RedBox In The 80s: Meet The VHS Vending Behemoth
Redbox was a company with a moderately interesting business model—it let you rent DVDs from automated kiosks. It’s an idea so simple it’s almost surprising it didn’t appear sooner. Only, it did—all the way back in the VHS age!
Meet the Video Vendor. YouTuber [SpaceTime Junction] was able to track down one of these rare machines, which apparently formerly served an Ohio rental outlet called Kohnen’s. It’s a monstrous thing that stands taller and about three times wider than traditional vending machines, and it could hold up to 320 tapes in its robotic magazine. It’s got lashings of woodgrain, a green-on-black CRT, and the beautiful kind of clicky keys that went away after the 1980s.
[SpaceTime Junction] has a bunch of videos up on the machine, and you even get to see it powered up. It’s a little difficult to see what’s going on, because the machine is something like nine feet wide and it’s all shot in vertical video. There isn’t a whole lot of content on these obscurities out there, so this is a great place to start. Apparently, there were recently a hundred or more of these found living in a Texas warehouse according to Reddit, so we might see more of these popping up online soon. [SpaceTime Junction] has toured that facility, too.
You can read more about the fall of Redbox, or the cleanup afterwards, in our prior coverage.
youtube.com/embed/grmkGyc13ds?…
youtube.com/embed/CrqphedVNI0?…
Le mie interviste ai “Giovani del Folkstudio”
La newsletter inviata da Luigi Grechi che aggiorna sulla rassegna “I giovani del Folkstudio” è ora anche un sito web.Pertanto trovate online anche le mie interviste uscite via via, a qu…RadioTarantula
Wislawa Szymborska - Il poeta e il mondo
Wislawa Szymborska. Discorso tenuto in occasione del conferimento del Premio Nobel
In un discorso, pare, la prima frase è sempre la più difficile. E dunque l’ho già alle mie spalle… Ma sento che anche le frasi successive saranno difficili, la terza, la sesta, la decima, fino all’ultima, perché devo parlare della poesia. Su questo argomento mi sono pronunciata di rado, quasi mai. E sempre accompagnata dalla convinzione di non farlo nel migliore dei modi. Per questo il mio discorso non sarà troppo lungo. Ogni imperfezione è più facile da sopportare se la si serve a piccole dosi.
Il poeta odierno è scettico e diffidente anche – e forse soprattutto – nei confronti di se stesso. Malvolentieri dichiara in pubblico di essere poeta – quasi se ne vergognasse un po’. Ma nella nostra epoca chiassosa è molto più facile ammettere i propri difetti, se si presentano bene, e molto più difficile le proprie qualità, perché sono più nascoste, e noi stessi non ne siamo convinti fino in fondo…
In questionari o in conversazioni occasionali, quando il poeta deve necessariamente definire la propria occupazione, egli indica un genere “letterato” o nomina l’altro lavoro da lui svolto. La notizia di avere a che fare con un poeta viene accolta dagli impiegati o dai passeggeri che sono con lui sull’autobus con una leggera incredulità e inquietudine, Suppongo che anche un filosofo susciti un eguale imbarazzo. Egli si trova tuttavia in una situazione migliore, perché per lo più ha la possibilità di abbellire il proprio mestiere con un qualche titolo scientifico, Professore di filosofia – suona molto più serio.
Ma non ci sono professori di poesia. Se così fosse, vorrebbe dire che si tratta d’una occupazione che richiede studi specialistici, esami sostenuti con regolarità, elaborati teorici arricchiti di bibliografia e rimandi, e infine diplomi ricevuti con solennità. E questo a sua volta significherebbe che per diventare poeta non bastano fogli di carta, sia pure riempiti di versi più eccelsi – ma che è necessario, e in primo luogo, un qualche certificato con un timbro. Ricordiamoci che proprio su questa base venne condannato al confino il poeta russo, poi premio Nobel, Iosif Brodskij. Fu ritenuto un “parassita” perché non aveva un certificato ufficiale che lo autorizzasse ad essere poeta…
Anni fa ebbi l’onore e la gioia di conoscerlo di persona. Notai che a lui solo, tra i poeti che conoscevo, piaceva dire di sé “poeta”, pronunciava questa parola senza resistenze interiori, perfino con una certa libertà provocatoria. Penso che ciò fosse dovuto alle brutali umiliazioni da lui subite in gioventù.
Nei paesi felici, dove la dignità umana non viene violata con tanta facilità, i poeti ovviamente desiderano essere pubblicati, letti e compresi, ma non fanno molto, o comunque assai poco, per distinguersi quotidianamente fra gli altri esseri umani. Ma fino a non molto tempo fa, nei primi decenni del nostro secolo, ai poeti piaceva stupire con un abbigliamento bizzarro e un comportamento eccentrico. Si trattava però sempre di uno spettacolo destinato al pubblico. Arrivava il momento in cui il poeta si chiudeva la porta alle spalle, si liberava di tutti quei mantelli, orpelli e altri accessori poetici, e rimaneva in silenzio, in attesa di se stesso, davanti a un foglio di carta ancora non scritto. Perché, a dire il vero, solo questo conta.
E’ significativo che si producano di continuo molti film sulla biografia di grandi scienziati e grandi artisti. Registi di una qualche ambizione intendono rappresentare in modo verosimile il processo creativo che ha condotto a importanti scoperte scientifiche o alla nascita di famosissime opere d’arte. E’ possibile mostrare con un certo successo il lavoro di taluni scienziati: laboratori, strumentazione varia, meccanismi attivati riescono per un po’ a catturare l’attenzione degli spettatori. Ci sono inoltre momenti molto drammatici in cui non si sa se l’esperimento ripetuto per la millesima volta, solo con una leggera modifica darà finalmente il risultato atteso. Possono essere spettacolari i film sui pittori – è possibile ricreare tutte le fasi della nascita di un quadro, dal tratto iniziale fino all’ultimo tocco di pennello. I film sui compositori sono riempiti dalla musica – dalle prime battute che l’artista sente in sé, fino alla partitura completa dell’opera. Tutto questo è ancora ingenuo e non dice nulla su quello strano stato d’animo popolarmente detto “ispirazione”, ma almeno c’è di che guardare e di che ascoltare.
Le cose vanno assai peggio per i poeti. Il loro lavoro non è per nulla fotogenico. Una persona seduta al tavolino o sdraiata sul divano fissa con lo sguardo immobile la parete o il soffitto, di tanto in tanto scrive sette versi, dopo un quarto d’ora ne cancella uno, e passa un’altra ora in cui non accade nulla… Quale spettatore riuscirebbe a reggere un simile spettacolo?
Ho menzionato l’ispirazione. Alla domanda su cosa essa sia, ammesso che esista, i poeti contemporanei danno risposte evasive. Non perché non abbiano mai sentito il beneficio di tale impulso interiore. Il motivo è un altro. Non è facile spiegare a qualcuno qualcosa che noi stessi non capiamo.
Anch’io talvolta, di fronte a questa domanda, eludo la sostanza della cosa. Ma rispondo così: l’ispirazione non è un privilegio esclusivo dei poeti o degli artisti in genere. C’è, c’è stato e sempre ci sarà un gruppo di individui visitati dall’ispirazione. Sono tutti quelli che coscientemente si scelgono un lavoro e lo svolgono con passione e fantasia. Ci sono medici siffatti, ci sono pedagoghi siffatti, ci sono giardinieri siffatti e ancora un centinaio di altre professioni. Il loro lavoro può costituire un’incessante avventura, se solo sanno scorgere in esso sfide sempre nuove. Malgrado le difficoltà e le sconfitte, la loro curiosità non viene meno. Da ogni nuovo problema risolto scaturisce per loro un profluvio di nuovi interrogativi. L’ispirazione, qualunque cosa sia, nasce da un incessante “non so”.
Di persone così non ce ne sono molte. La maggioranza degli abitanti di questa terra lavora per procurasi da vivere, lavora perché deve. Non sono essi a scegliersi il lavoro per passione, sono le circostanze della vita che scelgono per loro. Un lavoro non amato, un lavoro che annoia, apprezzato solo perché comunque non a tutti accessibile, è una delle più grandi sventure umane. E nulla lascia presagire che i prossimi secoli apporteranno in questo campo un qualche felice cambiamento.
Posso dire pertanto che se è vero che tolgo ai poeti il monopolio dell’ispirazione, li colloco comunque nel ristretto gruppo degli eletti dalla sorte.
A questo punto possono sorgere dei dubbi in chi mi ascolta. Allora anche carnefici, dittatori, fanatici, demagoghi in lotta per il potere con l’aiuto di qualche slogan, purché gridato forte, amano il proprio lavoro e lo svolgono altresì con zelante inventiva. D’accordo, loro “sanno”. Sanno, e ciò che sanno gli basta una volta per tutte. Non provano curiosità per nient’altro, perché ciò potrebbe indebolire la forza dei loro argomenti. E ogni sapere da cui non scaturiscono nuove domande, diventa in breve morto, perde la temperatura che favorisce la vita. Nei casi più estremi, come ben ci insegna la storia antica e contemporanea, può addirittura essere un pericolo mortale per la società.
Per questo apprezzo tanto due piccole paroline: “non so”. Piccole, ma alate. Parole che estendono la nostra vita in territori che si trovano in noi stessi e in territori in cui è sospesa la nostra minuta Terra. Se Isaak Newton non si fosse detto “non so”, le mele nel giardino sarebbero potute cadere davanti ai suoi occhi come grandine e lui, nel migliore dei casi, si sarebbe chinato a raccoglierle, mangiandole con gusto. Se la mia connazionale Maria Sklodowska Curie non si fosse detta “non so” sarebbe sicuramente diventata insegnante di chimica per un convitto di signorine di buona famiglia, e avrebbe trascorso la vita svolgendo questa attività, peraltro onesta. Ma si ripeteva “non so” e proprio queste parole la condussero, e per due volte, a Stoccolma, dove vengono insignite del premio Nobel le persone di animo inquieto ed eternamente alla ricerca.
Anche il poeta, se è vero poeta, deve ripetere di continuo a se stesso “non so”. Con ogni sua opera cerca di dare una risposta, ma non appena ha finito di scrivere già lo invade il dubbio e comincia a rendersi conto che si tratta d’una risposta provvisoria e del tutto insufficiente. Perciò prova ancora una volta e un’altra ancora, finché gli storici della letteratura non legheranno insieme prove della sua insoddisfazione di sé, chiamandole “patrimonio artistico”…
…Il mondo, qualunque cosa noi ne pensiamo, spaventati dalla sua immensità e dalla nostra impotenza di fronte a esso, amareggiati dalla sua indifferenza alle sofferenze individuali ( di uomini, animali, e forse piante, perché chi ci dà la certezza che le piante siano esenti dalla sofferenza?), qualunque cosa noi pensiamo dei suoi spazi trapassati dalle radiazioni delle stelle, stelle intorno a cui si sono già cominciati a scoprire pianeti ( già morti? Ancora morti?), qualunque cosa pensiamo di questo smisurato teatro, per cui abbiamo sì il biglietto d’ingresso, ma con una validità ridicolmente breve, limitata dalle due date categoriche, qualunque cosa ancora noi pensassimo di questo mondo – esso è stupefacente.
Ma nella definizione “stupefacente” si cela una sorta di tranello logico. Dopotutto ci stupisce ciò che si discosta da una qualche norma nota e generalmente accettata, da una qualche ovvietà a cui siamo abituati. Ebbene, un simile mondo ovvio non esiste affatto. Il nostro stupore esiste per se stesso e non deriva da nessun paragone con alcunché.
D’accordo, nel parlare comune, che non riflette su ogni parola, tutti usiamo i termini: “mondo normale”, vita normale normale corso delle cose… Tuttavia nel linguaggio della poesia, in cui ogni parola ha un peso, non c’è più nulla di ordinario e normale. Nessuna pietra e nessuna nuvola su di essa. Nessun giorno e nessuna notte che lo segue. E soprattutto nessuna esistenza di nessuno in questo mondo.
A quanto pare i poeti avranno sempre molto da fare.
7 dicembre 1996
Giacomo Franca reshared this.
Lo Spyware Paragon Colpisce i Giornalisti: Nel Mirino Anche Francesco Cancellato di Fanpage!
Un giornalista investigativo italiano, è stato preso di mira da uno spyware sviluppato dalla società israeliana Paragon Solutions riporta The Guardian, secondo una notifica ricevuta tramite WhatsApp.
Francesco Cancellato, caporedattore del sito di giornalismo investigativo Fanpage, è stato il primo a denunciare pubblicamente l’attacco, dopo che WhatsApp ha annunciato venerdì che 90 giornalisti e membri della società civile erano stati colpiti dallo spyware.
Il giornalista, come molte altre persone la cui identità resta sconosciuta, ha dichiarato di aver ricevuto l’avviso dall’app di messaggistica nel pomeriggio di venerdì. WhatsApp, di proprietà di Meta, non ha divulgato i nomi delle vittime né la loro posizione esatta, ma ha confermato che gli attacchi hanno coinvolto individui in oltre due dozzine di Paesi, inclusa l’Europa.
WhatsApp ha affermato di aver scoperto che Paragon stava prendendo di mira i suoi utenti a dicembre e di aver bloccato il vettore utilizzato per “probabilmente compromettere” gli individui. Come altri produttori di spyware, Paragon vende l’uso del suo spyware, noto come Graphite, ad agenzie governative, che dovrebbero usarlo per combattere e prevenire la criminalità.
Lo spyware di Paragon è stato presumibilmente consegnato a bersagli che sono stati inseriti in chat di gruppo senza il loro permesso, e ha inviato malware tramite PDF nella chat di gruppo. Paragon crea spyware no-click, il che significa che gli utenti non devono cliccare su alcun link o allegato per essere infettati; viene semplicemente consegnato sul telefono del target.
Non è chiaro per quanto tempo Cancellato possa essere stato compromesso. I giornalisti sotto copertura di Fanpage, sebbene non Cancellato personalmente, si erano infiltrati in gruppi e forum di chat utilizzati dai membri della Gioventù Nazionale, un’ala del partito Fratelli d’Italia.
L’emittente ha pubblicato clip di membri della Gioventù Nazionale che cantavano “Duce” (un riferimento a Benito Mussolini) e “sieg Heil”, e si vantavano dei loro legami familiari con personaggi storici legati al terrorismo neofascista. Le storie sono state pubblicate a maggio.
Cancellato, 45 anni, ha detto di non aver avuto motivo di sospettare a dicembre che il suo dispositivo mobile fosse stato compromesso e che nessuna autorità gli ha mai detto che era sotto inchiesta.
L'articolo Lo Spyware Paragon Colpisce i Giornalisti: Nel Mirino Anche Francesco Cancellato di Fanpage! proviene da il blog della sicurezza informatica.
Feed Wordpress
Sono nuovo, ho scoperto che posso importare qui il feed del mio blog su Wordpress e della e-zine a cui collaboro, ma non ho capito se li vedo solo io o se sono pubblici.
Si tratta di RadioTarantula e Free Zone Magazine. Puoi illuminarmi per favore?
Grazie!
Il Ministero Della Difesa, Colpito Da OverFlame! Secondo DDoS in 6 giorni
Il gruppo di hacktivisti russi OverFlame ha sferrato un nuovo attacco DDoS (Distributed Denial of Service) contro il Ministero della Difesa italiano il 30 di gennaio, segnando la seconda offensiva in pochi giorni al ministero del nostro Paese. In precedenza, il 26 Gennaio, il collettivo “Mr Hamza” ha colpito il ministero.
L’azione è stata rivendicata tramite il loro canale Telegram, dove hanno pubblicato screenshot che dimostrano l’indisponibilità del sito ufficiale del ministero il 30 di gennaio tramite checkhost.
Cos’è un attacco DDoS?
Un attacco DDoS è una tecnica utilizzata dai cybercriminali per rendere inutilizzabile un sito web o un servizio online. Il metodo prevede l’invio di un’enorme quantità di richieste al server bersaglio, sovraccaricandolo fino a provocarne il blocco temporaneo o permanente.
Questo tipo di attacco non mira direttamente a rubare dati, ma a interrompere la normale operatività di un sistema, causando danni economici e di reputazione.
La strategia di OverFlame
OverFlame si è già fatto notare il 20 gennaio scorso, quando ha tentato di colpire il sito dell’AISE. Il gruppo utilizza attacchi DDoS per protestare contro le politiche europee e italiane, adottando una retorica di sfida contro i governi occidentali.
Nel loro ultimo messaggio su Telegram, hanno ironizzato sull’Italia, facendo riferimento agli “amanti della pizza” e celebrando il loro successo con il tag #Italy404, chiaro riferimento all’errore HTTP che indica una pagina non disponibile.
Buona e produttiva mattina Russia! 🇷🇺
Questa volta i Coon hanno attaccato il sito web del Ministero italiano. 🇮🇹
Rapporto:
❌check-host.net/check-report/22…
Mettete fine agli amanti della pizza 🍕🤢
#Italia404
OverFlame|FORUM|contatti -> @OverFlame_contatti_bot
Obiettivi e possibili sviluppi
Gli attacchi DDoS di OverFlame sembrano seguire una strategia ben precisa, colpendo siti governativi e istituzionali per dimostrare la loro capacità di causare disservizi. Questo tipo di azione, sebbene non rappresenti una minaccia diretta alla sicurezza dei dati, mette in evidenza le vulnerabilità delle infrastrutture digitali nazionali e la necessità di implementare misure di difesa più efficaci.
Secondo esperti di cybersecurity, il rischio di nuovi attacchi è alto, e OverFlame potrebbe continuare a prendere di mira istituzioni europee, intensificando la propria attività nei prossimi mesi. Per proteggersi da attacchi di questo tipo, le istituzioni e le aziende devono adottare soluzioni di mitigazione DDoS, tra cui:
- Utilizzo di servizi di protezione avanzati forniti da provider specializzati come Cloudflare, Akamai o Radware.
- Monitoraggio del traffico in tempo reale per individuare e bloccare picchi anomali di richieste.
- Implementazione di filtri e firewall capaci di riconoscere e respingere traffico dannoso.
- Rafforzamento dell’infrastruttura IT con server distribuiti e ridondanti per evitare sovraccarichi critici.
Conclusione
L’attacco di OverFlame conferma che l’Italia è tra i bersagli preferiti degli hacktivisti filo-russi.
Questo tipo di minaccia, se non affrontata adeguatamente, potrebbe causare danni significativi ai servizi digitali pubblici. Resta da vedere quali misure verranno adottate dalle autorità italiane per rafforzare la resilienza delle proprie infrastrutture digitali e contrastare le future offensive cyber.
Questa informazione è stata acquisita attraverso l’utilizzo della piattaforma Recorded Future, partner strategico di Red Hot Cyber e leader nell’intelligence sulle minacce informatiche, che fornisce analisi avanzate per identificare e contrastare le attività malevole nel cyberspazio.
L'articolo Il Ministero Della Difesa, Colpito Da OverFlame! Secondo DDoS in 6 giorni proviene da il blog della sicurezza informatica.
Rosa Casciano likes this.
Mi presento scrivendo un post di prova
Non molto intuitivo ma nemmeno incomprensibile. Penso che potrei trovarmi bene.
Ho un po' di difficoltà a trovare contatti che condividano i miei principali interessi (la musica, la psicoterapia e quello che c'è in mezzo), ma immagino sia solo questione di darsi un po' di tempo e cercare meglio.
like this
Luca🇮🇹🚜🏎️✈️ reshared this.
Time vs Money, 3D Printer Style
A few months ago, Hackaday’s own Al Williams convinced me to buy a couple of untested, returned-to-manufacturer 3D printers. Or rather, he convinced me to buy one, and the incredible success of the first printer spurred me on to the second. TL;DR: Lightning didn’t strike twice, but I’d still rate it as worth my time. This probably isn’t a good choice for your first printer, but if you’ve done the regular maintenance on your first printer already, I’d recommend it for your second or twelfth.
As background, Al has been volunteering with local schools to teach a 3D printing summer class, and this means outfitting them with a 3DP lab on the dirt cheap. His secret is to buy last year’s model which has all of the features he needs – most importantly for the kids, automatic bed height probing – but to buy it from the scratch-and-dent shelf at Creality. Why? Because they are mid-grade printers, relatively new, but on deep discount.
How deep? I found an essentially endless supply of printers that retail for $300 on discount for $90 each. The catch? It might work, it might not. I bought my son one, because I thought that it would at least make a good project for us to work on together. Those plans were spoiled – it worked absolutely flawlessly from the moment we bolted it together, and he runs 24-hour jobs on the thing without fear. From the look of the build plate, it had been used exactly once and returned for whatever reason. Maybe the owner just didn’t want a 3D printer?
The siren song of straightforward success was too much for me to resist, and I picked another up to replace my aging A8 which was basically a kit for a 3D printer, and not a particularly good one at that, but could be made to work. My scratch-and-dent Creality came with a defective bed-touch sensor, which manifest itself as a random absolute refusal to print.
I took it apart, but the flaw is in the design of the V1 touch sensors – the solenoid requires more current to push down than the 3DP motherboard can reliably deliver. It works 100% of the time on my bench power supply, but in situ it fails about 30% of the time, even after hitting it with graphite and making sure everything is mechanically sound. Creality knows this and offers a free trade-in, just not for me. The new version of the Creality probe costs $50 new, but you can get cheap knock-off BL Touch models for $14. Guess what I did?
And guess what bit me? The cheapo touch probe descends a bit slower than the Creality version should, and the firmware is coded to time-out in an extra-short timeframe. Thankfully, Creality’s modifications to Marlin are all open source, and I managed to tweak and flash a new firmware that made it work 100% of the time, but this was at a cost of probably eight hours of bug-hunting, part-ordering, and firmware-compiling. That said, I got some nice extra features along the way, which is the advantage of a printer running open-source firmware.
So my $300 printer cost me $105, plus eight hours of labor. I only charge one coffee per hour for fun hardware debugging tasks, but you may have a different valuation. Taken together with my son’s printer, we have $600 worth of printer for under $200 plus labor, though, which starts to sound a little better.
Is gambling on an untested return 3D printer worth it? For us, I would say it was, and I’d do it again in a few years. For now, though, we’ve got three printers running and that’s all we need. Have you gone down this perilous path?
This article is part of the Hackaday.com newsletter, delivered every seven days for each of the last 200+ weeks. It also includes our favorite articles from the last seven days that you can see on the web version of the newsletter. Want this type of article to hit your inbox every Friday morning? You should sign up!
Rosa Casciano likes this.
l’invito a nozze che ruba i tuoi dati! La nuova minaccia che distribuisce l’infostealer Tria
Gli specialisti di Kaspersky Lab hanno scoperto un nuovo stealer, Tria, che ruba dati da SMS, app di messaggistica istantanea e posta elettronica sugli smartphone infetti. Gli aggressori distribuiscono Tria tramite chat personali e di gruppo su programmi di messaggistica istantanea, spacciando il malware per un invito a un matrimonio.
La campagna è attiva da marzo 2024 e gli attacchi sono attualmente limitati a due soli Paesi: Malesia e Brunei. Tuttavia, gli esperti sottolineano che gli utenti di altre regioni, potrebbero imbattersi in uno schema simile.
I truffatori inviano alle potenziali vittime un presunto invito a nozze e chiedono loro di installare un file APK per visualizzarlo. Ovviamente, invece di visualizzare l’invito, la persona scarica il malware sul proprio dispositivo. Allo stesso tempo, Tria si maschera da applicazione delle impostazioni di sistema e il proprietario del dispositivo potrebbe non notare nulla di sospetto.
Durante l’installazione, il malware richiede il numero di telefono della vittima e le autorizzazioni che consentiranno l’accesso a dati e funzioni riservate. Tra questi rientrano l’accesso agli SMS, alle notifiche, ai registri delle chiamate e all’attività di rete.
Se vengono ottenuti i diritti necessari, gli aggressori sono in grado di intercettare password e codici di sicurezza per rubare account WhatsApp e Telegram e distribuire ulteriormente il file APK dannoso ai contatti presenti sul dispositivo della vittima.
Inoltre, grazie alla capacità di intercettare gli SMS, gli aggressori possono accedere anche agli account di altri servizi, richiedendo codici OTP per effettuare l’accesso. Inoltre, una delle versioni scoperte del programma Tria stealer si distingue per il fatto che consente agli aggressori di leggere i messaggi personali delle vittime nei programmi di messaggistica istantanea e nella posta elettronica (Gmail, Outlook, Yahoo Mail).
Nel corso delle indagini, gli esperti hanno scoperto elementi in lingua indonesiana: diverse stringhe univoche nel malware stesso, nonché un modello di denominazione per i bot di Telegram utilizzati per comunicare con il server di comando e controllo. Sulla base di ciò, i ricercatori hanno concluso che gli aggressori dietro gli attacchi di Tria sono di lingua indonesiana.
“Gli aggressori rubano account di messaggistica istantanea per distribuire l’infostealer Tria oltre a inviare loro messaggi chiedendo di trasferire denaro. L’invio di inviti elettronici a matrimoni e altri eventi è diventata una prassi comune. I truffatori lo sanno e sfruttano la scarsa alfabetizzazione digitale degli utenti, pronti a scaricare applicazioni dubbie che presumibilmente servono a visualizzare immagini o video dai messenger”, commenta Dmitry Galov, responsabile di Kaspersky GReAT in Russia.
L'articolo l’invito a nozze che ruba i tuoi dati! La nuova minaccia che distribuisce l’infostealer Tria proviene da il blog della sicurezza informatica.
Come è equipaggiata l’Aeronautica militare cinese. Scrive Valori
@Notizie dall'Italia e dal mondo
Dopo essere entrata nel 21° secolo, la Repubblica Popolare della Cina si è trasformata da un Paese in via di sviluppo in una grande potenza che ha attirato molta attenzione fra le forze armate mondiali. Forse in passato la potenza della Repubblica Popolare della Cina è stata apprezzata
Human library - il dopo
Caro diario:
L'esperienza di essere un "#librovivente" oggi è stata intensa, molto più delle volte precedenti.
Forse perché invece di avere un "lettore" singolo, i lettori erano gruppetti di persone (una signora era commossa, un'altra impassibile, la ragazzina dolcemente curiosa), o forse perché è stata una settimana emotivamente difficile... beh oggi non riuscivo a mantenere la concentrazione e non so nemmeno se sono riuscita a fare passare il messaggio che volevo 🤷🏽♀️
Quando la biblioteca ha chiuso io e Robiel siamo rimasti a scambiarci impressioni sulla mattinata , poi lui ha voluto raccontarmi la sua storia che in qualche modo si intreccia con la mia.
Già la conoscevo in parte. Ma sentirla così, nell'intimità della biblioteca chiusa e con poca luce, mi ha scossa profondamente.
Adesso ho bisogno di dormire un po'.
like this
reshared this
Massimo Max Giuliani likes this.
Ecco una visione sincera sul futuro dell'industria. E del mondo.
A ognuno le proprie valutazioni sul rapporto fra uovo e gallina (viene prima l'industria di armi che ha bisogno di guerre o le guerre che han bisogno di chi produce armi?).
Due ipocrisie su Almasri
@Politica interna, europea e internazionale
L'articolo Due ipocrisie su Almasri proviene da Fondazione Luigi Einaudi.
Spese militari e sinergia con la Nato. Cavo Dragone parla ai leader Ue
@Notizie dall'Italia e dal mondo
“Ogni nazione della Nato dovrà raggiungere rapidamente livelli di spesa per la difesa superiori al 2% del Pil perché abbiamo stabilito che non basta più. Con tempi e modi che ciascuna nazione stabilirà in base alla propria situazione, perché rimangono nazioni sovrane”. Lo ha detto all’Ansa l’ammiraglio Giuseppe Cavo
Notizie dall'Italia e dal mondo reshared this.
FREE ASSANGE Italia
🔴Recensione di Nuovofilm Studio sulla serata di Savona https://www.facebook.com/100063581406438/posts/1162662369196466/?mibextid=rS40aB7S9Ucbxw6vTelegram
Signor Amministratore ⁂ likes this.
Grazie in effetti sono piuttosto disorientato. Ho capito che Friendica fa parte del poliverso, ma non ho capito perché Friendica non appare mai.. e mi sembra insolito accedere via browser senza passare per un app. Ho provato Rangoon ma anche lì non è molto chiaro neppure come seguire dei profili. Inoltre compaiono post poco interessanti, tipo di una clericale papista scatenata, e non so neppure come toglierla..
Periferia Letteraria, organizza oggi alle 18:30, presso la Casa della Poesia, in via Dego 6 a Torino, un interessante "ponte" culturale fra Italia e Romania, con l'omaggio al poeta ottocentesco Mihai Eminescu.
Coordina l'evento Ramona Paraiala , con lei ne parlano Maria Gradinaru, Silvia Rosa, Anna Ruotolo e Mauro Ferrari.
Il mio giardino persiano
Il mio giardino persiano
In Iran, la vecchiaia può essere particolarmente dura per una vedova. Mahin (Lily Farhadpour) vive in una casa spaziosa a Teheran, ma la solitudine scandisce le sue giornate.www.altrenotizie.org
RD Congo, la geopolitica del saccheggio
RD Congo, saccheggio e geopolitica
La situazione nella parte orientale della Repubblica Democratica del Congo (RDC) è ormai sull’orlo del precipizio in seguito all’ingresso nella città strategica di Goma, capitale della provincia del Kivu settentrionale, della milizia di etnia Tutsi M…www.altrenotizie.org
gianlucamantoani.blog likes this.
gianlucamantoani.blog reshared this.
#IA: il terremoto di #Deepseek
IA: il terremoto di DeepSeek
L’intelligenza artificiale cinese DeepSeek scuote il mondo della tecnologia con modelli AI efficienti e competitivi L’azienda cinese di intelligenza artificiale DeepSeek ha provocato una vera e propria onda d’urto nella comunità tecnologica con la di…www.altrenotizie.org
Lorenzo Ci reshared this.
Topolini in cerca di calore, galline in cerca di coccole
L'altro giorno ho catturato un topolino che mi era entrato in cucina. Ho comprato una di quelle scatoline trasparenti coi buchi che intrappolano e trattengono l'animale senza ucciderlo, così che lo puoi portare fuori in un prato, liberarlo, e lasciare che madre natura faccia il proprio corso. Mi è sembrato un buon compromesso. Nel mentre lo stavo portando fuori, l'ho visto avvicinarsi più volte alla mia mano, annusarla attraverso i buchi e, dopo una prima sensazione di fastidio da parte mia visto che ho sempre avuto una particolare avversione per i topi, ho "scoperto" il suo musetto e ho iniziato ad apprezzarlo, a provare un moto di tenerezza. In quel momento secondo me i miei neuroni specchio si sono attivati nei confronti di quella creaturina, provando i tre passi dell'empatia di cui parlava Edith Stein (meravigliosa fenomenologa allieva di Husserl morta ad Auschwitz). Dopo averlo liberato l'ho guardato allontanarsi senza particolare fretta, come se non gli avessi incusso alcun timore.
Dopo essere tornato sui miei passi, ha colpito la mia attenzione un piccolo cartello sulla derattizzazione a cui fino a quel momento non avevo mai fatto caso, e lì mi sono partite parecchie riflessioni. Una mia dissonanza cognitiva per esempio risiede certamente nel considerare quell'animaletto meritevole di simpatia e di essere lasciato libero di vivere in pace, ma allo stesso tempo nel comprendere le ragioni della derattizzazione, e soprattutto della sperimentazione animale, senza la quale arrivare a capire importanti meccanismi salvavita sarebbe molto più complicato, se non addirittura impossibile.
Penso anche a mia mamma, e alle nostre tre galline con le quali ha instaurato un rapporto incredibile, per certi versi simile a quello che si potrebbe osservare tra un umano e un cane: la seguono per il cortile, la chiamano, si avvicinano per farsi accarezzare e coccolare. Non nascondo che, da quando ho conosciuto quelle tre creature, se vedo un pollo arrosto lo guardo in modo molto diverso da prima.
Ad oggi (premessa necessaria , visto che i miei giudizi mutano con l'aumento della conoscenza su un determinato argomento) penso che molti antispecisti ragionino identificandosi con un loro animale domestico più o meno ideale, non necessariamente reale, e in quel caso li capisco al mille per cento, e sono totalmente dalla loro parte. Quello che ti può dare un cane o un gatto ha un che di miracoloso, pensiamo soltanto alla pet therapy per esempio, ma non solo.
Un altro paio di maniche è allargare il campo di appartenenza di questa sorta di "cerchia protetta", il cui confine è per forza di cosa sfumato, mai esente da aporie a mio modo di vedere insanabili.
Prima o poi leggerò il famoso libro di Singer di cui al momento mi sfugge il titolo, è lì tra i testi che mi sono segnato di affrontare per comprenderne le argomentazioni e riflettere. Sicuramente contribuirà ad ampliare il mio punto di vista su questa questione.
like this
reshared this
Trump: CoorDown, “pericoloso passo indietro” con gli attacchi alle persone con disabilità - AgenSIR
"Resisteremo. Continueremo a costruire un mondo più equo e inclusivo". Così CoorDown, coordinamento nazionale delle associazioni delle persone con sindrome di Down, denuncia le dichiarazioni di Donald Trump, che ha attribuito senza prove l'incidente …Riccardo Benotti (AgenSIR)
Rutte incontra i commissari Ue per fare il punto sulla Difesa. I dettagli
@Notizie dall'Italia e dal mondo
Il segretario generale dell’Alleanza Atlantica, Mark Rutte, ha incontrato la squadra dei commissari europeo al completo per discutere su temi strategici come il rafforzamento della prontezza difensiva, l’incremento della produzione industriale nel settore della difesa e una maggiore convergenza tra le
Left Wing
Sono passati oltre cinquant’anni da quando Ernesto Rossi coniò la famosa e poco lusinghiera definizione di “padroni del vapore” per indicare i capitalisti italiani.Ronny Mazzocchi (Left Wing)
This is Behind the Blog, where we share our behind-the-scenes thoughts about how a few of our top stories of the week came together. This week, we discuss AI's boom or bust, trying Github's Copilot, and making time for good ideas.
This is Behind the Blog, where we share our behind-the-scenes thoughts about how a few of our top stories of the week came together. This week, we discuss AIx27;s boom or bust, trying Githubx27;s Copilot, and making time for good ideas.#BehindTheBlog
Behind the Blog: Boom, Bust, and Big Ideas
This is Behind the Blog, where we share our behind-the-scenes thoughts about how a few of our top stories of the week came together. This week, we discuss AI's boom or bust, trying Github's Copilot, and making time for good ideas.Samantha Cole (404 Media)
Perché l’Europa deve rivedere la sua strategia spaziale nell’era Musk. L’analisi di Bianchi
@Notizie dall'Italia e dal mondo
“Non ci hanno visto arrivare…”, la frase che un noto esponente politico proferì vincendo elezioni interne al proprio partito per descrivere, in maniera efficace, la scarsa capacità dell’establishment di leggere con chiarezza i segnali di
Massimo Max Giuliani
in reply to Massimo Max Giuliani • •Signor Amministratore ⁂ likes this.
Signor Amministratore ⁂
in reply to Massimo Max Giuliani • •@Massimo Max Giuliani Friendica ha già un lettore integrato con il quale puoi addirittura ricondividere attraverso il tuo profilo i post intercettati tramite feed.
Per farlo deve andare sul profilo rss seguito e impostare la ricondivisione del contenuto come se fossero tuoi messaggi (l'impostazione si chiama proprio "duplica come i miei messaggi").
La scelta di utilizzare il sistema integrato di Friendica oppure mastofeed dipende solo dall'utilizzo che ne vuoi fare:
1) con l'impostazione nativa di Friendica puoi ricondividere tutto il feed catturato che, a seconda di come la impostato il blog, può essere il riassunto del post oppure tutto il post; tuttavia non puoi fare alcuna personalizzazione
2) con mastofeed hai un limite di caratteri, perché è stato pensato per mastodon, Ma puoi personalizzare il post anche utilizzando la formattazione bbcode di Friendica. È, per esempio, puoi pubblicare il tuo post in una comunità Lemmy (vedi qui, per un esempio)
Si tratta perciò di due strumenti simili che poi utilizzare per esigenze diverse e che, volendo, puoi utilizzare contemporaneamente, Fermo restando che devi fare attenzione alla ridondanza e a quelli che chiamo effetto larsen... 🤣
Massimo Max Giuliani
in reply to Massimo Max Giuliani • •Grazie!
Signor Amministratore ⁂ likes this.
Signor Amministratore ⁂
in reply to Massimo Max Giuliani • •Comunque ricorda che gli account esclusivamente bot devono essere preferibilmente dichiarati come tali. Se il blog è tuo, ha invece più senso pubblicarne i post direttamente dal tuo account, che a quel punto non è un vero bot, ma solo un account con alcune componenti di pubblicazione automatica
Massimo Max Giuliani likes this.
Massimo Max Giuliani
in reply to Signor Amministratore ⁂ • •Per il sito collettivo con cui collaboro magari l'account bot potrebbe avere più senso.
Grazie molte. Bello qua, mi troverò bene.
like this
Strano Biovolta e Signor Amministratore ⁂ like this.