Proxy web e filtraggio dati: le raccomandazioni Cnil per i titolari del trattamento
@Informatica (Italy e non Italy 😁)
La Cnil apre alla consultazione pubblica, entro il 30 settembre, della bozza di raccomandazioni sui proxy web. Una guida operativa per i titolari del trattamento dati e per i professionisti con un triplice intento. Ecco quale
L'articolo Proxy web e filtraggio
Fincantieri accelera, ordini in crescita e nuovo slancio nell’underwater
@Notizie dall'Italia e dal mondo
I risultati del primo semestre 2025 confermano la traiettoria di crescita di Fincantieri, con performance in progresso in tutti i segmenti di business e una solidità finanziaria che rafforza la visione a lungo termine delineata nel piano industriale 2023-2027. Il consiglio di
I.A. e precisione delle risposte
@Informatica (Italy e non Italy 😁)
Lo scopo di questo articolo è riflettere su alcuni aspetti dell’intelligenza artificiale tra cui il prompting ossia la capacità di effettuare correttamente una domanda all’algoritmo d’intelligenza artificiale per ottenere risposte […]
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Martina Oppelli è morta in Svizzera
Il suo ultimo video: “Costretta ad andare all’estero, il mio appello è caduto nel vuoto. Ogni dolore va rispettato”
Dopo i 3 dinieghi della azienda sanitaria, la triestina, affetta da sclerosi multipla, è stata accompagnata da Claudio Stellari e Matteo D’Angelo, volontari di Soccorso Civile, l’associazione per le disobbedienze civili sul fine vita di cui è responsabile legale Marco Cappato, con l’aiuto di altre 31 persone
Venerdì 1° agosto alle 13:30, a Trieste, è prevista una conferenza stampa presso l’Antico Caffè San Marco, in via Cesare Battisti 18. Sarà possibile seguire la Conferenza anche dal canale YouTube dell’Associazione Luca Coscioni. Sono previsti gli interventi di Marco Cappato, Claudio Stellari, Matteo D’Angelo e Felicetta Maltese.
Martina Oppelli, 50enne triestina, affetta da sclerosi multipla da oltre 20 anni, è morta questa mattina in Svizzera, dove ha avuto accesso al suicidio medicalmente assistito. È stata accompagnata da Claudio Stellari e Matteo D’Angelo, iscritti a Soccorso Civile, l’associazione che fornisce assistenza alle persone che hanno deciso di porre fine alle proprie sofferenze all’estero, e di cui è rappresentante legale Marco Cappato. Insieme a loro, hanno fornito aiuto logistico ed economico altre 31 persone, i cui nomi saranno resi pubblici.
Lo scorso 4 giugno, Oppelli aveva ricevuto il terzo diniego da parte della azienda sanitaria ASUGI in merito alla verifica delle condizioni per accedere al suicidio medicalmente assistito: secondo l’azienda sanitaria non era sottoposta ad alcun trattamento di sostegno vitale, nonostante la completa dipendenza dall’assistenza continuativa dei caregivers e da presidi medici (farmaci, catetere e macchina della tosse).
Per questo motivo lo scorso 19 giugno – assistita dal team legale coordinato da Filomena Gallo, avvocata e Segretaria nazionale dell’Associazione Luca Coscioni – Oppelli ha presentato un’opposizione al diniego, accompagnata da una diffida e messa in mora nei confronti dell’azienda sanitaria. A seguito della diffida, è stata avviata una nuova procedura di valutazione da parte della commissione medica, ma Martina Oppelli ha deciso di andare in Svizzera per accedere all’aiuto alla morte volontaria perché era impossibile per lei attendere altro tempo per una risposta: le sofferenze non erano in alcun modo tollerabili.
Queste le parole di Martina Oppelli affidate all’Associazione Luca Coscioni in un video registrato in Svizzera.
youtube.com/embed/qjv8w4lWwE0?…Gentili parlamentari e concittadini tutti, non so se vi ricordate di me, sono Martina Oppelli. Più di un anno fa feci un appello a tutti voi affinché venisse promulgata e approvata una legge, una legge sensata che regoli il fine vita, che porti a un fine vita dignitoso tutte le persone, malate, anziane, ma non importa, prima o poi tutti noi dobbiamo misurarci con la fine della nostra vita terrena. Sì, questo appello è finito nel vuoto.
Io all’epoca, ormai due anni fa, mi appellai alla sentenza Cappato per poter accedere al cosiddetto suicidio assistito presso l’azienda sanitaria della mia Regione. Per ben tre volte mi è stato negato, benché io ne avessi il diritto, ma chissà, forse non abbastanza, forse non lo so perché, io non ho tempo per aspettare un quarto diniego, ma anche se fosse un assenso io ero allo stremo delle mie forze. Sono in Svizzera, sì, forse una fuga direte voi, no, no, no, è un ultimo viaggio.
Ho pensato che forse avrei dato meno fastidio, meno problemi, fuggendo all’estero, com’è la cosiddetta fuga di cervelli all’estero, ma non importa, sono qui e voglio restare qui e morire dignitosamente qui in Svizzera. Ma perché, perché dobbiamo andare all’estero, perché dobbiamo pagare, anche affrontare dei viaggi assurdi? Io ho fatto un viaggio lunghissimo, dopo che non uscivo da casa da più di un mese e non lasciavo la mia città da oltre undici anni, è stato veramente uno sforzo titanico, ma l’ho fatto per avere una fine dignitosa alla mia sofferenza, per piacere. Io non voglio che questo iter si ripeta per altre persone, non potete rimandarci sempre a settembre, ogni anno a settembre, perché ci sono urgenze più grandi.
Sappiate che sono pienamente consapevole che esistono tragedie enormi, genocidi, terremoti, alluvioni e che magari la misera vita di una singola persona e la sua sofferenza appaiono troppo piccole in confronto a una guerra, ma il macrocosmo è fatto da infiniti microcosmi, già, e ogni microcosmo ha un proprio dolore e ogni dolore è assoluto nel momento in cui viene vissuto e va rispettato. Quindi, per piacere, ascoltate anche noi, non accomunate immagini di guerre, battaglie, terremoti anche alla mia immagine o all’immagine di altri malati, come se fossi quasi offensivo, sì, è offensivo pensare di sperare, di porre fine alle proprie sofferenze, quando altre persone fanno di tutto per vivere. Anche noi abbiamo fatto di tutto per vivere, credetemi.
Io sono 30 anni che mi arrampico sugli specchi pur di conservare questo sorriso che si sta lentamente spegnendo, rispettate ognuno di noi. Simone Weil, grande filosofa francese, scriveva “ognuno ha il proprio olocausto privato.” Così, il fine vita tocca a tutti prima o poi, può accadere a 120 anni, può accadere a 50, può accadere prima, ogni scelta va rispettata.
Fate una legge che abbia un senso, una legge che tenga conto di ogni dolore possibile, che ci siano dei limiti, certo, delle verifiche, ma non potete fare attendere due, tre anni prima di prendere una decisione. In questi ultimi due anni il mio corpo si è disgregato, io non ho più forza, ma non ho più forza nemmeno di respirare delle volte, perfino i comandi vocali non mi capiscono più. Ecco, io ho anche il catetere vescicale, ho un tubo di scappamento come una macchina al quale non sarei mai voluta arrivare, perché io non sono una macchina, sono un essere umano, io non funziono, io vivo e voglio vivere dignitosamente fino alla fine, o desideravo. Adesso desidero morire dignitosamente, per piacere.
Fate una legge sensata, cercate di mettervi nei panni di chiunque, di chiunque. Non esiste nessuna guerra utile in questo mondo, ogni battaglia è inutile, mettiamo da parte le diatribe politiche, perché non esiste destra o sinistra o centro, siamo tutti esseri umani, tutti, per piacere, per piacere, legiferate, ma legiferate con buon senso. Scusate il disturbo, me ne vado in silenzio, io miro all’oblio, non cercavo la fama, forse cercavo solo di evitare la fame in questi anni, lavorando onestamente, pagando le tasse onestamente, pagando anche i contributi di chi mi assisteva giorno e notte in questo paese onestamente. Perché sono dovuta venire qui all’estero? Perché non ce la facevo più ad aspettare, non ce la facevo più. Per piacere fate una legge che abbia un senso e che non discrimini nessuna situazione plausibile. Scusate il disturbo.
L'articolo Martina Oppelli è morta in Svizzera proviene da Associazione Luca Coscioni.
Hands On: The Hacker Pager
It should come as no surprise that the hacker community has embraced the Meshtastic project. It’s got a little bit of everything we hold dear: high quality open source software, fantastic documentation, a roll-your-own hardware ethos, and just a dash of counterculture. An off-grid communications network cobbled together from cheap parts, some of which being strategically hidden within the urban sprawl by rogue operators, certainly sounds like the sort of thing you’d read about it in a William Gibson novel.
But while the DIY nature of Meshtastic is one of its most endearing features for folks like us, it can also be seen as one of its weak spots. Right now, the guidance for those looking to get started is to pick a compatible microcontroller development board, 3D print a case for it, screw on an antenna from AliExpress, flash your creation with the latest firmware, and then spend some quality time with the documentation and configuration tools to actually get it on the air. No great challenge for the average Hackaday reader, but a big ask for the weekend adventurer that’s just looking for a way to keep in touch with their friends while camping.
Quality hardware that offers a turn-key experience will be critical to elevating Meshtastic from a hobbyist’s pastime to something that could actually be fielded for applications such as search and rescue. Plus, let’s be honest, even those of us who like to put together our own gadgets can appreciate a more consumer-oriented piece of hardware from time to time. Especially if that hardware happens to be open source and designed to empower the user rather than hold them back.
Enter the Hacker Pager from exploitee.rs. As the name implies, it’s still very much a device intended for hackers — a piece of hardware designed for the halls of DEF CON rather than trekking through the wilderness. But it’s also an important step towards a new generation of Meshtastic hardware that meets the high standard of quality set by the software itself.
All in One, One For All
Before diving into the device itself, it would be helpful to take a moment to explain how users typically interact with Meshtastic, and what makes the Hacker Pager different.Connecting an Android phone to Meshtastic via a Heltec V3
Generally speaking, there are two types of Meshtastic devices: stationary nodes placed on rooftops and other vantage points to provide the infrastructure, and mobile nodes that a person would carry with them that allows access the network. This isn’t strictly accurate as each mobile device can also relay messages and contribute to the overall mesh network, but for the purposes of this discussion that’s not really an important distinction.
The mobile nodes are essentially radio modems that connect to your smartphone. You might have one strapped to your backpack, or mounted to the roof of your car. An app on your phone allows you to use the radio to tap into the Meshtastic network, and provides (among other features) an SMS-like interface for sending and receiving messages. This can be a little ungainly if you’re physically plugged into the mobile node, but Bluetooth is also an option.
Now, what makes the Hacker Pager different is that it not only works as gateway device to provide access to the Meshtastic network to a tethered smartphone, but it can also be used as a stand-alone communicator. This approach is truly the best of both worlds, as you get all the functionality of the smartphone application, while also giving you the freedom to subtract the phone from the equation entirely.
hackaday.com/wp-content/upload…
The Hacker Pager isn’t the first Meshtastic device to provide this capability, but at the time of this writing, it’s still one of only a handful of options that offer it. It is however the first one to come in the classic pager form factor, which brings with it a certain nostalgic appeal. The unique layout and interface of the Hacker Pager does come at a cost though; at least for now, it can’t run the mainline Meshtastic firmware and has its own independent fork. But we’ll get back to that in a minute.
Built By Hackers, For Hackers
I mentioned earlier that the Hacker Pager isn’t designed for a rugged environment, but that doesn’t mean it’s a wimp, either. It’s built like a brick, which I mean in the most positive way possible. But more than that, it’s built how a hacker would build it. Laser-cut acrylic panels, 3D printed body and buttons, you can still see how each component could be produced by a well-equipped home gamer should they need or want to.
That’s something we often see get inadvertently overlooked by open source hardware projects, and I’m happy to see that it seems to have remained a guiding principle for the Hacker Pager. It’s no mean feat either — we always release the design files for our annual Supercon badge, but that’s not to say they’ve always been easy to recreate for the hacker who couldn’t make it out to Pasadena. It’s not that we ever intentionally design the badge to be hard to replicate, it can just get away from you sometimes.Bodge wire not included on production units. Probably.
While going with a larger footprint for some of the components would have made DIY rework a little easier, there’s nothing about the Hacker Pager that would keep you from either building one yourself or using it as a basis for another design. That includes the license, as the hardware side of the project is available under the CERN Open Hardware Licence Version 2.
I could easily see the Hacker Pager becoming another Beepy — an OSHW project that resonates so strongly with the community that it inspires a whole line of clones.
A New Way to Mesh
The firmware for the Hacker Pager is forked from the upstream Meshtastic project, and as such, the device is fully compatible with all the infrastructure that’s already out there. Similarly, when used in conjunction with the official Meshtastic smartphone application, you’ll have all the features and functions you’re used to. But when you use the Hacker Pager on its own, it’s unlike any other Meshtastic device out there.
That’s largely due to the fact that the retro-inspired hardware of the Hacker Pager demands a different sort of user interface than any of the existing Meshtastic devices. The menu system makes excellent use of the vibrant 192×64 pixel monochrome LCD, and banging out messages using the on-screen keyboard and directional buttons is a breeze. Users from the younger generations may need some time to adapt, but for those of a certain age, it feels like home.
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One of my favorite features doesn’t even kick in until you’ve put the Hacker Pager down for a bit. Once the device has hit the user-defined idle timeout, the screen backlight turns off and the screen shifts over to an ambient clock display that also shows critical status information such as battery level, number of nodes in the area, and a new message indicator.
It’s also got the features you’d expect from a modernized pager. You can be notified of incoming messages by the classic audible alert or vibration, naturally. But there’s also 36 addressable RGB LEDs and a dozen UV LEDs that are more than happy to put on a light show each time something hits your inbox.
More Than Idle Talk
Honestly, if everything I’ve just covered was all the Hacker Pager could do, I’d still have come away impressed. But the team at exploitee.rs took things a step further by adding in several tools that should prove useful for anyone who’s into hacking around on Meshtastic or other flavors of LoRa.
The Packet Capture mode (and matching Wireshark plugin) lets you explore the actual communication protocols at work, and the Spectrum Analyzer will visualize anything broadcasting between 850 to 950 MHz and optionally export the results. While there’s no official word on additional tools, it’s not hard to imagine how either exploitee.rs or the community could expand on these capabilities on the future with new functions such as a WiFi or Bluetooth scanner.
Joining the Pager Revolution
If you want your own Hacker Pager, it will set you back $200 for the standard Green/Black model shown here, or $250 for the Special Edition colors (Pink/Black, Orange/Black). Unfortunately, they’re currently out of stock.
We made every effort to time the release of this article to coincide with availability of the Hacker Pager, but folks have been chomping at the bit to pick one up since they were first unveiled last year, and demand was simply too great. Sorry about that.
But don’t worry, you haven’t missed your chance. We’re told that units will be available at DEF CON 33 next week if you’re making the trip out to Vegas, and if not, you can put your email down to be notified when the next batch of Hacker Pagers will be ready to go.
In the meantime, you can read up on the promise of the Meshtastic project and maybe even setup your first node.
Farewell Shunsaku Tamiya: The Man Who Gave Us The Best Things To Build
In the formative experiences of most Hackaday readers there will almost certainly be a number of common threads, for example the ownership of a particular game console, or being inspired into engineering curiosity by the same TV shows. A home computer of a TV show may mark you as coming from a particular generation, but there are some touchstones which cross the decades.
Of those, we are guessing that few readers will not at some point have either built, owned, or lusted after a Tamiya model kit at some point over the last many decades, so it’s with some sadness that we note the passing of Mr. Tamiya himself, Shunsaku Tamiya, who has died at the age of 90.
Shunsaku Tamiya
For most of us the word “Tamiya” conjures up an image of a brightly coloured and well illustrated box with the trademark red and blue Tamiya logo containing a model kit, remote controlled car, or other wondrous piece of miniature engineering. Kids’ are shaped by the experiences their toys give them, and while it might seem strange to cite plastic models as a key influence for a hardware hacker, here were toys that could be built in all their intricate detail.
The Tamiya story started in the lumber business, diversifying into wooden toys, and then just like LEGO on the other side of the world from their Shizuoka base, into plastic injection mouldings. Shunsaku Tamiya was famous for his attention to detail and this very much came through in his products.
I learned this first-hand through a professional modeler friend who had the job of making the models featured on British Tamiya packaging. Though she dealt with the British agents of the company and could have spent her entire tenure talking to their marketing department, she found herself dealing with Mr. Tamiya personally. His box models were made by one of the best in the business, but even the quality of the packaging in a distant export market mattered to the boss.
We are sure the Tamiya company will continue to produce the best in plastic modeling, and we envy the kids who are now discovering them for the first time and sharpening an interest in making things that will stay with them for life. Thank you, Shunkasu Tamiya.
Bug da Oscar per macOS/iOS! Un’email crittografata causa l’arresto anomalo del device
Un’e-mail crittografata può causare l’arresto anomalo immediato del sistema macOS/iOS? La risposta è SI!
Non si tratta di un complotto di fantascienza, ma di un attacco reale, come rivelano gli ultimi risultati delle ricerche di Alibaba Security. Per prevenire efficacemente questo tipo di attacco, Alibaba Security e l’Università dell’Indiana a Bloomington hanno esplorato e scoperto congiuntamente un vettore di attacco per rilevare potenziali problemi di sicurezza DoS (Denial-of-Service) nelle librerie di algoritmi crittografici: certificati X.509 malformati.
Hanno quindi condotto una serie di ricerche su problemi correlati nelle librerie di algoritmi crittografici basate su questo vettore. Questo risultato è stato reso pubblico alla conferenza USENIX Security’25 ed è stato candidato ai Pwnie Awards, gli “Oscar del mondo degli hacker”.
Utilizzando certificati X.509 malformati, i ricercatori hanno condotto esperimenti su sei librerie di algoritmi crittografici open source tradizionali: OpenSSL, Botan, Bouncy Castle, Crypto++, GnuTLS e phpseclib, nonché su una libreria crittografica Security progettata specificamente per l’ecosistema Apple.
Sono state scoperte 18 nuove vulnerabilità CVE e identificate 12 vulnerabilità CVE note .
I certificati digitali X.509 sono le “carte d’identità” del mondo online
Con l’ampia diffusione di Internet, le problematiche relative alla sicurezza delle reti stanno diventando sempre più importanti. Per garantire la sicurezza e l’affidabilità delle comunicazioni di rete, i certificati digitali sono diventati uno strumento fondamentale per garantire l’autenticazione dell’identità e la sicurezza dei dati.
Un certificato digitale è come una “carta d’identità” nel mondo online. Viene rilasciato da un’organizzazione terza affidabile (chiamata autorità di certificazione, CA) e viene utilizzato per verificare l’identità di entrambe le parti in comunicazione e garantire che le informazioni non vengano manomesse durante la trasmissione.
Attualmente, X.509 è uno degli standard di certificazione digitale più ampiamente adottati a livello internazionale. Definisce la struttura e il contenuto di base di un certificato, inclusi campi quali informazioni sul soggetto, chiave pubblica, algoritmo di firma e periodo di validità, e supporta meccanismi di verifica della catena di certificati, creando così un’infrastruttura a chiave pubblica (PKI) affidabile.
Inoltre, i certificati X.509 sono diventati una componente fondamentale della moderna sicurezza di rete, utilizzati in vari protocolli (come TLS e S/MIME) per garantire la sicurezza delle comunicazioni. Anche i sistemi operativi moderni (come macOS e iOS) utilizzano i certificati X.509 per la verifica delle firme, garantendo l’autenticità e l’integrità delle applicazioni.
Risoluzione dei problemi di tipo DoS con certificati X.509 non validi
Le API relative alla crittografia sono spesso complesse nella progettazione, e molti sviluppatori non hanno conoscenze specifiche in materia. La contraddizione tra i due aspetti porta a un frequente uso improprio delle API di crittografia nella pratica, il che ha spinto la ricerca esistente a concentrarsi su come contrastare al meglio l’uso improprio delle API di crittografia.
Tuttavia, anche se gli utenti rispettano rigorosamente le specifiche di utilizzo e chiamano correttamente l’API in una libreria crittografica, potrebbero comunque verificarsi rischi per la sicurezza dovuti a problemi di sicurezza nell’implementazione dell’API stessa.
La ricerca attuale sui problemi di sicurezza nelle implementazioni crittografiche si concentra principalmente sulla riservatezza (come gli attacchi side-channel) e sull’integrità (come le collisioni hash) nella tripletta CIA (riservatezza, integrità e disponibilità), mentre viene prestata meno attenzione ai problemi di disponibilità. Tuttavia, il team di ricerca ha notato che le librerie crittografiche sono spesso più vulnerabili agli attacchi DoS rispetto ad altri tipi di progetti a causa delle due caratteristiche seguenti:
- L’implementazione di librerie crittografiche spesso comporta operazioni su “grandi numeri” (ad esempio, operazioni su un campo finito che coinvolgono un numero primo a 1024 bit). Tali operazioni e i loro ordini di grandezza sono relativamente rari nei progetti non crittografici.
- L’implementazione di librerie crittografiche spesso comporta l’elaborazione di vari tipi di dati (come ASN.1) e regole di codifica (come la codifica DER). La progettazione di questi schemi è spesso complessa ed è facile commettere errori durante il processo di implementazione.
Per convalidare ulteriormente questa osservazione, il team di ricerca ha condotto un’analisi sistematica delle implementazioni di codice in diverse librerie crittografiche vulnerabili agli attacchi DoS. Nel processo, hanno dimostrato la fattibilità dell’utilizzo di certificati X.509 malformati come vettore di attacco per sfruttare e rilevare problematiche di tipo DoS nelle librerie crittografiche.
I principali contributi di questo lavoro includono i seguenti tre punti:
- Analisi sistematica e nuove scoperte : hanno condotto la prima analisi sistematica delle librerie di algoritmi crittografici vulnerabili agli attacchi DoS. Così facendo, hanno scoperto tre nuovi rischi per la sicurezza di tipo DoS e hanno rivelato un vettore di attacco comune, ovvero certificati X.509 malformati, per sfruttare le vulnerabilità DoS associate a dieci rischi tipici identificati in questo studio.
- Sviluppo di strumenti automatizzati + Individuazione e sfruttamento delle vulnerabilità : hanno sviluppato uno strumento automatizzato chiamato X.509DoSTool, che può essere utilizzato per generare rapidamente certificati malformati specifici e rilevare vulnerabilità DoS nelle corrispondenti implementazioni delle librerie crittografiche. Utilizzando questo strumento, hanno scoperto con successo 18 nuove vulnerabilità e identificato 12 vulnerabilità note. Hanno inoltre verificato queste vulnerabilità in scenari reali e scoperto nuovi metodi di sfruttamento remoto sulle piattaforme macOS e iOS.
- Modellazione delle minacce e strategie di mitigazione : attraverso la modellazione delle minacce e i risultati sperimentali, hanno dimostrato che l’attacco DoS X.509 è una minaccia diffusa, ma finora poco studiata, nel mondo reale. Sulla base di ciò, hanno ulteriormente analizzato le cause profonde degli attacchi DoS X.509 e proposto strategie di mitigazione praticabili per aiutare gli sviluppatori a migliorare la sicurezza dei loro sistemi.
Questa sezione è dettagliata nella Sezione 1 dell’articolo. Inoltre, per comprendere meglio il contenuto dei capitoli successivi, si consiglia ai lettori di fare riferimento all’introduzione alle conoscenze di base nella Sezione 2 dell’articolo per una maggiore comprensione degli aspetti matematici delle curve ellittiche, di ASN.1 e di X.509.
La ricerca di Alibaba Security
In questo lavoro, i ricercatori concentrandosi su questo attacco, hanno ulteriormente analizzato i meccanismi e i metodi di sfruttamento di una serie di vulnerabilità legate ai rischi DoS nelle librerie crittografiche. Utilizzando strumenti automatizzati, hanno scoperto 18 nuove vulnerabilità in sette importanti librerie crittografiche. Hanno poi dimostrato queste vulnerabilità in due scenari reali: l’handshake TLS reciproco sui siti web HTTPS e la verifica della firma sui sistemi macOS/iOS di Apple.
I risultati sperimentali dimostrano la fattibilità dei certificati X.509 malformati da loro creati nel rilevare e sfruttare le vulnerabilità DoS nelle librerie crittografiche. Rivelano inoltre che gli attacchi DoS X.509 rappresentano una minaccia alla sicurezza diffusa ma poco studiata, meritevole di maggiore attenzione. Discutono inoltre le cause profonde di questi attacchi e propongono una serie di possibili strategie di mitigazione.
In futuro, il team di ricerca spera che questo lavoro possa accrescere ulteriormente la consapevolezza della comunità della sicurezza in merito alle vulnerabilità crittografiche e ai metodi di attacco e ispirare più ricercatori a esplorare meccanismi efficaci di rilevamento e difesa, promuovendo congiuntamente la costruzione di sistemi crittografici e proteggendo la sicurezza degli utenti.
L'articolo Bug da Oscar per macOS/iOS! Un’email crittografata causa l’arresto anomalo del device proviene da il blog della sicurezza informatica.
Relazione annuale 2024 in uscita! Date un'occhiata al lavoro di noyb nel 2024! mickey31 July 2025
Fairphone, Lineage OS, /e/ OS, Grapehne OS: perché non si capisce mai una ca%%o?
Capire il mondo dei telefoni etici e dei relativi sistemi operativi privacy-oriented è un vero inferno. Ecco una disamina per chiarire cosa sono Fairphone, LineageOS, /e/ OS e GrapheneOS, i loro rapporti, le polemiche e la situazione attuale.
Cosa sono
Fairphone
Fairphone è un'azienda sociale olandese che produce smartphone con l'obiettivo di renderli più etici e sostenibili. Questo significa che si impegna a migliorare le condizioni di lavoro nella catena di approvvigionamento, a utilizzare materiali provenienti da fonti più eque (fair trade) e riciclate, e a progettare telefoni facili da riparare e con una lunga durata. Il loro modello di business si basa sulla trasparenza e sulla promozione di un'industria elettronica più responsabile.
LineageOS
LineageOS è un sistema operativo mobile open source basato su Android, nato dalle ceneri di CyanogenMod. Il suo scopo principale è fornire una versione di Android pulita, priva di bloatware (software preinstallato indesiderato) e con funzionalità aggiuntive rispetto all'Android stock. È noto per supportare una vasta gamma di dispositivi, anche datati, prolungandone la vita utile e offrendo aggiornamenti di sicurezza e nuove funzionalità anche quando i produttori originali smettono di fornirli. Non è intrinsecamente "de-Googled", ma offre la possibilità di installarlo senza i servizi Google.
/e/ OS (o Murena /e/OS)
/e/ OS è un sistema operativo mobile basato su Android, con un forte focus sulla privacy e sulla "de-Googlizzazione" completa. È un fork di LineageOS, il che significa che prende il codice base di LineageOS e lo modifica per rimuovere tutte le dipendenze dai servizi e dalle app di Google. /e/ OS mira a fornire un ecosistema completo e privato, includendo un proprio store di app, servizi cloud e alternative alle app di Google, come una mappa open source. L'azienda dietro /e/ OS si chiama Murena.
GrapheneOS
GrapheneOS è un sistema operativo mobile basato su Android, progettato per offrire la massima sicurezza e privacy possibile. A differenza di LineageOS e /e/ OS, GrapheneOS si concentra sulla "hardening" del sistema, ovvero l'implementazione di rigorose misure di sicurezza a livello di codice e kernel. È sviluppato per funzionare in modo ottimale solo su alcuni smartphone Google Pixel, sfruttando le funzionalità di sicurezza hardware di questi dispositivi. La sua filosofia è quella di minimizzare la superficie di attacco e proteggere gli utenti da exploit e sorveglianza.
Rapporti tra loro
I rapporti tra queste entità sono spesso di collaborazione, dipendenza tecnica o competizione, a seconda dei casi:
Fairphone e i sistemi operativi custom (LineageOS, /e/ OS, GrapheneOS): Fairphone produce l'hardware, mentre LineageOS, /e/ OS e GrapheneOS sono software. Non c'è un rapporto diretto e "ufficiale" di base, nel senso che Fairphone non preinstalla LineageOS o GrapheneOS sui suoi telefoni. Tuttavia, i telefoni Fairphone, grazie alla loro natura più "aperta" e alla possibilità di sbloccare il bootloader, sono spesso considerati ottimi candidati per l'installazione di ROM custom come LineageOS o /e/ OS. Molti utenti Fairphone scelgono queste ROM per migliorare ulteriormente la privacy o prolungare la durata del telefono. /e/ OS ha un rapporto più stretto con Fairphone, offrendo addirittura telefoni Fairphone preinstallati con /e/ OS tramite il marchio Murena.
LineageOS e /e/ OS: Come accennato, /e/ OS è un fork di LineageOS. Questo significa che /e/ OS prende il codice sorgente di LineageOS come base e poi lo modifica. C'è quindi una relazione di dipendenza tecnica, con /e/ OS che beneficia del lavoro di sviluppo di LineageOS, aggiungendo poi le proprie modifiche orientate alla privacy.
GrapheneOS e gli altri: GrapheneOS ha una filosofia di sviluppo molto diversa. Non è un fork di LineageOS e si concentra su un numero limitato di dispositivi (i Google Pixel) per massimizzare la sicurezza. Non ha un rapporto diretto di collaborazione con LineageOS o /e/ OS, né con Fairphone a livello di sviluppo software congiunto.
Perché Alcune Volte Polemizzano tra Loro
Le polemiche sorgono principalmente da differenze nelle filosofie di sviluppo, negli obiettivi, e talvolta da questioni etiche o tecniche:
- /e/ OS vs. LineageOS (e la comunità open source in generale): Una delle polemiche storiche riguarda la licenza e la metodologia di /e/ OS. Alcuni membri della comunità open source e di LineageOS hanno criticato /e/ OS per come ha gestito il suo rapporto con il codice di LineageOS, a volte accusandoli di non aderire pienamente allo spirito dell'open source, o di aver inserito componenti proprietari. Ci sono state discussioni anche sul livello di "de-Googlizzazione" e sulla trasparenza di alcune scelte tecniche.
- GrapheneOS vs. tutti gli altri (LineageOS, /e/ OS, e anche Fairphone): GrapheneOS ha una posizione molto intransigente sulla sicurezza e la privacy. I suoi sviluppatori sono noti per criticare aspramente altri progetti (inclusi LineageOS e /e/ OS) che ritengono meno sicuri o che non aderiscono ai loro elevati standard. Ad esempio, GrapheneOS sottolinea che LineageOS, pur essendo open source, non ha le stesse garanzie di sicurezza (come il bootloader bloccabile) che GrapheneOS offre sui Pixel. Riguardo a Fairphone, GrapheneOS ha espresso scetticismo sulla priorità che Fairphone dà alla sicurezza software rispetto alla sostenibilità hardware, sostenendo che un telefono non è veramente sostenibile se non è anche sicuro. Queste critiche sono spesso percepite come molto dirette e possono generare tensioni.
- Fairphone e la sua gestione software: A volte Fairphone è stato criticato dalla sua stessa comunità per la lentezza negli aggiornamenti Android o per la qualità del suo software stock rispetto alla sua eccellente reputazione hardware. Questo spinge alcuni utenti a cercare alternative come LineageOS o /e/ OS, il che può indirettamente creare una sorta di "competizione" di percezione
Qual è la Situazione Attuale
Fairphone
Fairphone continua a produrre smartphone con un forte focus sulla sostenibilità, la riparabilità e la durabilità. I loro ultimi modelli, come il Fairphone 5, continuano a ricevere elogi per l'impegno etico. L'azienda pubblica regolarmente report sull'impatto e sta lavorando per migliorare la propria catena di approvvigionamento e la sostenibilità dei materiali. La disponibilità di aggiornamenti Android e il supporto software rimangono aree di attenzione per la comunità. Fairphone e Murena (/e/OS) hanno una partnership dove Murena vende Fairphone con /e/OS preinstallato.
LineageOS
LineageOS rimane una delle ROM custom più popolari e attive. Continua a supportare un'ampia varietà di dispositivi e a fornire aggiornamenti regolari (anche mensili per la sicurezza). La comunità è vasta e molto attiva. La sfida principale per LineageOS è mantenere il supporto per un numero così elevato di dispositivi e garantire la compatibilità con le nuove versioni di Android, dato che si basa sul volontariato dei manutentori. La sua filosofia è di fornire un'esperienza Android il più possibile pulita e personalizzabile, con la possibilità per l'utente di decidere se includere o meno i servizi Google.
/e/ OS (Murena)
/e/ OS (Murena) continua a promuovere la sua visione di un ecosistema completamente "de-Googlizzato". Offre sia la possibilità di scaricare la ROM per l'installazione manuale, sia la vendita di smartphone (inclusi Fairphone) con /e/ OS preinstallato. Il progetto sta cercando di ampliare il numero di dispositivi supportati e migliorare l'integrazione dei propri servizi. Stanno anche lavorando per aggiornare le loro ROM alle versioni più recenti di AOSP (Android Open Source Project).
GrapheneOS
GrapheneOS mantiene la sua posizione di sistema operativo più sicuro e privato disponibile per i telefoni Android. Continua a svilupparsi esclusivamente per i Google Pixel, sfruttando le loro funzionalità di sicurezza hardware. Il team di sviluppo è molto attivo nel migliorare le protezioni e nel fornire aggiornamenti tempestivi. La comunità di GrapheneOS è più piccola e focalizzata su utenti che danno la massima priorità alla sicurezza, spesso anche a scapito di una maggiore usabilità o compatibilità con tutti i servizi Android tradizionali (dato l'assenza totale dei servizi Google).
Fonti:
1) La guida definitiva su GrapheneOS
2) Distribuzione Android di LineageOS
3) e.foundation
4) Fairphone
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The right to data protection and the battle for privacy: NOYB's 2024 annual report is published today!
Almost 7 years after the GDPR came into force, noyb remains one of the leading European forces fighting for the fundamental right to data protection for all users. To date, our legal work has resulted in administrative fines totaling €1.69 billion. Our results in 2024 once again demonstrate that we can make a difference: in addition to filing 36 new complaints, we also obtained several new decisions from the authorities and even a ruling from the European Court of Justice (CJEU).
Here is the report in English
noyb.eu/en/annual-report-2024-…
Thanks to ❤️ @Privacy Pride ❤️ for having brought to our attention the publication of the report!
None of the projects of @noyb.eu would be possible without the 5,250 supporting members, institutional members, and every single individual who donates to noyb. Your generosity and dedicated supporters enable NOYB to continue its work and make a significant impact on digital rights.
Annual Report 2024 out now!
Our achievements in 2024 prove once again that we can make an impact: In addition to filing 36 new complaints, we also obtained a number of new decisions from authorities and a CJEU rulingnoyb.eu
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Il diritto alla protezione dei dati e le battaglie per la privacy: pubblicato oggi il rapporto annuale 2024 di NOYB!
A quasi 7 anni dall'entrata in vigore del GDPR, noyb rimane una delle principali forze europee che si battono per il diritto fondamentale alla protezione dei dati per tutti gli utenti. Ad oggi, il nostro lavoro legale ha portato a sanzioni amministrative per un totale di 1,69 miliardi di euro. I nostri risultati nel 2024 dimostrano ancora una volta che possiamo fare la differenza: oltre ad aver presentato 36 nuovi reclami, abbiamo anche ottenuto diverse nuove decisioni dalle autorità e persino una sentenza della Corte di Giustizia Europea (CGUE).
Qui il rapporto in inglese
noyb.eu/en/annual-report-2024-…
Nessuno dei progetti di @mastodon.social/@noybeu.rss sarebbe possibile senza i 5.250 membri sostenitori, i membri istituzionali e ogni singolo individuo che dona a noyb. La vostra generosità e dedizione dei sostenitori permettono a NOYB di continuare il suo lavoro e di avere un impatto significativo sui diritti digitali.
Annual Report 2024 out now!
Our achievements in 2024 prove once again that we can make an impact: In addition to filing 36 new complaints, we also obtained a number of new decisions from authorities and a CJEU rulingnoyb.eu
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Gaza non è sola
@Giornalismo e disordine informativo
articolo21.org/2025/07/gaza-no…
Ci perdonerà Lucio Magri se mutuiamo il titolo di uno dei suoi editoriali più significativi per raccontare la bella iniziativa svoltasi ieri mattina al Senato, in Sala Nassiriya, ma Gaza non è sola. Lo abbiamo ribadito grazie alla presenza della special rapporteur delle Nazioni Unite Francesca Albanese, che ha presentato il
Dazi: la soluzione non sono i ristori ma le riforme
@Politica interna, europea e internazionale
In Italia, la pressione fiscale reale si attesta ormai sopra il 47% del Pil: un dato che condanna le nostre imprese a subire un carico fiscale complessivo particolarmente elevato, prossimo al 60%. A un fisco asfissiante, occorre poi sommare il costo degli adempimenti burocratici, di circa 80 miliardi di
Senza avventurarsi nel merito
@Politica interna, europea e internazionale
La legge costituzionale sulla separazione delle carriere deve essere ancora approvata, ma l’Associazione nazionale magistrati ha già avviato la campagna referendaria. Una campagna senza esclusione di colpi. Il primo, la diffusione di un documento risalente al 1994 in cui l’allora pubblico ministero Carlo Nordio si pronunciava contro la
Venezuela, il voto municipale premia il blocco bolivariano
@Notizie dall'Italia e dal mondo
Affluenza al 44%, forte presenza dei giovani e 285 municipi al Gran Polo Patriótico Simón Bolívar. Il governo punta sulla ripresa economica
L'articolo Venezuela, il voto pagineesteri.it/2025/07/31/ame…
L’imbecille morale. Credersi morali nell’immoralità di aggredire un ebreo
@Politica interna, europea e internazionale
Al “pazzo morale” Cesare Lombroso dedicò a un intero capitolo del suo L’uomo delinquente (1876). La pazzia morale, scrive, “o pazzia ragionante, o imbecillità morale, consiste, come denota il nome, in un’alterazione del senso morale, che può giungere sino alla
Le durissime parole di Mattarella: “A Gaza situazione sempre più intollerabile, nessun errore ma ostinazione a uccidere indiscriminatamente” | VIDEO
@Politica interna, europea e internazionale
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella condanna quanto il governo israeliano sta facendo nella Striscia di Gaza e lo fa con parole durissime. Durante la cerimonia del Ventaglio, infatti, il Capo
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NISAR, PER MAPPARE LA TERRA CON UN DETTAGLIO MAI VISTO PRIMA
@Informatica (Italy e non Italy 😁)
Un nuovo satellite radar, il primo della sua specie, costruito dalla NASA e dall'agenzia spaziale indiana, osserverà con la precisione di un centimetro la superficie terrestre.
L'articolo NISAR, PER MAPPARE LA TERRA CON UN DETTAGLIO MAI VISTO PRIMA proviene da GIANO NEWS.
#TECNOLOGIA
Quoll reshared this.
La riduzione dell'inquinamento in Asia ha smascherato il riscaldamento globale
Le politiche di bonifica dell'aria dall'inquinamento in Asia orientale hanno rimosso il provvisorio effetto raffreddante degli aerosol.Focus.it
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Bastian’s Night #436 July, 31th
Every Thursday of the week, Bastian’s Night is broadcast from 21:30 CEST (new time).
Bastian’s Night is a live talk show in German with lots of music, a weekly round-up of news from around the world, and a glimpse into the host’s crazy week in the pirate movement.
If you want to read more about @BastianBB: –> This way
Aggressione al turista ebreo all'autogrill di Lainate, arriva la contro denuncia: «Ci ha insultati e ha alzato lui le mani per primo»
L'esposto presentato da due fratelli che facevano parte del gruppo. «Ci ha detto figli di puttana palestinesi, terroristi»Open
Come nasce la gravità? Forse abbiamo la risposta
Una teoria emergente suggerisce che la gravità non sarebbe una forza fondamentale, ma un fenomeno termodinamico indotto dall’aumento cosmico dell’entropia.Patrizio Coccia (Tom's Hardware)
Il complottismo, uno dei motori piu’ potenti dell’universo MAGA
@Giornalismo e disordine informativo
articolo21.org/2025/07/il-comp…
L’unione europea ha fatto sapere che il recente accordo sui dazi Stati Uniti-Europa non ha in realta’ valore legale senza un voto del consiglio europeo. E per quanto riguarda gli Stati
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Mattarella: informazione libera e indipendente per salute democrazia
@Giornalismo e disordine informativo
articolo21.org/2025/07/mattare…
“Il Regolamento europeo sulla libertà dei media entrerà in vigore l’8 agosto e, da quel momento, le sue norme saranno applicabili: riguarderanno – fra l’altro – le
Giornalismo e disordine informativo reshared this.
Ombre nere sulla Rai
@Giornalismo e disordine informativo
articolo21.org/2025/07/ombre-n…
Il testo del relatore della maggioranza sulla Rai presentato in queste ore e’ da buttare. Irricevibile. Non risponde affatto alle indicazioni circostanziate dell’European Media Freedom Act, che sul punto dei servizi pubblici entra in vigore il prossimo 8 agosto. Si fa rientrare, attraverso meccanismi elettivi
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Non so se basterà, ma vale la pena provarci 💪🤞
(Se non compare l'anteprima: petizione per fermare l'abbattimento degli alberi sani a Roma)
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Gaza. Il massimo del degrado: la demagogia sposata alla disumanità
@Giornalismo e disordine informativo
articolo21.org/2025/07/gaza-il…
Falsi storici, un mare di bugie, il tradimento degli orrori della Shoah. Impossibile immaginare che per opportunismo elettorale, per propaganda e demagogia
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Idv resterà italiana. Finalizzato l’acquisto da parte di Leonardo per 1,7 miliardi
@Notizie dall'Italia e dal mondo
Alla fine, Idv resterà italiana. Con un’operazione da 1,7 miliardi di euro, Leonardo ha finalizzato l’accordo di acquisizione del segmento veicoli militari di Iveco. L’operazione sarà finalizzata nel corso del primo trimestre del 2026, previa autorizzazione
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Submit to biometric face scanning or risk your account being deleted, Spotify says, following the enactment of the UK's Online Safety Act.
Submit to biometric face scanning or risk your account being deleted, Spotify says, following the enactment of the UKx27;s Online Safety Act.#spotify #ageverification
Spotify Is Forcing Users to Undergo Face Scanning to Access Explicit Content
Submit to biometric face scanning or risk your account being deleted, Spotify says, following the enactment of the UK's Online Safety Act.Samantha Cole (404 Media)
Ministero dell'Istruzione
Il Consiglio dei Ministri ha approvato oggi in via definitiva i regolamenti che riformano il #voto di #condotta e la disciplina della valutazione degli #studenti della #scuola secondaria, dopo i pareri favorevoli espressi dal Consiglio di Stato.Telegram
Censorship Whac-A-Mole: Google search exploited to scrub articles on San Francisco tech exec
On a Friday afternoon in mid-June, independent journalist Jack Poulson made a curious discovery: An article that we published about the aggressive attempts of a San Francisco-based tech executive named Maury Blackman to censor Poulson’s reporting about his sealed domestic violence arrest had, itself, disappeared from Google search results.
After Poulson alerted us that day, we immediately investigated that weekend. Even when searching for the article’s exact headline – “Anatomy of a censorship campaign: A tech exec’s crusade to stifle journalism” – it didn’t appear on Google search. It did, however, show up atop results on other search engines like DuckDuckGo and Bing. No other articles published by Freedom of the Press Foundation (FPF) seemed to have been suppressed by Google.
A Google search conducted by FPF on June 17 of the exact headline didn’t return the article. Other FPF articles appeared normally.
(Screenshot)
The article removed from Google search reported on a sweeping, persistent effort by Blackman or his apparent representatives to silence reporting by Poulson and his nonprofit Tech Inquiry.
The censorship campaign started after Poulson reported in 2023 about the executive’s 2021 arrest on suspicion of domestic violence against his then-25-year-old girlfriend in San Francisco. Blackman, 53 at the time, was never charged or convicted, and the alleged victim recanted her statements. A California court sealed the arrest report in 2022.
Shortly after the publication of Poulson’s article, Blackman resigned as CEO of Premise Data Corp., a surveillance technology firm with U.S. military contracts.
When Blackman was still Premise’s CEO, the company hired a private investigation and security service firm, and filed legal requests in an attempt to unmask Poulson’s confidential sources. Someone claiming to represent Blackman submitted fraudulent Digital Millennium Copyright Act takedown requests targeting Poulson’s article. Blackman’s attorneys also roped the San Francisco city attorney into an intimidation campaign against Poulson and Substack, which hosts his newsletter.
These tactics all failed.
But that wasn’t all. Blackman also filed a baseless defamation lawsuit against Poulson, his website hosts, and Tech Inquiry that was later dismissed on First Amendment grounds under California’s anti-SLAPP statute (SLAPP, a strategic lawsuit against public participation, refers to legal actions brought to chill speech). Blackman is appealing the dismissal.
And in April, Blackman even filed a lawsuit against the city of San Francisco for allegedly releasing the arrest report. One of the exhibits to a later filing included a May 2024 letter sent by Blackman’s lawyer to an individual that he thought was Poulson’s source, threatening legal action and demanding a $7.5 million settlement payment.
How Google search was exploited
There are several well-known tactics used to suppress or remove results from Google search. Copyright claims (legitimate and frivolous), court orders (real, forged, or otherwise fishy), and warning letters from government agencies have all been used to disappear search results from Google, sometimes as the result of the work of shady reputation management companies.
Our article, however, was vanished from Google search using a novel maneuver that apparently hasn’t been publicly well documented before: a sustained and coordinated abuse of Google’s “Refresh Outdated Content” tool. (In 2023, in response to a public support request flagging the abuse of the tool to de-index pages, Google’s search liaison said that the company would look into it further, but provided no additional information. The request has since been locked and the replies disabled.)
Google’s “Refresh Outdated Content” tool
(Screenshot)
This tool is supposed to allow those who are not a site’s owner to request the removal from search results of web pages that are no longer live (returning a “404 error”), or to request an update in search of web pages that display outdated or obsolete information in returned results.
However, a malicious actor could, until recently, disappear a legitimate article by submitting a removal request for a URL that resembled the target article but led to a “404 error.” By altering the capitalization of a URL slug, a malicious actor apparently could take advantage of a case-insensitivity bug in Google’s automated system of content removal.
That is exactly what happened to our article about the censorship campaign against Poulson. Someone reported an invalid variation of the article’s URL and requested its removal from Google search results. When Google’s crawler encountered the “404 error” following the report, it not only de-indexed the reported URL but also erroneously removed the live, valid article, possibly alongside every other variant of the URL, from search results.
Each time our original article was re-indexed by Google, someone submitted a new removal request for a slightly modified, oddly-capitalized version of the URL’s slug, triggering the same process, and so on. This cycle allowed the person or people submitting the reports to continuously suppress our article from search visibility — resulting in a game of digital Whac-A-Mole.
Nine removal requests targeting the same article on FPF’s site between May 7 and June 23, 2025.
(Screenshot/Google Search Console)
Once we identified the pattern, we took action by canceling the active removal requests in our Google Search Console and manually re-indexing the article so it would reappear in Google search results.
But we weren’t the only targets of this de-indexing scheme. After we alerted Poulson about what we had found, he discovered that two of his articles were similarly targeted using the same Refresh Outdated Content tool during the same time frame as ours.
In total, the two Poulson articles were targeted using this method 21 times. Our article was targeted nine times. The attacks on both websites spanned the same period, May 7 to June 23, strongly suggesting that a single actor was behind the campaign and that the campaign was forced to an end once Google introduced its fix.
Google’s ‘rare’ response and fix
When we reached out about the removal of our article, a Google spokesperson confirmed the abuse to us in an emailed statement on June 27. Initially, the company told us that the Refresh Outdated Content tool “helps ensure our search results are up to date,” adding that they are “vigilant in monitoring abuse,” and that they have “relisted pages that were wrongly impacted for this specific issue.”
This vague response did not explain whether Google already knew about the vulnerability of its tool for abuse, and was unclear about whether only our and Poulson’s pages had been re-indexed, or other websites were also impacted by similar attacks.
In a response to another question about whether this vulnerability has been widely exploited and how many other web pages could have been improperly de-indexed as a result of the abuse of this tool, the spokesperson claimed that “the issue only impacted a tiny fraction of websites,” which is a very unhelpful answer given the internet’s 1 billion websites.
Upon pressing Google with another round of detailed questions about our findings, the company was more forthcoming: “Confirming that we’ve rolled out a fix to prevent this type of abuse of the ‘Refresh Outdated Content Tool,’ the spokesperson said, but added that they “won’t be able to share anymore on this.”
While Google did the right thing by fixing this vulnerability, it’s disappointing that the company is unwilling to be more transparent. Google says that it’s committed to maximizing access to information. If that’s true, it has an obligation to the public to be transparent about how its products can be misused in such a basic way to censor speech.
Did Google know about the problem before we alerted it? Is it aware of other methods used to maliciously de-index search results? The company isn’t saying. But at least now that Google has confirmed that they’ve introduced a universal fix to avoid further exploitation of that bug, we can reveal the scheme’s details.
Google allowing those other than sites’ owners to remove pages from Google search results “is obviously a huge problem,” said Jason Kelley, director of activism at the Electronic Frontier Foundation. “The other issue is the lack of transparency from Google. Site owners would probably never find out if this feature was used to impact their search results, and probably never will find out that this had happened to them now that it’s corrected.”
Kelley described the company’s admission of the issue’s existence and taking it seriously as “rare.”
(EFF lawyers represented Poulson in the case.)
‘Legal failure’
Poulson told us it was “humbling” to realize that a 600-word article on the CEO of a surveillance firm could lead to such cascading censorship efforts, including the recent effort to “sabotage Google search results.”
“Blackman’s attempt to use the courts to scrub his felony arrest report and related news articles from the internet was not just a legal failure,” Susan Seager, a First Amendment lawyer who represents Tech Inquiry, told FPF. She added that his libel and privacy lawsuit against Poulson, Tech Inquiry, Substack, and Amazon Web Services “brought even more publicity to his arrest.”
On Tuesday, Poulson, Tech Inquiry, and Substack were awarded close to $400,000 in attorneys’ fees by the San Francisco Superior Court.
Who might be behind it?
Because Google does not document who submits removal requests through the Refresh Outdated Content tool, we have no way of knowing for certain who was behind the attempts to suppress search results featuring articles by us and Poulson.
We reached out to Blackman, who is now the CEO of a reputation management agency, ironically named The Transparency Company. We asked whether he or one of his associates reported our or Poulson’s articles using the Refresh Outdated Content tool or otherwise attempted to have Google de-index or suppress them. He didn’t respond to our requests for comment.
The good news is that all three articles — ours and Poulson’s — are restored on Google search, and Google claims to have fixed this problem. Plus, the new round of censorship inspired a new round of reporting, including the article you’re reading right now and a new article by Poulson, also published today.
Maybe now, anyone attempting to abuse legal or technical tools to censor journalism will learn the hard truth about the Streisand Effect: it will almost inevitably draw more attention, not less.
freedom.press/issues/censorshi…
Total number of Websites - Internet Live Stats
How many websites are there on the Web? Number of websites by year and growth from 1991 to 2016. Historical count and popular websites starting from the first website until today. Charts, real time counter, and interesting info.www.internetlivestats.com
Dazi, accordo Usa-Ue da rifare? Il caso
Il nodo principale da sciogliere riguarda la natura dell'intesa raggiunta: l'assenza di un testo congiunto è un fatto con pochi precedenti nella storia, almeno per 'deal' di questa portataRedazione Adnkronos (Adnkronos)
Mi sono arrivati gli occhiali.
È tutto più nitido, tutto più colorato... c'è tanta bellezza in giro.
Mi sono accorto che una commessa della COOP ha un piercing al naso.
Fino a ieri non mi ero accorto neanche che avesse un naso. 😁
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#Gaza e l'alibi del genocidio
Gaza e l’alibi del genocidio
I recenti annunci dei governi di Francia e Regno Unito sul riconoscimento nelle prossime settimane dello stato palestinese non hanno nulla a che vedere con un reale scrupolo per questo popolo né con un impegno autentico per fermare il genocidio in co…www.altrenotizie.org
La banda rumena che rubava dai bancomat in tutta Europa smantellata anche grazie alla rete antimafia @ON (guidata dalla DIA italiana)
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Una indagine e la finale "giornata d’azione" sono state supportate dalla rete @ON Network finanziata dall’Unione Europea (Progetto ISF4@ON), guidata dalla Direzione Investigativa Antimafia (DIA) italiana
I Partner coinvolti nelle indagini sono stati: Romania (Polizia Nazionale (Poliția Română)) e Procura; Regno Unito: Crown Prosecution Service, Eastern Region Special Operations Unit; nonché Eurojust ed Europol.
La banda si spostava dalla Romania verso diversi paesi dell’Europa occidentale, principalmente nel Regno Unito, dove prelevava ingenti somme di denaro da sportelli bancomat (ATM). Successivamente riciclava i proventi investendo in immobili, aziende, vacanze e prodotti di lusso, tra cui auto e gioielli.
I membri del gruppo usavano ostentatamente un soprannome dispregiativo nei confronti della polizia, che veniva mostrato sulle targhe delle auto in loro possesso, sulle magliette o altri capi d’abbigliamento, in post sui social network, o persino inciso sul cancello in metallo all’ingresso della casa di uno dei membri.
Nel dicembre 2024, le forze dell’ordine hanno condotto un’operazione contro il gruppo nel Regno Unito. Il 23 luglio 2025, è seguita una seconda azione contro la banda a Bacău, in Romania, che ha portato a:
- 2 arresti
- 18 perquisizioni domiciliari
- Sequestro di immobili, auto di lusso, dispositivi elettronici e contanti.
Guarda il video qui https://youtu.be/uFotVzHx9D8
Il ruolo di Europol
Europol ha fornito un’analisi dati approfondita basata sulle informazioni raccolte dagli investigatori rumeni e britannici, risultata fondamentale per il successo dell’operazione. Durante le indagini, Europol ha inoltre ospitato diverse riunioni operative e ha inviato un analista in Romania per assistere le autorità nazionali nelle attività esecutive.
Europol ha supportato anche la squadra investigativa congiunta (JIT) formata presso Eurojust da Romania e Regno Unito.
Il ruolo di Eurojust
Eurojust ha contribuito alla creazione della squadra investigativa congiunta, ha fornito assistenza giudiziaria transfrontaliera e ha collaborato alla preparazione della giornata d’azione in Romania.
Il metodo “TRF”
La banda commetteva le frodi con il metodo denominato Transaction Reversal Fraud (TRF). I sospettati rimuovevano lo schermo di un bancomat, inserivano una carta e richiedevano un prelievo. Prima che il denaro venisse erogato, annullavano l’operazione (o la invertivano), riuscendo così a infilare la mano nel dispositivo e sottrarre il denaro prima che venisse ritirato dalla macchina.
Gli investigatori ritengono che, con questo metodo, la banda abbia sottratto una cifra stimata in 580.000 euro.
La Rete @ON
La Rete @ON consente ai Paesi partner di ottenere informazioni mirate e svolgere in tempi brevi servizi di cooperazione di polizia sul campo, al fine di poter smantellare le Organizzazioni Criminali (OC) di alto livello delle reti della criminalità organizzata, comprese quelle mafiose italiane, russe, di etnia albanese, nonché le bande dei motociclisti e le attività di riciclaggio connesse.
Grazie ad @ON, è stato possibile accrescere la cooperazione tra le autorità di polizia dei Paesi membri e scambiarsi le prassi migliori, potenziando lo scambio informativo, definire un miglior quadro di intelligence e dispiegare investigatori @ON, specializzati nel fenomeno criminale oggetto d’indagine.
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Avviso per tripofobici: il web sta per diventare un percorso ad ostacoli tra buchi e link rotti.
@Privacy Pride
Il post completo di Christian Bernieri è sul suo blog: garantepiracy.it/blog/buco/
"Ipertesto": una parola in disuso, forse un po' da boomer. All'inzio del web "ipertesto" descriveva in modo sintetico il fatto che ogni pagina web poteva contenere dei link, dei richiami alle fonti, ad altre pagine, ad
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Panama in rivolta: repressione, disuguaglianze e proteste popolari scuotono il paese
@Notizie dall'Italia e dal mondo
Dai territori rurali alle città, cresce l’ondata di mobilitazione contro sfruttamento, violazioni dei diritti e politiche imposte dall’alto.
L'articolo Panama in rivolta: repressione, disuguaglianze e proteste popolari scuotono il paese
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fra76mm
in reply to Lorenzo • • •@lealternative
Aggiungerei che GrapheneOS, che si è stancata della policy di google, sempre più restrittiva verso le custom ROM, negli ultimi tempi ha cominciato a cercare, e forse ha trovato, un OEM per produrre uno smartphone con Graphene OS preinstallato.
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Max 🇪🇺🇮🇹
in reply to Lorenzo • •@Lorenzo
Uso un Fairphone dal 2020 e non avevo mai sentito parlare di queste presunte diatribe che addirittura farebbero sì che non ci si capisca un ca%%o.
Mi sono messo a leggere l'articolo e vorrei esprimere i miei complimenti a chi ha fatto il titolo. Mi consideravo abbastanza scafato nell'evitare i titoli clickbait e invece...
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fra76mm
in reply to Max 🇪🇺🇮🇹 • • •@max
@enzoesco
Se segui il profilo @GrapheneOS
vedrai che quasi ogni settimana c'è una serie di post in risposta agli attacchi di /e/OS
C'è un clima pessimo tra i due progetti
Max 🇪🇺🇮🇹
in reply to fra76mm • •@fra76mm
Non lo metto in dubbio ma che c'entra Fairphone?
dafunkkk
in reply to Lorenzo • • •la risposta sara sempre la stessa...linux phone....postmarketOS, ubuntu o altro... basta che si sbrighino
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Lorenzo
in reply to dafunkkk • •cipper 📌
in reply to Lorenzo • • •sara', ma la pagina del negozio di fairphone6 pullula di applicazioni google:
shop.fairphone.com/the-fairpho…
anzi, nelle "spec" dice che monta Android™ 15, altro che eOS 👎
Switch to fair. Switch to The Fairphone (Gen. 6).
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Nicola Pizzamiglio
in reply to cipper 📌 • •cipper 📌
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Paolo Redaelli
in reply to Lorenzo • • •Nicola Pizzamiglio likes this.
Nicola Pizzamiglio
in reply to Paolo Redaelli • •syaochan
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Nicola Pizzamiglio
in reply to syaochan • •syaochan
in reply to Nicola Pizzamiglio • • •Nicola Pizzamiglio likes this.
Paolo Redaelli
in reply to Nicola Pizzamiglio • • •Dipende. Cercano in ogni modo di capire se il dispositivo su cui girano sia "affidabile". La questione è: affidabile per chi? Per te, cittadino proprietario del dispositivo o per chi ti deve controllare?
@enzoesco
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