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Presunto Data Leak da EY: 4 TB di Backup SQL Esposti su Cloud Azure


Negli ultimi giorni il presunto data leak di Ernst & Young (EY) è diventato uno dei temi più discussi nel panorama della cybersecurity internazionale.

Ho deciso di ricostruire la vicenda passo dopo passo, partendo dalle evidenze tecniche condivise da Recorded Future e dall’analisi di Neo Security, per capire non solo come è avvenuta l’esposizione, ma anche cosa può insegnarci sul controllo degli asset digitali in ambienti cloud complessi come quelli di EY.

Il file, in formato .BAK, era raggiungibile senza autenticazione e potrebbe aver contenuto informazioni sensibili, come chiavi API, credenziali di servizio e token di autenticazione.

Recentemente si sono verificati episodi di blocchi riguardanti AWS e Microsoft Azure, a causa di configurazioni di accesso errate. Questi eventi fanno apparire il cloud come una fortezza fragile, che può essere compromessa da un semplice guasto o da una configurazione scorretta.
Fonte: NeoSecurity
L’episodio, pur essendo stato risolto rapidamente e senza evidenze di accessi malevoli, apre interrogativi sulla sicurezza post-acquisizione e sulla gestione della superficie d’attacco cloud.

La “cartografia digitale” di Neo Security


Come spiegato nel post ufficiale di Neo Security e nel report di Recorded Future, la scoperta è avvenuta durante un’operazione di attack surface mapping finalizzata a mappare le esposizioni pubbliche di grandi organizzazioni internazionali.

Durante la scansione, il team ha individuato un file .BAK accessibile senza autenticazione e ha eseguito una HEAD request, una richiesta HTTP che consente di leggere solo le intestazioni del file senza scaricarlo.

La risposta — HTTP 200 OK con un Content-Length di circa 4 TB — è bastata per capire che si trattava di un backup di dimensioni imponenti, potenzialmente contenente dati interni di grande valore.

Attraverso un’analisi dei metadati DNS e SOA, il bucket è stato collegato al dominio ey.com, riconducendolo all’infrastruttura EY.

In seguito, i ricercatori hanno identificato il file come un backup completo di Microsoft SQL Server, comprensivo non solo dello schema e dei dati applicativi, ma anche di possibili credenziali, chiavi API, token OAuth e password di servizio.

Dentro l’indagine di Neo Security


Neo Security descrive il proprio lavoro non come una semplice attività di scanning, ma come una vera e propria “cartografia digitale del rischio”, volta a individuare ciò che spesso le organizzazioni stesse ignorano di possedere.

Durante questa mappatura, il team ha rilevato l’anomalia su Azure e, attraverso una serie di richieste HTTP passive, ha confermato che il bucket era pubblicamente accessibile e conteneva un file di backup di circa 4 TB.

Secondo i ricercatori, la causa risiede in una ACL (Access Control List) configurata in modo errato: probabilmente un processo di backup automatizzato impostato su public per effetto di impostazioni di default troppo permissive.

Dopo la segnalazione, EY ha reagito con prontezza, chiudendo l’esposizione entro circa una settimana e collaborando con Neo Security nella fase di triage.

Pur non essendoci prove di un’esfiltrazione, il team sottolinea che i dati “potrebbero essere stati visibili a più soggetti durante la finestra temporale”, data la presenza costante di scanner automatici nel cyberspazio.
Questo articolo si basa su informazioni, integralmente o parzialmente tratte dalla piattaforma di intelligence di Recorded Future, partner strategico di Red Hot Cyber e punto di riferimento globale nell’intelligence sulle minacce informatiche. La piattaforma fornisce analisi avanzate utili a individuare e contrastare attività malevole nel cyberspazio.

L’esposizione nel tempo digitale


Nel suo articolo, Neo Security amplia la riflessione con un esempio concreto che rende perfettamente l’idea di cosa accade quando un asset cloud diventa pubblico anche solo per pochi minuti.

L’autore racconta di un precedente incident fintech, in cui un ingegnere aveva accidentalmente impostato come pubblico un bucket Amazon S3 e poi, dopo appena cinque minuti, aveva corretto l’errore convinto di essere al sicuro.

Non lo era affatto. In quei pochi minuti, l’intero database — con dati personali, credenziali e segreti aziendali — era già stato intercettato e copiato.

“Gli attaccanti non scansionano casualmente. Dispiegano migliaia di scanner automatizzati in ogni angolo di Internet.
Dispositivi IoT compromessi? Botnet. Router domestici violati? Botnet. Istanze cloud bucate? Botnet.”
(Neo Security, “The 4 TB Time Bomb”)

Queste reti di scanner distribuiti non “navigano” come utenti umani: setacciano costantemente l’intero spazio IPv4 — oltre 4,3 miliardi di indirizzi — in pochi minuti, sfruttando un’infrastruttura massicciamente parallela e ottimizzata per un solo scopo: trovare dati esposti.

È una sorta di “corsa all’oro automatizzata”, in cui ogni secondo conta. Ogni nuovo bucket S3, blob Azure o storage GCS configurato male diventa immediatamente bersaglio di migliaia di richieste simultanee.

Il tempo che separa lo stato misconfigured da exfiltrated non si misura più in ore o minuti, ma in secondi.

Nel caso citato da Neo Security, l’azienda vittima aveva registrato un picco anomalo del 400% sul traffico del sito web proprio in quei cinque minuti di esposizione: non erano utenti, ma bot automatizzati che scandagliavano ogni endpoint, alla ricerca di altri varchi.

Pochi minuti dopo, il database era già nei circuiti underground e l’azienda, schiacciata dal danno reputazionale e dai costi legali, non si è mai ripresa.

Questo esempio non serve a drammatizzare, ma a chiarire un punto fondamentale:
in un mondo dove le botnet scandagliano in tempo reale l’intera Internet, non esiste “errore temporaneo”. Anche un’esposizione di pochi istanti basta perché i dati vengano individuati, copiati e diffusi.

La dichiarazione EY


A seguito della divulgazione, EY ha diffuso una nota ufficiale:

“Several months ago, EY became aware of a potential data exposure and immediately remediated the issue. No client information, personal data, or confidential EY data has been impacted. The issue was localised to an entity that was acquired by EY Italy and was unconnected to EY global cloud and technology systems.”

La società precisa che l’incidente non avrebbe coinvolto la rete globale, ma una entità acquisita da EY Italia, separata dall’infrastruttura centrale del gruppo.

La dichiarazione di EY ha un tono rassicurante, ma mette in luce un punto critico spesso sottovalutato: la gestione della sicurezza nelle entità acquisite.

Ogni acquisizione porta con sé infrastrutture, procedure e talvolta vulnerabilità ereditate. Se questi ambienti non vengono integrati e sottoposti agli stessi standard globali, possono trasformarsi in punti ciechi nel perimetro di sicurezza.

Nel caso EY, non si tratta di un attacco sofisticato, bensì di un errore di configurazione in un ambiente ereditato. Tuttavia, in un contesto globale e distribuito, un singolo bucket dimenticato può generare un impatto reputazionale enorme — anche senza una violazione effettiva dei dati.

Impatto e raccomandazioni di Recorded Future


Nel suo commento finale, l’analista del team CTI di Recorded Future ricorda che, considerato il ruolo di EY nella gestione di audit, finanza e M&A, un’esposizione di questo tipo — se sfruttata — avrebbe potuto avere conseguenze regolatorie, operative e reputazionali.

L’azienda raccomanda di:

  • riesaminare periodicamente le ACL e le policy di accesso ai bucket cloud;
  • implementare strumenti di Cloud Security Posture Management (CSPM) per identificare configurazioni errate;
  • adottare soluzioni di Attack Surface Management (ASM) per garantire una visibilità costante sugli asset esposti.

Il caso EY dimostra che oggi la sicurezza nel cloud non dipende solo da firewall o crittografia, ma dalla consapevolezza completa degli asset digitali. Un singolo bucket mal configurato può trasformarsi in una bomba da 4 terabyte, pronta a esplodere sulla reputazione di un colosso globale.

Che l’origine sia una società acquisita in Italia o un processo di backup automatizzato, l’insegnamento resta lo stesso:

“You can’t defend what you don’t know you own.”

Non puoi difendere ciò che non sai di possedere — una frase che riassume perfettamente il cuore della sicurezza cloud moderna.

Fonti:


L'articolo Presunto Data Leak da EY: 4 TB di Backup SQL Esposti su Cloud Azure proviene da Red Hot Cyber.



3D Printering: Liquid-Filled Filament Was Not On Our Bingo Card


[Prusa] have a number of announcements, and one of the more unusual ones is that liquid printing is coming to the Prusa XL. Specifically, printing in real, heat-resistant silicone (not a silicone-like plastic) is made possible thanks to special filament and a special toolhead. It’s the result of a partnership with Filament2, and the same process could even be used to print with other liquids, including chocolate.
Look closely and you will see the detail in the nozzle, which mixes the two-part formula.
The process is as unusual as it is clever. The silicone is a two-part formula, but there is no reservoir or pump involved. Instead, there are two filaments, A and B. When mixed, they cure into solid silicone.

What is unusual is that these filaments have a liquid core. Upon entering the extruder, the outer sheath is cut away, and the inner liquid feeds into a mini mixing nozzle. The nozzle deposits the mixed silicone onto the print, where it cures. It isn’t clear from the demo where the stripped outer casing goes, but we assume it must get discarded or is possibly stowed temporarily until it can be removed.

Liquid-core filament is something we certainly didn’t have on our bingo card, but we can see how it makes sense. A filament format means the material can be handled, fed, and deposited precisely, benefiting from all of the usual things a filament-based printer is good at doing.

What’s also interesting is that the liquid toolhead can co-exist with other toolheads on the XL; in fact, they make a point of being able to extrude silicone as well as the usual thermoplastics into the same print. That’s certainly a trick no one else has been able to pull off.

There are a few other announcements as well, including a larger version of their Core One printer and an open-source smart spool standard called OpenPrintTag, a reusable and reprogrammable NFC insert for filament spools that gives you all of the convenience of automating color and material reading without the subtle (or overt) vendor lock-in that comes with it.

Watch a demo of the new silicone extruder in the video, embedded just under the page break. The new toolhead will be 1,009 USD when it launches in early 2026.

youtube.com/embed/Ugew7tXiU38?…


hackaday.com/2025/11/02/3d-pri…



Does 3D-Printed Foam Make Good Custom Tires?


Wouldn’t it be nice to 3D print an entire custom tire for small robots? It sure would, so [Angus] of [Maker’s Muse] decided to investigate whether nifty new filaments like expanding TPU offer anything new in this area. He did more than just print out a variety of smooth tires; he tested each with a motorized platform attached to a load cell, driving on a dusty sheet of MDF to simulate the average shop floor, or ant weight combat robot arena.

Why bother making your own wheels? As [Angus] points out, when one is designing their own robots from scratch, it’s actually quite difficult to find something off the shelf that is just the right size. And even if one does find a wheel that is just right, there’s still the matter of fitting it to the shaft. Things would be so much easier if one could simply 3D print both wheel and tire in a material that performs well.
Like TPU, but squishier.
Here’s what he found: Siraya Tech’s TPU air filament (about 70A on the Shore hardness scale) performed the best. This is TPU plus a heat-activated additive that foams up during extrusion, resulting in a flexible print that looks and feels more like foam than usual TPU. It makes a promising tire that performs as well as it looks. Another expanding filament, PEBA air (also from Siraya Tech) didn’t look or perform as well, but was roughly in the same ballpark.

Both performed better than the classic DIY options of 3D-printed plain TPU, or laser-cut EVA foam. It’s certainly a lot less work than casting custom tires.

What about adding a tread pattern? [Angus] gave it a try. Perhaps unsurprisingly, a knobby tire has worse traction compared to a smooth tire on smooth MDF. But sometimes treads are appropriate, and as [Angus] points out, if one is 3D printing tires then adding treads comes at essentially zero cost. That’s a powerful ability.

Even if you are not interested in custom wheels, that foaming TPU filament looks pretty nifty. See for yourself in the video, embedded just below. If you find yourself finding a good use for it, be sure to drop us a tip!

youtube.com/embed/Ky633_6OA6U?…


hackaday.com/2025/11/02/does-3…



in reply to Antonella Ferrari

ma come?
Era così coraggioso...

google.com/url?sa=t&source=web…



2025 Component Abuse Challenge: A Piezo Disk Powers A Transmitter


A piezo disk transducer is a handy part for reproducing beeps and boops, and can also function as a rudimentary microphone. Being a piezoelectric element, it can also generate usable power. Enough to run a radio transmitter? [b.kainka] is here to find out, with what may be the simplest possible transmitter circuit.

The active element in the circuit, such as it is, comes from a crystal. This functions as an extremely stable and high Q tuned circuit. When excited by a pulse of electricity, the circuit will carry oscillations in a similar manner to a bell ringing until the pulse is exhausted. A small lever fashioned from a piece of wire supplies the voltage by flexing the piezo disk and a contact, a diode discharges the reverse voltage as the disk returns to shape, and a small capacitor provides an AC path to ground. It works, if a small pulse of very low-power RF near the crystal’s frequency can be described as working.

It may not be the most practical transmitter, but it’s certainly something we’ve not seen before. It’s part of our 2025 Component Abuse Challenge, for which you still have time to make an entry yourself if you have one.

2025 Hackaday Component Abuse Challenge


hackaday.com/2025/11/02/2025-c…

Gazzetta del Cadavere reshared this.



Riflessione sul degrado umano e la deriva culturale

Stiamo attraversando un periodo storico in cui la coesione sociale sembra dissolversi: cresce l’individualismo, la fiducia reciproca si erode e riemerge una mentalità di chiusura, sospetto e semplificazione autoritaria. È la stessa dinamica che alimenta l’avanzata delle destre estreme in molti paesi.

Le cause non sono uniche: sono intrecciate tra ambiente, tecnologia, economia, cultura e psicologia collettiva.

Inquinamento invisibile: microplastiche e sostanze tossiche

Le microplastiche e le cosiddette “sostanze eterne” (PFAS, bisfenolo A, ftalati) sono ormai presenti in quasi tutti gli ecosistemi, nel suolo, nei fiumi, perfino nei nostri organi.

Studi recenti hanno trovato microplastiche nello stomaco umano, con una media di 9,4 particelle per individuo in analisi post-mortem.

La ricerca segnala effetti avversi su apparato digerente, respiratorio e riproduttivo, con alterazioni del microbioma intestinale e infiammazione cronica.

Queste sostanze interferiscono con ormoni e metabolismo, e potrebbero influenzare anche l’umore e la stabilità emotiva, come suggeriscono studi sugli interferenti endocrini.

Quando il corpo è indebolito da sostanze che alterano equilibrio e benessere, anche la mente collettiva si fa più fragile. Si diventa meno resistenti allo stress, più irritabili, più inclini al pessimismo o alla rabbia: un terreno fertile per la manipolazione politica e le derive estremiste.

Migrazione, identità e percezione del rischio

Le migrazioni — interne o internazionali — modificano il volto delle comunità e spesso suscitano sentimenti contrastanti.

Le ricerche mostrano che la paura dell’immigrazione è spesso scollegata dai dati reali sulla criminalità. In Cile, per esempio, un ampio studio ha rilevato che l’arrivo di immigrati ha aumentato la percezione di insicurezza, ma non i tassi reali di reato.

Altri studi confermano che non esiste un legame strutturale tra immigrazione e aumento della criminalità. Tuttavia, in contesti di esclusione o degrado urbano, la disorganizzazione sociale può favorire fenomeni devianti.

Il tema più complesso riguarda la perdita di identità culturale. Quando le comunità si sentono trascurate o travolte da cambiamenti rapidi, nasce la nostalgia di un passato “più sicuro” e la ricerca di appartenenza esclusiva.

Questo sentimento, più psicologico che razionale, è una delle leve che spinge molti verso le ideologie di chiusura e nazionalismo radicale.

L’attenzione spezzata: genitori, cellulari e bambini

La trasformazione digitale sta cambiando in profondità anche la vita familiare. L’uso eccessivo del cellulare da parte degli adulti — e dei più piccoli — ha effetti che iniziamo solo ora a comprendere pienamente.

Una ricerca del 2023 ha mostrato che i genitori distratti dal telefono riducono la vigilanza e l’interazione affettiva con i figli, con conseguenze sullo sviluppo emotivo.

Una meta-analisi su 51 studi ha trovato una correlazione significativa tra uso eccessivo dello smartphone e sentimenti di trascuratezza o disagio nei bambini.

L’esposizione prolungata agli schermi è legata a disturbi del sonno, ansia, calo dell’empatia e difficoltà scolastiche.

Non si tratta solo di salute mentale: una generazione che cresce senza un contatto empatico costante rischia di diventare più isolata, più fragile, meno capace di fidarsi. È un terreno in cui le semplificazioni e le ideologie estreme attecchiscono più facilmente.

La convergenza delle cause

Tutti questi fattori – ambientali, culturali, psicologici e tecnologici – si sommano.

Un corpo inquinato, una mente sovraccarica, una cultura frammentata e una socialità indebolita producono una società più ansiosa e polarizzata.

Le piattaforme digitali, con algoritmi che premiano emozioni forti, amplificano questa instabilità. E quando la paura diventa la lente con cui si guarda il mondo, la promessa dell’“uomo forte” o della “nazione pura” diventa seducente.

Possibili rimedi (se la volontà politica lo permetterà)

Ambiente e salute: riduzione dell’uso di plastiche monouso, monitoraggio delle microplastiche negli alimenti, bonifica delle aree contaminate, limiti severi ai PFAS e agli interferenti endocrini.

Migrazione e coesione: integrazione reale (lingua, lavoro, partecipazione civica), contrasto alla segregazione urbana, valorizzazione delle culture locali come parte di un mosaico comune.

Famiglia e educazione digitale: sensibilizzazione sull’uso equilibrato dei dispositivi, formazione dei genitori, tempo di qualità condiviso, spazi comunitari per il gioco e l’incontro.

Tecnologia e informazione: trasparenza degli algoritmi, promozione di contenuti che stimolino dialogo e fiducia, educazione al pensiero critico.

Politica e fiducia: lotta alla corruzione, finanziamenti trasparenti, consultazione dei cittadini nelle decisioni pubbliche.

Conclusione

La crisi dell’umanità non è un destino, ma il risultato di pressioni multiple che logorano il corpo, la mente e la comunità.

Ritrovare equilibrio significa tornare a prendersi cura del mondo fisico e di quello umano con la stessa attenzione: respirare aria pulita, ma anche ascoltare il prossimo; ridurre la plastica, ma anche la distanza emotiva.

Non esiste rigenerazione ecologica senza rigenerazione morale e sociale.




youtube.com/watch?v=j2Gmlj68FG…


Una buona serata, mi sono iscritto da poco e sto ancora cercando di capire come orientarmi, trovo difficoltà soprattutto nel trovare contenuti di mio interesse, per ora ho trovato attualità, politica, tecnologia, mi mancano contenuti divertenti, satira, contenuti leggeri o di How to... nell'ambiente linux. Avete qualche consiglio per me?
in reply to Elena Brescacin

@elettrona prima di tutto però dobbiamo capire quali sono gli argomenti di interesse di @ner0773
in reply to informapirata ⁂

@informapirata ⁂ @Elena Brescacin
Ho già trovato canali interessanti di news e politica, mi mancano cose più leggere, video divertenti, satira e qualche canale tech con tutorial per il mondo linux, tipo l'ottimo #morrolinux.
in reply to Nessuno

Tutte queste cose le puoi trovare anche avvalendoti dei gruppi Activity pub. Se non sai cosa sono puoi leggere qualcosa qui informapirata.it/2025/07/07/ti… e qui informapirata.it/2023/02/28/si…

PS: @morrolinux è anche lui qui nel fediverso

Puoi seguire anche @dajelinux @eventilinux @mte90 @redflegias @lealternative @acor3 e @graffio


Ti piacciono i vecchi forum, ma vorresti che fossero collegati ai social network e ai blog? Ecco citiverse.it, la città dei social liberi e l’alternativa ai gruppi locali Facebook!

Abbiamo bisogno di un’alternativa ai gruppi Facebook per gli utenti italiani, in particolare i gruppi locali; ma non potendo competere con Meta, dobbiamo fare in modo che gli utenti del forum non siano da soli…

informapirata.it/2025/07/07/ti…

#Citiverse #citiverseIt #fedditIt #Forum #Friendica #informapirata #LeAlternative #Lemmy #Poliverso

informapirata.it/2025/07/07/ti…


in reply to Nessuno

trovare i contenuti con i propri interessi, qui richiede più tempo, bisogna cercare nella timeline globale quello che piace.
Questa "scocciatura" in realtà è un gran vantaggio. Scorrendo la timeline globale si incontrano un sacco di persone interessanti. @informapirata @elettrona

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in reply to IlarioQ

Sensitive content

informapirata ⁂ reshared this.





Un'analisi completa dei comportamenti di consumo di sostanze tra gli adolescenti in tutta Europa


Il rapporto ESPAD 2024 “School Survey on Alcohol and Other Drugs”, pubblicato recentemente da #EUDA (l’ Agenzia dell'Unione europea sulle droghe il cui obiettivo generale è contribuire a migliorare la preparazione dell'Unione europea in materia di droghe), fornisce un'analisi completa dei comportamenti di consumo di sostanze tra gli adolescenti in tutta Europa. Questo rapporto approfondisce i risultati di sintesi pubblicati inizialmente a maggio 2025, descrivendo una generazione in fase di significativa trasformazione. Per garantire un'ampia accessibilità, il rapporto ESPAD 2024 è corredato da una serie di strumenti aggiuntivi. I risultati dell'ESPAD 2024 si riferiscono alle esperienze e alle percezioni degli studenti riguardo a una varietà di sostanze, tra cui tabacco, alcol, droghe illecite, inalanti, prodotti farmaceutici e nuove sostanze psicoattive (NPS). Vengono affrontati anche l'uso dei social media, dei videogiochi e del gioco d'azzardo.

Come detto, una sintesi dei principali risultati è stata pubblicata dalle organizzazioni a maggio 2025 ed è disponibile in 25 lingue sul sito web dell'EUDA (euda.europa.eu/index_en).

I punti salienti indicano che il consumo di alcol, tabacco e cannabis tra gli adolescenti continua a diminuire, ma che nuovi rischi comportamentali e per la salute sono in aumento. Il rapporto solleva crescenti preoccupazioni circa l'aumento dell'uso di sigarette elettroniche, l'uso non medico di farmaci da prescrizione e un aumento significativo dell'uso di social media, giochi online e gioco d'azzardo tra gli adolescenti. Queste tendenze sono più pronunciate tra le ragazze, dove i divari di genere di lunga data nell'uso di sostanze sembrano ridursi o addirittura invertirsi. Secondo il rapporto: "Sebbene il continuo calo dell'uso di sostanze già note sia positivo, ciò non corrisponde necessariamente a una riduzione del rischio. Infatti, l'interazione tra l'uso di sostanze psicoattive e i comportamenti digitali a rischio rappresenta una nuova e complessa sfida per la salute pubblica".

Lo studio, condotto in collaborazione con l'Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze (#EMCDDA) e coordinato dal Consiglio nazionale delle ricerche (#CNR), si basa su un'indagine del 2024 condotta in 37 paesi europei, inclusi 25 Stati membri dell'UE. Si tratta dell'ottava ondata di raccolta dati condotta dal progetto ESPAD dal 1995 e la prima condotta dopo la pandemia di COVID-19. Un totale di 113.882 studenti di età compresa tra 15 e 16 anni hanno partecipato a quest'ultima indagine, rispondendo a un questionario anonimo. Questa edizione segna 30 anni di monitoraggio dei comportamenti a rischio degli adolescenti in tutta Europa.

Tra le nuove sfide per le politiche e le pratiche, il rapporto evidenzia tre priorità strategiche: 1) Ampliare la prevenzione basata sull'evidenza scientifica: sono necessari approcci più ampi e basati sull'evidenza scientifica per affrontare l'intero spettro dei comportamenti a rischio dei giovani di oggi. 2) L'implementazione del Curriculum di Prevenzione dell'Unione Europea (EUPC), un programma di formazione per i professionisti della prevenzione ampiamente adottato dall'EMCDDA, rappresenta un passo avanti positivo, così come il registro Xchange dei programmi di prevenzione valutati dall'agenzia. 3) Dare priorità alla salute mentale e al benessere: le nuove vulnerabilità richiedono maggiore attenzione alla salute mentale e al benessere nelle scuole e nelle comunità. Approcci sensibili al genere nella promozione della salute sono necessari per affrontare i rischi emergenti tra le ragazze adolescenti.

Affrontare gli ambienti digitali

E’ necessaria un'azione urgente per sviluppare interventi che limitino l'esposizione dei giovani ai rischi digitali. Tra queste, la lotta ai potenziali danni del gioco online (ad esempio, la progettazione che crea dipendenza) o la prevenzione dell'accesso al gioco d'azzardo online da parte dei minori (ad esempio, una verifica più efficace dell'identità digitale e dell'età).

Il rapporto si conclude sottolineando la necessità di comprendere e rispondere meglio ai cambiamenti complessi e dinamici che plasmano la vita dei giovani e di costruire fiducia attraverso interventi multisettoriali e flessibili. "Solo attraverso una prospettiva così sistemica il rischio può essere trasformato in resilienza e si possono creare ambienti che supportino lo sviluppo di giovani più sani e consapevoli di sé". Il monitoraggio continuo e collettivo del progetto #ESPAD svolge un ruolo fondamentale nel promuovere la comprensione dei comportamenti a rischio degli adolescenti e nel fornire prove solide e comparabili nel tempo e tra i diversi paesi per orientare il processo decisionale.

Il rapporto ESPAD 2024 offre spunti unici per orientare la prevenzione e le politiche. A seguito della pandemia di COVID-19 e nel contesto dei conflitti in corso in Europa e Medio Oriente, l'ESPAD ha inoltre rafforzato la sua attenzione sul benessere mentale degli adolescenti. Questo ciclo di indagini ha incluso una nuova enfasi sul benessere mentale e sulle attività di prevenzione, riconoscendo la crescente importanza di questi fattori nel plasmare i risultati di salute degli adolescenti.

Il Rapporto è scaricabile qui: espad.org/sites/default/files/…

@Attualità, Geopolitica e Satira

fabrizio reshared this.



Furto al Louvre: la password “LOUVRE” del sistema di sorveglianza ha messo in crisi il museo


Abbiamo recentemente pubblicato un approfondimento sul “furto del secolo” al Louvre, nel quale sottolineavamo come la sicurezza fisica – accessi, controllo ambientale, vigilanza – sia oggi strettamente interconnessa alla sicurezza logica, ovvero reti, sistemi e dati.

In quell’articolo abbiamo descritto come l’attacco al Musée du Louvre potesse essere interpretato come un vero e proprio physical‑pen test messo in atto dai malintenzionati tramite tecniche avanzate di OSINT e di CTI (Cyber Threat Intelligence) preparatorie: una ricognizione dettagliata, studio dei turni, dei flussi, e delle vulnerabilità procedurali, che ha creato le condizioni per il colpo del secolo.

Il sistema di sicurezza aveva password banali


Il “colpo del secolo” continua a scuotere la Francia, e alcuni giornali hanno riportato delle clamorose falle nei sistemi di sicurezza del museo più visitato al mondo. Sembrerebbe che dei documenti ufficiali, risalenti al 2014 e aggiornati fino al 2024, mostrano che le password dei sistemi di videosorveglianza erano estremamente banali: “LOUVRE” e “THALES“, rispettivamente il nome del museo e del software di sicurezza incaricato di proteggerlo.

La scoperta, riportata da Libération, getta una luce critica su un sistema considerato impenetrabile, ma che mostra evidenti vulnerabilità. La ministra della Cultura, Rachida Dati, inizialmente difensiva, ha dichiarato che “gli allarmi hanno suonato”, ma ha poi ha riconosciuto davanti alla Commissione Cultura del Senato che “ci sono state mancanze nella sicurezza” e che servirà un’indagine approfondita per chiarire le responsabilità.

Il 20 ottobre, poco dopo l’apertura del museo, un camion con montacarichi parcheggiato contromano sulla facciata che si affaccia sulla Senna ha facilitato l’accesso a uno dei furti più audaci nella storia del Louvre. Due uomini sono penetrati nella Galleria di Apollo, sala che custodisce alcuni dei tesori più preziosi della Francia, tagliando le vetrine con smerigliatrici in pochi minuti. Il bottino, stimato in 88 milioni di euro in gioielli, è stato raccolto e trasportato da complici in attesa su scooter Yamaha T Max.

Password e falle nella sicurezza


Le telecamere, che avrebbero dovuto documentare l’intero colpo, hanno restituito immagini poco chiare e incomplete. Dopo una settimana di indagini, la polizia francese ha effettuato due ondate di arresti, il 25 e il 29 ottobre, portando in totale sette persone in custodia cautelare. Quattro di loro sono state formalmente accusate di rapina organizzata e associazione a delinquere, mentre tre sono state rilasciate. I sospetti principali, due uomini di 37 anni, avevano precedenti per furto risalenti al 2015 e risiedevano a Seine-Saint-Denis.

Il dossier più imbarazzante riguarda la gestione digitale del museo. Già nel dicembre 2014, tre esperti dell’Agenzia nazionale per la sicurezza dei sistemi informatici (ANSSI) avevano condotto un’ispezione della rete informatica del Louvre, analizzando telecamere, allarmi e controlli d’accesso. Il rapporto evidenziava un rischio significativo: chiunque fosse riuscito a prendere il controllo della rete avrebbe facilitato furti di opere d’arte.

La password predicibili/banali, risultano quindi uno degli elementi più sostanziali dell’intero sistema di sicurezza che ha facilitato il colpo del secolo.

La fortezza caduta proprio sulla sorveglianza del forziere


Il Louvre, simbolo globale dell’arte e della cultura, si trova ora sotto la lente del pubblico e dei media. La vicenda ha messo in evidenza problemi di gestione, manutenzione frammentaria e trasparenza insufficiente. Per la ministra Dati, in corsa per la sindacatura di Parigi, il furto rappresenta un duro colpo politico. L’inchiesta amministrativa è ancora in corso, ma il danno d’immagine è già evidente: il museo che custodisce la Gioconda non è riuscito a proteggere nemmeno se stesso.

Questo episodio diventa emblematico del paradosso tecnologico moderno: strumenti avanzati che dovrebbero garantire sicurezza possono, se mal gestiti, diventare il punto più vulnerabile di istituzioni apparentemente solide.

L'articolo Furto al Louvre: la password “LOUVRE” del sistema di sorveglianza ha messo in crisi il museo proviene da Red Hot Cyber.



La mania di protagonismo: il palcoscenico permanente dell’oggi
freezonemagazine.com/articoli/…
In una una domenica bigia d’autunno mi assale una triste riflessione sul comportamento umano nell’epoca dell’esposizione mediatica. C’è un filo rosso che unisce i social network, i talk show televisivi e persino i gesti quotidiani: la mania di protagonismo. Viviamo in un’epoca in cui non basta esserci, occorre mostrarsi, gridare la



Convocazione del Consiglio di Istituto per mercoledì 5 novembre dalle ore 16:00

Come riportato nella [url=https://web.spaggiari.eu/sdg/app/default/view_documento.php?a=akVIEW_FROM_ID&id_documento=203071392&sede_codice=RMLG0005[/url] reperibile sulla sezione "Albo online" del sito web dell'Istituto, è stato convocato un Consiglio di Istituto per mercoledì 5 ottobre dalle ore 16:00 .

Chiunque desiderasse assistere come uditore alla seduta, potrà inviare una richiesta all'indirizzo email della scuola avente come oggetto:

Richiesta di partecipazione in qualità di uditore al Consiglio di Istituto del 5 novembre

Qui un canovaccio del testo:

Alla cortese attenzione della dirigenza dell'Istituto
Con preghiera di diffusione alla presidenza del Consiglio di Istituto,

Buongiorno,
come genitore dell'alunn__ _______________ ___________, desidero assistere in qualità di uditore al consiglio di istituto che si terrà il giorno 5 novembre.

A tal fine chiedo la possibilità di disporre dei parametri di accesso che mi consentano di accedere alla sessione di videoconferenza in modalità ascoltatore.

Cordiali saluti,
NOME COGNOME

La scuola potrà quindi inviare il link di accesso come spettatore della videoconferenza, cui potrebbe essere necessario accedere con l'account google del proprio figlio.

Questo è l'ordine del giorno provvisorio del Consiglio di Istituto:

  1. Approvazione verbale seduta precedente
  2. Approvazione progetti 2025-25
  3. Piano viaggi d’istruzione e mete a.s. 2025-26 nelle more del regolamento dei Viaggi
  4. Organigramma Liceo classico Augusto a.s. 2025-26 variazioni e integrazioni
  5. Atto di indirizzo DS a.s. 2025-26
  6. Criteri di precedenza in caso di esuberi iscrizioni a.s. 2026-27
  7. Adesione Consorzio con IIS Luzzatti Palestrina Per Progettualita’ Candidatura Erasmus+ Ka 120 Per Accreditamento Triennale Fino Al 2027
  8. Adesione progetti ERASMUS
  9. Adesione Progetto PER CHI CREA - Bando 2 - Formazione e Promozione culturale nelle scuole (progetti volti al rafforzamento della formazione e della promozione culturale nelle scuole italiane statali e paritarie, eventualmente in collaborazione con altri soggetti specializzati e con le scuole di musica, d’arte, di danza, di scrittura. Un'attenzione particolare verrà riservata alle scuole situate nelle "periferie urbane". La proposta progettuale potrà riguardare la realizzazione o il rafforzamento di un percorso formativo- creativo in uno dei seguenti settori artistici: Arti visive, performative e multimediali - Cinema - Danza - Libro e lettura - Musica - Teatro.
  10. Adesione Rete Arete
  11. Adesione Rete Proxenia
  12. Adesione Rete Eudaimon
  13. Adesione Progetto Piano delle Arti
  14. Elenco conferme e nuove adesioni Accordi di rete
  15. Iniziative studenti a favore della pace
  16. Varie ed eventuali


È proprio una giornata da 2 Novembre. Pioggia magari non forte, ma continua con una buona dose di vento. Mi ricorda la scena iniziale di "La contessa scalza" (con H. Bogart ed A. Gardner) girata, se non erro, nel cimitero di Rapallo.


Il Re burlone


@Giornalismo e disordine informativo
articolo21.org/2025/11/il-re-b…
La vittoria di Milei alle elezioni argentine conferma un trend favorevole alla destra nel mondo libero. Il popolo argentino resta affascinato dall’uomo con la sega a motore. Non è un caso isolato tra i politici di destra, in quanto l’elettorato non vuole più seguire ragionamenti complessi e preferisce chi promette soluzioni

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Quindi per salvare i cristiani si può bombardare un paese sovrano, mentre se la Russia entra in un paese per salvare i russofoni, sono criminali? Gli Usa invece sono immuni da tutto?


Trump: 'Nigeria fermi uccisioni di cristiani o attaccheremo' • Imola Oggi
imolaoggi.it/2025/11/02/trump-…




Meno male che è un premio Nobel per la pace, altrimenti chissà cosa chiedeva. È ormai palese che alcuni Nobel sono manipolati, usati dai regimi per i propri scopi .


Venezuela
La vincitrice del premio Nobel (per la pace) María Corina Machado chiede agli Stati Uniti di bombardare il Venezuela, dicendo che l'azione militare è l'unico modo per rimuovere Nicolás Maduro dal potere.

Samu-News



“Inammissibile per difetto di giurisdizione”: quando la democrazia resta senza giudice


Con la sentenza n. 3488 del 30 ottobre 2025, il tribunale amministrativo Regionale (TAR) della Lombardia ha dichiarato inammissibile per difetto assoluto di giurisdizione il ricorso presentato dall’Associazione Luca Coscioni e dai promotori della proposta di legge popolare “Liberi Subito” sul suicidio medicalmente assistito.

In parole semplici, il TAR ha deciso di non potersi pronunciare sul merito del ricorso, ritenendo che l’atto impugnato — la deliberazione del Consiglio regionale che, nel novembre 2024, aveva bloccato la discussione della proposta — sia un atto politico-legislativo e non amministrativo. Per questo motivo, secondo i giudici, nessun tribunale può sindacare una scelta di questo tipo.

Cosa significa “difetto di giurisdizione”? Il “difetto di giurisdizione” è una formula tecnica, ma le sue conseguenze sono molto concrete. Significa che il giudice non può entrare nel merito della questione, anche se riconosce che esiste un problema giuridico o democratico. Nel nostro caso, il TAR non ha potuto valutare se la Regione Lombardia abbia agito correttamente nel bloccare la proposta di legge popolare: ha semplicemente stabilito che non ha il potere di giudicarlo.

In termini democratici, questo lascia senza tutela i diritti dei cittadini che si sono attivati, numerosi, per esercitare l’iniziativa legislativa popolare. Non perché la loro richiesta sia infondata, ma perché non esiste un giudice competente a controllare l’operato politico di un Consiglio regionale.

Abbiamo così un diritto senza garanzie.

La nostra iniziativa “Liberi Subito” aveva raccolto oltre 8.000 firme, era stata dichiarata ammissibile dagli uffici del Consiglio regionale, e rispondeva alla sentenza 242/2019 della Corte costituzionale, che riconosce il diritto al suicidio medicalmente assistito in casi precisi.

Nonostante ciò, il Consiglio regionale della Lombardia ha approvato una pregiudiziale di incostituzionalità, fermando la proposta prima della discussione in Aula. Abbiamo chiesto al TAR di intervenire per difendere il diritto dei cittadini a vedere discussa la loro proposta, non per imporne l’approvazione. Ma la risposta è stata che nessun giudice può intervenire, perché la decisione è “politica”.

Ecco il paradosso: i cittadini hanno un diritto previsto dalla legge — quello di iniziativa legislativa popolare — ma nessuno può garantirne l’effettività. Questa interpretazione svuota di significato lo strumento dell’iniziativa popolare. Se anche una proposta conforme alla legge e alla Costituzione può essere esclusa dal dibattito pubblico senza rimedio, allora il diritto dei cittadini di partecipare alla formazione delle leggi è solo formale.

La nostra Costituzione si fonda sul principio della partecipazione democratica, non sulla discrezionalità politica di chi governa. Quando le istituzioni si sottraggono al confronto, e i giudici dichiarano di non poter intervenire, si crea un vuoto di responsabilità. Un vuoto che nessun cittadino dovrebbe accettare. Non è un problema solo lombardo. Questa sentenza riguarda tutti. Perché non si parla di diritto di iniziativa popolare: uno strumento che dovrebbe garantire ai cittadini la possibilità di proporre leggi e costringere le istituzioni a discuterle.

Se un Consiglio regionale può bloccare qualsiasi proposta con una votazione interna e se nessun giudice può intervenire, allora ogni iniziativa popolare può essere vanificata. Oggi tocca a “Liberi Subito”, domani potrebbe riguardare qualunque altro tema.

Chiediamo allora che il Parlamento e le Regioni introducano norme chiare che obblighino le assemblee elettive a discutere pubblicamente le proposte popolari, almeno una volta. Chiediamo che la giustizia amministrativa possa vigilare sulle garanzie procedurali legate alla partecipazione dei cittadini. E chiediamo che la Corte costituzionale si esprima presto, per ristabilire un equilibrio tra autonomia politica e tutela dei diritti.

L’Associazione Luca Coscioni continuerà a battersi perché l’iniziativa popolare non resti una finzione, ma torni a essere uno strumento effettivo di democrazia. Non ci fermeremo davanti a una dichiarazione di “difetto di giurisdizione”, perché il vero difetto, oggi, è quello di giustizia e di rappresentanza.

La libertà di scegliere, di partecipare e di essere ascoltati non può essere fermata da un voto procedurale. E continueremo, nelle aule dei tribunali* e in quelle della politica, a farlo capire.

*Collegio di difesa per l’Associazione Luca Coscioni: avvocati Filomena Gallo, Giulia Crivellini e Massimo Rossi.

Approfondimenti:

➡ Link decisione
➡ Link scheda tecnica


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Due anni fa, l’attrice e regista Sibilla Barbieri era costretta ad andare in Svizzera per il suicidio assistito dopo il diniego della sua ASL in Italia


Sei procedimenti ancora sospesi per Cappato e gli altri volontari di Soccorso Civile che hanno aiutato malati a morire all’estero


A due anni dalla morte in Svizzera di Sibilla Barbieri, attrice, regista e paziente oncologica romana con prognosi infausta breve, sono ancora in corso le indagini presso la Procura di Roma sul caso. L’attrice morì in Svizzera tramite suicidio assistito il 31 ottobre 2023. La Commissione aziendale aveva negato a Sibilla la possibilità di accedere in Italia all’aiuto medico alla morte volontaria, sostenendo che non vi fosse un “trattamento di sostegno vitale” e che “le condizioni attuali non fossero coerenti con sofferenze fisiche intollerabili”.

Si è appreso, tuttavia, solo dopo la sua morte, che il Comitato etico — prima ancora della decisione dei medici dell’ASL — aveva confermato la sussistenza di tutti i requisiti previsti dalla sentenza Cappato della Corte costituzionale.

In realtà, Sibilla dipendeva dall’ossigenoterapia e da farmaci per il dolore, che, se interrotti, le avrebbero causato una morte rapida e dolorosa. Tramite i suoi legali, si era opposta al diniego dell’ASL, ma la sua opposizione non aveva trovato alcun riscontro da parte dell’Azienda sanitaria.

Sibilla è stata accompagnata dal figlio Vittorio Parpaglioni e da Marco Perduca. Entrambi si autodenunciarono per aiuto al suicidio, reato punito fino a 12 anni di reclusione, insieme a Marco Cappato, presidente e rappresentante legale di Soccorso Civile, l’associazione che offre supporto a chi intende esercitare il diritto alla morte volontaria assistita. Alla loro azione di disobbedienza civile hanno contribuito anche Luigi Manconi, Ivan Scalfarotto e Riccardo Magi.

A oggi, sono sei i procedimenti aperti in quattro città italiane, a carico di tredici persone, per casi analoghi di accompagnamento alla morte volontaria in Svizzera.

Oltre al caso di Sibilla Barbieri a Roma, i procedimenti aperti sono:

  1. Milano – per l’aiuto prestato al signor Romano, lombardo (morto in Svizzera a novembre 2022) e alla veneziana Elena Altamira (morta in Svizzera ad agosto 2022). Il primo affetto da parkinsonismo atipico e la seconda paziente oncologica. Attualmente, a seguito della decisione della Corte costituzionale (sentenza 66/2025) il procedimento risulta ancora pendente dinanzi al tribunale di Milano, nello specifico il giudice per le indagini preliminari dovrà decidere sulla richiesta di archiviazione formulata dal pubblico ministero, anche alla luce della sentenza della Corte costituzionale.
  2. Milano – per l’aiuto fornito a Margherita Botto, milanese (morta in svizzera a novembre 2023). Indagini in corso.
  3. Firenze – per l’aiuto fornito al toscano Massimiliano (MIB), affetto da sclerosi multipla, morto in Svizzera l’8 dicembre 2022, è stato sollevato un incidente di costituzionalità, che ha portato all’intervento della Corte costituzionale con la sentenza n. 135/2024. Il giudice per le indagini preliminari (GIP) ha disposto l’imputazione coatta per Marco Cappato, Felicetta Maltese e Chiara Lalli. All’udienza del 4 giugno 2025, il giudice dell’udienza preliminare (GUP) ha deciso il trasferimento degli atti alla Procura di Como.
  4. Bologna – per l’aiuto fornito a Paola, bolognese, morta in Svizzera 8 febbraio 2023. Il giudice per le indagini preliminari (GIP) di Bologna, con ordinanza depositata il 29 settembre 2025, ha sollevato questione di legittimità costituzionale dell’articolo 580 del Codice Penale (Maltese, Fiume, Cappato).

In aggiunta ai 6 procedimenti aperti, ci sono stati 3 casi di accompagnamenti in Svizzera da parte di volontari di Soccorso Civile, ai quali non è seguita una autodenuncia (ma l’aiuto fornito è stato reso noto con conferenza stampa), senza che siano state ancora aperte inchieste.

  • “Ines”, donna lombarda di 51 anni, affetta da sclerosi multipla, morta il 30 luglio 2024, aiutata da Claudio Stellari e Matteo d’Angelo e Marco Cappato;
  • Martina Oppelli, 50enne triestina, affetta da sclerosi multipla, morta il 31 luglio 2025, aiutata da Claudio Stellari e Matteo d’Angelo e Marco Cappato;
  • “Fabrizio”, 79enne ligure, affetto da patologia neurodegenerativa, morto il 24 settembre 2025, aiutato da Cinzia Fornero e Roberta Pelletta e Marco Cappato.

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La Gallery di Ottobre


Ecco un po’ di foto dalle nostre Cellule Coscioni in giro per l’Italia, dagli eventi tematici sul Testamento biologico a Lizzano in Belvedere (Bologna), Torino e Travacò Siccomario (Pavia) alla raccolta firme sulle terapie psichedeliche, organizzata dalla Cellula Coscioni di Roma. Clicca sull’icona della macchina fotografica per scorrere le foto!

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tutti vogliono un mondo giusto e bello. ma il problema è definire nel dettaglio cosa si intende per giusto e bello. cosa definisce esattamente un mondo giusto e bello? un mondo senza persone obese? o tutti pallidi? facile essere tutti d'accordo se in realtà non parli di niente e non definisci niente. ma il problema è chi neppure si pone le domande. evitare di farsi domande NON è la soluzione.


Serata informativa sul Testamento Biologico – DAT a Fossano


📍 Hostello Sacco, Via Cavour 33/35, Fossano (CN)
🗓 Martedì 4 novembre 2025
🕘 Ore 21:00
📌 Ingresso libero

La Cellula Coscioni di Cuneo partecipa e promuove, insieme a Partito Democratico, Democratiche e Fossano Democratica, una serata dedicata al Testamento Biologico e alle Disposizioni Anticipate di Trattamento (DAT).

Un appuntamento pubblico per informare i cittadini sui propri diritti in ambito sanitario, anche in caso di perdita della capacità di intendere e volere.
Durante l’incontro sarà possibile chiarire dubbi e approfondire la procedura di redazione e deposito delle DAT, previste dalla legge 219/2017.


Intervengono:


  • Prof. Oscar Bertetto – Fondatore della Rete Oncologica Piemonte e Valle d’Aosta
  • Avv. Maria Grazia Soleri – Foro di Cuneo, docente in corsi di formazione sulle DAT
  • Don Luca Margaria – Sacerdote e docente di Filosofia

🎤 Modera Rosita Serra, PD Fossano


ℹ Per maggiori informazioni:
📧 cellulacuneo@associazionelucacoscioni.it

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Liberi subito Lombardia, il TAR dichiara inammissibile il nostro ricorso


Filomena Gallo e Marco Cappato commentano: “Così viene vanificata l’iniziativa popolare. Valutiamo nuove azioni legali”

Il TAR precisa che “non è qui in esame il giudizio sulla legittimità della legge sul fine vita” e rigetta la richiesta delle Regione e le associazioni “Pro Vita”


Con sentenza depositata il 30 ottobre 2025, il TAR per la Lombardia – Sezione Quinta – ha dichiarato inammissibile per difetto assoluto di giurisdizione il ricorso presentato dall’Associazione Luca Coscioni e da alcuni cittadini lombardi contro la deliberazione del Consiglio regionale che, a novembre scorso, aveva dichiarato inammissibile la proposta di legge di iniziativa popolare n. 56/XII sul suicidio medicalmente assistito.

Secondo il TAR, la decisione del Consiglio regionale di non discutere la proposta, tramite la messa al voto di una questione pregiudiziale di costituzionalità, rientra nell’attività legislativa interna dell’assemblea e non può essere oggetto di sindacato giurisdizionale.

L’Associazione sottolinea che questa interpretazione svuota di significato l’iniziativa legislativa popolare a livello regionale: anche quando una proposta è formalmente ammissibile e coerente con la normativa statale, può essere sottratta alla discussione senza possibilità di controllo o rimedio.

Dichiarano Filomena Gallo e Marco Cappato, rispettivamente Segretaria nazionale e Tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni:

Il TAR ha ritenuto di non potersi esprimere, ma così facendo consente che un Consiglio regionale possa impedire ai cittadini di vedere anche solo discussa una proposta di legge di iniziativa popolare, anche se conforme al quadro normativo regionale sulle proposte di legge per cui tantissimi cittadini hanno firmato affinché fosse discussa.

È una ferita alla democrazia partecipativa. L’iniziativa popolare non può ridursi a un atto simbolico: va garantita la discussione pubblica nelle sedi istituzionali. È un modo per svuotare il diritto dei cittadini di partecipare alla formazione delle leggi.


Il TAR precisa che “non è qui in esame il giudizio sulla legittimità della legge sul fine vita” e afferma che deve rigettare la richiesta delle controparti – Regione e le associazioni “Pro Vita” – di rinviare l’udienza (quella che si era tenuta il 22 settembre scorso) per attendere la pronuncia della Corte costituzionale del prossimo 4 novembre sulla competenza tra Stato e regioni in materia di procedure attuative di suicidio medicalmente assistito, poiché le esigenze rappresentate dalle associazioni intervenienti (le associazioni “pro vita”) sono del tutto indipendenti rispetto al sindacato di legittimità sugli atti del presente giudizio.

L’Associazione valuterà ora nuove iniziative legali e politiche per garantire che l’iniziativa legislativa popolare – strumento previsto dallo Statuto regionale e dalla Costituzione – torni a essere effettiva e vincolante almeno per la discussione pubblica nelle assemblee elettive.

➡ Approfondimento: Scheda tecnica


L'articolo Liberi subito Lombardia, il TAR dichiara inammissibile il nostro ricorso proviene da Associazione Luca Coscioni.



Chi paga la bolletta dell’intelligenza artificiale

L'articolo proviene da #StartMag e viene ricondiviso sulla comunità Lemmy @Informatica (Italy e non Italy 😁)
Dietro la promessa dell’intelligenza artificiale si nasconde una vorace macchina energetica: data center che consumano quanto interi Paesi, nuove centrali a gas e una corsa globale all’elettricità per alimentare il cervello digitale del




vedi i criteri che usa la gente per scegliere la nuova auto e capisci che non c'è speranza e che siamo fottuti. spero che almeno il botto sia rapido e veloce. e mi piacerebbe che per una volta ci rimettesse solo la specie umana. ti cascano proprio le braccia. "quest'auto è bella". ma non sai dire altro? cosa hai nel cervello? solo muffa e cancrena? come il fatto che in estate si vendano più auto con l'aria condizionata. ma l'aria condizionata dura una stagione? l'anno dopo la ricompri? hai bisogno di avere caldo il quel momento per sapere come stai in estate e per decidere se vuoi o no l'aria condizionata? ma come ragiona la gente quando sceglie e fa gli acquisti? superficiali di merda...


I nuovi imperativi geopolitici nell’era del cyberspazio. L’analisi di Preziosa

@Notizie dall'Italia e dal mondo

Il cyberspazio ha assunto piena rilevanza geopolitica, costituendo una nuova dimensione del potere e ridefinendo le categorie tradizionali di sovranità, sicurezza e conflitto. Non è un ambiente immateriale, ma un’infrastruttura strategica globale che







Detto del giorno:
Mai sottovalutare la memoria di un accumulatore seriale


The mummified remains of two duck-billed dinosaurs exposing skin, spikes, flesh, the first reptilian hooves ever discovered.


There’s a Dinosaur ‘Mummy Zone.’ Here’s What Scientists Found There.


Welcome back to a special scary installment of the Abstract! Is Halloween over? Technically yes. But as lovers of spooky season will know, the fallout from Halloween—when dawn reveals the remains of the festivities—is an extension of the day itself. That is why I have assembled a parade of horrors for you this morning.

First, ancient mummies from a watery grave. Then: : let’s get tangled up in one of the great mysteries of spider webs; watch out for the venomous snakes; and lastly, scientists literally ask where the bodies are buried.

For more of my work, check out my book First Contact: The Story of Our Obsession with Aliens, or subscribe to my personal newsletter the BeX Files.

And now, Halloween is over but the darkness lingers on…

Prepare to enter the “mummy zone”


Sereno, Paul et al. “Duck-billed dinosaur fleshy midline and hooves reveal terrestrial clay-template ‘mummification.’ Science.

If you think human mummies are scary, wait until you meet dinosaur mummies.

Paleontologists have discovered the mummified remains of two duck-billed dinosaurs that belong to the species Edmontosaurus (go Oilers!) annectens, which lived 66 million years ago in what is now Wyoming.

The immaculate preservation of the animals—a 2-year-old juvenile and young adult that was roughly 5 to 8 years old—exposed unprecedented corporeal details, such as intricate polygonal scales, spinal spikes, fleshy contours, skin wrinkles, and the first hooves ever identified in a dinosaur (or any reptile), making them the oldest hooves in the fossil record.
The scaly skin of a crest over the back of the juvenile duck-billed dinosaur Edmontosaurus annectens, nicknamed "Ed Jr." Image: Tyler Keillor/Fossil Lab

“The late juvenile is the first subadult dinosaur mummy on record and the first large-bodied dinosaur preserving the fleshy midline over the trunk,” said researchers led by Paul Sereno of the University of Chicago. “The early adult is the first hadrosaurid to preserve the entire spike row from hips to tail tip and the first reptile preserving wedge-shaped pedal hooves.”

These “end-Cretaceous E. annectens preserve the oldest hoof renderings for any tetrapod, the first record of hooves in a reptile” and “the first instance of a hooved tetrapod capable of bipedal locomotion,” the team added.
Dinosaur hoof. Image: Tyler Keillor/UChicago Fossil Lab

For more than a century, paleontologists have discovered dinosaur mummies in what the team delightfully calls the “mummy zone” of the Lance Formation of east-central Wyoming. In addition to adding new specimens to this collection, Sereno and his colleagues have also shed light on the rare process of “clay templating” that produces this preservation of mummified flesh, skin, and other soft tissues.

As the carcasses of these Edmontosaurs dried in the Cretaceous sun, they were suddenly immersed under a flash flood that left a thin biofilm over their skin, preserving the three-dimensional soft tissues in time. The team concluded that “the extraordinary preservation of the ‘mummy zone’ is due to rapid subsidence in a coastal setting subject to seasonal drought-flood cycles.”
youtube.com/embed/i2OYcptFl9c?…
While it’s sad that these dinos died young, it’s a miracle that we can observe their flesh, skin, and hooves 66 million years later. Anyway, it’s not as if they had much to look forward to, since the die was already cast for the non-avian dinosaurs. In this case, the die is an apocalyptic space rock to which we humans owe our existence—and the reality of these cosmic gambles of fate is frankly scarier than any mummy, even a dinosaur mummy, ever could be.

In other news…

Deck the halls with stabilimenta


Greco, Gabriele et al. “The effect of different structural decoration geometries on vibration propagation in spider orb webs.” PLOS One.

Halloween revelers will be taking down their decorative spider-web today, but real spiders keep their web decor up all year long. Researchers have long struggled to make sense of the silky zigzag ornaments that some spiders weave, known as “stabilimenta,” which could serve as insect attractors, predator defense, thermal protection, or water collection. Nobody is really sure!
An example of stabilimentum in Argiope bruennichi web. Image: Pierluigi Rizzo (member of Aracnofilia - Italian Society of Arachnology), CC-BY 4.0 (creativecommons.org/licenses/b…)

Now, a team has suggested that stabilimenta might be vibrational amplifiers that help alert spiders to prey impacting the web. “No studies have yet investigated how web decorations affect vibration propagation in orb webs,” said researchers led by Gabriele Greco of the Swedish University of Agricultural Sciences. By studying wasp spiders in Sardinia, the team found that in certain cases, ”the presence of the stabilimentum enhances the spider’s ability to detect prey location…compared to webs without a stabilimentum.”

“However, from a biological standpoint, the high variability in stabilimentum geometry suggests that the observed differences in elastic wave propagation are unlikely to have a consistent or significant functional role,” the team added.

In other words, these web decorations still defy a one-size-fits-all explanation. My own hypothesis is that they are just the dorm room posters of the spider world.

A new antivenom bites back


Ahmadi, Shirin et al. “Nanobody-based recombinant antivenom for cobra, mamba and rinkhals bites.” Nature.

Though I am a militant ophiophilist, even I can see how a clade of dangerous limbless weirdos ended up becoming so widely feared and maligned. Snakes kill tens of thousands of people per year, an ongoing tragedy that has galvanized researchers to develop antivenom “cocktails” that could treat snakebit emergencies across many species while also mitigating adverse immunological reactions.

A new study has now addressed this challenge “by immunizing an alpaca and a llama with the venoms of 18 different snakes, including mambas, cobras and rinkhals,” said researchers led by Shirin Ahmadi of the Technical University of Denmark.

The cocktail “effectively prevented venom-induced lethality in vivo across 17 African elapid snake species” and “shows considerable promise for comprehensive, continent-wide protection against snakebites by all medically relevant African elapids,” the team added.

While it will take much more research to prove it is safe and effective in humans, the antivenom is a significant step toward preventing snakebite deaths and injuries. It's also about the only cocktail that you hope you’ll never have the desire to order.

The more (dead), the merrier


Ma, Quanbao et al. “The spatiotemporal distribution characteristics and influencing factors of ancient tombs in China: A study on the conservation of ancient tombs in China.” PLOS One.

We’ll close on that most hallowed of Halloween traditions—a trip to the haunted cemetery.

In an unprecedented study, researchers mapped out tens of thousands of ancient Chinese tombs spanning the past 4,000 years since the Xia Dynasty. The team used mapping software to analyze the age and location of the tombs to search for clues about the social and political impacts on burial locations.
The shift trajectory of burials across different historical periods. Image: Ma et al., 2025, PLOS One, CC-BY 4.0 (creativecommons.org/licenses/b…)

“The number of ancient tombs varied significantly across historical periods” with the Qing dynasty (1644 - 1912) accounting for 47.012 percent of the national total, while the Sui dynasty (581 - 618) had only 0.134 percent, according to researchers led by Quanbao Ma of the Beijing University of Civil Engineering and Architecture.

“From a temporal perspective, periods of frequent dynastic transitions and wars in Chinese history were often accompanied by significant population declines and migrations,” the team added. “However, during post-war recovery and periods of societal stability, population numbers typically rebounded and grew rapidly, which was also reflected in the increasing number of deceased individuals requiring burial.”

In other words, contrary to Halloween lore, it can be a good sign to find a lot of dead bodies in one place because it’s often an indicator of more peaceful and stable times (dead bodies, after all, are the product of living ones). What might be more creepy is an absence of graves in your general vicinity. With that in mind, go visit your local ghosts; they are great company this time of year.

Thanks for reading! See you next week.




Dolcetto o scherzetto?


Dolcetto o scherzetto?” Un tempo era solo una domanda innocente, il preludio a una caramella o a uno scherzo. Oggi è diventata la formula che riassume perfettamente la società in cui viviamo. Viviamo in un gigantesco Halloween permanente, dove tutti bussano alle porte degli altri — social, commerciali o politiche — chiedendo il proprio piccolo premio zuccherato, fingendo di non sapere che lo scherzetto è già incluso nel pacchetto. ildivulgatoreculturale.blog/20


Un ponte sul mare dei conti.


noblogo.org/transit/un-ponte-s…


Un ponte sul mare dei conti.


(174)

(PST)

Il dibattito sul ponte sullo stretto di Messina di questi giorni va oltre la politica. I rilievi della Corte dei conti non sono un atto di ostruzionismo, ma l’esercizio di una funzione di garanzia che tutela la legalità, la trasparenza e la corretta gestione delle risorse pubbliche. In un sistema democratico equilibrato, il controllo non è un freno, ma uno strumento di responsabilità.

Il progetto del ponte muove circa 14 miliardi di euro, coinvolge interessi strategici e incide sull’ambiente, sull’economia e sulla coesione territoriale. È naturale, e necessario, che la Corte chieda chiarezza su piani finanziari, sostenibilità economica e conformità giuridica degli atti, per assicurare che ogni fase rispetti le norme sui contratti pubblici e sulla spesa dello Stato.

Nel caso del governo Meloni, la spinta verso una realizzazione rapida dell’opera è ovvia: il ponte è diventato un simbolo politico, un progetto identitario che promette infrastrutture e sviluppo. Tuttavia, l’urgenza non può sostituire la trasparenza né giustificare forzature amministrative. Il ruolo della Corte è proprio quello di ricordare che una grande opera vive solo se fondata su basi legali solide e su una gestione finanziaria sostenibile.

(PST2)

Parlare di “attacco” o “ostacolo” da parte della Corte significa travisare la sua missione costituzionale. La funzione di controllo serve a rafforzare la credibilità dell’azione di governo, non a limitarla. In un periodo in cui il debito pubblico pesa e i margini di spesa sono stretti, è fondamentale che ogni euro investito sia tracciabile e coerente con i vincoli di legge.

La correttezza dei rilievi contabili sta nel richiamare l’attenzione su elementi tecnici che non possono essere ignorati: la revisione dei contratti con i concessionari, la copertura finanziaria pluriennale, la valutazione dei rischi ambientali e la trasparenza delle gare. Sono queste le condizioni per evitare arbitrio, sprechi o contenziosi futuri che rallenterebbero ulteriormente i lavori. La vera modernizzazione non è solo costruire infrastrutture, ma farlo rispettando le regole e garantendo che la spesa pubblica sia un investimento per tutti, non un rischio collettivo.

Ora serve che il governo Meloni abbandoni la retorica distrattiva. Se davvero la priorità è costruire il futuro dell’Italia, si dimostri di saperlo fare passando dal rispetto delle leggi e dall’ascolto delle istituzioni di controllo. Solo così questa opera potrà essere il simbolo di un paese credibile, non di una stagione di scorciatoie, e non divenire l’ennesimo fallimento di un esecutivo che, per ora, non ha portato a casa quasi nulla.

#Blog #PonteSulloStretto #GovernoMeloni #Opinioni #Italia #Politica

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Tutte le opinioni qui riportate sono da considerarsi personali. Per eventuali problemi riscontrati con i testi, si prega di scrivere a: corubomatt@gmail.com





E bravo Crosetto...


«Quelle persone vanno prese a calci e mandate via» - Il Post
https://www.ilpost.it/2025/11/01/crosetto-cori-fascisti-parma-fratelli-ditalia/?utm_source=flipboard&utm_medium=activitypub

Pubblicato su News @news-ilPost




La Gaza Cola è una bibita che ho scoperto oggi grazie ad un video di cui lascio il link a seguire. Il nome già da sé indica il suo obiettivo umanitario: il ricavato della vendita andrà per la ricostruzione di Gaza. In Italia è in vendita da poco quindi la sua diffusione è ancora limitata.

Sito italiano di Gaza Cola
gazacola.it/

Video
youtube.com/watch?v=1Gewlo6B7I…

in reply to Federico

@Federico per lungo tempo è stato così. la coca cola è stata ebraica e la pepsi araba. Il video, di cui ho messo il link, fa un po' una panoramica storica da questo punto di vista
in reply to Mauro#friendica

@motoinmontagna il creatore della coca cola era americano, come ha fatto a diventare ebraica? Anche quello della Pepsi era americano non arabo, dubito che aziende arabe possano averla mai comprata
in reply to Mauro#friendica

@motoinmontagna appena visto (a pezzi perché non sopporto la parlata romana), comunque ecco la coca cola non è mai stata più ebraica di quanto non sia giapponese o italiana
in reply to Federico

@Federico si intende, più che altro, zone di produzione (su licenza) e consumo. In realtà recentemente in Palestina non si produce più niente perché gli impianti sono stati dismessi (per mancanza di materie prime) o distrutti dai bombardamenti


Per John Henry Newman la coscienza è “organum investigandi” per eccellenza, capace di condurre dalla negazione di Dio all’affermazione del teismo, dal teismo alla fede cristiana, fino alla pienezza della professione della fede cattolica.


Per John Henry Newman la coscienza è “organum investigandi” per eccellenza, capace di condurre dalla negazione di Dio all’affermazione del teismo, dal teismo alla fede cristiana, fino alla pienezza della professione della fede cattolica.


Anduril accelera sul suo loyal wingman. Effettuati i primi test di volo del “Fury”

@Notizie dall'Italia e dal mondo

Il loyal wingman di Anduril prende ufficialmente il volo. Venerdì scorso, secondo quanto affermato dalla stessa Us Air Force, il prototipo dell’Yfq-44A “Fury” realizzato dalla start-up americana avrebbe iniziato ufficialmente i test di volo in una località



“Il mistero della comunione dei santi, che oggi respiriamo a pieni polmoni, ci ricorda qual è il destino finale dell’umanità: una grande festa in cui si gioisce insieme dell’amore di Dio, presente tutto in tutti, che si riconosce ammirando la bellezz…


Presentazione del volume di Antonella Attanasio “Don Diego alla corte roveresca di Casteldurante: l’Historia naturale dell’elefante” 12 novembre 2025, ore 17.00


Conoscete la storia dell’elefante Don Diego?

Venite a scoprirla il 12 novembre alla Biblioteca Universitaria Alessandrina!
Verrà presentato il volume “Don Diego alla corte roveresca di Casteldurante: l’Historia naturale dell’elefante” di Antonella Attanasio.

Primo dei “Quaderni” della collana “Immaginare i Saperi” per De Luca Editori d’Arte

Interventi di:
Daniela Fugaro, direttrice della Biblioteca Universitaria Alessandrina

Massimo Moretti, Sapienza Università di Roma

Lucia Tomasi Tongiorgi, Accademia Nazionale dei Lincei

Antonella Sbrilli, Sapienza Università di Roma

Ore 17.00 Sala Bio Bibliografica
Biblioteca Universitaria Alessandrina
Palazzo del Rettorato della Sapienza
Piazzale Aldo Moro, 5
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