Una doppia partita vitale per le democrazie occidentali
In enigmistica si tratterebbe di unire i puntini. Purtroppo, il quadro che se ne compone, da Kiev a Tel Aviv, da Bucha al Negev, ha contorni via via più ampi rispetto ad aree di crisi drammatiche ma pur sempre circoscrivibili, almeno nelle speranze di molti. E vale la pena di rammentare la preveggenza di papa Francesco che nove anni fa, nell’agosto 2014, di fronte agli orrori perpetrati su civili inermi, donne e bambini in Siria e in Iraq, cominciò a parlare di «Terza guerra mondiale già in corso, a pezzetti». Con l’invasione di Putin in Ucraina il 24 febbraio 2022 è apparso chiaro a molti di noi occidentali che la resistenza di Zelensky e dei suoi era fatta anche per conto nostro e dei nostri valori, fragili finché si vuole, come lo sono la tolleranza e il consenso, ma sui quali abbiano costruito il mondo libero dal 1945 in poi, coi suoi organismi sovranazionali e una parvenza (talvolta assai precaria) di legalità internazionale. Adesso un altro passo è stato compiuto.
Ed è difficile dubitare che le democrazie stiano giocando in questi anni una doppia partita vitale su uno scacchiere che non ha più confini. Non soltanto perché, banalmente, blogger e propagandisti russi plaudono all’assalto di Hamas contro Israele in quanto «distoglie l’attenzione dell’Occidente dall’Ucraina» (e, temiamo noi, anche i rifornimenti di armi). Piuttosto perché la sfida coinvolge cuori e menti sull’approccio con cui governare le complessità del Ventunesimo secolo, interrogando tali democrazie sull’adeguatezza e la capacità di risposta di fronte alla veloce ed efficiente brutalità delle dittature. Per capirci, dietro l’aggressione dei miliziani di Hamas contro Israele e contro migliaia di innocenti civili è ben visibile il profilo della più crudele tirannia mediorientale, quell’Iran che impicca i dissidenti alle gru e ha finanziato a Sud i terroristi di Ismail Haniyeh (il leader fotografato in preghiera, nel blasfemo ringraziamento a Dio per il massacro di ebrei) e sul fronte settentrionale le basi libanesi di Hezbollah. Basta seguire i puntini per trovare migliaia di droni iraniani scagliati dall’esercito invasore di Putin sulle città, sulle scuole e sugli ospedali dell’Ucraina martoriata in questi diciannove mesi di guerra. Gli stessi puntini che ci mostrano gli istruttori militari di Mosca al lavoro nella terra degli ayatollah. Non è necessario immaginare un’internazionale delle tirannie: isolati insieme dalle sanzioni, russi e iraniani sono assai distanti, ad esempio, su dossier delicati come la Siria o l’Afghanistan.
L’intesa sta nelle cose, nell’odio per il Grande Satana o per l’Occidente Globale, nella paralisi dell’ormai inutile Consiglio di sicurezza dell’Onu, col supporto defilato di una Cina sempre più desiderosa di mettere mano senza fastidi al dossier Taiwan o di una sempre più autoritaria Algeria che ha applaudito all’azione contro Israele e alla quale abbiamo affidato forse con troppo ottimismo buona parte del nostro destino energetico, come ha rilevato su queste colonne Federico Fubini. L’inizio della Seconda guerra mondiale fu un lungo rosario di segnali non colti, scontri in teatri locali di cui non si vide la portata come la Spagna, arrendevolezze camuffate da strategie diplomatiche da Monaco in poi. Fino al 1941, con l’Operazione Barbarossa dei nazisti contro l’Unione Sovietica e il bombardamento giapponese su Pearl Harbor, non fu così chiara la dimensione planetaria del conflitto, ha osservato Paolo Mieli di recente. A costo di apparire ingenui, vogliamo crederci ancora distanti da un nuovo baratro. Ma la libertà è posta in questione in quegli stessi Paesi che propugnano guerre d’aggressione. Le dittature hanno bisogno di nemici contro i quali convogliare la rabbia di sudditi conculcati. Chi fosse tentato dal generale distacco dalla causa ucraina (il grande freddo su Kiev di cui parla Ezio Mauro) provi a rammentare qualche numero utile (a tener duro). Il primo è 684: tanti sono o, almeno, erano a fine agosto, i prigionieri politici in Russia, secondo la ong Memorial. Poco meno di quelli del regime sovietico nel 1987, settecento, prima che Gorbaciov aprisse le galere. Il sorpasso è alle viste: dal principio dell’invasione fino allo scorso 27 settembre, gli imputati in processi penali per opposizione alla guerra sono già 713, gli arrestati 19.810.
Questi dati, forniti dall’associazione per i diritti umani Ovd-Info, e le durissime forme di detenzione (con un gran ritorno dei gulag siberiani) devono far riflettere non meno della recente strage di Hroza (51 civili uccisi da un missile a una veglia funebre in un bar) chi, spesso in buonafede, è convinto sia giunto il tempo trattare con Putin. «Se mi abbandonate ve lo troverete alle porte entro il 2028», ha preconizzato Zelensky parlando all’Europa allargata di Granada. Anche dietro la mossa iraniana contro Israele, realizzata tramite Hamas, si deve leggere tutta la ferocia e l’affanno di una teocrazia che solo nel 2022 ha giustiziato cinquecento prigionieri (tra cui numerosi minorenni) e arrestato ventimila oppositori, che continua a massacrare le donne ma deve fronteggiare una rivolta ormai permanente, dilagata lo scorso anno in 139 città. Evocare il detestato nemico sionista serve molto al regime, naturalmente. Ma, come si vede, la questione coincide solo in parte con l’Islam, di cui l’Iran rappresenta la versione più arcaica e violenta. Un’ondata di islamofobia sarebbe l’ultima cosa di cui abbiamo bisogno. La prima, poiché in ballo è l’idea stessa di libertà, è non cedere al rancore o alla paura, sostenendo quegli avamposti di democrazia occidentale oggi a rischio, con tutti i mezzi: politici, economici e militari. Nel programma va inclusa anche l’educazione dei nostri ragazzi. Se inneggiano agli assassini di Hamas persino dei collettivi scolastici di Milano (su cui il ministro Valditara fa benissimo a intervenire) il senso prezioso delle nostre società aperte va spiegato sin dal tinello di casa.
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L’Europa ha bisogno di una difesa missilistica. I piani Nato, Ue e nazionali
La guerra in Ucraina e l’attacco a Israele dimostrano l’importanza di una capacità di difesa missilistica adeguata. Ad affermarlo è stato il presidente della commissione Difesa della Camera dei deputati, onorevole Nino Minardo, intervenendo a margine dell’audizione informale dell’amministratore delegato di Mbda Italia, Giovanni Soccodato. Per il presidente, “Ci sono alcuni programmi importanti al vaglio parlamentare, credo che la valutazione dovrà tenere conto di questa variabile ma anche della necessità di partecipare a programmi di cooperazione europea in questo campo”.
Una difesa aerea per il Vecchio continente
L’audizione, tra l’altro, avviene in concomitanza con l’incontro dei ministri della Difesa dei Paesi Nato, durante il quale dovrebbe venire siglato un impegno formale degli alleati nel partecipare all’iniziativa dello Sky shield europeo, un piano guidato dalla Germania per fornire al Vecchio continente un sistema di difesa contraerea comune. Lanciato l’anno scorso, il progetto ha già ottenuto il sostegno di diciannove Paesi. Il programma, tutt’altro che libero da criticità, con Parigi apertamente contraria al progetto – basato principalmente su sistemi statunitensi e israeliani – è tuttavia un segnale forte delle priorità che i Paesi europea, sia membri Ue, sia Nato, stanno dando alle proprie strutture di difesa. Di recente, tra l’altro, anche il commissario Ue al Mercato interno, Thierry Breton, ha sottolineato la necessità della creazione di un sistema di difesa aerea comune Ue, chiamato Eurodome (“l’Eurocupola”).
Capacità missilistiche europee
Nel corso del suo intervento, l’amministratore delegato di Mbda, Soccodato, ha spiegato come, per “effetto indiretto della situazione geopolitica internazionale che ha portato con la crisi ucraina ad una maggior attenzione da parte dell’Europa e di altri Paesi per i sistemi di protezione missilistica” siano aumentati gli ordini della società, e in generale la richiesta di sistemi, con una “crescita importante a livello di export”. In questo quadro, l’esperienza di Mbda è da ritenersi positiva, essendo “il primo player europeo e il terzo a livello mondiale” nel campo missilistico. “Se non ci fosse stata la creazione di Mbda – ha detto Soccodato – probabilmente oggi l’Europa non avrebbe la capacità a tutto tondo che ha nel settore missilistico”. La società, infatti, è stata il primo progetto nel settore difesa “a mettere a fattor comune capacità progettuali e industriali di diversi Paesi”
Il caso di Mbda
E i risultati si vedono anche nei numeri, con un aumento progressivo del fatturato del gruppo “che ha superato la soglia dei quattro miliardi nel 2021” e che si prevede superi i cinque miliardi nel prossimo piano industriale. Alla base di questi esiti “è molto rilevante l’attività fatta per i clienti nazionali: Italia, Francia, Regno Unito e Germania, perché consente all’azienda di investire in nuova tecnologia, fare innovazione e realizzare prodotti che soddisfino le esigenze dei nostri clienti nazionali”.
Difesa ipersonica
L’amministratore delegato ha colto l’occasione dell’audizione anche per presentare il progetto di ricerca e capacità tecnologica a livello europeo per un intercettore contro i missili ipersonici: Hydis Aquila. “La prospettiva di sviluppo futuro è estremamente importante e completerà i nostri sistemi di difesa aerea con una capacità a lunghissimo raggio e ad alta quota contro missili ipersonici ad alta manovrabilità” ha spiegato Soccodato, aggiungendo come sia fondamentale, andando avanti, “che ci sia la capacità a livello Paese di partecipare a questi programmi a livello europeo e mantenere le competenze tecnologiche e produttive”.
La centrale elettrica di Gaza, la luce di 2 milioni di persone
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Pagine Esteri, 11 ottobre 2023. Si è spenta la centrale elettrica della Striscia di Gaza, lasciando al buio e senza corrente 2 milioni e 300 mila abitanti.
L’assedio della Striscia e l’embargo di carburante aveva lasciato poche ore di corrente al giorno. Oggi le scorte di gasolio sono terminate.
In questo video girato a Gaza in seguito ai bombardamenti israeliani del 2021, Michele Giorgio ci spiega l’utilizzo e l’importanza dell’unica centrale elettrica di Gaza.
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Nuovo terremoto in Afghanistan: colpita Herat, altri morti si aggiungono alle migliaia di sabato
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Pagine Esteri, 11 ottobre 2023. Un nuovo, pesante terremoto ha colpito questa mattina l’Afghanistan, dopo quello che sabato 7 ottobre ha ucciso più di 2.400 persone.
Alle prime luci dell’alba la zona di Herat, già in ginocchio per il sisma precedente, ha subito un’ulteriore forte scossa, di magnitudo 6,3.
L’ufficio del governatore di Herat ha fatto sapere che ci sono numerose perdite ma non si capisce ancora quante persone siano morte e quante ancora sotto le macerie.
di Valeria Cagnazzo –
Pagine Esteri, 8 ottobre. La mattina di sabato 7 ottobre, un terremoto di magnitudo 6.3 con epicentro a circa 40 km a nord-ovest di Herat ha scosso l’Afghanistan. Nelle ore successive, ulteriori scosse di assestamento hanno continuato a far tremare il Paese, che già contava a centinaia le proprie vittime. A circa ventiquattro ore dal sisma, il bilancio è drammatico: oltre 2.000 sono i morti e almeno 9.000 le vittime, mentre nelle regioni colpite, almeno 8 i villaggi distrutti, si continua a scavare e a cercare i dispersi.
La tragedia si abbatte su un Paese che già sta attraversando una profonda crisi umanitaria, i cui fondi statali sono congelati e in cui gli aiuti internazionali sono stati tagliati da quando nell’agosto 2021 le truppe americane hanno abbandonato i loro ultimi avamposti e i talebani hanno autoproclamato il loro governo.
“Questo terribile terremoto avviene in un momento di estremo bisogno umanitario in cui 15 milioni di persone non sanno da dove arriverà il loro prossimo pasto”, si legge sull’account del World Food Programme.
🚨#Afghanistan: “This terrible earthquake comes at a time of immense humanitarian needs when 15 million people do not know where their next meal will come from.”More about the #AfghanistanEarthquake: t.co/ouwPNSQwNi pic.twitter.com/t9GSvHknFt
— World Food Programme in Afghanistan (@WFP_Afghanistan) October 8, 2023
Il rappresentante delle Nazioni Unite Stephane Dujarric ha intanto dichiarato che l’Onu e i suoi partner in Afghanistan stanno coordinando le proprie azioni di soccorso con le autorità de facto per raggiungere le comunità colpite. Il governo talebano, intanto, ha chiesto alle organizzazioni assistenziali locali di recarsi nelle regioni colpite per fornire aiuto ai superstiti e contribuire al recupero dei corpi intrappolati sotto le macerie e alla ricerca dei dispersi. Ha, inoltre, chiesto “ogni possibile collaborazione e aiuto ai fratelli afflitti” da parte dei loro “ricchi compatrioti”.
Nel giugno 2022, l’Afghanistan era stato colpito da un altro terremoto che aveva provocato almeno 1.500 morti.
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PODCAST. Situazione disperata a Gaza, aumentano le tensioni in Cisgiordania
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Pagine Esteri, 11 ottobre 2023. Da Ashqelon, vicino al confine con la Striscia di Gaza, il direttore di Pagine Esteri, Michele Giorgio, ci aggiorna sulla situazione. La città del sud di Israele è raggiunta da numerosi razzi lanciati da Hamas.
Ieri Israele ha compiuto ben 200 missioni su al-Furqan, un’area di Gaza City ritenuta roccaforte di Hamas. In una situazione di completo embargo e di chiusura totale, la situazione all’interno della Striscia di Gaza si fa ora per ora più disperata.
Al nord Hezbollah ha lanciato un razzo anticarro e Israele ha subito risposto bombardando aree del Libano. Truppe israeliane si stanno spostando verso il confine.
Intanto in Cisgiordania si moltiplicano le manifestazioni a sostegno della popolazione di Gaza ma esercito e polizia aprono il fuoco a vista. Sono 23 i palestinesi uccisi in Cisgiordania. Per Venerdì Hamas ha chiamato una sollevazione generale in Cisgiordania e a Gerusalemme Est.
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I suoceri del premier scozzese intrappolati a Gaza
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di Redazione
Pagine Esteri, 11 ottobre 2023 – Il primo ministro scozzese Humza Yousaf ha dichiarato che i genitori di sua moglie, la palestinese Nadia El Nakla, sono intrappolati a Gaza, ed ha espresso tutta la sua preoccupazione per i bombardamenti indiscriminati che Israele sta conducendo contro la popolazione civile palestinese e che in pochi giorni hanno causato più di mille morti.
Maged ed Elizabeth El-Nakla erano andati a trovare la madre 92enne di suo suocero quando sabato scorso ha avuto luogo il primo attacco di Hamas.
«Sono intrappolati a Gaza. Gli israeliani dicono loro di lasciare Gaza, gli è stato detto che Gaza sarà effettivamente trasformata in un cumulo di macerie, ma non hanno nessun posto dove andare, non possono andarsene, Gaza è sotto assedio» ha denunciato il leader del Partito Nazionale Scozzese in un’intervista alla BBC.
Martedì sera, Yousaf ha detto di esser riuscito a contattare i suoi suoceri e che erano terrorizzati. Ha aggiunto che suo cognato, che è un medico a Gaza, ha raccontato che le scorte mediche «sono al livello più basso mai visto, al punto che devono usare pezzi dei loro vestiti per cercare di fasciare le ferite».
«Nonostante l’assistenza del Ministero degli Esteri britannico, nessuno può garantire un passaggio sicuro verso nessuno dei confini. Pertanto, potete immaginare quanto io e mia moglie siamo tormentati dalla preoccupazione sulle condizioni dei miei suoceri» ha detto Yousaf.
Yousaf, 38 anni, all’inizio dell’anno ha vinto le primarie dello Scottish National Party, diventando così il primo musulmano a guidare un paese dell’Europa occidentale nella storia recente.
Il premier scozzese ha pronunciato una “condanna inequivocabile” degli attacchi di Hamas e ha avvertito che i civili innocenti di entrambe le parti soffriranno maggiormente a causa dell’escalation del conflitto.
Pur condannando nettamente l’azione di Hamas, il premier scozzese ha invitato il ministro degli Esteri britannico a esercitare pressioni su Israele per la creazione immediata di un corridoio umanitario per evacuare i civili da Gaza. «La punizione collettiva di civili innocenti non può essere giustificata e non contribuirà a creare le condizioni per la pace nella regione» ha detto Yousaf. – Pagine Esteri
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LIVE. GAZA/ISRAELE. Giorno 5: Israele è pronto all’invasione di terra.
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Pagine Esteri, 11 ottobre 2023. Si continuano a recuperare corpi, in Israele e il bilancio delle vittime dell’attacco improvviso di Hamas, sabato 7 ottobre, è salito a 1.200 persone. Parenti e amici di coloro che risultano attualmente dispersi, attendono di sapere se i propri cari sono stati uccisi oppure sono a Gaza come ostaggi. In una struttura militare sono stati allineati decine di corpi, per permetterne l’identificazione. L’esercito israeliano, che ha ammassato centinaia di migliaia di truppe al confine con Gaza, è pronto a lanciare un’offensiva di terra.
→ GLI EVENTI DEL QUARTO GIORNO
Non si sono mai fermati i bombardamenti israeliani sulla Striscia di Gaza e continuano anche oggi, per il quinto giorno consecutivo. Sono stati uccisi 950 palestinesi tra cui almeno 260 bambini. Interi quartieri sono stati rasi al suolo, colpiti campi profughi e mercati, scuole, università, ospedali, moschee e ambulanze. Sono almeno 6 i giornalisti uccisi. La situazione umanitaria è catastrofica: Israele ha ordinato l’assedio totale della Striscia e non possono entrare aiuti umanitari, farmaci, acqua. L’unico possibile passaggio per i cittadini di Gaza, il valico di Rafah al confine con l’Egitto, è stato prima chiuso e smantellato dall’Egitto stesso, per “ragioni di sicurezza”, poi bombardato dall’aeronautica israeliana, mentre centinaia di palestinesi erano in attesa, nel tentativo di lasciare Gaza. Anche il porto è stato bombardato, non ci sono vie di fuga. La centrale elettrica interna alla Striscia, secondo il presidente dell’Autorità energetica palestinese Thafer Melhem, potrebbe spegnersi completamente entro 10-12 ore, a causa dell’embargo di carburante e lasciare così 2 milioni e 300mila persone completamente al buio e senza elettricità.
SCARICA IL DOSSIER → PALESTINA-ISRAELE. LE RAGIONI DEL CONFLITTO
Sono rimasti inascoltati gli appelli dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, dell’ONU e delle ONG per aprire un corridoio umanitario che porti a Gaza medicine, alimenti e acqua.
Hamas ieri ha continuato a sparare razzi su Israele, colpendo soprattutto Ashqelon, a sud di Israele, senza fare vittime.
Leggeri scambi di fuoco, tra Israele e Hezbollah in Libano si sono registrati ieri, dopo l’uccisione da parte di Israele di 4 membri del partito libanese. In serata un razzo partito dalla Siria è finito in un’area nel Golan, la zona occupata da Israele nel 1967, senza fare danni.
Nella Cisgiordania occupata si sono tenute manifestazioni a sostegno della popolazione palestinese di Gaza. Al momento sono 23 i palestinesi, soprattutto giovani, uccisi in Cisgiordania da Israele. Secondo The Times of Israel, il Ministro israeliano della sicurezza nazionale, Itamar Ben Gvir, sta acquistando 10.000 pistole da distribuire ai coloni e agli israeliani residenti nelle città abitate anche da cittadini arabi.
L’Unione Europea ha deciso ieri, a maggioranza dei leader dei Paesi che ne fanno parte, di non sospendere gli aiuti economici ai palestinesi. Al contrario, dopo l’Austria, anche la Svezia e la Danimarca hanno deciso di sospendere gli aiuti.
LEGGI → ISRAELE-GAZA: IL MONDO SI DIVIDE
Gli Stati Uniti hanno inviato una potentissima portaerei in supporto a Israele che era già la potenza armata più temibile dell’area. Un primo carico di munizioni USA sarebbe già stato consegnato.
Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha commentato negativamente l’invio, da parte degli Stati Uniti, della portaerei che dovrà rimanere nella regione a sostegno di Israele, dichiarando che non potrà far altro che portare altra violenza e altre stragi.
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Il percorso scolastico è fatto di tanti momenti di crescita. Saper scegliere la direzione giusta è...
Il percorso scolastico è fatto di tanti momenti di crescita. Saper scegliere la direzione giusta è fondamentale per percorrere al meglio la strada, conoscere la destinazione, sapere come e quando chiedere supporto.
Weekly Chronicles #49
La chimera della protezione dei dati nelle smart cities
Le città intelligenti, o "Smart Cities" sono la buzzword del momento.
L’idea sarebbe di usare grandi quantitativi di dati e tecnologie per migliorare la qualità della vita urbana. Tuttavia, quello a cui assistiamo è invece una raccolta massiva di dati personali e l’uso di tecnologie di sorveglianza di vario tipo: dalle telecamere, ai droni, fino ad arrivare ai sensori wi-fi, bluetooth e celle telefoniche.
Un documento pubblicato dall’International Working Group on Data Protection in Technology, disponibile qui, esplora a livello giuridico il tema della privacy nelle smart city, fornendo alcune raccomandazioni alle città che vorrebbero cimentarsi nel diventare “smart” nel rispetto della legge e dei dati delle persone.
Il documento fornisce spunti interessanti per chi lavora nel settore e per i politici che vorrebbero cimentarsi in tali attività. Le raccomandazioni, in estrema sintesi, sono queste:
- Valutare i rischi e la proporzionalità del trattamento prima della raccolta dei dati
- Garantire che i dati utilizzati nelle decisioni siano adeguati e rappresentativi della popolazione
- Stabilire chiare procedure per soddisfare i diritti dei cittadini e assicurare trasparenza nella filiera del trattamento
La protezione dei dati nelle “smart cities” sembra però una chimera irrealizzabile. Le amministrazioni locali ricevono fondi nazionali ed europei per installare sistemi di sorveglianza evoluta che non capiscono e che non sanno usare, né comprenderne l’utilità. Come se non bastasse, ne ignorano completamente i rischi.
Nel documento si cita un caso empirico che fa ben comprendere la natura del problema.
Il comune di Enschede, nei Paesi Bassi, per più di tre anni ha implementato un sistema di tracciamento wi-fi degli smartphones attivo 24/7 nel centro della città. L’obiettivo era quello di misurare l’efficacia degli investimenti municipali — qualsiasi cosa volesse dire.
Nella pratica, per tre anni i cittadini di Enschede sono stati spiati mentre passeggiavano in strada. Il sistema infatti raccoglieva dati (tra cui anche l’indirizzo MAC, identificativo unico del dispositivo) per analizzare il traffico pedonale, il tempo trascorso nelle diverse vie del centro e le abitudini delle persone.
In che modo quest’attività ha portato un beneficio agli abitanti di Enschede? Come sono stati valutati i rischi? Non è dato sapersi.
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Il caso del giudice Apostolico
In questi giorni sta facendo molto rumore il caso del giudice Iolanda Apostolico. Alcuni giorni fa è stato pubblicato un video risalente al 2018 in cui si vedeva la Apostolico partecipare a una manifestazione di protesta contro le politiche sull’immigrazione clandestina del governo di quel periodo.
Matteo Salvini, dopo la pubblicazione del video, ha presto chiesto le sue dimissioni per evidente mancanza di imparzialità. La giudice aveva infatti recentemente deciso in merito alla revoca dell’ordine di detenzione di alcuni tunisini in un centro in Sicilia.
Sulla questione prettamente politica non c’è molto da dire: chiunque pensi che i magistrati siano imparziali e che non si lascino influenzare dalle loro personalissime opinioni è un povero fesso.
Detto questo, la vicenda sottolinea l’importanza del concetto di privacy come capacità di controllare i propri dati e la propria identità, sia fisica che digitale. La giudice non aveva “nulla da nascondere” partecipando alla manifestazione politica, eppure a distanza di anni quel video, diffuso al pubblico, ha avuto un grande impatto negativo sulla sua persona.
Pensiamo ora al contesto dei social network. Potremmo dire che un social network sia un po’ come una manifestazione politica permanente. Capita a chiunque di esprimere più o meno palesemente le proprie opinioni. Che succederebbe se le autorità iniziassero un’opera di schedatura e dossieraggio su tutto ciò che abbiamo detto e fatto online? Le conseguenze sarebbero disastrose più o meno per chiunque.
Se vuoi approfondire il concetto di privacy, leggi qui:
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Google dice addio alle password
Pare che Google presto inizierà a spingere gli utenti verso un sistema di autenticazione senza password (passwordless) per migliorare la sicurezza1. L’autenticazione senza password utilizzerà i sistemi di identificazione biometrica presenti sui nostri dispositivi per il login nelle varie app di Google, facendo quindi a meno delle password.
Se da un certo punto di vista è indubbiamente comodo, dall’altro potrebbe essere un ulteriore passo in avanti verso una crescente dipendenza nei confronti della Big Tech per utilizzare i nostri account e servizi. Sebbene infatti i dati biometrici siano salvati sul dispositivo, esistono meccanismi di backup in Cloud per mitigare il rischio in caso di perdita di cui difficilmente si potrebbe fare a meno.
Mi piacerebbe conoscere la vostra opinione. Userete questo nuovo metodo di autenticazione o continuerete a preferire le password?
Meme della settimana
Citazione della settimana
Questo cetriolo è amaro? Gettalo! Ci sono rovi nel cammino? Devia! È tutto ciò che occorre. Non dire sull'argomento: "Perché accadono queste cose nel mondo?"
Marco Aurelio
theverge.com/2023/10/10/239109…
Negative Approach Interview
Negative Approach May 12, 2022 at The Paramount
A product produced by Popburn Productions KRK & Ona
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Come collegare il tuo blog WordPress al Fediverso: iniziare con l'installazione e la configurazione di base, provvedere alle diverse opzioni di configurazione e familiarizzare con alcune buone pratiche
We Distribute, è una pubblicazione dedicata al software libero, alle tecnologie di comunicazione decentralizzate e alla sostenibilità. Questa è una pubblicazione di guerriglia sviluppata da Sean Tilley aka @Sean Tilley , sviluppata per trasmettere notizie al Fediverso e ad altre parti della rete libera.
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Questa guida NON UFFICIALE a /kbin ti aiuterà a familiarizzare con questo interessante progetto del Fediverso e a imparare a navigare nella piattaforma
Benvenuti nella guida non ufficiale di /kbin. /kbin è una piattaforma di social media che consente alle persone di creare contenuti di microblogging e contenuti di lunga durata da un unico punto. Vuoi inviare un messaggio veloce ai tuoi follower? Puoi farlo su/kbin. Vuoi condividere un collegamento a una notizia e discuterne in un forum? Puoi farlo su /kbin. Vuoi condividere la tua arte con il mondo? Puoi farlo su /kbin.
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Serino presenta il Calendario dell’Esercito 2024
Capitano Francesco Donnini Vannetti, colonnello Giuseppe Cordero Lanza di Montezemolo, sergente Mario Paolini, caporal maggiore Gino Fruschelli. Sono solo alcuni dei decorati con la medaglia d’oro al valor militare per il loro sacrificio durante la guerra di Liberazione italiana condotta dall’Esercito che compaiono nelle pagine dell’edizione 2024 del calendario dell’Esercito italiano. Dodici mesi dedicati alle esperienze di alcuni, in rappresentanza dei molti, che fedeli al giuramento prestato, continuarono a combattere nelle fila delle ricostituende forze armate italiane. Ufficiali, sottufficiali e soldati, insigniti della medaglia d’oro al valor militare per atti eroici compiuti dopo l’armistizio e che si sono particolarmente distinti anche nel periodo precedente. Alcuni di essi militarono nelle formazioni partigiane nel centro-nord del Paese, facendosi spesso promotori della loro formazione, altri raggiungendo il cosiddetto Regno del Sud, entrando nell’Esercito cobelligerante e contribuendo alla costruzione dei Gruppi di combattimento, le unità che sarebbero poi state alla base dell’Esercito repubblicano.
Il valore della scelta
Come raccontato da capo di Stato maggiore dell’Esercito, generale Pietro Serino: “Quest’anno abbiamo voluto raccontare la storia degli uomini che combatterono a difesa della Patria, e non di una ideologia; quei tanti protagonisti in uniforme della Guerra di Liberazione”. La Forza armata ha infatti selezionato dodici medagliati al valore, tra le migliaia di soldati decorati prima e dopo l’armistizio, nell’intento di raccontare la storia di tutti, e dare il senso “dei valori che caratterizzavano allora, e caratterizzeranno sempre, l’Esercito italiano”. Il generale Serino ha raccontato come la scelta del tema sia dovuta alla volontà di onorare la memoria di chi ha rispettato sempre il giuramento di fedeltà prestato alla Patria: “soldati sempre convinti e consapevoli di quale fosse il loro dovere e quale posizione l’Esercito dovesse assumere”.
Un esempio per l’oggi
Come registrato dal sottosegretario alla Difesa, la senatrice Isabella Rauti, “rievocare e raccontare gli episodi che hanno segnato la storia della nostra Repubblica, vuol dire onorare chi ha combattuto per la Patria; significa ricostruire e tramandare la memoria”. Un impegno che, dal passato, deve caratterizzare anche il nostro presente, ricordando “la grande sensibilità che l’Esercito dimostra ogni giorno nel mantenere vivo questo patrimonio ideale condiviso”. Per Rauti, essere consapevoli della nostra storia, “è indispensabile per comprendere il presente, per disegnare il futuro e per interpretare al meglio il momento che stiamo vivendo”.
La testimonianza
Per “sottolineare il valore della scelta del giuramento prestato nel rimanere fedele allo Stato e quindi alla Patria”, tra i vari nomi di decorati è stato ricordato anche Renato del Din, attraverso un video messaggio della sorella, Paola del Din, entrambi medaglia d’oro al valor militare che lo scorso 22 agosto ha compiuto cento anni. Dopo la morte del fratello alla testa delle prime formazioni delle brigate partigiane Osoppo-Friuli, la professoressa del Din, nome di battaglia “Renata” seguì l’esempio del fratello combattendo con il Comitato di liberazione nazionale, e diventando nota per essere stata la prima donna paracadutista italiana a fare un lancio di guerra, attraversando più volte la linea del fronte per portare messaggi alle brigate partigiane del nord-est.
L'intervista a Max Schrems su Computer World: "Dopo cinque anni di GDPR vediamo ancora come le autorità non stiano facendo bene il loro lavoro"
«dal punto di vista giuridico [il Data Privacy Framework è] un po' problematico, perché in fondo la legge non lo prevede ma la politica lo fa comunque. Ed è per questo che penso che per la terza volta dovremmo parlare un po' anche del tessuto costituzionale dell'UE perché, se l'esecutivo si limita ad approvare sempre la stessa cosa, sperando che la magistratura si stanchi di dirgli qual è la legge È, ciò non è realmente rispettoso dello Stato di diritto. È particolarmente interessante perché i commissari europei tendono a parlare a tutti dello stato di diritto e di quanto sia importante, ma sembra che una volta che si concentrano su questi problemi o una volta che sono sul lato ricevente, non ne sono poi così interessati.»
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Il Demente collettivo
Negli ultimi due decenni è diventato di moda prendersela con l’egemonia americana, parlare derisoriamente dell’eccezionalismo americano, ridicolizzare la funzione autoproclamata dall’America di ‘polizia mondiale’ e aspirare a un mondo multipolare. Bene, congratulazioni: ora quel mondo ce l’abbiamo. Dite voi se è migliore dell’altro”. Sono parole di Noah Smith, da un testo di Substack, citate finalmente anche sul New York Times da un analista, David Leonhardt, di parte liberal. Devono aver intuito, con qualche vent’anni di ritardo, che i neoconservatori non avevano tutti i torti. Il risultato del ripudio della loro dottrina sul nuovo secolo americano, e del leading from behind che ha prevalso sia con Obama sia con Trump, è sotto i nostri occhi: la più cruenta guerra europea dopo la Seconda guerra mondiale, l’aggressività della Cina nell’Indo-Pacifico, il nazionalismo indiano, la drammatica radicalizzazione del conflitto tra Israele e Hamas in linea con Hezbollah e la Teheran dei mullah, con il bel recente fatto delle centinaia di migliaia di morti in Ucraina e di un numero di ammazzati, civili indifesi, giovani che ballavano, vecchi e bambini, e rapiti, che in rapporto alla popolazione israeliana, per tacere del resto e della memoria, è come se il terrorismo islamico a Parigi avesse fatto quattro, cinquemila morti.
Il Demente Collettivo è convinto che la colpa sia degli americani, dei neoliberisti, del capitalismo, della globalizzazione dei mercati, del passato coloniale europeo, dell’imperialismo americano cosiddetto (che non è mai esistito), della guerra in Iraq o in Afghanistan, della risposta all’11 settembre che ora ritorna in forme nuove, e naturalmente del sionismo, dei governi israeliani, dell’occupazione e dell’estremismo parolaio dei sostenitori della colonizzazione in Cisgiordania, la colpa è di tutto e di tutti tranne che dell’occidente che ha rinunciato alla logica unica possibile, quella di riscrivere nel segno della democrazia e della libertà, del nation building contro il dilagare degli stati canaglia, la mappa mondiale. E ci stavamo anche per far fottere la Nato, se non ci avesse pensato Putin, ma a quale costo si sa, a ridarle vita. Gli accordi di Dayton che misero fine al carnaio dei Balcani, l’eliminazione di Saddam e dei talebani, il contenimento a est delle ambizioni neoimperiali della Russia, la resistenza alle ambizioni nucleari del mostruoso regime degli ayatollah, l’isolamento esistenziale della caserma mortifera di Kim Jong Un, la guerra asimmetrica al terrorismo urbano nell’Europa occidentale: le poche cose buone furono fatte come espansione e eco di una stagione di reattività occidentale che abbiamo voluto spegnere nell’ovatta di presunte convenienze di pace, per incrementare la multipolarità ritenuta necessaria in un mondo ora disceso nel caos più completo.
L’Iran ora fa asse con Mosca e la Corea, mentre il retroterra africano del medio oriente, dove l’assadismo è stato premiato dalla resa di Obama e dagli sparacchiamenti ineffettuali del Trumpshow, è in una situazione disperata.
Litighiamo su patti monetari e immigrazione mentre la guerra è letteralmente alle nostre porte in dimensioni mai viste prima, e le quinte colonne del nemico progrediscono a ogni elezione per svuotare la democrazia con le sue stesse armi. Al centro di questo bel capolavoro sta dunque la rinuncia. La rinuncia a isolare e abbattere la quasi cinquantennale teocrazia di Teheran, direttamente implicata nei disegni di destabilizzazione più pericolosi dell’epoca, e noi qui a obiettare sulle mani pulite di Bin Salman, un ceffo regale che esprime comunque un paese che ha contratto da decenni l’ambiguo patto del denaro e delle riserve petrolifere con l’occidente, quello che Lyndon Johnson avrebbe chiamato un figlio di puttana sì, ma il nostro figlio di puttana. Moralismo, antiamericanismo, sussiego vecchia Europa, antisemitismo nella forma dell’antisionismo, odio e boicottaggio per Israele, mitizzazione della sua destra osservante e fanatica, sono le componenti decisive della ritirata, che apre il grande vuoto riempito dalla baldanza della guerra e del terrore, dell’assassinio e del martirio delle democrazie. Finché Ali Khamenei, la sua polizia morale che fa strage di donne e di civiltà, i suoi servizi che tessono la tela fino alla propaggine di Hamas, con l’ausilio dei dollari qatarioti, finché questi saranno al potere, speranza non c’è. Almeno lo si sappia, nel giorno in cui giustamente ci si ritrova per manifestare solidarietà e amore a un popolo che si batte per esistere e che gli aguzzini hanno aggredito con spavalderia e inaudita certezza del successo a cinquant’anni dalla guerra del Kippur.
L'articolo Il Demente collettivo proviene da Fondazione Luigi Einaudi.
Gasdotto colpito in Finlandia. Nei mesi scorsi le manovre della flotta russa
Il presidente finlandese Sauli Niinistö ha denunciato “attività esterne” che sarebbero la causa del danneggiamento del gasdotto sottomarino Balticconnector, chiuso domenica a causa del timore di perdite, e di un cavo di telecomunicazioni che collegano la Finlandia (Paese entrato ufficialmente nella Nato nei mesi scorsi in risposta all’aggressione russa dell’Ucraina) e l’Estonia. Il luogo dell’interruzione è stato identificato, ha spiegato in una nota. Secondo l’operatore finlandese Gasgrid potrebbero volerci mesi o più per la riparazione. Intanto, ad Amsterdam si registra un rialzo del prezzo del gas.
LE INDAGINI
Il punto di perdita del gasdotto Balticconnector tra la Finlandia e l’Estonia si trova nell’area economica della Finlandia, ha spiegato il primo ministro Petteri Orpo. Secondo una prima valutazione, il danno non potrebbe essersi verificato a causa del normale utilizzo del gasdotto o dalle fluttuazioni della pressione, ha aggiunto Orpo. Le autorità finlandesi hanno avviato un’indagine che viene condotta dalla polizia criminale.
IL POSSIBILE SABOTAGGIO
Il calo della pressione “è stato piuttosto rapido, il che indicherebbe che non si tratta di una violazione di lieve entità”, ha spiegato una fonte all’agenzia Reuters. In precedenza anche l’agenzia Bloomberg aveva rilanciato l’indiscrezione di un sabotaggio: “L’indagine su una perdita dal gasdotto sottomarino tra la Finlandia e l’Estonia si svolge presupponendo che si sia trattato di un atto di distruzione deliberato, secondo persone a conoscenza della questione”, aveva scritto.
IL DIALOGO CON LA NATO
“Oggi ho parlato con Jens Stoltenberg, segretario generale della Nato”, ha aggiunto Niinisto. “La Nato è pronta a fornire assistenza nelle indagini”, ha spiegato ancora. “La Nato sta condividendo informazioni ed è pronta a sostenere gli alleati interessati”, ha scritto Stoltenberg su X. I primi sospetti puntano verso la Russia, alla luce dell’avvistamento nel Mar Baltico della nave oceanografica Sibiryakov, considerata in grado di condurre sorveglianza sottomarina, nei mesi scorsi.
Although much is to be determined, in mid-Sep @gapinskimj wrote in our Kaliningrad Military Digest about the Russian Sibiryakov hydrographic survey vessel’s movements near the Balticconnector. We’re not pointing fingers, but it’s highly likely that Russians surveyed the pipe. t.co/SWFfSWiyzu pic.twitter.com/6EyGQqDzL4— Konrad Muzyka – Rochan Consulting (@konrad_muzyka) October 9, 2023
UK Information Commissioner concerned about Snapchat chatbot’s privacy risks
The British Information Commissioner’s Office (ICO) issued a preliminary enforcement notice against Snapchat last Friday (6 October) due to the social platform possibly failing to assess the privacy risks of “My AI”, its artificial intelligence (AI) bot. My AI is...
“Milano Digital Week – Influencer marketing, strategie di sviluppo, tutela di brand e minori”
PRIVACYDAILY
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La privacy? Un concetto obsoleto. Il video di morrolinux su alcune delle più inquietanti vicende che riguardano privacy e BigTech
Il video di @morrolinux è stato pubblicato su YouTube (in attesa di poterlo vedere sul suo canale Peertube)
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Da quest'anno tutela assicurativa a 360 gradi per gli studenti e il personale...
Da quest'anno tutela assicurativa a 360 gradi per gli studenti e il personale scolastico.
Perché la cura del futuro inizia dai banchi di #scuola.
Informati sui siti istituzionali del MIM e del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.
Ministero dell'Istruzione
Da quest'anno tutela assicurativa a 360 gradi per gli studenti e il personale scolastico. Perché la cura del futuro inizia dai banchi di #scuola. Informati sui siti istituzionali del MIM e del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.Telegram
La guida base alle funzioni di Friendica: primi passi, nozioni di base,avvio rapido per nuovi utenti, creazione di post, il BBCode, il calendario eventi e le interazioni
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Signor Amministratore ⁂ likes this.
Come installare Friendica sul Synology: la guida passo passo di Marius Bogdan Lixandru per installare Friendica sul tuo Synology NAS utilizzando Docker & Portainer
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Moderazione del Fediverso: moderazione dei contenuti sui social media distribuiti. Il saggio di Alan Z. Rozenshtein pubblicato l'anno scorso sul Minnesota Legal Studies Research Paper No. 23-19
Riportiamo il sunto della pubblicazione (qui è possibile scaricare la monografia completa) di @Alan Rozenshtein
Gli attuali approcci alla moderazione dei contenuti generalmente presuppongono il continuo predominio dei "giardini recintati": piattaforme di social media che controllano chi può utilizzare i loro servizi e come. Ma una forma emergente di social media decentralizzati – il "Fediverse" – offre un modello alternativo, più simile a come funziona l'e-mail e che evita molte delle insidie della moderazione centralizzata. Questo saggio, che si basa su una letteratura emergente sui social media decentralizzati, cerca di dare una panoramica del Fediverso, dei suoi vantaggi e svantaggi e di come l'azione del governo può influenzare e incoraggiare il suo sviluppo.1. La prima parte descrive il Fediverso e come funziona, iniziando con una descrizione generale dei protocolli aperti rispetto a quelli chiusi e procedendo poi a una descrizione dell'attuale ecosistema Fediverso, concentrandosi sui suoi principali protocolli e applicazioni.
2. La seconda parte esamina la questione specifica della moderazione dei contenuti sul Fediverso, utilizzando Mastodon, un servizio di microblogging simile a Twitter, come caso di studio per delineare i vantaggi e gli svantaggi dell'approccio federato di moderazione dei contenuti rispetto all'attuale modello dominante di piattaforma chiusa.
3. La terza parte considera come i responsabili politici possono incoraggiare il Fediverso, sia attraverso la regolamentazione diretta, l'applicazione delle norme antitrust o gli scudi di responsabilità.
#Fediverso #Mastodon #moderazione #socialmedia #Section230 #interoperabilità
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“Festival del Metaverso”
Domani 10 ottobre alle 12.30 avrò il piacere di intervenire al Festival del Metaverso per discutere di VR, Ai e data protection . Qui tutte le informazioni all’evento www.festivalmetaverso.it
Maronno Winchester reshared this.
È disponibile il nuovo numero della newsletter del Ministero dell’Istruzione e del Merito.
Ministero dell'Istruzione
#NotiziePerLaScuola È disponibile il nuovo numero della newsletter del Ministero dell’Istruzione e del Merito.Telegram
Ministero dell'Istruzione
#NoiSiamoLeScuole la scorsa settimana ha raccontato la Scuola primaria “Enrico Medi” di Macerata, che sarà demolita e ricostruita grazie alla linea di investimento dedicata dal PNRR alla costruzione di 212 Nuove Scuole sicure, inclusive, innovative e…Telegram
Il servizio di streaming DAZN ha impiegato quasi cinque anni per rispondere a una semplice richiesta d'accesso Secondo il GDPR, le aziende hanno un mese di tempo per rispondere alle richieste di accesso. DAZN ha impiegato quasi cinque anni
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“Milano Digital Week – Influencer marketing, strategie di sviluppo, tutela di brand e minori”
Oggi dalle 16.00 parteciperò al convegno organizzato da D DIKE – LUISS HUB – nell’ambito della Milano Digital Week “Influencer marketing strategie di sviluppo e tutela di brand e minori “ per discutete di tutela dei dati personali e minori.Qui tutte le informazioni all’ evento eventbrite.com/e/biglietti-inf…
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Sto provando Bluesky
Sto provando Bluesky.
Ci sono alcuni aspetti che trovo scomodi, rispetto a quello che invece offrono Mastodon e Friendica
A) i post non possono superare le 300 battute;
B) una volta pubblicato, un post non può essere modificato, si può solo cancellare e ripubblicare
C) per leggere un post o "sbirciare" un profilo, bisogna essere per forza loggati
Poliverso & Poliversity reshared this.
Folle e irresponsabile l'attacco di Hamas contro Israele
"Folle e irresponsabile l'attacco di Hamas contro Israele"
Comunicato della Segreteria nazionale ANPIwww.anpi.it
Mentre viene rilasciata la Release Candidate di Friendica 2023.09, in attesa dell'integrazione con il protocollo Bluesky, ricordiamo che sono disponibili codici Bluesky per gli utenti di Poliverso.
Con l'integrazione del protocollo AT di Bluesky, Friendica diventa lo stato dell'arte della connettività tra social decentrati. Gli utenti di Poliverso che desiderassero dei codici di invito per Bluesky possono chiederlo a questo account (devono prima seguirlo) o a quello di @informapirata :privacypride:
Abbiamo appena separato i rami 2023.09-rc dall'attuale ramo di sviluppo di Friendica, ma è già Hacktober! È vero, almeno per l'RC ci atterremo al numero fondamentale.😉Se vuoi aiutare a trovare aspetti irregolari e comportamenti fasulli e, si spera, risolverli prima della prossima versione, controlla il nuovo ramo e segnala i problemi che incontri.
Le modifiche più importanti in questa versione sono:
1. Un nuovo connettore #Bluesky, che ti consente di utilizzare il tuo account Bluesky da Friendica. Effettua il crosspost su quella piattaforma e interagisci con i tuoi contatti Bluesky.
2. Abbiamo rinominato alcune delle nostre funzionalità esistenti nella speranza di renderle più facilmente riconoscibili. I tuoi #gruppi di contatto ora si chiamano #Cerchie e i vecchi forum pubblici/privati ora si chiamano Gruppi pubblici/privati.
3. Una novità sono i #Canali che si integrano nella visione di rete di un utente di Friendica e offrono una visione filtrata sui contenuti postati dai contatti. Ciò include post di contatti con cui hai interagito maggiormente o post che sono diventati più interattivi nelle ultime 24 ore. Abbiamo intenzione di dare agli utenti il controllo della definizione su come appare una definizione di canale.
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@Signor Amministratore @informapirata :privacypride:
grazie ... se ne è rimasto uno, sarei interessato
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Signor Amministratore ⁂ likes this.
Verso un ecosistema di scienza aperta. Il contributo di Bonfire nel realizzare un framework modulare per applicazioni social federate
All'interno di Bonfire, è possibile creare diversi plugin per scopi come la collaborazione nella ricerca, la pubblicazione pre-stampa e la revisione tra pari. Inoltre, un sistema di riconoscimento e verifica chiaro e verificabile potrebbe supportare la creazione di un ecosistema federato di scienza aperta.
Una massiccia adozione di protocolli federati da parte delle istituzioni accademiche aiuterà a potenziare le implementazioni della scienza aperta e a includere le comunità non accademiche nel processo di produzione della conoscenza. Immaginiamo che queste implementazioni vengano realizzate all'aperto, attraverso un processo di co-progettazione che unisce scienziati, ricercatori e attivisti. Questo sforzo collettivo garantirà che le funzionalità sviluppate soddisfino i meticolosi standard degli strumenti accademici sfruttando al tempo stesso l’esperienza utente dei social network. La nostra aspirazione è che ciò possa innescare conversazioni significative e ampliare l’accessibilità delle discussioni scientifiche a un pubblico più ampio, promuovendo una comunità di conoscenza globale vivace, inclusiva e interconnessa.
Qui il post completo pubblicato da @Equipo Nibö :niboe: e Biogarabatos post sul blog di @Bonfire
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Ricerca preliminare sugli utenti per contrastare la disinformazione sui social network. Zappa: un progetto basato su Bonfire
Il progetto Zappa è finanziato da un contributo del fondo Cultura della Solidarietà per sostenere iniziative culturali transfrontaliere di solidarietà in tempi di incertezza e "infodemia". Lo scopo di questa ricerca iniziale sugli utenti era quello di aiutare a guidare lo sviluppo di un'estensione @Bonfire personalizzata per fornire alle comunità uno strumento dedicato per gestire la disinformazione online.
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Gatta Cikova
in reply to The Privacy Post • • •EROE!
@privacypride
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