WIRobotics presenta ALLEX, il robot umanoide multiuso avanzato
WIRobotics ha presentato la parte superiore del suo primo robot umanoide multiuso , ALLEX, presso il Robot Innovation Hub della Korea University of Technology and Education. Il nome sta per “ALL-EXperience” e gli sviluppatori sottolineano che la macchina non solo è in grado di riconoscere immagini e controllare la propria posizione nello spazio, ma anche di rispondere a influenze fisiche reali: forza, tocco, impatto. Questo rende ALLEX un passo avanti rispetto ai modelli esistenti, poiché dimostra un comportamento simile a quello umano.
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La caratteristica principale del progetto è una nuova mano con un elevato grado di mobilità. Ha dimensioni paragonabili a quelle di una mano umana ed è dotata di 15 gradi di libertà, il che garantisce movimenti precisi e un’ampia gamma di compiti. Allo stesso tempo, la mano è in grado di rilevare sforzi di soli 100 grammi di forza anche senza sensori tattili. L’errore nel posizionamento ripetuto della punta delle dita non supera 0,3 mm e la forza di compressione raggiunge i 40 Newton, consentendole di sollevare oltre 30 kg su un gancio: questo è uno dei migliori indicatori tra i manipolatori antropomorfi ad alta mobilità.
Particolare attenzione è stata dedicata ai sistemi di azionamento e controllo. Il nuovo attuatore presenta un attrito estremamente basso e un’elevata capacità di carico, e l’algoritmo di controllo combina il posizionamento preciso con il controllo di forza e rigidità. Il design utilizza anche un compensatore di peso per il corpo, rendendo l’interazione umana più sicura e migliorando la precisione durante l’esecuzione di compiti pesanti.
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Un elemento importante è la combinazione di leggerezza ed elevata capacità di carico. La mano pesa circa 700 grammi e l’intero assemblaggio, dalla spalla in giù, pesa circa 5 kg. Allo stesso tempo, il robot è in grado di manipolare oggetti di peso superiore a 3 kg con una sola mano, una capacità paragonabile a quella di un manipolatore collaborativo medio di peso superiore a 20 kg.
ALLEX è il primo umanoide dotato di una “flessibilità” innata in grado di rispondere a forze esterne con mani, dita e corpo senza l’uso di sensori di forza. Questo apre la strada a un’interazione sicura ma dinamica con gli esseri umani e semplifica l’addestramento basato sull’apprendimento automatico , riducendo al minimo il divario tra simulazione e mondo reale.
L’azienda vede ALLEX come la base di una futura piattaforma modulare: braccia, mani, corpo o sistema di controllo possono essere utilizzati separatamente. WIRobotics prevede di condurre dimostrazioni in vari settori per entrare nel mercato.
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Per unire robotica e intelligenza artificiale , WIRobotics sta costruendo un ecosistema di innovazione aperto. L’azienda ha una partnership strategica con RLWRLD, una startup che lavora allo sviluppo di “IA fisica”, e collabora anche con importanti centri di ricerca e aziende in tutto il mondo, tra cui il MIT , l’Università dell’Illinois a Urbana-Champaign, l’Università del Massachusetts, il Korea Advanced Institute of Science and Technology e Maxon.
“ALLEX non è solo un’imitazione dei movimenti umani. È il primo robot che percepisce e reagisce realmente al mondo che lo circonda“, ha affermato Young-Jae Kim, co-CEO e CTO di WIRobotics. Secondo lui, l’obiettivo dell’azienda è creare una piattaforma umanoide multifunzionale, accessibile a tutti nella vita di tutti i giorni entro il 2030.
WIRobotics è stata fondata nel giugno 2021 da quattro ex ingegneri Samsung . L’azienda promuove l’idea di “Tecnologia per le persone, per la qualità della vita”. Tra i suoi progetti figurano l’esoscheletro industriale WIBS e l’assistente mobile WIM, che ha vinto il CES Innovation Awards per due anni consecutivi. Nel 2024, l’azienda ha raccolto 13 miliardi di won per lo sviluppo, ha inaugurato il Robot Innovation Hub e ha avviato collaborazioni con organizzazioni accademiche per accelerare la ricerca nei campi dei manipolatori sicuri e flessibili e della deambulazione robotica.
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Cos’è il Wetware: il futuro del potenziamento del cervello attraverso hardware e software
A livello di definizione, per wetware si intende quella tecnologia che combina hardware e software per potenziare le forme di vita biologiche. Steve M. Potter, è un professore associato presso il Laboratorio di neuroingegneria dell’Università della Georgia, ha predetto che è in arrivo una nuova rivoluzione.
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Ma tutto questo quando avverrà? In effetti sta già accadendo.
Cosa si intende per wetware
Dal 1996, Potter è stato coinvolto in una ricerca all’avanguardia sulle “possibilità di sviluppo della cognizione potenziata attraverso l’hardware nelle persone”. Infatti nel saggio “The future of computing and neural interfacing“, Potter descrive che tutta la vita come la conosciamo noi è fatta di cellule, che sono “morbide e piene di acqua salata”.
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Ecco perché i sistemi di controllo degli animali (reti di neuroni e cellule gliali) vengono talvolta definiti “wetware”, si tratta della base di tutta l’intelligenza naturale (NI). I computer e il digitale, al contrario, sono “secchi e duri”: l’hardware è il substrato su cui gira l’intelligenza artificiale (AI) di oggi.
Il Wetware opera (nella misura in cui lo comprendiamo) con regole molto diverse dall’hardware digitale. L’inevitabile percorso verso questo futuro ibrido neurale-sintetico sarà lastricato da una migliore comprensione del cervello e da migliori interfacce neurali oltre che a computer che emulano meglio la funzione cerebrale e di software e hardware neuromorfico specializzato, e quindi ispirato al cervello.
Ad esempio, l’apprendimento profondo (deep learning), è facilmente comprensibile come applicazione delle neuroscienze all’informatica e quindi fonte di ispirazione per una nuova generazione di software. Portando il tutto ad un livello successivo, non sarà solo il software a potenziare la nostra mente, ma anche hardware specializzato che potrà essere interessato in queste nuove tecnologie. Ad oggi ne le AI e ne le Neural Intelligence (NI) hanno davvero beneficiato dei sistemi ibridi hardware-wetware.
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Perchè no?
Perché i sistemi neurali viventi sono complessi e difficili da capire, per non parlare del relativo “reverse engineering”, se vogliamo fare una analogia con il mondo informatico. L’interfacciamento neurale è tecnicamente impegnativo. Ma il prof. Potter è fiducioso che il wetware-hardware un giorno, prima o poi, sarà comune e utile come lo sono oggi i computer digitali.
A differenza del calcolo quantistico, abbiamo molti esempi di dispositivi funzionanti che eseguono incredibili e miniaturizzate elaborazioni. Anche un cervello di una mosca è più potente ed efficiente dei migliori controllori di volo digitali che gli esseri umani hanno mai progettato.
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In che modo i cervelli realizzano imprese così sorprendenti di elaborazione dei sensori in tempo reale ed il controllo di movimenti così precisi in un così piccolo organismo?
Svelare i Misteri del Cervello per Creare Intelligenze Artificiali Ibride
C’è una forte motivazione per scoprire abbastanza segreti del cervello per creare nuove forme di intelligenza artificiale ibrida che sfruttino al massimo il calcolo digitale abbinato ad un cervello reale. È un po’ scioccante quanto male comprendiamo il cervello oggi, considerando quanto sia importante nelle nostre vite.
I neurobiologi non capiscono veramente cosa sia realmente un pensiero, da dove provengano i sentimenti, come siano immagazzinati i ricordi o come impariamo. Siamo in una fase equivalente alla comprensione vittoriana del sole: è probabile che ci siano concetti di funzione cerebrale che non possiamo ancora concepire, nello stesso modo in cui la fusione nucleare sbalordirebbe uno scienziato del XVIII secolo.
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Ma c’è motivo di ottimismo: il ritmo incalzante della neuro-ricerca accademica è stimolato dai finanziamenti dell’iniziativa Brain Research through Advancing Innovative Neurotechnologies (BRAIN) creata dall’amministrazione Obama e dallo Human Brain Project dell’UE.
I progressi avverranno quando questi sforzi si fonderanno con quelli dedicati alla creazione di sistemi di intelligenza artificiale migliori, come OpenAI, Google’s Deep Mind, IBM’s Watson e relativi progetti di AI su Facebook, Amazon, Microsoft, Baidu, ecc.
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Ma la comprensione incompleta del sistema nervoso e della NI non è una scusa per trattenersi dall’implementare qualche versione di ciò che sappiamo nei sistemi artificiali. L’immensa complessità del sistema nervoso può essere importante per fornire le potenti capacità di NI.
Tuttavia, le capacità dei sistemi di deep learning di ispirazione neurale dimostrano che possiamo svolgere molte attività utili di intelligenza artificiale emulando solo una piccola parte di quella complessità.
Il progresso delle Interfacce Neurali
I progressi nel software e nell’hardware neuromorfici possono sostituire l’uso del tessuto vivente effettivo per il calcolo, nello stesso modo in cui gli aerei a reazione hanno soppiantato la necessità di costruire ali che sbattono per poter realizzare cose che volano veloci.
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I ricercatori utilizzano interfacce neurali per studiare e influenzare il sistema nervoso nelle persone, negli animali e in vitro. Le interfacce neurali sono disponibili in due tipi: umani potenziati e computer potenziati.
Gli esseri umani potenziati con la tecnologia di interfaccia neurale compiono miracoli su base giornaliera: i sordi usano impianti cocleari per sentire, le persone con paraplegia usano stimolatori del midollo spinale per camminare e quelli con dolori e tremori usano stimolatori cerebrali profondi per sedare la loro sofferenza.
Ma il secondo tipo di interfaccia neurale – computer potenziati con neuroni viventi – è ancora una curiosità di laboratorio.
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Dal 1999, il laboratorio di Potter al Caltech e alla Georgia Tech University hanno sviluppato una tecnologia di interfaccia neurale open source, incluso NeuroRighter. Le interfacce neurali a circuito chiuso utilizzano la stimolazione elettrica e ottica per addestrare il tessuto cerebrale che cresce in una piastra di Petri.
Questo è stato un primo passo ma cruciale per creare utili sistemi di elaborazione ibrida. Sonostati pubblicati alcuni lavori dieci anni fa, ma da allora l’hardware che incorpora il wetware (neuroni viventi) non ha fatto grandi progressi. Le interfacce neurali elettriche odierne sono rudimentali. Mancano del feedback che è onnipresente nei sistemi nervosi e utilizzano solo pochi elettrodi con larghezza di banda limitata.
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1 petaFLOPS e 128 GB di memoria: il nuovo chip Nvidia cambia le regole del gioco
Nel 2023, Nvidia ha introdotto un’architettura superchip che collega CPU e GPU tramite un bus NVLink ad alta velocità. Offre una comunicazione significativamente più veloce rispetto a PCIe, ma il suo utilizzo è stato a lungo limitato a data center e piattaforme cloud. Ora l’azienda sta portando la tecnologia sul desktop attraverso il progetto Digits, recentemente ribattezzato DGX Spark. Alla conferenza Hot Chips, Andi Scande, responsabile dell’architettura di GB10, ha fornito dettagli sul nuovo chip.
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Il GB10 è prodotto da TSMC con un processo produttivo a 3 nm ed è composto da due die: una CPU progettata da MediaTek e una GPU creata da Nvidia. Sono collegati tramite un packaging 2.5D e l’interfaccia NVLink Chip-to-Chip dell’azienda, che fornisce fino a 600 GB/s di larghezza di banda bidirezionale.
La parte CPU (S-die) contiene 20 core Arm v9.2, divisi in due cluster: X925 e Cortex A725, con 32 MB di cache L3 e ulteriori 16 MB di L4 per velocizzare le interazioni tra i blocchi. Secondo Nvidia, il die della GPU è in grado di fornire fino a 1 petaFLOPS di calcoli FP4, o circa 31 teraFLOPS in FP32. In termini di prestazioni AI, questo è paragonabile alla RTX 5070 (il cui prezzo consigliato è di circa $ 550), ma la GB10 è notevolmente più efficiente: il suo consumo energetico è di 140 W contro i 250 W della 5070.
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Il vantaggio principale è la capacità di memoria: 128 GB di LPDDR5x contro i 12 GB della RTX 5070. Nonostante l’assenza di HBM, la memoria opera a 9400 MT/s e fornisce 273-301 GB/s di larghezza di banda. Questo è sufficiente per addestrare e riaddestrare modelli in cui la capacità è più importante della velocità di picco.
Secondo Nvidia, DGX Spark consente di riaddestrare modelli con un massimo di 70 miliardi di parametri ed eseguire inferenze su modelli con un massimo di 200 miliardi di parametri. Se necessario, è possibile combinare due dispositivi tramite la scheda di rete ConnectX-7 con due porte 200GbE, raddoppiando le capacità di elaborazione.
Il prezzo del nuovo prodotto parte da 2.999 dollari, rendendolo accessibile solo agli sviluppatori professionisti. Ma la cosa più importante è che l’architettura GB10 è compatibile con soluzioni di livello data center e i modelli testati su Spark non richiedono modifiche per l’implementazione industriale.
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Estensioni AI per browser? C’è troppa insicurezza: il rischio ricade ancora nella consapevolezza degli utenti!
Anthropic ha lanciato l’allarme contro una nuova minaccia legata alle estensioni “intelligenti” dei browser: i siti web possono infiltrarsi in comandi nascosti che un agente di intelligenza artificiale eseguirà senza pensarci. Anthropic ha rilasciato una versione di ricerca dell’estensione Claude per Chrome e ha pubblicato contemporaneamente i risultati di test interni: quando vengono eseguiti in un browser, i modelli sono soggetti a iniezioni di comandi nel 23,6% dei casi di test senza protezione. Questi dati hanno acceso un dibattito sulla sicurezza dell’integrazione di agenti di intelligenza artificiale autonomi nei browser web.
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L’estensione apre una barra laterale con contesto costante di ciò che accade nelle schede e, su richiesta, consente di accedere ad azioni specifiche, dalla registrazione di riunioni all’invio di risposte, dalla preparazione di note spese al controllo delle funzioni del sito. L’accesso lato utente è regolato da autorizzazioni e il nuovo prodotto viene distribuito solo in anteprima a un migliaio di abbonati al piano Max, che costa tra i 100 e i 200 dollari al mese; per tutti gli altri, è prevista una lista d’attesa.
Il progetto si basa sulla funzionalità Computer Use lanciata nell’ottobre 2024. All’epoca, Claude poteva acquisire screenshot e letteralmente spostare il cursore per una persona; ora l’integrazione è diventata più profonda: l’agente funziona direttamente all’interno di Chrome, senza simulare clic dall’esterno.
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I controlli di sicurezza hanno riguardato 123 casi raggruppati in 29 scenari di attacco. Senza ulteriori vincoli, i modelli hanno ceduto alle istruzioni incorporate nel 23,6% dei tentativi. In un esempio, un’e-mail dannosa sollecitava l’assistente a eliminare i messaggi in arrivo “per motivi di pulizia della posta in arrivo” e, senza vincoli, l’agente ha effettivamente eliminato i messaggi senza fornire spiegazioni.
Per ridurre il rischio, Anthropic ha aggiunto diversi livelli di protezione. L’utente può concedere e revocare l’accesso a siti specifici, l’agente richiede conferma prima di pubblicare, acquistare o trasferire dati personali e le categorie di servizi finanziari, contenuti per adulti e siti con materiale piratato vengono chiuse per impostazione predefinita. In test ripetuti, il tasso di successo degli attacchi in modalità offline è sceso all’11,2% e, in una serie separata di quattro tecniche basate esclusivamente sul browser, la nuova logica ha ridotto il risultato dal 35,7% a 0.
Lo sviluppatore indipendente Simon Willisson ha valutato il restante 11,2% come un rischio inaccettabilmente elevato e ritiene che l’idea stessa di un’estensione del browser agente sia intrinsecamente vulnerabile. Secondo lo specialista, senza barriere assolutamente affidabili, un simile approccio porterà inevitabilmente ad abusi.
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Le preoccupazioni sono supportate dall’esperienza dei concorrenti. Il team di sicurezza di Brave ha recentemente dimostrato che il browser Comet di Perplexity poteva essere ingannato e indotto a compiere azioni non autorizzate nascondendo istruzioni nei post di Reddit. Quando un utente chiedeva all’agente di ripetere la discussione, quest’ultimo apriva Gmail in una scheda separata, estraeva l’indirizzo e avviava le procedure di recupero dell’accesso. Il tentativo di Perplexity di tappare la falla non ha avuto successo; Brave ha riferito di essere comunque riuscita a bypassare le misure proposte.
Anthropic intende utilizzare anteprime limitate per raccogliere modelli di attacco reali e perfezionare la protezione prima che sia ampiamente disponibile. Tuttavia, all’attuale livello di maturità, i rischi sono di fatto trasferiti all’utente, che utilizza tale assistente sul web aperto a proprio rischio e pericolo. Willisson osserva che aspettarsi che le persone valutino con competenza tutte le minacce in un modello così dinamico è irrealistico, pertanto il problema di sicurezza dovrebbe essere affrontato dai fornitori stessi prima che il prodotto venga reso pubblico.
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CAD, From Scratch: MakerCAD
It’s likely that many of you use some form of CAD package, but how many of you have decided you didn’t like the software on offer? [Marcus Wu] did, and instead of griping, he wrote his own CAD software. It’s called MakerCAD, it’s published under an MIT licence, and you can try it yourself.
It’s written in Go, and it’s superficially similar to OpenSCAD in that the interface is through code. The similarity is skin deep though, as it provides the user with constraint solving as described in the video below the break.
As it stands it’s by no means feature complete, but it is now at a point at which it can be evaluated. Simple models can be created and exported as STEP files, so it can be used as a real-world CAD tool.
Whether it will flourish is down to the path it takes and how its community guides it. But we’re pleased to see any new open source projects in this space, which remains overly dominated by proprietary packages. If you try it, write up your experiences, we’d love to see how this develops.
youtube.com/embed/dFXxCYjCpHU?…
Partnership nello spazio tra l’Italia e l’industria militare israeliana
@Notizie dall'Italia e dal mondo
Il satellite spia NAOS è stato prodotto dalla italiana OHB con la partecipazione della Elbit di Haifa
L'articolo Partnership nello spazio tra l’Italia e pagineesteri.it/2025/08/29/mon…
Umstrittene Massenüberwachung: Von diesen Ländern hängt ab, wie es mit der Chatkontrolle weitergeht
Serve un’AI europea, solo così le regole avranno senso. Parla il prof. Rotolo
L'articolo proviene da #StartMag e viene ricondiviso sulla comunità Lemmy @Informatica (Italy e non Italy 😁)
Usa e Cina fanno l’AI, l’Europa fa la regolamentazione sull’AI. Una battuta critica dell’approccio normativo europeo non del tutto onesto. Intervista al prof. Antonino Rotolo,
Sabrina Web 📎 reshared this.
noyb WIN: YouTube ha ordinato di onorare il diritto di accesso degli utenti La DPA austriaca ha ordinato a YouTube di inviare al denunciante tutti i dati personali che tratta su di lui mickey29 August 2025
Phica ha chiuso? Ma nemmeno per sogno.
@Privacy Pride
Il post completo di Christian Bernieri è sul suo blog: garantepiracy.it/blog/phica-ha…
"Internet non dimentica." (cit. mia amica saggia) Per cancellare qualcosa da internet bisogna essere bravi. Non solo, bisogna progettare le cose in modo che si possa effettivamente fare. Cancellare i contenuti,
Journalist speaks out after attempt to silence him with a restraining order
A couple of years ago, a judge in Arizona issued a restraining order against journalist Camryn Sanchez at the behest of a state senator, Wendy Rogers. The ordeal was alarming, but press freedom advocates were able to breathe a sigh of relief when the order was struck down by another judge a few weeks later. That Rogers is, well, out of her mind, made it easier to hope that the whole thing was an isolated incident.
Unfortunately, that doesn’t appear to be the case. A Maryland journalist, Will Fries, was recently served with a “peace order” that would’ve barred him from city hall in Salisbury. The order, requested by the city’s communications director (allegedly in coordination with higher-ups), followed Fries’ reporting on the city’s purported policy requiring media inquiries to be routed through its communications office — which officials cited to restrict Fries from asking questions during a committee meeting.
Fortunately, a judge ultimately declined to issue the order. But after the Arizona restraining order and plenty of other instances of local officials claiming bizarre grounds to punish routine newsgathering, it would be a mistake to dismiss Fries’ case as a one-off.
We talked to Fries about the experience via email. Our conversation is below.
Tell us briefly about your background and the kind of reporting you do for The Watershed Observer.
For over a decade, I’ve worked to counter disinformation and malign influence across communities. I’ve done investigative work for nonprofits and tech companies, served on major presidential campaigns, and overseen digital strategy for former Portland (Oregon) Mayor Ted Wheeler (where things got interesting). Most recently, I launched The Watershed Observer to provide communities with faithful reporting at the intersection of local and global issues.
We want to talk about the “peace order,” or restraining order, that a government employee sought against you in Salisbury, but it looks like there’s a bit of press freedom “Inception” going on — that ordeal arose from your reporting on another press freedom issue. What happened on August 6 in Salisbury, Maryland?
Salisbury’s Mayor’s Office claimed the Human Rights Advisory Committee advised him to remove a rainbow crosswalk. In reality, the committee had voted against that and gone on public record disputing the mayor’s communications. I received reports, tips, and outreach, and I reviewed the committee’s approved May meeting minutes.
As a courtesy, I let the committee know ahead of time that I planned to take part in the open, public forum section of their August 6 meeting. After being recognized, when I raised questions about the mayor’s false statement, the mayor’s liaison blocked both me and the committee from discussion, falsely claiming a city policy barred journalists from participating. No such policy exists. Later, the mayor’s comms director sent an email exclusively targeting the Human Rights Committee and their ability to speak with the press and public about their public work, the same group that had raised concerns about the mayor’s misinformation.
The kind of policy that the mayoral staffer cited, that city employees are required to route all media inquiries to a communications office, has been referred to as “censorship by PIO,” or public information officer, because of how it limits the information obtainable by journalists. They’ve repeatedly been held unconstitutional. Putting aside that the commission members weren’t actually city employees subject to the policy — and that even if a city policy could restrict employees from answering certain questions, it certainly can’t block reporters from asking them — how have you observed these policies impacting the press?
The city’s actions had a tangible chilling effect. After the comms director’s email, some committee members hesitated to go on record, while others only spoke confidentially. In practice, this limited the committee’s ability to speak publicly about human rights issues or potential concerns regarding the mayor and his staff.
“If someone is a nongovernment actor who produces media to be consumed by the public, they are press. The idea of official versus unofficial press is a ridiculous invention.”
Will Fries
I say actions, not policy, because there is no legitimate city policy banning journalists from participating in public meetings, and such a rule would serve no legitimate purpose. The false claim and creation of policy was fabricated in the moment to intimidate and coerce members of the public body, and me, in order to suppress participation in further discussing the mayor’s office’s gross misrepresentation of the committee’s public work. Its only purpose was to block accountability and prevent scrutiny.
I noticed in some correspondence, the comms director seems to refer to you as someone who claims to be a member of the media, and distinguishes between what she sees as official and unofficial press. As an independent journalist, how do you think city officials should determine who is or isn’t really the press? Or should they at all?
If someone is a nongovernment actor who produces media to be consumed by the public, they are press. The idea of “official” versus “unofficial” press is a ridiculous invention, completely at odds with constitutional protections and civic norms. The city of Salisbury has no legitimate policy distinguishing “real” from “not real” press, nor could it. That notion exists only to imply the city can ignore questions or accountability from anyone they don’t consider “official press.” They can’t. In Maryland, our Declaration of Rights explicitly extends the freedom of the press to “every citizen,” and many states have similar protections.
Talk about the follow-up reporting you did, or tried to do, after the August 6 meeting.
After the August 6 meeting, I did what any responsible journalist would do: I followed up. I gave the city employee a chance to clarify. I reached out to the mayor’s comms director for confirmation and comment. I also shared my reporting with the committee, inviting them to add their perspectives. Instead of engaging, the comms director issued an email exclusively to the Human Rights Advisory Committee, discouraging members from speaking to the press or the public. They spread falsehoods about me and my reporting in retaliation, rather than investigate the reality themselves or address the underlying facts of the mayor’s misinformation about the Human Rights Committee and mayor’s staff improperly interfering at the August 6 meeting. I also filed public records requests to learn more about the city’s processes and policies.
Then you got the peace order from the mayor’s comms director. Which allegations in the peace order application do you contend were factually false, and did the city ever present any evidence that those allegations were, in fact, true?
The comms director falsely claimed I was behind a nonthreatening and fact-forward whistleblower email that raised serious ethical concerns about her conduct, and petitioned that this, combined with my public records requests, somehow were grounds for a peace order. Those allegations were unfounded, baseless, and unsupported by any evidence. The petition functioned solely as retaliation against protected activities and now fits into an observable pattern of the city disregarding realities.
I’ve had a long investigatory career, and I am aware of other instances where peace orders have been misused as tools to discredit reporters and witnesses, or to intimidate people participating in serious investigations. At the same time, it’s important for everyone to recognize that lawful peace orders serve an important and serious purpose: They protect individuals from genuine threats and ensure safety in difficult circumstances. I believe that misuse and abuse of peace orders is rare.
So stripping away the allegations you dispute, what’s left is essentially that you sought comment for stories from the comms director, filed public records requests, and voiced your displeasure with how officials had characterized your reporting. That all sounds like routine journalistic conduct (especially when city policy doesn’t allow you to talk to anyone else besides the comms director) and a pretty open-and-shut case. Was it easy to get this thrown out?
Once all false statements and disprovable allegations are removed, what remains is professional conduct and routine journalism: seeking comment, filing records requests, and following up on city actions, activities documented by journalists every day. It’s concerning that it went as far as a court proceeding, but the judge ultimately ruled there was no basis for the petition.
Do you think higher-ups at the city had anything to do with the effort to obtain a peace order against you, which, incidentally, would have restricted you from entering city headquarters?
During sworn testimony, the mayor’s comms director acknowledged she pursued the peace order with encouragement and guidance from the city solicitor’s office and the Police Department. If that testimony were false, it would amount to perjury. In addition, I have received reports from trusted sources that an elected official may have personally participated. All of this indicates the effort wasn’t an isolated action by one employee, but part of a broader institutional attempt to retaliate against a reporter and restrict reporting access.
The U.S. Press Freedom Tracker, a project of Freedom of the Press Foundation (FPF), only has one case documented in which a judge knowingly entered a restraining order against a journalist (the Tracker is not documenting your case because the court declined to issue the order). That case involved a state senator in Arizona who objected to a reporter knocking on her door, and the order was later overturned. But there have been plenty of cases involving reporters being arrested, ticketed, investigated, sued, raided, or criminally charged over routine journalism. How do you think what happened to you fits into this broader national trend of local authorities retaliating against the press for doing its job?
We are seeing instances in which some people with public responsibilities respond to journalists with resistance or retaliation rather than openness. These actions rarely arise from legitimate concern and more often reflect institutional reluctance to confront reality or uphold accountability. In some cases, public officials entrusted with serving their communities treat engagement and transparency as risks rather than obligations. The healthiest communities are built on leaders who stay open, accountable, and ready to face tough questions from the public and the press.
Everyone has a responsibility to support press freedom, including journalists, city employees, and members of the public. Sometimes that responsibility is as simple as subscribing to a news outlet. Other times, it involves asking hard questions and sharing difficult truths with the public. And in some cases, it requires taking personal risks, including facing arrest or accusations, to advance public interests.
In this climate, we all have a responsibility to ask ourselves the hard questions about what we each can do to strengthen a free and transparent society.
Government's excuses for Öztürk secrecy are insulting
Dear Friend of Press Freedom,
For 157 days, Rümeysa Öztürk has faced deportation by the United States government for writing an op-ed it didn’t like, and for 76 days, Mario Guevara has been imprisoned for covering a protest. Read on for more, and click here to subscribe to our other newsletters.
Government excuses for Öztürk secrecy are insulting
A recent court filing suggests the U.S. government is abusing the Freedom of Information Act to hide potentially damning evidence about its March arrest of Öztürk over her co-authorship of an op-ed criticizing Israel.
The government told Freedom of the Press Foundation (FPF), in response to a lawsuit we’ve filed for Öztürk’s records, that releasing them would be an invasion of privacy, although it’s not clear whose. Read more here. And to learn more about our FOIA work, subscribe to our secrecy newsletter, The Classifieds.
Stop congressional secrecy bill
A new legislative proposal – almost identical to one we opposed in 2023 – would allow members and even former members of Congress to compel the censorship of a broad range of information that journalists and others are constitutionally entitled to publish.
It would impede journalists’ and watchdogs’ efforts to, for example, check property, vehicle or travel records to investigate bribery allegations, monitor lawmakers leaving their districts during emergencies, scrutinize potential financial conflicts impacting policy positions, and a myriad of other newsworthy matters. We collaborated with our friends at Defending Rights & Dissent on a petition to lawmakers to stop this censorial proposal. Contact your senator here.
Police: Don’t impersonate journalists
We told you last week that police in Eugene, Oregon, said they’d stop putting their videographers in “PRESS” vests. Great.
But the practice was disturbing enough that we thought police in Eugene and elsewhere needed to understand the dangers of government employees posing as journalists — from providing propagandists with greater access than real journalists to exposing journalists and police officers alike to the risk of assault.
We led a letter from press and liberties groups to Eugene’s police chief, copying national associations of police communications personnel.Read it here.
Another journalist restraining order
A couple years ago, a judge in Arizona issued a restraining order against journalist Camryn Sanchez at the behest of a state senator, Wendy Rogers. That ordeal was alarming, but press freedom advocates were able to breathe a sigh of relief when the order was struck down by another judge a few weeks later. That Rogers is, well, out of her mind, made it easier to hope that the whole thing was an isolated incident.
Unfortunately, that doesn’t appear to be the case. Maryland journalist Will Fries was recently served with a “peace order” that would’ve barred him from city hall in Salisbury. Fortunately, a judge ultimately declined to issue the order, but after the Arizona restraining order and plenty of other instances of local officials claiming bizarre grounds to punish routine newsgathering, it would be a mistake to dismiss Fries’ case as a one-off.
We talked to Fries about the experience via email. Read the conversation here.
What we’re reading
Israel’s killing of six Gaza journalists draws global condemnation (Al Jazeera). We told Al Jazeera that “Any story that quotes an Israeli official or references Israeli allegations should say that Israel does not allow the international press to verify its claims and kills the local journalists who try.”
Homeland Security tells watchdog it hasn’t kept text message data since April (The New York Times). We told the Times that “Agencies cannot get away from responding to FOIA requests by intentionally degrading their capabilities … This is like a fire department saying, ‘We don’t have a hose, so we’re not going to put out the fires anymore.’”
Accepted at universities, unable to get visas: inside Trump’s war on international students (The Intercept). “An intrepid reporter who wants to use his time in America to become an even more effective watchdog against government corruption is an undesirable in the eyes of a corrupt government like ours,” we told The Intercept about journalist Kaushik Raj’s student visa denial.
News groups ask judge to increase protections for journalists covering LA protests (Courthouse News). The federal government apparently believes that assaulting journalists covering protests is legal because “videotaping can lead to violence.” The First Amendment says otherwise.
The student newspaper suing Marco Rubio over targeted deportations (The Intercept). “It does not matter if you’re a citizen, here on a green card, or visiting Las Vegas for the weekend — you shouldn’t have to fear retaliation because the government doesn’t like what you have to say,” Conor Fitzpatrick of the Foundation for Individual Rights and Expression told The Intercept.
Lack of local news tied to government secrecy, new report says (Medill Local News Initiative). A new study by the Brechner Center for the Advancement of the First Amendment shows that states with more newspapers are more likely to respond to records requests, and states with fewer papers are more likely to ignore them.
Public broadcast cuts hit rural areas, revealing a political shift (The New York Times). Rural stations in Alaska and elsewhere may no longer have the bandwidth to send emergency alerts. That could be the difference between life and death.
Opinion: D.C. must invest in local news (The 51st). Funding local news by directing public grants through consumer coupons is a creative way to address the local news crisis. Local governments must act to keep community news from dying.
Israele compra inserzioni su YouTube per smentire la crisi umanitaria: «C'è cibo a Gaza, qualsiasi altra affermazione è una bugia» - Il video
I video sono diffusi in tre lingue: inglese, tedesco e italiano sul canale YouTube del Ministro per gli Affari Esteri israeliano e contano milioni di visualizzazioniOpen
Cinque secondi
Cinque secondi
Una storia profondamente umana, sulle seconde occasioni, quella raccontata da Paolo Virzì nel suo nuovo film, Cinque secondi. Uno sguardo ironico e toccante quello che il regista toscano utilizza per narrare la vita dei suo protagonisti.www.altrenotizie.org
Criticare un ministro si può, ma tentano in tutte le maniere di tapparti la bocca. Meno male che alcune volte vi sono giudici con la testa e non di parte.
#Iran, i vassalli vanno alla guerra
Iran, i vassalli vanno alla guerra
I governi di Francia, Germania e Regno Unito, come praticamente tutto il resto dell’Europa, non intendono perdere una sola occasione per rimarcare la propria marginalità strategica e l’irrilevanza politica e morale che li contraddistingue nell’approc…www.altrenotizie.org
Stop alle armi ad Israele, volti e voci al sit in di Roma
@Giornalismo e disordine informativo
articolo21.org/2025/08/stop-al…
Centinaia di persone in piazza del Pantheon a Roma per il sit in promosso dall’Anpi, da Articolo 21, Rete No bavaglio e Emergency per chiedere di bloccare l’invio di armi a Israele e porre fine al
Perché è problematico e fuori moda, ma sarebbe importante farlo lo stesso
DisNews 25.08 - Ten years of Disroot | Disroot.org
Disroot is a platform providing online services based on principles of freedom, privacy, federation and decentralization.disroot.org
The front page of the image hosting website is full of John Oliver giving the owner the middle finger.#News
Il giudice non ritiene soddisfacente la risposta "vaga e poco informativa" della FCC alla causa DOGE
I querelanti chiedono i documenti DOGE e sostengono che la FCC ha violato il Freedom of Information Act
Il 26/8 un giudice ha rimproverato la Federal Communications Commission per la sua risposta "vaga e poco informativa" a una causa legale relativa al DOGE e ha ordinato alla commissione di produrre i documenti richiesti ai sensi del Freedom of Information Act (FoIA).
La FCC è stata citata in giudizio dalla giornalista Nina Burleigh e da Frequency Forward , un gruppo che afferma di stare indagando su come l'influenza di Elon Musk nel governo "stia creando conflitti di interesse ingestibili all'interno della FCC". Burleigh e Frequency Forward hanno affermato in una denuncia del 24 aprile che la FCC ha violato il Freedom of Information Act omettendo ingiustamente i dati sulle attività del DOGE all'interno dell'agenzia.
La Nato tutta al 2%. Stati Uniti primi, Polonia record in Europa, Italia al 2,01% del Pil
@Notizie dall'Italia e dal mondo
Tutti i Paesi membri della Nato hanno raggiunto nel 2025 il traguardo della spesa militare pari almeno al 2% del Pil, segnando un ulteriore rafforzamento della postura difensiva dell’Alleanza Atlantica. Lo evidenziano i dati aggiornati fino a
Articolo 21 a bordo della Mediterranea
@Giornalismo e disordine informativo
articolo21.org/2025/08/articol…
Un affollato sit in al porto di Trapani per chiedere il ritorno in mare della nave Mediterranea: della Ong Mediterranea Saving Humans. Trapani contro il Decreto Piantedosi ma non solo, Trapani contro un Governo, quello italiano, che continua a finanziare le
I bombardamenti russi su Kiev causano 14 morti, tra cui tre bambini
Il bilancio di un massiccio attacco russo con missili e droni contro la capitale ucraina Kiev nella notte tra il 27 e il 28 agosto è salito a 14 morti, tra cui tre bambini, ha annunciato il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyj. LeggiRedazione (Internazionale)
L’ex commissario Breton invitato a un’audizione al Congresso USA che attacca la normativa digitale UE
L'articolo proviene da #Euractiv Italia ed è stato ricondiviso sulla comunità Lemmy @Intelligenza Artificiale
La Commissione Giustizia della Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti ha invitato l’ex commissario europeo al Mercato
Perché gli studi cinematografici rimangono cauti sull’uso dell’AI generativa
L'articolo proviene da #Euractiv Italia ed è stato ricondiviso sulla comunità Lemmy @Intelligenza Artificiale
Alcuni studi hollywoodiani stanno esplorando l’uso dell’intelligenza artificiale generativa (GenAI) per ridurre i costi nella creazione di film e serie, ma questioni legate
Norvegia. Il Fondo Sovrano via da Caterpillar e da cinque banche israeliane
@Notizie dall'Italia e dal mondo
Il Fondo Sovrano del paese scandinavo ha deciso di disinvestire dalla multinazionale americana Caterpillar e da cinque banche israeliane, ritenute complici dell'occupazione
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Cosa c’è dietro al calo di Nvidia in borsa?
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Nvidia ha riportato risultati economici molto buoni nel secondo trimestre dell’anno fiscale 2026, eppure il titolo è calato in borsa. Gli investitori sono preoccupati per le tensioni Usa-Cina e per il possibile rallentamento degli
L’esempio di pace dei camalli di Genova, che stanno per salpare con la Global Sumud Flotilla
@Giornalismo e disordine informativo
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Che bella l’altra Italia, quella che in queste ore sta facendo di tutto per aiutare e sostenere la
Rivoluzione tecnologica e non scriviamo più: a rimetterci è il pensiero
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L’Europa di fronte alle sfide di un mondo diviso di Angelo Federico Arcelli e Maria Pia Caruso
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Il volume L’Europa di fronte alle sfide di un mondo diviso propone una riflessione ampia e interdisciplinare riguardo al ruolo che l’Unione Europea è chiamata a svolgere in un periodo storico caratterizzato da crisi
Liberare la Mediterranea Saving Humans, manifestazione a Trapani
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A Trapani la Cgil e molti attivisti sono scesi in in piazza per chiedere la liberazione della nave Mediterranea Saving Humans, ferma da giorni a seguito di un provvedimento disposto
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SIRIA. Tra diplomazia e stragi. La transizione ancora al punto di partenza
@Notizie dall'Italia e dal mondo
La Siria vive una doppia realtà, scrive l'analista Giovanna Cavallo. Da un lato c'è l’immagine internazionale di un Paese che cerca legittimità attraverso conferenze e incontri diplomatici; dall’altro, la realtà di un territorio frammentato, scosso da
Ben(e)detto del 28 agosto 2025
@Politica interna, europea e internazionale
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Max 🇪🇺🇮🇹
in reply to Max 🇪🇺🇮🇹 • •Ma perché quando condivido un video di YouTube si vede solo il testo del link e non l'immagine di anteprima?
Ho provato anche ad usare il tag "[share]" ma è peggio.
Low res Loud audio
in reply to Max 🇪🇺🇮🇹 • • •Vedevamo come in genere passa mezz'ora prima che sia visibile l'anteprima.
hashtag slowweb 😅
Max 🇪🇺🇮🇹
in reply to Low res Loud audio • •@Low res Loud audio io non la vedo neanche adesso e saranno passate 12 ore...
Non è lentezza, è che non lo fa proprio.
Low res Loud audio
in reply to Max 🇪🇺🇮🇹 • • •Però in qualche post vecchiotto notavamo che per mezz'ora non compare l'anteprima a youtube.com, mentre non compare neanche dopo in alcuni (?) link a youtube.be
Max 🇪🇺🇮🇹
in reply to Low res Loud audio • •@Low res Loud audio
Ah bene, allora è Friendica che non la fa vedere...