FLOSS Weekly Episode 796: Homebrew, I’m More of a Whopper Guy
This week Jonathan Bennett and David Ruggles chat with John Britton and Mike McQuaid about Homebrew! That’s the missing package manager for macOS; and Workbrew, the commercial offering built on top of it. We cover lots of territory, like why the naming scheme sounds like it was conceived during a pub visit, how Workbrew helps businesses actually use Homebrew, and why you might even want to run Homebrew on a Linux machine!
Homebrew 15th Anniversary Stream with Creator Max Howell – workbrew.com/homebrew-turns-15
Strap – Bootstrap your macOS development system – strap.mikemcquaid.com/feed/ && github.com/MikeMcQuaid/strap
Homebrew Bundle – Bundler for non-Ruby dependencies from Homebrew, Homebrew Cask, and the Mac App Store – github.com/Homebrew/homebrew-b…
MAS Mac App Store command line interface – github.com/mas-cli/mas
Dotfiles
Mike’s Dotfiles – github.com/MikeMcQuaid/dotfile…
John’s Dotfiles – github.com/johndbritton/dotfil…
Brewfiles
Mike’s Brewfile – github.com/MikeMcQuaid/dotfile…
John’s Brewfile – github.com/johndbritton/dotfil…
youtube.com/embed/x62E8_AIHRM?…
Did you know you can watch the live recording of the show Right on our YouTube Channel? Have someone you’d like us to interview? Let us know, or contact the guest and have them contact us! Take a look at the schedule here.
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If you’d rather read along, here’s the transcript for this week’s episode.
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X attacco mirato o guasto tecnico? C’è chi conferma l’attacco DDoS: Qi An Xin XLAB
Elon Musk, ha affermato che la piattaforma social X (ex Twitter) è stata colpita da un attacco DDoS (Distributed Denial-of-Service) alcuni minuti prima che partisse l’intervista di Elon Musk all’ex presidente Donald Trump. La conversazione ospitata su X Spaces era programmata per iniziare alle 20:00 di lunedì sera, ma si è bloccata quasi subito e 18 minuti dopo Musk ha reso noto il problema: un “massivo attacco DDos”.
Fonte: x.com/elonmusk/status/18231521…
Mentre molti suggeriscono che non si è verificato alcun attacco, un’analisi della società di sicurezza informatica cinese Qi An Xin XLAB – specializzata in threat intelligence con sede ad Hong Kong – indica invece che l’attacco si è verificato eccome. Questa sovietà ha ottenuto riconoscimenti internazionali fungendo da sponsor ufficiale dei servizi di sicurezza informatica e del software antivirus alle Olimpiadi invernali di Pechino 2022, dove ha ottenuto un encomiabile record di “zero incidenti”.
In breve:
- Le prime valutazioni contradditorie
- X attacco DDoS confermato e la nuova botnet Mirai.zushi: l’analisi di Qi An Xin XLAB
- Gli eventi paralleli
Non appena ci saranno aggiornamenti questo articolo sarà aggiornato.
Le prime valutazioni contraddittorie
Le note della collettività (community notes) hanno portato le loro valutazioni che sono per lo più contraddittorie – positive o negatve – in assenza totale di dati. Una nota in fase di valutazione indica il fatto seguente: “I resoconti dei dipendenti X indicano che non c’era assolutamente alcuna indicazione di un attacco DDOS. Un attacco avrebbe compromesso l’intero servizio, che è rimasto online e funzionante. Un dipendente di X avrebbe affermato che c’era una probabilità del “99%” che Musk stesse mentendo”. Tuttavia non si sa cosa sia meglio a questo punto cosa dichiare: un problema tecnico o problemi nella mitigazione degli attacchi e prevenzione della sicurezza della piattaforma. Un attacco DDos infatti potrebbe esporre a rischi ben peggiori di una semplice interruzione di servizio, ma allo stesso tempi ci sono di mezzo le elezioni e soprattutto la figura di Donald Trump. Cosa dichiarare? Altre note critiche si riferiscono a tweet non più esistenti e cancellati o a ipotesi che riguardano tagli di costi (server che quindi non reggono il carico) e tagli di personale.
In altri commenti viene chiesto se si fosse trattato di un vero e proprio attacco DDOS o semplicemente di un gruppo di persone che tentando di entrare nello spazio hanno “causato un Denial of Service”.
Insomma una serie di ipotesi senza dati alla mano che si è tradotta in un grande caos sul quale si discuterà parecchio poiché la piattaforma X possiede la capacità di influenzare tecnologia, media e politica americana, trasformandosi in un campo di battaglia online.
The Verge, ha evidenziato il fatto che il resto di X sembrava funzionare normalmente e la sua fonte, un dipendente di X, avrebbe confermato che non si trattava un attacco denial-of-service (DoS) e che con il 99% delle probabilità Musk aveva mentito. [In realtà però è stato comunicato si sia trattato di un Distributed Denial-of-Service (DDoS), quest’ultimo a differenza del primo necessita di una rete di botnet a più sistemi, un tipo di attacco che può essere programmato ad un orario specifico e può durare anche giorni].
Ma a sostegno della tesi di The Verge c’è un precedente: le difficoltà tecniche sperimentate nel 2023 dal governatore della Florida DeSantis nel suo livestream. Allora, a pochi minuti dall’inizio, l’audio si interruppe nei primi minuti dell’evento. Allora la colpa fu data al sovraccarico dei server e la CNN evidenziò la riduzione di server e di personale da parte di Musk per contenere i costi. (Il fallimento dell’intervista ha ricordato l’annuncio del governatore della Florida Ron DeSantis su X del 2023 di essere candidato alla presidenza, anch’esso iniziato con difficoltà tecniche. All’epoca Musk attribuì i problemi ai server sovraccarichi).
X attacco DDoS confermato: l’analisi di Qi An Xin XLAB
Ad accertare l’attacco DDos in data 13 agosto è stata l’agenzia di cyber security cinese Qi An Xin XLAB, come si legge sulla loro pagina del blog. Secondo la sua analisi non si tratterebbe di un semplice guasto tecnico, ma di un attacco informatico mirato.
Fonte: Qi An Xin XLAB su X
Gong Yiming, il capo del laboratorio, ha dichiarato: “Abbiamo osservato che quattro botnet master Mirai” – nominata Mirai.zushi* – insieme ad altri gruppi hanno utilizzato altri metodi come reflection attacks (nuova tecnica d’attacco che sfrutta il protocollo CLDAP per amplificare la potenza dei Ddos) o attacchi proxy HTTP.
L’attacco ha “comportato l’inondazione del bersaglio con enormi quantità di richieste HTTP, utilizzando numerosi proxy e macchine VPS, fino al completo esaurimento delle risorse del bersaglio. I payload di queste richieste HTTP indicano un’operazione altamente mirata, specificamente rivolta all’account Twitter personale di Donald Trump su https://x.com/realdonaldtrump/. I payload esatti dell’attacco sono dettagliati di seguito”.
Fonte: Qi An Xin XLAB blog
L’analsi dimostra che “quattro botnet masters hanno lanciato almeno 34 ondate di attacchi DDoS, principalmente nel Regno Unito, in Germania e in Canada.
“L’attacco è iniziato alle 8:37, ora di Pechino. L’attacco è durato fino alle 9:28 l’attacco è durato 50 minuti, il che è sostanzialmente coerente con il tempo di ritardo dell’intervista.” Inoltre XLAB ha affermato che il tempo di attacco “particolarmente lungo è una caratteristica notevole di questo attacco. Le statistiche mostrano che la stragrande maggioranza degli attacchi DDoS dura pochi minuti, alcuni durano anche solo pochi secondi, il che può causare ingenti danni al sistema bersaglio. Tuttavia, l’attacco è durato quasi un’ora e ha dimostrato che l’aggressore era ben preparato e altamente mirato”.
Fonte: Qi An Xin XLAB blog
*“La botnet Mirai.zushi, una variante relativamente nuova della famiglia Mirai, si è evoluta da giugno di quest’anno e ha già infettato circa diecimila dispositivi. Utilizza la crittografia RC4 per il traffico di comunicazione. Gli operatori di Mirai.zushi sono associati al canale social media https://t.me/uglybotnet”. _ Qi An Xin XLAB
Gli eventi paralleli
Inoltre l’FBI ha dichiarato all’inizio di questa settimana di avere aperto un’indagine sul presunto hacking di documenti appartenenti alla campagna dell’ex presidente Donald Trump. Le accuse sono state dirette all’Iran, giorni dopo che Microsoft ha rivelato che Teheran avrebbe intensificato l’attività online nel tentativo di influenzare le elezioni statunitensi. Secondo Microsoft una campagna presidenziale era stata presa di mira da un attacco di phishing via email a giugno. “Politico” ha inoltre dichiarato di avere ricevuto e-mail anonime che includevano documenti interni all’operazione elettorale di Trump.
Ma non sarebbe la prima interferenza elettorale: nelle elezioni del 2016 furono accusati i russi per aver preso di mira le elezioni di Hillary Clinton, compromettendo i database di registrazione degli elettori in diversi stati. Il problema però è che alla DEFCON ogni anno si trovano vulnerabilità e difetti nel sistema di voto a cui corrisponde nella lentezza di implementazione di soluzioni proattive.
Il giorno precedente all’intervista, Thierry Breton, funzionario dell’Unione Europea aveva pubblicato una lettera inviata a Musk, avvertendolo della potenziale ’”amplificazione di contenuti dannosi” in relazione agli eventi nel Regno Unito e la sua intervista con Donald Trump. Non è la prima volta che l’Europa si esprime sulle elezioni di un altro paese: la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen mise in guardia l’Italia nelle ultime elezioni dove già si prevedeva la vittoria di Giorgia Meloni e provocò la reazione di chi la sosteneva. E nemmeno le reazioni di Elon Musk si sono fatte attendere. Ma questa è la politica, nulla di nuovo o di pauroso.
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Hacker Tactic: Pimp Your Probes
Is your multimeter one of your trusty friends when building up boards, repairing broken gadgets, and reverse-engineering proprietary ones? Is it accompanied by a logic analyzer or an oscilloscope at times?
Having a proper probing setup is crucial for many a task, and the standard multimeter probes just won’t do. As a PCB is slipping under your grip as you’re trying to hold the standard multimeter probes on two points at once, inevitably you will ponder whether you could be doing things differently. Here’s an assortment of probing advice I have accumulated.
Beyond The Norm
There’s the standard advice – keep your board attached firmly to a desk, we’ve seen gadgets like the Stickvise help us in this regard, and a regular lightweight benchtop vise does wonders. Same goes for using fancy needle probes that use gravity to press against testpoints – they might be expensive, but they are seriously cool, within limits, and you can even 3D-print them!
Both of these become insufficient at some point, sadly – sometimes you need to change the probing spots so often that the gravity probes become bothersome, sometimes the board is double-sided and you need to flip it for tracing a connection, and sometimes you want to do current injection where the probing point actually matters. Default multimeter probes are nice, but they are also dull to the point it’s easy to short adjacent IC pads if you’re not careful.Two most helpful probes in my toolkit
So, where do you go? My advice is, fashioning your own probes or buying nonstandard ones. Ever find a set of broken multimeter probes? Good, you can use them up as banana jack pigtails, a piece of solderable wire with a banana jack on one end. Don’t got some broken probes? Just buy a cheap set and harvest wires from it, or build some out of screwpost banana jacks. You can fashion a fair few things with solderable banana leads – let’s take a look!
Just Solder It On
The first advice I have is literally soldering such pigtails to a GND pad on your board. This is wonderful if you have to constantly probe voltages relative to GND, soldering a wire to GND is a serious timesaver – it frees up one of your hands, and unlike crocodile clip probes, it is not terribly likely to break off silently while you’re in the middle of debugging. If you must probe between two non-soldered-to points, feel free to temporarily swap in a usual probe – that’s why I recommend a spare probe wire for this!
If GND is your reference and you’re tempted to use something that looks like it should be GND, make sure your probe soldering point is GND-connected! USB-C sockets are a good starting point for this – all USB-C sockets must have their shield grounded, no matter the device. Of course, before assuming that a certain connector shield is ground, you must check that it actually connects to the board’s ground, which should be easy to find on your board’s inevitably present decoupling capacitors.For reliable and easy measurements, just solder the probe wire on!
Soldering won’t work for smaller testpoints, unless you use a piece of magnet wire for the last-inch part and hotglue or tape the probe wire to the board. If you don’t do one of these, the wire will either break away from the board easily, or even tear your testpoint off the board completely; many times I have foolishly tried to directly solder thick wires to small pads, and it invariably resulted in torn off pads, so I recommend you skip this step. For logic analysis, soldering 2.54 mm header wires in the same fashion is pretty convenient – I often use stray female-male wires from my bench for this.
Of course, if you have a multimeter lead with a solderable end, you can easily convert it to a croc clip end – those are also quite handy for times when you don’t want to bother soldering or can’t do it! You can buy a set of decent croc clip probes, but if you haven’t yet, a broken probe and a croc clip end will do just fine. Apart from the usual things you would use a crocodile clip for, there’s one more purpose you might not have considered!
Reusing Metal Brushes And Tweezers
a reverse-engineer’s best friend
I’ve done a fair bit of reverse-engineering where my task was to figure out all connections to a certain pad, usually on multi-layer boards with no visible tracks in sight. In laptop repair, you would usually use a boardview for this, but they’re rarely available for generic devices, and while that Nintendo Switch flying wire reverse-engineered boardview is impressive, it’s not about to become a hacker household staple, unless everyone levels up their skills real quick.
Enter metal brushes – of the kind you find in dremel and other rotary tool kits. Where does a certain pin of an IC lead? One probe wire held onto the pin, another probe is a croc clip holding the metal brush that you gently caress your board with; not too strongly so as to scratch the soldermask, but strongly enough to break through the oxides on the solder joints. I keep two sizes – one large and one small, using the large one first to find the general contact areas, and then using the small brush to narrow it down.
These are instrumental for many a black box board, and so are metal SMD tweezers – as long as they’re sharp to a point, you can use them as super sharp multimeter probes. Spread the tweezer legs, insert your wire up to the very top of the join point, then release the tweezers, and make sure it doesn’t fail a continuity test. Congrats, you have just acquired a probe sharp enough to probe 0.5 mm pitch pins with ease. As long as your parallax vision doesn’t fail you, you will do just fine, which is to say, it will be less of a struggle than usual. I use Rhino tweezers that you can get on Adafruit, Dangerous Prototypes, or Aliexpress – they are super sharp and durable in long term.
Much More Cool Stuff To Learn
Summary – have some solderable banana jack pigtails handy, which you can make out of old or cheap probes. You can use them to free up a hand while probing or do current injection. In a pinch, you can use metal brushes held in croc probes for reverse-engineering, and tweezers holding solderable leads for fine point probing. With these tricks, you will find that many kinds of probing and repair work gets easier and way less failure-prone.
Now, these aren’t the only probe hacks; for instance, when using an oscilloscope and measuring high-speed signals or power rails, upgrading your ground connection can give you a significantly cleaner signal. Also, don’t be afraid of making custom jigs for testing your boards, and don’t forget about probing for ESD diodes!
Un bug sui sistemi di gestione dei Pannelli Solari consente di Spegnere 4 Milioni di installazioni in 150 Paesi
Il problema della vulnerabilità delle tecnologie “intelligenti” sta diventando sempre più acuto. L’hacker olandese Wietse Boonstra ha recentemente dimostrato la gravità di tali minacce scoprendo la possibilità di spegnere 4 milioni di sistemi di energia solare in 150 paesi con il semplice clic di un pulsante. La scoperta ha confermato la legge di Hypponen: “Se qualcosa è intelligente, è vulnerabile”.
La portata della minaccia è impressionante. I pannelli solari nei Paesi Bassi possono produrre energia paragonabile alla produzione di quaranta centrali nucleari di tipo Borssele. Molti produttori però non offrono una protezione sufficiente contro gli hacker.
Boonstra, ricercatore sulla sicurezza presso la Judicial IT Organization (JIO), ha scoperto una grave falla nei sistemi di Enphase. Negli ultimi mesi la sua attenzione si è concentrata sui dispositivi che collegano i pannelli solari alla rete elettrica.
Sebbene il principio di funzionamento dei pannelli solari sia semplice – producono corrente continua, che viene poi convertita in corrente alternata per alimentare la rete – utilizza un inverter. Nei sistemi Enphase ogni pannello è dotato del proprio microinverter.
I clienti Enphase possono configurare e gestire i propri sistemi tramite un account personale, con la possibilità di delegare il controllo ad altri. Boonstra ha identificato una vulnerabilità critica: un bug nel software ha permesso di ottenere i diritti di amministratore sugli account di altre persone. Mettendo alla prova la sua teoria, creò due account amministrativi e scoprì che il primo poteva gestire il secondo senza permesso. Per la verifica finale, ha creato altri venti account e li ho gestiti con successo tutti attraverso il primo.
Insieme al collega Hidde Smith, Boonstra ha esaminato il firmware dei dispositivi Enphase e ha scoperto sei vulnerabilità che potrebbero essere utilizzate per infettare milioni di sistemi solari con del malware.
Questa situazione è paragonabile al concetto di “Unico Anello” de “Il Signore degli Anelli” di Tolkien: proprio come un anello controllava gli altri, così la vulnerabilità identificata consente il controllo di milioni di sistemi attraverso un account, il che minaccia la sicurezza energetica globale.
La vulnerabilità dei Paesi Bassi al sabotaggio della rete elettrica è in aumento. L’interconnessione dei sistemi di energia solare, delle stazioni di ricarica e delle batterie gestite centralmente rende il Paese più suscettibile a tali minacce. Gli esperti avvertono che la responsabilità della stabilità non può più spettare esclusivamente agli operatori di rete.
Nei Paesi Bassi i pannelli solari generano circa venti gigawatt di energia, paragonabili alla potenza di quaranta centrali nucleari. Una perdita improvvisa anche di pochi gigawatt può destabilizzare seriamente la rete elettrica.
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Dimenticare Musk, che fa peggio di Porta a Porta
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Dimenticare Musk, che fa peggio di Porta a Porta
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A Really Low Level Guide To Doing Ethernet on an FPGA
With so much of our day-to-day networking done wirelessly these days, it can be easy to forget about Ethernet. But it’s a useful standard and can be a great way to add a reliable high-throughput network link to your projects. To that end, [Robert Feranec] and [Stacy Rieck] whipped up a tutorial on how to work with Ethernet on FPGAs.
As [Robert] explains, “many people would like to transfer data from FPGA boards to somewhere else.” That basically sums up why you might be interested in doing this. The duo spend over an hour stepping through doing Ethernet at a very low level, without using pre-existing IP blocks to make it easier. The video explains the basic architecture right down to the physical pins on the device and what they do, all the way up to the logic blocks inside the device that do all the protocol work.
If you just want to get data off an embedded project, you can always pull in some existing libraries to do the job. But if you want to really understand Ethernet, this is a great place to start. There’s no better way to learn than doing it yourself. Files are on GitHub for the curious.
Fratelli d’Italia contro Elodie: “Attacca Meloni solo per vendere il calendario”
@Politica interna, europea e internazionale
Fratelli d’Italia contro Elodie: “Attacca Meloni solo per vendere il calendario” Fratelli d’Italia si scaglia contro Elodie dopo le parole di quest’ultima su Giorgia Meloni. In un’intervista a La Repubblica, infatti, la cantante ha dichiarato: “Non ho simpatia per questo governo, perché per me
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A sei anni dalla tragedia del Ponte Morandi non si scorge ancora una luce in fondo al tunnel del processo. Se tutto andrà bene, la sentenza di primo grado per i 59 indagati arriverà nel 2026. Di coloro che hanno tratto il massimo profitto dalle mancate manutenzioni del viadotto, però, non risulta neppure l'ombra in tribunale. Anzi, a questi signori abbiamo pure offerto una generosa liquidazione pagando a peso d'oro le quote di Aspi.
Dopo trent'anni di Unione europea, lo Stato italiano non è neppure in grado di render giustizia alle vittime delle privatizzazioni selvagge e alle loro famiglie. L'unica cosa di cui sono capaci le nostre istituzioni ormai è proporre parole vuote, dense soltanto d'ipocrisia, mentre si procede a passo spedito sulla strada che ha distrutto il viadotto Polcevera e dilaniato il nostro Paese.
PRO ITALIA
Il ministero della Difesa Russo ha comunicato che un blindato di fabbricazione italiana Shield è stato distrutto in un bombardamento nella regione russa di Kursk. Quindi si presume che siano entrati in Russia con mezzi e armi Italiane.
Crosetto qualche giorno fa ci ha rassicurati che nessun armamento inviato a Zelensky dall'Italia è stato usato per invadere il territorio Russo. Tajani ha dichiarato che le armi italiane sul suolo Russo non si usano.
La donna, madre e Cristiana invece tace. Qui ci devono spiegare un paio di cosette: o non contano nulla nemmeno agli occhi di Zelensky, oppure ci stanno mentendo spudoratamente sapendo di mentire.
In tutto ciò ancora è segreto l'elenco delle armi inviate in Ucraina e dall'opposizione non si vede alcuna iniziativa concreta per fare chiarezza. Soprattutto da quel PD guidato da Elly Schlein che sembra la guardia del corpo di Meloni per quanto riguarda la posizione guerrafondaia e ultra atlantista assunta dall'Italia.
Traditori della patria!
T.me/GiuseppeSalamone
Sono mesi che la propaganda criminale occidentale ci racconta che gli Usa stiano lavorando per fermare la carneficina a Gaza, addirittura da un paio di settimane, mentre continuiamo a vedere bambini fatti a pezzi da Netanyahu, ci propongono a reti unificate le parole di Biden secondo le quali un cessate il fuoco è vicino.
Mentre i pennivendoli ci raccontano una narrazione volutamente distorta, dal Dipartimento di Stato Usa approvano vendite di armi per il criminale di guerra Netanyahu e lo stato terrorista di Israele per oltre 20 miliardi di dollari. Ripeto: 20 MILIARDI DI DOLLARI!
Una cinquantina di aerei per circa 19 miliardi di dollari; veicoli tattici, carri armati e missili per altri 2,1 miliardi di dollari. Inoltre si profila anche l'approvazione per equipaggiamento di aerei, lanciatori di missili aria-aria a medio raggio, cannoni M61A Vulcan e sistemi di posizionamento globale e di navigazione inerziale integrati.
Una lista della spesa che serve per continuare a massacrare i Palestinesi. Ora ditemi quale altro paese al mondo è presente in tutti i campi di battaglia più caldi ammassando armi: Ucraina, Palestina e Taiwan. Ditemi quale altro paese continua a lavorare per inasprire ogni singola zona di conflitto. Ditemi quale altro paese continua a fare profitti vendendo o regalando armi in giro per il mondo.
Ditemi quale altro Paese, al mondo, è più criminale degli Stati Uniti d'America e dello stato terrorista di israele.
T.me/GiuseppeSalamone
Giuseppe Salamone
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Badilate sui denti per i propagandisti Nato Mauro, penna di Repubblica, Mieli e Quirico. Quelli che oggi sono considerati tra i migliori intellettuali italiani:
"La Russia sarebbe colpevole di avere infranto il diritto internazionale invadendo l’Ucraina. Poiché crediamo nella razionalità, patrimonio universale dell’umanità, vorremmo chiedere allo stimato giornalista se la violazione delle frontiere da parte della Nato a Belgrado, in Afghanistan, in Iraq, in Libia avrebbe dovuto implicare armi, addestramento militare, mercenari e scesa in campo dell’intelligence da parte di Cina e Russia a favore di quei Paesi aggrediti. Vorremmo anche chiedergli se l’ordine internazionale si viola soltanto oltrepassando le frontiere di uno Stato sovrano. L’espansionismo della Nato ai confini della Russia, unico Paese escluso dalla sicurezza collettiva, non calpesta l’indivisibilità della sicurezza in Europa sancita dai principi di Helsinki e traslata nella Carta di Parigi dell’Osce?" (Elena Basile)
T.me/GiuseppeSalamone
Bambina rom investita a Torino, Salvini attacca i servizi sociali. La replica: “Strumentalizza tragedia a fini politici”
@Politica interna, europea e internazionale
L’Ordine degli Assistenti Sociali risponde a Matteo Salvini, che aveva tirato in ballo la categoria commentando il caso della bambina di 2 anni morta investita da un’auto in manovra nel parcheggio dell’ospedale San
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Migrazione Peertube.uno in corso!
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La sera del 14, nel ristorante (buono!) dove sono andata a mangiare, il proprietario, chiacchierando con un amico o avventore abituale, riuscì a dare la colpa della tragedia agli immigrati.
Ne rimasi talmente scioccata che manco mi ricordo con quale volo pindarico della fantasia fosse riuscito a giungere a quella conclusione.
Ma come cazzo si fa?
Me lo chiesi allora e me lo chiedo ancora, ogni giorno.
Non può essere più facile prendersela con i più deboli che con chi detiene il potere di fare le cose per bene e invece le fa ammerda per proprio tornaconto.
Bisogna tenere d'occhio e spaccare le palle ai "controllori", non ai poveracci!
#PonteMorandi
Ita Airways nuovo sponsor della Juventus, ma Meloni fa saltare l’accordo
@Politica interna, europea e internazionale
Ci sarebbe il veto di Giorgia Meloni dietro lo stop all’accordo tra Ita Airways e la Juventus per fare della compagnia aerea il nuovo main sponsor del club torinese. Lo rivelano diverse indiscrezioni giornalistiche, secondo cui la presidente del Consiglio vuole evitare di dare altri
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Ius Scholae, Lega contro Forza Italia: “La legge sulla cittadinanza va benissimo così com’è”
@Politica interna, europea e internazionale
Si apre uno scontro nella maggioranza di governo sul tema dello Ius Soli, anche se sarebbe più corretto parlare di Ius Scholae. L’apertura di Forza Italia a una revisione delle norme sulla concessione della cittadinanza italiana non è piaciuta alla Lega, che ha
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Verso un’Europa della difesa, quale ruolo per l’Italia? Scrive Michele Nones
[quote]La costruzione dell’Europa della difesa è un processo lungo, complesso e tormentato che procede per “stop and go” e a velocità differenziate fra il livello comunitario, intergovernativo e multilaterale (quasi sempre bi o trilaterale). Nessuno è in grado di prevederne realisticamente
De Domenico (ONU): “Israele ci ha costretti a lasciare il nord di Gaza e ora vieta i visti per gli operatori”
@Notizie dall'Italia e dal mondo
Un estratto dell'intervista al direttore dell'Ufficio ONU per il coordinamento degli affari umanitari nei Territori palestinesi occupati (OCHA). Andrea De Domenico è stato costretto a lasciare
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I veleni degli aeroporti che nessuno vuole vedere
@Notizie dall'Italia e dal mondo
Il nuovo articolo di @valori
In Europa si continuano a costruire aeroporti, senza curarsi del gigantesco impatto dei voli aerei. Sia per il clima, sia per la salute
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Dagli Usa altri 20 miliardi di dollari di armi per Israele. Razzi di Hamas verso Tel Aviv
@Notizie dall'Italia e dal mondo
Il Pentagono riferisce che è stata approvata anche la vendita di 33mila proiettili per carri armati immediatamente disponibili
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Flipboard rafforza il suo legame con il Fediverso, social web open source
Flipboard, un'app di social magazine dell'era Web 2.0 che si sta reinventando per capitalizzare la spinta rinnovata verso un social web aperto , sta rafforzando i suoi legami con il #Fediverso, il social network di server interconnessi che include app come Mastodon, Friendica, Pixelfed, PeerTube, Wordpress e, col tempo, Instagram Threads, tra le altre.
Giovedì, la società ha annunciato che sta espandendo le sue integrazioni del Fediverso ad altri 400 creatori di contenuti in Flipboard e che sta introducendo le notifiche del fediverso nell'app Flipboard stessa.
Quest'ultima novità consentirà agli utenti di #Flipboard di vedere i loro nuovi follower e altre attività relative ai contenuti che condividono nel fediverse direttamente nell'app Flipboard. Ciò segue l'introduzione dell'anno scorso di un'integrazione di Mastodon nell'app , in sostituzione di Twitter, e l'introduzione del supporto per ActivityPub , il protocollo di social networking che alimenta i social network open source e decentralizzati che includono Mastodon e altri software.
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L'Intelligenza artificiale (#AI) offre soluzioni innovative per la polizia dei crimini ambientali, riducendo costi e tempi
Un interessante studio apparso sul sito dell’ Institute for Securities Studies (ISS) approfondisce gli aspetti relativi all’ausilio che può fornire l’intelligenza artificiale alle forze di polizia impegnate nella lotta ai crimini ambientali, con particolare riguardo al continente africano (l’articolo è qui: issafrica.org/iss-today/ai-can…).
L'aspetto di maggior interesse è che l’AI può analizzare enormi quantità di dati in tempi brevi, identificando modelli di comportamento criminale e movimenti di beni illeciti.
Quali prima di tutto le sfide per i progetti di Intelligenza Artificiale nella lotta contro i crimini ambientali in Africa?
Innanzitutto, mancanza di dati locali: la disponibilità limitata e la scarsa qualità dei dati locali ostacolano l'efficacia dei modelli di IA, rendendo difficile l'analisi accurata delle attività illecite.
Quindi le infrastrutture inadeguate: la carenza di infrastrutture di comunicazione e digitali limita la capacità di implementare e gestire tecnologie avanzate in aree remote.
Ancora, risorse e competenze limitate: la mancanza di investimenti in ricerca, sviluppo e formazione tecnica riduce la capacità delle forze dell'ordine di utilizzare efficacemente l'AI nella lotta contro i crimini ambientali.
Quali invece i vantaggi dell'Intelligenza Artificiale nella lotta contro il bracconaggio?
In primis, risparmio di tempo e risorse: l'uso dell'AI consente di risparmiare ore di lavoro per le forze dell'ordine, migliorando l'efficienza operativa.
Poi il “rilevamento precoce”: l’AI consente un monitoraggio continuo e in tempo reale, identificando attività sospette e facilitando interventi tempestivi.
A seguire, nell’ambito del ciclo intelligence di polizia, l’analisi predittiva: utilizzando modelli predittivi, l'AI può anticipare le rotte di bracconaggio e le aree a rischio, migliorando la pianificazione delle operazioni di pattugliamento e fornendo, di conseguenza, efficienza operativa, poiché automatizzando l'analisi dei dati e il riconoscimento delle immagini, l'AI riduce il carico di lavoro per le forze dell'ordine, permettendo loro di concentrarsi su azioni concrete contro il bracconaggio mediante interventi tempestivi, grazie a tecnologie come TrailGuard (sistemi di telecamere intelligenti che utilizzano modelli per filtrare il 99% delle immagini false e inviare avvisi in tempo reale) permettono risposte rapide a minacce, facilitando l'arresto di criminali e la prevenzione di danni ambientali.
Ad esempio, progetti impiegano l’AI per riconoscere specie specifiche da immagini catturate, facilitando il monitoraggio della fauna selvatica, come Operation Pangolin lanciata nel 2023 come collaborazione tra università, iniziative di conservazione e l'Agenzia nazionale per i parchi nazionali del Gabon. Raccoglie ed elabora i dati dalle telecamere esistenti, utilizzando l'intelligenza artificiale per riconoscere i pangolini dalle trappole fotografiche e dalle telecamere termiche. Le immagini vengono utilizzate con i dati dello strumento di monitoraggio spaziale e reporting delle pattuglie dei ranger per costruire modelli predittivi per il bracconaggio dei pangolini. L'obiettivo a lungo termine del progetto è quello di sviluppare modelli di intelligenza artificiale separati che aiutino a prevedere le rotte e i mercati della tratta.
Del pari l’analisi dei dati satellitari, attuata mediante piattaforme come Digital Earth Africa e Skylight la utilizzano per analizzare dati geospaziali e identificare attività illecite come l'estrazione mineraria e la pesca illegale. Si tratta del così detto monitoraggio avanzato: questi progetti utilizzano tecnologie di intelligenza artificiale per analizzare dati da telecamere e strumenti di monitoraggio, migliorando la capacità di rilevare e rispondere a minacce come il bracconaggio.
Focalizzandosi sulla costruzione di capacità locali, questi progetti garantiscono che le tecnologie e i dati rimangano utili anche oltre la loro durata, promuovendo una gestione sostenibile della fauna selvatica.
In conclusione, investimenti in capacità locali e legislazione sull'IA sono necessari per migliorare l'efficacia della lotta contro i crimini organizzati.
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Ci ha lasciato oggi, a 92 anni, il compagno Mario Brunetti, intellettuale calabrese meridionalista, esponente della comunità arbëreshe, socialista e comunista democratico che è rimasto sempre fedele alla lezione di Antonio Gramsci e Rodolfo Morandi.
Mario Brunetti per tre mandati è stato parlamentare di Rifondazione Comunista, dopo una lunga militanza nello Psiup, nel PdUP e in Democrazia Proletaria. Ci ha lasciato, nel lavoro fatto come Presidente del Comitato dei diritti umani della Commissione Esteri della Camera, delle importanti testimonianze scritte.
Nel 1998 seguì Cossutta nella scissione ma tornò dopo alcuni anni a collaborare con Rifondazione per la sua netta opposizione allo stravolgimento della Costituzione – dal contrasto alle famigerate modifiche del Titolo V, all’opposizione ai diversi e pericolosi tentativi di cambiamento avvenuti nel corso degli ultimi decenni. La nostra comune battaglia si è infine rinforzata nel denunciare, insieme e per primi, le pericolosità insite nei propositi leghisti volti ad affermare l’Autonomia differenziata.
Non possiamo dimenticare il suo infaticabile lavoro di meridionalista e di difensore dei diritti e delle peculiarità delle minoranze etniche nonché l’organizzazione ultratrentennale degli Itinerari Gramsciani: in questo quadro, grazie alle sue ricerche ed ai suoi studi, è stato possibile conoscere e datare con precisione le origini arbëreshe, di Plataci (Cs), della famiglia paterna di Antonio Gramsci.
Con Mario perdiamo un intellettuale di assoluto valore, un compagno che ha messo il suo sapere al servizio della sua terra e un militante della sinistra autentica che ha onorato il nostro partito con un lavoro instancabile per la causa della Pace e della giustizia sociale. Il suo esempio di lavoro culturale e politico e i suoi libri rappresentano un’eredità fondamentale.
Domani alle 17:30, alla Villa vecchia di Cosenza gli daremo, insieme ai suoi cari familiari ed ai loro amici, l’ultimo saluto laico con le nostre bandiere rosse al vento.
Maurizio Acerbo, segretario nazionale
Mimmo Serrao, segretario regionale Calabria
Gianmaria Milicchio, segretario provinciale Cosenza
Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea
Enrico Lai*
Risulterebbe parecchio singolare che la politica si affidi al capitale e al libero mercato per avviare la transizione energetica in Sardegna.
Quello stesso libero mercato e quello stesso capitale che nel sistema di accumulo capitalista, a partire dall’industria fordista dell’900 in poi, ha sfruttato il territorio inquinandolo e mai bonificandolo e ha sfruttato tantissime masse di lavoratrici e lavoratori lasciando sul territorio disoccupazione e malattie. Possono essere quindi loro stessi a porsi alla guida col “placet” della politica di governo nella transizione energetica? Verrebbe da dire spudoratamente “not in my name”.
Affidarsi armi e bagagli a lor signori, ovvero gli stessi che hanno prodotto crisi climatiche, ambientali, sanitarie e occupazionali, è il peggio che possiamo augurarci per il nostro futuro. Quindi il timore che il tema del “pubblico” a limitazione del “laissez faire” liberista e neoliberista non entri con prepotenza nel dibattito politico, così come purtroppo non sta avvenendo, lascia presagire che il “mito della caverna” di Platone sia più che una realtà tangibile.
Ad oggi ho il timore che si guardi e si ragioni su delle ombre proiettate appunto alla fine della caverna e non sulla realtà concreta ed essenziale dei fatti. Basta voltarsi per vedere la luce del sole e la “verità”. In fin dei conti dopo anni di narrazioni sulla dicotomia “privato bello, pubblico brutto” non sorprende che questo motto sia diventato senso comune in diversi strati di popolazione ed egemone nella quasi totalità della classe politica. Oggi più che mai, ritengo, sia indispensabile ribaltare seccamente questo concetto della “mano invisibile” di Adam Smith.
La transizione energetica o la si fa o non la si fa. “Tertium non datur”. Ritengo che adoperarsi a favore sia un obbligo civile e un dovere politico improcrastinabile della classe dirigente per lasciare un mondo migliore, ma soprattutto per salvaguardarlo, ai nostri figli e ai nostri nipoti. Questo è un punto che deve coinvolgere tutte e tutti. In qualunque ambito lavorativo, istituzionale e sociale a partire dalla conoscenza e dall’istruzione nelle scuole primarie. Purtroppo poco si parla nel dibattito pubblico di ciò. La comunità scientifica da decenni ormai è unanime nel ritenere che i cambiamenti climatici con fenomeni sempre più estremi, frequenti e devastanti in larga misura derivanti dall’uso di combustibili fossili rischiano di lasciarci un mondo completamente differente da come lo conosciamo.
A partire dai mutamenti di flora, fauna e clima fino all’allarme più devastante che è quello dell’immigrazione climatica. L’UNHCR (alto commissariato delle nazioni unite per i rifugiati) stima che all’anno ci siano circa 20 milioni di persone obbligate a emigrare a causa del clima con conseguente destabilizzazione antropologica delle stesse comunità e una mutazione irreversibile della società mondiale con tutti i danni economici prodotti a corollario. Questo perché è indispensabile avere un approccio scientifico e non moralista al tema. E’ lo snodo centrale.
La transizione energetica scollegata da una lettura storica del sistema di accumulo capitalista che non tiene in considerazione la “questione di classe”, sarebbe mero “giardinaggio”. Così come il rifiuto della realtà e del principio “non nel mio giardino” non farebbe altro che produrre una situazione peggiorativa del quadro economico e ambientale. Nel solco di conquista del territorio sardo avviato dalla speculazione delle multinazionali del sole e del vento, ci viene sempre in aiuto Marx. Ad oggi siamo davanti a un attacco colonialista, figlio del capitalismo e nipote della globalizzazione. La transizione energetica va immaginata partecipata, democratica, riconosciuta ma in particolar modo voluta. Soprattutto voluta perché necessaria e non rimandabile.
Nell’ambito di una seppur debole autonomia speciale la Sardegna all’articolo 4 del proprio Statuto Speciale può legiferare in merito alla produzione e alla distribuzione dell’energia elettrica. Esiste quindi uno strumento che ci permetterebbe di limitare fortemente la “deregulation” parafrasando Humphrey Bogart: “è il mercato bellezza, e non puoi farci niente!”. Forse può essere non è esattamente così. E fa vibrare le vene ai polsi il fatto che non lo si riconosca come strumento efficace e utile per avviare delle scelte e una seria programmazione in tal senso.
Già negli anni ‘60 la stessa DC si dichiarava indisponibile alla privatizzazione dell’energia in Italia. Su questo ci tornerò con più precisione e dettaglio. Ad oggi però è utile sottolineare che da parte della giunta regionale non è previsto nessun piano energetico che sappia indicare puntualmente quali tipologie di energie rinnovabili ma solo la ricerca affannosa nell’individuazione di aree idonee all’installazione degli impianti di produzione privata per limitare le giuste preoccupazioni, totalmente fondate, delle sarde e dei sardi.
Faccio notare che nel 2006, anche noi come Partito della Rifondazione Comunista della Sardegna volevamo fortemente, anche a seguito della legge Salvacoste del compianto Luigi Cogodi, votando poi a favore del Piano Paesaggistico Regionale. PPR, costruito di concerto col ministero e le comunità locali, appunto per bloccare la speculazione dei “mattonari” e questo elemento lo rivendichiamo con estremo orgoglio tutt’oggi. Il PPR prevede già su tutti i comuni costieri quelle aree e quei beni individui tutelati che non possono essere alla mercé di nessuno, tantomeno degli autoproclamati “signori del vento”.
Non risulterebbe banale che, uno strumento che ha dato prova positiva e che continua a darla nel suo funzionamento, debba essere recuperato nell’ambito della mappatura delle zone interne invece che demonizzarlo e brandirlo come uno spauracchio solo perché antipatico al centrodestra e allo stesso PD che ha deciso persino di interrompere anticipatamente una legislatura regionale su questo preciso punto. Gli strumenti esistono già, usiamoli, miglioriamoli e adeguiamoli alle nuove esigenze che la fase storica ci pone davanti. Per questo nutro delle perplessità di natura giuridica in merito alla proposta di legge proveniente da più parti chiamata “Pratobello”, sebben sia un’iniziativa nobile e giusta che prova a dare una risposta alla salvaguardia del territorio sardo contro la speculazione arrembante e merita particolare attenzione e riconoscimento da parte di tutte e tutti.
Preciso, essendo utile, che noi fummo tra i pochi che posero all’attenzione del governo i vizi di incostituzionalità dell’ultimo Piano Casa della “giunta Solinas”. E la Corte Costituzionale esprimendosi qualche mese fa confermò l’orientamento giuridico già assunto in precedenza, ovvero il paesaggio e l’ambiente non è appannaggio esclusivo in termini di competenze della Regione di fatto cassandolo praticamente in tutta la sua interezza.
Per questo buttare fumo negli occhi delle sarde e dei sardi evocando la più nota rivolta di Pratobello del 1969, con dispiegamento di vele mediatiche così come sta facendo l’Unione Sarda, rischia di non rendere onore alla storia intrinseca sulla portata culturale di quel movimento, ma soprattutto di non produrre gli effetti sperati da tutti, ovvero arrestare oggi, non domani, ma soprattutto neanche dopodomani la speculazione sul territorio.
Ritengo utile sottolineare che il direttore dell’Unione Sarda in un editoriale del 16 giugno sotto forma di lettera aperta alla presidente Giorgia Meloni e rivolgendosi a lei scriveva: ”Ci eravamo illusi, Cara Giorgia, quando incontrando il presidente algerino nel gennaio 2023 Lei rispolverò il gasdotto Sardegna-Italia. Ma forse avevamo capito male. Ora il disegno è chiarissimo: neppure un atomo di metano”. Una domanda sorge quindi francamente spontanea: la strenua e intransigente difesa del territorio identitario sardo proposto dall’Unione Sarda come si concilia con la metanizzazione attraverso una dorsale del gas che attraversa in lungo e in largo la Sardegna? Ma soprattutto come si concilia con la stessa transizione energetica? Ai posteri l’ardua sentenza.
Alcuni mesi fa, noi insieme ad altre forze, parlavamo di “agenzia sarda pubblica dell’energia”. E in sintonia col già richiamato articolo 4 dello Statuto Speciale oggi assume una connotazione di attualità sorprendente nell’ambito di un reale cambio di paradigma di produzione di beni e servizi. Un cambio che da una situazione di difesa strenua del territorio può passare a una situazione di limpida e cristallina opportunità per le sarde e i sardi.
L’agenzia, in cui il pubblico detiene la proprietà dell’energia prodotta, avrebbe la possibilità non solo di creazione di nuovi posti di lavoro ma soprattutto di realizzare parecchi utili da reinvestire sullo stato sociale come politiche attive del lavoro, sanità e scuola pubblica. Far passare, seduti sulla riva del fiume, questa opportunità sarebbe francamente deleterio, così come consegnarla ai privati. Con ogni evidenza nell’ambito della mappatura delle aree, di concerto con le comunità locali, nell’ambito della programmazione di quali e quante energie si debbano installare è imprescindibile trovare il giusto equilibrio. Non può esserci giustizia climatica senza giustizia sociale.
Il combinato disposto di PPR con l’Agenzia Sarda Pubblica dell’Energia è una delle soluzioni a parer mio più credibili che possono sottrarre dalla speculazione il territorio da una parte e avviare un effetto volano di natura economica per il benessere delle sarde e dei sardi dall’altra.
*Segretario regionale Sardegna, PRC-S.E. da “Il Manifesto sardo
Sulle energie rinnovabili il libero mercato è parte del problema e non della soluzione
Enrico Lai* Risulterebbe parecchio singolare che la politica si affidi al capitale e al libero mercato per avviare la transizione energetica in Sardegna.Rifondazione Comunista
Giovanni Russo Spena
Quest’anno “Itinerari gramsciani” a Plataci non si terrà, purtroppo. Il suo ideatore, il suo appassionato organizzatore , Mario Brunetti, poche ore fa, è morto. Ho conosciuto Mario nel 1972, quando fummo, insieme a Vittorio Foa, Pino Ferraris, , Silvano Miniati, Domenico Jervolino, Giangiacomo Migone , tra le altre e gli altri, fondatori del Nuovo Psiup/Sinistra Mpl e, poi, del Pdup, con le compagne e i compagni de “il manifesto”. Sini al percorso che portò a Democrazia Proletaria. Mario è stato, per me, un fratello maggiore; mi ha insegnato tanto. La sua splendida famiglia è stata (ed è) la mia famiglia. Evito qui elogi funebri, che Mario, sempre così sobrio, non amava. Ricordo solo che è stato un parlamentare importante, un coerente partigiano della Costituzione. Ha interpretato la sua funzione non solo come raffinato conoscitore e studioso delle aule e delle commissioni parlamentari, ma, soprattutto, nelle strade, nei luoghi di lavoro e della mancanza di lavoro, nei villaggi sperduti della globalizzazione, in Italia, come nell’America Latina, come nel Medio Oriente.
Nei luoghi delle ingiustizie e delle diseguaglianze, nei meandri del dolore, negli spazi delle lotte , delle rivolte, delle ribellioni. Abbiamo scritto insieme articoli, saggi per Sinistra Meridionale, che è l’amata creatura editoriale di Mario. Rigoroso e lucidissimo intellettuale, arbereshe. Stavamo, in questi giorni, discutendo di un convegno per sottolineare i danni che l’”autonomia differenziata” avrebbe prodotto per il Sud : una sorta di discussione /inchiesta popolare , come facemmo, guidati da Pino Ferraris, all’epoca della “rivolta” di Reggio Calabria. Mario è, infatti, un padre del meridionalismo contemporaneo. Un meridionalismo gramsciano, come ripeteva con convinzione. E si arrabbiava con noi, donne e uomini di sinistra, perché avevamo, sosteneva, sostanzialmente rimosso il Mezzogiorno dalle nostre strategie. “Il Sud non è un orpello; è centrale per pensare la rivoluzione”, ci ripeteva con accorata testardaggine. Mario ha formato, culturalmente e politicamente, tante ragazze e tanti giovani che saranno i nuovi meridionalisti. Intanto, mi sento (ci sentiamo), oggi, spaesati, molto soli. Senza Mario, orgogliosamente e liberamente comunista
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Giovanni Russo Spena Quest'anno "Itinerari gramsciani" a Plataci non si terrà, purtroppo. Il suo ideatore, il suo appassionato organizzatore , MarRifondazione Comunista
OrionBelt©
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