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Consiglio permanente: appello per la fine delle violenze a Gaza, “sia pace in Terra Santa!”

“Sia pace in Terra Santa!”. Si apre così la nota diffusa dal Consiglio permanente della Conferenza episcopale italiana, riunito a Gorizia dal 22 al 24 settembre, nella quale i vescovi italiani chiedono “con forza che a Gaza cessi ogni forma di violen…



Caso Almasri, chiesta l’autorizzazione a procedere per Nordio, Piantedosi e Mantovano

Caso Almasri, il relatore in Giunta per l'autorizzazioni della Camera ha chiesto di procedere per Nordio, Piantedosi e Mantovano
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Addio a Claudia Cardinale, l’icona senza tempo di Otto e mezzo e Il Gattopardo

NEMOURS – Addio a Claudia Cardinale. La diva anti-diva si è spenta a 87 anni nella sua casa a Nemours, vicino Parigi, accanto ai suoi figli. Durante la sua carriera,…
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TikTok, l’app che fa infiammare gli USA: accordo miliardario per il controllo totale


Il destino di TikTok negli Stati Uniti risulta ora indissolubilmente connesso a trattative di natura politica. La Casa Bianca ha comunicato che l’algoritmo di raccomandazione del servizio sarà replicato e riadattato unicamente sulla base dei dati forniti dagli utenti che risiedono negli Stati Uniti.

La società Oracle sarà responsabile della revisione e della gestione di questo sistema, mentre una nuova società, con finanziamenti da investitori americani, avrà il compito di gestire l’applicazione. Questa decisione è parte di un’intesa più ampia per scongiurare il divieto di utilizzo di TikTok sul territorio statunitense, nell’eventualità che la compagnia cinese ByteDance non intendesse cedere la proprietà dell’applicazione.

Secondo i funzionari dell’amministrazione Donald Trump, l’accordo mira a garantire il controllo dell’app e la sicurezza dei dati personali. Il presidente si sta preparando a firmare un ordine esecutivo che formalizzi i termini dell’accordo e conceda 120 giorni di tempo per completarlo. La Casa Bianca afferma che l’accordo è stato approvato dalla Cina, ma non c’è ancora stata una conferma ufficiale da parte di Pechino.

Anche Silver Lake, una società di investimento nota per i suoi investimenti in vari asset tecnologici e sportivi, è coinvolta nel progetto. Secondo i funzionari, il consiglio di amministrazione della nuova entità includerà investitori descritti dalla Casa Bianca come “patriottici” ed esperti di sicurezza informatica. Si prevede che l’operazione avrà un valore di miliardi di dollari.

Oggi, i dati di 170 milioni di utenti americani sono già archiviati sui server Oracle nell’ambito del Progetto Texas, un progetto ideato per impedire l’accesso da parte delle autorità cinesi. L’azienda americana sarà ora responsabile della supervisione completa dell’app: auditing del codice sorgente, verifica dell’algoritmo di raccomandazione e ricostruzione completa per i dati locali.

Tuttavia, gli esperti mettono in guardia dai potenziali rischi. L’analista di eMarketer Jasmine Enberg ha osservato che qualsiasi modifica significativa agli algoritmi o alle policy dell’app potrebbe alterare il comportamento del pubblico e ridurre l’attrattiva della piattaforma per creatori di contenuti e inserzionisti. Di particolare preoccupazione è la prospettiva di una separazione di TikTok dalla versione globale dell’app, che potrebbe avere un impatto negativo sull’esperienza utente.

Oracle, sempre più scelta dalle aziende di intelligenza artificiale per l’hosting delle infrastrutture, ha già beneficiato della crescente domanda per i suoi data center. Un’impennata di interesse degli investitori ha portato a un’impennata delle azioni dell’azienda e ha reso brevemente il suo fondatore, Larry Ellison, la persona più ricca del mondo. Trump aveva persino dichiarato pubblicamente che gli sarebbe piaciuto vedere Ellison proprietario di TikTok.

L’accordo mira quindi non solo a rimuovere la minaccia di un divieto sull’app, ma anche a garantire agli Stati Uniti il controllo tecnologico completo su una delle piattaforme social più popolari, diventata un’arena di scontro geopolitico e di battaglia per i dati degli utenti.

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Trentini, arriva la prima visita in carcere per l’italiano prigioniero a Caracas

[quote]ROMA – Dopo 311 giorni di carcere, Alberto Trentini ha ricevuto la sua prima visita, quella dell’ambasciatore d’Italia a Caracas Giovanni Umberto de Vito. Solo ieri, 23 settembre, dopo più…
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La fregata Fasan in soccorso della Sumud Flotilla. La scelta dell’Italia

@Notizie dall'Italia e dal mondo

L’Italia sarà il primo Paese a inviare una nave in soccorso della Global Sumud Flotilla. Il governo ha infatti deciso di inviare una fregata della Marina militare ad affiancare la flottiglia a seguito degli attacchi che nelle ultime ore hanno interessato gli attivisti



Supply Chain: Il blocco degli Aeroporti Europei fa riflettere su un problema sempre più critico


Il 20 settembre 2025 un cyberattacco ha colpito tre tra i principali scali europei Londra Heathrow, Bruxelles e Berlino. I sistemi digitali che governano il check-in e la gestione dei bagagli sono stati resi inutilizzabili, determinando ritardi, cancellazioni e l’impossibilità di garantire la regolarità del traffico.

Per giorni, migliaia di passeggeri sono rimasti intrappolati in un caos che ha reso evidente quanto il trasporto aereo sia dipendente dal funzionamento ininterrotto dei sistemi informatici.

Il cuore della vulnerabilità nella catena di fornitori


La causa non va ricercata nei singoli aeroporti ma in Collins Aerospace, società statunitense del gruppo RTX Corporation che fornisce a livello globale software critici. Ad essere colpito è stato MUSE, un sistema che consente alle compagnie aeree di condividere infrastrutture di check-in e gate. Questa architettura centralizzata, pensata per efficienza ed economia di scala, si è rivelata un punto di caduta unico capace di bloccare più aeroporti simultaneamente. L’attacco ha quindi mostrato come la catena di fornitori sia oggi il vero tallone d’Achille del settore.

Il ransomware come minaccia sistemica


Secondo l’Agenzia europea per la cybersicurezza (ENISA) l’incidente è riconducibile a un ransomware. Al di là della finalità economica, non è esclusa la matrice geopolitica. Colpire un fornitore globale di infrastrutture civili critiche può avere lo scopo di creare instabilità, mettere alla prova le difese occidentali o mascherare attività di esfiltrazione di dati. La linea di confine tra criminalità informatica organizzata e strategia statale appare sempre più sottile.

Lezioni dagli scali colpiti


L’impatto pratico è stato pesante. A Bruxelles circa il 40% dei voli è stato cancellato, Heathrow ha registrato oltre il 90% di partenze in ritardo la domenica e Berlino ha visto più di due terzi dei voli interessati da disservizi. L’uso di procedure manuali come etichette scritte a mano e liste cartacee si è rivelato insostenibile per un hub internazionale. È apparso chiaro che la dipendenza tecnologica è ormai tale da rendere impossibile un ritorno, anche temporaneo, a modalità di lavoro “analogiche”.

Il quadro normativo europeo


Negli ultimi anni l’Unione Europea ha avviato un percorso organico di rafforzamento della sicurezza cibernetica, con l’obiettivo di garantire un livello comune di protezione in tutti gli Stati membri. La prima Direttiva NIS ha rappresentato il punto di partenza, introducendo l’idea che i fornitori di servizi essenziali e i prestatori di servizi digitali dovessero conformarsi a specifici obblighi di gestione del rischio e di notifica degli incidenti. Tuttavia, l’esperienza applicativa ha dimostrato che l’approccio iniziale risultava disomogeneo e frammentato, con un’applicazione variabile da Paese a Paese e un livello di protezione non uniforme.

La risposta è stata l’adozione della Direttiva NIS2, che ha ampliato notevolmente l’ambito soggettivo, includendo una gamma più ampia di soggetti ritenuti strategici, tra cui infrastrutture di trasporto, energia, sanità e amministrazioni pubbliche. La direttiva ha inoltre introdotto standard di governance più stringenti, imponendo agli organi direttivi delle imprese una responsabilità diretta nell’attuazione delle misure di sicurezza. Non si tratta solo di un adempimento tecnico, ma di un vero e proprio dovere gestionale che incide sulla responsabilità degli amministratori e sulla valutazione complessiva della compliance aziendale.

Particolare rilievo assume il riferimento alla catena di fornitura. Le nuove regole mirano a prevenire situazioni in cui la vulnerabilità di un singolo fornitore possa compromettere l’intero sistema. In tal senso, la NIS2 impone di estendere i controlli e gli standard di sicurezza anche ai rapporti contrattuali con i partner commerciali, delineando un sistema multilivello di responsabilità. L’approccio europeo, dunque, si orienta verso un modello che riconosce la cybersicurezza come un elemento strutturale della stabilità economica e della sicurezza collettiva.

Il recepimento italiano


Il legislatore italiano ha progressivamente adattato il proprio ordinamento agli sviluppi del diritto europeo in materia di cybersicurezza. Il recepimento della prima Direttiva NIS aveva portato all’introduzione di obblighi di sicurezza e di notifica per gli operatori di servizi essenziali e per i prestatori di servizi digitali. Tale modello, pur rappresentando un passo in avanti, ha mostrato limiti significativi, soprattutto in termini di coordinamento e di effettività delle misure adottate.

L’attuazione della NIS2 costituisce un passaggio decisivo. Essa richiede non solo di estendere l’ambito dei soggetti coinvolti, ma anche di introdurre meccanismi di responsabilità manageriale più incisivi. In Italia un ruolo centrale è affidato all’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale, che assume funzioni di indirizzo, coordinamento e vigilanza, garantendo uniformità di applicazione. Il recepimento comporta altresì un rafforzamento delle competenze delle autorità di regolazione settoriale, chiamate a operare in sinergia con l’Agenzia.

Un profilo particolarmente rilevante riguarda la responsabilità degli amministratori e dei dirigenti delle imprese. L’ordinamento nazionale, in linea con le previsioni europee, attribuisce loro un dovere di supervisione e di controllo sull’adozione delle misure di sicurezza, configurando ipotesi di responsabilità non solo verso l’impresa ma anche in relazione agli effetti esterni di eventuali carenze. Ciò comporta la necessità di una revisione dei modelli organizzativi e delle clausole contrattuali con i fornitori, con l’obiettivo di garantire che l’intera catena di approvvigionamento rispetti standard adeguati.

Il recepimento italiano, pertanto, non si limita a tradurre formalmente le regole europee, ma le integra nel tessuto normativo nazionale, generando un sistema che tende a responsabilizzare maggiormente i soggetti coinvolti e a rafforzare la protezione complessiva contro le minacce informatiche. In questo quadro il diritto italiano si muove nella direzione di una sempre maggiore convergenza tra tutela della sicurezza, regolazione del mercato e responsabilità degli operatori economici.

Dal modello reattivo a un approccio di prevenzione


Il settore dell’aviazione ha tradizionalmente concentrato gli sforzi sulla protezione fisica. L’incidente del 2025 mostra che l’attenzione deve spostarsi verso la sicurezza informatica. È indispensabile garantire un monitoraggio costante dei sistemi IT e OT, adottare un’architettura di sicurezza che non presuma fiducia automatica e segmentare le reti in modo da impedire la propagazione degli attacchi. Le relazioni contrattuali con i fornitori devono contenere clausole che impongano controlli periodici, standard minimi di sicurezza e procedure obbligatorie di notifica.

Continuità operativa come interesse nazionale


Il ricorso all’improvvisazione manuale ha confermato che oggi la continuità dei servizi aerei non può basarsi su soluzioni di emergenza elementari. Servono sistemi ridondanti, piani alternativi realmente praticabili e formazione del personale su procedure digitali di emergenza. L’informatica non è più un supporto, ma parte integrante del funzionamento del trasporto aereo, e quindi della stessa sicurezza nazionale ed economica.

Un cambio di paradigma non più rinviabile


L’attacco a Collins Aerospace deve spingere ad una riflessione. La dipendenza da pochi fornitori strategici, la centralizzazione delle funzioni e l’interconnessione dei sistemi hanno creato nuove forme di vulnerabilità. L’Europa, gli Stati membri e le imprese devono riconoscere che la protezione delle infrastrutture digitali è oggi parte integrante della sicurezza collettiva. La normativa fornisce un quadro stringente ma dovrà essere seguita da un impegno effettivo nell’adozione di misure tecniche e organizzative solide. La sicurezza digitale non è più un tema tecnico, ma una componente essenziale della stabilità economica e della fiducia dei cittadini.

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Studi legali e AI generativa: Singapore apre la strada e fissa le prime regole


@Informatica (Italy e non Italy 😁)
Il Ministero della Giustizia di Singapore apre una consultazione pubblica sulla prima guida ufficiale per l’uso responsabile della GenAI negli studi legali. Focus su etica, riservatezza e trasparenza. Un modello che l’Italia dovrebbe osservare con



La notte dei droni. Attacco alla Global Sumud Flotilla


@Giornalismo e disordine informativo
articolo21.org/2025/09/la-nott…
Stanotte, nel buio del Mediterraneo, la nostra traversata è stata interrotta dal ronzio dei droni. Nel pozzetto il primo capitano e due dei nostri compagni che gli tenevano – compagnia come facciamo ogni notte da



a volte mi chiedo se c'è o chi fa. secondo me è proprio nato così.


RTINGS 10-Year Equivalent TV Longevity Update With Many Casualties


For the past two-and-half years Canadian consumer testing outfit RTINGS has been running an accelerated aging experiment across a large number of TVs available to a North-American audience. In their most recent update, we not only find out about the latest casualties, but also the impending end of the experiment after 18,000 hours — as the TVs are currently failing left and right as they accelerate up the ascending ramp of the bathtub curve.
Some of these LEDs are dead, others are just wired in series. (Credit: RTINGS.com)Some of these LEDs are dead, others are just wired in series.
The dumbest failure type has to be the TVs (such as the Sony X90J) where the failure of a single dead backlight LED causes the whole TV to stop working along with series-wired LED backlights where one dead LED takes out a whole strip or zone. Other failures include degrading lightguides much as with our last update coverage last year, which was when edge-lit TVs were keeling over due to overheating issues.

Detailed updates can be found on the constantly updating log for the experiment, such as on the failed quantum dot diffusor plate in a TCL QLED TV, as the quantum dots have degraded to the point of green being completely missing. Although some OLEDs are still among the ‘living’, they’re showing severe degradation – as pictured above – after what would be the equivalent of ten years of typical usage.

Once the experiment wraps up it will be fascinating to see who the survivors are, and what the chances are of still using that shiny new TV ten years from now.

youtube.com/embed/Chcwz5LYiHs?…


hackaday.com/2025/09/24/rtings…



Dedigitalization: La città giapponese di Toyoda limita l’uso degli smartphone


Nella città giapponese di Toyoda (prefettura di Aichi), i membri del consiglio comunale hanno approvato una bozza di ordinanza che limita l’uso degli smartphone durante il tempo libero. Il documento stabilisce un limite giornaliero di due ore, con eccezioni per attività lavorative o scolastiche. Dodici dei 19 membri del consiglio comunale hanno appoggiato la misura. Le nuove norme entreranno in vigore il 1° ottobre.

Come sottolinea NHK , il regolamento non prevede sanzioni ed è di natura consultiva. Le autorità sperano che contribuisca a sensibilizzare i residenti della città sul problema dell’eccessivo tempo trascorso davanti agli schermi.

L’amministrazione cittadina sottolinea che gli smartphone sono diventati una parte necessaria della vita, ma il loro uso prolungato può portare alla privazione del sonno, alla riduzione della comunicazione familiare e interferire con il sano sviluppo dei bambini.

Raccomandazioni speciali si applicano agli studenti in età scolare. Ai bambini della scuola primaria si consiglia di mettere via completamente i cellulari fino alle 21:00, mentre agli studenti delle scuole medie e superiori si consiglia di farlo fino alle 22:00.

La decisione ha suscitato polemiche all’interno del consiglio comunale. Gli oppositori hanno sostenuto che l’uso degli smartphone dovrebbe essere affrontato nel contesto dell’educazione familiare. Altri hanno sottolineato che per alcuni bambini il telefono rappresenta un’importante forma di supporto al di fuori della scuola o della casa.

I sostenitori, tuttavia, hanno affermato che il regolamento contribuirà a ridurre il rischio di dipendenza e a incoraggiare le famiglie a riconsiderare le proprie abitudini. Hanno affermato che il valore del documento risiede nell’incoraggiamento a considerare la salute e l’educazione dei figli. In un comunicato stampa, il sindaco di Toyoaki, Masanori Kobuki, ha sottolineato che il limite di due ore è solo una linea guida. Ha affermato che l’obiettivo delle autorità non è quello di vietare gli smartphone, ma di ricordare ai residenti i rischi per il sonno e il benessere associati all’uso eccessivo di dispositivi.

L’esperienza della città di Toyoda evidenzia come, in alcune realtà, si stia iniziando a riflettere seriamente sulla necessità di limitare la digitalizzazione, soprattutto nelle fasce più vulnerabili come i bambini. L’adozione di un limite giornaliero di due ore per l’uso degli smartphone durante il tempo libero, anche se senza sanzioni, rappresenta un segnale importante: riconoscere i rischi legati all’eccessiva esposizione agli schermi può essere il primo passo per promuovere uno sviluppo sano, preservare la comunicazione familiare e garantire un adeguato riposo notturno.

Questa misura consultiva, rivolta in particolare agli studenti in età scolare, sottolinea un principio chiave: la tecnologia, pur essendo essenziale nella vita quotidiana, non deve sostituire le interazioni umane o compromettere il benessere fisico e psicologico dei più giovani. Limitare l’uso degli smartphone non significa demonizzare la tecnologia, ma piuttosto educare a un uso consapevole e bilanciato, sensibilizzando genitori e insegnanti sui possibili effetti negativi di un’esposizione prolungata.

In prospettiva, iniziative come quella di Toyoda potrebbero fungere da modello per altre comunità, aprendo un dibattito più ampio sul ruolo della digitalizzazione nella vita dei bambini. La sfida futura sarà trovare un equilibrio tra innovazione tecnologica e tutela della salute, sviluppando politiche e linee guida che favoriscano un uso responsabile e sostenibile degli strumenti digitali nelle fasce più deboli della popolazione.

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alla fine sostenere israele è come sostenere dei bulli (a essere buoni nelle parole)


MESSICO. L’omicidio di Carolina Plascencia: megaprogetti e lotta per l’acqua a Morelos


@Notizie dall'Italia e dal mondo
Era presidente ad interim dell'Associazione degli utenti del fiume Cuautla, nello Stato di Morelos e stava per essere eletta presidente titolare. Il Fronte dei Popoli in Difesa della Terra e dell'Acqua denuncia gli interessi della



il problema è che alla manifestazione la bandiera della palestina ci poteva anche stare. ma la bandiera "pace" in italia ha assunto un significato ambiguo, perché in italia il movimento pacifista è foraggiato da putin ed è finalizzato alla resa incondizionata (per evitare una guerra) dell'europa alla russia.


"Ho risolto sette guerre in sette mesi"

incredibile che uno scemo del genere ancora sia ascoltato da qualcuno...

il genio incompreso...



ma veramente... ma qualcuno si chiede ancora chi sia il terrorista? e questo sarebbe l'esercito che neanhiau teme anti-israele? dove è il presupposto di pericolosità di chi trasporta viveri e medicinali? in acque internazionali? Netanhiau è indifendibile. Chi lo fa è in mala fede.


Candice Fox – Devil’s Kitchen
freezonemagazine.com/news/cand…
In libreria dal 1 Ottobre 2025 I vigili del fuoco dell’Engine 99 sono i migliori di New York. Quattro di loro, super-eroi abituati al peggio del peggio, si tuffano in operazioni impossibili, salvano vite umane, evitano distruzioni catastrofiche. Peccato che spesso gli incendi li provochino loro, che se ne approfittino per saccheggiare milioni […]
L'articolo Candice Fox – Devil’s Kitchen provie
In





Former MEP Patrick Breyer: Danish Minister Uses “Blatant Lie” to Blackmail EU into “Chat Control“ Mass Surveillance Deal


Digital freedom fighter exposes disinformation campaign to break resistance to “Chat Control 2.0,” highlights hypocritical exemption for police and military as EU Council vote hangs in the balance.

In a desperate maneuver to force through the controversial “Chat Control 2.0” regulation (officially: Child Sexual Abuse Regulation, CSAR), Danish Minister of Justice Peter Hummelgaard is using demonstrably false claims to blackmail reluctant EU interior ministers, warns jurist and former Member of the European Parliament Dr. Patrick Breyer who co-negotiated the EU Parliament’s critical position on the proposal.

While the stated aim is to detect child sexual abuse material (CSAM), the proposal would compel services used by hundreds of millions — WhatsApp, Signal, Telegram, iMessage, and major email providers — to scan every message, including personal photos, and videos. Experts warn this means indiscriminate, real-time mass surveillance and the effective end of secure end-to-end encryption.

The Danish minister, chairing the rotating Council Presidency, claims the European Parliament will refuse to extend the current, expiring voluntary scanning regime unless the EU Council first agrees to the new mandate for mandatory, indiscriminate scanning of all private communications.

“This is a blatant lie designed to manufacture a crisis,” states Dr. Breyer, a long-time digital freedom fighter. “There is no such decision by the European Parliament. There has not even been a discussion on this issue. The Commission has not yet proposed to extend the current legislation, and the European Parliament has not yet appointed Rapporteurs to discuss it. We are witnessing a shameless disinformation campaign to force an unprecedented mass scanning law upon 450 million Europeans. I call on EU governments, and particularly the German government, not to fall for this blatant manipulation. To sacrifice the fundamental right to digital privacy and secure encryption based on a fabrication would be a catastrophic failure of political and moral leadership.”

Fact vs. Fiction: Debunking the Myth of “Targeted” Scanning

Proponents, including the Danish minister, claim the proposal is targeted, asserting that only specific providers can be ordered to scan as a “last resort” and only for images, videos, and URLs. “This is dangerously misleading,” Dr. Breyer warns. “The reality is far more invasive:”

  • Last resort” is an Illusion: The conditions for issuing a scanning order are so broad that virtually every major communication service will be forced to scan all of their users’ messages.
  • Intransparent, High-Error Technology: The scanning technology is notoriously unreliable, with false positive rates estimated between 50-75%. This means millions of innocent Europeans—families sharing vacation photos, partners sexting—will be wrongly flagged by faulty algorithms and black box AI systems. Hundreds of scientists recently issued a warning.
  • Entire Private Chats Exposed: In the event of a flagged item, it is not just the suspected image or URL that is reported. The regulation mandates that the entire chat conversation (“content data related to the reported potential online child sexual abuse”) is forwarded to a new EU authority and law enforcement.

Hypocrisy: Officials Exempt Themselves from Their Own Surveillance State

Dr. Breyer also points to a damning admission of guilt within the Danish compromise proposal itself: it explicitly exempts the chats of police officers, soldiers, and intelligence officers from scanning (Article 7).

“This cynical exemption proves they know exactly how unreliable and dangerous the snooping algorithms are,” Breyer says. “If state communications deserve confidentiality, so do citizens’, businesses’ and survivors’ — who rely on secure channels for support and therapy. It is an outrageous betrayal that the ministers imposing this surveillance do not want to suffer the consequences of the digital destruction they are creating.”

State of Play: A Divided EU Council on a Knife’s Edge

The EU Council is deeply divided. Since 2022, a blocking minority has prevented the proposal’s adoption—but that resistance is now at risk. The outcome of the October 14 vote hinges on a handful of undecided governments, including Germany and Italy. The current breakdown is as follows (more details here):

🟥 IN FAVOUR: A strong bloc continues to push for the regulation, including Bulgaria, Croatia, Cyprus, Denmark, France, Hungary, Ireland, Lithuania, Malta, Portugal, Spain, and Sweden.

🟩 OPPOSED: A significant group of Member States remains opposed on grounds of fundamental rights, privacy, and technical feasibility: Austria, Czech Republic, Estonia, Finland, Luxembourg, Netherlands, Poland, and Slovakia.

🟦 UNCERTAIN / SWING VOTES: Germany (split coalition; may seek weak ‘compromise’), Belgium (support unclear after rejected alternative), Italy (new doubts re AI checks/scope), Latvia, Romania, Greece, Slovenia

As a jurist and activist, Patrick Breyer has long argued that the proposal is both ineffective and a violation of fundamental rights:

“This is a Big Brother attack on our private messages—like the post office opening and scanning every letter,” says Breyer. “It won’t stop criminals, but it will flood police with false reports and criminalize young people for consensual sexting. The fate of digital privacy in Europe now rests with just a few undecided governments.”

Call to Action

If passed, Europe would become the first liberal democracy to mandate mass scanning of its citizens’ private communications — turning personal devices into surveillance tools.

“The future of digital privacy in Europe is being decided now. Call your competent ministries — especially interior and justice — and demand they reject this mass‑surveillance law. Don’t wait. Your privacy is on the line.”

Find ministry contact details for every EU country: https://www.fightchatcontrol.eu


patrick-breyer.de/en/former-me…

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Brinsley Schwarz in arrivo il terzo album solista del leggendario musicista inglese
freezonemagazine.com/news/brin…
Il leggendario musicista e cantautore britannico Brinsley Schwarz torna quest’autunno con un nuovo album solista. Shouting At The Moon rappresenta la terza parte di una trilogia iniziata con il suo album solista di debutto Unexpected nel 2016, seguito da Tangled, il suo primo album per la


Che voi sappiate sono mai state fatte iniziative mirate a far conoscere il Fediverso?

Perché sviluppare il SW è indispensabile, dedicare del tempo ad amministrare un'istanza pure ma se la fuori solo 4 gatti sanno che esiste, tutto il resto perde di significato.

Esiste un gruppo di grafici o di esperti di comunicazione che si occupi di far conoscere il Fediverso?

(Magari se voi non lo sapete ma condividete il post riesco ad arrivare a qualcuno che lo sa, grazie).

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in reply to Max su Poliverso 🇪🇺🇮🇹

Dicevo per avvicinarsi dei Linux day, dove spesso si parla dei gran trick nell'interazione col PC quando dobbiamo riprenderci un'intera pubblica amministratrazione. Oppure del "vieni qui e potrai essere pluriascoltato dal mondo" il che, pur se la pubblicità va fatta, è paragonabile alle promesse illusorie da cui scappavamo.

Sulle votazioni non so però, tolti alcuni admin diciamo con istanza "a piramide", c'è un collettivo autorevole nel fediverso che non sia stato messo all'indice?



Global Sumud Flotilla sotto attacco: droni e granate assordanti contro le navi dirette a Gaza


@Notizie dall'Italia e dal mondo
10-15 attacchi dall'alto a sud di Creta. Nessun ferito, ma ci sono danni ad alcune imbarcazioni. La testimonianza di Maria Elena Delia
L'articolo Global Sumud Flotilla sotto attacco: droni e granate assordanti contro le



Se esco vivo da questo periodo vi faccio sapere.

  • nuovo lavoro, niente ferie da maggio
  • estate che non finisce
  • insonnia ormai fisiologica
  • problemi in casa (idraulici, di condizionamento, finestre...)
  • automobile che perdeva benzina
  • gatto dal veterinario più volte
  • sito web da costruire da zero senza saperne quasi nulla
  • nuovo podcast da scrivere, registrare, montare, lanciare
  • materiale promozionale del podcast da costruire
  • video per i 2 canali YouTube
  • diretta da preparare per metà ottobre
  • viaggio imminente da preparare

..."ah, e un'altra cosa: abbiamo finito il caffè".

[Cit. "L'aereo più pazzo del mondo"]

Insomma, è vero che tante scadenze me le impongo io, ma sembra che luniverso si accanisca a volte.




24 MILA FIRME CONTRO I POTERI SPECIALI DI GUALTIERI


Lo striscione che campeggia davanti a Montecitorio è il risultato di una mobilitazione straordinaria.
A sostenerlo con noi i deputati Francesco Emilio Borrelli, Andrea Volpi e Filiberto Zaratti e la Consigliera regionale Alessandra Zeppieri. La prima giornata di presidio si è quindi conclusa così.
Domani proseguiamo per arrivare a una consegna della petizione e di tutte le firme a suo sostegno che si traduca in un impegno che onori, come merita, ognuna di quelle firme.

L'Unione dei Comitati contro l'inceneritore



Il fantasma dello stato di #Palestina


altrenotizie.org/primo-piano/1…



Non c'è giorno dove non si legga una minchiata da parte degli eurovermi e/o Nato. Ed eccola anche oggi. Jet e droni russi a gogò ormai per i cieli del mondo...


AI slop is taking over workplaces. Workers said that they thought of their colleagues who filed low-quality AI work as "less creative, capable, and reliable than they did before receiving the output."#AISlop #AI


AI ‘Workslop’ Is Killing Productivity and Making Workers Miserable


A joint study by Stanford University researchers and a workplace performance consulting firm published in the Harvard Business Review details the plight of workers who have to fix their colleagues’ AI-generated “workslop,” which they describe as work content that “masquerades as good work, but lacks the substance to meaningfully advance a given task.” The research, based on a survey of 1,150 workers, is the latest analysis to suggest that the injection of AI tools into the workplace has not resulted in some magic productivity boom and instead has just increased the amount of time that workers say they spend fixing low-quality AI-generated “work.”

The Harvard Business Review study came out the day after a Financial Times analysis of hundreds of earnings reports and shareholder meeting transcripts filed by S&P 500 companies that found huge firms are having trouble articulating the specific benefits of widespread AI adoption but have had no trouble explaining the risks and downsides the technology has posed to their businesses: “The biggest US-listed companies keep talking about artificial intelligence. But other than the ‘fear of missing out,’ few appear to be able to describe how the technology is changing their businesses for the better,” the Financial Times found. “Most of the anticipated benefits, such as increased productivity, were vaguely stated and harder to categorize than the risks.”

Other recent surveys and studies also paint a grim picture of AI in the workplace. The main story seems to be that there is widespread adoption of AI, but that it’s not proving to be that useful, has not resulted in widespread productivity gains, and often ends up creating messes that human beings have to clean up. Human workers see their colleagues who use AI as less competent, according to another study published in Harvard Business Review last month. A July MIT report found that “Despite $30–40 billion in enterprise investment into GenAI, this report uncovers a surprising result in that 95% of organizations are getting zero return … Despite high-profile investment, industry-level transformation remains limited.” A June Gallup poll found that AI use among workers doubled over the last two years, and that 40 percent of those polled have used AI at work in some capacity. But the poll found that “many employees are using AI at work without guardrails or guidance,” and that “The benefits of using AI in the workplace are not always obvious. According to employees, the most common AI adoption challenge is ‘unclear use case or value proposition.’”

These studies, anecdotes we have heard from workers, and the rise of industries like “vibe coding cleanup specialists” all suggest that workers are using AI, but that they may not be leading to actual productivity gains for companies. The Harvard Business Review study proposes a possible reason for this phenomenon: Workslop.

The authors of that study, who come from Stanford University and the workplace productivity consulting firm BetterUp, suggest that a growing number of workers are using AI tools to make presentations, reports, write emails, and do other work tasks that they then file to their colleagues or bosses; this work often appears useful but is not: “Workslop uniquely uses machines to offload cognitive work to another human being. When coworkers receive workslop, they are often required to take on the burden of decoding the content, inferring missed or false context. A cascade of effortful and complex decision-making processes may follow, including rework and uncomfortable exchanges with colleagues,” they write.

The researchers say that surveyed workers told them that they are now spending their time trying to figure out if any specific piece of work was created using AI tools, to identify possible hallucinations in the work, and then to manage the employee who turned in workslop. Surveyed workers reported spending time actually fixing the work, but the researchers found that “the most alarming cost may have been interpersonal.”

“Low effort, unhelpful AI generated work is having a significant impact on collaboration at work,” they wrote. “Approximately half of the people we surveyed viewed colleagues who sent workslop as less creative, capable, and reliable than they did before receiving the output. Forty-two percent saw them as less trustworthy, and 37% saw that colleague as less intelligent.”

No single study on AI in the workplace is going to be definitive, but evidence is mounting that AI is affecting people’s work in the same way it’s affecting everything else: It is making it easier to output low-quality slop that other people then have to wade through. Meanwhile, Microsoft researchers who spoke to nurses, financial advisers, and teachers who use AI found that the technology makes people “atrophied and unprepared” cognitively.

Each study I referenced above has several anecdotes about individual workers who have found specific uses of AI that improve their own productivity and several companies have found uses of AI that have helped automate specific tasks, but most of the studies find that the industry- and economy-wide productivity gains that have been promised by AI companies are not happening. The MIT report calls this the “GenAI Divide,” where many companies are pushing expensive AI tools on their workers (and even more workers are using AI without explicit permission), but that few are seeing any actual return from it.




Cane non mangia cane.

Salis, commissione Europarlamento respinge revoca dell'immunità • Imola Oggi
imolaoggi.it/2025/09/23/salis-…



La Nato pronta a difendersi a ogni costo dalle minacce russe. Parola di Rutte

@Notizie dall'Italia e dal mondo

A seguito delle ultime violazioni dello spazio aereo lungo il fianco orientale dell’Europa, in particolare vicino ai confini con la Russia, l’allerta tra i Paesi membri della Nato è aumentata, con i vertici dell’Alleanza impegnati a ribadire la capacità di difesa e




Una flotta di droni entro il 2035, il piano di Berlino per dominare i mari

@Notizie dall'Italia e dal mondo

Una flotta di navi/droni di grosso tonnellaggio per condurre missioni ad alto rischio e per tagliare sui tempi di addestramento, questa è la ricetta di Berlino per tornare sui mari. Secondo il documento strategico Kurs Marine, la Germania prevede l’acquisizione di tre



Anche l'Italia nella task force internazionale contro lo sfruttamento sessuale minorile


Oltre 20 paesi hanno partecipato all'operazione, ospitata presso la sede centrale di Europol all'Aia

Un totale di 51 bambini vittime di abusi sessuali sono stati identificati durante la 17a edizione della Victim Identification Task Force (#VIDTF17). L'operazione si è svolta nel corso di due settimane, dall'8 al 19 settembre 2025, presso la sede di #Europol. 27 esperti di Europol, #INTERPOL e 22 paesi in tutto il mondo hanno lavorato fianco a fianco per analizzare le immagini di bambini vittime di abusi non identificati, per identificarli e salvaguardarli.
Gli esperti partecipanti alla task force hanno analizzato oltre 300 set di dati raffiguranti vittime di sfruttamento sessuale minorile (CSE). Gli analisti hanno visto vittime di entrambi i sessi, dai bambini agli adolescenti, con una varietà di origini etniche e di molte nazionalità diverse. A seguito dell'operazione, alle autorità nazionali sono state inviate 213 piste per ulteriori indagini.

La Victim Identification Task Force (#VIDTF) è stata organizzata per la prima volta nel 2014. Da allora, il numero di set di dati analizzati è aumentato in modo esponenziale, insieme al database di Europol, creato nel 2006 e che ora contiene oltre 111 milioni di foto e video unici di sfruttamento sessuale minorile.

Oltre al crescente volume di immagini, lo scambio di materiale pedopornografico (CSAM) sembra ora essere molto più frequente rispetto al passato, probabilmente a causa dell'accessibilità e della grande capacità di archiviazione dei telefoni cellulari. Parallelamente, il CSAM generato dall’intelligenza artificiale è diventato uno dei modi principali in cui i trasgressori producono, acquisiscono e immagazzinano tale materiale.
Nel corso degli anni, i delinquenti hanno anche avuto accesso a strumenti e risorse più sofisticati. Oggi condividono anche tutorial sui forum del dark web che spiegano come creare CSAM iperrealistico generato dall’intelligenza artificiale.

Oltre 1 000 vittime salvaguardate riunendo le forze

Le autorità nazionali spesso non dispongono degli strumenti e delle risorse umane per far fronte alla quantità di CSAM creato e diffuso. Questo è il motivo per cui la Task Force per l’identificazione delle vittime è così preziosa nella lotta contro lo sfruttamento sessuale dei minori: riunisce esperti di molteplici nazionalità, facilita la comunicazione e rafforza la cooperazione tra le forze dell’ordine di tutto il mondo.
Nelle precedenti sedici edizioni del VIDTF, le autorità hanno salvaguardato un totale di 1 010 vittime, arrestato 301 autori di reato, analizzato 8 005 set di dati e diffuso 2 266 pacchetti di intelligence ai partner di Europol.

L'appello di Europol

Europol ha recentemente rilasciato nuove immagini sulla piattaforma “Stop agli abusi sui minori – Trace an Object” (europol.europa.eu/stopchildabu…), che invita tutti i cittadini a esaminare gli oggetti provenienti da casi irrisolti di abusi sessuali su minori e vedere se ne riconoscono qualcuno. Nessun indizio è troppo piccolo: anche il più piccolo dettaglio potrebbe aiutare a identificare e salvaguardare un bambino abusato sessualmente.

L'obiettivo principale è risalire all'origine degli oggetti raffigurati. Chiunque ne riconosca uno può fornire informazioni a Europol in modo anonimo. Una volta identificato il paese o il luogo, Europol informerà l'autorità competente di contrasto per indagare ulteriormente. L'obiettivo è quello di accelerare l'identificazione sia della vittima che dell'autore del reato.

@Attualità, Geopolitica e Satira

fabrizio reshared this.



L’Italia si doti di una strategia di sicurezza nazionale. L’appello dall’Osservatorio UniPegaso

@Notizie dall'Italia e dal mondo

L’Italia è l’unico Paese dell’Unione europea a non disporre ancora di una strategia di sicurezza nazionale. L’assenza di un documento strategico omnicomprensivo, capace di tracciare i profili delle principali minacce e di indicare le



Florida's attorney general claims Nutaku, Spicevids, and Segpay are in violation of the state's age verification law.

Floridax27;s attorney general claims Nutaku, Spicevids, and Segpay are in violation of the statex27;s age verification law.#ageverification


Florida Sues Hentai Site and High-Risk Payment Processor for Not Verifying Ages


Florida is suing massively popular anime and hentai games platform Nutaku, as well as the payment processor Segpay, in two complaints that allege the companies ignored the state’s age verification law.

Nutaku is owned by Aylo, which is also the parent company of Pornhub and some of the biggest porn platforms on the internet. Florida Attorney General James Uthmeier said in a press release last week that his office is suing Aylo and Segpay—a high-risk merchant account that specializes in adult entertainment—and alleges that the companies are violating state law HB3, which requires websites to verify that visitors based in Florida are at least 18 years old.

Uthmeier’s complaint against Segpay and its parent companies claims that because Segpay provides payment processing services to the adult gaming site xh.lustyheroes.com, which is owned by Gethins Ltd., one of the other defendants in that complaint, it should be on the hook for the site not verifying ages in Florida. Segpay also has a business address in Florida, according to the complaint and Segpay’s site.

The complaints were first reported by AVN. Corey Silverstein, an attorney representing Segpay, told AVN last week: "Segpay has yet to be served with any formal complaint and maintains a policy of not commenting on pending or threatened litigation.” Silverman told 404 Media Segpay has no additional comment.

The separate complaint against Nutaku and Aylo also names Spicevids, a site that curates videos from a variety of adult studios. Nutaku has two sites: a safe-for-work game site at nutaku.com, and a “lewd” game site at nutaku.net. Aylo started blocking access to several of its other porn sites, including Pornhub, when Florida’s age verification went into effect in January, but Spicevids and Nutaku’s sites remained available, requiring users to click a box to agree that they’re 18 but not requiring ID.

Florida Sues Huge Porn Sites Including XVideos and Bang Bros Over Age Verification Law
The lawsuit alleges XVideos, Bang Bros, XNXX, Girls Gone Wild and TrafficFactory are in violation of Florida’s law that requires adult platforms to verify visitors are over 18.
404 MediaSamantha Cole


“Aylo believes that Spicevids and Nutaku comply with Florida's age verification requirements. We intend to vigorously defend against these allegations in court,” a spokesperson for Aylo told 404 Media in a statement. “Spicevids has implemented age verification measures consistent with the law's requirements since it took effect on January 1. Nutaku's gaming platform operates within the law's parameters, as games containing sexually explicit content represent less than the statutory threshold. These platforms are committed to ongoing compliance with applicable state laws. We look forward to presenting the facts through the appropriate legal process.”

Florida’s law applies to sites with a “substantial portion,” defined as more than 33.3 percent of total material on the website, of adult material.

Age Verification Laws Drag Us Back to the Dark Ages of the Internet
Invasive and ineffective age verification laws that require users show government-issued ID, like a driver’s license or passport, are passing like wildfire across the U.S.
404 MediaEmanuel Maiberg


Both complaints start with the baseless claim: “Access to online pornography is a pervasive threat to the health and well-being of children and adolescents.”

Florida brought a similar lawsuit against major porn sites outside of the Aylo umbrella last month, claiming that XVideos, Bang Bros, XNXX, Girls Gone Wild and TrafficFactory were all flaunting the state’s age verification law.
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The drone flight log data, which stretches from March 2024 to March 2025, shows CBP flying its drones to support ICE and other agencies. CBP maintains multiple Predator drones and flew them over the recent anti-ICE protests in Los Angeles.#FOIA


CBP Flew Drones to Help ICE 50 Times in Last Year


📄
This article was primarily reported using public records requests. We are making it available to all readers as a public service. FOIA reporting can be expensive, please consider subscribing to 404 Media to support this work. Or send us a one time donation via our tip jar here.

Customs and Border Protection (CBP) flew its drones, which could include the agency’s MQ-9 Predator drones, at least 50 times last year in support of Immigration and Customs Enforcement (ICE), according to new data obtained by 404 Media.

The data shows that CBP continues to support not just ICE but other federal agencies, such as the FBI, with its fleet of drones. In June, 404 Media reported CBP flew two high-powered Predator drones above protests in Los Angeles, flights which CBP said were to provide “officer safety surveillance.”

“This is especially concerning, given ICE’s ongoing unlawful immigration sweeps and this administration’s concerted effort to suppress any dissent,” Jennifer Lynch, general counsel for activist organization the Electronic Frontier Foundation (EFF), which has previously researched CBP’s use of drones, told 404 Media. “These records show that CBP has never stopped operating its drones on behalf of other federal, state, and local agencies, including ICE. In fact, the program has expanded exponentially since EFF first reported on it in 2012.”

💡
Do you know anything else about CBP’s drones or other technology? I would love to hear from you. Using a non-work device, you can message me securely on Signal at joseph.404 or send me an email at joseph@404media.co.

The new data spans more than 3,100 flights between March 2024 and March 2025. It includes the date of each mission, its category such as whether the flight was for training or enforcement purposes, the mission type (such as reconnaissance against a target), the region the flight took place in, which branch was responsible, and a column that often mentions if the flight was in support of another agency.

For example, on October 22, 2024, CBP flew a drone as part of “investigative support” for ICE as part of its enforcement mission, according to the data. CBP also flew drones for ICE over the next four days, the data shows.

On November 7, 2024, CBP flew a drone to assist ICE with a “special security event,” according to the data.

On February 21, 2024, CBP helped ICE with “reconnaissance surveillance target acquisition,” the data shows.
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In all, CBP flew drones to assist ICE in some capacity a total of 50 times during the one year period the data relates to. 404 Media obtained the data through a Freedom of Information Act (FOIA) request with CBP. The majority of the data covers the Biden presidency, and shows that CBP collaborated regularly with ICE during that administration. But given Trump’s recent crackdowns on protests and the administration’s mass deportation effort, Lynch is concerned about that collaboration during the current presidency.

The data also shows CBP flying drones to assist the U.S. Coast Guard; the DEA and FBI with investigative support; U.S. Southern Command (SOUTHCOM), a part of the military; and in one case the Office of the President of the United States. Other flights are listed as assisting “states” and “local,” indicating CBP assisted local and state agencies too. Some flights are for relocating the drones or for maintenance, the data shows.

The EFF previously obtained similar drone flight logs. Some of those records list more specific organizations CBP has flown drones for, including particular state bodies. In 2014, the EFF found CBP loaned its drones to other agencies more than 700 times in three years.
A screenshot from the data.
CBP’s fleet includes around ten drones, according to a presentation available online. They include the Predator B, which is essentially an unarmed version of the same drone the U.S. flies overseas as part of combat operations. The drones are typically loaded with cameras and other surveillance technology. After flying Predator drones during the recent Los Angeles protests, the official Department of Homeland Security X account posted footage collected by the drones.

“CBP’s drones are equipped with many different types of surveillance technology, from thermal imaging to high definition cameras to tools that can track movement over time. Smaller drones can identify faces and license plates while larger drones like the MQ-9s used to surveil protestors in Los Angeles have extensive range and can stay in the air for 30 hours at a time,” Lynch said.

CBP told 404 Media drones are a critical part of the agency’s border security mission. The agency said this includes illicit border crossings, investigations, intelligence, and reconnaissance patrols. CBP said its drones are only equipped with electro-optical/infrared cameras and Vehicle and Dismount Exploitation Radar (VADER). This can detect vehicle and human movement, the agency said.

Lynch added “Drone surveillance, especially when combined with ICE’s unregulated access to sensitive data like millions of drivers’ license plate records, threatens the privacy and security of people all across the country.”


#FOIA


Ecco l’F-47, il nuovo caccia Usa che cambia la supremazia dei cieli

@Notizie dall'Italia e dal mondo

In un mondo attraversato da tensioni geopolitiche crescenti, dalla guerra in Ucraina alla competizione tra Stati Uniti e Cina, il controllo dello spazio aereo non è più solo questione di supremazia tecnica, ma di equilibrio strategico globale. Per questo la notizia che il primo F-47,



Scammers stole the crypto from a Latvian streamer battling cancer and the wider security community rallied to make him whole.#News #Crypto


Steam Hosted Malware Game that Stole $32,000 from a Cancer Patient Live on Stream


A cancer patient lost $32,000 in crypto after installing a Steam game on his computer containing malware that drained one of his crypto wallets. Raivo Plavnieks is a 26 year old self-described “crypto degen” from Latvia who streams on the site Pump.fun under the name Rastaland. After a seven hour stream on September 20, Plavnieks logged off and cashed out his earnings from the stream.. Literally seconds later, someone drained those earnings from his wallet, according to an archive of the livestream and blockchain records reviewed by 404 Media.

Plavnieks had installed a game called BlockBlasters, a 2D platformer listed on Steam that launched July 31, 2025 to a small audience who’d given it positive reviews. But the game was a scam and an August patch injected malware into the game that was meant to scan a user’s hard drive for data and, ultimately, their crypto. BlockBlasters is no longer listed on Steam and has been flagged as malicious by the independent Steam archiving site SteamDB. Valve did not respond to 404 Media’s request for comment.
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The cyber security firm G Data CyberDefense dug into BlockBlasters and detailed how the software got access to user’s crypto. SteamDB’s archive of the game’s patches shows 3 files added in the August 30 patch: game2.bat, and two zip files. According to the G Data writeup, the batch file collected information on the user’s machine and then unpacked the zip files. “The two VBS scripts that ‘game2.bat’ executes are batch file loaders,” G Data said. As the scripts run, they inject more malware into the user’s machine and eventually go after the data and extensions of Chrome, Brave, and Microsoft Edge browsers, the company said.

This is at least the third time this year Valve has pulled a game from Steam after it turned out to contain malware. In February, Valve pulled the survival game PirateFi after users discovered it contained password stealing malware. A month later, in March, people who tried to download a demo for Sniper: Phantom's Resolution were redirected from Steam to GitHub for the installer. Once again, it was malware.

Plavnieks' experience gave the BlockBlasters situation a higher profile than PirateFi and Sniper: Phantom’s Resolution. Footage of emaciated and exhausted Plavnieks sobbing on his livestream while one of his brothers attempted to soothe him struck a nerve with some in the crypto and security community online. The crypto space is full of rug pulls, burns, bad investments, and wild stunts, but stealing from a guy with cancer seemed like a bridge too far.

In addition to the G Data writeup, several other people have reverse-engineered BlockBusters code and, they believe, found the people responsible. “The shitty malware sent all the stolen data to a Telegram the scammers made,” vx-underground, a group of malware researchers, said in a post on X. “We connected to the Telegram channel using the same credentials that were inside of the shitty malware. Inside the channel was the scammer(s). We got their Telegram IDs.”

According to Plavnieks, he was able to get his creator rewards sent to a new (and safe) crypto wallet in the future. Cryptocurrency personality Alex Becker sent Plavnieks $32,000 to cover the cost of the losses. And a group of open-source intelligence hobbyists and interested tech folks dug into BlockBlasters code, figured out the scheme, built a list of alleged victims, and also found the people they think are responsible for the scam.

“I wanted to take a second and just thank you all from the bottom of my heart, me, my brothers, and my mom is completely left without words on all the support we have received past 24h after the hack happened,” Plavineks said in a post on X. “Seems like the whole [community] rallied together behind my story and is showing support one way or another.”




Corte d’appello di Milano: le rette di ricovero per patologie degenerative sono integralmente a carico del SSN


Con sentenza n. 1644 del 9 giugno 2025, la Corte d’Appello di Milano ha riformato la decisione del Tribunale che aveva posto a carico del familiare parte delle rette di ricovero in una struttura sociosanitaria. La Corte ha accolto l’appello del figlio di una paziente affetta da demenza, dichiarando la nullità dell’impegno di pagamento sottoscritto all’ingresso in RSA, in quanto contrario a norme imperative (art. 1418 c.c.).

Il quadro normativo


La disciplina di riferimento è quella dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), definiti dal D.P.C.M. 14 febbraio 2001 e dal successivo D.P.C.M. 29 novembre 2001.

  • L’art. 3, co. 1 del D.P.C.M. 2001, attuativo del D.lgs 502/92 in materia di prestazioni sociosanitarie prevede la copertura del SSN delle socio-sanitarie ad elevata integrazione sanitaria; queste ultime sono quelle prestazioni, come i ricoveri per gli anziani non autosufficienti o con disabilità gravi e gravissime, che necessitano di assistenza siano inscindibilmente connessa a alla cura.
  • In altre parole, laddove il ricovero è finalizzato al Piano terapeutico individualizzato e dai bisogno anche sanitari non erogabili dalla famiglia in setting domiciliari, è ritenuta assorbente la natura sanitaria, con conseguente gratuità per l’assistito.


La giurisprudenza di legittimità


La Corte di Cassazione ha ormai tracciato un orientamento chiaro:

  • Cass. civ., Sez. III, 24 gennaio 2023, n. 2038: le prestazioni socio-assistenziali connesse inscindibilmente a quelle sanitarie comportano la gratuità integrale;
  • Cass. civ., Sez. III, 11 dicembre 2023, n. 34590: l’attività svolta a favore di malati di Alzheimer in istituto di cura è qualificabile come attività sanitaria, di competenza del SSN;
  • Cass. civ., Sez. III, 22 febbraio 2024, n. 4752: è sufficiente la presenza di poche (e dunque non prevalenti) prestazioni sanitarie collegate per rendere gratuito l’intero trattamento;
  • Cass. civ., Sez. III, ord. 1 febbraio 2024, n. 2216: la componente sanitaria rende nulle le clausole di compartecipazione economica a carico dei pazienti o dei familiari.

La Corte d’Appello di Milano si è allineata a questo filone, riconoscendo che le condizioni cliniche della degente (grave decadimento cognitivo, pluripatologie, necessità di trattamenti continuativi) imponevano un trattamento terapeutico personalizzato, dunque rientrante a pieno titolo nelle prestazioni sanitarie ad elevata integrazione sanitaria.

Profili costituzionali


Il principio trova fondamento negli artt. 2, 3 e 32 Cost.:

  • la dignità e l’eguaglianza sostanziale delle persone non autosufficienti impongono che le cure siano garantite indipendentemente dalle condizioni economiche;
  • il diritto alla salute ha natura di diritto fondamentale e non può essere condizionato dalla capacità di spesa familiare;
  • l’obbligo di garantire i LEA grava sullo Stato e sulle Regioni, senza possibilità di traslazione sui privati.

Questa decisione contribuisce a consolidare un indirizzo giurisprudenziale che non può più essere considerato isolato ma che dal 2012 è ormai granitico.

  • gli impegni di pagamento sottoscritti dai parenti sono nulli;
  • gli enti gestori devono rivolgersi esclusivamente alle Regioni per la copertura delle rette;
  • ogni richiesta economica diretta alle famiglie in presenza di patologie degenerative è contraria al diritto vigente e può essere annullata in giudizio.

La pronuncia della Corte d’Appello di Milano si inserisce in un quadro più ampio: quello della non autosufficienza come questione sociale e politica di prima grandezza.

Le famiglie continuano a sostenere costi insostenibili per garantire assistenza a persone affette da Alzheimer, demenze e patologie cronico-degenerative, nonostante una giurisprudenza ormai univoca. La sentenza ricorda che esiste un diritto esigibile, ma la sua attuazione resta disomogenea sul territorio.

È urgente che il legislatore intervenga:

  • garantendo la piena applicazione dei LEA e elaborando una risposta a livello di programmazione,
  • integrando i Livelli Essenziali delle Prestazioni Sociali (LEPS) con un fondo strutturale per la non autosufficienza,
  • assicurando la presa in carico personalizzata e partecipata prevista dalla L. 328/2000 e recentemente rilanciata dal D.Lgs. 62/2024 sulla riforma dell’anzianità.

Solo così sarà possibile passare dalla tutela giudiziaria del singolo caso a una garanzia effettiva e generalizzata dei diritti, evitando che la risposta allo stato di bisogno passi sempre e soltanto dai tribunali.

L'articolo Corte d’appello di Milano: le rette di ricovero per patologie degenerative sono integralmente a carico del SSN proviene da Associazione Luca Coscioni.



I dipendenti pubblici chiedono cloud europei “a proprietà dei lavoratori” per l’IA

L'articolo proviene da #Euractiv Italia ed è stato ricondiviso sulla comunità Lemmy @Intelligenza Artificiale
Un sindacato che rappresenta i dipendenti pubblici ha chiesto alla Commissione europea di rafforzare la sovranità dell’Europa nel settore del cloud e



Nvidia investe in OpenAi e accontenta (di nuovo) Trump

L'articolo proviene da #StartMag e viene ricondiviso sulla comunità Lemmy @Informatica (Italy e non Italy 😁)
Nvidia investirà fino a 100 miliardi di dollari in OpenAi per realizzare centri dati e altre infrastrutture. L'azienda di microchip di Jensen Huang vuole rimanere fondamentale per l'industria dell'intelligenza artificiale, e strizza l'occhiolino a

in reply to Informa Pirata

NVIDIA, servo della gleba di Trump.

Mi viene da bestemmiare. La bolla può seriamente fare male quando arriverà il momento.

Questa voce è stata modificata (6 giorni fa)




Abusate dai soldati Usa: le donne della Corea del Sud chiedono giustizia in tribunale


@Notizie dall'Italia e dal mondo
Decenni dopo la Guerra di Corea, le donne denunciano abusi, coercizione e sfruttamento sessuale nelle basi militari degli Stati Uniti, chiedendo risarcimento e riconoscimento ufficiale.
L'articolo Abusate dai soldati Usa: le donne della Corea



GAZA. Nata nuova milizia mercenaria sul libro paga di Israele


@Notizie dall'Italia e dal mondo
Frequentatore delle carceri palestinesi, allontanato anche dall'Anp, Husam al Astal sostiene di essere a capo di centinaia di uomini e di voler combattere Hamas assieme a Israele
L'articolo GAZA. Nata nuova milizia mercenaria sul libro paga di Israele proviene da Pagine Esteri.




California journalists make secret police records public


A searchable public database known as the Police Records Access Project has made public for the first time more than 1.5 million pages of previously secret records about the use of force and misconduct by California police officers.

The California Reporting Project, a collaboration between news outlets, universities, and civil society organizations, began collecting and organizing the documents after the passage of SB 1421, a landmark law that made them public records. The law was expanded in 2021 to give the public even greater access.

Now, however, the California legislature is beginning to reverse course. This month, it passed AB 1178, a new bill that would make it harder for the public to access police misconduct records. The bill is awaiting Gov. Gavin Newsom’s signature or veto.

We spoke to journalist Lisa Pickoff-White, who is the director of research at the California Reporting Project, about what the CRP has accomplished so far and what AB 1178 could mean for transparency and accountability.

What are some of the most impactful stories journalists in the CRP have published using these records?

The project had impact from the beginning. A district attorney dropped charges against a woman who was wrongly arrested for allegedly misusing 911, after an investigation into one of the first cases released under SB 1421.

Reporters documented where departments failed to investigate police killings, found a homicide detective whose dishonesty upended criminal cases, and uncovered a pattern of excessive force at a state prison. We identified 22 people who died after officers held them face down, including two people who died after a state law banning the practice.

The governor is expected to sign a law barring agencies from using secret deals to conceal misconduct, prompted by an investigation exposing how 163 departments signed “clean-record agreements.”

What were some of the biggest challenges in collecting, reviewing, and standardizing these records and launching the database?

Obtaining records continues to be a major challenge. Just days before SB 1421 took effect, Inglewood destroyed records, for instance. In August, we sued San Joaquin County over the cost of autopsy reports related to deaths caused by law enforcement officers. We’ve made more than 3,500 record requests and maintain relationships with hundreds of agencies.

Once we have the records, assembling them is a challenge. There’s no standard police report, and we receive a great variety of files, from PDFs to surveillance video. We built tools to extract information, which researchers use to match files into a case. Then we reextract information from each case, some of which is published, and then also used to help us identify places where we need more records.

Now that the database is public, what should journalists know about using it? How has the public responded to the database since it launched?

So far, people have searched our archive more than 1 million times. We’ve heard from people who have lost loved ones to police violence that this database makes it easier to access records.

Expanding the search can help. Multiple agencies may have records about the same incident. If an officer shoots and kills someone, the police, the district attorney, and the medical examiner or coroner may hold records. A review board may have files. The state attorney general could investigate. Sometimes, agencies also investigate cases for each other; a local sheriff may investigate a shooting for a police department.

Officers can also appeal disciplinary charges. If you’re looking at a misconduct case, it might also be worth searching local administrative agencies or the state personnel board.

A new bill awaiting the signature or veto of Gov. Newsom, AB 1178, could lead to more redactions when officers claim their duties require anonymity. What would it mean for transparency and accountability if misconduct records become harder for the press and the public to obtain?

Without AB 1178, agencies can already redact the names of undercover officers. Our records show that agencies across the state continue to improperly redact the names of officers. Meanwhile, the bill’s authors have yet to cite any harm that’s come from releasing the names of officers involved in use-of-force and misconduct incidents.

Our reporting, and other investigations, revealed that agencies can and do hire officers who previously violated policies. These officers are more likely to receive complaints again. For instance, Derek Chauvin had 18 prior complaints in the Minneapolis Police Department, two of which led to discipline, before killing George Floyd.

What lessons can journalists and advocates in other states learn from CRP’s work?

There is a vast amount of work to do and collaboration is the key to doing it. More than 100 reporters have worked on the project for the last seven years, and we needed people with a wide range of expertise to make requests, build tools, and report.

That mix of skills allowed us to build tools to spot the gaps between what cases agencies disclose and incidents listed in other data sources about shootings and sustained complaints. We’ve gained thousands of cases through this kind of check. Having a group of people with request aptitude, coding ability, and domain knowledge allowed us to identify what we needed and the incremental steps to take to get it.


freedom.press/issues/californi…