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“Desideriamo continuare a camminare con i nostri cari fratelli ebrei, con stima e riconoscenza. Ci impegniamo a studiare le Sacre Scritture e a lasciarci aiutare da loro in questo studio.


“Rinnoviamo la nostra ferma e decisa condanna al terrorismo in ogni sua forma”. E “invitiamo, una volta di più, tutti i cattolici che sono in Italia a ripudiare ogni antisemitismo e ogni espressione violenta contro il popolo ebraico”.



Andrea Martinelli a Spoleto per l’incontro “Fine vita, eutanasia e testamento biologico”

Andrea Martinelli, coordinatore Cellula Coscioni di Terni interverrà durante l’incontro “Fine vita, eutanasia e testamento biologico”, nell’ambito della rassegna “I Dialoghi dell’Essere – Conversazioni sulla vita, la memoria, l’umano”

📍Spoleto – Palazzo Due Mondi, Corso G. Mazzini, 46, 📅Domenica 14 dicembre 2025🕥Ore 10:30🎟Ingresso gratuito


Insieme a lui interverrà la notaia Vittoria Scattone, sarà un momento di approfondimento e confronto aperto alla cittadinanza, per riflettere insieme su temi cruciali per la libertà individuale e il diritto alla scelta.

L'articolo Andrea Martinelli a Spoleto per l’incontro “Fine vita, eutanasia e testamento biologico” proviene da Associazione Luca Coscioni.





Il prezzo di un esercito di bot svelato su centinaia di piattaforme online. Presentazione del Cambridge Online Trust and Safety Index

Il primo indice globale che monitora in tempo reale i prezzi per l'acquisto di verifiche di account falsi su oltre 500 piattaforme online in ogni paese

L'Università di Cambridge ha lanciato un nuovo sito che tiene traccia delle fluttuazioni giornaliere dei costi per l'acquisto di un esercito di bot su oltre 500 piattaforme social e commerciali, da TikTok ad Amazon e Spotify, in ogni nazione del pianeta.

cam.ac.uk/stories/price-bot-ar…

@Pirati Europei

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Democrazia in ostaggio: l'Italia autoritaria.


noblogo.org/transit/democrazia…


Democrazia in ostaggio: l'Italia autoritaria.


(187)

(Aut)

Il ritorno del concetto di #autocrazia nella politica internazionale rappresenta una tendenza sempre più evidente, alimentata anche dall’ascesa di figure come Donald Trump e Elon Musk. Questi personaggi incarnano un modello di leadership che privilegia la decisione rapida, l’efficienza apparente e la disintermediazione digitale, spesso a scapito della partecipazione democratica e dei diritti individuali. La rottura tra #Trump e #Musk, per esempio, non segna il tramonto del #trumpismo, ma piuttosto la sua evoluzione verso una governance più strutturata e meno personalizzata, ma sempre più autoritaria e meno trasparente.​

Negli ultimi anni, il potere politico ha mostrato una tendenza a concentrarsi nelle mani di pochi, spesso con il sostegno di una tecnocrazia privatizzata che utilizza strumenti digitali e algoritmi per governare. Questa convergenza tra potere esecutivo, tecnologia e capitalismo delle piattaforme ha portato a una forma di “autocrazia algoritmica”, in cui le decisioni vengono prese in modo rapido e apparentemente efficace, ma con una sostanziale riduzione della trasparenza e della partecipazione dei cittadini. Il modello è particolarmente visibile negli Stati Uniti, ma ha avuto ripercussioni anche in #Europa e in altri continenti.​

In #Italia, come in molti altri Paesi, si registra una crescente propensione a preferire governi “forti” rispetto a una democrazia più compiuta che richiede la partecipazione attiva di tutti, anche del singolo cittadino. Una ricerca recente ha evidenziato che circa il 24% dei giovani italiani si dichiara favorevole a un regime autoritario, mentre solo il 57% preferisce la democrazia a qualsiasi altra forma di governo. Questa percentuale è simile a quella di Spagna e Francia, ma inferiore rispetto alla Germania, dove la preferenza per la democrazia supera il 70%.

Questa differenza evidenzia come, in Italia, la fiducia nella democrazia sia meno radicata, soprattutto tra i giovani e tra chi si sente economicamente svantaggiato.​

(Aut2)

Una delle conseguenze più preoccupanti di questa tendenza è la disponibilità di molti cittadini a rinunciare a parte dei propri diritti in cambio di maggiore sicurezza o stabilità. Il desiderio di governi più radicali e “cattivi” si manifesta anche nella richiesta di misure più severe contro la criminalità, l’immigrazione o le proteste sociali. Questo fenomeno è alimentato da una percezione di crisi economica, sociale e culturale che porta molte persone a cercare soluzioni rapide e apparentemente efficaci, anche a costo di compromettere alcuni principi democratici.

La recessione della democrazia, come viene definita da molti analisti, è quindi legata non solo a scelte politiche, ma anche a una crescente insoddisfazione economica e sociale che spinge le persone a preferire governi autoritari.​

Il vero scandalo per la democrazia italiana è questa resa collettiva, incarnata dal governo Meloni che, nel discorso finale alla kermesse di “Atreyu”, ha dipinto un'Italia monolitica e “forte” dove la partecipazione si riduce a un applauso acritico, mentre si sacrificano diritti e uguaglianza in nome di una fermezza illusoria. Invece di mobilitare i cittadini contro disuguaglianze economiche sempre più abissali (con salari stagnanti e precarietà dilagante), la premier invita a delegare tutto a un esecutivo che si definisce “granitico” e che promette ordine con manganelli e retorica nazionalista, tradendo chi sogna una vera lotta per i diritti.

Questa propaganda autoritaria, che cavalca la stanchezza popolare, non risolve crisi, ma le amplifica, preferendo la stabilità fittizia di un leader onnipotente alla responsabilità condivisa di una democrazia viva e inclusiva. È una beffa: le persone rinunciano a battersi per più diritti, illudendosi che un pugno di ferro le protegga, mentre Meloni consolida un potere che erode le basi stesse della libertà.

#Blog #Opinioni #Politica #Autocrazia #Democrazia #GovernoMeloni

Mastodon: @alda7069@mastodon.unoTelegram: t.me/transitblogFriendica: @danmatt@poliverso.orgBlue Sky: bsky.app/profile/mattiolidanie…Bio Site (tutto in un posto solo, diamine): bio.site/danielemattioli

Gli scritti sono tutelati da “Creative Commons” (qui)

Tutte le opinioni qui riportate sono da considerarsi personali. Per eventuali problemi riscontrati con i testi, si prega di scrivere a: corubomatt@gmail.com


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Brasile. Proteste contro il tentativo delle destre di ridurre la condanna di Bolsonaro


@Notizie dall'Italia e dal mondo
Manifestazioni in tutto il Brasile contro l'approvazione di un disegno di legge che riduce fortemente la condanna inflitta all'ex presidente Bolsonaro per il tentato golpe del 2023
L'articolo Brasile. Proteste contro il tentativo



Cile 2025: L’ombra del pinochettismo e il vicolo cieco della sinistra atlantista


@Notizie dall'Italia e dal mondo
L’11 marzo 2026 si insedierà al governo del Paese José Antonio Kast, primo presidente dell’estrema destra dal 1990. Vincitore del ballottaggio del 14 dicembre con il 58,16% dei voti, Kast capitalizza il voto obbligatorio e una sinistra



Russia e Cina ambiscono ai “satelliti ombra”. Ecco come funzionano

@Notizie dall'Italia e dal mondo

“Nello spazio profondo, nessuno può sentirti urlare” è la celeberrima tagline del film del 1979 “Alien”. Ma modificando leggermente la frase in “Nello spazio profondo, nessuno può vederti”, si fornisce una descrizione tanto concisa quanto efficace delle ultime mosse di Pechino e Mosca in ambito



Australia: whatever you do, don't call it a ban


Australia: whatever you do, don't call it a ban
IT'S MONDAY, AND THIS IS DIGITAL POLITICS. I'm Mark Scott, and after a few weeks of feeling burned out, I am now channeling this guy's energy for the final weeks of the year. Enjoy.

— Australia's social media ban for teenagers is an imperfect solution to deal with social media harms. But it's better than doing nothing.

— The White House wants to stop US states from overseeing most forms of artificial intelligence. It's a move other countries should be wary of.

— How do the leading AI models rank in terms of publishing data on how they work? Here are the stats.

Let's get started.



digitalpolitics.co/newsletter0…



Mass Spectrometer Tear Down


If you have ever thought, “I wish I could have a mass spectrometer at home,” then we aren’t very surprised you are reading Hackaday. [Thomas Scherrer] somehow acquired a broken Brucker Microflex LT Mass Spectrometer, and while it was clearly not working, it promised to be a fun teardown, as you can see in the first part of the video below.

Inside are lasers and definitely some high voltages floating around. This appears to be an industrial unit, but it has a great design for service. Many of the panels are removable without tools.

The construction is interesting in that it looks like a rack, but instead of rack mounting, everything is mounted on shelves. The tall unit isn’t just for effect. The device has a tall column where it measures the sample under test. The measurement is a time of flight so the column has to be fairly long to get results.

The large fiber laser inside produces a 100 kW pulse, which sounds amazing, but it only lasts for 2.5 ns. There’s also a “smaller” 10W laser in the unit.

There are also vacuum pumps and other wizardry inside. Check out the video and get a glimpse into something you aren’t likely to have a chance to tear into yourself. There are many ways to do mass spectrometry, and some of them are things you could build yourself. We’ve seen it done more than once.

youtube.com/embed/hTTPhed7Ghk?…


hackaday.com/2025/12/15/mass-s…



Il Papa ha ricevuto oggi in udienza il Primo Ministro di Malta, Robert Abela, il quale si è successivamente incontrato con il cardinale Segretario di Stato, Pietro Parolin, accompagnato da mons.


pure il dittatore stesso potrebbe rendersi conto che il fatto, che i tuoi sottoposti ti dicano per paura quello che vuoi sentirti dire, e non descrivano la realtà, alla lunga potrebbe rappresentare un elemento di fragilità del sistema...
in reply to simona

ma questo presuppone che il dittatore abbia delle capacità analitiche nella comprensione del prossimo. Equazione non risolvibile.
Hitler finì i suoi giorni convinto di essere stato tradito dai suoi, non aveva capito la situazione manco di striscio


“Ai pellegrini provenienti da ogni parte del mondo che si recheranno a Piazza San Pietro, la scena della natività ricorderà che Dio si fa vicino all’umanità, si fa uno di noi, entrando nella nostra storia con la piccolezza di un bambino.


Verrà presentato giovedì prossimo, 18 dicembre, alle 11.30, presso la Sala Stampa della Santa Sede (Via della Conciliazione, 54) il Messaggio del Papa per la 59.


Sequestro asset russi: l'Europa riscopre le sue origini predatorie - Kulturjam
kulturjam.it/in-evidenza/seque…


in cile tutto è perfetto... perché cambiare qualcosa. non sia mai detto che ci possa essere progresso. ecco un altro corrotto amicone di trump. il veleno di trump si diffonde sempre più nel mondo. e produce distopie, ingiustizie, violenza, bullismo, decadenza sociale.
essere conservatori in un paese di merda... capire un paese civile con i paesi nordici. ma essere conservatori per conservare la spazzatura praticamente. voglio proprio vedere questo genialone all'opera... anche lui metterà dazi?


bravi cileni: avrete sicurezza ma marcerete tutti all'unisono con un bel palo dietro che insidia lw chiappe. veramente io come un personaggio tipo la meloni possa rappresentare la soluzione di un qualche problema non lo capisco proprio.

"Sarà il primo presidente cileno ad aver votato per il proseguimento della dittatura nel referendum del 1988: la sua famiglia ha forti legami con il regime di allora, durante il quale il fratello Miguel fu ministro e direttore della Banca del Cile (mentre nel 2021 Associated Press scoprì che suo padre era stato iscritto al partito nazista in Germania)"

si... ancora un po' di dittatura grazie....



Firmato oggi il decreto da 35 milioni per il potenziamento dei #laboratori musicali e coreutici. Una misura in continuità con le tante iniziative avviate in questi mesi come:

🔹 lo studio della storia della musica sin dalla Scuola primaria previsto n…



“Basta con queste forme di violenza antisemita! Dobbiamo eliminare l’odio dai nostri cuori”. Lo ha detto il Papa, a braccio, riferendosi alla strage terroristica compiuta ieri a Sidney contro la comunità ebraica, che ha provocato 20 morti e decine di…


"Il Papa ricorda le vittime della strage di Sydney: "Basta violenze antisemitiche""

io direi basta violenze... contro chiunque.



Shakerati Anonimi: L’esperienza di Giorgio e la truffa che ha divorato suo Padre


Salve ragazzi,
mi chiamo Giorgio, ho 58 anni, lavoro da sempre come tecnico amministrativo e, nella vita, sono sempre stato quello “razionale” della famiglia. Quello che controlla i conti, che non si fida delle telefonate strane, che dice a tutti “non cliccare link, non rispondere a numeri sconosciuti”.

Eppure oggi sono qui, assieme a voi, non perché io abbia cliccato un link sbagliato… ma perché non sono riuscito a fermare una truffa che stava divorando mio padre.

Mio padre ha 83 anni. È vedovo, vive solo, è orgoglioso e testardo come solo una persona della sua generazione può essere. Ha sempre gestito i suoi soldi con attenzione: pensione più che dignitosa, casa di proprietà, poche spese, una vita fatta di equilibrio.

Io vivo all’estero, mio fratello abita vicino a lui e ogni tanto lo aiuta con le cose pratiche.

Tutto è iniziato in modo quasi invisibile. Qualche email “strana“, qualche telefonata che lui liquidava con un “sono quelli della banca” o “uno che mi deve aiutare a sbloccare dei soldi”.

All’inizio non ci abbiamo dato troppo peso. Poi, un anno fa, lo abbiamo colto in flagrante: mio fratello aveva accesso alle sue email e ha visto scambi continui con sedicenti intermediari, consulenti, benefattori. Promesse di somme enormi in cambio di piccoli anticipi. Classica truffa, textbook scam.

Lo abbiamo convinto a denunciare.

Siamo andati dai carabinieri. Addirittura uno dei truffatori ha chiamato mentre eravamo lì. Minacce velate, tentativi di intimidazione. Ma, alla fine, nulla di concreto. Un cambio di numero, password nuove, e la sensazione – sbagliata – che fosse finita lì.

Non era finita per niente.

Qualche mese dopo, mio padre ha iniziato a comportarsi in modo strano. Ha chiesto soldi in prestito a mio fratello. Non lo aveva mai fatto in vita sua. Mai.

È stato lì che abbiamo capito che qualcosa non tornava. Abbiamo controllato di nuovo le email: i truffatori erano tornati. O forse non se ne erano mai andati.

Quando lo abbiamo affrontato, ha negato tutto. Classico schema: negazione, minimizzazione, silenzio. Come se ammettere la truffa fosse peggio della truffa stessa.

Nel frattempo, il conto era praticamente prosciugato. Risparmi di una vita evaporati in bonifici, ricariche, promesse di “ultimi pagamenti” per sbloccare somme mai esistite.

La paura più grande, a quel punto, non era nemmeno il conto corrente. Era il passo successivo: i buoni fruttiferi postali, l’ultimo salvagente.

Abbiamo provato a chiedergli di cointestare il conto.

Rifiuto totale.

Orgoglio.

Paura di perdere il controllo.

Paura, forse, di ammettere di non averlo più.

Alla fine abbiamo fatto la cosa più dura: gli abbiamo sequestrato il telefono per limitare i danni e contattato un avvocato. Amministrazione di sostegno. Una parola che pesa come un macigno, ma che a volte è l’unico modo per salvare una persona… anche da sé stessa.

Ecco perché sono qui.

Non come vittima diretta di phishing, smishing o vishing.

Ma come vittima collaterale di una truffa di lungo periodo, costruita sulla solitudine, sull’età, sulla fiducia e sulla vergogna.

Sono qui perché il silenzio è il miglior alleato dei truffatori.
Perché ogni storia non raccontata diventa un manuale operativo per chi sfrutta le fragilità altrui.
Perché la vergogna non protegge, isola.

E l’isolamento è terreno fertile per chi promette aiuti, guadagni, soluzioni miracolose.

Sono qui perché condividere non è esporre una debolezza, ma rompere un incantesimo.
È togliere potere a chi vive nell’ombra, a chi costruisce castelli di menzogne mattone dopo mattone, approfittando di chi ha meno strumenti per difendersi.

Raccontare queste storie serve a lasciare tracce, segnali, anticorpi collettivi.
Serve a dire a chi sta vivendo la stessa cosa: non sei stupido, non sei solo, non è colpa tua.
Serve a ricordarci che dietro ogni truffa non ci sono solo numeri, ma famiglie che si rompono, fiducie che si incrinano, dignità che vengono erose lentamente.

Se anche una sola persona, leggendo queste parole, riconoscerà un campanello d’allarme prima che sia troppo tardi, allora questa condivisione avrà avuto senso.
Perché la vera prevenzione non nasce dai sistemi, dai codici o dagli algoritmi.

Nasce dal coraggio di raccontare ciò che fa male.

Lesson learned


La storia di Giorgio ci insegna alcune cose fondamentali:

  1. Le truffe non colpiscono solo l’ignoranza tecnologica, ma la fragilità emotiva
    Solitudine, lutto, età avanzata e bisogno di sentirsi ancora “in controllo” sono vettori di attacco potentissimi.
  2. La negazione è parte integrante della truffa
    La vittima spesso difende il truffatore, mente ai familiari e continua a pagare pur di non ammettere l’errore.
  3. Non esiste la “truffa una tantum”
    Quando un truffatore aggancia una vittima, tende a sfruttarla nel tempo, spremendo ogni risorsa disponibile.
  4. La prevenzione è anche familiare, non solo tecnica
    Accesso condiviso alle email, alert sui conti, limiti operativi, dialogo continuo e – nei casi estremi – strumenti legali come l’amministrazione di sostegno.
  5. Prima si interviene, meno si perde
    Ogni mese di ritardo significa più soldi persi e più potere psicologico in mano ai criminali.

Prevedere tutto questo è possibile, osservando i segnali deboli: richieste di segretezza, promesse di guadagni irrealistici, richieste di “anticipi”, isolamento dalla famiglia, rifiuto di confrontarsi.

Le truffe moderne non bucano i sistemi informatici.
Bucano le persone.

E quando succede, non basta dire “te l’avevo detto”. Serve agire. Anche quando fa male.

Genesi dell’articolo


L’articolo è stato ispirato da una truffa reale, condivisa da un utente su Reddit.
A questa persona va tutto il nostro conforto: il suo coraggio nel raccontare ciò che ha vissuto permette ad altri di riconoscere i segnali, proteggersi e imparare dall’esperienza che ha affrontato.

L'articolo Shakerati Anonimi: L’esperienza di Giorgio e la truffa che ha divorato suo Padre proviene da Red Hot Cyber.



Si terrà quest’anno a Catania la Marcia della pace organizzata dalla Commissione episcopale per i problemi sociali, il lavoro, la giustizia e la pace, Azione cattolica italiana, Acli, Agesci, Caritas italiana, Movimento dei Focolari Italia, Libera e …



Il #15dicembre ricorre la Giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti del personale scolastico, istituita nel 2024 con l’obiettivo di promuovere una cultura del rispetto che condanni con fermezza ogni forma di aggr…


All-Screen Keyboard Has Flexible Layouts


Most keyboards are factory-set for a specific layout, and most users never change from the standard layout for their home locale. As a multilingual person, [Inkbox] wanted a more flexible keyboard. In particular, one with the ability to change its layout both visually and logically, on the fly. Thus was born the all-screen keyboard, which can swap layouts on demand. Have a look at the video below to see the board in action.

The concept is simple enough: It’s a keyboard with transparent keys and a screen underneath. The screen displays the labels for the keys, while the transparent plastic keys provide the physical haptic interface for the typist. The device uses a Raspberry Pi to drive the screen. [Inkbox] then designed a plastic frame and transparent keys, which are fitted with magnets, which in turn are read by Hall effect sensors under the display. This eliminates the need for traditional key switches, which would block light from the screen below.

Unfortunately for [Inkbox], the prototype was very expensive (about $1,400 USD) and not particularly functional as a keyboard. However, a major redesign tackled some of these issues. Version two had a smaller screen with a different aspect ratio. It also jettisoned the Hall effect sensors and uses plastic keys capacitively operating a traditional touch screen. Some design files for the keyboard are available on Github for the curious.

An all-screen keyboard is very cool, if very complicated to implement. There are other ways to change your layout that aren’t quite as fancy, of course. You can always just make custom keycaps and remap layouts on a regular mechanical keyboard if desired. Still, you have to admire the work that went into making this thing a reality.

youtube.com/embed/NptK0l-rtlQ?…

youtube.com/embed/hqKPu2BEkI0?…


hackaday.com/2025/12/15/all-sc…



Deauth attack: l’arma più comune contro le reti Wi-Fi domestiche


Il Deauth attack è uno degli attacchi più noti e storicamente utilizzati contro reti WPA2-Personal, soprattutto come fase preparatoria per altri attacchi.

Sfrutta diverse vulnerabilità intrinseche nel processo d’autenticazione che permettono all’attaccante, tra le altre cose, di estrapolare alcuni dati utilizzabili per il cracking della chiave. È efficace contro la quasi totalità delle reti WPA2 standard IEEE 802.11.

L’efficienza dell’attacco allo scopo di ottenere la chiave di autenticazione è proporzionale alle risorse hardware dell’attaccante ed inversamente proporzionale alla complessità della chiave d’autenticazione.

Può essere lanciato da qualsiasi dispositivo dotato del giusto software e di una scheda di rete compatibile che supporti la monitor mode (una modalità che permette di operare la scheda wireless a più basso livello, avendo così più controllo sull’hardware).

Panoramica


Glossario: AP: Access point (comunemente router Wi-Fi)
Client: Il dispositivo che intende connettersi

Cos’è il Deauth Attack


Il Deauth attack è un attacco informatico il cui scopo principale è quello di forzare la deautenticazione, e quindi la disconnessione, anche temporanea, di uno o più dispositivi Client da una rete Wi-Fi.

Obbiettivi


Gli obbiettivi di questo attacco possono essere di vario genere e natura.
Il più elementare è quello di indurre un disservizio nella rete interrompendo la comunicazione tra questa ed i dispositivi ad essa collegati.
In questo caso l’attacco ricade sotto la categoria dei DoS (Denial of Service).

Un altro caso in cui si vede utilizzato questo attacco è in combinazione con un Evil Twin attack.
Si tratta di un altro attacco informatico ai danni di una rete Wi-Fi e dei dispositivi ad essa connessi che consiste nell’installazione di una rete Wi-Fi apparentemente identica all’originale allo scopo di indurre i dispositivi a connettersi ad essa per perpetrare poi ulteriori attacchi come lo sniffingdel traffico e la manipolazione delle informazioni trasmesse (MITM).

Lo scopo più comune del Deauth attack, tuttavia, è quello di indurre una disconnessione forzata allo scopo di ascoltare e registrare il processo di autenticazione che avviene tra i client e l’access point durante la successiva autenticazione. Questo attacco verrà particolarmente approfondito nell’articolo.

L’autenticazione


Glossario:
AP: Access point (comunemente router Wi-Fi)
Client: Il dispositivo che intende connettersi
Supplicant: Il client, durante l’autenticazione
PSK: Passphrase o password
Pacchetto: dato trasmesso (terzo livello OSI)
Frame: dato trasmesso (secondo livello OSI)
Canale radio: intervallo di frequenze radio definito

Richiesta di autenticazione:


Per comprendere appieno questo attacco, è necessario conoscere il processo di autenticazione delle reti WPA2 personal.

Dopo alcune fasi preliminari non dettagliate in questo articolo (Beacon, Probe request, associazione…) ha inizio il vero e proprio processo di autenticazionecon la richiesta da parte del supplicant verso l’AP tramite l’invio di un frame “Authentication request” (da ora semplicemente “request”). Questo frame viene trasmesso sul canale radio dedicato alla connessione Wi-Fi (2.4GHz / 5Ghz) ed innesca il processo di seguito descritto.

L’handshake


Il cuore dell’autenticazione è senza dubbio la negoziazione che avviene tra il Client e l’AP allo scopo di dimostrare che il Client possiede la chiave d’accesso. Questo dialogo prende il nome di 4 way handshake e può essere così sintetizzato:

MESSAGGIO 1 – ANONCE ED INIZIO DELLA DERIVAZIONE
Il 4-way handshake inizia quando l’Access Point (AP), chiamato Authenticator, invia al client (Supplicant) il primo frame “EAPOL-Key” contenente il proprio dato “ANonce” (Authenticator Nonce), un numero casuale di 256 bit (32 byte) generato sul momento dall’AP. Questo frame contiene anche il Replay Counter (8 byte), numero che serve ad identificare in modo univoco ogni messaggio dell’handshake ed evitare replay (messaggi duplicati).

MESSAGGIO 2 – CALCOLO DELLA PTK ED INVIO DEL SNonCE
Il client genera ora il proprio SNonce (Supplicant Nonce), anch’esso di 256 bit, in modo casuale e non riutilizzabile. Con entrambi i nonce e con le altre informazioni note, il client calcola la PTK (Pairwise Transient Key, una chiave di cifratura temporanea).

La PTK è derivata da una funzione pseudo-casuale definita nello standard IEEE 802.11i, chiamata PRF (Pseudo-Random Function). La formula generale è:
PTK = PRF(PMK, “Pairwise key expansion”, Min(MAC_AP, MAC_STA) ‖ Max(MAC_AP, MAC_STA) ‖ Min(ANonce, SNonce) ‖ Max(ANonce, SNonce))
dove:

  • PMK (Pairwise Master Key) è una chiave di 256 bit ottenuta dalla passphrase (in WPA2-Personal) tramite PBKDF2-HMAC-SHA1(Password, SSID, 4096, 256).
  • La stringa “Pairwise key expansion” è un’etichetta fissa che serve come diversificatore per la PRF.
  • MAC_AP e MAC_STA sono gli indirizzi MAC dell’AP e del client.
  • L’uso di Min e Max garantisce che entrambe le parti concatenino i valori nello stesso ordine,

indipendentemente da chi esegue il calcolo. Queste funzioni sono infatti di ordinamento e restituiscono il primo (MIN) e l’ultimo (MAX) indirizzo MAC secondo l’ordine alfabetico.

La PTK è lunga 384 bit (48 byte) che vengono suddivisi in tre sottochiavi:

  • KCK (Key Confirmation Key, 128 bit) → per il calcolo del MIC.
  • KEK (Key Encryption Key, 128 bit) → per cifrare le chiavi nel messaggio 3.
  • TK (Temporal Key, 128 bit) → per cifrare il traffico unicast successivo.

Il client calcola poi un MIC (Message Integrity Code) sul messaggio “EAPOL-Key” usando la KCK secondoMIC=HMAC-SHA1(KCK, EAPOL-Frame) ed invia il secondo frame all’AP. In questo messaggio sono inclusi: SNonce, Replay Counter aggiornato ed il MIC. La presenza del MIC dimostra all’AP che il client possiede la PMK valida, poiché senza di essa il calcolo della PTK e di conseguenza del MIC non sarebbe possibile.

MESSAGGIO 3 – VERIFICA E DISTRIBUZIONE DELLA GTK
L’AP, ricevendo il messaggio 2, possiede tutto il necessario per calcolare la PTK in modo identico al client (ha PMK, ANonce, SNonce, MAC_AP e MAC_STA). Verifica quindi il MIC ricevuto: se è corretto, l’AP sa che il client possiede la PMK e valida l’autenticazione.

A questo punto, l’AP installa localmente la PTK e genera o seleziona la GTK (Group Temporal Key, generata dall’AP come numero di 128bit pseudocasuale), usata per il traffico multicast e broadcast. La GTK viene cifrata con la KEK (parte della PTK) per impedirne la lettura da parte di terzi.

Il messaggio 3, inviato dall’AP al client, contiene quindi:

  • Il Replay Counter aggiornato.
  • Il campo “Key Information” con flag impostati per indicare che la GTK è inclusa.
  • Il campo “Key Data”, dove la GTK è cifrata con KEK.
  • Un nuovo MIC, calcolato con la KCK.

Questo messaggio serve sia a consegnare la GTK, sia a confermare la validità della PTK calcolata da entrambe le parti.

MESSAGGIO 4 – CONFERMA FINALE DEL CLIENT
Il client, ricevuto il messaggio 3, decifra il campo Key Data usando la KEK e ottiene la GTK. Dopo aver verificato il MIC, installa la PTK e la GTK nella propria interfaccia radio per abilitare la cifratura del traffico (ad esempio con AES-CCMP).
Infine invia il quarto messaggio, che contiene solo un MIC calcolato con la KCK ed il Replay Counter incrementato, come conferma della corretta ricezione e installazione delle chiavi.
A questo punto, sia AP che STA condividono la stessa PTK (per il traffico unicast) e la stessa GTK (per il traffico multicast). Il 4-way handshake termina e la connessione cifrata WPA2 è pronta a trasmettere dati in modo sicuro.

La deautenticazione


Glossario: Checksum: codice, calcolato sulla base del contenuto del dato trasmesso, utile per rilevare interferenze nella trasmissione

Il primo passo del Deauth attack (dopo alcune operazioni preliminari atte ad individuare la rete target) è la deautenticazione forzata di uno o più client dalla rete. Questo può essere fatto tramite l’invio di un frame deauth. Questo frame è legittimamente utilizzato per “espellere” un dispositivo dalla rete in caso di necessità costringendolo ad autenticarsi nuovamente, ad esempio in seguito ad una nuova generazione delle chiavi, in caso di inattività prolungata, o per rispettare una policy interna.

Il Deauth frame


I Deauth frames, appartenenti ai Management Frames, non sono in alcun modo cifrati nelle reti WPA2 perché non considerati possibile vettore d’attacco al tempo della definizione dello standard 802.11 (che definisce la maggioranza delle reti WPA2 oggi attive), e per questo la loro falsificazione è molto semplice. Ad oggi esiste uno standard che mitiga questa vulnerabilità (802.11w), ma tuttora quasi inutilizzato.

Il Deauth frame è composto da:

Un header contenente:

  • Un dato “frame control” di 2 bytes che identifica il tipo (in questo caso, management frame) ed il sottotipo (in questo caso, deauthentication) del frame
  • Un dato “duration” di due bytes che indica il tempo per il quale il canale sarà occupato
  • Un dato “destination address” di 6 bytes che indica l’indirizzo MAC del destinatario a cui è rivolto il frame
  • Un dato “source address” di 6 bytes che indica l’indirizzo MAC del mittente (facilmente falsificabile)
  • Un dato “BSSID” che indica il nome della rete a cui il frame si riferisce
  • Un dato “sequence control” utile per il controllo dell’ordine dei pacchetti ricevuti

E da un body (corpo del messaggio) contenente:


  • Un dato “reason code” di 2 bytes che indica il motivo della deautenticazione (non importante ai fini dell’attacco)
  • Un dato “frame check sequence” di 4 bytes che contiene un checksum del frame


L’invio del frame


L’attacco ha inizio con l’invio, spesso in broadcast, di uno o più deauth frames.
Il frame viene quasi sempre inviato falsificando l’indirizzo MAC dell’AP, salvo in caso di alcune configurazioni estremamente rare, probabilmente non più esistenti, non coperte da questo articolo.

I client autenticati e connessi accettano il frame e si deautenticano.

La cattura dell’handshake


Dopo un certo tempo dalla deautenticazione (tipicamente alcuni secondi), i client tentano automaticamente di riautenticarsi (salvo diversa impostazione manuale da parte dell’utente, rara negli smartphone e nei dispositivi IoT).
A questo punto, l’attaccante può ascoltare i canali radio e registrare la negoziazione che avviene tra i client (in questo momento “supplicant”) e L’AP.

Il cracking della passphrase


Purtroppo per l’attaccante, i dati trasmessi che hanno a che fare con la chiave (password o passphrase) sono frutto di algoritmi non reversibili. Questo significa che non è possibile ottenere la PSK invertendo l’operazione partendo da un risultato.

È possibile tuttavia procedere per tentativi, introducendo il concetto di bruteforcing.

Il bruteforcing


Conosciuto anche come attacco bruteforce, a volte erroneamente tradotto in attacco di forza bruta, è uno dei più elementari attacchi informatici. Può essere perpetrato contro ogni dato la cui cifratura si basa sull’utilizzo di un secret (un dato che funge da chiave per la decrittazione, come un PIN, una password, un token…).

Consiste nel compiere numerosi tentativi in rapida sequenza allo scopo di indovinare il secret richiesto. Nella forma più elementare, il secret viene generato da un algoritmo pseudocasuale.
In altre forme più sofisticate, il secret può essere estratto da una lista di probabili candidati detta wordlist. In quest’ultimo caso, l’attacco prende il nome di “attacco dizionario”.

Esistono ulteriori forme di attacco bruteforce.
È importante dire che, senza limiti di tempo e/o di risorse, il brute force attack ha il 100% di probabilità di crackare il secret.

La ricostruzione della chiave


L’attacco bruteforce viene in questo caso utilizzato per crackare la PSK. Lo si fa ricostruendo l’handshake registrato, simulandolo localmente tante volte in rapida sequenza, ogni volta utilizzando una nuova chiave candidata, che può essere generata casualmente o letta da una wordlist.

Per ogni chiave candidata viene quindi calcolata la PMK, dunque la PTK ed il MIC, il quale viene confrontato con quello registrato durante la cattura dell’handshake autentico.

Nel caso in cui uno dei tentativi porti ad una corrispondenza dei due MIC, la chiave candidata viene considerata vincitrice.

Post exploitation


Glossario: Backdoor: punto di accesso persistente installato da un attaccante allo scopo di collegarsi al sistema violato con maggiore semplicità

In seguito ad un attacco deauth andato a segno, l’attaccante può utilizzare l’accesso alla rete per i propri scopi.

È tipico bersagliare infrastrutture interne come server locali, computer, dispositivi di rete.
Essendo la rete wireless locale di difficile accesso, poiché richiede vicinanza fisica tra l’interfaccia radio dell’attaccante e l’AP, solitamente si utilizza per accedere più facilmente ad altri dispositivi sui quali installare una backdoor attraverso la quale accedere tramite Internet o altra rete di più semplice utilizzo.

Strumenti


Esistono numerosi strumenti utili all’esecuzione del Deauth attack.

Tra i più conosciuti e storici troviamo Aircrack-ng (contenente Airmon-ng ed Aireplay-ng) ed MDK4 per la deautenticazione, mentre Hashcat e John the ripper per il cracking.

Alternative più complete e moderne come Airgeddon automatizzano il processo ed includono tutti i software menzionati.

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Dalle VPN ai desktop remoti: i bug Windows che non smettono mai di sorprendere


I servizi di Windows dedicati alle connessioni remote hanno da sempre rappresentato una fonte inesauribile di “soddisfazioni” per chi si occupa di sicurezza informatica, rivelando vulnerabilità di enorme impatto. Tra gli esempi più noti c’è EternalBlue, scoperto e tenuto segreto per cinque anni dall’NSA, prima di essere rubato dal gruppo Shadow Brokers e utilizzato per l’epidemia globale di WannaCry nel 2017, che ha infettato milioni di computer e causato danni ingenti a enti pubblici e aziende private.

Un altro caso emblematico è stato BlueKeep, una vulnerabilità presente nel servizio RDP di Windows che permetteva l’esecuzione remota di codice senza autenticazione su sistemi non aggiornati. Questi episodi dimostrano quanto i servizi di gestione delle connessioni remote possano diventare rapidamente un terreno fertile per exploit critici, evidenziando il ruolo strategico di questi componenti nella sicurezza complessiva dei sistemi Windows.

Esiste una falla di sicurezza estremamente grave nel servizio Windows Remote Access Connection Manager (RasMan) che permette a malintenzionati con accesso locale di attivare codice a loro scelta con diritti di amministratore di sistema.

Nel corso dell’esame della vulnerabilità CVE-2025-59230, che Microsoft ha trattato negli aggiornamenti di sicurezza dell’ottobre 2025, gli specialisti di sicurezza di 0patch hanno individuato una serie complessa di exploit, i quali si appoggiano a una falla zero-day secondaria e finora ignota per operare in maniera efficiente.

La vulnerabilità principale, CVE-2025-59230, riguarda il modo in cui il servizio RasMan gestisce gli endpoint RPC. All’avvio, il servizio registra un endpoint specifico di cui altri servizi privilegiati si fidano. I ricercatori di 0patch hanno scoperto che se RasMan non è in esecuzione, un aggressore può registrare prima questo endpoint. Una volta che i servizi privilegiati tentano di connettersi, comunicano inconsapevolmente con il processo dell’aggressore, consentendo l’esecuzione di comandi dannosi.

Tuttavia, sfruttare questa condizione di competizione è difficile perché RasMan in genere si avvia automaticamente all’avvio del sistema, non lasciando agli aggressori alcuna finestra di opportunità per registrare prima l’endpoint. Per aggirare questa limitazione, l’exploit scoperto sfrutta una seconda vulnerabilità non ancora patchata. Questa falla zero-day consente a un utente non privilegiato di bloccare intenzionalmente il servizio RasMan.

L’arresto anomalo è causato da un errore logico nel codice relativo a una lista concatenata circolare. Il servizio tenta di attraversare la lista ma non riesce a gestire correttamente i puntatori NULL, causando una violazione dell’accesso alla memoria .

Arrestando il servizio, gli aggressori possono forzarne l’arresto, rilasciare l’endpoint RPC e successivamente attivare la catena di exploit CVE-2025-59230 per ottenere l’accesso al sistema. Microsoft ha rilasciato patch ufficiali per la falla di elevazione dei privilegi (CVE-2025-59230). Tuttavia, la vulnerabilità di crash del servizio utilizzata per facilitare l’attacco non era stata ancora corretta nei canali ufficiali al momento della scoperta.

0patch ha rilasciato delle micropatch per risolvere questo problema di crash sulle piattaforme supportate, tra cui Windows 11 e Server 2025. Si consiglia agli amministratori di applicare immediatamente gli aggiornamenti di Windows di ottobre 2025 per mitigare il rischio di escalation dei privilegi principali.

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linkiesta.it/2025/12/strage-an…

"L’eroico fruttivendolo, sposato e padre di due figli, che ieri ha rischiato la vita per salvare gli ebrei di Sydney è uno di questi luminosi granelli di sabbia nel diabolico ingranaggio della propaganda di odio, alimentata e sfruttata ogni giorno da politici senza scrupoli. Politici come Benjamin Netanyahu, che ieri non ha perso un secondo prima di utilizzare la tragedia per attaccare il governo australiano, in pratica attribuendogli la responsabilità morale della strage per la sua decisione di riconoscere lo stato palestinese (come peraltro gran parte del mondo)."

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in reply to simona

Ignorando bellamente che sono le sue politiche e il genocidio in corso a Gaza a fomentare l'antisemitismo e i terroristi che ad rsso si ispirano!
in reply to simona

a netanyhau non interessa la pace né per ebrei né per palestinesi. vuol solo continuare a succhiare le terre palestinesi che non gli appartengono. con escamotage neppure minimamente legittimi comunque. quello che voglio dire è che non tiene neppure come scusa... "sta in piedi" solo se dici "noi ebrei siamo superiori e abbiamo il diritto di uccidere e cacciare tutti gli altri". cioè non sta in piedi ma almeno appare come una ragione vagamente logica.

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linkiesta.it/2025/12/italia-li…

"Ha ragione l’attivista ucraina Oleksandra Matvijchuk, premio Nobel per la pace duemilaventidue, che in un’intervista al Corriere ci accusa di «considerare la libertà come la possibilità di scegliere tra diversi tipi di formaggio al supermercato»."

"Altro che spesa intelligente: in materia di diritti umani e democrazia siamo degli analfabeti funzionali. Sarà la propaganda, il clima di guerra, saranno le nostre ossessioni, fatto sta che stiamo perdendo la trebisonda, tanto da arrivare a preferire Putin a Emmanuel Macron o a Ursula von der Leyen. O da non vedere la differenza tra Elon Musk e George Soros e sostenere anzi, senza scoppiare a ridere, che il padrone di X e di Tesla, poverino, sarebbe mal visto in Italia solo perché «non è di sinistra» (copyright Giorgia Meloni)."

"Nessuno si accorge che zitti zitti, senza bombe e senza stragi, sulle ali dei droni, dei D’Orsi e degli Orsini, stiamo scivolando nell’Eurussia. Uno Stato di soggezione strisciante verso il Cremlino, che prova ogni giorno, e con crescente successo, a fiaccare la nostra fiducia nella democrazia, a intorbidare i nostri media con le fake news e a intralciare il gioco elettorale."

"Basta che non ci tolgano le libertà a cui teniamo davvero. La libertà dalle tasse e dagli autovelox, per esempio. Libertà di farci la casetta abusiva a Ischia e di circolare in centro col diesel Euro-4. Libertà dalle auto elettriche, dalle pale eoliche, dai tappi di plastica che non si staccano e dagli altri diktat degli odiati eurocrati. Libertà di non vaccinarci, di non mandare a scuola i figli, di andare in pensione quando ci va, di mangiare carne di orso. Libertà di invadere il marciapiede coi tavolini del bar, di parcheggiare sulle strisce e nei posti dei disabili, di ancorare il motoscafo a un metro dalla spiaggia. Libertà di dare del negro e del frocio senza offesa per nessuno o di dire che i musulmani sono una razza inferiore e che gli spareremmo volentieri in bocca (Vittorio Feltri)."

come ho già detto, siamo solo dei bulli.



adnkronos.com/internazionale/e…

è quello che succede a guardare solo gli indicatori economici che interessano. ma come cittadina italiana ho motivo di rallegrarmi? no purtroppo. i redditi in calo da decenni, rispetto all'inflazione, una natalità bassa, assenti politiche reali di incentivo, sanità, scuola, ricerca, tutti settori allo sbando. in compenso si difendono diritti pretesi, come i tassisti, i balneari... chi ha interessi propri riesce a impedire aumenti di produttività e di efficienza, a danno di tutti. la guerra a uber su tutti è la rappresentazione più calzante di quello che è diventato l'italia. l'italia è il paese dei bulli e dei prepotenti.





perché essere corretti, umili, curiosi, rispettosi? per se stessi e per la persona che si ha piacere di essere. non certo perché qualcosa venga riconosciuto o dia qualche vantaggio. è anche necessario parlare ed esprimere le proprie idee. anche qua perché è così che una persona può essere. è possibile agire solo su se stessi e mai sugli altri. le persone spesso non ascoltano, ma anche se ascoltano, non capiscono. non imparano, non cambiano, e continueranno a dire e fare quello che viene loro naturale, anche se è dannoso, crudele, sadico, ma sopratutto spesso semplicemente inutile. poiché ognuno intende il dibattito come la difesa a priori di una specifica idea, e non una forma di comunicazione, pure quello è di fatto pura teoria. neppure la distinzione tra fatti e opinioni, e la ricerca di un terreno comune in caso di dibattito, è apprezzata e compresa.