Assumed Breach. Il Perimetro è Caduto: Benvenuti nella Guerra “Dentro” la Rete
Dalla prospettiva del Red Team, un’analisi critica della fallacia della sicurezza perimetrale e dell’imperativo di testare le capacità di rilevamento e risposta interne.
Per decenni, il paradigma dominante nella cybersecurity è stato quello della “fortezza”: costruire difese perimetrali sempre più alte e sofisticate per tenere gli attaccanti fuori. Firewall di nuova generazione, sistemi di prevenzione delle intrusioni, gateway di sicurezza web ed email – un arsenale imponente schierato a guardia del castello digitale. Tuttavia, dalla prospettiva di chi, come i Red Team, ha il compito di simulare gli avversari più determinati, questa visione si scontra quotidianamente con una realtà più complessa: il perimetro, per quanto robusto, è destinato a essere violato.
Che sia attraverso un’ingegnosa campagna di spear phishing, lo sfruttamento di una vulnerabilità zero-day, una falla nella supply chain o un errore umano, l’accesso iniziale è spesso una questione di “quando”, non di “se”. È qui che l’approccio strategico dell’“Assumed Breach” (o compromissione presunta) emerge non come una teoria pessimistica, ma come una necessità pragmatica per testare e migliorare la reale resilienza di un’organizzazione.
Quando le Mura Cedono: Il Campo di Battaglia Interno
Una volta che un attaccante (o un Red Team che ne simula le azioni) ottiene un primo punto d’appoggio all’interno della rete – un endpoint compromesso, credenziali valide – lo scenario cambia radicalmente. La sicurezza perimetrale ha fallito il suo primo compito e la partita si sposta interamente sulle capacità di difesa, rilevamento e risposta interne. È in questo scenario che il Red Team opera con maggiore efficacia, mettendo a nudo le debolezze spesso trascurate. Le nostre attività si concentrano tipicamente su:
- Ricognizione Interna e “Consolidamento del Piede di Porco”: Mappatura della rete interna, identificazione di segmenti di valore, enumerazione di utenti e servizi e stabilizzazione dell’accesso iniziale.
- Lateral Movement: Questa è forse la fase più critica e, spesso, la più rumorosa se i sistemi di rilevamento sono ben tarati. Utilizziamo una varietà di tecniche, dal classico Pass-the-Hash/Ticket all’abuso di protocolli come RDP, SMB, WinRM, fino allo sfruttamento di relazioni di fiducia tra sistemi e applicazioni mal configurate. La mancanza di una segmentazione di rete efficace (micro-segmentazione) e di un monitoraggio del traffico Est-Ovest facilita enormemente queste manovre.
- Privilege Escalation: L’obiettivo è elevare i privilegi dall’account inizialmente compromesso fino a ottenere accessi amministrativi (Domain Admin, root, Cloud administrator). Questo avviene sfruttando credenziali deboli o riutilizzate, servizi configurati con permessi eccessivi, vulnerabilità note non patchate su sistemi interni, o debolezze strutturali in Active Directory (es. Kerberoasting, ACL permissive).
- Evasion e Persistence: Mantenere un accesso persistente e operare sotto traccia è fondamentale. Tecniche di evasione mirano a bypassare EDR/XDR, antivirus e altri controlli locali, mentre la persistenza viene stabilita tramite scheduled task, servizi, chiavi di registro modificate o backdoor più sofisticate.
- Raggiungimento dell’Obiettivo (Data Exfiltration, Impatto): Che si tratti di esfiltrare dati sensibili (simulando tecniche per aggirare le soluzioni DLP), cifrare sistemi (in scenari ransomware) o compromettere processi critici, è il culmine dell’operazione.
L’Efficacia del Test “Assumed Breach”
Adottare una metodologia di test basata sull’ “Assumed Breach” significa iniziare l’assessment partendo da uno scenario di compromissione già avvenuta (es. fornendo al Red Team credenziali a basso privilegio o l’accesso a un endpoint “infetto”). I benefici sono molteplici:
- Focus sul “Detection & Response”: Valuta direttamente la capacità del Blue Team e del SOC di rilevare attività malevole interne e di rispondere efficacemente.
- Realismo Aumentato: Simula più fedelmente gli scenari di attacco avanzati, dove l’attaccante opera già all’interno.
- Ottimizzazione degli Investimenti: Aiuta a identificare dove gli investimenti in sicurezza interna (EDR, NDR, SIEM, SOAR, IAM, segmentazione) sono più carenti o dove le configurazioni necessitano di miglioramenti.
- Validazione dei Playbook di Incident Response: Mette alla prova l’efficacia e la praticità delle procedure di risposta agli incidenti.
Rafforzare la Fortezza dall’Interno: Implicazioni per i Difensori
L’approccio “Assumed Breach” non è un atto d’accusa contro le difese perimetrali, ma un’integrazione necessaria. I difensori devono chiedersi:
- Visibilità Interna: Abbiamo una visibilità adeguata su ciò che accade all’interno della nostra rete? I nostri log sono sufficienti e correttamente correlati?
- Capacità di Rilevamento Avanzato: I nostri strumenti (EDR/XDR, NDR, UEBA) sono in grado di rilevare TTPs post-exploitation piuttosto che solo firme di malware note?
- Principio del Minimo Privilegio e Zero Trust: Stiamo realmente applicando questi principi o esistono scorciatoie e permessi eccessivi che facilitano il movimento laterale?
- Prontezza alla Risposta: Quanto velocemente possiamo isolare un sistema compromesso, revocare credenziali, analizzare l’incidente e recuperare?
Dalla Prevenzione alla Resilienza
L’evoluzione del panorama delle minacce impone un cambio di paradigma: dalla speranza di una prevenzione infallibile alla costruzione di una resilienza robusta. L’approccio “Assumed Breach”, incarnato dalle attività di Red Teaming, è uno strumento fondamentale in questo percorso. Non si tratta solo di trovare vulnerabilità, ma di testare l’intero ecosistema di difesa – persone, processi e tecnologie – nella sua capacità di resistere, rilevare e rispondere a un avversario che è già riuscito a superare le prime linee.
Solo accettando la possibilità della compromissione possiamo prepararci efficacemente a gestirla, trasformando potenziali disastri in incidenti contenuti e lezioni apprese.
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Sei stato vittima del Ransomware? Il governo aiuterà la tua azienda… con una multa salata
L’Australia sta lanciando una nuova fase nella lotta alla criminalità informatica, imponendo alle grandi aziende di segnalare formalmente al governo qualsiasi pagamento di riscatto agli operatori di ransomware. L’obbligo è sancito dal Cyber Security Bill 2024 entrato in vigore il 30 maggio.
Le norme si applicano a tutte le aziende con un fatturato annuo superiore a 3 milioni di dollari australiani, ovvero circa 1,92 milioni di dollari USA. Hanno 72 ore di tempo per informare l’Australian Signals Directorate (ASD) di aver trasferito denaro a truffatori. I pagamenti in sé non sono soggetti al divieto, ma le autorità sottolineano che tali azioni sono ufficialmente sconsigliate.
Il rapporto dell’ASD dell’anno scorso elencava solo 121 indagini su tali incidenti, mentre gli attacchi effettivi erano molto più numerosi. Per questo motivo, le autorità contano su nuove segnalazioni.
Una volta entrata in vigore la legge, le aziende avranno esattamente sei mesi per “adattarsi”: durante questo periodo, saranno perseguite solo le violazioni più gravi. Dal 2026, l’obbligo di notifica entrerà in vigore a pieno titolo. La mancata osservanza comporterà una multa di 19.800 dollari australiani, ma questo importo potrebbe aumentare in futuro.
Le organizzazioni saranno ora tenute a fornire non solo il proprio numero aziendale, ma anche i dettagli dell’incidente: l’ora dell’attacco, se le informazioni sono state rubate o crittografate, quali vulnerabilità hanno sfruttato gli aggressori, le perdite stimate, l’importo e la valuta del riscatto.
Le autorità australiane spiegano che la raccolta di questi dati consentirà loro di comprendere meglio quali famiglie di ransomware prendono di mira più spesso le aziende locali e quanto sia diffuso il problema. L’analisi delle statistiche potrebbe influenzare lo sviluppo di future iniziative legislative.
La soglia per la segnalazione obbligatoria è piuttosto elevata: secondo i calcoli del governo, le nuove norme interesseranno meno del 7% delle aziende del Paese. Tuttavia, sono proprio queste aziende a detenere i maggiori volumi di dati personali e a rappresentare il principale interesse per gli aggressori.
Leggi simili sono attualmente in fase di elaborazione in altri paesi. Negli Stati Uniti, l’agenzia CISA sta attualmente lavorando alle norme definitive per la segnalazione dei pagamenti di riscatto. Nel Regno Unito, si prevede di andare ancora oltre: vietare in linea di principio il pagamento di riscatti al settore pubblico, nonché richiedere alle grandi aziende non statali di segnalare tutti i casi di pagamento di riscatto e introdurre una procedura speciale in cui la vittima deve prima ottenere l’approvazione del governo per pagare gli aggressori
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La Danimarca dice addio a Windows e Word: il ministero della Digitalizzazione passa a Linux e LibreOffice | DDay.it
dday.it/redazione/53314/la-dan…
Il ministero danese ha avviato la transizione a software open source per rafforzare la sovranità digitale e ridurre la dipendenza da Big Tech statunitensi
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Simple Open Source Photobioreactor
[Bhuvanmakes] says that he has the simplest open source photobioreactor. Is it? Since it is the only photobioreactor we are aware of, we’ll assume that it is. According to the post, other designs are either difficult to recreate since they require PC boards, sensors, and significant coding.
This project uses no microcontroller, so it has no coding. It also has no sensors. The device is essentially an acrylic tube with an air pump and some LEDs.
The base is 3D printed and contains very limited electronics. In addition to the normal construction, apparently, the cylinder has to be very clean before you introduce the bioreactant.
Of course, you also need something to bioreact, if that’s even a real word. The biomass of choice in this case was Scenedesmus algae. While photobioreactors are used in commercial settings where you need to grow something that requires light, like algae, this one appears to mostly be for decorative purposes. Sort of an aquarium for algae. Then again, maybe someone has some use for this. If that’s you, let us know what your plans are in the comments.
We’ve seen a lantern repurposed into a bioreactor. It doesn’t really have the photo part, but we’ve seen a homebrew bioreactor for making penicillin.
youtube.com/embed/He-LUacT_SY?…
COTS Components Combine to DIY Solar Power Station
They’re marketed as “Solar Generators” or “Solar Power Stations” but what they are is a nice box with a battery, charge controller, and inverter inside. [DoItYourselfDad] on Youtube decided that since all of those parts are available separately, he could put one together himself.
The project is a nice simple job for a weekend afternoon. (He claims 2 hours.) Because it’s all COTS components, it just a matter of wiring everything together, and sticking into a box. [DoItYourselfDad] walks his viewers through this process very clearly, including installing a shunt to monitor the battery. (This is the kind of video you could send to your brother-in-law in good conscience.)
Strictly speaking, he didn’t need the shunt, since his fancy LiFePo pack from TimeUSB has one built in with Bluetooth connectivity. Having a dedicated screen is nice, though, as is the ability to charge from wall power or solar, via the two different charge controllers [DoItYourselfDad] includes. If it were our power station, we’d be sure to put in a DC-DC converter for USB-PD functionality, but his use case must be different as he has a 120 V inverter as the only output. That’s the nice thing about doing it yourself, though: you can include all the features you want, and none that you don’t.
We’re not totally sure about his claim that the clear cargo box was chosen because he was inspired by late-90s Macintosh computers, but it’s a perfectly usable case, and the build quality is probably as good as the cheapest options on TEMU.
This project is simple, but it does the job. Have you made a more sophisticated battery box, or other more-impressive project? Don’t cast shade on [DoItYourselfDad]: cast light on your work by letting us know about it!.
youtube.com/embed/g_v6E-MYMdc?…
Israele attacca l’Iran. Esplosioni a Teheran
@Notizie dall'Italia e dal mondo
La nuova guerra scatenata da Netanyahu segue le rivelazioni sull'imminenza dell'attacco fatte ieri da due televisioni americane
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✍ Tutte le novità della #Maturità2025 spiegate dalla Dott.ssa Flaminia Giorda, Coordinatrice Nazionale del Servizio Ispettivo e della Struttura Tecnica degli Esami di Stato.
Qui il video➡️ youtu.be/af_bqCfx9nc
Ministero dell'Istruzione
✍ Tutte le novità della #Maturità2025 spiegate dalla Dott.ssa Flaminia Giorda, Coordinatrice Nazionale del Servizio Ispettivo e della Struttura Tecnica degli Esami di Stato. Qui il video➡️ https://youtu.be/af_bqCfx9nc #MIMaturoTelegram
The Billionth Repository On GitHub is Really Shitty
What’s the GitHub repository you have created that you think is of most note? Which one do you think of as your magnum opus, the one that you will be remembered by? Was it the CAD files and schematics of a device for ending world hunger, or perhaps it was software designed to end poverty? Spare a thought for [AasishPokhrel] then, for his latest repository is one that he’ll be remembered by for all the wrong reasons. The poor guy created a repository with a scatalogical name, no doubt to store random things, but had the misfortune to inadvertently create the billionth repository on GitHub.
At the time of writing, the repository sadly contains no commits. But he seems to have won an unexpectedly valuable piece of Internet real estate judging by the attention it’s received, and if we were him we’d be scrambling to fill it with whatever wisdom we wanted the world to see. A peek at his other repos suggests he’s busy learning JavaScript, and we wish him luck in that endeavor.
We think everyone will at some time or another have let loose some code into the wild perhaps with a comment they later regret, or a silly name that later comes back to haunt them. We know we have. So enjoy a giggle at his expense, but don’t give him a hard time. After all, this much entertainment should be rewarded.
La maternità frena l'occupazione femminile - Info Data
Solo il 62,3% delle donne con figli minori è occupata, una percentuale che sale al 68,9% per quante non hanno figliRiccardo Saporiti (Info Data)
ilfattoquotidiano.it/2025/06/1…
Rutte-Meloni, industria e difesa gettano le basi della Nato di domani
@Notizie dall'Italia e dal mondo
La Nato è unita, deve rafforzarsi anche con l’aiuto del suo pilastro atlantico, di cui l’Italia è parte strategica. Mark Rutte non ha, nel suo incontro a Palazzo Chigi con Giorgia Meloni, solo messo l’accento sulle priorità strutturali dell’alleanza atlantica ma in “un’era
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L'Italia non è il paese più caro dove caricare un'auto elettrica
Un portale irlandese ha confrontato le tariffe per la ricarica casalinga in Europa, stabilendo dove sono più costose e più economiche.Andrea Spitti (alvolante.it)
Ben(e)detto sul Referendum
@Politica interna, europea e internazionale
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L’asse Roma-Aia decide la sicurezza euroatlantica
@Notizie dall'Italia e dal mondo
A meno di un mese dal vertice Nato dell’Aia, la capitale è tornata a ospitare un confronto ad alta densità strategica. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha ricevuto a Palazzo Chigi il segretario generale dell’Alleanza Atlantica, Mark Rutte, in una tappa significativa del suo primo giro europeo dopo la
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noticilla gorilla sapiens
gorillasapiens.wordpress.com/2…
#giorgiomanganelli @gorillasapiens
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È uscito il nuovo numero di The Post Internazionale. Da oggi potete acquistare la copia digitale
@Politica interna, europea e internazionale
È uscito il nuovo numero di The Post Internazionale. Il magazine, disponibile già da ora nella versione digitale sulla nostra App, e da domani, venerdì 13 giugno, in tutte le edicole, propone ogni due settimane inchieste e approfondimenti sugli affari e il potere in
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Mr Coinbase scippa talenti a Neuralink e punta a un’alternativa ai chip cerebrali
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Neuralink ha un altro rivale. Il co-fondatore di Coinbase sta lavorando a un progetto per realizzare un dispositivo per trattare malattie neurologiche ma anche "per
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Una giungla di fenomeni.
Se non riesci a concentrarti su cose serie per più di mezz'ora, è tempo di un post cazzaro.
Può anche non riuscire.
Tanto, sul #Blog, chi ti scova?
Cosa c’è dietro le strette francesi a porno e social?
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Emmanuel Macron sembra aver intrapreso una crociata contro le principali piattaforme Internet, per lo più statunitensi, minacciando di togliere il traffico generato dai minorenni su social e perfino e-commerce. Un colpo ai
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di Laura Tussi e Antonio Mazzeo
Il 28 aprile 2025, tre organizzazioni insignite del Premio Nobel per la Pace – Nihon Hidankyo (2024), ICAN (2017) e IPPNW (1985) – hanno inviato una lettera congiunta ai presidenti Donald Trump e Vladimir Putin, esortandoli a intraprendere azioni decisive per la de-escalation nucleare e a impegnarsi in negoziati significativi per il disarmo.
Nella lettera, i firmatari sottolineano che Stati Uniti e Russia detengono insieme circa il 90% degli arsenali nucleari mondiali, attribuendo a entrambi una responsabilità speciale nel prevenire una catastrofe globale. Rievocando il vertice del 1986 tra Reagan e Gorbaciov a Reykjavík, che segnò un momento storico per il disarmo, gli autori dell’appello invitano i leader attuali a riprendere quello spirito di cooperazione e a compiere passi concreti verso l’eliminazione totale delle armi nucleari.
Terumi Tanaka, sopravvissuto al bombardamento atomico di Nagasaki e rappresentante di Nihon Hidankyo, ha dichiarato: “Le armi nucleari non devono mai essere usate. Il loro impiego sarebbe un crimine contro l’umanità”. Tanaka ha criticato le minacce nucleari di Putin nel contesto del conflitto in Ucraina, sottolineando la mancanza di comprensione delle devastanti conseguenze umane delle armi nucleari.
Melissa Parke, direttrice esecutiva di ICAN, ha ribadito l’urgenza dell’azione: “Ascoltare Tanaka descrivere gli effetti orribili del bombardamento dovrebbe convincere i leader mondiali a fare di più che semplicemente congratularsi con i hibakusha per questo premio. Devono onorarli eliminando urgentemente le armi nucleari”.
Michael Christ, a nome di IPPNW, ha aggiunto: “Le armi nucleari non sono una forza naturale inevitabile. Sono state costruite da mani umane e possono essere smantellate da mani umane. Tutto ciò che è necessario è la volontà politica”.
L’appello congiunto delle tre organizzazioni Nobel rappresenta un richiamo potente alla responsabilità e alla leadership necessarie per prevenire un conflitto nucleare. In un momento in cui la minaccia nucleare è più alta che mai, la loro voce si leva a favore della pace e della sicurezza globale. E ovviamente non si può che condividerlo pienamente, anche alla luce delle sempre più numerose minacce provenienti dagli stati maggiori di Stati uniti d’America, Russia, paesi NATO, Israele, Cina, India e Pakistan di impiegare le armi nucleari per “chiudere” i conflitti in atto.
Crediamo tuttavia che l’appello alla denuclearizzazione totale debba essere fatto anche a Francia e Regno Unito, due partner NATO dotati di armi di distruzione di massa, anch’essi in piena corsa al riarmo nucleare e all’adozione di strategie sempre più aggressive in ambito militare.
Allo stesso modo non possiamo dimenticare Israele, India e Pakistan, tutti paesi che non hanno firmato il trattato di non proliferazione e che purtroppo, si caratterizzano per la spregiudicatezza, direi meglio la follia, nel considerare l’uso di testate come un’opzione praticabile e “sostenibile” in caso di conflitto.
L’appello dei premi Nobel per la pace incita i movimenti No War a rafforzare il proprio impegno contro ogni sistema nucleare e rilanciare – così come fu negli anni ’80 – grandi campagne internazionali per il disarmo nucleare e la denuclearizzazione, anche attraverso atti concreti di “primo passo” di disarmo unilaterale nel cuore del vecchio continente , a partire dal nostro paese, che ha consentito l’US Air Force a dislocare le famigerate bombe “tattiche” B-61-12 nelle basi di Ghedi (Brescia) e Aviano (Pordenone), testate che in caso di conflitto o escalation bellica potranno essere montate a bordo dei cacciabombardieri di quarta e quinta generazione nella disponibilità dell’Aeronautica Militare italiana.
“Vi scriviamo come vincitori del Premio Nobel per la Pace impegnati nell’eliminazione delle armi nucleari. In questo momento di estremo pericolo nucleare, vi invitiamo a prendere misure urgenti per la de-escalation delle tensioni e impegnarvi in negoziati significativi per il disarmo nucleare”, si legge nella lettera congiunta delle Organizzazione Premi Nobel per la pace indirizzata a Putin e a Trump.
E’ un messaggio importante questo documento a firma di tre Premi Nobel per la Pace rappresentanti rispettivamente le Organizzazioni Nihon Hidankyo, ICAN e IPPNW. Perché “come leader di stati armati nucleari che possiedono il 90% degli arsenali mondiali, i presidenti Putin e Trump hanno l’obbligo speciale di agire con l’urgenza che questo momento di immenso pericolo richiede.”
Ancora una volta, e questa volta direttamente ai leader di Russia e Stati Uniti, viene rammentato il rischio sempre più alto di una escalation nucleare e di un conflitto atomico; oltretutto accentuato dai voluti processi di modernizzazione degli arsenali e dall’abbandono di storici trattati che, pur insufficienti per assicurare un disarmo concreto, erano comunque segno di seppur tiepida intenzione di accordo tra le superpotenze.
“Come hanno dichiarato gli Stati parte del Trattato sulla proibizione delle armi nucleari (TPNW) al loro recente incontro a New York: “L’architettura di lunga data del disarmo e della non proliferazione viene erosa, gli accordi sul controllo degli armamenti abbandonati e le posizioni militari si sono indurite, indebolendo ulteriormente l’architettura di sicurezza globale esistente. Un ambiente di sicurezza internazionale teso e sempre più polarizzato, combinato con una mancanza di fiducia e comunicazione, esacerba i pericoli esistenti dell’uso di armi nucleari.”
“Ricostruire il dialogo, ripristinare la fiducia, impegnarsi nuovamente nel disarmo nucleare.” L’invito dei Nobel aggiunge nuovamente l’esperienza degli Hibakusha, testimoni concreti dell’orrore di quanto l’atomica genera. Perché: “Sanno, per esperienza diretta, che nessuno dovrebbe mai sopportare la sofferenza che queste armi causano. Questo 21 giugno un gruppo di hibakusha arriverà a Reykjavík a bordo della Peace Boat dove visiteranno Höfði House, il sito di uno dei momenti più promettenti nella storia del disarmo nucleare.”
Ricordando infatti che “il vertice del 1986 tra i presidenti Reagan e Gorbaciov a Reykjavík ha aperto la strada a significative riduzioni di armi” e al quasi totale smantellamento dei missili nucleari. “Hanno quasi raggiunto una svolta storica per l’eliminazione di tutte le armi nucleari. Quel momento ha dimostrato che la volontà politica può superare divisioni apparentemente insormontabili.”
“Ora avete l’opportunità di riconquistare quello spirito e di andare oltre e ottenere ciò che i presidenti Reagan e Gorbaciov non sono riusciti a fare: l’eliminazione totale delle armi nucleari. Come premi Nobel per la pace, vi invitiamo a incontrarvi l’un l’altro per raggiungere un accordo sul disarmo nucleare totale.”
Ma, “nessuno dei nove paesi che possiedono armi nucleari – Stati Uniti, Russia, Cina, Francia, Regno Unito, India, Pakistan, Israele e Corea del Nord – sembra attualmente interessato al disarmo nucleare e al controllo degli armamenti.”
“Questo è il momento di mostrare al mondo la leadership coraggiosa e visionaria necessaria. Le armi nucleari non sono una forza naturale inevitabile che deve essere sopportata. Sono stati costruiti da mani umane e possono essere smantellati da mani umane. Tutto ciò che è necessario è la volontà politica. È nel vostro potere, come presidenti dei paesi nucleari più potenti del mondo, porre fine alle armi nucleari prima che finiscano noi”, afferma infine il documento a firma di Terumi Tanaka, Shigemitsu Tanaka, and Toshiyuki Mimaki, on behalf of Nihon Hidankyo, Nobel Peace Prize 2024, Melissa Parke and Akira Kawasaki, on behalf of ICAN, Nobel Peace Prize 2017, Michael Christ, on behalf of International Physicians for the Prevention of Nuclear War, Nobel Peace Prize 1985.
L’appello dei Premi Nobel a Trump e Putin: le Organizzazioni Nihon Hidankyo, ICAN e IPPNW chiedono di mettere in salvo l’umanità fermando l’escalation nucleare
di Laura Tussi e Antonio Mazzeo Il 28 aprile 2025, tre organizzazioni insignite del Premio Nobel per la Pace - Nihon Hidankyo (2024), ICAN (2Rifondazione Comunista
Stefano Andaloro reshared this.
Cultura della Difesa e spesa militare sostenibile. Crosetto e Giorgetti a confronto
@Notizie dall'Italia e dal mondo
Autorità dello Stato, rappresentanti delle istituzioni e militari, Pmi e colossi della Difesa si sono riuniti nel IV Forum sulla Difesa organizzato del Centro Studi Machiavelli, presso l’università Link di Roma, per discutere sulle priorità strategiche e sulle necessità stringenti per la
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Censura globale: dai palchi europei alle sale di Hollywood
@Notizie dall'Italia e dal mondo
Lo scenario di libertà cambia e impone nuove regole alla cultura pop internazionale. Quest’anno l’Eurovision ha vietato qualsiasi tema politico o di attualità. Tutti gli artisti in gara hanno dovuto firmare un documento ufficiale in cui si sono impegnati a rispettare una serie di comportamenti,
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Israele-Germania. Più stretta la collaborazione militare, Berlino acquista l’Arrow 3
@Notizie dall'Italia e dal mondo
Entro la fine del 2025 Berlino riceverà il sistema di “difesa aerea” israeliano di ultima generazione. Costo: 3,5 miliardi di dollari
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Gianluigi Pegolo*
Il risultato ottenuto dai cinque quesiti referendari è stato deludente. Ci si aspettava quantomeno un livello di partecipazione superiore, anche se il raggiungimento del quorum non era un traguardo facile da superare. Questo esito ovviamente non fa venire meno la validità dei quesiti posti e l’importanza delle tematiche affrontate. Interrogarsi sulle ragioni di tali risultati non è però vano. E anzi è una condizione essenziale per decidere il che fare. Da tale punto di vista, l’appello reiterato delle destre all’astensione era prevedibile, com’era prevedibile che avrebbe condizionato non poco il risultato, specie per il fatto che oramai i livelli di partecipazione nel paese, almeno a livello elettorale, sono drammaticamente scesi al di sotto del 50%. E tuttavia, questo spiega totalmente il risultato? Quantomeno due interrogativi debbano essere posti. L’uno riguarda l’efficacia dei quesiti presentati e l’altro il grado di mobilitazione messo in atto per sostenere il si. In una società in cui i soggetti si disgregano e le organizzazioni di massa e i partiti perdono la capacità di orientare i comportamenti dei cittadini e di rappresentarne appieno le istanze, l’adesione di carattere politico in senso stretto – che un tempo era il collante nei comportamenti politici e sociali – tende a sfumare. Ciò che resta in campo è l’interesse specifico del singolo. La conseguente settorializzazione degli interessi diventa l’esito del disgregarsi della solidarietà collettiva e delle culture politiche. Nel caso del referendum c’è da chiedersi se questa scelta, tutta centrata sul tema della precarietà del lavoro e sui diritti di cittadinanza non abbia in qualche modo limitato il consenso possibile. E’ una questione della fondamentale importanza perché se fosse vero, ciò significherebbe che sempre di più la battaglia nel mondo del lavoro per esprimere un’egemonia dovrebbe intrecciarsi con problematiche più vaste come per esempio la condizione del welfare. La seconda considerazione è che nonostante il meritorio impegno della CGIL e di alcuni soggetti politici e sociali, la sensazione è che non si sia fatto tutto il possibile. Molte volte si è percepito una sorta di obbligo politico o morale all’impegno. Ciò vale per molti dei soggetti coinvolti. E in ogni caso l’impegno dell’opposizione politica è stato altalenante, riflettendo divisioni presenti nel PD, o differenziazioni e scarsa capacità di mobilitazione, come nel caso dei Cinque stelle. Non vi è stata insomma quella convinzione e determinazione necessari. Certamente ha influito in questo la scarsa fiducia nel successo del referendum, dopo la non ammissione del quesito referendario sull’autonomia differenziata che sicuramente avrebbe fatto la differenza. Queste considerazioni pongono numerosi problemi nella prospettiva di una continuazione dell’iniziativa sociale e politica. Molto giustamente il segretario generale della CGIL Maurizio Landini ha centrato l’attenzione sulla necessità di partire da quei quattordici milioni di cittadini che si sono recati a votare e, in particolare, su quanti hanno votato si. Essi costituiscono la base sociale dalla quale ripartire. Il problema è come fare per dare rappresentanza a questi elettori e anzi per estendere ulteriormente il consenso. E’ probabile che senza una proposta precisa tale realtà sia destinata, com’è successo più volte in passato, a dispendersi. Ciò che sarebbe invece necessario è offrire a quei milioni di si una sponda politico /organizzativa cui aderire o in cui riconoscersi. Qualcuno potrebbe pensare che tale compito ricada sui partiti o su alcune organizzazioni di massa e in primis la CGIL. A me pare che si dovrebbe fare un passo in più è porsi il problema della costruzione di un’”alleanza sociale”, strutturata a partire dall’esperienza dei comitati referendari che raccolga tutte le forze disponibili. Non quindi un generico appello, ma una proposta politico/organizzativa che consenta ai molti che credono in certi valori e che vogliono battersi per determinati contenuti di mobilitarsi anche nei livelli locali. In poche parole occorre dare alla prospettiva della Via maestra, cioè quella della valorizzazione del dettato costituzionale, un orizzonte più ampio e concreto. In tal senso i temi del lavoro, del welfare e della democrazia sono i pilastri di una piattaforma per la mobilitazione sociale; l’organizzazione locale è la condizione per un intervento capillare efficace e per la raccolta di nuove forze; il carattere specificamente sociale di tale alleanza è il mezzo per costruire l’unita sui contenuti consentendo a tutti di partecipare, senza annullare le proprie specificità. Si consideri inoltre che strumenti di partecipazione come il referendum diventano sempre più difficili da utilizzare e che esiste nel paese un livello di spoliticizzazione e anche di resistenza culturale (come dimostra il risultato del referendum sulla cittadinanza) che necessitano di un’azione pervasiva. Chi può oggi avanzare una proposta che vada in questa direzione, ma soprattutto avere l’autorevolezza e la forza per promuoverla? In primis il soggetto che ha promesso fin qui l’iniziativa e cioè la CGIL. E questo per varie ragioni, ma in primo luogo per l’essere il principale soggetto sociale organizzato in grado di superare le divisioni politiche, oltre che quello dotato di un supporto organizzativo necessario per attivare un processo. D’altronde solo andando in questa direzione si può mettere a valore il risultato del referendum.
*Direzione nazionale PRC-S.E.
Che fare dopo il risultato referendario?
Gianluigi Pegolo* Il risultato ottenuto dai cinque quesiti referendari è stato deludente. Ci si aspettava quantomeno un livello di partecipazione supeRifondazione Comunista
freezonemagazine.com/articoli/…
Con questo articolo Free Zone Magazine continua la serie di interviste a Editori Indipendenti perché riteniamo che il loro ruolo nel campo dell’editoria sia da sempre di vitale importanza. Ciò per il lavoro di accurata ricerca, da loro svolto, nell’individuazione di autori e libri di particolare interesse, oltre che valore letterario, che altrimenti
La Cechia punta in alto per ospitare una “gigafactory dell’IA” dell’UE
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La Cechia è in corsa per ospitare una delle “gigafactory dell’intelligenza artificiale” dell’Unione europea – enormi centri di calcolo pensati per potenziare le capacità dell’Europa nel
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Le commissioni in Parlamento cambiano stagione, ma poche poltrone | Pagella Politica
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Dal 3 giugno è aperta la piattaforma per le adesioni individuali alla Campagna Stop ReArm Europe.
MANIFESTAZIONE NAZIONALE CONTRO GUERRA, RIARMO, GENOCIDIO, AUTORITARISMO
FERMIAMO LA GUERRA - STOP REARM EUROPE
ROMA 21 GIUGNO 2025 ore 14:00 Porta Sa…
FREE ASSANGE Italia
Dal 3 giugno è aperta la piattaforma per le adesioni individuali alla Campagna Stop ReArm Europe. MANIFESTAZIONE NAZIONALE CONTRO GUERRA, RIARMO, GENOCIDIO, AUTORITARISMO FERMIAMO LA GUERRA - STOP REARM EUROPE ROMA 21 GIUGNO 2025 ore 14:00 Porta Sa…Telegram
Anche la Toscana interromperà le relazioni istituzionali con Israele
"L’interruzione delle relazioni istituzionali ha un valore più politico che economico. Di fatto significa che i rappresentanti delle regioni, a partire dai presidenti, non potranno incontrare diplomatici israeliani e che non potranno essere organizzati eventi in collaborazione con istituzioni israeliane".
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The confirmation follows 404 Media's reporting using flight data and air traffic control (ATC) audio that showed the agency was flying Predator drones above Los Angeles.
The confirmation follows 404 Mediax27;s reporting using flight data and air traffic control (ATC) audio that showed the agency was flying Predator drones above Los Angeles.#News
CBP Confirms It Is Flying Predator Drones Above Los Angeles To Support ICE
The confirmation follows 404 Media's reporting using flight data and air traffic control (ATC) audio that showed the agency was flying Predator drones above Los Angeles.Joseph Cox (404 Media)
USA e #Cina, il teatro dei #dazi
USA e Cina, il teatro dei dazi
Al termine di due giorni di discussioni a Londra, le delegazioni di alto livello di Cina e Stati Uniti avrebbero trovato un accordo sul ripristino del meccanismo di “consenso”, sottoscritto a Ginevra lo scorso mese di maggio, per evitare un’escalatio…www.altrenotizie.org
non sono soltanto le #bugiesioniste a darmi il voltastomaco, ma anche la facilità del mondo #Google ad accettare clienti di questa risma: youtu.be/Cs7cpkDKTh0?si=jA96In…
ma ci rendiamo conto del livello di schifo?
#vomito #sionisti
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#bambini #massacri #deportazione
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Filippo
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