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Trump deregolamenta l’IA: fra pressioni delle Big tech e sfide per la sicurezza


@Informatica (Italy e non Italy 😁)
L'ordine esecutivo del presidente Usa Trump sull'AI del 23 gennaio 2025 segue la revoca del provvedimento dell'ex amministrazione Biden di ottobre. Ecco cosa stabilisce la deregolamentazione odierna
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ECUADOR. Rivadeneira: “Queste elezioni potrebbero rappresentare l’ultima possibilità per il Paese”


@Notizie dall'Italia e dal mondo
Il 13 aprile si voterà per il secondo turno delle elezioni presidenziali. Un appuntamento cruciale per il destino del paese ma anche per quello del continente. Intervista a Gabriela Rivadeneira, direttrice



Fiducia nel mondo digitale: il rischio di alimentare botnet (in)consapevolmente


@Informatica (Italy e non Italy 😁)
Il concetto di fiducia è stato alla base di famosi attacchi informatici del passato, dal fiasco di Sony-DRM al caso Stuxnet fino a Riot Vanguard. Oggi sarebbe opportuno riflettere a chi decidiamo di concedere la fiducia, in termini digitali, fornendogli le “chiavi” dei nostri sistemi




Mauro Orletti – Però ci siamo divertiti
freezonemagazine.com/news/maur…
In libreria dall’11 aprile 2025 Un saggio narrativo, impertinente, sulla storia politica italiana: tra ideali, contraddizioni e trasformazioni sulla soglia del riassetto globale. Mauro Orletti delinea con ironia e spirito critico, un ritratto articolato e stratificato del nostro Paese che aiuta a comprendere le radici dell’attuale scenario politico. Con uno sguardo attento alle


Tracking the ISS Made Easy


If you made something blink, and now it’s time for you to make something move, something like a point-to-a-satellite tracker is a great idea. [Farid] made this moving arrow that always points at the ISS, and documented it nicely to boot.

And there’s a little bit of everything here, from orbital mechanics and fetching the two-line elements (TLE) from the web, to writing the code to translate that into the tabletop machine’s coordinate system. It looks like [Farid] hadn’t done much 3D CAD before, so he got a chance to stretch those muscles too. Finally, it served as an introduction to resource-constrained programming: “This was the first time I’ve had to think about the size of a compiled binary – the most frustrating part was figuring out that using a C++ stringstream was adding too much code to my binary.”

[Farid] is learning a lot here, and you might too. For instance, using pencil lead (graphite) as a lubricant on sliding 3D-printed parts is new to us, but makes sense. We’ll have to try that out.

And while this is a simple desktop tracker, with a lot more mechanical design, the same basics could be put to real use for pointing a receiver dish. Of course, who says you need fancy motors and computers to point a satellite dish anyway? If you work on your arm muscles a bit, you could become the satellite pointer.


hackaday.com/2025/04/07/tracki…



MEDIO ORIENTE. Altro che “disimpegno” americano, Trump riempie la regione di forze Usa


@Notizie dall'Italia e dal mondo
Le forze schierate tra il Mar Rosso e l’Oceano Indiano indicano
l’intenzione di Washington di scatenare offensive militari ovunque, a cominciare dall’Iran
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Oggi sciopero generale in Cisgiordania e Gerusalemme Est a sostegno di Gaza


@Notizie dall'Italia e dal mondo
Organizzazioni politiche di ogni orientamento hanno lanciato un appello per una mobilitazione in tutto il mondo a sostegno del popolo palestinese
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Google rilascia patch per Quick Share… ma era solo una toppa bucata


Gli esperti di SafeBreach hanno segnalato che le patch rilasciate da Google l’anno scorso per correggere le vulnerabilità di Quick Share che potevano portare all’esecuzione di codice in remoto erano incomplete e potevano essere facilmente aggirate.

Quick Share (in precedenza Nearby Share) è un’utilità di condivisione file P2P sviluppata originariamente solo per Android, ma successivamente rilasciata per Windows e Chrome. Consente di inviare file a dispositivi compatibili nelle vicinanze, supportando Bluetooth, Wi-Fi, Wi-Fi Direct, WebRTC e NFC.

Lo scorso agosto, i ricercatori di SafeBreach hanno pubblicato i dettagli di 10 vulnerabilità in Quick Share per Windows che consentivano agli aggressori di scrivere file su un dispositivo di destinazione senza l’autorizzazione dell’utente, causare arresti anomali, reindirizzare il traffico ed eseguire altre azioni dannose.

All’epoca, agli errori rilevati venivano assegnati due identificatori: CVE-2024-38271 (5,9 punti sulla scala CVSS) e CVE-2024-38272 (7,1 punti sulla scala CVSS). Gli sviluppatori di Google hanno risolto rapidamente i problemi poiché potevano essere utilizzati in attacchi man-in-the-middle (MiTM) e portare all’esecuzione di codice remoto (RCE).

Come avvertono ora gli esperti di SafeBreach, le patch dell’anno scorso erano incomplete e Quick Share è rimasto vulnerabile ad attacchi di tipo Denial of Service (DoS) e alla scrittura remota di file arbitrari.

Pertanto, secondo gli esperti, Quick Share potrebbe bloccarsi quando si invia un file il cui nome contiene byte di continuazione UTF-8 non validi. Inizialmente si pensava che l’attacco potesse utilizzare solo il terminatore nullo, ma ulteriori indagini dopo il rilascio della patch hanno dimostrato che potevano essere utilizzati anche altri byte di continuazione non validi.

Inoltre, gli esperti hanno scoperto che una patch per il problema della scrittura non autorizzata di file, che causava l’eliminazione di un file sconosciuto da parte di Quick Share, non risolveva il problema.

“Questa vulnerabilità critica ha consentito a un aggressore di eludere la necessità di ottenere il consenso per trasferire un file da un utente Quick Share e invece inviare il file direttamente al suo dispositivo senza approvazione”, spiega SafeBreach.

Google ha risolto il problema forzando Quick Share a contrassegnare tali file come “sconosciuti” e ad eliminarli. Ma gli sviluppatori non hanno preso in considerazione la possibilità di trasferire due file con lo stesso ID payload all’interno della stessa sessione. Per questo motivo l’applicazione ha eliminato solo il primo file inviato.

“Siamo stati in grado di lanciare esattamente lo stesso exploit della vulnerabilità originale, ma ora abbiamo inviato due pacchetti PayloadTransfer di tipo FILE. Abbiamo specificato nomi di file e contenuti diversi per i due pacchetti, ma impostato gli stessi ID di payload”, hanno affermato gli esperti.

Al bypass della patch è stato assegnato l’identificatore CVE-2024-10668 e gli sviluppatori di Google hanno nuovamente corretto la vulnerabilità a novembre 2024. Quick Share per Windows versione 1.0.2002.2 contiene ora le patch per tutte le vulnerabilità rilevate da SafeBreach.

“Sebbene il nostro studio si sia concentrato sull’utilità Quick Share, riteniamo che i nostri risultati siano applicabili all’intero settore del software e suggeriscano che, anche quando il codice è complesso, i fornitori dovrebbero sempre affrontare la vera causa principale delle vulnerabilità”, concludono i ricercatori.


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Helen Burns – The Rain Caller
freezonemagazine.com/articoli/…
C’è una scena musicale italiana che, da tempo, continua a lasciare tracce di se sempre più evidenti e non certo trascurabili. Edoardo Buccheri (basso), Domenico Failla (voce), Walter Leotta (chitarra), Sebastiano Musco (chitarra), Salvo Vasta (batteria), sono i quattro ragazzi che dalla provincia catanese sono destinati a farsi conoscere sempre di più, in particolare da […]
L'articolo Helen Burns


I Criminali Hanno Paura del Ransomware! Molti Lasciano L’Arena Per Dedicarsi al Furto dei Dati


A novembre dell’anno scorso, la direzione di Hunters International aveva annunciato al suo team che il progetto sarebbe stato chiuso, affermando che il “rebranding” in World Leaks era già in pieno svolgimento.

Il gruppo World Leaks ha lanciato il sito nelle darknet il 1° gennaio di quest’anno concentrandosi esclusivamente sul furto di informazioni, annunciando di non avere più l’intenzione di utilizzare il ransomware. Le tattiche infatti si sarebbero basate sul furto di dati e sull’estrazione del massimo beneficio da essi, estorcendo riscatti alle aziende vittime o vendendo le informazioni a chi è interessato.

Questo perché il ransomware non è più redditizio e le forze dell’ordine e gli investigatori internazionali prestano troppa attenzione agli hacker da profitto e quindi non ne vale più la pena. Nel loro annuncio di novembre, Hunters International ha scritto:
Nonostante i grandi sforzi investiti nella creazione e nello sviluppo congiunto del progetto, io e la maggior parte dei partner abbiamo deciso che lo sviluppo nella direzione del Ransomware era diventato poco promettente, poco conveniente ed eccessivamente rischioso.

Nel mondo stanno avvenendo dei cambiamenti, uno dei quali è il riconoscimento del Ransomware come terrorismo e dei paesi che contribuiscono (o non fanno nulla) a tale fenomeno, come paesi che sostengono i terroristi.

Questo status è inaccettabile per la maggior parte dei Paesi, poiché ha un impatto negativo sul sistema bancario estero. Ciò significa che la lotta contro il ransomware si sta spostando dal piano virtuale a quello reale, e questa volta i nostri stessi Stati sono contro di noi. In una situazione del genere, le possibilità di sopravvivenza tendono a zero.

Il ransomware è un argomento molto interessante, ormai ampiamente studiato. Continuare a lavorare in questo settore significa mettere a rischio la propria vita e quella dei propri cari. Ricordatevi, non siamo terroristi.

Grazie alle nostre competenze specialistiche, possiamo ottenere molto di più, ottenere il tasso di conversione desiderato e pagamenti multimilionari. Insieme possiamo fare qualsiasi cosa! "Arrivederci!"
Tuttavia, poche settimane dopo la pubblicazione di questo messaggio, Hunters International è tornato ad essere attivo ipotizzano che potrebbe esserci stata una divisione nel gruppo o una sorta di confusione deliberata o accidentale.

In ogni caso, il rebranding in World Leaks è ancora possibile e, nonostante alcuni problemi con il sito (errori che hanno costretto gli amministratori a chiudere il sito subito dopo il lancio), il progetto è vivo, anche se gli hacker non hanno ancora rivendicato la responsabilità di alcun attacco.

World Leaks offre ai propri membri l’accesso a un software di furto dei dati facile da usare e difficile da rilevare, che si collega tramite proxy a un pannello di controllo online per i partner del gruppo. Se Hunters International abbandonasse davvero l’uso del ransomware, il gruppo si unirebbe ai suoi numerosi “colleghi” che hanno già adottato misure simili. Gli esperti di sicurezza informatica hanno da tempo notato una tendenza all’aumento del numero di criminali che abbandonano il ransomware e preferiscono l’estorsione pura.

Ad esempio, nel 2022, il gruppo estorsivo Karakurt ha smesso di crittografare i dati delle sue vittime e, un anno dopo, il gruppo di hacker BianLian ha fatto lo stesso. Da allora sono comparsi sulla scena nuovi hacker che fin dall’inizio si dedicavano esclusivamente all’estorsione. Un esempio è il gruppo Mad Liberator nato circa un anno fa.

Tuttavia, non si può dire che il ransomware non porti più profitti ai suoi operatori. Ad esempio, il rapporto Sophos del 2024 ha rilevato che il numero di riscatti pagati ai criminali informatici per il recupero dei dati è aumentato di 2,6-5 volte rispetto all’anno precedente.

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L'insicurezza per decreto


altrenotizie.org/primo-piano/1…


ho partecipato alla petizione per chiedere a Mattarella di non firmare il decreto "sicurezza".
chi lo desidera può fare altrettanto al link actionnetwork.org/forms/mattar…

#dlsicurezza #ddlsicurezza #presidente #decretosicurezza




Il fine non giustifica i mezzi: "ProtectEU" è una pessima idea e ci farà molto male


@Privacy Pride
Il post completo di Christian Bernieri è sul suo blog: garantepiracy.it/blog/protecte…
Chatcontrol, per sapere cos'è, consiglio di ascoltare il Tucci che, nel suo podcast Pillole di Bit #324 , in 14 minuti fa una panoramica sugli elementi essenziali della vicenda. un quarto d'ora speso bene. In alternativa,




nessun paese ex sovietico prenderebbe alla leggera o riconoscerebbe che putin e la russia sono cambiati e non hanno più mire espansionistiche nei loro confronti. e temo abbiano ragione. ci hanno messo 50 anni a riuscire a lasciare "madre" russia. credo non vogliano tornare da "madre" russia. la minaccia attuale in europa è la russia, non è certo la germania o l'italia. senza riconoscimento e identificazione della minaccia non c'è alcuna possibilità di difesa. ricordo che durante la seconda guerra mondiale le nazioni fasciste in europa erano due: germania e italia (e secondo me anche la russia). e l'italia ha la sua parte di porcherie, anche se con la sua impreparazione militare si può sostenere che è stata un peso per la germania ed ha aiutato quest'ultima a perdere.


il sostegno o la fiducia in trump temo si possa riassumere e sintetizzare in un unico modo: si tratta di gusto dell'orrido. pregi di trump? direi nessuno. e di certo neppure la sincerità, l'essere diretto, o la correttezza, visto che il suo modo di agire è chiedere e fare una cosa per ottenerne un'altra. trump considera come nemico al momento più che la cina la stessa europa. difficile considerarlo un alleato. o anche solo onesto. ed è pure difficile considerare sincere le sue parole visto che sostiene altro. la merce più preziosa è la fiducia, ed è facile perderla ma arduo riconquistarla. gli unici a beneficiare della "presidenza" trump negli usa sono dittatori di tutto il mondo, tipo cina, russia, corea del nord, iran, talebani, erdogan. non puoi combattere con successo un nemico se sei identico a lui. l'"uomo forte" aiuta solo l'"uomo forte". trump può piacere giusto a un sempliciotto.


Fonte principale delle informazioni sulla Resistenza è il testimone chiave dell’inchiesta di Felicita adrianomaini.altervista.org/fo…


Intervento del segretario Maurizio Acerbo alla manifestazione per la Pace promossa dal Movimento 5 Stelle a Roma il 5 aprile 2025.


Prima di morire
freezonemagazine.com/rubriche/…
Verso la fine del suo turno di lavoro, mio marito attendeva l’ora per andarsene, seduto sulla panchina sotto il portico dei servizi cimiteriali del Comune, quando vede uscire un anziano parecchio contrariato. Come al solito, alla ricerca di problemi da risolvere, spara un “Tutto bene?” “Eh, purtroppo no, l’impiegata mi ha detto che non si […]
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Verso la fine del suo


ALTERNATIVE #01: AMAZON


Comincia a essere chiaro a tutti quanto sia importante in questo momento STACCARSI DAI GRANDI MONOPÒLI americani.

Comincio dal n.1 nel commercio online: AMAZON (ma anche eBay).
Oltre al sacrosanto 'andiamo nei negozi', ci sono "marketplace" alternativi?
Non solo: c'è DI MEGLIO.
Scopriamo insieme queste vere e proprie chicche!

1) commercioVirtuoso (tante categorie)
Italiani, sostenibili e di qualità: i prodotti di questa giovane impresa promettono di venire incontro al commercio locale (acquisti dai negozi sul territorio), all'ambiente (la merce non deve percorrere mezzo mondo) e al valore della lentezza (opposta al "fast" del consumo usa-e-getta).

2) Bookdealer (libri)
Comprare dalle librerie indipendenti con la comodità di ordinare online: è questo l'obiettivo di questa iniziativa, che permette di trovare un libro in una delle librerie aderenti sul territorio nazionale e farselo recapitare anche direttamente a domicilio.

3) Emarketworld (tante categorie - no libri)
Un'altra startup italiana relativamente giovane, che si presenta come un marketplace onesto e con ottime recensioni, un vasto assortimento e la possibilità di trovare anche occasioni e prodotti ricondizionati.

4) PagineGialle Shop (tante categorie - no libri)
Sorprendentemente poco conosciuto, il marketplace di Pagine Gialle è molto assortito. Come su Amazon, i prodotti possono essere venduti dai singoli venditori o direttamente dallo Shop. Vale la pena di esplorarlo bene.
Da segnalare anche PagineGialle, che permette di trovare i negozi più vicini senza passare per Google Maps, e PGCasa, dove si possono reperire facilmente artigiani per tutti i piccoli e grandi lavori domestici.

5) Libri da Asporto (libri)
Non è un vero marketplace, ma un sito che raccoglie molte librerie aderenti, permettendo di trovare facilmente le più vicine sul territorio e di mettersi in contatto direttamente con loro (via email o whatsapp) per ordinare e farsi recapitare i libri anche a domicilio.

6) Subito (tante categorie)
Sicuramente più conosciuto (grazie anche alle campagne pubblicitarie), oltre ad essere un marketplace molto assortito, permette di pubblicare annunci e si configura perciò come una delle alternative nostrane che possono competere anche con eBay (tuttavia senza possibilità di asta).

7) Il Fedimercatino
E per restare nel Fediverso, che dire di questa bella iniziativa no-profit federata, collegata alla comunità Lemmy @Il Mercatino del Fediverso 💵♻️? Il "Mercatino delle Pulci Online Eco-Sostenibile del fediverso" è un piccolo e giovanissimo spazio (in espansione!) nato per contrastare la cultura dello spreco, ridurre i rifiuti e promuovere la filosofia del "Regalo Consapevole" (ma è possibile vendere o acquistare prodotti con prezzi fino a 299€). Leggete bene la pagina about!

8) StrumentiMusicali / MercatinoMusicale (strumenti musicali, apparecchiature e accessori)
Tra i tanti siti specializzati in una sola categoria, presento questo (anche per... deformazione professionale), che ho sempre trovato affidabile, ben fornito e di riferimento nel mondo musicale.
Il Mercatino è inoltre un sito dove mettere e trovare annunci per ottime occasioni.

#Amazon #noamazon #degafam #eBay #NoEbay #buyeuropean #compraeuropeo #compraitaliano #monopolio #alternative #marketplace



a quando la grazia a stupratori e serial killer di donne? ma trump un briciolo di decenza morale non ce l'ha? è un mostro 100%?


La mia recensione su Free Zone Magazine!
freezonemagazine.com/articoli/…



Bunbury e il call center: "...scusi posso?". Ma anche NO


@Privacy Pride
Il post completo di Christian Bernieri è sul suo blog: garantepiracy.it/blog/inbound-…
Premessa 1 A volte non c'è modo di distinguere una bugia da un errore. Altre volte la differenza è lampante e l'unica cosa saggia sarebbe tacere. I call center non sono tutti uguali, alcuni sono buoni e sono semplicemente a nostra

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L’ultima presentazione di “Gente con la chitarra”. Intendo proprio l’ultima, è arrivato il momento di pensare ad altro. Ed è avvenuta in una cornice speciale e in un modo speciale.
radiotarantula.wordpress.com/2…


sia ben chiaro... essere pacifisti veri e sopratutto portatori di pace nel mondo e nella propria vita è altro....

fanpage.it/politica/putiniani-…



anche in russia ci sono manifestazioni per la pace? no? potrebbe voler dire qualcosa... anche tipo che in un conflitto la pace si fa solo in 2... o in zero... ma mai in 1.


"Giù le mani" gli americani scendono in piazza contro le politiche di Trump


Gli organizzatori hanno affermato di aver ricevuto quasi 250.000 adesioni alle manifestazioni contro le politiche trumpiane sulla gestione dei sussidi della previdenza sociale, i licenziamenti dei dipendenti federali, gli attacchi alle tutele dei consumatori e alle politiche anti-immigrazione e gli attacchi alle persone transgender. Le proteste sono anche contro il coinvolgimento di Elon Musk nel governo federale.

agi.it/estero/news/2025-04-05/…




Nonostante


altrenotizie.org/spalla/10634-…


GAZA. Un video conferma la strage dei 15 paramedici a Rafah


@Notizie dall'Italia e dal mondo
Le immagini, trovate sul telefono cellulare di una delle vittime, sono state diffuse dal New York Times. Confermano che i mezzi di soccorso si muovevano con le luci accese e le insegne ben visibili prima di essere colpiti. Israele sosteneva il contrario
L'articolo GAZA. Un video



Anita Camarella e Davide Facchini – Silence Diggers
freezonemagazine.com/articoli/…
Quando Anita Camarella e Davide Facchini spariscono per qualche mese sai per certo che puoi trovarli a Nashville, dove hanno la loro vera casa artistica, con la loro famiglia artistica. E se sai che sono a Nashville puoi aspettarti che tornino con una valigia piena di canzoni. E la valigia dell’ultima trasferta americana conteneva dieci […]
L'articolo


Amore


Amiamoci gli uni gli altri; perché l’amore è da Dio, e chiunque ama è nato da Dio e conosce Iddio.

Gianni Russu doesn't like this.



Fede


La fede è fondamento delle cose che si sperano e prova di quelle che non si vedono.

Gianni Russu doesn't like this.



Nadia Anjuman
freezonemagazine.com/articoli/…
Le donne non esistono. Le donne sopravvivono a malapena. Sono versi di Nadia Anjuman, poetessa afghana nata il 27 dicembre 1980 e morta, assassinata. il 4 novembre 2005, poco dopo essere diventata madre di una bambina di sei mesi. Nadia è nata ad Herat, la città dei poeti, ma anche la città con il più […]
L'articolo Nadia Anjuman proviene da FREE ZONE MAGAZINE.
Le donne non esistono. Le donne sopravvivono a malapena. Sono



Rifondazione Comunista parteciperà domani, con lo nostro storico bandierone della pace di 25 metri, che fece la prima apparizione nelle mobilitazioni contro la guerra del Golfo del 1991, alla manifestazione nazionale contro il piano Rearm Europe e le politiche antipopolari del governo Meloni. Dopo la nostra manifestazione del 15 marzo in Piazza Barberini quella proposta [...]

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Stefano Galieni

C’è un’idea, che cerca di tradursi in vero e proprio impianto ideologico fondativo, che sta attraversando tutta l’Europa e che si esprime ai massimi livelli in paesi culturalmente e politicamente oggi fragili come l’Italia. Ai valori della destra dichiarata, che si richiamano ad un nazionalismo esasperato, ad un culto della “patria bianca e cattolica”, fa da contraltare il pensiero rabberciato di un sedicente mondo progressista e democratico che ha trovato un suo apogeo nella Piazza del Popolo del 15 marzo scorso, che poneva al centro del proprio esistere l’idea di Europa. Ma quale Europa? Non certo quella di Ventotene e nemmeno quella che, negli anni della decolonizzazione, della scoperta di una produzione culturale e politica diffusa e plurale, si apriva al mondo e si interrogava. L’Europa della guerra si fa “nazione” e ribadisce in maniera ignorante, arrogante e suprematista, la propria centralità presente, passata e futura. Poco importa se nel presente l’UE è frammentata e divisa e se nel futuro è destinata ad essere un continente vecchio, probabilmente in via di estinzione, l’importante è affermare che tutto quanto c’è di migliore sul pianeta sia considerato merito e quindi ad esclusivo appannaggio di questa misera porzione di mondo. Inutile analizzare le contraddizioni dei personaggi che si sono alternati sul palco della piazza romana, addobbata di bandiere UE, (perché Unione ed Europa sono considerati sinonimi anche nei confini), questo è quanto la cultura mainstream e di mercato impone oggi come unica, conformista, proposta e i protagonisti non meritano neanche di essere citati. Ma una riflessione è urgente e necessaria, da sinistra, per affrontare il nodo non risolto di una battaglia delle idee che in tali ambiti non ha né spazio né diritto di cittadinanza. E si prova a partire da una concezione rattrappita della storia, imbottita di eurocentrismo in salsa bellica, secondo cui arte, cultura, sono esclusivo patrimonio “nostro”, il resto del mondo non avrebbe, in base a tale concezione, prodotto mai nulla di rilevante. Un principio sconcertante che fa tabula rasa di civiltà millenarie, con cui abbiamo relazioni di ogni tipo ma che si prova a considerare da questo punto di vista subalterne e soprattutto incompatibili. Si prova a dimenticare il fatto che le prime tracce di scrittura giungono dal mondo sumero. E ovviamente si rimuove il fatto che il primo testo scritto di cui si ha notizia risalga al 2880 AC ad opera di Ptahhotep, visir di un faraone della V dinastia. Le cifre con cui facciamo oggi di conto, i metodi utilizzati per i complessi calcoli che regolano la nostra vita, sono arabe al punto che lo stesso termine “algebra” (unione o completamento), utilizzato dal matematico persiano Muḥammad ibn Mūsā al-Khwārizmī, risalgono a circa 1300 anni fa. I suoi studi affondano le radici nella storia millenaria dell’Antico Egitto e delle civiltà mesopotamiche, ma questo sembra, è il caso di dirlo, non contare nulla.

Un razzismo di fondo che ha radici nella storia europea, ma che sembrava essere stato affrontato nei decenni passati, almeno da una parte del mondo culturale e artistico più aperto, sembra essere stato rimosso con un colpo di spugna. Si cerca di re-imporre, sempre secondo una logica di dominio, l’idea che il pianeta non sia mai stato plurale, che i paesi esistenti fuori dai confini della nostra fortezza, non abbiano radici in civiltà millenarie, si pensi a Cina, Giappone, Subcontinente indiano, si cerchi almeno di conoscere quanto accaduto nell’America precolombiana o nel continente africano prima delle invasioni europee e tanto altro ancora. Invece prevale uno sguardo miope, ipocrita e patetico, utile unicamente a lasciare l’illusione che ancora oggi possa avere un futuro un continente che ha vissuto per secoli sulla depredazione e i genocidi. Recentemente è stato pubblicato per “Asino d’oro”, un gran bel libro di ricerca interdisciplinare sulle radici del razzismo, dal titolo “Esseri umani uguali”- Nel volume si alternano spunti di ricerca in merito alle diverse forme di razzismo italiano, partendo da approcci fra loro, solo apparentemente, distanti (medicina, filosofia, attualità politica) intervallati da interviste a personalità del mondo intellettuale che hanno subito o subiscono ancora, forme di discriminazione fondate sul colore della pelle. Il testo, molto puntuale e frutto dell’interconnessione fra diversi autori e autrici, a loro volta provenienti da esperienze diverse, tocca un punto, ad avviso di chi scrive, nodale, nel capitolo inerente alla filosofia. Ci si interroga sulla nascita del razzismo (si pensi alla definizione dei popoli “barbari, in cui peraltro rientravano buona parte di quelli europei) per giungere all’illuminismo di Voltaire fino ad incontrare padri del pensiero filosofico moderno come Hegel e Kant. La filosofia di quel periodo – e poco è cambiato nel secolo successivo – è coeva all’epoca delle esplorazioni, soprattutto in Africa, che immediatamente si traducevano in espansione coloniale, nella tratta degli schiavi, nell’accaparramento delle risorse. Gli imperi sorti su tali rapine si fondarono sulla presunzione che, nei filosofi citati già trova compiutezza, secondo cui le popolazioni con cui si veniva a contatto non avevano storia, non erano composte da veri e propri esseri umani, andavano civilizzati, costretti alla religione dominante (quella cristiana con le sue varianti), comunque appartenevano ad un’altra specie – si utilizzava la parola “razze “da considerare inferiori, al massimo adatte a lavori di fatica e su cui esercitare il comando dell’uomo bianco. Nelle elucubrazioni di chi non entrò poi mai fisicamente nel “Cuore di tenebra” di Conrad, si passò dalla costruzione del mito del “buon selvaggio” di Rousseau, non contaminato dal peccato originale, ad una demonizzazione di persone considerate prive di freni inibitori, pigri, indolenti, da educare, magari con la frusta, come eterni bambini. L’espansione coloniale permise di estendere tale concezione su gran parte del pianeta che venne considerato semplicemente non solo inferiore ma senza storia. Non bastarono le scoperte scientifiche, architettoniche, astronomiche, prodotte nell’America precolombiana né tantomeno l’incontro con realtà complesse in termini di cosmogonia e di visione del mondo come quelle dell’India eccetera.

Molto più tardi e anche grazie all’esplosione dei grandi movimenti di decolonizzazione, si dovette fare i conti con l’ampiezza straordinaria di chi aveva percorso strade simili a quelle europee, con qualche migliaio di anni di anticipo. E se il Ramayana, primo poema redatto in sanscrito di cui si rintraccia l’autore, Vālmīki, risale probabilmente al II secolo AC, gli scritti di Confucio, in Cina al 770 AC, quasi in contemporanea alla leggendaria nascita di Roma. Sono ignoti gli autori de Il libro dei morti, raccolta di formule elaborata intorno al 1550 AC. Questi esempi non vogliono servire a stabilire primazie, quanto a far digerire a coloro che celebrano l’Europa come alfa e omega di tutto, che la letteratura, come ogni altra forma di espressione umana, ha origini poligenetiche e si è sviluppata in base a contesti diversi. E così le forme di organizzazione politica, chi era in Piazza del Popolo ignora o ha dimenticato che l’Impero del Mali, nell’Africa Occidentale, ha origini nel nostro Medioevo XIII secolo, e raggiunse, prima dell’arrivo degli europei, una popolazione di quasi 50 milioni di persone. Ancor prima, nell’VIII secolo AC in quella che i romani denominavano poi Nubia, nacque un regno, D’mt, da cui trae origine l’attuale Etiopia. Questo mentre il “celeste impero” della Cina nasceva nel III secolo AC, tardi se confrontata con la Civiltà della valle dell’Indo, 3000 anni AC, in parallelo con il mondo mesopotamico e in piena età del bronzo. E perché ignorare gli olmechi che costituirono, nell’area mesoamericana, odierno Messico, una delle prime civiltà pre-colonizzazione, fra il 1400 e il 400 a.c.? Ancora va ripetuto, non si tratta di assegnare quanto di togliere primati ed abolire gerarchie atte a motivare ogni forma di oppressione e discriminazione. Se la piazza dell’Europa si forma sul principio di essere fondante del pianeta, dimostra un’arretratezza e uno spirito neocoloniale e profondamente razzista mai superato. E va notato come nelle performance in cui si sono esibiti i rappresentanti di questa “Europa Make Again”, siano spariti gli immensi romanzieri russi che è assurdo non ascrivere anche al patrimonio culturale collettivo. La logica di guerra e di costruzione del nemico porta addirittura a dimenticare coloro che fino a pochi anni fa erano importanti partner, passi per i paesi nordafricani che si affacciano sul Mediterraneo, abbandonati al loro destino e considerati estranei da almeno 60 anni, ma se anche Cechov, Dostoevskij e Tolstoj, devono sparire dall’orizzonte, tutto diviene più ridicolo. Come se durante la Seconda guerra mondiale tutte le potenze alleate avessero deciso, di comune accordo, di bandire Dante, Petrarca o Mann. Quello che da alcune voci di quella piazza, le più autocentrate, è messo da parte, attiene anche al non rendersi conto che già da decenni, ma ancor più oggi, il processo iniziato con la conquista – non scoperta – delle Americhe e a seguire con la spartizione del pianeta, è irrimediabilmente finito ed oggi l’UE, anche militarmente ed economicamente, è una forza fra le altre, in cui si concentrano ancora le ricchezze del mondo ma che non ha alcuna reale spinta propulsiva.

Ma, da ultimo, siamo convinti veramente che tale approccio costituisca una dimostrazione di inadeguatezza che attiene unicamente all’Europa guerrafondaia di destra o liberal progressista? Se mi si permette un punto di vista individuale, nutro seri dubbi. Anche nella nostra sinistra internazionalista e contraria alle guerre, permangono elementi, dovuti certamente anche alla scarsa conoscenza ed a una micidiale depoliticizzazione del Paese che avviene in contemporanea con una sua profonda mutazione in senso pluriculturale della società. Dietro ai tanti “nuovi visi” che incontriamo, spesso ci sono millenni di storia e formidabili esperienze politiche, artistiche, letterarie, musicali, frutto di cosmogonie composite di cui ignoriamo completamente l’esistenza. Da decenni è giunto il tempo, mai completamente affrontato, di una decolonizzazione della nostra cultura, della presa d’atto che questa costituisce una forma sociale aggregante ma non l’unica, che la sola soluzione è nel riconoscerne in maniera paritaria, evitando, ovviamente ogni relativismo, le altre esperienze in circolazione. Decolonizzare non è unicamente riconoscere i crimini commessi dai propri passati governanti quanto, soprattutto, guardare al presente e al futuro con occhi radicalmente diversi. Magari pronti a scorgere nell’intuizione politica, economica, artistica, ecologista, femminista, che arriva da diversi angoli del pianeta, una chiave per comprendere se stessi e per affrontare il futuro non in solitudine ma nella complessità, con l’intenzione di cambiare il mondo, non in nome di una “civiltà” ma in quello di un’alternativa prospettiva per tutte e tutti.