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ShadyPanda: 4,3 milioni di estensioni positive e silenti per 7 anni… e poi compare il malware


I ricercatori di Koi Security hanno descritto un’operazione in più fasi chiamata ShadyPanda. Nell’arco di sette anni, gli aggressori hanno pubblicato estensioni apparentemente utili in Chrome ed Edge, si sono creati un pubblico con commenti positivi e recensioni. Successivamente hanno rilasciato un aggiornamento contenente codice dannoso. I ricercatori stimano che il numero totale di installazioni abbia raggiunto l cifra considerevole di 4,3 milioni di download.

Lo schema è semplice e spiacevole: le estensioni “legittime” accumulano valutazioni, recensioni e badge di fiducia per anni, per poi ricevere un aggiornamento che contiene malware, estrae JavaScript arbitrario e lo esegue con accesso completo al browser.

Il codice è offuscato e diventa silenzioso all’apertura degli strumenti per gli sviluppatori. La telemetria viene inviata ai domini controllati dagli aggressori, tra cui api.cleanmasters[.]store.

Koi distingue due linee attive di attacco: Una backdoor per 300.000 computer. Cinque estensioni (tra cui Clean Master) hanno ricevuto un “aggiornamento inverso” a metà del 2024.

L’arsenale degli aggressori include la sostituzione del contenuto della pagina (incluso HTTPS), il dirottamento di sessione e una telemetria completa delle attività.

Tre di esse esistevano da anni come innocue ed erano addirittura in evidenza/verificate: ecco perché i loro aggiornamenti sono stati distribuiti immediatamente. Queste cinque sono già state rimosse dagli store, ma l’infrastruttura sui browser infetti è ancora presente. Un kit spyware per oltre 4 milioni di installazioni di Edge. L’editore Starlab Technology ha rilasciato altri cinque componenti aggiuntivi nel 2023.

Due di questi sono veri e propri spyware. Il fiore all’occhiello è WeTab, con circa 3 milioni di installazioni: raccoglie tutti gli URL visitati, le query di ricerca, i clic, le impronte digitali del browser e il comportamento di navigazione e li invia in tempo reale a 17 domini (otto sono Baidu in Cina, sette sono WeTab e Google Analytics).

Al momento della pubblicazione, Koi sottolinea che WeTab è ancora disponibile nel catalogo Edge.

Questo offre agli aggressori una leva finanziaria: possono raggiungere la stessa backdoor RCE in qualsiasi momento. Koi ha anche collegato ShadyPanda a ondate precedenti: nel 2023, “wallpapers and productivity” (145 estensioni in due store), dove il traffico veniva monetizzato tramite lo spoofing dei tag di affiliazione e la raccolta di query di ricerca; in seguito, l’intercettazione delle ricerche tramite trovi[.]com e l’esfiltrazione dei cookie. In tutti i casi, la scommessa era la stessa: dopo la moderazione iniziale, i marketplace raramente monitorano il comportamento delle estensioni, che è esattamente ciò a cui mirava l’intera strategia degli “aggiornamenti silenziosi”.

Cinque estensioni con una backdoor RCE sono già state rimosse dal Chrome Web Store; WeTab, tuttavia, rimane nello store dei componenti aggiuntivi di Edge. Google generalmente sottolinea che gli aggiornamenti vengono sottoposti a un processo di revisione, come riportato nella sua documentazione, ma il caso ShadyPanda dimostra che una moderazione mirata fin dall’inizio non è sufficiente.

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Joseph Martone: anticipato dal primo singolo il nuovo album in uscita a breve
freezonemagazine.com/news/jose…
Ritorno sulle scene con il secondo album solista intitolato Endeavours per il songwriter, cantante e chitarrista italo-americano Joseph Martone, che sarà pubblicato in formato vinile, CD e digitale il 6 febbraio 2026 con l’etichetta indipendente italiana Rivertale Productions. Registrato in Italia


Converting a 1980s Broadcast Camera to HDMI


Although it might seem like there was a sudden step change from analog to digital sometime in the late 1900s, it was actually a slow, gradual change from things like record players to iPods or from magnetic tape to hard disk drives. Some of these changes happened slowly within the same piece of hardware, too. Take the Sony DXC-3000A, a broadcast camera from the 1980s. Although it outputs an analog signal, this actually has a discrete pixel CCD sensor capturing video. [Colby] decided to finish the digitization of this camera and converted it to output HDMI instead of the analog signal it was built for.

The analog signals it outputs are those that many of us are familiar with, though: composite video. This was an analog standard that only recently vanished from consumer electronics, and has a bit of a bad reputation that [Colby] thinks is mostly undeserved. But since so many semi-modern things had analog video outputs like these, inspiration was taken from a Wii mod chip that converts these consoles to HDMI. Unfortunately his first trials with one of these had confused colors, but it led him to a related chip which more easily outputted the correct colors. With a new PCB in hand with this chip, a Feather RP2040, and an HDMI port the camera is readily outputting digital video that any modern hardware can receive.

Besides being an interesting build, the project highlights a few other things. First of all, this Sony camera has a complete set of schematics, a manual meant for the end user, and almost complete user serviceability built in by design. In our modern world of planned obsolescence, religious devotion to proprietary software and hardware, and general user-unfriendliness this 1980s design is a breath of fresh air, and perhaps one of the reasons that so many people are converting old analog cameras to digital instead of buying modern equipment.


hackaday.com/2025/12/01/conver…



La verità scomoda sul DPO: il problema non è l’IT… è proprio lui!


Il DPO, ma anche il consulente privacy, interagisce in modo significativo con il mondo dell’IT. Purtroppo non sempre lo fa in modo corretto, soprattutto perché alcuni falsi miti provocano quel rumore di fondo che è causa di una pessima comunicazione. Molto spesso per una combinazione fra un’incerta definizione di ruoli e responsabilità e la carenza di risorse. Che non sono limitate alla moneta sonante, ma contemplano anche una certa dose d’attenzione e forza d’azione.

L’incertezza del perimetro d’azione di una funzione di protezione dei dati personali come quella del DPO talvolta è alimentata da parte dello stesso professionista che, più per malafede e convenienza che per ignoranza, preferisce non chiarire mai ciò che deve fare. Altrimenti correrebbe il rischio di vedersi impegnato a lavorare e non ad accumulare incarichi, e nel tempo ci sarebbe una terribile conseguenza come bandi di gara deserti nella Pubblica Amministrazione e la richiesta che la funzione nel privato sia utile e non meramente cosmetico.

Chiariamo innanzitutto che il DPO non dev’essere un esperto cyber. Se lo è, ben venga, ma non è certamente un must have e quindi non costituisce un prerequisito per esercitare la funzione. Certo, avere cognizione dei fondamenti di sicurezza informatica giova non poco. Anche perché consente di comprendere se e quando fare ricorso alla consulenza di professionisti ed esperti, tanto all’interno quanto all’esterno dell’organizzazione.

Ovviamente, salvo disponibilità di budget. E la volontà di svolgere bene il proprio lavoro senza limitarsi a fare presenza.

Coinvolgere è bene, farsi coinvolgere è meglio.


Nel momento in cui i ruoli sono chiari innanzitutto al DPO, il coinvolgimento della funzione all’interno delle questioni che riguardano i dati personali comprende anche gli aspetti di sicurezza non è solamente un obbligo in capo all’organizzazione previsto dall’art. 38 par. 1 GDPR ma un obiettivo che il professionista deve essere capace di perseguire. Dosando competenza tecnica con ulteriori abilità trasversali per instaurare un dialogo e farsi così coinvolgere, in modo tale da sedere nei tavoli di lavoro e fornire così un apporto positivo al miglioramento della data maturity dell’organizzazione. Questo significa dunque apprendere quanto meno il linguaggio dell’IT altrimenti la comunicazione, eufemisticamente parlando, potrebbe dirsi difficoltosa.

Ovviamente, bisogna avere cura di non invadere campi non di propria spettanza (ad es. le prerogative del CISO), non solo per ragioni di buon vicinato ma anche per evitare una posizione di conflitto di interesse. Nell’ambito della sicurezza questo avviene nel momento in cui il DPO, svolgendo ulteriori compiti e funzioni che esulano da quelli propri della funzione, va a decidere sulla determinazione dei mezzi del trattamento, ovverosia le modalità e gli strumenti impiegati.

Per quanto il parere del DPO abbia un peso nella formazione di una decisione in ordine al ricorrere ad un responsabile del trattamento, ad esempio, o all’adozione di determinate misure di sicurezza, questa è comunque esercitata da parte del titolare. Soprattutto, il DPO non può essere il titolare della funzione IT.

Il limite del conflitto di interessi.


L’autonomia e l’indipendenza del DPO non sono criteri formali ma devono essere valutati nel caso concreto, ma è indubitabile che è escluso in alcun modo che possa concorrere alle decisioni sui trattamenti o altrimenti essere assoggettato al potere di istruzione del titolare svolgendo operazioni sui dati sotto l’autorità di questi o per suo conto. Motivo per cui il semplice svolgere una funzione in ambito IT, quale ad esempio quella di operatore o amministratore di sistema, attrae una naturale incompatibilità con l’assunzione del ruolo del DPO, interno o esterno che sia.

E non c’è clausola che salvi a riguardo, dal momento che ciò che rileva è nella sostanza.

Insomma: coinvolgente, ma non troppo. Senza invasioni di campo.

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Durov avverte: “È finita! Addio Internet libero” — L’urlo che sta facendo tremare l’Europa


Il post 462 del canale ufficiale di Durov ha attivato subito la “modalità urlo”:Fine dell’internet libero. L’internet libero sta diventando uno strumento di controllo”.

Niente auguri per il suo compleanno. Durov spiega di non avere voglia di festeggiare perché, a suo dire, la sua generazione «sta esaurendo il tempo a disposizione per salvare l’Internet libero costruito per noi dai nostri padri».

Quella che fino a poco tempo fa sembrava la promessa di un web aperto e libero, un luogo di condivisione, scambio, informazione, si starebbe trasformando nel “più potente strumento di controllo mai creato”.

Durov non va piano: nomina governi e stati occidentali che, secondo lui, stanno imboccando una strada pericolosa. Identità digitali, scansioni di massa dei messaggi, controlli online preventivi, restrizioni alla libertà d’espressione. Germania, Regno Unito, Unione Europea, Francia: tutti destinatari di accuse pesanti.

Il tono è inequivocabile: secondo lui, stiamo rischiando di portarci dietro il fallimento morale, intellettuale ed esistenziale di una generazione che ha creduto nella promessa della rete.

Dentro l’allarme: cosa c’è di vero, e cosa è retorica


Durov cavalca una percezione, non necessariamente errata, di crescente compressione delle libertà digitali. E molti degli elementi che cita meritano seria attenzione: identità digitale, controllo dell’età, moderazione (o censura) dei contenuti, interferenze normative.

Da quando l’attenzione su privacy, dati, contenuti illegali e sicurezza si è intensificata, l’idea di “internet come spazio incontrollato e libero” è stata messa sotto pressione da regolamentazioni, tecniche di sorveglianza, strumenti di filtraggio, policy anti-terrorismo, e così via. In un contesto del genere, il monito di Durov, anche se estremo, risuona come un campanello d’allarme che molti esperti da tempo suonano.

Eppure, è giusto prenderlo con cautela. Perché la visione di Durov rischia di essere troppo polarizzata: presenta un mondo dipinto in nero o bianco, ignorando le sfumature. Controllo ≠ necessariamente autoritarismo, regolamentazione ≠ sempre censura, moderazione ≠ sempre repressione.

In molti casi le misure che lui critica, regolamenti sull’identità digitale, filtri per la protezione dei minorenni, meccanismi di moderazione, nascono in reazione a rischi reali: criminalità organizzata, abuso di minori, disinformazione, odio online. Insomma: c’è un bisogno concreto di equilibrio tra libertà e sicurezza.

Ipocrisia o coerenza? Il profilo di Durov pesa.


Non si può ignorare che lo stesso Durov, e la sua creatura Telegram, sono da tempo sotto accusa per la scarsa moderazione dei contenuti. Dal caso del suo arresto in Francia (agosto 2024), con accuse pesanti legate al traffico di materiale illecito sulla piattaforma, la questione della responsabilità di un social-messenger è sul tavolo.

Chi oggi invoca “libertà assoluta” nel nome della privacy e della libera circolazione dell’informazione dovrebbe fare i conti con le zone grigie dell’uso (e abuso) reale che Telegram permette.

Cioè: va bene difendere la libertà digitale, ma senza trasformare la rete in un far west dove tutto è permesso.

Qual è davvero il problema e cosa rischia l’Italia


Se accettiamo come data di fatto che via via governi, legislatori, istituzioni — e persino aziende private — spingono per maggiore controllo delle identità, dei dati, dei contenuti, siamo davanti a una sfida culturale: quanta libertà siamo disposti a sacrificare in nome di sicurezza, ordine e “controllo”?

Per l’Italia, con debolezze storiche su privacy, trasparenza, burocrazia, dipendenza normativa da UE, l’allarme di Durov è un utile promemoria: la resilienza digitale va costruita anche sul piano politico e giuridico, non solo tecnico.

In un contesto globale sempre più teso, la tentazione di misure rapide, identità digitale, profilazione, monitoraggio, rischia di erodere quel poco che resta di uno spazio libero e de-centralizzato.

Il mio verdetto: un grido che va ascoltato, ma bilanciato


Il post 462 di Durov, cupo, provocatorio, apocalittico, ha una funzione utile: scuote le acque, spinge a riflettere. Ma come spesso accade con queste “chiamate alle armi digitali”, il rischio è pensare che tutto ciò che non è libertà totale sia un nemico.

Se abbiamo imparato qualcosa anche nel campo della sicurezza informatica — che mi riguarda personalmente — è che non esistono soluzioni binarie. Privacy e moderazione, sicurezza e libertà, trasparenza e anonimato: sono tensioni da gestire con equilibrio, non guerre da vincere a ogni costo.

In questo senso, l’allarme di Durov va preso sul serio, ma come spinta a costruire un dibattito consapevole, non come manifesto ideologico assoluto.

E in Italia, dove spesso si rincorrono slogan sulla “libertà in rete” senza tradurli in diritti concreti, protezione dati, controlli democratici, trasparenza, questo dibattito serve eccome.

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Black Friday, i consigli per lo shopping online in sicurezza


Anche quest’anno, i criminali informatici stanno approfittando dei periodi di shopping stagionale per diffondere siti web di phishing e promozioni fraudolente, con l’obiettivo di rubare informazioni personali e dettagli di pagamento. Le piattaforme di gioco rimangono un obiettivo primario durante tutto l’anno.

In Spagna, questa tendenza si riflette anche nell’ultimo Rapporto sulla Sicurezza Informatica 2024 pubblicato dall’Istituto Nazionale per la Sicurezza Informatica (INCIBE).

Aumento delle frodi negli ultimi 2 anni


Secondo questo rapporto, sono stati gestiti 2.122 casi relativi a negozi online fraudolenti , in cui gli utenti sono stati reindirizzati a siti web che imitavano aziende legittime per rubare informazioni personali o bancarie. Inoltre, la linea di assistenza per la sicurezza informatica 017 ha ricevuto 98.546 richieste , il 21,8% in più rispetto all’anno precedente; di queste, il 33% era correlato a tentativi di phishing e quasi l’8% a truffe relative agli acquisti online.

Questi dati riflettono una crescente preoccupazione tra i consumatori spagnoli, nonché una maggiore consapevolezza: più della metà delle richieste erano preventive, effettuate prima che si verificasse un incidente.

Secondo i dati di Kaspersky Security Network (KSN), tra gennaio e ottobre 2025 l’azienda ha bloccato 6.394.854 tentativi di phishing che impersonavano negozi online, banche e sistemi di pagamento, di cui il 48,2% mirava direttamente agli acquirenti online.

Nello stesso periodo, Kaspersky ha identificato oltre 20 milioni di tentativi di attacco informatico contro piattaforme di gioco, di cui 18,56 milioni che hanno abusato di Discord.

La regola d’oro: stare sempre attenti


Le campagne fraudolente legate al Black Friday continuano a rappresentare un problema significativo. Nelle prime due settimane di novembre, Kaspersky ha rilevato 146.535 email di spam che menzionavano offerte stagionali. Molte campagne riutilizzavano modelli già visti negli anni precedenti, impersonando importanti rivenditori come Amazon, Walmart e Alibaba e offrendo presunti sconti di accesso anticipato che indirizzavano le vittime verso siti web fraudolenti.

È stata inoltre osservata un’intensa attività di phishing rivolta alle piattaforme di intrattenimento: nel 2025, sono stati registrati 801.148 tentativi relativi a Netflix e 576.873 a Spotify.

L’attività si è estesa oltre l’e-commerce. Nel 2025, Kaspersky ha rilevato 2.054.336 tentativi di phishing che impersonavano piattaforme di gioco come Steam, PlayStation e Xbox. Anche i malware mascherati da software di gioco hanno registrato un aumento significativo: sono stati registrati 20.188.897 tentativi di infezione , di cui 18.556.566 rilevati su Discord , ovvero oltre quattordici volte i dati del 2024.

“I dati di quest’anno mostrano che i criminali informatici operano sempre più in tutto l’ecosistema digitale. Tracciano le attività degli utenti attraverso piattaforme di shopping, servizi di gaming, app di streaming e strumenti di comunicazione. Adattano i loro metodi per integrarsi in ambienti familiari. Per i consumatori, questo rende essenziali una vigilanza costante e linee guida di sicurezza di base, soprattutto durante i periodi di intensa attività online ” , ha affermato Olga Altukhova, Senior Web Content Analyst di Kaspersky.

Approfitta del Black Friday ma in sicurezza


È consigliabile seguire alcuni consigli:

  • Non fidarti dei link o degli allegati ricevuti via e-mail; controlla sempre il mittente prima di aprire qualsiasi cosa.
  • Controlla attentamente i negozi online prima di inserire qualsiasi dato: l’URL è corretto? Ci sono errori di ortografia o difetti di progettazione?
  • Se intendi acquistare da un’azienda sconosciuta, controlla le recensioni prima di prendere una decisione.
  • Anche prendendo tutte le precauzioni, potresti non accorgerti di una frode finché non controlli i tuoi estratti conto bancari. Se ricevi ancora estratti conto cartacei, non aspettare: accedi al tuo online banking e controlla gli addebiti. Se qualcosa sembra anomalo, contatta immediatamente la tua banca o l’emittente della carta.

Per approfittare delle migliori offerte, è essenziale proteggersi affinché i propri acquisti portino soddisfazione e vantaggi, non perdite finanziarie o violazioni dei dati.

Quindi rimane sempre una cosa da fare: aumenta la tua consapevolezza a rischio!

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Il #4novembre 2025 a #cinisi si è svolta una ricorrenza sobria e sentita, con la partecipazione del coro e degli studenti dell’indirizzo musicale dell’Istituto Comprensivo che hanno eseguito brani in tema dell’anniversario.





Criminali dei Caraibi


altrenotizie.org/primo-piano/1…




e pensare che la nato era in dismissione prima della genialata di putin... magari c'è chi non costruisce la pace, ma c'è invece proprio chi costruisce la guerra...


Akkordeon - Questo è un post automatico da FediMercatino.it

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Un Papa pellegrino nei luoghi più cari alla fede del popolo libanese: la tomba di San Charbel Makluf, il monaco eremita e taumaturgo famoso in tutto il mondo per i suoi miracoli, e il santuario di Nostra Signora del Libano ad Harissa, il più frequent…



Cosa penso su leva militare e caso Bologna-Esercito. Parla il generale Goretti

@Notizie dall'Italia e dal mondo

Infine, anche in Italia si è cominciato a parlare della possibilità del ritorno della leva militare. Il dibattito, già in corso da tempo negli altri Paesi europei, si apre in un momento complesso per l’opinione pubblica italiana, proprio mentre la vicenda legata



“Giovani libanesi, crescete vigorosi come i cedri e fate fiorire il mondo di speranza”. È l’invito con cui si è concluso il discorso del Papa ai giovani libanesi, incontrati nel piazzale antistante del patriarcato di Antiochia dei Maroniti a Bkerké, …




It looks like someone invented a fake Russia advance in Ukraine to manipulate online gambling markets.#News #war


'Unauthorized' Edit to Ukraine's Frontline Maps Point to Polymarket's War Betting


A live map that tracks frontlines of the war in Ukraine was edited to show a fake Russian advance on the city of Myrnohrad on November 15. The edit coincided with the resolution of a bet on Polymarket, a site where users can bet on anything from basketball games to presidential election and ongoing conflicts. If Russia captured Myrnohrad by the middle of November, then some gamblers would make money. According to the map that Polymarket relies on, they secured the town just before 10:48 UTC on November 15. The bet resolved and then, mysteriously, the map was edited again and the Russian advance vanished.

The degenerate gamblers on Polymarket are making money by betting on the outcomes of battles big and small in the war between Ukraine and Russia. To adjudicate the real time exchange of territory in a complicated war, Polymarket uses a map generated by the Institute for the Study of War (ISW), a DC-based think tank that monitors conflict around the globe.
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One of ISW’s most famous products is its live map of the war in Ukraine. The think tank updates the map throughout the day based on a number of different factors including on the ground reports. The map is considered the gold standard for reporting on the current front lines of the conflict, so much so that Polymarket uses it to resolve bets on its website.

The battle around Myrnohrad has dragged on for weeks and Polymarket has run bets on Russia capturing the site since September. News around the pending battle has generated more than $1 million in trading volume for the Polymarket bet “Will Russia capture Myrnohrad.” According to Polymarket, “this market will resolve to ‘Yes’ if, according to the ISW map, Russia captures the intersection between Vatutina Vulytsya and Puhachova Vulytsya located in Myrnohrad by December 31, 2025, at 11:59 PM ET. The intersection station will be considered captured if any part of the intersection is shaded red on the ISW map by the resolution date. If the area is not shaded red by December 31, 2025, 11:59 PM ET, the market will resolve to ‘NO.’” On November 15, just before one of the bets was resolved, someone at ISW edited its map to show that Russia had advanced through the intersection and taken control of it. After the market resolved, the red shading on the map vanished, suggesting someone at ISW editing permissions on the map had tweaked it ahead of the market resolving.

According to Polymarket’s ledger, the market resolved without dispute and paid out its winnings. Polymarket did not immediately respond to 404 Media’s request for a comment about the incident.

ISW acknowledged the stealth edit, but did not say if it was made because of the betting markets. “It has come to ISW’s attention that an unauthorized and unapproved edit to the interactive map of Russia’s invasion of Ukraine was made on the night of November 15-16 EST. The unauthorized edit was removed before the day’s normal workflow began on November 16 and did not affect ISW mapping on that or any subsequent day. The edit did not form any part of the assessment of authorized map changes on that or any other day. We apologize to our readers and the users of our maps for this incident,” ISW said in a statement on its website.

ISW did say it isn’t happy that Polymarket is using its map of the war as a gambling resource.

“ISW is committed to providing trusted, objective assessments of conflicts that pose threats to the United States and its allies and partners to inform decision-makers, journalists, humanitarian organizations, and citizens about devastating wars,” the think tank told 404 Media. “ISW has become aware that some organizations and individuals are promoting betting on the course of the war in Ukraine and that ISW’s maps are being used to adjudicate that betting. ISW strongly disapproves of such activities and strenuously objects to the use of our maps for such purposes, for which we emphatically do not give consent.”

💡
Do you know anything else about this story? I would love to hear from you. Using a non-work device, you can message me securely on Signal at +1 347 762-9212 or send me an email at matthew@404media.co.

But ISW can’t do anything to stop people from gambling on the outcome of a brutal conflict and the prediction markets are full of gamblers laying money on various aspects of the conflict. Will Russia x Ukraine ceasefire in 2025? has a trading volume of more than $46 million. Polymarket is trending “no.” Will Russia enter Khatine by December 31? is a smaller bet with a little more than $5,000 in trading volume.

Practically every town and city along the frontlines of the war between Russia and Ukraine has a market and gamblers with an interest in geopolitics can get lost in the minutia about the war. To bet on the outcome of a war is grotesque. On Polymarket and other predictive gambling sites, millions of dollars trade hands based on the outcomes of battles that kill hundreds of people. It also creates an incentive for the manipulation of the war and data about the war. If someone involved can make extra cash by manipulating a map, they will. It’s 2025 and war is still a racket. Humans have just figured out new ways to profit from it.


#News #war


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Giornata mondiale contro l’AIDS, un invito ad assumerci una responsabilità collettiva


Nel 2024 in Italia sono state registrate 2.379 nuove diagnosi di HIV e 450 nuovi casi di AIDS. Numeri che si accompagnano ad un fenomeno che continua a preoccuparci: molte di queste diagnosi arrivano tardi. Non per mancanza di attenzione da parte delle persone, ma perché il nostro Paese non garantisce ancora un’informazione chiara, capillare e accessibile sulla salute sessuale, né condizioni che rendano semplice e naturale il ricorso ai test o ai percorsi di prevenzione.

La realtà è che, mentre si parla costantemente di “emergenza educativa”, la politica continua a ignorare ciò che davvero serve a creare consapevolezza: percorsi seri e laici di educazione alle differenze, all’affettività e alla sessualità in tutte le scuole. Le nuove generazioni crescono senza strumenti, senza linguaggi adeguati, senza una cultura che normalizzi la salute sessuale come parte integrante del benessere di tutt*. E così l’HIV resta un fenomeno reale ma poco discusso, confinato ai margini di un dibattito pubblico che spesso preferisce evitarlo. In altre parole, resta tabù, e le persone sierocoinvolte continuano a pagare il prezzo dello stigma.

Nel frattempo, sono le associazioni nei territori a portare avanti il lavoro più importante: costruire informazione, offrire supporto, organizzare test, orientare le persone ai servizi, creare luoghi dove parlare di salute sessuale sia possibile e non eccezionale. La loro presenza sopperisce a un vuoto politico che non dovrebbe esistere.

Come Possibile e Possibile LGBTI+ continuiamo a chiedere che la salute sessuale debba tornare al centro delle politiche pubbliche. Significa introdurre percorsi formativi strutturati nelle scuole e diffondere la cultura della prevenzione come parte della vita quotidiana, non come un gesto coraggioso. Significa garantire l’accesso gratuito ai contraccettivi e ai preservativi per le persone under 30, e rendere davvero accessibile la PrEP, che in molti Paesi europei ha già dimostrato di ridurre drasticamente le nuove diagnosi. E significa investire in campagne di informazione continuative, non iniziative sporadiche legate a una data sul calendario.

Non abbiamo bisogno di retorica né di moralismi. Abbiamo bisogno di una politica che riconosca che la salute è libertà e dignità, che la prevenzione è un diritto e che l’accesso agli strumenti per esercitarlo deve essere semplice e garantito. Il 1° dicembre non è una parentesi: è il promemoria annuale di ciò che dovremmo fare tutto l’anno e che, invece, ancora non facciamo.

Parlare di HIV significa parlare di conoscenza, autodeterminazione, dignità. E soprattutto significa ribadire che nessuna persona deve sentirsi sola o abbandonata.

Gianmarco Capogna

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Un aggiornamento al volo? Anche no.


@Privacy Pride
Il post completo di Christian Bernieri è sul suo blog: garantepiracy.it/blog/aggiorni…
"Si informano i signori passeggeri che, su questo volo, per la vostra sicurezza, fra poco verrà installato un importante aggiornamento software. Ci scusiamo per gli eventuali disagi. L'aggiornamento si concluderà prima dell'atterraggio. Siamo lieti che

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Giornata mondiale contro l’AIDS, un invito ad assumerci una responsabilità collettiva
possibile.com/giornata-mondial…
Parlare di HIV significa parlare di conoscenza, autodeterminazione, dignità. E soprattutto significa ribadire che nessuna persona deve sentirsi sola o abbandonata.
L'articolo


Giochi di guerra italiani nel deserto del Qatar


@Notizie dall'Italia e dal mondo
Il complesso militare industriale italiano rafforza la partnership con il ricco e potente petro-emirato arabo
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pagineesteri.it/2025/12/01/eur…



Difesa comune e asset russi, la sfida che Kallas lancia ai Ventisette

@Notizie dall'Italia e dal mondo

La conferenza stampa di Kaja Kallas ha mostrato una Commissione che tenta di spingere l’Unione oltre la gestione emergenziale della guerra e verso un salto politico che definisca il ruolo dell’Europa nella sicurezza del continente. La vicepresidente ha insistito sul fatto che il



Vannacci e il presepe nello zaino militare: l’ultima trovata dell’eurodeputato della Lega | VIDEO


@Politica interna, europea e internazionale
Roberto Vannacci mette il presepe nello zaino militare: è questa l’ultima trovata dell’eurodeputato della Lega. L’ex generale ha mostrato sui suoi profili social una versione portatile del presepe incastonata nella tasca esterna dello zaino e resa visibile da una grossa



Patent office trying to silence your right to challenge bad patents


The US Patent Office has put forth regulations to end the our ability to challenge improperly granted patents in the Patent Office. These new rules will be a gift to patent trolls by keeping bad patents alive to stifle innovation. As the EFF notes: People targeted with troll lawsuits will be left with almost no realistic or affordable way to defend themselves.

We have until the end of Tuesday, December 2nd to file comments opposing these rules. The Biden administration tried to get these rules passed in 2023, but thousands of people stopped them. We need to stop the Trump administration from getting these rules passed!

The Inter partes review (IPR) process what voted on by Congress in 2013. Congress defined how it should work and who it applies to. The Patent Office must not add additional regulations that limit our access to it. The EFF points out why these rule changes are harmful:

Inter partes review, (IPR), isn’t perfect. It hasn’t eliminated patent trolling, and it’s not available in every case. But it is one of the few practical ways for ordinary developers, small companies, nonprofits, and creators to challenge a bad patent without spending millions of dollars in federal court. That’s why patent trolls hate it—and why the USPTO’s new rules are so dangerous.

IPR isn’t easy or cheap, but compared to years of litigation, it’s a lifeline. When the system works, it removes bogus patents from the table for everyone, not just the target of a single lawsuit.

IPR petitions are decided by the Patent Trial and Appeal Board (PTAB), a panel of specialized administrative judges inside the USPTO. Congress designed IPR to provide a fresh, expert look at whether a patent should have been granted in the first place—especially when strong prior art surfaces. Unlike full federal trials, PTAB review is faster, more technical, and actually accessible to small companies, developers, and public-interest groups.

As an example why we need the IPR process: Personal Audio tried to squeeze royalties from podcasters. Without IPR, EFF would not have been able to challenge their patent and Personal Audio would have continued to shake down podcasters.

Please take a couple of minutes to submit your comments about why we cannot let bad patents slip through unchallenged. You can write your own or use the following draft comment we borrowed from the EFF and modified:

I oppose the USPTO’s proposed rule changes for inter partes review (IPR), Docket No. PTO-P-2025-0025. The IPR process must remain open and fair. The Patent Office does not have the ability to legislate and must not limit who can take advantage of the IPR process beyond what Congress has authorized. Patent challenges should be decided on their merits, not shut out because of legal activity elsewhere. These rules would make it nearly impossible for the public to challenge bad patents, and that will harm innovation and everyday technology users.

or you can use their comment as they wrote it:

I oppose the USPTO’s proposed rule changes for inter partes review (IPR), Docket No. PTO-P-2025-0025. The IPR process must remain open and fair. Patent challenges should be decided on their merits, not shut out because of legal activity elsewhere. These rules would make it nearly impossible for the public to challenge bad patents, and that will harm innovation and everyday technology users.

masspirates.org/blog/2025/12/0…



2026 Pirate National Conference Location Tournament: Round 3 (Final Four)


The 2026 Pirate National Conference has been subject to an elimination style bracket tournament to determine where we will host what will mark the 20th birthday of the United States Pirate Party.

As of today, we are down to four potential cities:

  • Boston, Massachusetts
  • Chicago, Illinois
  • Seattle, Washington
  • Vicksburg, Mississippi

Results from Round 2 are posted on our Discord server.

Eight other cities were previously in consideration and will no longer be considered for the 2026 conference. The eight eliminated cities, as well as the three cities that shall be eliminated by the conclusion of this tournament, shall be in permanent consideration for future Pirate National Conference locations until they have hosted. Albuquerque, Las Vegas, Louisville, Mobile, New Orleans, Plattsburgh, Portland (OR) and Providence shall all be in consideration in 2027 and beyond.

We now find ourselves in the Final Four, with two matchups this week that our members and supporters can vote on. Boston (1) will take on Seattle (9) while Vicksburg (4) takes on Chicago (6).
The Final Four
The tournament shall conclude on December 15th.

This tournament ending up in four totally different regions of the country is emblematic of the growth of this party. We might have states with a stronger presence of their Pirate Party, but our growth is nationwide and undeniable. After 20 years, the second oldest Pirate Party in the world will celebrate our conference on a boat and prepare for the next 20 years. We are looking forward to June 6th and hope you all are too.

Regardless of location, the conference will be A.) held on a boat and B.) hybrid, meaning those unable to attend in-person may still attend online.

Those who wish to vote can join our Discord server to find a link to the tournament. The Final Four closes out next week and the championship vote will begin from there.


uspirates.org/2026-pirate-nati…



#NotiziePerLaScuola
È disponibile il nuovo numero della newsletter del Ministero dell’Istruzione e del Merito.


Joseph talks to a former FBI official about how the FBI secretly ran an encrypted phone for organized criminals, sweeping up tens of millions of messages.#Podcast


Inside the Biggest Sting Operation Ever (with Michael Bobbitt)


Joseph speaks to Michael Bobbitt, a former FBI official who worked directly on Operation Trojan Shield. In this operation the FBI secretly ran its own encrypted phone company for organized crime, backdoored the phone, and collected tens of millions of messages. Michael and Joseph discuss how Michael handled intelligence sourced from the phones, how to navigate an operation that complex, and its fallout.
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Flock accidentally exposed training materials and a panel which tracked what its AI annotators were working on. It showed that Flock, which has cameras in thousands of U.S. communities, is using workers in the Philippines to review and classify footage.#Flock


Flock Uses Overseas Gig Workers to Build its Surveillance AI


This article was produced with support from WIRED.

Flock, the automatic license plate reader (ALPR) and AI-powered camera company, uses overseas workers from Upwork to train its machine learning algorithms, with training material telling workers how to review and categorize footage including images people and vehicles in the U.S., according to material reviewed by 404 Media that was accidentally exposed by the company.

The findings bring up questions about who exactly has access to footage collected by Flock surveillance cameras and where people reviewing the footage may be based. Flock has become a pervasive technology in the U.S., with its cameras present in thousands of communities that cops use everyday to investigate things like car jackings. Local police have also performed numerous lookups for ICE in the system.

Companies that use AI or machine learning regularly turn to overseas workers to train their algorithms, often because the labor is cheaper than hiring domestically. But the nature of Flock’s business—creating a surveillance system that constantly monitors U.S. residents’ movements—means that footage might be more sensitive than other AI training jobs.

💡
Do you work at Flock or know more about the company? I would love to hear from you. Using a non-work device, you can message me securely on Signal at joseph.404 or send me an email at joseph@404media.co.

Flock’s cameras continuously scan the license plate, color, brand, and model of all vehicles that drive by. Law enforcement are then able to search cameras nationwide to see where else a vehicle has driven. Authorities typically dig through this data without a warrant, leading the American Civil Liberties Union (ACLU) and Electronic Frontier Foundation (EFF) to recently sue a city blanketed in nearly 500 Flock cameras.

Broadly, Flock uses AI or machine learning to automatically detect license plates, vehicles, and people, including what clothes they are wearing, from camera footage. A Flock patent also mentions cameras detecting “race.”



Screenshots from the exposed material. Redactions by 404 Media.

Multiple tipsters pointed 404 Media to an exposed online panel which showed various metrics associated with Flock’s AI training.

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Omnibus digitale: Prima analisi delle proposte GDPR ed ePrivacy della Commissionemickey01 December 2025
Digital Omnibus Report


noyb.eu/it/digital-omnibus-fir…




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L’ONU accusa Israele: “utilizza la tortura contro i prigionieri palestinesi”


@Notizie dall'Italia e dal mondo
Un rapporto delle Nazioni Unite accusa Israele di condurre una politica statale che "de facto" sostiene l'utilizzo della tortura nei confronti dei prigionieri palestinesi
L'articolo L’ONU accusa Israele: “utilizza la tortura contro i prigionieri palestinesi” proviene da Pagine



I coloni israeliani picchiano quattro attiviste straniere e sconfinano in Siria


@Notizie dall'Italia e dal mondo
Un gruppo di coloni armati ha picchiato e derubato quattro volontari italiani e canadesi, un altro ha sconfinato nella Siria meridionale per fondare un insediamento
L'articolo I coloni israeliani picchiano quattro attiviste straniere e sconfinano



I ragazzi e le ragazze della IIE dell'istituto comprensivo Sferracavallo-Onorato chiedono un piano di rinaturalizzazione dell'area di Barcarello e Capo Gallo
che comprenda:

- identificazione delle specie vegetali più adatte al contesto climatico e paesaggistico, preferendo quelle autoctone;
- definizione di misure di prevenzione degli incendi, quali la manutenzione regolare delle aree verdi e la sensibilizzazione della popolazione;
- coinvolgimento di associazioni locali, scuole, e cittadini volontari per favorire la partecipazione attiva della comunità;
- possibilità di accedere a fondi regionali, nazionali ed europei destinati a progetti ambientali.


https://c.org/ByYscBVtDT
change.org/p/aiutate-la-riserv…

@Palermo

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qr.ae/pCu3Ru

sono certa che a parte sporadici gruppi di nazisti presenti in tutto il mondo, l'unico stato che li ha istituzionallizzati e a cui ha dato potere è quello russo. se putin fosse sincero per combattere il nazismo dovrebbe auto distruggersi.



L’Ateneo che chiude le porte allo Stato. Il paradosso dell’Alma Mater letto da Caruso

@Notizie dall'Italia e dal mondo

Siamo di fronte a un paradosso che sfida la logica istituzionale: un’università statale, finanziata con oltre 540 milioni di euro di fondi pubblici, nega l’accesso a rappresentanti di un’altra istituzione dello Stato. L’Esercito italiano, previsto e




Keith Jarrett – The Köln Concert: Cinquant’anni dopo la nascita di un classico senza genere.
freezonemagazine.com/articoli/…
Almeno tre, quattro volte l’anno, specie nei momenti in cui lo stato di ansia e il pessimismo cosmico mi prendono in ostaggio, mi ascolto il Concerto di Colonia del grande pianista di Allentown. Il potere omeopatico della musica vince sempre e dopo l’ascolto tutto torna a posto. Ma, sorvolando il fatto personale che poco interesserà


Safari Sarajevo: il confine tra civiltà e barbarie non è geografico è morale.
freezonemagazine.com/articoli/…
“La guerra vicina, quella con cui possiamo interloquire tutti i giorni, non con cartelli e appelli ma frequentandone le vittime, ci mette in discussione, rende precaria la nostra convivenza perché svela l’inconsistenza dei fondamenti su cui si fonda. Se non abbiamo fermato tutto questo a che serve ciò


Digital Omnibus – A Single Rulebook or a License to Trespass Fundamental Rights?
What is Digital Omnibus?


Digital policy lobbies across the European Union are buzzing with one word: Digital Omnibus, a proposal aimed at consolidating and simplifying the existing EU digital framework. The idea, according to the proposal’s advocates, is to reduce overlap in obligations and the compliance burden on businesses.

The Digital Omnibus is presented as a measure to simplify Europe’s complex digital rulebook. The aim is to streamline a wide array of Digital rules into a coherent, updated framework. It touches several key areas, including the GDPR, the AI Act, the Data Act, and cybersecurity reporting frameworks.

The Commission proposed the Digital Omnibus on 19 November 2025. The core idea behind pushing for the digital Omnibus is to eliminate red tape and boost EU competitiveness. Thirteen EU Member States have argued that tech companies in the EU face a higher degree of regulation and greater hassles than their counterparts across the Atlantic.

A Quick Look at What the Proposal Includes


  • Clarifying GDPR concepts such as pseudonymised vs non-personal data
  • Allowing limited use of sensitive data for detecting AI bias
  • Adjusting some obligations under the AI Act and delaying certain requirements
  • Creating a European Business Wallet for corporate digital identities
  • Merging various data laws into a more unified Data Act
  • Introducing a single entry point for cybersecurity incident reporting

These are framed as efficiency measures, cost-reduction initiatives, and efforts to make Europe more attractive to digital innovation.

Critics Warn: What Does Streamlining Actually Mean for OurRights?


For policymakers looking at the issue from strictly a business perspective, the digital Omnibus is a proposal long overdue. But as with any sweeping reform, the details matter, and this is where the debate becomes intense.

This is where concerns sharpen, especially among civil society groups, privacy advocates, and parties committed to defending digital freedoms such as the European Pirates.

European Digital Rights (EDRI) and other Digital rights advocates warn that simplifying the rulebook will come with a quiet erosion of our rights that were hard-won over the past decade.

Key Concerns Raised Against the Digital Omnibus


1. Roll-Back of Digital Protection Laws

The Omnibus is seen as reopening and weakening major protections, including the GDPR, ePrivacy, and the AI Act. This is viewed as a blow to the decades of work on digital rights.

2. Weakening of ePrivacy Rules

According to EDRi, the proposal would shift some “device access” rules from ePrivacy into GDPR, reducing mandatory consent in some cases. It is feared that this could permit tracking on devices without users’ explicit approval.

3. Narrowing the Definition of “Personal Data”

A redefinition of personal data could give companies more leeway to process information. Critics argue that this redefinition could reduce transparency and control for individuals.

4. Undermining AI Accountability

According to TechPolicy.Press article, amendments that give AI providers too much discretion, including a loophole that allows them to opt out of certain “high-risk” obligations without publicly declaring it. Rights groups argue this removes a key transparency check, weakening the AI Act’s purpose of managing risk.

5. Privileging Business Over People

Supporters of digital rights strongly believe that these reforms will shift power toward companies, thereby reducing individuals’ leverage under data protection laws. Precisely, these reforms have corporate interests as their focal point rather than citizens’ rights.

6. Weak Democratic Process

The way Omnibus is being fast-tracked with limited consultation and impact assessment, EDRi and others argue that such sweeping changes deserve more thorough democratic scrutiny.

7. Risk to Minoritised and Vulnerable Groups

EDRi highlights that under the proposed changes, marginalised communities could face a higher risk of profiling or automated discrimination. Reduced oversight and transparency could make it harder to challenge unfair or biased automated decisions.

So, Where Does This Leave Us?


For the European Pirates, the question is not whether Europe should innovate, but how. Efficiency cannot come at the cost of loosening the protections that set the EU apart in the global digital landscape.

The Digital Omnibus, on the surface, may appear to be an effort to overcome the hurdles that impede the EU’s innovation and growth. However, the implications of this proposal have far-reaching consequences from a social perspective.

The debate around the Digital Omnibus is only beginning. What is at stake is the balance between modernising Europe’s digital framework and guarding the rights of the people who live within it.


europeanpirates.eu/digital-omn…



Why Chat Scanning Is a Problem Hiding in Your Phone


Across Europe, a new concept known as chat scanning has entered the public debate. Supporters claim it will protect children from online harm. Chat control is formally part of the Child Sexual Abuse Regulation (CSAR), aimed at combating CSAM (child sexual abuse material). However, many experts, privacy groups, and digital rights advocates warn that it poses a greater risk for everyone who uses a phone, especially young people who message daily.


What is chat scanning?


In simple terms, it is a system that checks your private messages before or as soon as you send them. The app you use would need to scan your texts, photos, or videos and determine whether they seem suspicious. If the scanner thinks something is “unsafe,” it can report the sender, even if the message was completely innocent.

This means the scanning occurs within your phone, not on a server elsewhere. Every typed or uploaded message is checked before it reaches a friend or family member. It is like having a digital security guard watching over your shoulder every time you write something personal.

For digital rights advocates, including the Pirate Party, this raises a serious concern: privacy is not something that can be switched on and off. Once a system is built to monitor everyone’s conversations, it becomes a permanent gateway to surveillance. It does not take much for such tools to be expanded, misused, or accessed by actors who do not have the public’s interest at heart.


Why Chat Control Is a Real Threat


Chat control systems are not theoretical risks. Automated scanners genuinely make mistakes. They often cannot understand teenage slang, humour, or personal images. A tool meant to protect vulnerable users can easily turn into one that falsely accuses innocent people. Meanwhile, determined bad actors can simply switch to apps that do not follow these rules, while ordinary citizens remain under constant monitoring.

This approach also weakens secure communication. End-to-end encryption is designed to protect everyone from hackers, identity theft, and even misuse of state power. Scanning messages before they are encrypted breaks that protection. Instead of keeping society safe, it exposes activists, families, journalists, and children to new dangers.


The Ripple Effect on Democracy


If chat controls become law with a full majority, the long-term consequences could spread slowly but deeply. The ripple effect would impact multiple pillars of democracy.

Privacy Erosion


What begins as limited scanning to target harmful content can gradually expand to include most users. When every message is subject to scrutiny, personal privacy is the first casualty.

Overwhelmed Law Enforcement


A flood of false positives would strain police resources. German experts who reviewed the proposal warned that law enforcement would be unable to handle the volume of inaccurate reports. This waste of time and energy increases the risk of people being wrongly investigated or prosecuted, ultimately making the public less safe.

Chilling of Free Expression


Journalists, activists, and vulnerable groups may start to self-censor because they no longer trust their communication channels. When private conversations feel monitored, open dialogue becomes rare.

Decline in Civic Participation


As trust in institutions weakens, people may disengage from democratic processes. Press freedom declines, and political debate becomes less open.

Shift in Social Norms


Over time, society may begin to accept the idea that monitoring private digital spaces is normal. Such a shift can alter the social contract itself, making surveillance an everyday expectation rather than an exception.

This is how a policy introduced in the name of protection can gradually erode the foundations of democracy.


Are there safer alternatives?


There are better ways to keep communities safe. Targeted investigations, stronger reporting channels, improved child protection services, and investment in digital literacy can genuinely support vulnerable groups without breaking the fundamental right to private communication.

Europe should not accept a future where every phone becomes a checkpoint. Safety should be built on rights, not surveillance. Protecting children and protecting privacy are not opposing goals. With smart policy and responsible technology, the EU can and must do both.


europeanpirates.eu/why-chat-sc…