1 petaFLOPS e 128 GB di memoria: il nuovo chip Nvidia cambia le regole del gioco
Nel 2023, Nvidia ha introdotto un’architettura superchip che collega CPU e GPU tramite un bus NVLink ad alta velocità. Offre una comunicazione significativamente più veloce rispetto a PCIe, ma il suo utilizzo è stato a lungo limitato a data center e piattaforme cloud. Ora l’azienda sta portando la tecnologia sul desktop attraverso il progetto Digits, recentemente ribattezzato DGX Spark. Alla conferenza Hot Chips, Andi Scande, responsabile dell’architettura di GB10, ha fornito dettagli sul nuovo chip.
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Il GB10 è prodotto da TSMC con un processo produttivo a 3 nm ed è composto da due die: una CPU progettata da MediaTek e una GPU creata da Nvidia. Sono collegati tramite un packaging 2.5D e l’interfaccia NVLink Chip-to-Chip dell’azienda, che fornisce fino a 600 GB/s di larghezza di banda bidirezionale.
La parte CPU (S-die) contiene 20 core Arm v9.2, divisi in due cluster: X925 e Cortex A725, con 32 MB di cache L3 e ulteriori 16 MB di L4 per velocizzare le interazioni tra i blocchi. Secondo Nvidia, il die della GPU è in grado di fornire fino a 1 petaFLOPS di calcoli FP4, o circa 31 teraFLOPS in FP32. In termini di prestazioni AI, questo è paragonabile alla RTX 5070 (il cui prezzo consigliato è di circa $ 550), ma la GB10 è notevolmente più efficiente: il suo consumo energetico è di 140 W contro i 250 W della 5070.
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Il vantaggio principale è la capacità di memoria: 128 GB di LPDDR5x contro i 12 GB della RTX 5070. Nonostante l’assenza di HBM, la memoria opera a 9400 MT/s e fornisce 273-301 GB/s di larghezza di banda. Questo è sufficiente per addestrare e riaddestrare modelli in cui la capacità è più importante della velocità di picco.
Secondo Nvidia, DGX Spark consente di riaddestrare modelli con un massimo di 70 miliardi di parametri ed eseguire inferenze su modelli con un massimo di 200 miliardi di parametri. Se necessario, è possibile combinare due dispositivi tramite la scheda di rete ConnectX-7 con due porte 200GbE, raddoppiando le capacità di elaborazione.
Il prezzo del nuovo prodotto parte da 2.999 dollari, rendendolo accessibile solo agli sviluppatori professionisti. Ma la cosa più importante è che l’architettura GB10 è compatibile con soluzioni di livello data center e i modelli testati su Spark non richiedono modifiche per l’implementazione industriale.
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Estensioni AI per browser? C’è troppa insicurezza: il rischio ricade ancora nella consapevolezza degli utenti!
Anthropic ha lanciato l’allarme contro una nuova minaccia legata alle estensioni “intelligenti” dei browser: i siti web possono infiltrarsi in comandi nascosti che un agente di intelligenza artificiale eseguirà senza pensarci. Anthropic ha rilasciato una versione di ricerca dell’estensione Claude per Chrome e ha pubblicato contemporaneamente i risultati di test interni: quando vengono eseguiti in un browser, i modelli sono soggetti a iniezioni di comandi nel 23,6% dei casi di test senza protezione. Questi dati hanno acceso un dibattito sulla sicurezza dell’integrazione di agenti di intelligenza artificiale autonomi nei browser web.
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L’estensione apre una barra laterale con contesto costante di ciò che accade nelle schede e, su richiesta, consente di accedere ad azioni specifiche, dalla registrazione di riunioni all’invio di risposte, dalla preparazione di note spese al controllo delle funzioni del sito. L’accesso lato utente è regolato da autorizzazioni e il nuovo prodotto viene distribuito solo in anteprima a un migliaio di abbonati al piano Max, che costa tra i 100 e i 200 dollari al mese; per tutti gli altri, è prevista una lista d’attesa.
Il progetto si basa sulla funzionalità Computer Use lanciata nell’ottobre 2024. All’epoca, Claude poteva acquisire screenshot e letteralmente spostare il cursore per una persona; ora l’integrazione è diventata più profonda: l’agente funziona direttamente all’interno di Chrome, senza simulare clic dall’esterno.
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I controlli di sicurezza hanno riguardato 123 casi raggruppati in 29 scenari di attacco. Senza ulteriori vincoli, i modelli hanno ceduto alle istruzioni incorporate nel 23,6% dei tentativi. In un esempio, un’e-mail dannosa sollecitava l’assistente a eliminare i messaggi in arrivo “per motivi di pulizia della posta in arrivo” e, senza vincoli, l’agente ha effettivamente eliminato i messaggi senza fornire spiegazioni.
Per ridurre il rischio, Anthropic ha aggiunto diversi livelli di protezione. L’utente può concedere e revocare l’accesso a siti specifici, l’agente richiede conferma prima di pubblicare, acquistare o trasferire dati personali e le categorie di servizi finanziari, contenuti per adulti e siti con materiale piratato vengono chiuse per impostazione predefinita. In test ripetuti, il tasso di successo degli attacchi in modalità offline è sceso all’11,2% e, in una serie separata di quattro tecniche basate esclusivamente sul browser, la nuova logica ha ridotto il risultato dal 35,7% a 0.
Lo sviluppatore indipendente Simon Willisson ha valutato il restante 11,2% come un rischio inaccettabilmente elevato e ritiene che l’idea stessa di un’estensione del browser agente sia intrinsecamente vulnerabile. Secondo lo specialista, senza barriere assolutamente affidabili, un simile approccio porterà inevitabilmente ad abusi.
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Le preoccupazioni sono supportate dall’esperienza dei concorrenti. Il team di sicurezza di Brave ha recentemente dimostrato che il browser Comet di Perplexity poteva essere ingannato e indotto a compiere azioni non autorizzate nascondendo istruzioni nei post di Reddit. Quando un utente chiedeva all’agente di ripetere la discussione, quest’ultimo apriva Gmail in una scheda separata, estraeva l’indirizzo e avviava le procedure di recupero dell’accesso. Il tentativo di Perplexity di tappare la falla non ha avuto successo; Brave ha riferito di essere comunque riuscita a bypassare le misure proposte.
Anthropic intende utilizzare anteprime limitate per raccogliere modelli di attacco reali e perfezionare la protezione prima che sia ampiamente disponibile. Tuttavia, all’attuale livello di maturità, i rischi sono di fatto trasferiti all’utente, che utilizza tale assistente sul web aperto a proprio rischio e pericolo. Willisson osserva che aspettarsi che le persone valutino con competenza tutte le minacce in un modello così dinamico è irrealistico, pertanto il problema di sicurezza dovrebbe essere affrontato dai fornitori stessi prima che il prodotto venga reso pubblico.
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CAD, From Scratch: MakerCAD
It’s likely that many of you use some form of CAD package, but how many of you have decided you didn’t like the software on offer? [Marcus Wu] did, and instead of griping, he wrote his own CAD software. It’s called MakerCAD, it’s published under an MIT licence, and you can try it yourself.
It’s written in Go, and it’s superficially similar to OpenSCAD in that the interface is through code. The similarity is skin deep though, as it provides the user with constraint solving as described in the video below the break.
As it stands it’s by no means feature complete, but it is now at a point at which it can be evaluated. Simple models can be created and exported as STEP files, so it can be used as a real-world CAD tool.
Whether it will flourish is down to the path it takes and how its community guides it. But we’re pleased to see any new open source projects in this space, which remains overly dominated by proprietary packages. If you try it, write up your experiences, we’d love to see how this develops.
youtube.com/embed/dFXxCYjCpHU?…
Piccoli ingegneri per grandi Robot! Anche l’Italia punta sui giovani?
A Stavropol, nella Federazione Russa, è ufficialmente partita la corsa al campionato regionale di robotica dedicato agli studenti più giovani. Dal 25 agosto è infatti possibile inviare le domande di partecipazione, con una finestra che resterà aperta fino al 28 settembre. L’iniziativa, promossa dal Ministero dell’Istruzione del Territorio di Stavropol e organizzata dal centro regionale “Sirius 26”, punta a coinvolgere i bambini delle scuole primarie e secondarie di primo grado, dalla prima all’ottava classe.
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Il campionato si articolerà in due fasi. La selezione iniziale avverrà online, con i partecipanti chiamati a presentare un video di due-cinque minuti che mostri il funzionamento del robot realizzato. La fase finale, invece, si svolgerà in presenza il 12 ottobre 2024 nella città di Mikhailovsk, presso il centro per bambini dotati “Poisk”. Qui i migliori progetti avranno l’occasione di essere valutati da una giuria e di competere direttamente.
Piccoli ingegneri per grandi Robot
La procedura di iscrizione è semplice ma rigorosa: è necessario registrarsi sul sito ufficiale di Sirius 26, compilare la domanda e caricare un link al cloud contenente il video dimostrativo del robot. L’obiettivo è garantire che ogni studente possa documentare il proprio lavoro e la creatività applicata al progetto. Una formula che, nelle intenzioni degli organizzatori, permette di unire competenze tecniche e capacità comunicative.
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Lo scorso anno il campionato aveva registrato un successo significativo, con la partecipazione di 136 studenti provenienti da ogni angolo del territorio. Ben 37 di loro erano riusciti a distinguersi, portando a casa il titolo di vincitori o premiati. Secondo il Ministro dell’Istruzione Maria Smagina, questi giovani hanno dimostrato “talento, laboriosità e determinazione”, qualità che il campionato intende valorizzare e diffondere anche nell’edizione 2024.
Il riconoscimento ottenuto dalla competizione non resta confinato a livello locale. Il campionato è infatti inserito nell’elenco delle Olimpiadi e delle competizioni approvate dal Ministero dell’Istruzione della Federazione Russa. Questo significa che i vincitori e i premiati verranno inseriti nella piattaforma statale dedicata ai bambini dotati, un passo importante per dare visibilità al loro percorso e favorire nuove opportunità di crescita.
Per la regione di Stavropol, l’evento rappresenta anche una vetrina dell’impegno nel campo dell’istruzione tecnologica. Investire su discipline come la robotica sin dai primi anni scolastici contribuisce non solo a sviluppare competenze scientifiche, ma anche a stimolare la creatività e il lavoro di squadra. Una combinazione che prepara le nuove generazioni ad affrontare le sfide future in un mondo sempre più digitale.
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Con l’avvicinarsi della scadenza per le iscrizioni, cresce l’attesa per scoprire quanti studenti raccoglieranno la sfida di questa nuova edizione. La finale di Mikhailovsk promette di trasformarsi in una celebrazione della giovane ingegneria, dove l’entusiasmo e l’innovazione dei più piccoli diventeranno protagonisti assoluti.
E in italia?
In Italia, i campionati di robotica per studenti includono il Campionato Nazionale di Robotica “Ocean Edition”, organizzato dal Ministero dell’Istruzione, la RomeCup, evento promosso dalla Fondazione Mondo Digitale, la ABB RoboCup, competizione educativa di ABB Robotics, e la FIRST LEGO League, iniziativa globale di robotica e tecnologia. Partecipano studenti di scuole secondarie di secondo grado e anche università, con gare che toccano tematiche specifiche come la tutela marina o sfide basate su robot industriali
Principali Campionati e Iniziative:
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- Campionato Nazionale di Robotica “Ocean Edition”: Promosso dal Ministero dell’Istruzione, collabora con il progetto “Guardiani della Costa” per promuovere l’impegno dei giovani nelle sfide ambientali, con un focus sulla tutela degli ecosistemi marini. Le scuole secondarie di II grado possono partecipare.
- RomeCup: È un multi-evento annuale organizzato dalla Fondazione Mondo Digitale a Roma, che ospita competizioni di robotica per le scuole di tutta Italia.
- ABB RoboCup: Competizione educativa creata da ABB Robotics che coinvolge scuole secondarie, istituti tecnici superiori (ITS) e università in sfide pratiche e test teorici con robot ABB. ezstandalone.cmd.push(function () { ezstandalone.showAds(615); });
- FIRST LEGO League: Programma globale che coinvolge bambini e ragazzi dai 4 ai 16 anni nel mondo STEM, offrendo un approccio pratico e divertente alla robotica e al problem-solving.
- e.DO Cup: Iniziativa di Comau che coinvolge scuole superiori e ITS in una competizione focalizzata sulla programmazione di robot industriali, con l’obiettivo di coltivare i talenti del futuro.
Perchè queste iniziative sono importanti
Iniziative come il campionato di robotica di Stavropol rappresentano un modello da considerare anche in Italia, perché fungono da veri e propri incubatori per giovani talenti. Coinvolgere i bambini sin dai primi anni scolastici nella progettazione e costruzione di robot permette di individuare presto ragazzi promettenti, capaci di trasformare la propria creatività e le proprie competenze in progetti concreti. Questi giovani, una volta formati e guidati, possono diventare figure chiave nello sviluppo di startup tecnologiche innovative, contribuendo a rafforzare l’ecosistema imprenditoriale nazionale.
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In un mondo in cui la robotica si integra sempre di più con l’intelligenza artificiale, queste iniziative assumono un ruolo strategico anche per la sicurezza nazionale. Giovani preparati in ambito tecnologico e robotico possono essere formati per affrontare sfide complesse, dalla cybersecurity allo sviluppo di sistemi avanzati, contribuendo così a proteggere e innovare le infrastrutture critiche del Paese. Promuovere simili programmi in Italia significherebbe investire su talenti precoci capaci non solo di guidare la crescita economica, ma anche di rafforzare la resilienza tecnologica e strategica della nazione.
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Partnership nello spazio tra l’Italia e l’industria militare israeliana
@Notizie dall'Italia e dal mondo
Il satellite spia NAOS è stato prodotto dalla italiana OHB con la partecipazione della Elbit di Haifa
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Phishing su Teams: almeno l’hacker risponde più veloce del vero help desk!
Negli ultimi mesi, come anticipato più volte su Red Hot Cyber, è emerso un nuovo fronte nello scenario del phishing aziendale: attacchi tramite Microsoft Teams in cui i malintenzionati si spacciano per personale IT o help desk. Approfittando delle funzionalità base della piattaforma, come la comunicazione esterna consentita per default, gli aggressori ingaggiano gli utenti con messaggi, chiamate o richieste di condivisione schermo, spesso inserendosi in modo insospettabile nella chat di Teams. L’efficacia di queste tattiche è cresciuta parallelamente all’adozione diffusa di Teams come strumento primario di lavoro collaborativo.
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I danni possono concretizzarsi quando la vittima, convinta di aiutare un tecnico interno, accede alla condivisione o all’uso di strumenti di controllo remoto (come Quick Assist, AnyDesk o strumenti RMM). Questo consente agli attaccanti di installare malware, compromettere endpoint, disabilitare protezioni e avanzare lateralmente nella rete aziendale. Una campagna, denominata VEILDrive, ha mostrato come l’attaccante abbia sfruttato un account precedentemente compromesso per inviare messaggi di phishing attraverso Teams e ottenere così l’accesso iniziale.
Percorso di attacco VEILDrive (fonte hunters security)
Un modus operandi frequentemente osservato prevede un’email bombing, ovvero un’inondazione di mail in breve tempo – anche migliaia in pochi minuti – per creare un senso d’urgenza e spingere le vittime a cercare aiuto tecnico.
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Gli aggressori sfruttano questo pretesto per contattarli via Teams. In questo contesto, le vittime ricevono messaggi da domini .onmicrosoft.com non verificati ma che includono parole come “helpdesk”, “IT” o “support”, aumentando il rischio di confusione.
Gli aggressori iniziano talvolta compromettendo account Teams interni o creando tenant Entra ID autonomi, spesso usando domini .onmicrosoft.com, soprattutto in assenza di configurazioni personalizzate. Le differenze tra account personali, licenze di prova e tenant aziendali influiscono poi sui log generati e sulle funzionalità disponibili.
Il phishing in chat one-to-one sfrutta la semplicità con cui, via Teams, si può cercare utenti esterni e inviare loro messaggi, abilità supportata dall’interfaccia della piattaforma. Anche se Microsoft attiva avvisi in caso di messaggi esterni o sospetti, questi possono essere aggirati in fasi successive dell’attacco.
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I log di Microsoft 365 offrono tracce importanti per l’investigazione: eventi come ChatCreated, MessageSent, UserAccepted e TeamsImpersonationDetected permettono di ricostruire le conversazioni sospette, identificare clic sugli avvisi di comunicazione esterna, e persino rilevare tentativi di impersonificazione.
In caso di chiamate vocali (vishing), Teams non mostra avvisi sul lato vittima e i log rimangono limitati, generando soltanto eventi come ChatCreated e MessageSent, rendendo difficile distinguere queste chiamate dalle chat testuali. Inoltre, la condivisione dello schermo può essere abilitata facilmente se l’utente ci casca, mentre il controllo remoto è bloccato di default ma può essere attivato tramite policy, aumentando la superficie di attacco.
Per contrastare questa minaccia, Team AXON propone una logica di rilevamento basata su UEBA, arricchita con scoring e contesto: vengono identificati chat esterni inusuali, domini .onmicrosoft.com, pattern con keyword sospette (es. helpdesk), uso di caratteri non-ASCII (emoji), e picchi di TIMailData legati a email bombing. L’analisi considera anche eventi come UserAccepted, risposte dell’utente, o l’aggiunta di membri ai thread
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Completano il quadro le soluzioni tecniche: l’impiego di un sistema di Endpoint Detection and Response (EDR) combinato con antivirus di nuova generazione (Next-Gen AV) è raccomandato. Questi strumenti possono bloccare comportamenti anomali, intercettare applicazioni malevole e sostenere le attività investigative post-evento.
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Umstrittene Massenüberwachung: Von diesen Ländern hängt ab, wie es mit der Chatkontrolle weitergeht
Serve un’AI europea, solo così le regole avranno senso. Parla il prof. Rotolo
L'articolo proviene da #StartMag e viene ricondiviso sulla comunità Lemmy @Informatica (Italy e non Italy 😁)
Usa e Cina fanno l’AI, l’Europa fa la regolamentazione sull’AI. Una battuta critica dell’approccio normativo europeo non del tutto onesto. Intervista al prof. Antonino Rotolo,
Sabrina Web 📎 reshared this.
noyb WIN: YouTube ha ordinato di onorare il diritto di accesso degli utenti La DPA austriaca ha ordinato a YouTube di inviare al denunciante tutti i dati personali che tratta su di lui mickey29 August 2025
Phica ha chiuso? Ma nemmeno per sogno.
@Privacy Pride
Il post completo di Christian Bernieri è sul suo blog: garantepiracy.it/blog/phica-ha…
"Internet non dimentica." (cit. mia amica saggia) Per cancellare qualcosa da internet bisogna essere bravi. Non solo, bisogna progettare le cose in modo che si possa effettivamente fare. Cancellare i contenuti,
Journalist speaks out after attempt to silence him with a restraining order
A couple of years ago, a judge in Arizona issued a restraining order against journalist Camryn Sanchez at the behest of a state senator, Wendy Rogers. The ordeal was alarming, but press freedom advocates were able to breathe a sigh of relief when the order was struck down by another judge a few weeks later. That Rogers is, well, out of her mind, made it easier to hope that the whole thing was an isolated incident.
Unfortunately, that doesn’t appear to be the case. A Maryland journalist, Will Fries, was recently served with a “peace order” that would’ve barred him from city hall in Salisbury. The order, requested by the city’s communications director (allegedly in coordination with higher-ups), followed Fries’ reporting on the city’s purported policy requiring media inquiries to be routed through its communications office — which officials cited to restrict Fries from asking questions during a committee meeting.
Fortunately, a judge ultimately declined to issue the order. But after the Arizona restraining order and plenty of other instances of local officials claiming bizarre grounds to punish routine newsgathering, it would be a mistake to dismiss Fries’ case as a one-off.
We talked to Fries about the experience via email. Our conversation is below.
Tell us briefly about your background and the kind of reporting you do for The Watershed Observer.
For over a decade, I’ve worked to counter disinformation and malign influence across communities. I’ve done investigative work for nonprofits and tech companies, served on major presidential campaigns, and overseen digital strategy for former Portland (Oregon) Mayor Ted Wheeler (where things got interesting). Most recently, I launched The Watershed Observer to provide communities with faithful reporting at the intersection of local and global issues.
We want to talk about the “peace order,” or restraining order, that a government employee sought against you in Salisbury, but it looks like there’s a bit of press freedom “Inception” going on — that ordeal arose from your reporting on another press freedom issue. What happened on August 6 in Salisbury, Maryland?
Salisbury’s Mayor’s Office claimed the Human Rights Advisory Committee advised him to remove a rainbow crosswalk. In reality, the committee had voted against that and gone on public record disputing the mayor’s communications. I received reports, tips, and outreach, and I reviewed the committee’s approved May meeting minutes.
As a courtesy, I let the committee know ahead of time that I planned to take part in the open, public forum section of their August 6 meeting. After being recognized, when I raised questions about the mayor’s false statement, the mayor’s liaison blocked both me and the committee from discussion, falsely claiming a city policy barred journalists from participating. No such policy exists. Later, the mayor’s comms director sent an email exclusively targeting the Human Rights Committee and their ability to speak with the press and public about their public work, the same group that had raised concerns about the mayor’s misinformation.
The kind of policy that the mayoral staffer cited, that city employees are required to route all media inquiries to a communications office, has been referred to as “censorship by PIO,” or public information officer, because of how it limits the information obtainable by journalists. They’ve repeatedly been held unconstitutional. Putting aside that the commission members weren’t actually city employees subject to the policy — and that even if a city policy could restrict employees from answering certain questions, it certainly can’t block reporters from asking them — how have you observed these policies impacting the press?
The city’s actions had a tangible chilling effect. After the comms director’s email, some committee members hesitated to go on record, while others only spoke confidentially. In practice, this limited the committee’s ability to speak publicly about human rights issues or potential concerns regarding the mayor and his staff.
“If someone is a nongovernment actor who produces media to be consumed by the public, they are press. The idea of official versus unofficial press is a ridiculous invention.”
Will Fries
I say actions, not policy, because there is no legitimate city policy banning journalists from participating in public meetings, and such a rule would serve no legitimate purpose. The false claim and creation of policy was fabricated in the moment to intimidate and coerce members of the public body, and me, in order to suppress participation in further discussing the mayor’s office’s gross misrepresentation of the committee’s public work. Its only purpose was to block accountability and prevent scrutiny.
I noticed in some correspondence, the comms director seems to refer to you as someone who claims to be a member of the media, and distinguishes between what she sees as official and unofficial press. As an independent journalist, how do you think city officials should determine who is or isn’t really the press? Or should they at all?
If someone is a nongovernment actor who produces media to be consumed by the public, they are press. The idea of “official” versus “unofficial” press is a ridiculous invention, completely at odds with constitutional protections and civic norms. The city of Salisbury has no legitimate policy distinguishing “real” from “not real” press, nor could it. That notion exists only to imply the city can ignore questions or accountability from anyone they don’t consider “official press.” They can’t. In Maryland, our Declaration of Rights explicitly extends the freedom of the press to “every citizen,” and many states have similar protections.
Talk about the follow-up reporting you did, or tried to do, after the August 6 meeting.
After the August 6 meeting, I did what any responsible journalist would do: I followed up. I gave the city employee a chance to clarify. I reached out to the mayor’s comms director for confirmation and comment. I also shared my reporting with the committee, inviting them to add their perspectives. Instead of engaging, the comms director issued an email exclusively to the Human Rights Advisory Committee, discouraging members from speaking to the press or the public. They spread falsehoods about me and my reporting in retaliation, rather than investigate the reality themselves or address the underlying facts of the mayor’s misinformation about the Human Rights Committee and mayor’s staff improperly interfering at the August 6 meeting. I also filed public records requests to learn more about the city’s processes and policies.
Then you got the peace order from the mayor’s comms director. Which allegations in the peace order application do you contend were factually false, and did the city ever present any evidence that those allegations were, in fact, true?
The comms director falsely claimed I was behind a nonthreatening and fact-forward whistleblower email that raised serious ethical concerns about her conduct, and petitioned that this, combined with my public records requests, somehow were grounds for a peace order. Those allegations were unfounded, baseless, and unsupported by any evidence. The petition functioned solely as retaliation against protected activities and now fits into an observable pattern of the city disregarding realities.
I’ve had a long investigatory career, and I am aware of other instances where peace orders have been misused as tools to discredit reporters and witnesses, or to intimidate people participating in serious investigations. At the same time, it’s important for everyone to recognize that lawful peace orders serve an important and serious purpose: They protect individuals from genuine threats and ensure safety in difficult circumstances. I believe that misuse and abuse of peace orders is rare.
So stripping away the allegations you dispute, what’s left is essentially that you sought comment for stories from the comms director, filed public records requests, and voiced your displeasure with how officials had characterized your reporting. That all sounds like routine journalistic conduct (especially when city policy doesn’t allow you to talk to anyone else besides the comms director) and a pretty open-and-shut case. Was it easy to get this thrown out?
Once all false statements and disprovable allegations are removed, what remains is professional conduct and routine journalism: seeking comment, filing records requests, and following up on city actions, activities documented by journalists every day. It’s concerning that it went as far as a court proceeding, but the judge ultimately ruled there was no basis for the petition.
Do you think higher-ups at the city had anything to do with the effort to obtain a peace order against you, which, incidentally, would have restricted you from entering city headquarters?
During sworn testimony, the mayor’s comms director acknowledged she pursued the peace order with encouragement and guidance from the city solicitor’s office and the Police Department. If that testimony were false, it would amount to perjury. In addition, I have received reports from trusted sources that an elected official may have personally participated. All of this indicates the effort wasn’t an isolated action by one employee, but part of a broader institutional attempt to retaliate against a reporter and restrict reporting access.
The U.S. Press Freedom Tracker, a project of Freedom of the Press Foundation (FPF), only has one case documented in which a judge knowingly entered a restraining order against a journalist (the Tracker is not documenting your case because the court declined to issue the order). That case involved a state senator in Arizona who objected to a reporter knocking on her door, and the order was later overturned. But there have been plenty of cases involving reporters being arrested, ticketed, investigated, sued, raided, or criminally charged over routine journalism. How do you think what happened to you fits into this broader national trend of local authorities retaliating against the press for doing its job?
We are seeing instances in which some people with public responsibilities respond to journalists with resistance or retaliation rather than openness. These actions rarely arise from legitimate concern and more often reflect institutional reluctance to confront reality or uphold accountability. In some cases, public officials entrusted with serving their communities treat engagement and transparency as risks rather than obligations. The healthiest communities are built on leaders who stay open, accountable, and ready to face tough questions from the public and the press.
Everyone has a responsibility to support press freedom, including journalists, city employees, and members of the public. Sometimes that responsibility is as simple as subscribing to a news outlet. Other times, it involves asking hard questions and sharing difficult truths with the public. And in some cases, it requires taking personal risks, including facing arrest or accusations, to advance public interests.
In this climate, we all have a responsibility to ask ourselves the hard questions about what we each can do to strengthen a free and transparent society.
Government's excuses for Öztürk secrecy are insulting
Dear Friend of Press Freedom,
For 157 days, Rümeysa Öztürk has faced deportation by the United States government for writing an op-ed it didn’t like, and for 76 days, Mario Guevara has been imprisoned for covering a protest. Read on for more, and click here to subscribe to our other newsletters.
Government excuses for Öztürk secrecy are insulting
A recent court filing suggests the U.S. government is abusing the Freedom of Information Act to hide potentially damning evidence about its March arrest of Öztürk over her co-authorship of an op-ed criticizing Israel.
The government told Freedom of the Press Foundation (FPF), in response to a lawsuit we’ve filed for Öztürk’s records, that releasing them would be an invasion of privacy, although it’s not clear whose. Read more here. And to learn more about our FOIA work, subscribe to our secrecy newsletter, The Classifieds.
Stop congressional secrecy bill
A new legislative proposal – almost identical to one we opposed in 2023 – would allow members and even former members of Congress to compel the censorship of a broad range of information that journalists and others are constitutionally entitled to publish.
It would impede journalists’ and watchdogs’ efforts to, for example, check property, vehicle or travel records to investigate bribery allegations, monitor lawmakers leaving their districts during emergencies, scrutinize potential financial conflicts impacting policy positions, and a myriad of other newsworthy matters. We collaborated with our friends at Defending Rights & Dissent on a petition to lawmakers to stop this censorial proposal. Contact your senator here.
Police: Don’t impersonate journalists
We told you last week that police in Eugene, Oregon, said they’d stop putting their videographers in “PRESS” vests. Great.
But the practice was disturbing enough that we thought police in Eugene and elsewhere needed to understand the dangers of government employees posing as journalists — from providing propagandists with greater access than real journalists to exposing journalists and police officers alike to the risk of assault.
We led a letter from press and liberties groups to Eugene’s police chief, copying national associations of police communications personnel.Read it here.
Another journalist restraining order
A couple years ago, a judge in Arizona issued a restraining order against journalist Camryn Sanchez at the behest of a state senator, Wendy Rogers. That ordeal was alarming, but press freedom advocates were able to breathe a sigh of relief when the order was struck down by another judge a few weeks later. That Rogers is, well, out of her mind, made it easier to hope that the whole thing was an isolated incident.
Unfortunately, that doesn’t appear to be the case. Maryland journalist Will Fries was recently served with a “peace order” that would’ve barred him from city hall in Salisbury. Fortunately, a judge ultimately declined to issue the order, but after the Arizona restraining order and plenty of other instances of local officials claiming bizarre grounds to punish routine newsgathering, it would be a mistake to dismiss Fries’ case as a one-off.
We talked to Fries about the experience via email. Read the conversation here.
What we’re reading
Israel’s killing of six Gaza journalists draws global condemnation (Al Jazeera). We told Al Jazeera that “Any story that quotes an Israeli official or references Israeli allegations should say that Israel does not allow the international press to verify its claims and kills the local journalists who try.”
Homeland Security tells watchdog it hasn’t kept text message data since April (The New York Times). We told the Times that “Agencies cannot get away from responding to FOIA requests by intentionally degrading their capabilities … This is like a fire department saying, ‘We don’t have a hose, so we’re not going to put out the fires anymore.’”
Accepted at universities, unable to get visas: inside Trump’s war on international students (The Intercept). “An intrepid reporter who wants to use his time in America to become an even more effective watchdog against government corruption is an undesirable in the eyes of a corrupt government like ours,” we told The Intercept about journalist Kaushik Raj’s student visa denial.
News groups ask judge to increase protections for journalists covering LA protests (Courthouse News). The federal government apparently believes that assaulting journalists covering protests is legal because “videotaping can lead to violence.” The First Amendment says otherwise.
The student newspaper suing Marco Rubio over targeted deportations (The Intercept). “It does not matter if you’re a citizen, here on a green card, or visiting Las Vegas for the weekend — you shouldn’t have to fear retaliation because the government doesn’t like what you have to say,” Conor Fitzpatrick of the Foundation for Individual Rights and Expression told The Intercept.
Lack of local news tied to government secrecy, new report says (Medill Local News Initiative). A new study by the Brechner Center for the Advancement of the First Amendment shows that states with more newspapers are more likely to respond to records requests, and states with fewer papers are more likely to ignore them.
Public broadcast cuts hit rural areas, revealing a political shift (The New York Times). Rural stations in Alaska and elsewhere may no longer have the bandwidth to send emergency alerts. That could be the difference between life and death.
Opinion: D.C. must invest in local news (The 51st). Funding local news by directing public grants through consumer coupons is a creative way to address the local news crisis. Local governments must act to keep community news from dying.
Israele compra inserzioni su YouTube per smentire la crisi umanitaria: «C'è cibo a Gaza, qualsiasi altra affermazione è una bugia» - Il video
I video sono diffusi in tre lingue: inglese, tedesco e italiano sul canale YouTube del Ministro per gli Affari Esteri israeliano e contano milioni di visualizzazioniOpen
Cinque secondi
Cinque secondi
Una storia profondamente umana, sulle seconde occasioni, quella raccontata da Paolo Virzì nel suo nuovo film, Cinque secondi. Uno sguardo ironico e toccante quello che il regista toscano utilizza per narrare la vita dei suo protagonisti.www.altrenotizie.org
Criticare un ministro si può, ma tentano in tutte le maniere di tapparti la bocca. Meno male che alcune volte vi sono giudici con la testa e non di parte.
#Iran, i vassalli vanno alla guerra
Iran, i vassalli vanno alla guerra
I governi di Francia, Germania e Regno Unito, come praticamente tutto il resto dell’Europa, non intendono perdere una sola occasione per rimarcare la propria marginalità strategica e l’irrilevanza politica e morale che li contraddistingue nell’approc…www.altrenotizie.org
Stop alle armi ad Israele, volti e voci al sit in di Roma
@Giornalismo e disordine informativo
articolo21.org/2025/08/stop-al…
Centinaia di persone in piazza del Pantheon a Roma per il sit in promosso dall’Anpi, da Articolo 21, Rete No bavaglio e Emergency per chiedere di bloccare l’invio di armi a Israele e porre fine al
Perché è problematico e fuori moda, ma sarebbe importante farlo lo stesso
DisNews 25.08 - Ten years of Disroot | Disroot.org
Disroot is a platform providing online services based on principles of freedom, privacy, federation and decentralization.disroot.org
The front page of the image hosting website is full of John Oliver giving the owner the middle finger.#News
Il giudice non ritiene soddisfacente la risposta "vaga e poco informativa" della FCC alla causa DOGE
I querelanti chiedono i documenti DOGE e sostengono che la FCC ha violato il Freedom of Information Act
Il 26/8 un giudice ha rimproverato la Federal Communications Commission per la sua risposta "vaga e poco informativa" a una causa legale relativa al DOGE e ha ordinato alla commissione di produrre i documenti richiesti ai sensi del Freedom of Information Act (FoIA).
La FCC è stata citata in giudizio dalla giornalista Nina Burleigh e da Frequency Forward , un gruppo che afferma di stare indagando su come l'influenza di Elon Musk nel governo "stia creando conflitti di interesse ingestibili all'interno della FCC". Burleigh e Frequency Forward hanno affermato in una denuncia del 24 aprile che la FCC ha violato il Freedom of Information Act omettendo ingiustamente i dati sulle attività del DOGE all'interno dell'agenzia.
La Nato tutta al 2%. Stati Uniti primi, Polonia record in Europa, Italia al 2,01% del Pil
@Notizie dall'Italia e dal mondo
Tutti i Paesi membri della Nato hanno raggiunto nel 2025 il traguardo della spesa militare pari almeno al 2% del Pil, segnando un ulteriore rafforzamento della postura difensiva dell’Alleanza Atlantica. Lo evidenziano i dati aggiornati fino a
Articolo 21 a bordo della Mediterranea
@Giornalismo e disordine informativo
articolo21.org/2025/08/articol…
Un affollato sit in al porto di Trapani per chiedere il ritorno in mare della nave Mediterranea: della Ong Mediterranea Saving Humans. Trapani contro il Decreto Piantedosi ma non solo, Trapani contro un Governo, quello italiano, che continua a finanziare le
I bombardamenti russi su Kiev causano 14 morti, tra cui tre bambini
Il bilancio di un massiccio attacco russo con missili e droni contro la capitale ucraina Kiev nella notte tra il 27 e il 28 agosto è salito a 14 morti, tra cui tre bambini, ha annunciato il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyj. LeggiRedazione (Internazionale)
L’ex commissario Breton invitato a un’audizione al Congresso USA che attacca la normativa digitale UE
L'articolo proviene da #Euractiv Italia ed è stato ricondiviso sulla comunità Lemmy @Intelligenza Artificiale
La Commissione Giustizia della Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti ha invitato l’ex commissario europeo al Mercato
Perché gli studi cinematografici rimangono cauti sull’uso dell’AI generativa
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Alcuni studi hollywoodiani stanno esplorando l’uso dell’intelligenza artificiale generativa (GenAI) per ridurre i costi nella creazione di film e serie, ma questioni legate
Norvegia. Il Fondo Sovrano via da Caterpillar e da cinque banche israeliane
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Il Fondo Sovrano del paese scandinavo ha deciso di disinvestire dalla multinazionale americana Caterpillar e da cinque banche israeliane, ritenute complici dell'occupazione
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Cosa c’è dietro al calo di Nvidia in borsa?
L'articolo proviene da #StartMag e viene ricondiviso sulla comunità Lemmy @Informatica (Italy e non Italy 😁)
Nvidia ha riportato risultati economici molto buoni nel secondo trimestre dell’anno fiscale 2026, eppure il titolo è calato in borsa. Gli investitori sono preoccupati per le tensioni Usa-Cina e per il possibile rallentamento degli
L’esempio di pace dei camalli di Genova, che stanno per salpare con la Global Sumud Flotilla
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Ben(e)detto del 28 agosto 2025
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Max 🇪🇺🇮🇹
in reply to Max 🇪🇺🇮🇹 • •Ma perché quando condivido un video di YouTube si vede solo il testo del link e non l'immagine di anteprima?
Ho provato anche ad usare il tag "[share]" ma è peggio.
Low res Loud audio
in reply to Max 🇪🇺🇮🇹 • • •Vedevamo come in genere passa mezz'ora prima che sia visibile l'anteprima.
hashtag slowweb 😅
Max 🇪🇺🇮🇹
in reply to Low res Loud audio • •@Low res Loud audio io non la vedo neanche adesso e saranno passate 12 ore...
Non è lentezza, è che non lo fa proprio.
Low res Loud audio
in reply to Max 🇪🇺🇮🇹 • • •Però in qualche post vecchiotto notavamo che per mezz'ora non compare l'anteprima a youtube.com, mentre non compare neanche dopo in alcuni (?) link a youtube.be
Max 🇪🇺🇮🇹
in reply to Low res Loud audio • •@Low res Loud audio
Ah bene, allora è Friendica che non la fa vedere...