Salta al contenuto principale



Le campagne di disinformazione a vantaggio delle forze politiche più populiste, si basano già da anni sull’uso dei media digitali. Ora si aggiunge l’intelligenza artificiale (AI) come ulteriore potente strumento. È quanto emerge dal recente studio del Centres for European...


"A 9 euro lordi l'ora ci farei campare Brunetta e Meloni", dichiara il segretario nazionale di Rifondazione Comunista Maurizio Acerbo. "Bisognerebbe riscrive


EmenDare


Saggio che il governo chieda alla propria maggioranza di non presentare un diluvio di emendamenti, ma sarà il governo stesso a dovere fare emenda dell’imprudenza commessa. Le guerre attutiscono i rumori attorno ai bilanci pubblici, ma non riparano squilib

Saggio che il governo chieda alla propria maggioranza di non presentare un diluvio di emendamenti, ma sarà il governo stesso a dovere fare emenda dell’imprudenza commessa. Le guerre attutiscono i rumori attorno ai bilanci pubblici, ma non riparano squilibri che ne provocano la fragilità. Anzi.

Lunedì il governo presenterà alla Commissione europea il Documento programmatico di bilancio (Dpb). In pratica la bozza di legge di bilancio. Quella sia l’occasione per emendare le previsioni fatte nella Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza, subito apparse acrobatiche e in fretta divenute immaginarie. Far quadrare i conti per finta porta male. Il governo, in particolare il ministro dell’Economia, decanta la ‘prudenza’ dei conti abbozzati, ma questa è in relazione alle pretese di altri ministri e della maggioranza, mentre non lo è in relazione alla realtà. Se ci fosse il «significativo allentamento della disciplina di bilancio rispetto agli obiettivi precedenti», paventato da una agenzia di rating (Fitch), il risultato non sarebbe avere più soldi da spendere, ma buttarne di più nel costo del debito pubblico.

Il governo ha ragione nel chiedere che il testo, una volta presentato, non sia saccheggiato dagli emendamenti. Una riforma istituzionale seria e stabilizzatrice sarebbe quella di considerare inemendabile la legge di bilancio: rende credibili i conti, consegna al governo un’arma potente e non espropria il Parlamento delle sue funzioni, semplicemente traduce una bocciatura della legge di bilancio in una bocciatura del governo in carica. Come è del tutto ragionevole che sia. E sarebbe un bene anche per le opposizioni che – anziché essere scatenate nell’assalto alla spesa, deresponsabilizzate del saldo e sospinte verso lo scassamento – sarebbero indotte alla presentazione di leggi di bilancio alternative. Diverse nei contenuti, ma non negli equilibri complessivi.

Epperò tocca al governo e alla maggioranza schiodare quel che serve affinché la crescita della ricchezza non sia irragionevolmente frenata. Se i redditi sono mediamente saliti (nel 2022) del 5% e la capacità di spesa effettiva si è ridotta dell’1,6% è perché l’inflazione ha mangiato gli aumenti, mentre il lievitare dei prezzi erode la capacità di risparmio. Non serve a nulla lamentarsi per i tassi d’interesse, se non ci si accorge che il contemporaneo salire dei profitti d’impresa segnala difetti strutturali nella concorrenza. Qui siamo ancora fermi a evitare che ci sia sulle spiagge, mentre i taxi sono oramai una barzelletta.

Neanche serve dire (giustamente) che la leva demografica rende ardita ogni riforma non restrittiva delle pensioni (in realtà basta la Fornero, come il governo ora ammette, sebbene con un linguaggio non comprensibile a quelli cui promise di incenerirla), salvo poi continuare a giocherellare con le ‘quote’. 103 l’ultima moda. Mentre pensare di ‘limare’ le pensioni più alte è illegittimo laddove si pensi all’adeguamento asimmetrico all’inflazione ed è irragionevole se si colpiscono pensioni basate sui contributi versati, favorendo quelle senza contributi versati a sufficienza.

Infine, come ha giustamente detto il ministro Giorgetti: non si tema il confronto con la Commissione europea, si temano i mercati. Le imprudenze si pagano subito e in contanti, non con le procedure d’infrazione. L’ambito europeo, come si è ampiamente dimostrato, è una condizione protettiva, non ostativa. E, a tal proposito, quanto ancora deve durare la commedia orrida del Meccanismo europeo di stabilità? Non chiuderla facendo quel che tutti sanno dovere essere fatto – ovvero ratificare la riforma (perché il Mes c’è di già, non lo si introduce) – significa mostrare dei governanti che hanno paura di sé stessi e di quel che dissero. E no, non rende né più credibili né più forti.

Riforme e lavoro sodo sull’uso dei fondi europei. Questo è l’interesse dell’Italia. Governare non significa ‘dare’, nel senso di distribuire bonus o favori. Questo, semmai, è da emendare.

La Ragione

L'articolo EmenDare proviene da Fondazione Luigi Einaudi.



#NoiSiamoLeScuole questa settimana racconta l’Istituto alberghiero e agrario Turi di Matera, che sarà una delle 212 nuove scuole costruite grazie al PNRR.


Oggi al 38° Convegno di Capri dei Giovani Imprenditori Confindustria, interviene il Ministro Giuseppe Valditara.

Potete seguire il suo intervento dalle ore 16.20 su ▶️ https://giovanimprenditori.



GAZA/ISRAELE. Giorno 5: A Gaza sotto le bombe si spegne anche la centrale elettrica


La Striscia di Gaza è rimasta senza elettricità. Dozzine di droni e razzi lanciati dal Libano verso Israele L'articolo GAZA/ISRAELE. Giorno 5: A Gaza sotto le bombe si spegne anche la centrale elettrica proviene da Pagine Esteri. https://pagineesteri.it

Twitter WhatsAppFacebook LinkedInEmailPrint

AGGIORNAMENTO ORE 19.30


Per un falso allarme scattato contemporaneamente in decine di località israeliane era stata data comunicazione, come da cartina, di un massiccio attacco con droni e razzi dal Libano. I sistemi di sorveglianza israeliani avevano rilevato dozzine di droni e razzi lanciati dal Libano verso Israele e 15-20 parapendisti. Il tutto, hanno dichiarato le autorità israeliane, per colpa di un problema con i sistemi di rilevamento. 9760826

AGGIORNAMENTO ORE 17


Sarebbero stati coloni israeliani a colpire i tre palestinesi uccisi a colpi d’arma da fuoco nel villaggio di Qusra i Cisgiordania. Lo riferisce il ministro della sanità dell’Anp. Un video dell’incidente mostra uomini mascherati che sparano nel villaggio.

AGGIORNAMENTO ORE 16.15


Secondo una fonte interna al partito Likud di Netanyahu, è stato raggiunto un accordo tra il primo ministro Benjamin Netanyahu e il leader del partito di Unità Nazionale, Benny Gantz, sulla formazione di un governo di emergenza.

Di fatto è un governo per la guerra a Gaza. È stato concordato che Netanyahu, il ministro della Difesa Gallant e Gantz faranno parte di un gabinetto di guerra. Gadi Eizenkot, membro del partito di Gantz ed ex capo di stato maggiore, e il ministro degli Affari strategici Ron Dermer fungeranno da osservatori. Il partito di Gantz avrà cinque ministri nel governo senza portafoglio.

AGGIORNAMENTO ORE 15.47


Finito il carburante, si è spenta l’unica centrale elettrica di Gaza.

Raggiunto un accordo sul governo di unità nazionale in Israele. I media israeliani informano che il primo ministro Benjamin Netanyahu e il leader del partito di unità nazionale, Benny Gantz hanno trovato un’intesa.

Tre palestinesi sono stati uccisi nella Cisgiordania occupata, a sud di Nablus.

AGGIORNAMENTO ORE 12.50


L’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (UNRWA) ha riferito che nove membri del suo staff sono stati uccisi in attacchi aerei israeliani di rappresaglia su Gaza a partire da sabato.

Secondol”UNRWA gli attacchi hanno ucciso il personale delle Nazioni Unite mentre si trovava nelle proprie case. 18 scuole dell’UNRWA, trasformate in rifugi, sono state danneggiate dai bombardamenti, così come il quartier generale dell’Agenzia, a Gaza City.

L’esercito israeliano ha fatto sapere di non avere informazioni che confermino la storia, diffusa ampiamente nel mondo e sulle prime pagine di alcuni dei principali quotidiani italiani, secondo cui Hamas avrebbe decapitato decine di bambini israeliani. A svelarlo l‘agenzia di stampa turca ANADOLU, che ha chiesto all’esercito di confermare ciò che era stato detto sul canale televisivo israeliano i24NEWS. La portavoce dell’esercito ha risposto “Abbiamo visto la notizia ma non abbiamo alcun dettaglio o conferma su questa storia“. Hamas e le brigate al-Qassam, in un comunicato avevano smentito categoricamente la notizia, accusando la stampa occidentale di fare disinformazione.


AGGIORNAMENTO ORE 11.50


Sale a 1.055 il numero dei morti palestinesi per i bombardamenti sulla Striscia di Gaza.

Israele ha richiamato 300.000 riservisti.


Pagine Esteri, 11 ottobre 2023. Si continuano a recuperare corpi, in Israele e il bilancio delle vittime dell’attacco improvviso di Hamas, sabato 7 ottobre, è salito a 1.200 persone. Parenti e amici di coloro che risultano attualmente dispersi, attendono di sapere se i propri cari sono stati uccisi oppure sono a Gaza come ostaggi. In una struttura militare sono stati allineati decine di corpi, per permetterne l’identificazione. L’esercito israeliano, che ha ammassato centinaia di migliaia di truppe al confine con Gaza, è pronto a lanciare un’offensiva di terra.


→ GLI EVENTI DEL QUARTO GIORNO


Non si sono mai fermati i bombardamenti israeliani sulla Striscia di Gaza e continuano anche oggi, per il quinto giorno consecutivo. Sono stati uccisi 950 palestinesi tra cui almeno 260 bambini. Interi quartieri sono stati rasi al suolo, colpiti campi profughi e mercati, scuole, università, ospedali, moschee e ambulanze. Sono almeno 6 i giornalisti uccisi. La situazione umanitaria è catastrofica: Israele ha ordinato l’assedio totale della Striscia e non possono entrare aiuti umanitari, farmaci, acqua. L’unico possibile passaggio per i cittadini di Gaza, il valico di Rafah al confine con l’Egitto, è stato prima chiuso e smantellato dall’Egitto stesso, per “ragioni di sicurezza”, poi bombardato dall’aeronautica israeliana, mentre centinaia di palestinesi erano in attesa, nel tentativo di lasciare Gaza. Anche il porto è stato bombardato, non ci sono vie di fuga. La centrale elettrica interna alla Striscia, secondo il presidente dell’Autorità energetica palestinese Thafer Melhem, potrebbe spegnersi completamente entro 10-12 ore, a causa dell’embargo di carburante e lasciare così 2 milioni e 300mila persone completamente al buio e senza elettricità.


SCARICA IL DOSSIER → PALESTINA-ISRAELE. LE RAGIONI DEL CONFLITTO


Sono rimasti inascoltati gli appelli dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, dell’ONU e delle ONG per aprire un corridoio umanitario che porti a Gaza medicine, alimenti e acqua.

Hamas ieri ha continuato a sparare razzi su Israele, colpendo soprattutto Ashqelon, a sud di Israele, senza fare vittime.

Leggeri scambi di fuoco, tra Israele e Hezbollah in Libano si sono registrati ieri, dopo l’uccisione da parte di Israele di 4 membri del partito libanese. In serata un razzo partito dalla Siria è finito in un’area nel Golan, la zona occupata da Israele nel 1967, senza fare danni.

Nella Cisgiordania occupata si sono tenute manifestazioni a sostegno della popolazione palestinese di Gaza. Al momento sono 23 i palestinesi, soprattutto giovani, uccisi in Cisgiordania da Israele. Secondo The Times of Israel, il Ministro israeliano della sicurezza nazionale, Itamar Ben Gvir, sta acquistando 10.000 pistole da distribuire ai coloni e agli israeliani residenti nelle città abitate anche da cittadini arabi.

L’Unione Europea ha deciso ieri, a maggioranza dei leader dei Paesi che ne fanno parte, di non sospendere gli aiuti economici ai palestinesi. Al contrario, dopo l’Austria, anche la Svezia e la Danimarca hanno deciso di sospendere gli aiuti.


LEGGI → ISRAELE-GAZA: IL MONDO SI DIVIDE


Gli Stati Uniti hanno inviato una potentissima portaerei in supporto a Israele che era già la potenza armata più temibile dell’area. Un primo carico di munizioni USA sarebbe già stato consegnato.

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha commentato negativamente l’invio, da parte degli Stati Uniti, della portaerei che dovrà rimanere nella regione a sostegno di Israele, dichiarando che non potrà far altro che portare altra violenza e altre stragi.

Twitter WhatsAppFacebook LinkedInEmailPrint

L'articolo GAZA/ISRAELE. Giorno 5: A Gaza sotto le bombe si spegne anche la centrale elettrica proviene da Pagine Esteri.



Parigi, Berlino e Londra: vietato manifestare per la Palestina


I governi di Francia, Germania e Regno Unito vietano le manifestazioni per la Palestina e annunciano un giro di vite contro le associazioni solidali. Scontri e arresti a Parigi L'articolo Parigi, Berlino e Londra: vietato manifestare per la Palestina pro

Twitter WhatsAppFacebook LinkedInEmailPrint

di Marco Santopadre

Pagine Esteri, 13 ottobre 2023 – Manifestare a sostegno dei diritti del popolo palestinese sta incredibilmente diventando un atto che in alcuni paesi europei può essere considerato addirittura un reato.
I governi di Francia, Germania e Regno Unito, in particolare, hanno varato in queste ore delle misure dirette a impedire le manifestazioni pubbliche di solidarietà con la causa palestinese e a colpire addirittura la libera espressione di opinioni critiche nei confronti di Israele.

Scontri a Parigi, vietata ogni manifestazione per la Palestina
La Francia è il paese che ha imposto finora il divieto più draconiano. Il ministro dell’Interno francese Gérald Darmanin, ha proibito ogni genere di manifestazione contro l’assedio e i bombardamenti israeliani che, mentre scriviamo, hanno già causato la morte di 1600 persone nella Striscia di Gaza. Darmanin ha comunicato la misura ai prefetti di tutto il Paese attraverso un telegramma, nel quale sono contenute le “rigide consegne” da applicare.

Le associazioni di solidarietà, i partiti di sinistra e le comunità palestinesi e arabe hanno però deciso di infrangere il divieto e scendere comunque in piazza. A Parigi ieri alcune migliaia di persone si sono radunate in Place de la République sfidando il divieto ma sono state attaccate dalle forze dell’ordine in tenuta antisommossa che hanno tentato, senza successo, di disperdere i presenti usando manganelli, cannoni ad acqua e gas lacrimogeni. Nella capitale francese la polizia ha effettuato dieci fermi. Manifestazioni più piccole si sono tenute ieri anche a Tolosa, Nimes, Bordeaux, Nantes e altre località.
Già lunedì scorso gli agenti avevano caricato e disperso circa 150 persone che si erano radunate in piazza a Lione per protestare contro l’occupazione della Palestina.

Il governo francese non sembra volersi limitare a impedire le manifestazioni pacifiche, violando uno dei principi basilari della sua stessa costituzione. Darmanin ha annunciato infatti che il Nuovo Partito Anticapitalista (NPA), una formazione di sinistra radicale, è oggetto di un’indagine in quanto accusato di “favoreggiamento del terrorismo” a causa di una dichiarazione diffusa dalla sua segreteria in cui si esprime solidarietà alla resistenza palestinese. Anche la France Insoumise, il principale movimento d’opposizione di sinistra del paese, è oggetto di un tentativo di linciaggio politico e mediatico perché i suoi principali esponenti, pur condannando l’azione di Hamas e l’uccisione di numerosi civili israeliani, si rifiutano di definire “terroristica” l’organizzazione palestinese.
Inoltre il Ministero degli Interni ha annunciato l’apertura di un iter che dovrebbe portare allo scioglimento e alla chiusura di alcune associazioni e organizzazioni che accusa di apologia dell’antisemitismo o del terrorismo, citando in particolare la sigla “Palestine Vaincrà”, legato alla sinistra palestinese, già oggetto di provvedimenti persecutori negli anni scorsi.
Come se non bastasse il ministro ha affermato che i cittadini stranieri autori di eventuali reati legati alla propaganda filopalestinese «devono vedersi sistematicamente revocato il permesso di soggiorno ed essere espulsi».

youtube.com/embed/XuF7jnvS9CE?…

La Germania contro Hamas, ma non solo
Apparentemente, il governo tedesco – formato da socialdemocratici, verdi e liberali – sembra per ora voler proibire esclusivamente le manifestazioni affini al movimento islamista palestinese Hamas, ma l’applicazione di questa misura viene già applicata in maniera relativamente indiscriminata.
La polizia di Berlino ha infatti già vietato due manifestazioni previste mercoledì a sostegno dei diritti del popolo palestinese nella capitale perché «avrebbero rappresentato una minaccia per la sicurezza e l’ordine pubblico».
Comunque mercoledì a Berlino sono scese in piazza alcune migliaia di persone contro la quale si è scagliata la polizia mobilitata in forze, che ha realizzato 140 fermi e ha denunciato 13 persone per diversi reati. I manifestanti si sono radunati soprattutto nel quartiere di Neukoelln che, insieme a quello di Kreuzberg, ospita una notevole comunità araba e turca.

Anche in Germania, come in Francia, l’esecutivo intende sciogliere alcune associazioni e organizzazioni propalestinesi. Lo stesso cancelliere Olaf Scholz, nel corso di un intervento al Bundestag, ha annunciato l’intenzione di sciogliere l’associazione Samidoun, accusata di aver festeggiato a Berlino l’attacco di Hamas contro Israele. In realtà la “rete di solidarietà con i prigionieri palestinesi” Samidoun è stata fondata nel 2011 da alcuni membri del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina (FPLP), un partito della sinistra marxista palestinese che è inserito nelle liste nere dell’Unione Europea ma le cui attività finora non erano state bandite in Germania.
Scholz ha aggiunto che chiunque bruci le bandiere di Israele commette un reato e verrà punito.

Kissinger: la Germania ha sbagliato ad accettare troppi immigrati
Sulla vicenda interviene dagli Stati Uniti l’ex segretario di stato americano Henry Kissinger, che in un’intervista concessa all’emittente televisiva “Welt Tv”, commentando le manifestazioni filopalestinesi verificatesi nei giorni scorsi in numerose grandi città europee, ha affermato che la Germania ha compiuto un «grave errore» accogliendo per anni un numero eccessivo di migranti appartenenti a «culture, fedi religiose e idee» troppo diverse rispetto a quelle del paese e dell’UE nel suo complesso. La «accoglienza eccessiva», ha affermato il centenario ex segretario di Stato, nato in Germania ma fuggito negli USA nel 1938 per sottrarsi al nazismo, a sua avviso «ha creato un gruppo di pressione in ogni Paese” che ha praticato per anni politiche migratorie poco caute.

Anche in Austria, la polizia di Vienna ha vietato una manifestazione pro-palestinese, motivando la decisione con lo slogan “Dal fiume al mare” usato per pubblicizzare la protesta, ritenuto un appello alla violenza. «Fondamentalmente è questo: “Dal fiume al mare, la Palestina sarà libera”, uno slogan dell’Olp adottato da Hamas» ha spiegato il capo della polizia della capitale austriaca, Gerhard Puerstl.

Londra: anche sventolare la bandiera palestinese potrebbe essere vietato
Anche il governo conservatore del Regno Unito ha impresso un giro di vite alla libertà di espressione e manifestazione. Nei giorni scorsi si sono già svolte alcune manifestazioni a favore della Palestina sia a Londra sia in altre città ma il ministro dell’Interno Suella Braverman ha esortato la polizia ad essere inflessibile nei confronti di comportamenti e slogan ritenuti inaccettabili e a valutare se sventolare la bandiera palestinese possa essere considerato un reato assimilabile all’esaltazione del terrorismo.

Braverman ha inviato una lettera ai capi della polizia britannica per sottolineare che «non sono solo i simboli e i canti espliciti pro-Hamas a destare preoccupazione», ed ha invitato le forze di sicurezza a valutare se i canti o i simboli esposti possano essere intesi come «espressione di un atteggiamento violento». Quattro persone sono già state arrestate nel corso di una manifestazione organizzata a Manchester. – Pagine Esteri

Twitter WhatsAppFacebook LinkedInEmailPrint

L'articolo Parigi, Berlino e Londra: vietato manifestare per la Palestina proviene da Pagine Esteri.



Quali scenari per la Nato? Il futuro transatlantico ai Security and defence days


In uno scenario internazionale in continuo mutamento è fondamentale riflettere sul ruolo attuale e futuro della Nato, sulla postura dell’Unione europea, e in modo più ampio, comprendere lo stato delle relazioni transatlantiche. Analogamente, è essenziale

In uno scenario internazionale in continuo mutamento è fondamentale riflettere sul ruolo attuale e futuro della Nato, sulla postura dell’Unione europea, e in modo più ampio, comprendere lo stato delle relazioni transatlantiche. Analogamente, è essenziale analizzare le sfide che attendono l’Alleanza e l’Unione, dalle minacce ibride a quelle convenzionali.

Di questi temi si occuperà la terza edizione dei Security and defence days, iniziativa della Fondazione De Gasperi, organizzata con il Wilfried Martens Centre for European Studies, in collaborazione con la Nato Public diplomacy division e Regione Lombardia che si svolgerà il 17 e 18 ottobre 2023 a Roma.

L’evento, parte del progetto Defense and security days: Nato in an evolving global strategic scenario, riunirà decisori europei e italiani, esperti, professionisti, rappresentanti di istituzioni internazionali e stakeholder privati.

Il primo panel, moderato dal direttore di Formiche e Airpress, Flavia Giacobbe, si occuperà di chiarire le prospettive strategiche della Nato dopo il vertice di Vilnius trattando fianco est, fianco sud e quadro geostrategico globale. Per approfondire le decisioni prese dall’Alleanza atlantica al vertice di Vilnius interverranno il Presidente della commissione politiche dell’Unione europea del Senato, l’ambasciatore e senatore Giulio Terzi di Sant’Agata; il senatore Marco Dreosto, membro della commissione Affari esteri e Difesa e l’Head engagement section della Nato public diplomacy division, il dottor Nicola de Santis.

Durante il secondo panel, il Rappresentante permanente d’Italia presso la Nato, l’ambasciatore Marco Peronaci; il Senior advisor del segretario generale della Difesa direzione nazionale armamenti, il contrammiraglio Pietro Alighieri; il Presidente di Fincantieri, il Generale Claudio Graziano e il ceo di Fastweb, il dottor Walter Renna, tratteranno il tema delle minacce convenzionali e ibride e il ruolo dell’industria italiana ed europea.

Durante il secondo giorno dell’evento, il tema postura dell’Unione europea nello scenario globale verrà trattato dal panel moderato dal responsabile Desk geopolitca della Fondazione De Gasperi, il dottore Mattia Caniglia. Prenderanno parte alla discussione la giornalista del Sole 24, la dottoressa Sissi Bellomo; il Capo III reparto – politica militare dello Stato maggiore della Difesa, l’ammiraglio Gianfranco Annunziata e il vice presidente di ELT Group, l’ingegnere Sergio Jesi.

Inoltre, il Presidente del consiglio accademico del Wilfried Martens Centre for European Studies, già Segretario Generale del Parlamento Europeo, il dottor Klaus Welle, parlerà della complementarità tra Nato e Eu e delle sfide e prospettive comuni.

L’evento si concluderà con l’intervento del ministro degli Affari esteri, l’onorevole Antonio Tajani.


formiche.net/2023/10/nato-futu…



Conferenza stampa: Carriere, una firma per separarle


Giuseppe Benedetto, President Fondazione Luigi Einaudi Francesco Petrelli, President Unione Camere Penali Enrico Costa, Azione Roberto Giachetti, Italia Viva Simonetta Matone, Lega Stefano Maullu, Fratelli d’Italia Beniamino Migliucci, President Fondazion

Giuseppe Benedetto, President Fondazione Luigi Einaudi
Francesco Petrelli, President Unione Camere Penali
Enrico Costa, Azione
Roberto Giachetti, Italia Viva
Simonetta Matone, Lega
Stefano Maullu, Fratelli d’Italia
Beniamino Migliucci, President Fondazione Unione delle Camere Penali
Raffaele Nevi, Forza Italia

Modera
Andrea Cangini, Segretario generale FLE

L'articolo Conferenza stampa: Carriere, una firma per separarle proviene da Fondazione Luigi Einaudi.



Missione compiuta. Il CNEL composto da una maggioranza di componenti indicati dal centrodestra boccia, in nome e per conto del governo, l’introduzione d

Marino Bruschini reshared this.



CINA: ANCHE LA MINORANZA MONGOLA NEL MIRINO DELL’OFFENSIVA CULTURALE


CINA: ANCHE LA MINORANZA MONGOLA NEL MIRINO DELL’OFFENSIVA CULTURALE minoranza mongola
Dopo Tibet e Xinjiang, Pechino abbatte il suo pugno duro sulla Regione, tra imposizioni linguistiche e dissenso popolare. La nostra analisi in collaborazione con Gariwo Onlus

L'articolo CINA: ANCHE LA MINORANZA MONGOLA NEL MIRINO DELL’OFFENSIVA CULTURALE proviene da China Files.



In Cina e Asia – Inviato cinese per il Medio Oriente a Israele: "La Cina è dalla parte della pace”


In Cina e Asia – Inviato cinese per il Medio Oriente a Israele: israele
I titoli di oggi: Xi visita azienda produttrice di elicotteri militari La Corea del Sud accusa Pechino di aver rimpatriato centinaia di nordcoreani Cina, i giovani riducono le loro loro aspettative di lavoro La Cina è diventata uno dei principali fornitori di armamenti della Serbia Golden Week 2023: su Alipay i cinesi all’estero hanno speso di più rispetto al 2019 ...

L'articolo In Cina e Asia – Inviato cinese per il Medio Oriente a Israele: “La Cina è dalla parte della pace” proviene da China Files.



N. 183/2023 LE TRE NEWS DI OGGI: Alcuni genitori di religione ebraica hanno ricevuto dalle scuole l’ordine di cancellare i social media dai telefoni dei loro figli in seguito alla guerra tra Israele e Gaza.Una delle preoccupazioni principali riguarda la condivisione di possibili video di ostaggi che, a detta dei genitori, potrebbero causare ansia.Gli avvertimenti...


LIVE. GAZA/ISRAELE. Giorno 7. Israele intima a 1 milione di palestinesi di lasciare il nord di Gaza. Oggi “Giorno di Rabbia”


La scorsa notte, comunica il ministero della sanità, a Gaza 120 palestinesi sono stati uccisi dagli attacchi aerei. Oggi in Cisgiordania e a Gerusalemme Est si attendono proteste contro l'offensiva israeliana. L'articolo LIVE. GAZA/ISRAELE. Giorno 7. Isr

Twitter WhatsAppFacebook LinkedInEmailPrint

della redazione

Pagine Esteri, 13 ottobre 2023L’esercito israeliano ha intimato a oltre un milione di palestinesi di lasciare entro 24 ore le loro case nel nord della Striscia di Gaza e di dirigersi subito verso sud. Il portavoce delle Nazioni Unite, Stéphane Dujarric, avverte che una simile decisione avrà conseguenze umanitarie devastanti. “L’Onu esorta ad annullare qualsiasi decisione di questo tipo – ha detto Dujarric – per evitare di trasformare ciò che è già una tragedia in una situazione catastrofica”. L’ultimatum riguarda anche il personale Onu, incluso quello che lavora nelle scuole e nella sanità. Israele ha replicato criticando duramente le Nazioni Unite.

Questa mossa dei comandi militari israeliani rappresenta con ogni probabilità un passo ulteriore verso l’inizio dell’offensiva di terra che, come ha affermato ieri il capo di stato maggiore Herzi Halevi, è finalizzata a cambiare la faccia di Gaza e a rimuovere dal potere Hamas responsabile dell’uccisione sabato scorso di circa 1400 israeliani e del ferimento di altre migliaia.

Nel frattempo va avanti l’offensiva aerea. L’aviazione dello Stato ebraico, ha sganciato in sei giorni 6000 bombe su Gaza. Su obiettivi di Hamas affermano i conandanti militari israeliani. I palestinesi invece parlano di “attacchi indiscriminati” in un territorio che peraltro è piccolo e densamente popolato. Soltanto la scorsa notte, comunica il ministero della sanità di Gaza, i raid aerei hanno ucciso 120 persone e ferito altre centinaia. In totale i palestinesi morti da sabato scorso sono 1600 tra i quali, aggiunge il ministero, ci sono circa 500 minori e 276 donne. A Gaza inoltre manca l’elettricità e scarseggia l’acqua potabile. Gli ospedali sono al collasso di fronte a oltre 6mila feriti.

Da parte sua il governo israeliano ribadisce che i miliziani di Hamas sabato scorso hanno commesso atrocità contro gli abitanti delle località intorno a Gaza che, denuncia, non hanno risparmiato neppure i bambini.

La tensione intanto è sempre più alta anche a Gerusalemme Est e in Cisgiordania dove oggi è stato proclamato un Giorno di Rabbia per l’attacco militare israeliano a Gaza. La scorsa notte una donna palestinese è stata uccisa e il figlio ferito da soldati israeliani che hanno aperto il fuoco contro la sua auto all’ingresso del villaggio di Silwad (Ramallah). Pagine Esteri

Twitter WhatsAppFacebook LinkedInEmailPrint

L'articolo LIVE. GAZA/ISRAELE. Giorno 7. Israele intima a 1 milione di palestinesi di lasciare il nord di Gaza. Oggi “Giorno di Rabbia” proviene da Pagine Esteri.



Troppa frammentazione per la Difesa europea. Il punto di Folgiero


La frammentazione europea per quanto riguarda i budget della difesa disperde le risorse e mette a rischio le aziende del settore. A dirlo è stato l’amministratore delegato di Fincantieri, Pierroberto Folgiero, a margine della terza edizione della Conferen

La frammentazione europea per quanto riguarda i budget della difesa disperde le risorse e mette a rischio le aziende del settore. A dirlo è stato l’amministratore delegato di Fincantieri, Pierroberto Folgiero, a margine della terza edizione della Conferenza Europea sulla difesa e la sicurezza, tenutasi a Bruxelles, dove ha richiamato i principali gruppi industriali della difesa del Vecchio continente. “In Europa – ha detto Folgiero – l’industria militare è retta da singoli Stati membri, ognuno con il proprio budget nazionale”, un quadro che non facilita né gli investimenti, né la programmazione di progetti comuni. “È fondamentale promuovere la collaborazione all’interno del comparto, per cui abbiamo anche degli strumenti a disposizione, come la bussola strategica dell’Ue”.

Gli strumenti Ue

Come registrato dall’amministratore delegato, l’Unione europea ha già messo in campo alcuni strumenti, come il Fondo europeo della Difesa, impegni di cui l’Ue deve farsi sempre più carico. “L’Ue ha il compito di fare la sua attraverso politiche volte a favorire la cooperazione e la competitività”. Come ricordato ancora da Folgiero, l’Ue sta attualmente elaborando una strategia per consolidare il settore. Un programma che include il fondo per il rafforzamento del procurement congiunto, l’Edirpa, e il piano di investimenti nella difesa imminente dell’European defence improvement programme (Edip), “strumenti che mirano a promuovere una maggiore cooperazione tra le aziende degli Stati membri”

Un budget unico

Sul tema, del resto, è intervenuto anche commissario Ue al Mercato interno, Thierry Breton, che intervenendo all’European Defence and security conference ha proposto di collegare insieme gli otto miliardi del Fondo europeo per la Difesa con i trecento milioni messi a disposizione dall’Edirpa (iniziativa per il procurement congiunto), e i cinquecento milioni dell’Asap (programma per finanziare il rinfoltimento degli arsenali ridotti dall’invio di aiuti all’Ucraina). “Ci serve un programma che cristallizzi l’ambizione europea, che diventi un precursore di un reale programma industriale per la difesa all’interno del prossimo framework finanziario multi-annuale del budget Ue” ha osservato Breton, aggiungendo come “il nostro obiettivo è chiaro, dobbiamo sostenere e allargare l’Asap e l’Edirpa, dobbiamo evitare uno shut down della difesa nel 2025 e costruire un ponte verso il prossimo budget Ue”. E per fare questo, ha sottolineato Breton, ci sarà bisogno del supporto dell’industria europea.

L’impegno dell’industria

Sul tema del necessario supporto delle aziende, ciascuna “con le proprie priorità e resistenze” allo sforzo europeo di sostruzione di una sua dimensione della Difesa è intervenuto anche Folgiero, riconoscendo come la sfida stia “nel garantire che l’approccio dall’alto verso il basso, che promuove la collaborazione, si traduca in un impegno effettivo da parte delle aziende”. Per fare questo, è però necessario che l’Ue metta a disposizione le sue realtà, come l’Agenzia per la Difesa europea (Eda) e l’Organizzazione congiunta per la cooperazione in materia di armamenti (Occar) “per garantire che gli interessi comuni si traducano in azioni concrete”.

La realtà di Fincantieri

In questo senso, un’esperienza come quella di Fincantieri, che già partecipa a diversi programmi congiunti europei, come dimostrato dalla joint venture Naviris insieme alla francese Naval Group, per la costruzione di fregate di prossima generazione, attraverso programmi come Horizon e Fremm, o con la Germania per la costruzione di sottomarini, possono essere una preziosa piattaforma di partenza per future collaborazioni industriali europee. Nel dettaglio, per esempio, la joint venture con Naval Group “vede come prioritari i temi della ricerca e sviluppo, puntando a sinergie significative anche in termini industriali”, priorità che hanno il fine di “promuovere un’industria della difesa europea più integrata, contribuendo all’allineamento dei requisiti e alla cooperazione industriale”.


formiche.net/2023/10/troppa-fr…



L’antisionismo come abito buono dell’antisemitismo


Pur se in un culmine di orrore e di violenza senza precedenti, sulla questione arabo-israeliana i discorsi sono sempre gli stessi. Discorsi spesso ipocriti, immancabilmente prevedibili. È l’eterno ritorno del sempre uguale, per dirla con Nietzsche. Puo, p

Pur se in un culmine di orrore e di violenza senza precedenti, sulla questione arabo-israeliana i discorsi sono sempre gli stessi. Discorsi spesso ipocriti, immancabilmente prevedibili. È l’eterno ritorno del sempre uguale, per dirla con Nietzsche. Puo, pertanto, avere una qualche utilità rileggere oggi un estratto del breve discorso che pronunciai nell’aula del Senato il 20 maggio del 2021 in occasione dell’informativa dell’allora ministro degli Esteri Luigi di Maio sulla sicurezza nel Mediterraneo.

Il popolo curdo rispetto alla Turchia, gli armeni del Nagorno-Karabakh rispetto all’Azerbaigian e, di fatto, alla Turchia, le minoranze uiguri, tibetana e mongola, oltre ai cittadini di Hong Kong, rispetto alla Cina, la minoranza Harratin in Algeria, Marocco e Mauritania, il popolo Sahrawi in Marocco, le popolazioni dell’Abkhazia e dell’Ossezia in Georgia e rispetto alla Russia, i Tamil nello Sri Lanka, la popolazione del Karen in Birmania…

Potrei andare avanti a lungo, etnia per etnia, lingua per lingua, religione per religione, nell’elencare i popoli che si trovano oggi senza uno Stato, o i popoli che uno Stato lo hanno ma sono oppressi da un regime autoritario. E a questo triste e sterminato elenco potrei, anzi, dovrei aggiungere i cristiani. I cristiani perseguitati in Nigeria, in Congo, in Mozambico, in Camerun, in Burkina Faso, in Corea del Nord, in Somalia, in Pakistan, nelle isole Molucche… Ogni giorno, nel mondo, vengono uccisi dai 13 ai 18 cristiani e vengono uccisi in quanto cristiani.

Eppure, le élite occidentali non sembrano occuparsene. Non vedo manifestazioni di piazza o raccolte di firme, non leggo vibranti editoriali, non assisto a ripetute e ferme prese di posizione da parte di leader politici, intellettuali, artisti, cantanti, attori, organismi internazionali e associazioni per i diritti umani in difesa dei cristiani perseguitati, o dei curdi, o degli armeni, o degli uiguri e via elencando.

Reazioni del genere le vedo solo in un caso: il caso del popolo palestinese rispetto allo Stato di Israele, di cui Hamas nega il diritto di esistere. Il mainstream occidentale parteggia per i palestinesi, non c’è dubbio. E allora, se le cose hanno un senso, le possibilità sono due. Due sole: una particolare affinità delle élite occidentali e dei maitre à penser nei confronti del popolo palestinese, o una loro particolare avversità nei confronti dello Stato di Israele.

Sbaglierò, ma non percepisco reali affinità. Il problema, dunque, è lo Stato di Israele in quanto tale. Ma cos’è che distingue lo Stato di Israele da tutti gli altri? Cosa distingue Israele da, poniamo, la Cina? Facile: la sua natura ebraica. Sarebbe intellettualmente onesto, allora, ammettere una volta per tutte, anche di fronte a noi stessi, che, non in tutti, ma nella maggior parte dei casi l’antisionismo è solo l’abito buono dell’antisemitismo.

Formiche.net

L'articolo L’antisionismo come abito buono dell’antisemitismo proviene da Fondazione Luigi Einaudi.



Chat Control 2.0: EU governments set to approve the end of private messaging and secure encryption


By making a minor concession EU governments hope to find a majority next week to approve the controversial „chat control“ bill. According to the proposed … https://www.euractiv.com/section/law-enforcement/news/child-sexual-abuse-material-spanish-presiden

By making a minor concession EU governments hope to find a majority next week to approve the controversial „chat control“ bill. According to the proposed child sexual abuse regulation (CSAR), providers of messengers, e-mail and chat services would be forced to automatically search all private messages and photos for suspicious content and report it to the EU. To find a majority for this unprecedented mass surveillance, the EU Council Presidency proposed Tuesday that the scanners would initially search for previously classified CSAM only, and even less reliable technology to classify unknown imagery or conversations would be reserved to a later stage. The proposed „deal“ will be discussed by ambassadors tomorrow and could be adopted by ministers next week.

Patrick Breyer, Pirate Party Member of the European Parliament and co-negotiator of the proposal, warns about the consequences of such a „deal“:

„Firstly, the proposed text would mandate the implementation of surveillance bugs and vulnerabilities into currently securely end-to-end encrypted messenger apps such as Whatsapp or Signal. It would mean the end of secure encryption because we could never be sure whether our messages or photos would be forwarded to persons we don’t know and can’t trust. The so-called client-side scanning would either make our communications fundamentally insecure, or Europeans would no longer be able to use Whatsapp or Signal at all, as their providers have contemplated.

Secondly, the proposed indiscriminate mass scanning of private communications of millions of citizens not even remotely connected with crime would inevitably be struck down by the courts, utterly betraying the hopes of children or victims. All independent legal experts and even the EU Council’s own legal service agree that indiscriminate content analysis fails to comply with fundamental rights and the jurisprudence of the EU Court of Justice. The disaster surrounding the failed data retention directive would repeat itself.

Thirdly, indiscriminate scanning mass criminalizes our children, with 40% of criminal suspects for possession of CSAM being minors in Germany alone. Youths are usually not aware of the criminal nature of seemingly funny content, which they often receive inadvertedly via chat channels.

Fourthly, scanning for known, thus old material does not help identify and rescue victims, or prevent child sexual abuse. It will actually make safeguarding victims more difficult by pushing criminals to secure, decentralised communication channels which are impossible to intercept even with a warrant. Although some US corporations such as Meta are already scanning European messages for previously classified CSAM ‚only‘, up to 80% of reported messages are classified by the police as not criminally relevant, thus implicating innocent citizens. The Commission estimates the number of reported messages to multiply as a result of mandatory scanning, which would flood law enforcement and overload the resources already lacking for targeted or undercover investigations into the organised producers of such material and into ongoing child sexual abuse.

Fifth, opening the door to indiscriminate surveillance will put us on a slippery slope, with Europol already calling to scan for other types of content.

The proposed ‚compromise‘ does not even touch upon other fundamental problems of the draft legislation, including ending anonymous communications and whistleblower tips as a result of mandatory age verification, and the prohibition of commonplace messenger, social networking, gaming and video conferencing apps for teenagers under 16 years of age, even where their parents consent.

This proposal urgently needs a fresh start that focuses on security by design instead of mass surveillance, paternalism and breaking IT security. The future of our privacy and security, and that of our children, is at stake!“

Breyer’s website on the Chat Control proposal


patrick-breyer.de/en/chat-cont…



Survey of Current Universal Opt-Out Mechanisms


With contributions from Aaron Massey, FPF Senior Policy Analyst and Technologist, Keir Lamont, Director, and Tariq Yusuf, FPF Policy Intern Several technologies can help individuals configure their devices to automatically opt out of web services’ request

With contributions from Aaron Massey, FPF Senior Policy Analyst and Technologist, Keir Lamont, Director, and Tariq Yusuf, FPF Policy Intern

Several technologies can help individuals configure their devices to automatically opt out of web services’ requests to sell or share personal information for targeted advertising. Seven state privacy laws require that organizations honor opt-out requests. This blog post discusses the legal landscape governing Universal Opt-Out Mechanisms (UOOMs), as well as the key differences between the leading UOOMs in terms of setup, default settings, and whether those settings can be configured. We then offer guidance to policymakers to consider clarity and consistency in establishing, interpreting, and enforcing UOOM mandates.

The legal environment behind Universal Opt-Out Mechanisms


Online advertising continues to evolve, specifically in reaction to new regulatory requirements as an increasing number of international jurisdictions and U.S. states have enacted comprehensive privacy laws. As of October 2024, twelve states grant individuals the right to opt out of businesses selling their personal information or processing that data for targeted advertising. Of these twelve state privacy laws, seven include provisions that make it easier for individuals to opt out of certain uses of personal data. This includes the kind of personal and pseudonymized information that is routinely shared with websites, such as browser information or information sent via cookies.

Historically, a significant practical hurdle existed in the implementation of opt-out rights: users wishing to exercise the right to opt out of the use of this information for targeted advertising must locate and manually click opt-out links that businesses provide on their web pages, and they generally must do so for every site they visit. To make opting out easier, seven state’s privacy laws (California, Colorado, Connecticut, Delaware, Montana, Oregon, and Texas) require businesses to honor individuals’ opt-out preferences transmitted through Universal Opt-Out Mechanisms (UOOMs) as valid means to opt out of targeted advertising and data sales. UOOMs refer to a range of desktop and mobile tools designed to provide consumers with the ability to configure their devices to automatically opt out of the sale or sharing of their personal information with internet-based entities with whom they interact. These tools transmit consumers’ opt out preferences by using technical specifications, chief among these the Global Privacy Control (GPC).

California became the first state to establish the force of law for opt-out signals as valid opt-outs through an Attorney General rulemaking process in August, 2020. Specifically, businesses who do not honor the Global Privacy Control on their websites may risk being found in noncompliance with the California Consumer Privacy Act (CCPA), which was the central topic in the recent enforcement action against Sephora, an online retailer. In the complaint, state authorities alleged that Sephora’s website was not configured to detect or process any GPC signals and, as a result, failed to honor users’ opt-out preferences by not opting them out of sales of their data.

Survey of UOOM Tools Available to Consumers

The California Attorney General references the Global Privacy Control as the leading opt-out specification that meets CCPA standards. As of this writing, eight UOOMs are endorsed by the creators of the GPC specification:

Although other UOOMs exist (and more are likely to emerge), we focus exclusively on the tools endorsed by the creators of the Global Privacy Control specification. In 2023, the FPF team downloaded and installed each tool and evaluated each tool’s installation process, whether GPC signals were sent without additional configuration, and whether those settings could be adjusted (see Figure 1 below).

InstallationGPC Signals Sent without Additional ConfigurationCan the Configuration Be Adjusted?
IronVestRequires account sign-up❌ NoYes; GPC can be enabled only on a per-site basis, not globally.
Brave BrowserNo steps required after installation✅YesNo; GPC cannot be disabled, either globally or per-site, even when other protections in the “Shields” feature are turned off.
DisconnectNo steps required after installation❌ NoYes; GPC can be enabled globally but not on a per-site basis using a checkbox in the main browser plugin window.
DuckDuckGo Privacy BrowserNo steps required after installation✅YesYes; GPC can be disabled globally but not on a per-site basis.
DuckDuckGo Privacy EssentialsNo steps required after installation✅YesYes; GPC can be disabled both globally or on a per-site basis by disabling “Site Privacy Protection.”
FirefoxRequires technical configuration❌ NoYes, GPC can be disabled globally in the browser’s technical configuration but not on a per-site basis.
OptMeowtNo steps required after installation✅YesYes; GPC can be disabled both globally or on a per-site basis by disabling the “Do Not Sell” feature.
Privacy BadgerNo steps required after installation✅YesYes; GPC can be disabled both globally or on a per-site basis by disabling the “Do Not Sell” feature.

Figure 1: Observations of eight leading UOOM tools

Our survey allows us to make four key observations about the state of these UOOMs.


  • Current GPC implementations are largely limited to browser plugins for desktop environments. Google Chrome, Microsoft Edge, and Safari do not natively support the GPC signal. Mozilla Firefox supports sending the GPC signal, but configuring was the most challenging setup of all the tools we tested. Brave and DuckDuckGo are the only browsers that natively support the GPC. In addition, Brave and DuckDuckGo are the only desktop and mobile browsers with GPC enabled by default.
  • GPC tools significantly differ from one another in user experiences for both installation and use. The installation process for six of the tools was direct and, therefore suitable to a broad range of consumer knowledge. Two of the tools, IronVest and Firefox, require additional steps to enable GPC. Ironvest requires the creation of an account upon downloading the tool, and through that account offers not only GPC but also a subscription-based suite of further online security services like password managers and email maskers. By contrast, Firefox does not require an account, but it requires users complete more steps to enable the GPC that require technical knowledge or experience. Specifically, users must access the about:config settings page in Firefox, which warns the user to “Proceed with Caution” and requires users to know how to find the GPC configuration options. Users with limited experience configuring about:config settings on this browser may struggle to enable the GPC signal on Firefox.
  • GPC tools differ significantly in their default settings after installation, potentially creating consumer confusion in switching from one service to another. Three of the tools leave the GPC off by default following final installation; four of them enable the GPC by default. Firefox, for example, does not enable GPC by default, and it requires the most work to enable, whereas Brave enables GPC by default without notifying users or allowing them to disable it. Many tools include other privacy features in addition to GPC, such as Privacy Badger’s ability to block surreptitious tracking mechanisms like supercookies. These tools were not examined in this report, though they may create divergent user experiences that can cause consumers to draw different conclusions as to each tool’s utility and effectiveness. Users installing a privacy-focused browser extension or using a privacy-focused browser may be unaware that in certain cases privacy features are disabled by default and require additional configuration after installation.
  • Finally, we observe that these tools significantly differ in configuration options for when and where to send the GPC signal. The tools collectively deploy two types of configuration: globally sending the GPC to every site and/or selectively sending the GPC on a per-site basis. None of the tools have pre-configured profiles or “allow / deny” lists for when to send the GPC, and about half of the tools allow users to set the GPC both as a global setting and on a per-site basis. IronVest only allows sending the GPC on a per-site basis, while Brave only enables the GPC on a global basis. However, given that most state laws that require compliance with a UOOM also require affirmative consent to opt back in following an opt-out, it is unclear whether disabling the GPC signal for a site after visiting it will have legal effect.


Next Steps & Policy Considerations


In 2023 alone, six states passed comprehensive privacy laws. In the years ahead, we expect that more states will be added to this list, and many are likely to include provisions regarding UOOMs. Policymakers must ensure that all UOOM requirements offer adequate clarity and consistency.

One place where greater detail from policymakers would provide benefit to organizations seeking to comply with legal requirements is in guidance not only for covered businesses, but also for vendors of consumer-facing privacy tools. Specifically, guidance would be useful regarding how a UOOM must be configured or implemented to give assurance that the GPC signals being sent are a legally valid expression of individual intent. For example, a minor detail such as whether a tool contains a “per-site” toggle for the GPC may be significant in one state, but not another.

Similarly, the question of “default settings” and their legal significance requires greater clarity in many jurisdictions. For example, to be considered a valid exercise of individuals’ opt-out rights under Colorado law, a valid GPC signal occurs when individuals provide “affirmative, freely given, and unambiguous choice.” This requirement creates an engineering ambiguity for publishers and websites over the validity of GPC signals they receive. For example, users installing a browser extension that requires a separate, affirmative user configuration prior to sending the GPC signal will unambiguously be a valid expression of individual choice. On the other hand, an individual using a browser marketed with a variety of privacy preserving features, including the GPC, may be sending a GPC signal that does not meet the law’s standards for defaults if those features are enabled by default and they do not provide notice to users. The user may have wanted a privacy feature other than GPC and not been aware that the GPC signal would be sent. On the other hand, another user may both be seeking and appreciate a default-on GPC and not want it to be legally ignored because they didn’t affirmatively enable it. Publishers and websites do not have an engineering mechanism to differentiate between these scenarios, incentivizing them to use nonstandard techniques, like fingerprinting, for the purposes of discerning which GPC signals are valid.

New states implementing comprehensive privacy laws also increase the odds that specific privacy rights may fracture across jurisdictions in ways that are either cohesive or irreconcilable. The current GPC specification does not support conveying users’ jurisdictions, so it is unclear how organizations must differentiate between signals originating from one jurisdiction or another. The result could be that entities must choose which state to risk running afoul of the law in such that they may follow the requirements of a conflicting jurisdiction.

As user-facing privacy tools are developed and updated, responsible businesses will likely err on the side of over-inclusion by treating all GPC signals as valid UOOMs. However, increased user adoption and the expansion of the GPC into new sectors (such as connected TVs or vehicles) could change expectations and put more pressure on different kinds of advertising activities. In the absence of uniform federal standards that would create guidance for such mechanisms, most businesses will aim to streamline compliance across states, providing a significant opportunity for policymakers to shape the direction of consumer privacy in the coming years. Policymakers must be aware of these developments and strive for clarity and consistency in order to best inform organizations, empower individuals, and set societal expectations and standards that can be applied in future cases.


fpf.org/blog/survey-of-current…



Glovo traccia i rider anche fuori dall’orario di lavoro


Il gruppo di ricerca tracking.exposed, che studia la profilazione e analizza gli algoritmi online, ha realizzato tra il 2021 e il 2023 un reverse engineering dell’app Glovo Couriers in dotazione a ogni rider che lavora per la piattaforma spagnola. Lo scop

Il gruppo di ricerca tracking.exposed, che studia la profilazione e analizza gli algoritmi online, ha realizzato tra il 2021 e il 2023 un reverse engineering dell’app Glovo Couriers in dotazione a ogni rider che lavora per la piattaforma spagnola. Lo scopo dello studio era quello di fornire una prova tecnica e verificata di come Glovo utilizzi i dati raccolti dall’app durante il suo utilizzo (e non solo), e come questo abbia ripercussioni in termini di privacy e di violazione dei diritti dei lavoratori.

L’analisi tecnica, avvenuta in più momenti, ha reso evidente come la posizione dei rider sia tracciata non solo durante lo svolgimento delle consegne, ma anche quando l’app Glovo Couriers rimane in background. Così come quelli relativi al livello della batteria e alla velocità del rider durante i turni di lavoro, informazioni inviatiìe a intervalli irregolari in diversi momenti della giornata e anche di notte.

Un resoconto dello studio su Wired Italia

The post Glovo traccia i rider anche fuori dall’orario di lavoro appeared first on Hermes Center.

reshared this



N. 182/2023 LE TRE NEWS DI OGGI: Politici e attivisti per la tutela della privacy hanno chiesto di vietare l’uso delle telecamere per il riconoscimento facciale, ma alcuni piccoli negozi stanno portando avanti il progetto di installare il sistema in seguito all’aumento dei furti nei negozi. Cosa spinge i proprietari di piccole imprese a investire...


Stefano Galieni*   A parlare di Medio Oriente e di Palestina, in queste ore, si corre il rischio di lasciarsi trascinare in analisi dettate dall’


Questa notte la nostra direzione nazionale è stata messa a soqquadro da ignoti che hanno rubato cinque personal computer. Il furto colpisce un partito democrat


Salutiamo con gioia e sollievo la sentenza che ha cancellato l'impianto accusatorio che aveva portato all'abnorme condanna del nostro fratello e compagno Mimmo


Il percorso scolastico è fatto di tanti momenti di crescita. Saper scegliere la direzione giusta è...

Il percorso scolastico è fatto di tanti momenti di crescita. Saper scegliere la direzione giusta è fondamentale per percorrere al meglio la strada, conoscere la destinazione, sapere come e quando chiedere supporto.



Weekly Chronicles #49


La chimera della protezione dei dati nelle smart cities. Il caso del giudice Apostolico. Google dice addio alle password. Meme e citazione della settimana.

La chimera della protezione dei dati nelle smart cities


Le città intelligenti, o "Smart Cities" sono la buzzword del momento.

L’idea sarebbe di usare grandi quantitativi di dati e tecnologie per migliorare la qualità della vita urbana. Tuttavia, quello a cui assistiamo è invece una raccolta massiva di dati personali e l’uso di tecnologie di sorveglianza di vario tipo: dalle telecamere, ai droni, fino ad arrivare ai sensori wi-fi, bluetooth e celle telefoniche.

Un documento pubblicato dall’International Working Group on Data Protection in Technology, disponibile qui, esplora a livello giuridico il tema della privacy nelle smart city, fornendo alcune raccomandazioni alle città che vorrebbero cimentarsi nel diventare “smart” nel rispetto della legge e dei dati delle persone.

Il documento fornisce spunti interessanti per chi lavora nel settore e per i politici che vorrebbero cimentarsi in tali attività. Le raccomandazioni, in estrema sintesi, sono queste:

  • Valutare i rischi e la proporzionalità del trattamento prima della raccolta dei dati
  • Garantire che i dati utilizzati nelle decisioni siano adeguati e rappresentativi della popolazione
  • Stabilire chiare procedure per soddisfare i diritti dei cittadini e assicurare trasparenza nella filiera del trattamento

La protezione dei dati nelle “smart cities” sembra però una chimera irrealizzabile. Le amministrazioni locali ricevono fondi nazionali ed europei per installare sistemi di sorveglianza evoluta che non capiscono e che non sanno usare, né comprenderne l’utilità. Come se non bastasse, ne ignorano completamente i rischi.

Subscribe now

Nel documento si cita un caso empirico che fa ben comprendere la natura del problema.

Il comune di Enschede, nei Paesi Bassi, per più di tre anni ha implementato un sistema di tracciamento wi-fi degli smartphones attivo 24/7 nel centro della città. L’obiettivo era quello di misurare l’efficacia degli investimenti municipali — qualsiasi cosa volesse dire.

Nella pratica, per tre anni i cittadini di Enschede sono stati spiati mentre passeggiavano in strada. Il sistema infatti raccoglieva dati (tra cui anche l’indirizzo MAC, identificativo unico del dispositivo) per analizzare il traffico pedonale, il tempo trascorso nelle diverse vie del centro e le abitudini delle persone.

In che modo quest’attività ha portato un beneficio agli abitanti di Enschede? Come sono stati valutati i rischi? Non è dato sapersi.

9715988
BitcoinVoucherBot è un servizio semplice, sicuro e privacy friendly per acquistare Bitcoin. Niente siti web, niente tracking IP, nessun documento richiesto. Solo Telegram. Clicca qui per iniziare a usarlo! Annuncio sponsorizzato.

Il caso del giudice Apostolico


In questi giorni sta facendo molto rumore il caso del giudice Iolanda Apostolico. Alcuni giorni fa è stato pubblicato un video risalente al 2018 in cui si vedeva la Apostolico partecipare a una manifestazione di protesta contro le politiche sull’immigrazione clandestina del governo di quel periodo.

Matteo Salvini, dopo la pubblicazione del video, ha presto chiesto le sue dimissioni per evidente mancanza di imparzialità. La giudice aveva infatti recentemente deciso in merito alla revoca dell’ordine di detenzione di alcuni tunisini in un centro in Sicilia.

Sulla questione prettamente politica non c’è molto da dire: chiunque pensi che i magistrati siano imparziali e che non si lascino influenzare dalle loro personalissime opinioni è un povero fesso.

Detto questo, la vicenda sottolinea l’importanza del concetto di privacy come capacità di controllare i propri dati e la propria identità, sia fisica che digitale. La giudice non aveva “nulla da nascondere” partecipando alla manifestazione politica, eppure a distanza di anni quel video, diffuso al pubblico, ha avuto un grande impatto negativo sulla sua persona.

Pensiamo ora al contesto dei social network. Potremmo dire che un social network sia un po’ come una manifestazione politica permanente. Capita a chiunque di esprimere più o meno palesemente le proprie opinioni. Che succederebbe se le autorità iniziassero un’opera di schedatura e dossieraggio su tutto ciò che abbiamo detto e fatto online? Le conseguenze sarebbero disastrose più o meno per chiunque.

Se vuoi approfondire il concetto di privacy, leggi qui:

Supporta Privacy Chronicles!


Condividi questo articolo coi tuoi amici, lascia un like o un commento! Se vuoi, abbonati per l’equivalente di una colazione al mese. È un piccolo gesto che però aiuta molto il mio lavoro.

Puoi anche donare qualche sats con il tuo wallet LN preferito, scansionando questo QR Code:

9715992
Scan the QR Code or click here!

Google dice addio alle password


Pare che Google presto inizierà a spingere gli utenti verso un sistema di autenticazione senza password (passwordless) per migliorare la sicurezza1. L’autenticazione senza password utilizzerà i sistemi di identificazione biometrica presenti sui nostri dispositivi per il login nelle varie app di Google, facendo quindi a meno delle password.

Subscribe now

Se da un certo punto di vista è indubbiamente comodo, dall’altro potrebbe essere un ulteriore passo in avanti verso una crescente dipendenza nei confronti della Big Tech per utilizzare i nostri account e servizi. Sebbene infatti i dati biometrici siano salvati sul dispositivo, esistono meccanismi di backup in Cloud per mitigare il rischio in caso di perdita di cui difficilmente si potrebbe fare a meno.

Mi piacerebbe conoscere la vostra opinione. Userete questo nuovo metodo di autenticazione o continuerete a preferire le password?

Meme della settimana


232185


232186


232187


Citazione della settimana

Questo cetriolo è amaro? Gettalo! Ci sono rovi nel cammino? Devia! È tutto ciò che occorre. Non dire sull'argomento: "Perché accadono queste cose nel mondo?"

Marco Aurelio

1

theverge.com/2023/10/10/239109…


privacychronicles.it/p/weekly-…



Negative Approach Interview


Negative Approach May 12, 2022 at The Paramount

A product produced by Popburn Productions KRK & Ona

iyewebzine.com/negative-approa… @Musica Agorà

reshared this



N. 181/2023 LE TRE NEWS DI OGGI: Un ascoltatore del programma On en Parle, che stava facendo domanda per affittare un appartamento, ha scoperto che la società di gestione immobiliare aveva utilizzato una società privata per ottenere informazioni molto dettagliate su di lui e sulla sua famiglia, a sua insaputa.Nella lettera con cui l’agenzia immobiliare...


interessante, posso ascoltare i led sul mio computer


mi sono appena reso conto che se mi metto a registrare audio con il cavo del microfono staccato, dalla registrazione si sente solo un suono quando la spia di utilizzo del disco è accesa


Come collegare il tuo blog WordPress al Fediverso: iniziare con l'installazione e la configurazione di base, provvedere alle diverse opzioni di configurazione e familiarizzare con alcune buone pratiche

We Distribute, è una pubblicazione dedicata al software libero, alle tecnologie di comunicazione decentralizzate e alla sostenibilità. Questa è una pubblicazione di guerriglia sviluppata da Sean Tilley aka @Sean Tilley , sviluppata per trasmettere notizie al Fediverso e ad altre parti della rete libera.

#wordpress #ActivitiyPub #wedistribute

@Che succede nel Fediverso?

QUI L'ARTICOLO COMPLETO



Questa guida NON UFFICIALE a /kbin ti aiuterà a familiarizzare con questo interessante progetto del Fediverso e a imparare a navigare nella piattaforma

Benvenuti nella guida non ufficiale di /kbin. /kbin è una piattaforma di social media che consente alle persone di creare contenuti di microblogging e contenuti di lunga durata da un unico punto. Vuoi inviare un messaggio veloce ai tuoi follower? Puoi farlo su/kbin. Vuoi condividere un collegamento a una notizia e discuterne in un forum? Puoi farlo su /kbin. Vuoi condividere la tua arte con il mondo? Puoi farlo su /kbin.

@Che succede nel Fediverso?



Domani, mercoledì 11 ottobre, sarà online Unica! La nuova piattaforma del MIM, annunciata dal Ministro Giuseppe Valditara a Forlì durante la cerimonia di inaugurazione del nuovo anno scolastico, ideata per offrire un solo punto di accesso ai servizi …


L'intervista a Max Schrems su Computer World: "Dopo cinque anni di GDPR vediamo ancora come le autorità non stiano facendo bene il loro lavoro"

L'avvocato e attivista austriaco che ha ribaltato i primi due precedenti accordi sul trasferimento di dati tra UE e USA valuta in CSO il ruolo dei regolatori nella protezione dei dati e accusa la mancanza di interesse da parte delle autorità nel legiferare a favore dei diritti digitali.

«dal punto di vista giuridico [il Data Privacy Framework è] un po' problematico, perché in fondo la legge non lo prevede ma la politica lo fa comunque. Ed è per questo che penso che per la terza volta dovremmo parlare un po' anche del tessuto costituzionale dell'UE perché, se l'esecutivo si limita ad approvare sempre la stessa cosa, sperando che la magistratura si stanchi di dirgli qual è la legge È, ciò non è realmente rispettoso dello Stato di diritto. È particolarmente interessante perché i commissari europei tendono a parlare a tutti dello stato di diritto e di quanto sia importante, ma sembra che una volta che si concentrano su questi problemi o una volta che sono sul lato ricevente, non ne sono poi così interessati.»

@Privacy Pride

Qui l'intervista completa a @Max Schrems



UK Information Commissioner concerned about Snapchat chatbot’s privacy risks


The British Information Commissioner’s Office (ICO) issued a preliminary enforcement notice against Snapchat last Friday (6 October) due to the social platform possibly failing to assess the privacy risks of “My AI”, its artificial intelligence (AI) bot. My AI is...


euractiv.com/section/data-priv…



La privacy? Un concetto obsoleto. Il video di morrolinux su alcune delle più inquietanti vicende che riguardano privacy e BigTech

@Privacy Pride

Sappiamo esattamente quello che facciamo, quando ci affidiamo alle soluzioni tecnologiche proposte con tanta generosità dalle principali aziende tecnologiche extra europee?

Il video di @morrolinux è stato pubblicato su YouTube (in attesa di poterlo vedere sul suo canale Peertube)


Video diverso dal solito su un argomento scomodo.

youtu.be/s6KqVu36fd4




Da quest'anno tutela assicurativa a 360 gradi per gli studenti e il personale...

Da quest'anno tutela assicurativa a 360 gradi per gli studenti e il personale scolastico.

Perché la cura del futuro inizia dai banchi di #scuola.

Informati sui siti istituzionali del MIM e del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.





Moderazione del Fediverso: moderazione dei contenuti sui social media distribuiti. Il saggio di Alan Z. Rozenshtein pubblicato l'anno scorso sul Minnesota Legal Studies Research Paper No. 23-19

@Che succede nel Fediverso?

Riportiamo il sunto della pubblicazione (qui è possibile scaricare la monografia completa) di @Alan Rozenshtein

Gli attuali approcci alla moderazione dei contenuti generalmente presuppongono il continuo predominio dei "giardini recintati": piattaforme di social media che controllano chi può utilizzare i loro servizi e come. Ma una forma emergente di social media decentralizzati – il "Fediverse" – offre un modello alternativo, più simile a come funziona l'e-mail e che evita molte delle insidie della moderazione centralizzata. Questo saggio, che si basa su una letteratura emergente sui social media decentralizzati, cerca di dare una panoramica del Fediverso, dei suoi vantaggi e svantaggi e di come l'azione del governo può influenzare e incoraggiare il suo sviluppo.

1. La prima parte descrive il Fediverso e come funziona, iniziando con una descrizione generale dei protocolli aperti rispetto a quelli chiusi e procedendo poi a una descrizione dell'attuale ecosistema Fediverso, concentrandosi sui suoi principali protocolli e applicazioni.
2. La seconda parte esamina la questione specifica della moderazione dei contenuti sul Fediverso, utilizzando Mastodon, un servizio di microblogging simile a Twitter, come caso di studio per delineare i vantaggi e gli svantaggi dell'approccio federato di moderazione dei contenuti rispetto all'attuale modello dominante di piattaforma chiusa.
3. La terza parte considera come i responsabili politici possono incoraggiare il Fediverso, sia attraverso la regolamentazione diretta, l'applicazione delle norme antitrust o gli scudi di responsabilità.


#Fediverso #Mastodon #moderazione #socialmedia #Section230 #interoperabilità

Pubblicato: 19 set 2022 Ultima revisione: 25 Lug 2023

reshared this




Sto provando Bluesky


Sto provando Bluesky.
Ci sono alcuni aspetti che trovo scomodi, rispetto a quello che invece offrono Mastodon e Friendica

A) i post non possono superare le 300 battute;

B) una volta pubblicato, un post non può essere modificato, si può solo cancellare e ripubblicare

C) per leggere un post o "sbirciare" un profilo, bisogna essere per forza loggati




Mentre viene rilasciata la Release Candidate di Friendica 2023.09, in attesa dell'integrazione con il protocollo Bluesky, ricordiamo che sono disponibili codici Bluesky per gli utenti di Poliverso.

Con l'integrazione del protocollo AT di Bluesky, Friendica diventa lo stato dell'arte della connettività tra social decentrati. Gli utenti di Poliverso che desiderassero dei codici di invito per Bluesky possono chiederlo a questo account (devono prima seguirlo) o a quello di @informapirata :privacypride:


Abbiamo appena separato i rami 2023.09-rc dall'attuale ramo di sviluppo di Friendica, ma è già Hacktober! È vero, almeno per l'RC ci atterremo al numero fondamentale.😉

Se vuoi aiutare a trovare aspetti irregolari e comportamenti fasulli e, si spera, risolverli prima della prossima versione, controlla il nuovo ramo e segnala i problemi che incontri.

Le modifiche più importanti in questa versione sono:

1. Un nuovo connettore #Bluesky, che ti consente di utilizzare il tuo account Bluesky da Friendica. Effettua il crosspost su quella piattaforma e interagisci con i tuoi contatti Bluesky.
2. Abbiamo rinominato alcune delle nostre funzionalità esistenti nella speranza di renderle più facilmente riconoscibili. I tuoi #gruppi di contatto ora si chiamano #Cerchie e i vecchi forum pubblici/privati ​​ora si chiamano Gruppi pubblici/privati.
3. Una novità sono i #Canali che si integrano nella visione di rete di un utente di Friendica e offrono una visione filtrata sui contenuti postati dai contatti. Ciò include post di contatti con cui hai interagito maggiormente o post che sono diventati più interattivi nelle ultime 24 ore. Abbiamo intenzione di dare agli utenti il ​​controllo della definizione su come appare una definizione di canale.

@Che succede nel Fediverso?

Con l'integrazione del protocollo AT di Bluesky, Friendica diventa lo stato dell'arte della connettività tra social decentrati


Friendica 2023.09 Release Candidate available

We have just branched off the 2023.09-rc branches from the current development branch of Friendica, but it is Hacktober already! True at least for the RC we’ll stick to the milestone number 😉 If you want to help finding rough edges and bogus behaviour and hopefully fix them before the upcoming release, please checkout the new branch and report problems that you encounter.

The most notable changes in this release are:

  • A new Bluesky connector, that allows you to use your Bluesky account from within Friendica. Crosspost to that platform and interact with your contacts there.
  • We renamed some of our existing features in the hope to make it more easily to recognize what they are. Your contact groups are now called Circles, and the old public/private forums are now public/private Groups.
  • A new feature are the Channels that are integrated into the network view of a Friendica user and offer a filtered view on the content posted contacts. This includes thinks like postings from contacts that you mostly interacted with, or postings that got the most interactive within the last 24 hours. We plan to give the users definition control over what a Channel definition looks like.


What is Friendica


Friendica is a decentralised communications platform, you can use to host your own social media server that integrates with independent social networking platforms (like the Fediverse or Diaspora*) but also some commercial ones like Twitter.

How to use the 2023.09 RC Version of Friendica


If you want to help in the release process, you can checkout the 2023.09-rc branch from the main git repositories (because of technical problems the mirrors of the core and addons repository currently don’t work).
git fetchgit checkout 2023.09-rcgit pullbin/composer.phar install --no-dev
Note that you only need to pull the composer dependencies in the core repository.

And yes, this means the main git repositories at git.friendi.ca/friendica/friendica-addons and github.com/friendica/friendica.

Should the upgrade process of the database get stuck


If you encounter this, please initiate the DB update manually from the command line by running the script
./bin/console dbstructure update
from the base of your Friendica installation. If the output contains any error message, please let us know using the channels mentioned above.
What to do with Quirks

The 2023.09-rc phase is meant to identify and preferable resolve quirks and bugs that should not be in the 2023.10 release, but have slipped through so far. So if you switch your node to the 20232.09-rc version of Friendica, please let us know about rough edges you find, either at the issue tracker (github account required), in the support forum or in the development forum.

Thanks a lot for helping with the release 🙂



#release

friendi.ca/2023/10/05/friendic…




Verso un ecosistema di scienza aperta. Il contributo di Bonfire nel realizzare un framework modulare per applicazioni social federate

Bonfire sta costruendo un framework modulare per applicazioni social federate, tra cui microblogging, gestione delle attività o moderazione dei contenuti assistita dall'intelligenza artificiale. All'interno di Bonfire, è possibile creare diversi plugin per scopi come la collaborazione nella ricerca, la pubblicazione pre-stampa e la revisione tra pari. Inoltre, un sistema di riconoscimento e verifica chiaro e verificabile potrebbe supportare la creazione di un ecosistema federato di scienza aperta.

All'interno di Bonfire, è possibile creare diversi plugin per scopi come la collaborazione nella ricerca, la pubblicazione pre-stampa e la revisione tra pari. Inoltre, un sistema di riconoscimento e verifica chiaro e verificabile potrebbe supportare la creazione di un ecosistema federato di scienza aperta.

Una massiccia adozione di protocolli federati da parte delle istituzioni accademiche aiuterà a potenziare le implementazioni della scienza aperta e a includere le comunità non accademiche nel processo di produzione della conoscenza. Immaginiamo che queste implementazioni vengano realizzate all'aperto, attraverso un processo di co-progettazione che unisce scienziati, ricercatori e attivisti. Questo sforzo collettivo garantirà che le funzionalità sviluppate soddisfino i meticolosi standard degli strumenti accademici sfruttando al tempo stesso l’esperienza utente dei social network. La nostra aspirazione è che ciò possa innescare conversazioni significative e ampliare l’accessibilità delle discussioni scientifiche a un pubblico più ampio, promuovendo una comunità di conoscenza globale vivace, inclusiva e interconnessa.

Qui il post completo pubblicato da @Equipo Nibö :niboe: e Biogarabatos post sul blog di @Bonfire

@Scuola - Gruppo Forum

reshared this



Ricerca preliminare sugli utenti per contrastare la disinformazione sui social network. Zappa: un progetto basato su Bonfire

@Che succede nel Fediverso?

Il progetto Zappa è finanziato da un contributo del fondo Cultura della Solidarietà per sostenere iniziative culturali transfrontaliere di solidarietà in tempi di incertezza e "infodemia". Lo scopo di questa ricerca iniziale sugli utenti era quello di aiutare a guidare lo sviluppo di un'estensione @Bonfire personalizzata per fornire alle comunità uno strumento dedicato per gestire la disinformazione online.

reshared this



Domani a Milano, in Piazza Leonardo da Vinci, c'è depreDATI, l'evento rivolto a tutti i "non-specialisti", "non-geek", "non-maghi dell’informatica" che amano la propria privacy nel mondo digitale

@Etica Digitale (Feddit)

Sabato 7 Ottobre, al politecnico di Milano, @quinta :ubuntu: e @gualdo :privacypride: :cc: terranno #depreDATI, il laboratorio per difendersi dalla sorveglianza online:

🔐 depredati.eu

Il laboratorio si rivolge a non specialisti che hanno a cuore la propria privacy e che desiderano sottrarsi alla #profilazione delle Big Tech.

🔎L’obiettivo è informare sulle finalità anche non commerciali della profilazione; comprendere il grado dell’esposizione e suggerire i comportamenti da seguire, qua l'evento su mobilizon:

▶️QUI L'EVENTO SU MOBILIZON



Milano Digital Week - DepreDATI
Inizia: Sabato Ottobre 07, 2023 @ 9:30 AM GMT+02:00 (Europe/Rome)
Finisce: Sabato Ottobre 07, 2023 @ 12:30 PM GMT+02:00 (Europe/Rome)
DepreDATI è un laboratorio in cui si imparano e si condividono le <b>tecniche di difesa dalla sorveglianza digitale.</b></p><p>Si rivolge a tutti <b>coloro che hanno a cuore la propria privacy nel mondo digitale </b>e che<b> non vogliono essere profilati dalle Big Tech</b>. Si propone a non specialisti, non geek, non maghi dell’informatica, che vogliono riappropriarsi della loro vita digitale e non regalare la propria identità a chi ne trae profitto.</p><p>La progressiva privatizzazione di Internet da parte delle Big Tech ha costruito un’economia dal valore inimmaginabile. A ottobre 2022 la capitalizzazione dei GAFAM (Google, Apple, Facebook, Amazon, Microsoft) è stata stimata nell’ordine dei 7 triliardi di dollari, poco meno della metà del PIL di tutti i Paesi dell’Eurozona.</p><p>Uno dei principali fattori di questa economia è <b>la monetizzazione dei dati comportamentali degli utenti</b>. Gli utenti dei servizi Internet vengono costantemente profilati, e i loro profili, le loro identità digitali vengono venduti al migliore offerente; e gli acquirenti non sono solo fornitori di pubblicità, ma anche partiti politici ed enti governativi.</p><p>• DepreDATI – perché</p><p>DepreDATI intende <b>sviluppare consapevolezza sulla sorveglianza digitale</b>, perché crediamo che la divulgazione sia un valore. Il funzionamento e le tecniche del <b>capitalismo della sorveglianza </b>non sono di dominio pubblico ma impattano il dominio pubblico: per questo la divulgazione a un pubblico non specialistico è importante</p><p>• DepreDATI – come</p><p>L’approccio del laboratorio è concreto: spieghiamo e condividiamo <b>soluzioni per limitare la sorveglianza digitale </b>a livelli diversi, dai più semplici a quelli radicali su smartphone, tablet e PC.</p><p><b>Venue: Politecnico di Milano, Piazza Leonardo da Vinci 32, edificio 6 (dipartimento di chimica), Sala Pietro Pedeferri.</b>

in reply to Privacy Pride

bello. bene. ma...
...mi domando quanti "non geek" abbiano a cuore la propria privacy o quella dei propri cari/simili (o anche solo sapere cosa sia la privacy e cosa possa causare la non privacy).
Dovreste andare nelle medie e nelle superiori !! Ormai noi adulti ci siamo bruciati irriparabilmente...

Privacy Pride reshared this.

in reply to _aid_85_

@_aid_85_ c'è chi ama la privacy (femministe, persone lgbtqi+, sostenitori del diritto all'autodeterminazione, chi si preoccupa dei migranti) ma non lo sa.

Quanto all'invito, lo condividiamo in toto!

@quinta :ubuntu: @gualdo :privacypride: :cc:

Maronno Winchester reshared this.

in reply to _aid_85_

@_aid_85_
Ciao!

Grazie per il commento @_aid_85_

Credo che diffondere informazioni e consapevolezza possa aiutare tutti indipendentemente dall’età… in ogni caso portare depreDATI nelle scuole è qualcosa a cui pensiamo

reshared this

in reply to _aid_85_

@_aid_85_ personalmente avrei già inserito in tutti i programmi scolastici, di medie e superiori, ore per trattare un argomento che coinvolge sempre più persone…
in reply to Antony

@Antony bello ma difficile perchè "la scuola non ha risorse" (e credo sia ovvio che ne avrà sempre meno). Qualche incontro in alcune scuole qua e là mi sembra non certo idoneo ma più fattibile a oggi... magari alcuni dedicati anche agli insegnanti e ai presidi...