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“Quante persone – quanti piccoli! – anche ai nostri giorni subiscono il trauma di questa morte spaventosa perché sfigurata dal peccato”.


“Oggi rinnoviamo la bella consuetudine, in occasione della Commemorazione di tutti i fedeli defunti, di celebrare l’Eucaristia in suffragio dei cardinali e dei vescovi che ci hanno lasciato durante l’anno appena trascorso, e con grande affetto la off…


“La carità vince la morte. Nella carità Dio ci radunerà insieme ai nostri cari”. A garantirlo è stato il Papa, nell’melia presieduta ieri pomeriggio all’’ingresso monumentale del Cimitero del Verano, per la commemorazione dei defunti.


“Oggi rinnoviamo la bella consuetudine, in occasione della Commemorazione di tutti i fedeli defunti, di celebrare l’Eucaristia in suffragio dei cardinali e dei vescovi che ci hanno lasciato durante l’anno appena trascorso, e con grande affetto la off…



I Bug Hunter resteranno senza lavoro? OpenAI presenta Aardvark, il nuovo “bug fixer”


OpenAI ha presentato Aardvark, un assistente autonomo basato sul modello GPT-5 , progettato per individuare e correggere automaticamente le vulnerabilità nel codice software. Questo strumento di intelligenza artificiale, definito “agente di ricerca sulla sicurezza”, è già in fase di beta testing w consentirà una rapida identificazione e risoluzione di potenziali problemi nei repository.

Secondo la descrizione, Aardvark monitora le modifiche al codice sorgente in tempo reale, analizza i commit e determina quali di essi potrebbero rappresentare una minaccia. Sulla base di questa analisi, il sistema crea un proprio modello di minaccia, allineato all’architettura e agli obiettivi del progetto.

Quindi analizza la cronologia delle modifiche e testa nuovi frammenti, tentando di riprodurre potenziali vulnerabilità in un ambiente isolato. Se un problema viene confermato, viene generata una patch utilizzando l’OpenAI Codex e quindi inviata per la revisione umana.

Aardvark si basa su GPT-5, introdotto nell’agosto 2025, un modello con logica migliorata e routing modulare che gli consente di selezionare dinamicamente la modalità operativa appropriata in base all’attività. Ciò consente all’agente non solo di identificare le vulnerabilità, ma anche di valutarne la gravità, assegnarne la priorità e suggerire soluzioni mirate.

Secondo OpenAI, i test interni sui propri repository e su quelli di diversi partner hanno già prodotto risultati: almeno dieci CVE sono state identificate in progetti open source. Ciò dimostra il potenziale dello strumento come guardiano costante durante lo sviluppo, prevenendo il rallentamento nel rilascio di nuove funzionalità.

Lo sviluppo di Aardvark procede parallelamente a iniziative simili di altre aziende. Ad esempio, Google ha recentemente annunciato CodeMender , un sistema di intelligenza artificiale in grado di individuare, riscrivere e correggere il codice vulnerabile al fine di prevenire ulteriori attacchi. Questa tecnologia sarà integrata in importanti progetti open source con la partecipazione dei loro responsabili.

Nel contesto della competizione tra soluzioni come Aardvark, CodeMender e XBOW , sta emergendo una nuova classe di strumenti per la revisione continua del codice, i test di exploitability e la generazione di patch. Il rilascio di Aardvark ha coinciso anche con il recente lancio dei modelli gpt-oss-safeguard, specificamente addestrati per attività di classificazione basate sulla sicurezza.

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da bullo turmp ha l'abilità di far sembrare quasi simpatici personaggi normalmente improponibili... odio la gente che si monta la testa.



Repurposing Dodgy Android TV Boxes As Linux Boxes



The fake H313 TV box SBC in all its glory. (Credit: Oleksii's Tech, YouTube)The fake H313 TV box SBC in all its glory. (Credit: Oleksii’s Tech, YouTube)
Marketplaces and e-waste recycling centers are practically overflowing with the things: ARM-based streaming TV boxes that run some — usually very outdated and compromised — version of Android. While you can use them for their promised streaming purposes, they’re invariably poorly optimized and often lie about their true hardware specifications. Which leaves the most important question: can you install Linux on these SBCs and use them as a poor man’s Raspberry Pi alternative? The answer, according to [Oleksii’s Tech] on YouTube is ‘sorta’.

The commonly seen X96Q clone Android TV box that [Oleksii] bought for $10 is a good example. The clone advertises itself as based on a quad-core Cortex-A53 AllWinner H313 SoC, like the genuine X96Q, but actually has a Rockchip RK3229 inside with correspondingly far lower performance. After you have determined what the actual hardware inside the box is, you can get a copy of Armbian for that particular SoC. Here, the Rk322x-box minimal image was used, with the box booting straight off an SD card. Some Android TV boxes require much more complicated methods to even boot off external media, so this was a lucky break.

Continuing the hardware scam, it was advertised as having 2 GB of RAM and 16 GB of Flash, but it actually has just 1 GB of RAM and 8 GB of eMMC Flash. This was enough to get Armbian desktop up and running, but that’s about all you can do on the desktop. Desktop application performance was atrocious, mostly due to the CPU’s quad Cortex-A7 cores struggling to keep up.

As also suggested in the comments, the best use for these low-spec SBCs is probably to run light server applications on them, including Pi-Hole, Samba, an IRC bouncer, and so on. They’re pretty low-power, often have the requisite Ethernet built in, and it keeps another bit of potential e-waste from getting scrapped.

youtube.com/embed/b1UIIlYLM4I?…


hackaday.com/2025/11/03/repurp…



Il furto al Louvre: come la governance delle password può compromettere la sicurezza


“Quando la chiave è ‘Louvre’ – Il furto che insegna come la governance delle password può far vacillare anche i più inviolabili baluardi”

Il 19 ottobre 2025 il Museo del Louvre fu teatro di un furto clamoroso: nella celebre Galerie d’Apollon, una banda entrò attraverso una finestra grazie a un cestello elevatore installato su un camion, rimase all’interno per pochi minuti e scappò con almeno otto gioielli di straordinario valore appartenenti ai gioielli della Corona francese.

In seguito all’evento emerse un dettaglio emblematico per tutti gli operatori di sicurezza: il server di videosorveglianza, secondo quanto riportato dalla stampa, aveva come password… il nome stesso del museo, “LOUVRE”.

Password e governance: la vulnerabilità dietro la porta aperta


Quando il museo che ospita la Gioconda, che conta milioni di visitatori all’anno e che viene considerato uno dei luoghi simbolo della cultura mondiale, risulta essere forzato in pochi minuti, è chiaro che la falla non è solo dal vetro rotto: è nei processi, nei ruoli, negli automatismi.

La scelta della password “Louvre” segnala una casualità o superficialità inaccettabile: è una stringa prevedibile, facilmente individuabile da chiunque aveva compiuto una ricognizione (OSINT) o da chi avesse accesso minimo ai dati interni. In pratica, l’amministratore di sistema – interno o esterno – ha lasciato la serratura digitale con la chiave più banale.

Il ruolo dell’amministratore di sistema e la governance IT


Gli amministratori di sistema rappresentano il nodo critico nella difesa informatica di ogni organizzazione:

  • definire politiche di password robuste (lunghezza, complessità, rotazione automatiche)
  • gestire i privilegi (chi può accedere ai sistemi di sorveglianza, reti, server)
  • garantire che i sistemi di controllo siano integrati (videosorveglianza fisica + logica, network, autenticazioni)
  • monitorare costantemente e reagire agli alert (un accesso anomalo, un server che risponde con credential di default)

Nel caso del Louvre, risulta evidente che anche se la videosorveglianza “funzionava”, come dichiarato, la governance era insufficiente: anche se una AUDIT risulta in corso, sembrerebbe che il sistema faccia uso di protocolli obsoleti, sistemi sotto-equipaggiati, rischi sottovalutati.

“Difesa perimetro + credenziali interne” = vero «doppio muro»


Spesso si parla solo di ‘difesa del perimetro’: muri, vetri blindati, allarmi. Ma come ha dimostrato il furto, i ladri hanno usato un soggetto esterno (la piattaforma elevatrice) e hanno proceduto come fossero tecnici: l’accesso fisico si è combinato con la debolezza logica (password banale).

Analogamente, in un’azienda moderna, l’infrastruttura IT è vittima se la password di backup, del server remoto, del firewall oppure del controller di dominio è banale – anche se il firewall è configurato in modo impeccabile. Una password debole azzera il valore di un perimetro forte.

Best-practice che ogni organizzazione dovrebbe adottare


Alla luce dell’episodio, ecco alcuni pilastri che tutti – musei, istituti finanziari, realtà industriali – dovrebbero integrare nella governance IT:

  1. Password manager e policy condivise: niente password “museonome” o di default, niente account condivisi con “admin/admin123”.
  2. Autenticazione a più fattori (MFA) anche per sistemi ‘meno visibili’ come sorveglianza, backup, manutenzione.
  3. Least privilege: ogni account fa solo ciò che serve, gli account di maintenance non restano attivi 24/7.
  4. Accesso e log auditing continuo: gli amministratori devono avere visibilità, alert in caso di login anomalo, processo di escalation.
  5. Revisione periodica delle credenziali e penetration test: verificare che anche le credenziali ‘minori’ (videosorveglianza, impianti, accesso tecnico) siano protette.
  6. Governance e responsabilità chiare: chi è responsabile della sicurezza del museo non può politicizzare la questione – serve un governance board, reporting, budget adeguato.


Conclusione


La vicenda del Louvre ci ricorda che la sicurezza non è solo vetri blindati o telecamere di ultima generazione, ma anche – e forse soprattutto – la correttezza delle credenziali, la gestione degli accessi e la cultura della responsabilità degli amministratori di sistema.

Il furto non è stato reso possibile solo da una finestra rotta, ma da una porta logica spalancata dalla banalità. Se “Louvre” può essere la password del Louvre, cosa potrebbe succedere in un’azienda con password “Company123”, “Admin2025” o “Password1”?

In un mondo dove ogni rete, ogni server, ogni device è un potenziale punto di intrusione, la governance delle password e la protezione degli account tecnici diventano la prima linea di difesa. Non lasciamo che la praticità soverchi la prudenza.

Un amministratore di sistema preparato sa che la password più bella è quella che nessuno indovinerà – e che nessuno dimenticherà di cambiare.

Luca Almici

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Xi Jinping propone un’organizzazione globale per l’intelligenza artificiale


Il presidente cinese Xi Jinping è stato al centro dell’attenzione durante la riunione dei leader dell’APEC di sabato e ha proposto la creazione di un’organizzazione globale per la gestione dell’intelligenza artificiale.

Pechino sta cercando di affermarsi come un polo alternativo per la cooperazione commerciale e tecnologica, nonostante le divergenze con gli Stati Uniti. Secondo Xi, un’organizzazione globale per la cooperazione sull’intelligenza artificiale potrebbe stabilire regole di governance e promuovere la cooperazione internazionale, trasformando l’intelligenza artificiale in un “bene pubblico” per il mondo intero.

L’agenzia di stampa ufficiale Xinhua lo ha citato affermando che l’intelligenza artificiale è fondamentale per lo sviluppo futuro e dovrebbe apportare benefici alle persone in tutti i paesi e le regioni. Funzionari cinesi hanno precedentemente suggerito che la sede centrale di tale organizzazione potrebbe essere stabilita a Shanghai.

Gli Stati Uniti si oppongono ai tentativi di delegare la regolamentazione dell’intelligenza artificiale alle organizzazioni internazionali. In questo contesto, Pechino ha presentato l’iniziativa all’inizio di quest’anno e questo discorso ha segnato il primo commento pubblico e dettagliato di Xi sui suoi obiettivi. Gli analisti si aspettavano che Xi promuovesse la visione cinese di cooperazione economica e commerciale multilaterale a margine dell’APEC.

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump non ha partecipato al vertice dei leader dell’APECa Gyeongju, in Corea del Sud, ed è volato a Washington subito dopo l’incontro bilaterale con Xi. I colloqui tra i due leader sono culminati in un accordo della durata di un anno per allentare parzialmente le restrizioni commerciali e tecnologiche, il che dovrebbe allentare le tensioni tra le maggiori economie mondiali.

La competizione tecnologica rimane in prima linea. I chip avanzati della californiana Nvidia sono diventati il fondamento dell’attuale boom dell’intelligenza artificiale, ma lo sviluppatore cinese DeepSeek sta promuovendo modelli più accessibili, che le autorità di Pechino stanno utilizzando come parte della loro spinta per la cosiddetta “sovranità algoritmica”. Xi ha anche invitato l’APEC a promuovere il “libero flusso” delle tecnologie verdi. Questo si riferisce alla catena di approvvigionamento, dalle batterie ai pannelli solari, dove i produttori cinesi hanno una posizione particolarmente forte.

I membri dell’APEC hanno approvato una dichiarazione congiunta e accordi sull’intelligenza artificiale e sulle sfide dell’invecchiamento della popolazione. La Cina ospiterà il vertice dell’APEC nel 2026 a Shenzhen. Xi ha ricordato che la città, con una popolazione di quasi 18 milioni di abitanti, era un villaggio di pescatori solo pochi decenni fa e si è sviluppata grazie al suo status di una delle prime zone economiche speciali. L’APEC rimane un forum consultivo per 21 economie, che rappresentano circa la metà del commercio globale.

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Il Venezuela si prepara agli attacchi militari americani


@Notizie dall'Italia e dal mondo
Gli articoli orientati che sta lanciando la stampa di estrema destra a Caracas circa la presunta attività dei “cartelli brasiliani” nelle zone amazzoniche, sollecitano e forse anticipano possibili operazioni di terra o sotto copertura organizzate dalla Cia
L'articolo Il Venezuela si




Zapatisti: resistenza alle aggressioni e cammino verso il comune


@Notizie dall'Italia e dal mondo
L'EZLN denuncia un'offensiva coordinata per privarli delle terre recuperate in Chiapas, che include sfollamenti forzati, incendi di abitazioni e aggressioni con il sostegno della polizia e dell'esercito. La disputa per un terreno di 47 ettari, concesso dal governo a privati, ha




Il futuro della società nell’era dell’Intelligenza Artificiale


Oggi molti si chiedono quale impatto avrà la diffusione dell’Intelligenza Artificiale sulla nostra società. Tra le preoccupazioni più diffuse spicca quella della perdita di milioni di posti di lavoro e di una conseguente crisi economica senza precedenti.

Per comprendere però a fondo ciò che sta accadendo vale la pena compiere una digressione storica. Millenni fa, l’umanità attraversò una trasformazione che avrebbe ridefinito per sempre il corso della civiltà: il passaggio da società di cacciatori-raccoglitori a comunità agricole. Non fu un semplice mutamento di stile di vita, ma una rivoluzione che liberò il bene più prezioso dell’esistenza umana: il tempo.

Oggi, mentre l’Intelligenza Artificiale irrompe nelle nostre vite, potremmo trovarci sull’orlo di una trasformazione di portata analoga: una rivoluzione cognitiva le cui conseguenze sono tanto difficili da prevedere quanto lo furono quelle della rivoluzione agricola per i nostri antenati del Neolitico.

Nel suo fondamentale “Armi, acciaio e malattie” Jared Diamond mostrò come la domesticazione di piante e animali abbia innescato una catena di eventi che ha plasmato la società moderna. La sua tesi, che la geografia e le risorse disponibili abbiano determinato lo sviluppo tecnologico di alcune civiltà, ci offre una lente preziosa anche per comprendere la rivoluzione dell’IA.

Un aspetto della rivoluzione agricola che merita particolare attenzione è il paradosso del tempo libero. Contrariamente all’immaginario comune, i primi agricoltori non lavoravano meno dei cacciatori-raccoglitori; spesso, anzi, lavoravano di più. La vera innovazione non fu la quantità di tempo libero, ma la sua qualità e la sua distribuzione. Per la prima volta nella storia, non tutti dovevano dedicarsi ogni giorno alla sopravvivenza immediata.

Da quella nuova organizzazione del tempo nacque la specializzazione: alcuni costruivano, altri progettavano, altri ancora cominciavano semplicemente a pensare. Nacquero scribi, artigiani, filosofi, amministratori. Nacque, in sostanza, la civiltà.

L’intelligenza artificiale sta producendo un effetto strutturalmente simile. Come l’aratro liberò l’uomo dalla ricerca quotidiana del cibo, così l’IA sta liberando porzioni crescenti del nostro tempo cognitivo da compiti ripetitivi e analitici che fino a ieri assorbivano ore di lavoro umano.

Un avvocato che impiegava giorni per analizzare contratti può oggi ottenere in pochi minuti un’analisi preliminare; un programmatore dialoga con un assistente che genera codice, consentendogli una produttività decine di volte superiore; un medico dispone di strumenti capaci di individuare anomalie con precisione che supera i limiti umabi.

Ed è qui che si annida il primo, cruciale malinteso: la rivoluzione dell’IA non riguarda il “lavorare meno”, ma il “lavorare diversamente”. Riguarda l’apertura di nuovi spazi per la creatività, l’intuizione e il pensiero astratto.

La rivoluzione agricola non generò una società di oziosi, ma una civiltà capace di immaginare. I Sumeri non usarono il tempo liberato per riposare, ma per inventare la scrittura; i Greci lo usarono per elaborare la filosofia, la matematica, la democrazia. Il tempo sottratto alla sopravvivenza divenne tempo per la cultura, per la scienza, per la bellezza.

L’IA può portare a una liberazione analoga, ma su scala globale e a velocità esponenziale. Quando un ricercatore non deve più passare mesi a catalogare dati, ma può concentrarsi sull’interpretazione, quando un’artista può esprimere una visione senza dover padroneggiare tecniche complesse, quando un cittadino può comprendere temi politici grazie a strumenti che sintetizzano e spiegano, allora si aprono spazi cognitivi del tutto nuovi.

Naturalmente, la transizione non sarà indolore. Come ricordava Diamond, la rivoluzione agricola portò con sé disuguaglianze, epidemie e guerre. Creò gerarchie, sfruttamento e conflitti. Sarebbe ingenuo pensare che l’IA non possa produrre a sua volta dislocazioni, ingiustizie, nuove concentrazioni di potere.

I timori sulla disoccupazione tecnologica, sulla sorveglianza algoritmica o sulla concentrazione di ricchezza in poche mani sono fondati. Ma fermarsi a questi timori significherebbe commettere lo stesso errore di un cacciatore-raccoglitore che, osservando i primi campi coltivati, avesse visto solo fatica e malattie, senza intuire la nascita della civiltà.

I veri benefici della rivoluzione agricola erano imprevedibili per chi la viveva. Nessun contadino sumero poteva immaginare che i suoi campi di grano avrebbero portato, millenni dopo, alla teoria della relatività o all’esplorazione spaziale. Allo stesso modo, è impossibile prevedere oggi dove ci condurrà l’IA: quali forme di pensiero, discipline o strutture sociali emergeranno quando miliardi di persone potranno disporre di strumenti cognitivi potentissimi.

Tuttavia, alcuni segnali già si intravedono: studenti che, liberati dalla memorizzazione meccanica, sviluppano un pensiero critico più profondo. Ricercatori che accelerano scoperte scientifiche esplorando spazi prima inaccessibili. Artisti che fondono tradizione e tecnologia in linguaggi espressivi radicalmente nuovi.

Ancora più interessante è ciò che potrebbe accade sul piano politico: cittadini che, grazie all’IA, comprendono dati complessi e partecipano a dibattiti un tempo riservati agli esperti. Comunità che utilizzano l’intelligenza artificiale per coordinarsi, deliberare, immaginare futuri alternativi. Tutto questo è possibile, e può prendere direzioni positive o negative.

Come l’agricoltura rese possibile la politica organizzata, l’IA potrebbe rendere possibili nuove forme di partecipazione democratica e di coordinamento sociale.

Il Rinascimento europeo nacque anche dall’accumulo di tempo libero e ricchezza in alcune città-stato italiane, ma soprattutto dalla circolazione delle idee e dalla concentrazione dei talenti. L’IA offre oggi la possibilità di un “Rinascimento distribuito”: non più limitato a un’élite, ma potenzialmente accessibile a chiunque disponga di una connessione.

Immaginiamo una società in cui un pensatore in Nigeria abbia gli stessi strumenti di un professore di Harvard, in cui una studentessa in India collabori in tempo reale con ricercatori di tutto il mondo, in cui le barriere linguistiche si dissolvano e gli esseri umani possano dedicarsi sempre più a ciò che sanno fare meglio: creare, immaginare, empatizzare, dare senso.

Riconoscere il potenziale positivo dell’IA non significa cedere a un ingenuo ottimismo. La rivoluzione agricola impiegò millenni per dispiegare i suoi frutti, e lungo il cammino produsse sofferenze immense. Dobbiamo imparare da quella storia: assicurare che i benefici dell’IA siano distribuiti equamente, proteggere chi verrà penalizzato, prevenire abusi, e mantenere al centro l’umano.

Ma sarebbe altrettanto miope, addirittura pericoloso, assumere una postura puramente difensiva. Le grandi transizioni tecnologiche sono inarrestabili. La domanda cruciale non è se l’IA trasformerà la società, ma come vogliamo che lo faccia.

Guardando oggi alla rivoluzione agricola, vediamo che, nonostante i suoi costi, ha reso possibile tutto ciò che chiamiamo civiltà: la musica di Mozart, la medicina moderna, i diritti umani, l’esplorazione spaziale. Nulla di tutto questo sarebbe esistito in una società di cacciatori-raccoglitori.

L’intelligenza artificiale potrebbe rappresentare una svolta di pari grandezza. Non possiamo prevedere dove ci condurrà, ma possiamo riconoscere i segni di un cambiamento epocale: il tempo cognitivo che si libera, le nuove forme di pensiero che nascono, le possibilità di collaborazione e creazione su scala globale. Tutto lascia pensare che ci troviamo all’alba di qualcosa di straordinario.

Forse, tra cento o mille anni, i nostri discendenti guarderanno a questo momento come noi guardiamo alla rivoluzione agricola: come a un passaggio difficile ma necessario, che rese possibili nuove forme di esistenza e di progresso umano. E se questo è vero, il nostro compito non è resistere al cambiamento, ma guidarlo con saggezza, coraggio e una visione chiara dell’umanità che vogliamo diventare.

Il tempo liberato dalle macchine, se sapremo raccogliere la sfida, potrà diventare il tempo in cui impariamo a essere più pienamente umani.

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Riflessione sul degrado umano e la deriva culturale

Stiamo attraversando un periodo storico in cui la coesione sociale sembra dissolversi: cresce l’individualismo, la fiducia reciproca si erode e riemerge una mentalità di chiusura, sospetto e semplificazione autoritaria. È la stessa dinamica che alimenta l’avanzata delle destre estreme in molti paesi.

Le cause non sono uniche: sono intrecciate tra ambiente, tecnologia, economia, cultura e psicologia collettiva.

Inquinamento invisibile: microplastiche e sostanze tossiche

Le microplastiche e le cosiddette “sostanze eterne” (PFAS, bisfenolo A, ftalati) sono ormai presenti in quasi tutti gli ecosistemi, nel suolo, nei fiumi, perfino nei nostri organi.

Studi recenti hanno trovato microplastiche nello stomaco umano, con una media di 9,4 particelle per individuo in analisi post-mortem.

La ricerca segnala effetti avversi su apparato digerente, respiratorio e riproduttivo, con alterazioni del microbioma intestinale e infiammazione cronica.

Queste sostanze interferiscono con ormoni e metabolismo, e potrebbero influenzare anche l’umore e la stabilità emotiva, come suggeriscono studi sugli interferenti endocrini.

Quando il corpo è indebolito da sostanze che alterano equilibrio e benessere, anche la mente collettiva si fa più fragile. Si diventa meno resistenti allo stress, più irritabili, più inclini al pessimismo o alla rabbia: un terreno fertile per la manipolazione politica e le derive estremiste.

Migrazione, identità e percezione del rischio

Le migrazioni — interne o internazionali — modificano il volto delle comunità e spesso suscitano sentimenti contrastanti.

Le ricerche mostrano che la paura dell’immigrazione è spesso scollegata dai dati reali sulla criminalità. In Cile, per esempio, un ampio studio ha rilevato che l’arrivo di immigrati ha aumentato la percezione di insicurezza, ma non i tassi reali di reato.

Altri studi confermano che non esiste un legame strutturale tra immigrazione e aumento della criminalità. Tuttavia, in contesti di esclusione o degrado urbano, la disorganizzazione sociale può favorire fenomeni devianti.

Il tema più complesso riguarda la perdita di identità culturale. Quando le comunità si sentono trascurate o travolte da cambiamenti rapidi, nasce la nostalgia di un passato “più sicuro” e la ricerca di appartenenza esclusiva.

Questo sentimento, più psicologico che razionale, è una delle leve che spinge molti verso le ideologie di chiusura e nazionalismo radicale.

L’attenzione spezzata: genitori, cellulari e bambini

La trasformazione digitale sta cambiando in profondità anche la vita familiare. L’uso eccessivo del cellulare da parte degli adulti — e dei più piccoli — ha effetti che iniziamo solo ora a comprendere pienamente.

Una ricerca del 2023 ha mostrato che i genitori distratti dal telefono riducono la vigilanza e l’interazione affettiva con i figli, con conseguenze sullo sviluppo emotivo.

Una meta-analisi su 51 studi ha trovato una correlazione significativa tra uso eccessivo dello smartphone e sentimenti di trascuratezza o disagio nei bambini.

L’esposizione prolungata agli schermi è legata a disturbi del sonno, ansia, calo dell’empatia e difficoltà scolastiche.

Non si tratta solo di salute mentale: una generazione che cresce senza un contatto empatico costante rischia di diventare più isolata, più fragile, meno capace di fidarsi. È un terreno in cui le semplificazioni e le ideologie estreme attecchiscono più facilmente.

La convergenza delle cause

Tutti questi fattori – ambientali, culturali, psicologici e tecnologici – si sommano.

Un corpo inquinato, una mente sovraccarica, una cultura frammentata e una socialità indebolita producono una società più ansiosa e polarizzata.

Le piattaforme digitali, con algoritmi che premiano emozioni forti, amplificano questa instabilità. E quando la paura diventa la lente con cui si guarda il mondo, la promessa dell’“uomo forte” o della “nazione pura” diventa seducente.

Possibili rimedi (se la volontà politica lo permetterà)

Ambiente e salute: riduzione dell’uso di plastiche monouso, monitoraggio delle microplastiche negli alimenti, bonifica delle aree contaminate, limiti severi ai PFAS e agli interferenti endocrini.

Migrazione e coesione: integrazione reale (lingua, lavoro, partecipazione civica), contrasto alla segregazione urbana, valorizzazione delle culture locali come parte di un mosaico comune.

Famiglia e educazione digitale: sensibilizzazione sull’uso equilibrato dei dispositivi, formazione dei genitori, tempo di qualità condiviso, spazi comunitari per il gioco e l’incontro.

Tecnologia e informazione: trasparenza degli algoritmi, promozione di contenuti che stimolino dialogo e fiducia, educazione al pensiero critico.

Politica e fiducia: lotta alla corruzione, finanziamenti trasparenti, consultazione dei cittadini nelle decisioni pubbliche.

Conclusione

La crisi dell’umanità non è un destino, ma il risultato di pressioni multiple che logorano il corpo, la mente e la comunità.

Ritrovare equilibrio significa tornare a prendersi cura del mondo fisico e di quello umano con la stessa attenzione: respirare aria pulita, ma anche ascoltare il prossimo; ridurre la plastica, ma anche la distanza emotiva.

Non esiste rigenerazione ecologica senza rigenerazione morale e sociale.




youtube.com/watch?v=j2Gmlj68FG…


Una buona serata, mi sono iscritto da poco e sto ancora cercando di capire come orientarmi, trovo difficoltà soprattutto nel trovare contenuti di mio interesse, per ora ho trovato attualità, politica, tecnologia, mi mancano contenuti divertenti, satira, contenuti leggeri o di How to... nell'ambiente linux. Avete qualche consiglio per me?
in reply to Daniele Scasciafratte 🇮🇹

@mte90@mastodon.uno

Sì, il #fediverse è un luogo di incontro, non di intrattenimento.

E d'altro canto, se lo usi come un "servizio" che ti viene offerto, se ti riduci a "user" o al massimo a "prosumer", invece di partecipare ad un enorme dialogo pubblico in cui una serie di comunità si confrontano, troverai "pro e contro" che ti faranno propendere per prodotti commerciali, progettati per garantirti la tua dopamina quotidiana.

Se però rifiuti di ridurti e ridurre la complessità umana a piatti stereotipi, se rifiuti di assumere i contenuti predigeriti e rigurgitati per te da chi ti controlla, troverai che il disordine caotico del fediverse è semplicemente quello del mondo reale, seppur la popolazione qui sia statisticamente diversa.

In quest'ottica #Mastodon è una palla al piede, che letteralmente spreca talmente tante risorse da favorire la creazione di istanze molto grandi in barba alla decentralizzazione.

Il #fediverso però è molto più di Mastodon: encrypted.tesio.it/2024/12/18/…

@elettrona@poliversity.it @informapirata@mastodon.uno @redflegias@mastodon.uno @graffio@mastodon.bida.im @acor3@mastodon.uno @ner0773@poliverso.org @morrolinux@mastodon.uno @dajelinux@mastodon.uno @lealternative@mastodon.uno @eventilinux@poliverso.org @BoostMediaAPS@mastodon.uno @ufficiozero@mastodon.uno

informapirata ⁂ reshared this.

in reply to Giacomo Tesio

ma chi ve lo fa 'ffa! 🤣


nessuno @giacomo ma non voglio che qualcuno pensi che non ci ho provato





La mania di protagonismo: il palcoscenico permanente dell’oggi
freezonemagazine.com/articoli/…
In una una domenica bigia d’autunno mi assale una triste riflessione sul comportamento umano nell’epoca dell’esposizione mediatica. C’è un filo rosso che unisce i social network, i talk show televisivi e persino i gesti quotidiani: la mania di protagonismo. Viviamo in un’epoca in cui non basta esserci, occorre mostrarsi, gridare la



Convocazione del Consiglio di Istituto per mercoledì 5 novembre dalle ore 16:00

Come riportato nella [url=https://web.spaggiari.eu/sdg/app/default/view_documento.php?a=akVIEW_FROM_ID&id_documento=203071392&sede_codice=RMLG0005[/url] reperibile sulla sezione "Albo online" del sito web dell'Istituto, è stato convocato un Consiglio di Istituto per mercoledì 5 ottobre dalle ore 16:00 .

Chiunque desiderasse assistere come uditore alla seduta, potrà inviare una richiesta all'indirizzo email della scuola avente come oggetto:

Richiesta di partecipazione in qualità di uditore al Consiglio di Istituto del 5 novembre

Qui un canovaccio del testo:

Alla cortese attenzione della dirigenza dell'Istituto
Con preghiera di diffusione alla presidenza del Consiglio di Istituto,

Buongiorno,
come genitore dell'alunn__ _______________ ___________, desidero assistere in qualità di uditore al consiglio di istituto che si terrà il giorno 5 novembre.

A tal fine chiedo la possibilità di disporre dei parametri di accesso che mi consentano di accedere alla sessione di videoconferenza in modalità ascoltatore.

Cordiali saluti,
NOME COGNOME

La scuola potrà quindi inviare il link di accesso come spettatore della videoconferenza, cui potrebbe essere necessario accedere con l'account google del proprio figlio.

Questo è l'ordine del giorno provvisorio del Consiglio di Istituto:

  1. Approvazione verbale seduta precedente
  2. Approvazione progetti 2025-25
  3. Piano viaggi d’istruzione e mete a.s. 2025-26 nelle more del regolamento dei Viaggi
  4. Organigramma Liceo classico Augusto a.s. 2025-26 variazioni e integrazioni
  5. Atto di indirizzo DS a.s. 2025-26
  6. Criteri di precedenza in caso di esuberi iscrizioni a.s. 2026-27
  7. Adesione Consorzio con IIS Luzzatti Palestrina Per Progettualita’ Candidatura Erasmus+ Ka 120 Per Accreditamento Triennale Fino Al 2027
  8. Adesione progetti ERASMUS
  9. Adesione Progetto PER CHI CREA - Bando 2 - Formazione e Promozione culturale nelle scuole (progetti volti al rafforzamento della formazione e della promozione culturale nelle scuole italiane statali e paritarie, eventualmente in collaborazione con altri soggetti specializzati e con le scuole di musica, d’arte, di danza, di scrittura. Un'attenzione particolare verrà riservata alle scuole situate nelle "periferie urbane". La proposta progettuale potrà riguardare la realizzazione o il rafforzamento di un percorso formativo- creativo in uno dei seguenti settori artistici: Arti visive, performative e multimediali - Cinema - Danza - Libro e lettura - Musica - Teatro.
  10. Adesione Rete Arete
  11. Adesione Rete Proxenia
  12. Adesione Rete Eudaimon
  13. Adesione Progetto Piano delle Arti
  14. Elenco conferme e nuove adesioni Accordi di rete
  15. Iniziative studenti a favore della pace
  16. Varie ed eventuali


Il Re burlone


@Giornalismo e disordine informativo
articolo21.org/2025/11/il-re-b…
La vittoria di Milei alle elezioni argentine conferma un trend favorevole alla destra nel mondo libero. Il popolo argentino resta affascinato dall’uomo con la sega a motore. Non è un caso isolato tra i politici di destra, in quanto l’elettorato non vuole più seguire ragionamenti complessi e preferisce chi promette soluzioni

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Quindi per salvare i cristiani si può bombardare un paese sovrano, mentre se la Russia entra in un paese per salvare i russofoni, sono criminali? Gli Usa invece sono immuni da tutto?


Trump: 'Nigeria fermi uccisioni di cristiani o attaccheremo' • Imola Oggi
imolaoggi.it/2025/11/02/trump-…




Meno male che è un premio Nobel per la pace, altrimenti chissà cosa chiedeva. È ormai palese che alcuni Nobel sono manipolati, usati dai regimi per i propri scopi .


Venezuela
La vincitrice del premio Nobel (per la pace) María Corina Machado chiede agli Stati Uniti di bombardare il Venezuela, dicendo che l'azione militare è l'unico modo per rimuovere Nicolás Maduro dal potere.

Samu-News



I nuovi imperativi geopolitici nell’era del cyberspazio. L’analisi di Preziosa

@Notizie dall'Italia e dal mondo

Il cyberspazio ha assunto piena rilevanza geopolitica, costituendo una nuova dimensione del potere e ridefinendo le categorie tradizionali di sovranità, sicurezza e conflitto. Non è un ambiente immateriale, ma un’infrastruttura strategica globale che




The mummified remains of two duck-billed dinosaurs exposing skin, spikes, flesh, the first reptilian hooves ever discovered.


There’s a Dinosaur ‘Mummy Zone.’ Here’s What Scientists Found There.


Welcome back to a special scary installment of the Abstract! Is Halloween over? Technically yes. But as lovers of spooky season will know, the fallout from Halloween—when dawn reveals the remains of the festivities—is an extension of the day itself. That is why I have assembled a parade of horrors for you this morning.

First, ancient mummies from a watery grave. Then: : let’s get tangled up in one of the great mysteries of spider webs; watch out for the venomous snakes; and lastly, scientists literally ask where the bodies are buried.

For more of my work, check out my book First Contact: The Story of Our Obsession with Aliens, or subscribe to my personal newsletter the BeX Files.

And now, Halloween is over but the darkness lingers on…

Prepare to enter the “mummy zone”


Sereno, Paul et al. “Duck-billed dinosaur fleshy midline and hooves reveal terrestrial clay-template ‘mummification.’ Science.

If you think human mummies are scary, wait until you meet dinosaur mummies.

Paleontologists have discovered the mummified remains of two duck-billed dinosaurs that belong to the species Edmontosaurus (go Oilers!) annectens, which lived 66 million years ago in what is now Wyoming.

The immaculate preservation of the animals—a 2-year-old juvenile and young adult that was roughly 5 to 8 years old—exposed unprecedented corporeal details, such as intricate polygonal scales, spinal spikes, fleshy contours, skin wrinkles, and the first hooves ever identified in a dinosaur (or any reptile), making them the oldest hooves in the fossil record.
The scaly skin of a crest over the back of the juvenile duck-billed dinosaur Edmontosaurus annectens, nicknamed "Ed Jr." Image: Tyler Keillor/Fossil Lab

“The late juvenile is the first subadult dinosaur mummy on record and the first large-bodied dinosaur preserving the fleshy midline over the trunk,” said researchers led by Paul Sereno of the University of Chicago. “The early adult is the first hadrosaurid to preserve the entire spike row from hips to tail tip and the first reptile preserving wedge-shaped pedal hooves.”

These “end-Cretaceous E. annectens preserve the oldest hoof renderings for any tetrapod, the first record of hooves in a reptile” and “the first instance of a hooved tetrapod capable of bipedal locomotion,” the team added.
Dinosaur hoof. Image: Tyler Keillor/UChicago Fossil Lab

For more than a century, paleontologists have discovered dinosaur mummies in what the team delightfully calls the “mummy zone” of the Lance Formation of east-central Wyoming. In addition to adding new specimens to this collection, Sereno and his colleagues have also shed light on the rare process of “clay templating” that produces this preservation of mummified flesh, skin, and other soft tissues.

As the carcasses of these Edmontosaurs dried in the Cretaceous sun, they were suddenly immersed under a flash flood that left a thin biofilm over their skin, preserving the three-dimensional soft tissues in time. The team concluded that “the extraordinary preservation of the ‘mummy zone’ is due to rapid subsidence in a coastal setting subject to seasonal drought-flood cycles.”
youtube.com/embed/i2OYcptFl9c?…
While it’s sad that these dinos died young, it’s a miracle that we can observe their flesh, skin, and hooves 66 million years later. Anyway, it’s not as if they had much to look forward to, since the die was already cast for the non-avian dinosaurs. In this case, the die is an apocalyptic space rock to which we humans owe our existence—and the reality of these cosmic gambles of fate is frankly scarier than any mummy, even a dinosaur mummy, ever could be.

In other news…

Deck the halls with stabilimenta


Greco, Gabriele et al. “The effect of different structural decoration geometries on vibration propagation in spider orb webs.” PLOS One.

Halloween revelers will be taking down their decorative spider-web today, but real spiders keep their web decor up all year long. Researchers have long struggled to make sense of the silky zigzag ornaments that some spiders weave, known as “stabilimenta,” which could serve as insect attractors, predator defense, thermal protection, or water collection. Nobody is really sure!
An example of stabilimentum in Argiope bruennichi web. Image: Pierluigi Rizzo (member of Aracnofilia - Italian Society of Arachnology), CC-BY 4.0 (creativecommons.org/licenses/b…)

Now, a team has suggested that stabilimenta might be vibrational amplifiers that help alert spiders to prey impacting the web. “No studies have yet investigated how web decorations affect vibration propagation in orb webs,” said researchers led by Gabriele Greco of the Swedish University of Agricultural Sciences. By studying wasp spiders in Sardinia, the team found that in certain cases, ”the presence of the stabilimentum enhances the spider’s ability to detect prey location…compared to webs without a stabilimentum.”

“However, from a biological standpoint, the high variability in stabilimentum geometry suggests that the observed differences in elastic wave propagation are unlikely to have a consistent or significant functional role,” the team added.

In other words, these web decorations still defy a one-size-fits-all explanation. My own hypothesis is that they are just the dorm room posters of the spider world.

A new antivenom bites back


Ahmadi, Shirin et al. “Nanobody-based recombinant antivenom for cobra, mamba and rinkhals bites.” Nature.

Though I am a militant ophiophilist, even I can see how a clade of dangerous limbless weirdos ended up becoming so widely feared and maligned. Snakes kill tens of thousands of people per year, an ongoing tragedy that has galvanized researchers to develop antivenom “cocktails” that could treat snakebit emergencies across many species while also mitigating adverse immunological reactions.

A new study has now addressed this challenge “by immunizing an alpaca and a llama with the venoms of 18 different snakes, including mambas, cobras and rinkhals,” said researchers led by Shirin Ahmadi of the Technical University of Denmark.

The cocktail “effectively prevented venom-induced lethality in vivo across 17 African elapid snake species” and “shows considerable promise for comprehensive, continent-wide protection against snakebites by all medically relevant African elapids,” the team added.

While it will take much more research to prove it is safe and effective in humans, the antivenom is a significant step toward preventing snakebite deaths and injuries. It's also about the only cocktail that you hope you’ll never have the desire to order.

The more (dead), the merrier


Ma, Quanbao et al. “The spatiotemporal distribution characteristics and influencing factors of ancient tombs in China: A study on the conservation of ancient tombs in China.” PLOS One.

We’ll close on that most hallowed of Halloween traditions—a trip to the haunted cemetery.

In an unprecedented study, researchers mapped out tens of thousands of ancient Chinese tombs spanning the past 4,000 years since the Xia Dynasty. The team used mapping software to analyze the age and location of the tombs to search for clues about the social and political impacts on burial locations.
The shift trajectory of burials across different historical periods. Image: Ma et al., 2025, PLOS One, CC-BY 4.0 (creativecommons.org/licenses/b…)

“The number of ancient tombs varied significantly across historical periods” with the Qing dynasty (1644 - 1912) accounting for 47.012 percent of the national total, while the Sui dynasty (581 - 618) had only 0.134 percent, according to researchers led by Quanbao Ma of the Beijing University of Civil Engineering and Architecture.

“From a temporal perspective, periods of frequent dynastic transitions and wars in Chinese history were often accompanied by significant population declines and migrations,” the team added. “However, during post-war recovery and periods of societal stability, population numbers typically rebounded and grew rapidly, which was also reflected in the increasing number of deceased individuals requiring burial.”

In other words, contrary to Halloween lore, it can be a good sign to find a lot of dead bodies in one place because it’s often an indicator of more peaceful and stable times (dead bodies, after all, are the product of living ones). What might be more creepy is an absence of graves in your general vicinity. With that in mind, go visit your local ghosts; they are great company this time of year.

Thanks for reading! See you next week.




Dolcetto o scherzetto?


Dolcetto o scherzetto?” Un tempo era solo una domanda innocente, il preludio a una caramella o a uno scherzo. Oggi è diventata la formula che riassume perfettamente la società in cui viviamo. Viviamo in un gigantesco Halloween permanente, dove tutti bussano alle porte degli altri — social, commerciali o politiche — chiedendo il proprio piccolo premio zuccherato, fingendo di non sapere che lo scherzetto è già incluso nel pacchetto. ildivulgatoreculturale.blog/20


Un ponte sul mare dei conti.


noblogo.org/transit/un-ponte-s…


Un ponte sul mare dei conti.


(174)

(PST)

Il dibattito sul ponte sullo stretto di Messina di questi giorni va oltre la politica. I rilievi della Corte dei conti non sono un atto di ostruzionismo, ma l’esercizio di una funzione di garanzia che tutela la legalità, la trasparenza e la corretta gestione delle risorse pubbliche. In un sistema democratico equilibrato, il controllo non è un freno, ma uno strumento di responsabilità.

Il progetto del ponte muove circa 14 miliardi di euro, coinvolge interessi strategici e incide sull’ambiente, sull’economia e sulla coesione territoriale. È naturale, e necessario, che la Corte chieda chiarezza su piani finanziari, sostenibilità economica e conformità giuridica degli atti, per assicurare che ogni fase rispetti le norme sui contratti pubblici e sulla spesa dello Stato.

Nel caso del governo Meloni, la spinta verso una realizzazione rapida dell’opera è ovvia: il ponte è diventato un simbolo politico, un progetto identitario che promette infrastrutture e sviluppo. Tuttavia, l’urgenza non può sostituire la trasparenza né giustificare forzature amministrative. Il ruolo della Corte è proprio quello di ricordare che una grande opera vive solo se fondata su basi legali solide e su una gestione finanziaria sostenibile.

(PST2)

Parlare di “attacco” o “ostacolo” da parte della Corte significa travisare la sua missione costituzionale. La funzione di controllo serve a rafforzare la credibilità dell’azione di governo, non a limitarla. In un periodo in cui il debito pubblico pesa e i margini di spesa sono stretti, è fondamentale che ogni euro investito sia tracciabile e coerente con i vincoli di legge.

La correttezza dei rilievi contabili sta nel richiamare l’attenzione su elementi tecnici che non possono essere ignorati: la revisione dei contratti con i concessionari, la copertura finanziaria pluriennale, la valutazione dei rischi ambientali e la trasparenza delle gare. Sono queste le condizioni per evitare arbitrio, sprechi o contenziosi futuri che rallenterebbero ulteriormente i lavori. La vera modernizzazione non è solo costruire infrastrutture, ma farlo rispettando le regole e garantendo che la spesa pubblica sia un investimento per tutti, non un rischio collettivo.

Ora serve che il governo Meloni abbandoni la retorica distrattiva. Se davvero la priorità è costruire il futuro dell’Italia, si dimostri di saperlo fare passando dal rispetto delle leggi e dall’ascolto delle istituzioni di controllo. Solo così questa opera potrà essere il simbolo di un paese credibile, non di una stagione di scorciatoie, e non divenire l’ennesimo fallimento di un esecutivo che, per ora, non ha portato a casa quasi nulla.

#Blog #PonteSulloStretto #GovernoMeloni #Opinioni #Italia #Politica

Mastodon: @alda7069@mastodon.unoTelegram: t.me/transitblogFriendica: @danmatt@poliverso.orgBio Site (tutto in un posto solo, diamine): bio.site/danielemattioli

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Tutte le opinioni qui riportate sono da considerarsi personali. Per eventuali problemi riscontrati con i testi, si prega di scrivere a: corubomatt@gmail.com





E bravo Crosetto...


«Quelle persone vanno prese a calci e mandate via» - Il Post
https://www.ilpost.it/2025/11/01/crosetto-cori-fascisti-parma-fratelli-ditalia/?utm_source=flipboard&utm_medium=activitypub

Pubblicato su News @news-ilPost




Anduril accelera sul suo loyal wingman. Effettuati i primi test di volo del “Fury”

@Notizie dall'Italia e dal mondo

Il loyal wingman di Anduril prende ufficialmente il volo. Venerdì scorso, secondo quanto affermato dalla stessa Us Air Force, il prototipo dell’Yfq-44A “Fury” realizzato dalla start-up americana avrebbe iniziato ufficialmente i test di volo in una località



Presentazione del volume di Antonella Attanasio “Don Diego alla corte roveresca di Casteldurante: l’Historia naturale dell’elefante” 12 novembre 2025, ore 17.00


Conoscete la storia dell’elefante Don Diego?

Venite a scoprirla il 12 novembre alla Biblioteca Universitaria Alessandrina!
Verrà presentato il volume “Don Diego alla corte roveresca di Casteldurante: l’Historia naturale dell’elefante” di Antonella Attanasio.

Primo dei “Quaderni” della collana “Immaginare i Saperi” per De Luca Editori d’Arte

Interventi di:
Daniela Fugaro, direttrice della Biblioteca Universitaria Alessandrina

Massimo Moretti, Sapienza Università di Roma

Lucia Tomasi Tongiorgi, Accademia Nazionale dei Lincei

Antonella Sbrilli, Sapienza Università di Roma

Ore 17.00 Sala Bio Bibliografica
Biblioteca Universitaria Alessandrina
Palazzo del Rettorato della Sapienza
Piazzale Aldo Moro, 5
🐘
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#immaginareisaperi#bibliotecauniversitariaalessandrina#sapienzauniversitàdiroma

@delucaeditori@massimo_.moretti@antonellattanasio@diconodioggi@storiadellarterivista@bibliotecaalessandrina


alessandrina.cultura.gov.it/pr…






Public records are for the public


Dear Friend of Press Freedom,

It’s been 220 days since Rümeysa Öztürk was arrested for co-writing an op-ed the government didn’t like. Read on for news from California, Washington D.C. and Maryland as the government shutdown drags on.

Public records are for the public


When Wired made public records-based stories free, subscriptions went up.

When 404 Media published reporting that relied on the Freedom of Information Act without a paywall, new sources came forward.

Freedom of the Press Foundation (FPF) spoke to Wired Global Editorial Director and FPF board member Katie Drummond, and 404 Media co-founder Joseph Cox about why giving the public access to public records reporting is good for journalism — and for business. Read more here.

Shutting down the government doesn’t shut down the First Amendment


It’s absurd and unconstitutional to exclude reporters from immigration hearings unless they get government permission to attend, especially when it’s impossible to obtain permission due to the government shutdown, and particularly when the current government despises First Amendment freedoms and will use any opportunity to evade transparency.

And yet that’s exactly what an immigration court in Maryland did this week. We wrote a detailed letter to the top judge at the courthouse explaining why they need to reverse course, both to comply with the law and for the sake of democracy. The next day, Capital News Service reported that the court had backed down and lifted the ban. Read the letter here.

No secret police in LA


Award-winning journalist Cerise Castle sued Los Angeles County in July and obtained a court order for the department to release the sheriff’s deputy ID photographs.

But now the county is appealing. Its objection to allowing the public to identify law enforcement officers is especially striking when Angelenos and others across the country are outraged by unidentified, masked federal immigration officers abducting their neighbors. It also comes on the heels of the city of Los Angeles embarrassing itself with its failed effort to sue a journalist for publishing officer photographs.

We connected with Castle’s lawyer, Susan Seager, to try to figure out what the department is thinking. Read more here.

Top three questions about the White House ballroom


FPF’s Daniel Ellsberg Chair on Government Secrecy Lauren Harper has lots of questions about the demolition of a section of the White House to construct a ballroom.

She wrote about three of them for our government secrecy site, The Classifieds: (1) Is there a budget? (2) Who are the donors, and what do they get in return? and (3) Where should we look for answers about what’s going on at the East Wing? Read more here.

What we’re reading


U.S. assessment of Israeli shooting of journalist divided American officials (The New York Times). A retired U.S. colonel has gone public with his concern that the Biden administration’s findings about the 2022 killing of Palestinian-American journalist Shireen Abu Akleh by the Israeli military were “soft-pedaled to appease Israel.” There has been “a miscarriage of justice,” he says.

ICE detains British journalist after criticism of Israel on US tour (The Guardian). The detention of Sami Hamdi by U.S. Immigration and Customs Enforcement solely for his views while on a speaking tour in the U.S. is a blatant assault on free speech. These are the tactics of the thought police.

Trump and Leavitt watch with glee as the press is crumbling (Salon). “As the press becomes more subservient and less independent, the firsthand knowledge needed to even stage a fight to get our mojo back is a whisper in the ether,” writes Brian Karem. That’s why veteran journalists who know how abnormal this all is need to be extra vocal these days.

Atlanta journalist says he ‘won’t be the only’ one deported by Trump officials (The Guardian). “It’s not the way I wanted to come back to my country – deported like a criminal,” journalist Mario Guevara told Briana Erickson of FPF’s U.S. Press Freedom Tracker from El Salvador. Read The Guardian’s story, based on reporting by the Tracker.

One third of all journalists are creator journalists, new report finds (Poynter). It’s no time for gatekeeping. There aren’t enough traditional J-School trained journalists to adequately document every ICE abduction – let alone everything else going on. We appreciate everyone who is exercising their press freedom rights, no matter how they’re categorized.

RSVP


freedom.press/issues/public-re…