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LIBANO. Assassinio Tabatabai, Hezbollah al bivio tra reazione e moderazione


@Notizie dall'Italia e dal mondo
Il movimento sciita vorrebbe rispondere al grave attacco subito, ma rischia di offrire a Israele il pretesto per rilanciare la sua campagna massiccia di bombardamenti aerei che nel 2024 ha ucciso migliaia di libanesi
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Libertà di scegliere: Dialogo sulle Disposizioni anticipate di trattamento a Costabissara

📍 Centro Culturale E. Conte – Sala delle Rose, Via Mazzini 36, Costabissara (VI)🌐 Mercoledì 3 dicembre 2025, ore 20:45


In occasione della Giornata internazionale delle persone con disabilità, la Cellula Vicenza Padova in collaborazione con il Comune di Costabissara, promuove un confronto aperto a tutta la cittadinanza per conoscere meglio le Disposizioni Anticipate di Trattamento, uno strumento che consente ad ogni persona di indicare preventivamente le proprie volontà in materia di trattamenti sanitari.

Interverranno:

  • Dott. Diego Silvestri, medico, Cellula Vicenza Padova
  • Dott. Domenico Farano, attivista Cellula Vicenza Padova

L’iniziativa è parte delle attività dell’Assessorato alle Pari Opportunità del Comune di Costabissara, rappresentato dall’Avv. Ilaria Dal Santo.

L'articolo Libertà di scegliere: Dialogo sulle Disposizioni anticipate di trattamento a Costabissara proviene da Associazione Luca Coscioni.



Unusual Circuits in the Intel 386’s Standard Cell Logic


Intel’s 386 CPU is notable for being its first x86 CPU to use so-called standard cell logic, which swapped the taping out of individual transistors with wiring up standardized functional blocks. This way you only have to define specific gate types, latches and so on, after which a description of these blocks can be parsed and assembled by a computer into elements of a functioning application-specific integrated circuit (ASIC). This is standard procedure today with register-transfer level (RTL) descriptions being placed and routed for either an FPGA or ASIC target.

That said, [Ken Shirriff] found a few surprises in the 386’s die, some of which threw him for a loop. An intrinsic part of standard cells is that they’re arranged in rows and columns, with data channels between them where signal paths can be routed. The surprise here was finding a stray PMOS transistor right in the midst of one such data channel, which [Ken] speculates is a bug fix for one of the multiplexers. Back then regenerating the layout would have been rather expensive, so a manual fix like this would have made perfect sense. Consider it a bodge wire for ASICs.

Another oddity was an inverter that wasn’t an inverter, which turned out to be just two separate NMOS and PMOS transistors that looked to be wired up as an inverter, but seemed to actually there as part of a multiplexer. As it turns out, it’s hard to determine sometimes whether transistors are connected in these die teardowns, or whether there’s a gap between them, or just an artifact of the light or the etching process.


hackaday.com/2025/11/25/unusua…



The AirPort Express Still Works In 2025 Thanks To Apple’s Ongoing Support


Apple was all-in on WiFi from the beginning, launching the AirPort line of products to much fanfare in 1999. In 2004, along came the AirPort Express—a fully-functional router the size of a laptop charger, that offered audio streaming to boot. As [schvabek] found out that while a lot of older Apple gear has long ago been deprecated, the AirPort Express is still very much supported and functional to this day!

Generally, you wouldn’t expect to plug in a 20-year-old Apple accessory and have it work with the company’s modern hardware. However, upon slotting the AirPort Express into a wall socket and starting the initialization process, [schvabek] noted that it was detected perfectly well by his post-2020 Macs. Only, there was a small problem—the configuration process would always stall out before completion.

Thankfully, there was a simple remedy. [schvabek] found that he could connect to the AirPort Express with his classic white plastic MacBook and complete the process. From there, he was astonished that Apple’s servers let him pull down a firmware update for a device from 2004. After that upgrade, the AirPort Express was fully functional with all his modern Apple gear. He could readily stream audio from his iPhone and MacBooks with no compatibility issues whatsoever.

It’s nice to see Apple still supporting this ancient hardware to this day. It’s a nice contrast when companies like Sonos are more than happy to brick thousands of old devices just for the sake of progress.

youtube.com/embed/RCm09eckiGA?…


hackaday.com/2025/11/24/the-ai…



La storia di un pioniere Titaliano: Da zero a 120 miliardi in 3 anni


Con fotografie esclusive e documenti inediti: la straordinaria storia dell’ingegnere italiano che collaborò con Gordon Moore e Alan Sugar, portando Intel nel Belpaese e costruendo il primo impero tech con Amstrad.

1987. Milano. Un imprenditore riceve una telefonata da Londra: creare una filiale italiana da zero in tre mesi. Con agosto di mezzo, restavano solo due mesi effettivi. Impossibile.

Dicembre 1987: 20 miliardi di lire di fatturato. 1989: 120 miliardi. 2.000 punti vendita costruiti da zero. Da 15 a 60 dipendenti.

Questa è la storia di Ettore Accenti, primo rappresentante Intel in Europa, l’uomo che portò i personal computer nelle case italiane collaborando con giganti come Gordon Moore, il padre della celebre Legge, Robert Noyce, Mike Markkula, Steve Jobs, Alan Sugar e Microsoft. Una masterclass di strategia tech ante litteram.
Dott. Robert Noyce (Foto: Archivio personale Ing. Ettore Accenti)

1969: Come diventare partner Intel scrivendo una lettera


Agosto 1969. In un ufficio milanese nei pressi del Duomo, Accenti sfogliava riviste specializzate americane cercando nuovi prodotti da aggiungere al catalogo di Eledra 3S, azienda fondata tre anni prima mentre era ancora studente al Politecnico. Tra le pagine, un trafiletto catturò la sua attenzione: la nascita di Intel Corp. (Integrated Electronics) a Mountain View, California.
Foto: Archivio personale Ing. Ettore Accenti
I prodotti Intel erano interessanti, ma i nomi dei fondatori erano il vero punto di forza: Gordon Moore e Robert Noyce. I due erano già leggende viventi nel mondo dei semiconduttori, usciti dalla Shockley Semiconductor Laboratory per fondare Fairchild Semiconductor. Per Accenti, quei nomi significavano molto.

La decisione fu immediata. Insieme alla dottoressa Eva, Insieme alla dottoressa Eva, collaboratrice e futura signora Accenti, scrisse una lettera d’interesse a Intel. Nel frattempo, studiò a fondo i chip che l’azienda californiana commercializzava: la memoria bipolare i3101 (RAM statica a 64 bit). Trascorsero mesi senza risposta. Poi, una telefonata inaspettata.
Dott. Gordon Moore e Famiglia Accenti alla Intel ( Foto: archivio personale)
Jens Paulsen, responsabile europeo di Intel, gli propose un incontro a Milano. Accenti si presentò con una cartellina di appunti su ogni chip Intel: Paulsen rimase colpito da quella meticolosa preparazione. L’esito? Una collaborazione di prova di tre mesi che fece di Accenti il primo rappresentante Intel in Europa.

Nonostante Intel in quel periodo commercializzasse solo due chip di memoria RAM statica (SRAM), la i3101 e la i1101, già dal 1969 aziende come IME, Olivetti e Siemens iniziarono a farne richiesta. Nel giro di vent’anni, Eledra 3S divenne la maggiore azienda italiana distributrice di elettronica.

1987: Costruire un’azienda tech in 90 giorni


Concluso il ciclo di vita di Eledra 3S con la separazione da Olivetti, nel 1987 Accenti ricevette la chiamata di Alan Sugar, imprenditore britannico e fondatore di Amstrad. La sfida: creare la filiale italiana in tre mesi. Con agosto inutilizzabile, restavano due mesi effettivi per costruire: uffici, magazzino, sistema informativo, dipendenti, rete di vendita.

27 maggio 1987. Accenti volò a Brentwood e incontrò Malcolm Miller, Jim Rice e Ken Ashcroft. Quando gli chiesero quando avviare l’attività, rispose: “Il primo settembre”. Le due mostre cruciali, il SIM (fiera di musica ed elettronica di Milano) il 3 settembre e lo SMAU il 16 settembre, erano alle porte: sarebbero state il trampolino di lancio ideale. Un sorriso sardonico sui volti dei manager inglesi tradiva la loro incredulità.

Ma Accenti non ragionava come gli altri. Per l’ufficio, scartò i convenzionali 400 m2 vicino Linate e scelse 2.000 m2 in via Riccione: con un costo inferiore del 30% e spazio per crescere. Per la logistica, convertì i Magazzini Cariplo a Pavia, originariamente usati per formaggi e latte, in depositi per computer.

Ma la vera partita si giocava sulla rete di vendita. Rifiutato da Expert, Accenti ebbe un’intuizione: si rivolse alla rete Singer, 500 punti vendita sparsi in tutta Italia che fino a quel momento vendevano macchine da cucire. L’accordo fu rivoluzionario: campionature in conto deposito, pagamento sul venduto, pubblicità a pagina intera sui quotidiani con i loro indirizzi.

Il giorno dopo presentò l’intera gamma alla convention a Villa Serbelloni di Bellagio. La dottoressa Eva ricorda ancora l’espressione scettica dei rivenditori Singer quando videro i primi PC: “Questi aggeggi non li venderemo mai“, sussurrò uno di loro. Il bilancio fu sorprendente: tra settembre e dicembre 1987, Amstrad Italia fatturò 20 miliardi di lire. L’impossibile era diventato possibile.

Pubblicità a costo zero e alleanze strategiche


3 settembre 1987. Inaugurazione del SIM di Milano. Tra i giornalisti, un giovane Marco Travaglio de Il Giornale. Il giorno dopo, il Corriere della Sera titolò: “È arrivato in Italia l’Aiazzone dei computer“. Quel titolo valse più di qualsiasi campagna pubblicitaria.

Per stampa e TV, Accenti stipulò un contratto con Alberto Vitali, autore della campagna Commodore 64 del 1984-85. Vitali gli rivelò la formula: “Massimo numero di uscite al minimo costo“. Niente pianificazione rigida, pubblicità ogni giorno a chi offriva le condizioni migliori. I media in competizione tra loro.
Sim 1987 Conferenza Stampa. Ing. Ettore Accenti, Marco Travaglio de Il Giornale
I numeri parlarono chiaro. Nel 1988 Nielsen, istituto leader nelle ricerche di mercato, incoronò l’azienda britannica prima nel settore con una spesa a listino di 15,208 miliardi (IBM seconda con 9,555 miliardi, Olivetti terza con 9,165). La spesa reale? Un quinto. Moltiplicatore dell’effetto: da due a tre volte la concorrenza.

Per l’assistenza tecnica, Accenti scommise su Filippo Bua, gestore di centri d’assistenza per elettrodomestici senza esperienza in computer. L’argomento vincente: “Riparare un PC è più facile di un televisore. Programmi di diagnostica, sostituzione di schede“. Bua accettò e trasformò la sua organizzazione in PE92, leader italiano dell’assistenza informatica.

Per l’editoria specializzata, Accenti coinvolse Jacopo Castelfranchi. Sbloccò un vecchio contratto GBC ricomprando l’invenduto, trasformando Castelfranchi in alleato strategico. Con la casa editrice JCE, lanciò Amstrad Magazine: oltre 20.000 copie in edicola, numeri che molte riviste tecniche potevano solo sognare.

L’alleanza con Microsoft-Excel che sconfisse Lotus 1-2-3


Fine anni ’80. Arrivò la collaborazione più strategica: quella con Microsoft. Amstrad stava per lanciare i nuovi PC con processori Intel 286 e 386. L’intuizione di Accenti fu semplice ma efficace: immetterli sul mercato in bundle con Microsoft Excel 3, in uscita da lì a poco. Il software era già ultimato e si attendeva solo il completamento della documentazione ufficiale per il lancio.

Chiese l’esclusiva per alcuni mesi, ma la risposta di Microsoft Italia fu un secco “impossibile”. Accenti non si arrese e rilanciò con un’alternativa: nessuna esclusiva, ma una fornitura così massiccia da permettere una campagna pubblicitaria congiunta Microsoft-Amstrad. L’esito? La filiale italiana divenne la prima al mondo a superare, con Excel, lo storico Lotus 1-2-3, il foglio di calcolo dominante degli anni 80.

Il successo con Excel aprì la strada ad altre partnership: ESA Software e TC Sistema. I rivenditori Advanced chiedevano software gestionale e soluzioni complete.

20 gennaio 1990. Dal Maurizio Costanzo Show, il palcoscenico televisivo più popolare d’Italia. Costanzo, scherzando, propose di chiamare un computer Ignazio. Accenti non perse un secondo: “Vuol vedere che lancio davvero un computer Ignazio con Amstrad?” Il pubblico applaudì. Il marchio era ormai un fenomeno di massa.

I numeri erano inequivocabili: da 20 miliardi nei quattro mesi finali del 1987, a 90 miliardi nel 1988, fino a 120 miliardi nel 1989. In tre anni, Accenti creò un mercato da zero a 112 miliardi di lire, con un fatturato complessivo di oltre 220 miliardi. Da 15 a oltre 60 dipendenti. Da zero a oltre 2.000 punti vendita. Un’ascesa senza precedenti.
Ing. Ettore Accenti al Maurizio Costanzo Show (Foto: Archivio personale)

Quando il successo diventa una trappola


Agosto 1990. Amstrad iniziò a cambiare le politiche che avevano creato il successo italiano: pubblicità delegata ad agenzie europee centralizzate, piani di vendita stravolti, sconti imposti dall’alto.

Accenti reagì. Dedicò un’intera settimana di agosto a preparare un rapporto di 10 pagine per Alan Sugar. La risposta di Sugar: “Nel tuo rapporto c’è del buon senso“. Dopo una Convention a Roma all’Hotel Villa Pamphili con rivenditori e lo stesso Sugar, tutto sembrò risolto. Ma le richieste assurde ripresero.

Accenti convocò un CDA straordinario a Brentwood per il 21 settembre. Una mossa audace: mai una filiale aveva convocato un CDA presso la casa madre. Il piano venne approvato. Ma dopo pochi giorni, le pressioni ricominciarono.

Accenti mandò un fax duro a Sugar. Il fondatore di Amstrad volò a Milano nell’ufficio di via Riccione. Il confronto fu diretto. Sugar disse di dover scegliere tra Accenti e i suoi dirigenti inglesi. Accenti comprese: le sue battaglie erano state interpretate come volontà di scalzare qualcuno.

La sua risposta: “Nessuna scelta necessaria. Rassegno le dimissioni“. Firmarono un accordo su un pezzo di carta. Ottobre 1990. Accenti uscì dall’ufficio con una sensazione strana: sollievo misto a incredulità. Tre anni intensi conclusi in dieci minuti.

Come Amstrad Italia crollò in 60 giorni


Il declino fu rapido. Chi successe ad Accenti non aveva esperienza manageriale. Spezzarono il meccanismo virtuoso: delegarono la pubblicità, concessero sconti per quantità, allungarono i pagamenti. I rivenditori persero fiducia. Il fatturato crollò. I problemi di credito esplosero.

L’11 dicembre 1990, Amstrad Plc pubblicò un comunicato: “Amstrad Plc ringrazia l’ingegnere Ettore Accenti per aver portato il fatturato di Amstrad Spa da zero a 112 miliardi di Lire.”

Da Amstrad a Memorex-Telex


Mentre Amstrad affondava, Accenti ricevette una chiamata da Memorex-Telex: 2 miliardi di dollari di fatturato, 10.000 dipendenti, concorrente principale IBM.

Dicembre 1990, Parigi. Pranzo con Jean Claude Zanolli, vicepresidente esecutivo. La domanda: “Che ne pensi?” Accenti: “Servono due giorni per parlarne con Eva“. Zanolli: “Due giorni sono troppi, dimmi sì o no prima di finire il caffè“. Negoziarono la sede: Lugano. A due passi da Milano.

Da gennaio 1991, Accenti divenne responsabile per Europa, Sud America, Medio Oriente, Africa, area Pacifico. 18 gennaio 1991, tre giorni dopo l’inizio: scoppiò la prima guerra in Iraq. Tutti i manager americani furono invitati a non volare. Accenti decollò per il Venezuela il 20 gennaio. Un’avventura internazionale che sarebbe durata tre anni.

Ettore Accenti oggi


Oggi, a oltre vent’anni dal pensionamento a Lugano, Accenti continua a costruire futuro: il 30 ottobre 2025 ha inaugurato la Silicon Valley Library presso la SUPSI, Startup Garage, donando libri e documenti originali per ispirare le nuove generazioni di imprenditori.

Quando gli chiediamo se oggi sarebbe possibile replicare un’operazione come quella di Amstrad, Accenti riflette con lucidità: “La risposta è no, non con le stesse modalità. I tempi cambiano, i prodotti cambiano, gli strumenti devono essere completamente diversi. Ma operazioni di marketing massicce e penetranti sono ancora possibili. Apple ha venduto oltre un miliardo di iPhone in tutto il mondo a prezzi altissimi“.

La storia di Accenti dimostra che il successo nel tech non richiede capitali illimitati o tecnologie rivoluzionarie. Richiede preparazione ossessiva, pensiero laterale, execution veloce e partnership strategiche. Nel 2025, gli strumenti sono diversi, ma i principi restano gli stessi: da zero a 120 miliardi in tre anni non è magia. È strategia.

Una storia italiana di visione, coraggio e capacità di reinventarsi continuamente.

Si ringrazia l’Ing. Ettore Accenti per aver aperto i propri archivi all’autore Carlo Denza e alla redazione di RedHotCyber, condividendo memorie storiche, documenti e immagini esclusive della Silicon Valley Library.

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Poltronesofà vittima di attacco ransomware: il comunicato agli interessati


Il 27 ottobre 2025, il Gruppo Poltronesofà è finito nel mirino di un attacco informatico di tipo ransomware che ha messo fuori uso alcuni sistemi aziendali e reso indisponibili diverse macchine virtuali. L’azienda, in qualità di titolare del trattamento, ha notificato l’incidente agli interessati come previsto dall’art. 34 del Regolamento UE 2016/679 (GDPR).

Che cosa è successo


Secondo quanto comunicato, soggetti non autorizzati sono riusciti a compromettere i server del Gruppo, cifrando i file presenti all’interno delle infrastrutture e provocando la conseguente indisponibilità delle risorse ospitate.

L’attacco è stato identificato e contenuto in tempi rapidi grazie all’intervento di specialisti di cybersecurity, che hanno attivato le procedure di risposta agli incidenti, isolando i sistemi coinvolti e avviando un’indagine tecnica approfondita per comprendere l’estensione della compromissione.

Ad oggi, l’azienda fa sapere di aver implementato ulteriori misure di sicurezza e azioni di mitigazione, dichiarando che non sono emerse ulteriori criticità dopo il primo contenimento dell’incidente.

Quali dati potrebbero essere stati coinvolti


Dalle verifiche preliminari, Poltronesofà comunica che alcune categorie di dati personali potrebbero essere state oggetto di accesso non autorizzato, tra cui:

  • dati anagrafici (nome, cognome, codice fiscale);
  • dati di contatto (indirizzo postale, e-mail, numero di telefono cellulare).

Al momento non vi sono conferme definitive sulla reale esfiltrazione dei dati, ma l’azienda ha preferito informare gli utenti potenzialmente interessati nel rispetto degli obblighi normativi.

La crescente pressione dei ransomware sul settore retail


L’incidente si inserisce in un contesto nazionale e internazionale particolarmente sensibile: negli ultimi anni, il settore retail e arredamento è diventato uno dei bersagli privilegiati dei gruppi ransomware, attratti dall’elevata mole di dati personali e dall’importanza dei sistemi logistici e gestionali.

Gli attacchi mirati alla cifratura dei server, accompagnati da eventuale esfiltrazione dei dati per finalità di doppia estorsione, rappresentano oggi una delle minacce più pervasive per le aziende italiane.

Cosa dovrebbero fare i clienti


In attesa di ulteriori aggiornamenti da parte di Poltronesofà, gli utenti sono invitati a:

  • prestare attenzione a eventuali email sospette o tentativi di phishing che utilizzino i loro dati personali;
  • monitorare eventuali accessi non autorizzati ai propri account online;
  • adottare buone pratiche di sicurezza, come il cambio periodico delle password.

Poltronesofà ha dichiarato di essere al lavoro per ripristinare completamente la piena operatività dei servizi e per garantire la massima tutela delle informazioni dei clienti.

Come nostra consuetudine, lasciamo sempre spazio ad una dichiarazione dell’organizzazione qualora voglia darci degli aggiornamenti su questa vicenda e saremo lieti di pubblicarla con uno specifico articolo dando risalto alla questione. RHC monitorerà l’evoluzione della vicenda in modo da pubblicare ulteriori news sul blog, qualora ci fossero novità sostanziali.

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5.000 utenti italiani “freschi” in vendita nelle underground. Scopriamo di cosa si tratta


Nel gergo dei forum underground e dei marketplace del cybercrime, il termine combo indica un insieme di credenziali rubate composto da coppie del tipo email:password.

Non si tratta di semplici elenchi disordinati, ma di veri e propri database strutturati contenenti migliaia e a volte milioni di accessi che i criminali utilizzano per alimentare attività come furti di identità, frodi finanziarie, spam mirato e attacchi di credential stuffing.

Una combo può essere composta da dati provenienti da violazioni di database (ad esempio dalla pubblicazione dei dati dei gruppi ransomware), da campagne di phishing, da infostealer o da raccolte manuali effettuate tramite bot automatizzati.

Più è grande, più è preziosa per gli attori malevoli, soprattutto quando contiene credenziali “fresh” (fresche) appartenenti a utenti italiani o a specifici settori considerati redditizi.

Perché le combo sono così utili ai criminali


Le combo rappresentano un enorme vantaggio operativo per i cyber criminali. Permettono utilizzarle direttamente se sprovviste di MFA, sfruttare il fatto che molti utenti riutilizzano la stessa credenziale su più piattaforme (password reuse). Questo apre la strada agli attacchi automatizzati contro webmail, social network, e-commerce e servizi bancari.

Inoltre, una combo “fresca” permette ai gruppi di cybercrime di alimentare servizi a pagamento come log shop, proxy residenziali compromessi, campagne di spam o ransomware basate su accessi reali. In molti casi, gli attaccanti combinano più fonti di dati, incrociando email e password con indirizzi IP, impronte del browser, numeri di telefono o dettagli sensibili ottenuti tramite altri malware.

Come vengono raccolte le credenziali


Una delle fonti principali è rappresentata dagli infostealer, malware specializzati nel rubare password salvate nel browser, cookie di sessione, credenziali FTP, wallet di criptovalute e informazioni personali. Tra i più diffusi negli ultimi anni ci sono RedLine, Raccoon, Vidar e Lumma, spesso distribuiti tramite campagne molto ampie e continue.

Accanto agli infostealer, i criminali raccolgono credenziali da leak pubblici, da database rubati durante intrusioni nei server, oppure tramite phishing mirato. Ogni informazione sottratta viene poi aggregata, pulita e inserita in una combo pronta per essere venduta o scambiata su forum clandestini o gruppi Telegram.

I metodi di infezione più comuni


La diffusione degli infostealer avviene principalmente tramite download di programmi pirata, crack, keygen e software gratuiti trovati su siti non ufficiali. È uno dei vettori più efficaci perché colpisce utenti alla ricerca di contenuti gratuiti e quindi meno attenti alla sicurezza. Una singola esecuzione del malware è sufficiente per esfiltrare tutte le credenziali memorizzate nel dispositivo.

Altro vettore molto utilizzato è l’email phishing che simula comunicazioni legittime e induce l’utente a scaricare allegati malevoli o ad accedere a pagine di login fasulle. Seguono poi gli infostealer distribuiti tramite pubblicità ingannevole, pacchetti software manipolati o siti clonati che inducono a effettuare download dannosi.

Come proteggersi dalla compromissione delle credenziali


La principale difesa è la consapevolezza al rischio.

Evitare il riutilizzo della stessa password su più servizi, adottando invece password manager affidabili che generano e memorizzano credenziali complesse. Attivare l’autenticazione a due fattori rappresenta un ulteriore livello di sicurezza che riduce drasticamente la possibilità di accesso non autorizzato anche in caso di furto dei dati.

È altrettanto importante evitare di scaricare software da fonti non ufficiali, mantene il sistema aggiornato e diffidare dei link o allegati sospetti. Verificare periodicamente se la propria email compare in database pubblici di leak può aiutare a intervenire tempestivamente in caso di compromissione.

E voi lo fate tutti?

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In preparazione del Tempo di Avvento come ogni anno il vescovo di Fidenza Ovidio Vezzoli fa dono alla diocesi di Fidenza della lectio divina che avrà luogo per quattro giovedì consecutivi nella Cattedrale con inizio alle ore 20.30.


Maria



Nella lettera enciclica Ad Coeli Reginam, papa Pio XII parla di Maria come Madre del Capo, Madre dei membri del Corpo mistico, sovrana e regina della Chiesa, partecipe della regalità di Gesù. Scrive il Pontefice: «Fin dai primi secoli della chiesa cattolica il popolo cristiano ha elevato supplici preghiere e inni di lode e di devozione alla Regina del cielo, sia nelle circostanze liete, sia, e molto più, nei periodi di gravi angustie e pericoli».

Coloro che credono sono consapevoli di vivere un mistero e non finiscono mai di approfondire il senso della loro fede. La loro riflessione non è soltanto individuale; essa è stimolata e aiutata dalla riflessione della Chiesa. In questo sforzo di riflessione è importante ritornare alla fonte: all’origine della fede cristiana si trova la fede di Maria.

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Ma come raccontare questa «origine»? Chi può meglio di altri raccontare tutti gli aspetti della Beata Vergine Maria? Un teologo? Un mistico? Un poeta? Oppure semplicemente un vero devoto? Dante Alighieri era tutte queste cose insieme, e la sua Divina Commedia è un magnifico compendio di intensa spiritualità mariana.

La dottrina e la spiritualità mariane hanno avuto i loro sviluppi nella storia della Chiesa, ma sempre a partire dal Nuovo Testamento. I Padri della Chiesa hanno arricchito questa dottrina, tracciando un «filo azzurro» che va da Ignazio di Antiochia a Ireneo di Lione, da Ata­nasio di Alessandria a Efrem il Siro, a Romano il Melode e a molti altri, fino ai grandi del Medioevo.
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Negli Esercizi Spirituali, Ignazio di Loyola si riferisce a Maria con l’espressione affettuosa e teologicamente ricca di Madre y Señora nuestra. Il colloquio con Maria è spesso il primo dei «triplici colloqui» proposti a conclusione delle meditazioni e contemplazioni. Sulla scia di Ignazio, molti gesuiti hanno scritto sulla Beata Vergine Maria. Da san Roberto Bellarmino a Francisco Suárez, da Giovanni Pietro Pinamonti a Placido Nigido, fino ad arrivare a oggi e agli articoli raccolti in questo volume, ognuno dei quali restituisce un ritratto spirituale, teologico, poetico, artistico, di colei che va e viene «negli spazi a noi invalicabili».

«Vergine Madre della grazia/ stendi ancora il tuo velo/ ai campi devastati;/ sola terra intatta,/ ritorna a partorire subito/ e sempre, in mezzo al grano/ al limite dissacrato delle selve».
David M. Turoldo

Il volume «MARIA» include i contributi di Jean Galot S.I., Ignace de la Potterie S.I., Friedhelm Mennekes S.I., Giovanni Marchesi S.I., Piersandro Vanzan S.I., Ferdinando Castelli S.I. e una presentazione firmata da Enrico Cattaneo S.I.

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Vi ricordo di questa iniziativa domani mattina a Sesto Fiorentino.


Incontro "Violenza di genere", 26 novembre Sesto Fiorentino (FI)


Con l'RSU FIOM-CGIL della mia azienda abbiamo organizzato un evento che esce un po' dalle tematiche "classiche" di cui si occupa una RSU.

L'incontro in questione si terrà mercoledì 26 novembre, alle 9:00 (mattina), alla Casa del Popolo di Querceto (Sesto Fiorentino, FI) e si intitola "Violenza di genere - Ragioni culturali e psicologiche, effetti sulle vittime, il supporto offerto dai servizi territoriali".

E' stato organizzato in collaborazione con il Centro Antiviolenza Artemisia di Firenze e vedrà la partecipazione di una delle loro psicologhe, la dott.ssa Eleonora Bartoli.

L’associazione Artemisia illustrerà le ragioni socio-culturali della violenza di genere, gli effetti sulle vittime, cercherà di fornire degli strumenti per riconoscere questo tipo di violenza e i servizi presenti sul territorio per il sostegno delle donne in quanto vittime e per gli uomini in quanto attori di tale violenza.

Se condividete magari riusciamo a raggiungere qualche persona in più.

#ViolenzaDiGenere
#GiornataInternazionaleControlaViolenzasulleDonne
#25novembre #25novembre2025
#FIOM
#CGIL

@Firenze




Free Circle: Davvero si può giocare usando Linux?

thefreecircle.org/

Segnalato dal calendario eventi di Linux Italia e pubblicato sulla comunità Lemmy @GNU/Linux Italia
Davvero si puo giocare usando Linux?
Linux è considerato un sistema per nerd e programmatori troppo lontano dal mondo gaming... O forse no?
In questa chiacchierata con Marco Valenti parleremo dello stato

GNU/Linux Italia reshared this.



GOLEM: IPv6 al FLUG

golem.linux.it/

Segnalato dal calendario eventi di Linux Italia e pubblicato sulla comunità Lemmy @GNU/Linux Italia
Serata di spippolamento furioso indetta con l'obiettivo di garantire la connessione a IPv6 al server del FLUG. Con il FLUG e giomba

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Con Qwen di Alibaba la Cina mette il turbo all’intelligenza artificiale?

Per vedere altri post come questo, segui la comunità @Informatica (Italy e non Italy 😁)

L'intelligenza artificiale cinese corre e spera di superare i rivali statunitensi. Il chatbot di IA Qwen di Alibaba ha registrato oltre 10 milioni di download nei 7 giorni successivi al suo rilancio, facendo salire le




"Il Dicastero per il Servizio dello Sviluppo umano integrale ha accompagnato fin dall’inizio il cammino di The Economy of Francesco, riconoscendo nel movimento una forte sintonia con la propria missione". Lo ha affermato p.




#Israele, la tregua che uccide


altrenotizie.org/primo-piano/1…


spesso si pensa che parlare sia meglio che scrivere. c'è la mimica corporea si dice. ci si capisce meglio si sostiene. ed è anche vero che la mimica corporea aiuta. non è un pensiero del tutto idiota e sbagliato. MA e ora cominciamo con i MA. scrivere aiuta a riflettere su quello che si legge e quello che si scrive. attinge più facilmente alla parte razionale di ognuno di noi. quando io scrivo mi rendo conto di essere più facilmente razionale e di mettere meglio a fuoco i miei pensieri, i miei bisogni, quello che voglio, e di essere anche meno vittima del'irruenza delle emozioni. scrivendo una cattiveria è più facile correggere successivamente. molte persone al contrario parlando sono solo e soltanto preda di emozioni. per cui concludendo dalle ferite che possono portare non le parole scritte ma le parole dette in faccia non c'è ritorno. in sostanza per quanto paia il contrario, e quanto qui esposto possa sembrare contro-intuitivo, le parole rimangono per sempre, quelle scritte no.



un buon yogin sa che il motivo per cui fai qualcosa è più importante dell'azione e persino del risultato. un buon yogin aiuta prima di tutto se stesso a crescere e sviluppare consapevolezza. durante questo percorso, se fatto con successo, può succedere di poter essere di aiuto agli altri. partire dall'aiutare gli altri pensando che questo aiuti automaticamente anche se stessi, senza pensare al motivo per cui lo facciamo, può creare nel breve termine qualcosa di utile, ma nel lungo termine non aiuta né me né chi mi sta accanto e quindi non produce un mondo migliore.


un mondo migliore si costruisce con le azioni o costruendo consapevolezza?


The 'psyops' revealed by X are entirely the fault of the perverse incentives created by social media monetization programs.

The x27;psyopsx27; revealed by X are entirely the fault of the perverse incentives created by social media monetization programs.#AI #AISlop


America’s Polarization Has Become the World's Side Hustle


A new feature on X is making people suddenly realize that some large portion of the divisive, hateful, and spammy content designed to inflame tensions or, at the very least, is designed to get lots of engagement on social media, is being published by accounts that are pretending to be based in the United States but are actually being run by people in countries like Bangladesh, Vietnam, India, Cambodia, Russia, and other countries. An account called “Ivanka News” is based in Nigeria, “RedPilledNurse” is from Europe, “MAGA Nadine” is in Morocco, “Native American Soul” is in Bangladesh, and “Barron Trump News” is based in Macedonia, among many, many of others.

Inauthentic viral accounts on X are just the tip of the iceberg, though, as we have reported. A huge amount of the viral content about American politics and American news on social media is from sock puppet and bot accounts monetized by people in other countries. The rise of easy to use, free AI generative tools have supercharged this effort, and social media monetization programs have incentivized this effort and are almost entirely to blame. The current disinformation and slop phenomenon on the internet today makes the days of ‘Russian bot farms’ and ‘fake news pages from Cyprus’ seem quaint; the problem is now fully decentralized and distributed across the world and is almost entirely funded by social media companies themselves.

This will not be news to people who have been following 404 Media, because I have done multiple investigations about the perverse incentives that social media and AI companies have created to incentivize people to fill their platforms with slop. But what has happened on X is the same thing that has happened on Facebook, Instagram, YouTube, and other social media platforms (it is also happening to the internet as a whole, with AI slop websites laden with plagiarized content and SEO spam and monetized with Google ads). Each social media platform has either an ad revenue sharing program, a “creator bonus” program, or a monetization program that directly pays creators who go viral on their platforms.

This has created an ecosystem of side hustlers trying to gain access to these programs and YouTube and Instagram creators teaching people how to gain access to them. It is possible to find these guide videos easily if you search for things like “monetized X account” on YouTube. Translating that phrase and searching in other languages (such as Hindi, Portuguese, Vietnamese, etc) will bring up guides in those languages. Within seconds, I was able to find a handful of YouTubers explaining in Hindi how to create monetized X accounts; other videos on the creators’ pages explain how to fill these accounts with AI-generated content. These guides also exist in English, and it is increasingly popular to sell guides to make “AI influencers,” and AI newsletters, Reels accounts, and TikTok accounts regardless of the country that you’re from.
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Examples include “AK Educate” (which is one of thousands), which posts every few days about how to monetize accounts on Facebook, YouTube, X, Instagram, TikTok, Etsy, and others. “How to create Twitter X Account for Monitization [sic] | Earn From Twitter in Pakistan,” is the name of a typical video in this genre. These channels are not just teaching people how to make and spam content, however. They are teaching people specifically how to make it seem like they are located in the United States, and how to create content that they believe will perform with American audiences on American social media. Sometimes they are advising the use of VPNs and other tactics to make it seem like the account is posting from the United States, but many of the accounts explain that doing this step doesn’t actually matter.

Americans are being targeted because advertisers pay higher ad rates to reach American internet users, who are among the wealthiest in the world. In turn, social media companies pay more money if the people engaging with the content are American. This has created a system where it makes financial sense for people from the entire world to specifically target Americans with highly engaging, divisive content. It pays more.

For the most part, the only ‘psyop’ here is one being run on social media users by social media companies themselves in search of getting more ad revenue by any means necessary.

For example: AK Educate has a video called “7 USA Faceless Channel Ideas for 2025,” and another video called “USA YouTube Channel Kaise Banaye [how to].” The first of these videos is in Hindi but has English subtitles.

“Where you get $1 on 1,000 views on Pakistani content,” the video begins, “you get $5 to $7 on 1,000 views on USA content.”

“As cricket is seen in Pakistan and India, boxing and MMA are widely seen in America,” he says. Channel ideas include “MMA,” “Who Died Today USA,” “How ships sink,” news from wars, motivational videos, and Reddit story voiceovers. To show you how pervasive this advice to make channels that target Americans is, look at this, which is a YouTube search for “USA Channel Kaise Banaye”:


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Screengrabs from YouTube videos about how to target Americans
One of these videos, called “7 Secret USA-Based Faceless Channel Ideas for 2026 (High RPM Niches!)” starts with an explanation of “USA currency,” which details what a dollar is and what a cent is, and its value relative to the rupee, and goes on to explain how to generate English-language content about ancient history, rare cars, and tech news. Another video I watched showed, from scratch, how to create videos for a channel called “Voices of Auntie Mae,” which are supposed to be inspirational videos about Black history that are generated using a mix of ChatGPT, Google Translate, an AI voice tool called Speechma, Google’s AI image generator, CapCut, and YouTube. Another shows how to use Bing search, Google News Trends, Perplexity, and video generators to create “a USA Global News Channel Covering World Events,” which included making videos about the war in Ukraine and Chinese military parades. A video podcast about success stories included how a man made a baseball video called “baseball Tag of the year??? #mlb” in which 49 percent of viewers were in the USA: “People from the USA watch those types of videos, so my brother sitting at home in India easily takes his audience to an American audience,” one of the creators said in the video.

I watched video after video being created by a channel called “Life in Rural Cambodia,” about how to create and spam AI-generated content using only your phone. Another video, presented by an AI-generated woman speaking Hindi, explains how it is possible to copy paste text from CNN to a Google Doc, run it through a program called “GravityWrite” to alter it slightly, have an AI voice read it, and post the resulting video to YouTube.
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A huge and growing amount of the content that we see on the internet is created explicitly because these monetization programs exist. People are making content specifically for Americans. They are not always, or even usually, creating it because they are trying to inflame tensions. They are making it because they can make money from it, and because content viewed by Americans pays the most and performs the best. The guides to making this sort of thing focus entirely on how to make content quickly, easily, and using automated tools. They focus on how to steal content from news outlets, source things from other websites, and generate scripts using AI tools. They do not focus on spreading disinformation or fucking up America, they focus on “making money.” This is a problem that AI has drastically exacerbated, but it is a problem that has wholly been created by social media platforms themselves, and which they seem to have little or no interest in solving.

The new feature on X that exposes this fact is notable because people are actually talking about it, but Facebook and YouTube have had similar features for years, and it has changed nothing. Clicking any random horrific Facebook slop page, such as this one called “City USA” which exclusively posts photos of celebrities holding birthday cakes, shows that even though it lists its address as being in New York City, the page is being run by someone in Cambodia. This page called “Military Aviation” which lists its address as “Washington DC,” is actually based in Indonesia. This page called “Modern Guardian” and which exclusively posts positive, fake AI content about Elon Musk, lists itself as being in Los Angeles but Facebook’s transparency tools say it is based in Cambodia.

Besides journalists and people who feel like they are going crazy looking at this stuff, there are, realistically, no social media users who are going into the “transparency” pages of viral social media accounts to learn where they are based. The problem is not a lack of transparency, because being “transparent” doesn’t actually matter. The only thing revealed by this transparency is that social media companies do not give a fuck about this.




diciamo che una buona sanità dovrebbe essere gratuita. nel senso che per esami e visite di un bambino un genitore non dovrebbe pagare. ma addirittura farsi pagare dallo stato per il servizio di mettere di disposizione i figli mi pare stoni un pochetto.



Menomanels: strumenti e linee guida per non sbagliare panel – Con Marco Perduca

📅 Lunedì 24 novembre 2025 – ore 18:30-19:30📍 Online – In occasione de L’Eredità delle Donne 2025


Marco Perduca, ex senatore, co-fondatore di Science for Democracy e responsabile delle attività internazionali di Associazione Luca Coscioni, interverrà nel laboratorio “Prospettive e strumenti per una rappresentanza equa”, offrendo una riflessione sul ruolo della parità di genere nei processi decisionali e nel dibattito pubblico.

Il laboratorio moderato da Giorgia Ortu La Barbera, psicologa e consulente DE&I vedrà la partecipazione anche di Luciana De Laurentiis (EquALL) Anna Doro (ADvisory e #nonsitornaindietro) Monia Azzalini (Osservatorio di Pavia, 100esperte.it)e sarà facilitato da Lucrezia Fortuna, Virginia Fiume e Simone Sapienza (Associazione Fondamenta)

Le conclusioni saranno a cura di Miriam Mastria (Semia – Fondo delle Donne)

Evento gratuito – Registrazione obbligatoria su Eventbrite

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Nuova svolta nel caso di “Libera”: il Tribunale di Firenze ordina al CNR la realizzazione e la fornitura della tecnologia per l’autosomministrazione del farmaco entro 90 giorni


“Libera”: sono grata al giudice di Firenze, ma la stanchezza e la sofferenza hanno superato ogni limite umano. Pronta a ricevere aiuto a morire tramite un’azione di disobbedienza civile”

Filomena Gallo: “è una corsa contro il tempo”


La vicenda di “Libera” è tornata davanti al Tribunale di Firenze. Con un’ordinanza del 16 ottobre, il giudice aveva fissato, entro 15 giorni e quindi per la fine del mese, il termine entro cui fornire la strumentazione necessaria a consentire, tramite comando oculare, l’infusione endovenosa del farmaco per il fine vita. Nessuna delle aziende inizialmente disponibili ha però prodotto il dispositivo richiesto.

Di fronte all’impossibilità di reperire la tecnologia, la USL Toscana nord-ovest ha presentato ricorso al Tribunale chiedendo indicazioni sui provvedimenti idonei a superare l’impasse. I legali* di “Libera”, coordinati dall’avvocata Filomena Gallo, Segretaria dell’Associazione Luca Coscioni, dopo ulteriori verifiche tra enti pubblici e privati, hanno individuato da settembre nel Consiglio nazionale delle ricerche (CNR) l’ente pubblico competente e dotato delle tecnologie necessarie.

All’udienza del 19 novembre, il CNR ha confermato la possibilità di realizzare un macchinario che permetta a “Libera” di attivare autonomamente l’autosomministrazione del farmaco letale, precisando che saranno necessari circa 90 giorni per la sua progettazione e la messa a punto.

Con il provvedimento emesso successivamente all’udienza, il giudice ha ordinato alla USL Toscana nord-ovest di avviare immediatamente la procedura con il CNR e di sostenerne tutti i costi. Contestualmente, il CNR è stato nominato ausiliario dell’autorità giudiziaria, ricevendo mandato diretto a predisporre e fornire la tecnologia all’azienda sanitaria entro 90 giorni.

Una volta ricevuto il dispositivo, la USL dovrà consegnarlo a “Libera” insieme al farmaco, affinché la paziente possa finalmente decidere in autonomia se e quando procedere con il suicidio medicalmente assistito.

Dichiara “Libera”:

Ho vissuto una vita ricca di amore, relazioni e significato, ma oggi sono imprigionata in un corpo che non risponde più, completamente paralizzata con sofferenza, e privata di ogni autonomia. Grazie alla “sentenza Cappato” posso accedere all’aiuto medico alla morte volontaria, ma poiché non posso farlo da sola devo attendere altri. Eppure chi chiede la sedazione palliativa profonda ottiene che un medico somministri un farmaco, perché per me non può essere attivato dallo stesso medico invece il farmaco che mi fa morire subito? Avevo chiesto solo che la mia volontà fosse rispettata e che un medico potesse essere autorizzato a intervenire su mia richiesta. Invece, la Consulta ha rimandato la decisione al giudice di Firenze, costringendo a ripetere indagini già svolte e imponendo nuovi passaggi burocratici su dispositivi che esistono, ma che le aziende non adattano per la mia situazione. Ogni rinvio è un tempo che io passo nella sofferenza, nella paura concreta di una fine dolorosa che non ho scelto. Sono grata al giudice di Firenze, ai miei legali, che hanno agito con serietà e rispetto, ma la stanchezza e la sofferenza hanno superato ogni limite umano.

Per questo oggi dichiaro che se in tempi brevissimi non riceverò la strumentazione necessaria sono pronta a ricevere l’aiuto a morire sotto forma di azioni di disobbedienza civile: un atto pubblico, nonviolento e trasparente, per porre fine alla violenza che sto vivendo.

Non voglio vie oscure, non cerco scorciatoie pericolose. Chiedo che venga finalmente riconosciuto il mio diritto a una scelta libera e umana con l’aiuto di strumentazioni o di una persona che mi somministri il farmaco letale.


Commenta Filomena Gallo: “’Libera’ oggi è stanca, sofferente e in reale pericolo: potrebbe andare incontro a una morte improvvisa e atroce, come accaduto pochi giorni fa ad Ancona a una persona malata, morta soffocata mentre attendeva il pieno riconoscimento della sua condizione per accedere alla morte assistita. Per evitare che si ripeta una simile tragedia, stiamo valutando tutte le soluzioni nel pieno rispetto della legge. È una corsa contro il tempo”.

* Collegio legale di studio e difesa di “Libera” coordinato dall’avvocata Filomena Gallo e composto dagli avvocati Angioletto Calandrini, Francesca Re e Alessia Cicatelli

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A group of immigrant rights organizers are helping people use Fortnite to practice what to do if they encounter ICE agents in the wild.#fortnite #ICE #Gaming


Inside an ICE Defense Training on Fortnite


In the deserted town square of the city of Springfield, three people huddle in an empty courthouse. Two of these people are civilians; one is a “vulnerable,” someone being pursued and targeted by government agents. They talk in hushed tones to one another, playing music to keep fear at bay. Above the door of the courthouse, a plaque reads, “Liberty and Justice for Most.”

At the bottom of the courthouse stairs, two government agents step out of a purple golf cart. They approach the door. They’re carrying guns.

“Hey, is anyone inside?” one of them says. “Any vulnerables in here? We have a warrant. We have a warrant for any vulnerables in the area.”

One civilian opens the door, sees the agents, and immediately slams it shut. After more warrant calls, the civilian says, “Slip it under the door.”

“I would slip it under the door, but there’s no space under the door,” the agent says, stuttering.

The civilian pauses. “Well. Sounds like a personal problem.”

This was the scene in a Simpsons-themed Fortnite lobby on November 21, where members of a new 500-person gaming group gathered to practice what they would do if Immigration and Customs Enforcement (ICE) agents came knocking at their doors in real life. The group, New Save Collective, is an effort to organize people in the gaming world who have more progressive ideas but no place to discuss them.

“ Our hypothesis since we started this project has been that opposition forces like corporations and the military and the far right have done a really good job at weaponizing the social features of gaming,” said one of the organizers, who goes by PitaBreadFace online and spoke to 404 Media on condition of pseudonymity due to security concerns, as they said people claiming to be ICE agents have already infiltrated the group’s Discord server a few times. “ They’re building institutions in the gaming landscape, which is the biggest entertainment industry in the world, lest people forget.”

“Gaming wasn’t kind of a random genre that we chose,” Shauna Siggelkow of the organization Define American, which partnered with New Save Collective, told Wired ahead of the Friday event last week. “We’ve been tracking anti-immigrant myths and disinformation digitally for years.”

Some examples of those weaponizations include the U.S. Navy playing e-sports to recruit teens and kids being roped into neo-Nazi propaganda groups in online shooter games. ICE is also using games, like the sci-fi first-person shooter Halo and the all-time favorite Pokémon, in its recruitment ads. “More pro-social forces have really lacked,” PitaBreadFace said. “We have not been as effective at creating institutions. So we’ve seen the hunger for those kinds of spaces for gamers.”

PitaBreadFace and other grassroots organizers have been working on the Collective for the past three years, more recently in partnership with formal non-profit advocacy groups like Define American and Immigrants Belong. The Fortnite event was run by the Collective, but is part of a larger campaign titled “Play Your Role,” which is intended to teach people about their rights and “counter fear-based misinformation about immigrants,” according to a statement written by the non-profits. The Play Your Role campaign also included a live-streamed Grand Theft Auto event last Thursday, in which gamers roleplayed with people dressed as real ICE agents during traffic stops or outside apparent detention centers. Earlier this year, Roblox players conducted similar roleplaying events to simulate ICE raids and protests.



Scenes from the Nov. 21 Fortnite event. Redacted to remove players' usernames and other identifying information.

Organizers asked 404 Media not to join the official Fortnite lobby in real time; they said having reporters in the same space as Collective members might have exerted media pressure or kept them from getting the full experience. “ We’re not going to stream it for security reasons, and no reporters inside of it,” PitaBreadFace said on the morning ahead of the event. “Our main goal tonight is to really build and organize with the folks who are coming, and because I’m an organizer, that’s obviously the priority.”

However, they shared a number of clips from matches and discussions after the event had concluded.

After some scuffling, the agents agree to “abandon the vehicle” and run off. As they are chased off, one person calls after them, “Yeah, I threw a pizza at you! I threw a pizza at you with extra bacon.”


In another clip, the two gamers role-playing as ICE agents—portrayed by Fortnite’s Airhead character—are standing on their golf cart, surrounded by civilians in the middle of their pursuit of a “vulnerable,” the event’s chosen term for people being targeted by government agents.

“This does not concern you,” one of the agents says to the civilians, encouraging them to leave.

“We’re allowed to record,” one person responds. Another asks, “Who does it concern?”

“We’re looking for two vulnerables,” the agent says, as the civilian group closes in on the golf cart. “Excuse us, you’re interfering. We have a court order.”

After some scuffling, the agents agree to “abandon the vehicle” and run off. As they are chased off, one person calls after them, “Yeah, I threw a pizza at you! I threw a pizza at you with extra bacon.”

The agents were played by the organizers behind the Collective, and they were noticeably less persistent than ICE agents in real life. That’s evidenced by them saying things like, “Excuse us,” but it’s also evident in their behavior. In the first clip, they don’t bust down the door of the courthouse; when a civilian briefly opens it, they don’t barge inside. At the end of that encounter, one agent says to the other, “This home is too protected; let’s go see if we can find a vulnerable somewhere else.” Given their reputation for violence in raids, IRL ICE agents are unlikely to give up as easily.

But that kind of environment allows the training session to be a reasonable intensity for a gamer’s first round of practice responding to ICE, and still be a fun, safe place for people to hang out. According to PitaBreadFace, the main goal of the space wasn’t necessarily to be a specifically anti-ICE training facility, but more so to organize a community and build trust. And this tactical frivolity is a proven method of protest—ask anyone who wore a frog costume to a Portland protest earlier this year.

“ A situation, even though it’s virtual, where you can clearly overwhelm ICE’s numbers and do silly stupid things and work together easily and be connected to each other—it just felt like actually winning,” one gamer said in a clip provided to 404 Media. “It felt like a way to kind of heal some of the burnout.”

A virtual situation also allows players to fire back at ICE in ways that likely wouldn’t be practical in real life. In one clip, for example, two agents are chasing after a vulnerable, yelling, “Hey, stop right there!”

When they get close enough, the vulnerable drops a Boogie Bomb, an item which forces another player to dance under a disco ball for about three seconds.

“Oh,” the Boogie-Bombed agent exclaims, before the gamers start laughing.

The event also had another component. Before the practice ICE raids, gamers went around to practice finding one another, creating groups and building connections. PitaBreadFace described this segment as learning how to “meet your neighbors, know those around you, and establish contact.” A lot of that, according to clips provided to 404 Media, involves doing dance emotes together; in one case, it was a team of about 10 people destroying an in-map mansion and yelling, “Pay your taxes!”

But it also involved discussions about what community means. In the middle of a “Shout!” dance circle, one gamer said that they first learned the importance of community organizing when protesting the 2017 Muslim ban.

“ I feel like community taught me that like if enough people came together and there was enough will, anything could happen,” they said. “I remember the first Muslim ban, and just hella people went to the airport, and we were able to petition for people to get released. And they were. It was cool to see that organically happen.”

New Save Collective plans to run more events similar to this one through the end of this year, at which point Fortnite is slated to get rid of the proximity chat mode it uses. PitaBreadFace said the response had been so far overwhelmingly positive.

“ I think gamers represent this constituency of people who are really common-sense,” PitaBreadFace said. “It’s not like they’re even super pro-immigrant. They’re just like, ‘No, this doesn’t make sense. This community member who’s been part of a community for 25 years is being ripped out of his home in the middle of the night. That doesn’t make sense, and we should do something about it.’ We have a lot of people who joined the [Discord] server who are like, ‘I actually don’t know, but I know this is wrong and I’m here to learn and participate.’”




“Come rappresentanti delle aggregazioni laicali, nell’apprezzare con gratitudine il documento finale del Cammino sinodale delle Chiese in Italia, e nell’orizzonte del futuro documento attuativo, con senso di corresponsabilità e di partecipazione alla…


Novelle des Polizeigesetzes: Sachsen will anlasslos mit Drohnen in fahrende Autos filmen


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Cosa ci racconta il DNA di Hitler?

Un articolo di History Extra (BBC History Magazine) svela i risultati di una ricerca unica: per la prima volta, è stato analizzato il DNA di Adolf Hitler, prelevato dal sangue su un pezzo di tessuto del divano dove si suicidò nel 1945. Una ricerca effettuata da Turi King (genetista) e Alex J Kay (storico), che hanno sposato la genetica con la storia. A 80 anni dalla sua morte, Hitler's DNA: Blueprint of a Dictator, un documentario innovativo prodotto da Blink Films e attualmente in onda su Channel 4, ha svelato una nuova fonte presentando i risultati dell'analisi.

Ecco le scoperte più sorprendenti:
- Nessuna origine ebraica: il mito che circolava dagli anni ’20 è stato definitivamente smentito.
- Una rara mutazione genetica: Hitler aveva la sindrome di Kallmann, che può causare bassa produzione di testosterone, anomalie nello sviluppo sessuale e ridotta libido. Questo spiegherebbe il suo apparente disinteresse per le relazioni intime e la vita privata, a differenza di altri leader nazisti.
- Punteggi genetici eccezionali: il suo DNA lo collocava nell’1% più alto per predisposizione a schizofrenia, autismo e disturbo bipolare. Ma attenzione: non significa che avesse queste condizioni, solo che il suo profilo genetico era estremamente raro.

La genetica non giustifica le azioni di una persona, ma può aiutare a comprendere aspetti della sua vita che la storia ha lasciato in ombra.

Il link all'articolo (che è in inglese e leggibile dietro accettazione di condizioni)
historyextra.com/period/second…

#Hitler
#genetica
#Dna

@Storia

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L’Europa guarda a Monfalcone per la nuova rotta dell’industria marittima

@Notizie dall'Italia e dal mondo

Nel pieno della ridefinizione delle politiche industriali europee, la tappa del commissario ai Trasporti sostenibili e al Turismo Apostolos Tzitzikostas allo stabilimento Fincantieri di Monfalcone ha assunto il valore di un segnale politico preciso. Il sito friulano, da anni



Se la geopolitica supera gli strumenti della Prima Repubblica. Il commento di Camporini

@Notizie dall'Italia e dal mondo

La scorsa settimana si è riunito il Consiglio Supremo di Difesa, organo di rilevanza costituzionale, (art. 87 Cost.), “costituito secondo la legge”, legge che venne varata il 28 luglio del 1950, con formulazioni che non fanno piena chiarezza