fosse sincero per combattere il nazismo dovrebbe auto distruggersi.
L’Ateneo che chiude le porte allo Stato. Il paradosso dell’Alma Mater letto da Caruso
@Notizie dall'Italia e dal mondo
Siamo di fronte a un paradosso che sfida la logica istituzionale: un’università statale, finanziata con oltre 540 milioni di euro di fondi pubblici, nega l’accesso a rappresentanti di un’altra istituzione dello Stato. L’Esercito italiano, previsto e
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Invece di sanzionare Report e non solo, l’autorità perché non si autosanziona e si dimette?
@Giornalismo e disordine informativo
articolo21.org/2025/12/invece-…
Da qualche settimana la trasmissione Report ci racconta di quanto accaduto a Report. Sanzioni contro la
Giornalismo e disordine informativo reshared this.
freezonemagazine.com/articoli/…
Almeno tre, quattro volte l’anno, specie nei momenti in cui lo stato di ansia e il pessimismo cosmico mi prendono in ostaggio, mi ascolto il Concerto di Colonia del grande pianista di Allentown. Il potere omeopatico della musica vince sempre e dopo l’ascolto tutto torna a posto. Ma, sorvolando il fatto personale che poco interesserà
freezonemagazine.com/articoli/…
“La guerra vicina, quella con cui possiamo interloquire tutti i giorni, non con cartelli e appelli ma frequentandone le vittime, ci mette in discussione, rende precaria la nostra convivenza perché svela l’inconsistenza dei fondamenti su cui si fonda. Se non abbiamo fermato tutto questo a che serve ciò
Digital Omnibus – A Single Rulebook or a License to Trespass Fundamental Rights?
What is Digital Omnibus?
Digital policy lobbies across the European Union are buzzing with one word: Digital Omnibus, a proposal aimed at consolidating and simplifying the existing EU digital framework. The idea, according to the proposal’s advocates, is to reduce overlap in obligations and the compliance burden on businesses.
The Digital Omnibus is presented as a measure to simplify Europe’s complex digital rulebook. The aim is to streamline a wide array of Digital rules into a coherent, updated framework. It touches several key areas, including the GDPR, the AI Act, the Data Act, and cybersecurity reporting frameworks.
The Commission proposed the Digital Omnibus on 19 November 2025. The core idea behind pushing for the digital Omnibus is to eliminate red tape and boost EU competitiveness. Thirteen EU Member States have argued that tech companies in the EU face a higher degree of regulation and greater hassles than their counterparts across the Atlantic.
A Quick Look at What the Proposal Includes
- Clarifying GDPR concepts such as pseudonymised vs non-personal data
- Allowing limited use of sensitive data for detecting AI bias
- Adjusting some obligations under the AI Act and delaying certain requirements
- Creating a European Business Wallet for corporate digital identities
- Merging various data laws into a more unified Data Act
- Introducing a single entry point for cybersecurity incident reporting
These are framed as efficiency measures, cost-reduction initiatives, and efforts to make Europe more attractive to digital innovation.
Critics Warn: What Does Streamlining Actually Mean for OurRights?
For policymakers looking at the issue from strictly a business perspective, the digital Omnibus is a proposal long overdue. But as with any sweeping reform, the details matter, and this is where the debate becomes intense.
This is where concerns sharpen, especially among civil society groups, privacy advocates, and parties committed to defending digital freedoms such as the European Pirates.
European Digital Rights (EDRI) and other Digital rights advocates warn that simplifying the rulebook will come with a quiet erosion of our rights that were hard-won over the past decade.
Key Concerns Raised Against the Digital Omnibus
1. Roll-Back of Digital Protection Laws
The Omnibus is seen as reopening and weakening major protections, including the GDPR, ePrivacy, and the AI Act. This is viewed as a blow to the decades of work on digital rights.
2. Weakening of ePrivacy Rules
According to EDRi, the proposal would shift some “device access” rules from ePrivacy into GDPR, reducing mandatory consent in some cases. It is feared that this could permit tracking on devices without users’ explicit approval.
3. Narrowing the Definition of “Personal Data”
A redefinition of personal data could give companies more leeway to process information. Critics argue that this redefinition could reduce transparency and control for individuals.
4. Undermining AI Accountability
According to TechPolicy.Press article, amendments that give AI providers too much discretion, including a loophole that allows them to opt out of certain “high-risk” obligations without publicly declaring it. Rights groups argue this removes a key transparency check, weakening the AI Act’s purpose of managing risk.
5. Privileging Business Over People
Supporters of digital rights strongly believe that these reforms will shift power toward companies, thereby reducing individuals’ leverage under data protection laws. Precisely, these reforms have corporate interests as their focal point rather than citizens’ rights.
6. Weak Democratic Process
The way Omnibus is being fast-tracked with limited consultation and impact assessment, EDRi and others argue that such sweeping changes deserve more thorough democratic scrutiny.
7. Risk to Minoritised and Vulnerable Groups
EDRi highlights that under the proposed changes, marginalised communities could face a higher risk of profiling or automated discrimination. Reduced oversight and transparency could make it harder to challenge unfair or biased automated decisions.
So, Where Does This Leave Us?
For the European Pirates, the question is not whether Europe should innovate, but how. Efficiency cannot come at the cost of loosening the protections that set the EU apart in the global digital landscape.
The Digital Omnibus, on the surface, may appear to be an effort to overcome the hurdles that impede the EU’s innovation and growth. However, the implications of this proposal have far-reaching consequences from a social perspective.
The debate around the Digital Omnibus is only beginning. What is at stake is the balance between modernising Europe’s digital framework and guarding the rights of the people who live within it.
Why Chat Scanning Is a Problem Hiding in Your Phone
Across Europe, a new concept known as chat scanning has entered the public debate. Supporters claim it will protect children from online harm. Chat control is formally part of the Child Sexual Abuse Regulation (CSAR), aimed at combating CSAM (child sexual abuse material). However, many experts, privacy groups, and digital rights advocates warn that it poses a greater risk for everyone who uses a phone, especially young people who message daily.
What is chat scanning?
In simple terms, it is a system that checks your private messages before or as soon as you send them. The app you use would need to scan your texts, photos, or videos and determine whether they seem suspicious. If the scanner thinks something is “unsafe,” it can report the sender, even if the message was completely innocent.
This means the scanning occurs within your phone, not on a server elsewhere. Every typed or uploaded message is checked before it reaches a friend or family member. It is like having a digital security guard watching over your shoulder every time you write something personal.
For digital rights advocates, including the Pirate Party, this raises a serious concern: privacy is not something that can be switched on and off. Once a system is built to monitor everyone’s conversations, it becomes a permanent gateway to surveillance. It does not take much for such tools to be expanded, misused, or accessed by actors who do not have the public’s interest at heart.
Why Chat Control Is a Real Threat
Chat control systems are not theoretical risks. Automated scanners genuinely make mistakes. They often cannot understand teenage slang, humour, or personal images. A tool meant to protect vulnerable users can easily turn into one that falsely accuses innocent people. Meanwhile, determined bad actors can simply switch to apps that do not follow these rules, while ordinary citizens remain under constant monitoring.
This approach also weakens secure communication. End-to-end encryption is designed to protect everyone from hackers, identity theft, and even misuse of state power. Scanning messages before they are encrypted breaks that protection. Instead of keeping society safe, it exposes activists, families, journalists, and children to new dangers.
The Ripple Effect on Democracy
If chat controls become law with a full majority, the long-term consequences could spread slowly but deeply. The ripple effect would impact multiple pillars of democracy.
Privacy Erosion
What begins as limited scanning to target harmful content can gradually expand to include most users. When every message is subject to scrutiny, personal privacy is the first casualty.
Overwhelmed Law Enforcement
A flood of false positives would strain police resources. German experts who reviewed the proposal warned that law enforcement would be unable to handle the volume of inaccurate reports. This waste of time and energy increases the risk of people being wrongly investigated or prosecuted, ultimately making the public less safe.
Chilling of Free Expression
Journalists, activists, and vulnerable groups may start to self-censor because they no longer trust their communication channels. When private conversations feel monitored, open dialogue becomes rare.
Decline in Civic Participation
As trust in institutions weakens, people may disengage from democratic processes. Press freedom declines, and political debate becomes less open.
Shift in Social Norms
Over time, society may begin to accept the idea that monitoring private digital spaces is normal. Such a shift can alter the social contract itself, making surveillance an everyday expectation rather than an exception.
This is how a policy introduced in the name of protection can gradually erode the foundations of democracy.
Are there safer alternatives?
There are better ways to keep communities safe. Targeted investigations, stronger reporting channels, improved child protection services, and investment in digital literacy can genuinely support vulnerable groups without breaking the fundamental right to private communication.
Europe should not accept a future where every phone becomes a checkpoint. Safety should be built on rights, not surveillance. Protecting children and protecting privacy are not opposing goals. With smart policy and responsible technology, the EU can and must do both.
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