Si definiscono "antifascisti", ma censurano il pensiero altrui e approvano le limitazioni delle libertà personali.
Si definiscono "antirazzisti", ma sono gli unici a dare peso al colore della pelle, giudicando il prossimo in base ad esso.
Si definiscono "democratici", ma scavalcano le elezioni e sognano la fine delle sovranità nazionali.
Si definiscono "tolleranti", ma attaccano con violenza chiunque non la pensi come loro, dal web alle piazze.
Si definiscono "progressisti", ma stanno cancellando tutte le conquiste in materia di libertà di espressione.
Si definiscono "acculturati", ma vogliono riscrivere la Storia a seconda della loro ideologia.
Si definiscono "rivoluzionari", ma agiscono, parlano e pensano sempre e solo come vogliono i grandi media.
Si definiscono "di sinistra", ma distruggono i diritti sociali dei lavoratori e hanno dalla loro parte le più potenti multinazionali.
Si definiscono "umani", ma sfruttano i migranti come manodopera a basso costo nei campi e santificano gli scafisti.
Si definiscono "competenti", ma a furia di andare loro dietro l'Italia si è impoverita e deindustrializzata.
Si definiscono "cittadini europei", ma dell'Europa disprezzano la Storia, la cultura, le radici e i popoli.
Si definiscono "cittadini del mondo", ma sognano un globo in cui tutto è omologato e appiattito in nome dei mercati.
Sono la parte peggiore dell'umanità e credono di essere l'esatto opposto.
Matteo Brandi
Pro Italia - Segreteria Nazionale
Ci ha lasciato oggi, a 92 anni, il compagno Mario Brunetti, intellettuale calabrese meridionalista, esponente della comunità arbëreshe, socialista e comunista democratico che è rimasto sempre fedele alla lezione di Antonio Gramsci e Rodolfo Morandi.
Mario Brunetti per tre mandati è stato parlamentare di Rifondazione Comunista, dopo una lunga militanza nello Psiup, nel PdUP e in Democrazia Proletaria. Ci ha lasciato, nel lavoro fatto come Presidente del Comitato dei diritti umani della Commissione Esteri della Camera, delle importanti testimonianze scritte.
Nel 1998 seguì Cossutta nella scissione ma tornò dopo alcuni anni a collaborare con Rifondazione per la sua netta opposizione allo stravolgimento della Costituzione – dal contrasto alle famigerate modifiche del Titolo V, all’opposizione ai diversi e pericolosi tentativi di cambiamento avvenuti nel corso degli ultimi decenni. La nostra comune battaglia si è infine rinforzata nel denunciare, insieme e per primi, le pericolosità insite nei propositi leghisti volti ad affermare l’Autonomia differenziata.
Non possiamo dimenticare il suo infaticabile lavoro di meridionalista e di difensore dei diritti e delle peculiarità delle minoranze etniche nonché l’organizzazione ultratrentennale degli Itinerari Gramsciani: in questo quadro, grazie alle sue ricerche ed ai suoi studi, è stato possibile conoscere e datare con precisione le origini arbëreshe, di Plataci (Cs), della famiglia paterna di Antonio Gramsci.
Con Mario perdiamo un intellettuale di assoluto valore, un compagno che ha messo il suo sapere al servizio della sua terra e un militante della sinistra autentica che ha onorato il nostro partito con un lavoro instancabile per la causa della Pace e della giustizia sociale. Il suo esempio di lavoro culturale e politico e i suoi libri rappresentano un’eredità fondamentale.
Domani alle 17:30, alla Villa vecchia di Cosenza gli daremo, insieme ai suoi cari familiari ed ai loro amici, l’ultimo saluto laico con le nostre bandiere rosse al vento.
Maurizio Acerbo, segretario nazionale
Mimmo Serrao, segretario regionale Calabria
Gianmaria Milicchio, segretario provinciale Cosenza
Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea
Enrico Lai*
Risulterebbe parecchio singolare che la politica si affidi al capitale e al libero mercato per avviare la transizione energetica in Sardegna.
Quello stesso libero mercato e quello stesso capitale che nel sistema di accumulo capitalista, a partire dall’industria fordista dell’900 in poi, ha sfruttato il territorio inquinandolo e mai bonificandolo e ha sfruttato tantissime masse di lavoratrici e lavoratori lasciando sul territorio disoccupazione e malattie. Possono essere quindi loro stessi a porsi alla guida col “placet” della politica di governo nella transizione energetica? Verrebbe da dire spudoratamente “not in my name”.
Affidarsi armi e bagagli a lor signori, ovvero gli stessi che hanno prodotto crisi climatiche, ambientali, sanitarie e occupazionali, è il peggio che possiamo augurarci per il nostro futuro. Quindi il timore che il tema del “pubblico” a limitazione del “laissez faire” liberista e neoliberista non entri con prepotenza nel dibattito politico, così come purtroppo non sta avvenendo, lascia presagire che il “mito della caverna” di Platone sia più che una realtà tangibile.
Ad oggi ho il timore che si guardi e si ragioni su delle ombre proiettate appunto alla fine della caverna e non sulla realtà concreta ed essenziale dei fatti. Basta voltarsi per vedere la luce del sole e la “verità”. In fin dei conti dopo anni di narrazioni sulla dicotomia “privato bello, pubblico brutto” non sorprende che questo motto sia diventato senso comune in diversi strati di popolazione ed egemone nella quasi totalità della classe politica. Oggi più che mai, ritengo, sia indispensabile ribaltare seccamente questo concetto della “mano invisibile” di Adam Smith.
La transizione energetica o la si fa o non la si fa. “Tertium non datur”. Ritengo che adoperarsi a favore sia un obbligo civile e un dovere politico improcrastinabile della classe dirigente per lasciare un mondo migliore, ma soprattutto per salvaguardarlo, ai nostri figli e ai nostri nipoti. Questo è un punto che deve coinvolgere tutte e tutti. In qualunque ambito lavorativo, istituzionale e sociale a partire dalla conoscenza e dall’istruzione nelle scuole primarie. Purtroppo poco si parla nel dibattito pubblico di ciò. La comunità scientifica da decenni ormai è unanime nel ritenere che i cambiamenti climatici con fenomeni sempre più estremi, frequenti e devastanti in larga misura derivanti dall’uso di combustibili fossili rischiano di lasciarci un mondo completamente differente da come lo conosciamo.
A partire dai mutamenti di flora, fauna e clima fino all’allarme più devastante che è quello dell’immigrazione climatica. L’UNHCR (alto commissariato delle nazioni unite per i rifugiati) stima che all’anno ci siano circa 20 milioni di persone obbligate a emigrare a causa del clima con conseguente destabilizzazione antropologica delle stesse comunità e una mutazione irreversibile della società mondiale con tutti i danni economici prodotti a corollario. Questo perché è indispensabile avere un approccio scientifico e non moralista al tema. E’ lo snodo centrale.
La transizione energetica scollegata da una lettura storica del sistema di accumulo capitalista che non tiene in considerazione la “questione di classe”, sarebbe mero “giardinaggio”. Così come il rifiuto della realtà e del principio “non nel mio giardino” non farebbe altro che produrre una situazione peggiorativa del quadro economico e ambientale. Nel solco di conquista del territorio sardo avviato dalla speculazione delle multinazionali del sole e del vento, ci viene sempre in aiuto Marx. Ad oggi siamo davanti a un attacco colonialista, figlio del capitalismo e nipote della globalizzazione. La transizione energetica va immaginata partecipata, democratica, riconosciuta ma in particolar modo voluta. Soprattutto voluta perché necessaria e non rimandabile.
Nell’ambito di una seppur debole autonomia speciale la Sardegna all’articolo 4 del proprio Statuto Speciale può legiferare in merito alla produzione e alla distribuzione dell’energia elettrica. Esiste quindi uno strumento che ci permetterebbe di limitare fortemente la “deregulation” parafrasando Humphrey Bogart: “è il mercato bellezza, e non puoi farci niente!”. Forse può essere non è esattamente così. E fa vibrare le vene ai polsi il fatto che non lo si riconosca come strumento efficace e utile per avviare delle scelte e una seria programmazione in tal senso.
Già negli anni ‘60 la stessa DC si dichiarava indisponibile alla privatizzazione dell’energia in Italia. Su questo ci tornerò con più precisione e dettaglio. Ad oggi però è utile sottolineare che da parte della giunta regionale non è previsto nessun piano energetico che sappia indicare puntualmente quali tipologie di energie rinnovabili ma solo la ricerca affannosa nell’individuazione di aree idonee all’installazione degli impianti di produzione privata per limitare le giuste preoccupazioni, totalmente fondate, delle sarde e dei sardi.
Faccio notare che nel 2006, anche noi come Partito della Rifondazione Comunista della Sardegna volevamo fortemente, anche a seguito della legge Salvacoste del compianto Luigi Cogodi, votando poi a favore del Piano Paesaggistico Regionale. PPR, costruito di concerto col ministero e le comunità locali, appunto per bloccare la speculazione dei “mattonari” e questo elemento lo rivendichiamo con estremo orgoglio tutt’oggi. Il PPR prevede già su tutti i comuni costieri quelle aree e quei beni individui tutelati che non possono essere alla mercé di nessuno, tantomeno degli autoproclamati “signori del vento”.
Non risulterebbe banale che, uno strumento che ha dato prova positiva e che continua a darla nel suo funzionamento, debba essere recuperato nell’ambito della mappatura delle zone interne invece che demonizzarlo e brandirlo come uno spauracchio solo perché antipatico al centrodestra e allo stesso PD che ha deciso persino di interrompere anticipatamente una legislatura regionale su questo preciso punto. Gli strumenti esistono già, usiamoli, miglioriamoli e adeguiamoli alle nuove esigenze che la fase storica ci pone davanti. Per questo nutro delle perplessità di natura giuridica in merito alla proposta di legge proveniente da più parti chiamata “Pratobello”, sebben sia un’iniziativa nobile e giusta che prova a dare una risposta alla salvaguardia del territorio sardo contro la speculazione arrembante e merita particolare attenzione e riconoscimento da parte di tutte e tutti.
Preciso, essendo utile, che noi fummo tra i pochi che posero all’attenzione del governo i vizi di incostituzionalità dell’ultimo Piano Casa della “giunta Solinas”. E la Corte Costituzionale esprimendosi qualche mese fa confermò l’orientamento giuridico già assunto in precedenza, ovvero il paesaggio e l’ambiente non è appannaggio esclusivo in termini di competenze della Regione di fatto cassandolo praticamente in tutta la sua interezza.
Per questo buttare fumo negli occhi delle sarde e dei sardi evocando la più nota rivolta di Pratobello del 1969, con dispiegamento di vele mediatiche così come sta facendo l’Unione Sarda, rischia di non rendere onore alla storia intrinseca sulla portata culturale di quel movimento, ma soprattutto di non produrre gli effetti sperati da tutti, ovvero arrestare oggi, non domani, ma soprattutto neanche dopodomani la speculazione sul territorio.
Ritengo utile sottolineare che il direttore dell’Unione Sarda in un editoriale del 16 giugno sotto forma di lettera aperta alla presidente Giorgia Meloni e rivolgendosi a lei scriveva: ”Ci eravamo illusi, Cara Giorgia, quando incontrando il presidente algerino nel gennaio 2023 Lei rispolverò il gasdotto Sardegna-Italia. Ma forse avevamo capito male. Ora il disegno è chiarissimo: neppure un atomo di metano”. Una domanda sorge quindi francamente spontanea: la strenua e intransigente difesa del territorio identitario sardo proposto dall’Unione Sarda come si concilia con la metanizzazione attraverso una dorsale del gas che attraversa in lungo e in largo la Sardegna? Ma soprattutto come si concilia con la stessa transizione energetica? Ai posteri l’ardua sentenza.
Alcuni mesi fa, noi insieme ad altre forze, parlavamo di “agenzia sarda pubblica dell’energia”. E in sintonia col già richiamato articolo 4 dello Statuto Speciale oggi assume una connotazione di attualità sorprendente nell’ambito di un reale cambio di paradigma di produzione di beni e servizi. Un cambio che da una situazione di difesa strenua del territorio può passare a una situazione di limpida e cristallina opportunità per le sarde e i sardi.
L’agenzia, in cui il pubblico detiene la proprietà dell’energia prodotta, avrebbe la possibilità non solo di creazione di nuovi posti di lavoro ma soprattutto di realizzare parecchi utili da reinvestire sullo stato sociale come politiche attive del lavoro, sanità e scuola pubblica. Far passare, seduti sulla riva del fiume, questa opportunità sarebbe francamente deleterio, così come consegnarla ai privati. Con ogni evidenza nell’ambito della mappatura delle aree, di concerto con le comunità locali, nell’ambito della programmazione di quali e quante energie si debbano installare è imprescindibile trovare il giusto equilibrio. Non può esserci giustizia climatica senza giustizia sociale.
Il combinato disposto di PPR con l’Agenzia Sarda Pubblica dell’Energia è una delle soluzioni a parer mio più credibili che possono sottrarre dalla speculazione il territorio da una parte e avviare un effetto volano di natura economica per il benessere delle sarde e dei sardi dall’altra.
*Segretario regionale Sardegna, PRC-S.E. da “Il Manifesto sardo
Sulle energie rinnovabili il libero mercato è parte del problema e non della soluzione
Enrico Lai* Risulterebbe parecchio singolare che la politica si affidi al capitale e al libero mercato per avviare la transizione energetica in Sardegna.Rifondazione Comunista
Giovanni Russo Spena
Quest’anno “Itinerari gramsciani” a Plataci non si terrà, purtroppo. Il suo ideatore, il suo appassionato organizzatore , Mario Brunetti, poche ore fa, è morto. Ho conosciuto Mario nel 1972, quando fummo, insieme a Vittorio Foa, Pino Ferraris, , Silvano Miniati, Domenico Jervolino, Giangiacomo Migone , tra le altre e gli altri, fondatori del Nuovo Psiup/Sinistra Mpl e, poi, del Pdup, con le compagne e i compagni de “il manifesto”. Sini al percorso che portò a Democrazia Proletaria. Mario è stato, per me, un fratello maggiore; mi ha insegnato tanto. La sua splendida famiglia è stata (ed è) la mia famiglia. Evito qui elogi funebri, che Mario, sempre così sobrio, non amava. Ricordo solo che è stato un parlamentare importante, un coerente partigiano della Costituzione. Ha interpretato la sua funzione non solo come raffinato conoscitore e studioso delle aule e delle commissioni parlamentari, ma, soprattutto, nelle strade, nei luoghi di lavoro e della mancanza di lavoro, nei villaggi sperduti della globalizzazione, in Italia, come nell’America Latina, come nel Medio Oriente.
Nei luoghi delle ingiustizie e delle diseguaglianze, nei meandri del dolore, negli spazi delle lotte , delle rivolte, delle ribellioni. Abbiamo scritto insieme articoli, saggi per Sinistra Meridionale, che è l’amata creatura editoriale di Mario. Rigoroso e lucidissimo intellettuale, arbereshe. Stavamo, in questi giorni, discutendo di un convegno per sottolineare i danni che l’”autonomia differenziata” avrebbe prodotto per il Sud : una sorta di discussione /inchiesta popolare , come facemmo, guidati da Pino Ferraris, all’epoca della “rivolta” di Reggio Calabria. Mario è, infatti, un padre del meridionalismo contemporaneo. Un meridionalismo gramsciano, come ripeteva con convinzione. E si arrabbiava con noi, donne e uomini di sinistra, perché avevamo, sosteneva, sostanzialmente rimosso il Mezzogiorno dalle nostre strategie. “Il Sud non è un orpello; è centrale per pensare la rivoluzione”, ci ripeteva con accorata testardaggine. Mario ha formato, culturalmente e politicamente, tante ragazze e tanti giovani che saranno i nuovi meridionalisti. Intanto, mi sento (ci sentiamo), oggi, spaesati, molto soli. Senza Mario, orgogliosamente e liberamente comunista
per Mario Brunetti
Giovanni Russo Spena Quest'anno "Itinerari gramsciani" a Plataci non si terrà, purtroppo. Il suo ideatore, il suo appassionato organizzatore , MarRifondazione Comunista
Il controverso accordo delle Nazioni Unite (ONU) sulla lotta contro la criminalità informatica è stato pubblicato.
Il comitato ad hoc dell'ONU ha approvato il progetto di convenzione dopo circa tre anni di trattative.
Prusa Picks Up the Pace with New MK4S Printer
One of the things you’re paying for when you buy a 3D printer from Prusa Research is, essentially, your next 3D printer. That’s because Prusa’s machines are designed to be upgraded and modified as time goes on. An upgrade kit is always released to allow each older printer to be converted into its successor, and while there’s occasionally been some debate about whether or not it’s the most cost-effective choice, at least it is a choice you have as an owner.
If you’ve got a Prusa MK4, you’ll soon get to make that decision for yourself. Announced earlier today, the new MK4S brings some notable changes to last year’s printer. The $99 upgrade is scheduled to be available by the end of the month for existing owners, but if you’ve been on the fence about joining Team Orange and Black, you can purchase the MK4S right now in both kit and assembled forms for the same price ($799 and $1,099 respectively) as the previous MK4.
The front panel of the MK4S is now injection molded.
So, what’s new with the MK4S? With speed an increasingly hot topic in the 3D printing community, it should come as little surprise to find this new machine is even faster than its predecessor. A reworked cooling system and new high-flow nozzle mean Prusa’s latest can spit out everyone’s favorite little boat in 14 minutes—or as little as 8 minutes if you don’t mind a slight drop in print quality.
The announcement post also cites improvements to the machine’s printed structural components. Parts that were previously made in PETG are now being printed in carbon fiber-infused polycarbonate. Some parts, such as the front panel, have even been switched over to injection molding.
While describing the changes made with the MK4s, the blog post also clarified Prusa’s position regarding open sourcing of their printers. There was considerable concern back in March of 2023 when the company announced it was reconsidering its traditional dedication to making its hardware and software as open — as much as possible — in light of increased commercial competition. But now the company has posted a chart on their site that explains not only what’s being shared for each of their printers, but a timeline as to when we can expect it.The GPIO hackerboard
While it hasn’t been updated for the 4S yet, the overview shows that the company plans on holding onto the design files for the MK4 PCBs until the end of the product’s life. Otherwise, it seems their current flagship printer is equally as open as the MK3 that came before it. While a time-limited source release will likely rub some in the wrong way, the reality is that it’s more than you’d get with pretty much any other 3D printer manufacturer out there.
The announcement also talks briefly about the new GPIO “Hackerboard” that the company will start shipping in September. The $15 board plugs into an expansion connector on the PCB of the MK4 or MK4S, and provides eight pins that can be toggled via G-Code sent to the printer. These could be used for all sorts of automation tasks, such as turning on the lights and fans inside of an enclosure or triggering the shutter on a camera. There’s not much detail about this particular add-on yet, but it’s certainly something we’ll be keeping a close eye on.
NoyB fa partire 9 denunce contro Elmo e il suo social per diverse violazioni della privacy, in particolare legate al training della IA di Musk
EU Commissioner Breton reminds X owner Musk of EU digital rulebook compliance ahead of Trump debate
On Monday (12 August), European Commissioner Thierry Breton urged Elon Musk to ensure X adheres to EU regulations and effectively moderates content, ahead of Musk's planned live-streamed debate with US presidential candidate Donald Trump.
🔁 **L'Italia mette i paletti a Dongfeng su #Infotainment e #cybersicurezza: utilizzare componenti "locali"** feddit.it/post/10056392 Il nuo...
**L'Italia mette i paletti a Dongfeng su #Infotainment e #cybersicurezza: utilizzare componenti "locali"**
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OpenStreetMap, l’alternativa crowdsourcing a Google Maps, compie 20 anni
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Informa Pirata: informazione e notizie
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GAZA. 100 uccisi nel bombardamento della scuola Al Tabin. Evacuazioni a Khan Yunis
@Notizie dall'Italia e dal mondo
Tra le vittime donne e bambini. Decine i feriti sono alcuni in fin di vita. L'ennesimo attacco a una scuola palestinese piena di sfollati è stato spiegato da Israele come il bombardamento di un "centro di comando di Hamas". Nuova incursione a
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Einaudi: il pensiero e l’azione – “Il buongoverno” con Paolo Silvestri
[quote]Il buongoverno nel pensiero di Einaudi e la sua concezione del liberalismo. Rubrica “Einaudi: il pensiero e l’azione”
L'articolo Einaudi: il pensiero e l’azione – “Il buongoverno” con fondazioneluigieinaudi.it/eina…
Tre obiettori dell’esercito israeliano: “Non parteciperemo al genocidio”
@Notizie dall'Italia e dal mondo
Gli obiettori di coscienza Yuval Moav, Itamar Greenberg e Oryan Mueller spiegano perché sono disposti ad andare in prigione pur di opporsi alla guerra.
L'articolo Tre obiettori dell’esercito israeliano: “Non parteciperemo al genocidio” proviene da Pagine Esteri.
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Corruzione nello sport, le linee guida delle Nazioni Unite per Mondiali di calcio e prossime Olimpiadi
Le Olimpiadi di Parigi sono appena terminate, e già l’ufficio delle Nazioni Unite contro la droga ed il crimine (#UNODC, United Nations Office on Drugs and Crime) è proiettato verso le prossime manifestazioni sportive di maggior interesse internazionale, ovvero il FIFA World Cup 2026 (Mondiali di calcio in Canada (2 città), Messico (3 città) e Stati Uniti (11 città)) e le Olimpiadi 2028 di Los Angeles.
Lo fa attraverso una pubblicazione che è un Rapporto sulla Corruzione nello Sport (Safeguarding Sport from Corruption: Focus on the FIFA World Cup 2026 and the 2028 Summer Olympics in Los Angeles), nel quale analizza la rilevante tematica (che con ogni evidenza interessa anche aspetti di cooperazione tra le Forze di polizia degli Stati) e fornisce alcune linee guida.
Secondo UNODC prima di tutto le città ospitanti per il FIFA World Cup 2026 e le Olimpiadi 2028 dovranno rispettare i principi sui diritti umani. Importante che la FIFA abbia migliorato il processo organizzativo con misure di integrità e audit indipendenti.
Sono elevati rischi di corruzione e infiltrazione di gruppi criminali organizzati.
Di conseguenza le raccomandazioni delle #NazioniUnite includono la creazione di punti di coordinamento tra autorità e stakeholder. Ciò implicherà necessariamente valutazioni dei rischi e piani di prevenzione per il movimento di persone.
Quali misure possono quindi essere adottate per prevenire la corruzione durante eventi sportivi di grande rilevanza come la FIFA World Cup 2026 e le Olimpiadi estive del 2028?
Si va dalla Cooperazione Interagenzia per promuovere la collaborazione tra autorità giudiziarie, agenzie anti-corruzione e organizzazioni sportive, sì da facilitare lo scambio di informazioni e coordinare le azioni contro la corruzione, alla mappatura dei Meccanismi di Segnalazione: ovvero condurre un'analisi dei meccanismi esistenti per la segnalazione e la prevenzione della corruzione, migliorando la loro applicazione e comprensione, per infine sviluppare le competenze di investigatori e funzionari per indagare e perseguire casi di corruzione, attraverso attività di sensibilizzazione e formazione su buone pratiche.
Tutto ciò perché sussistono rischi di corruzione associati alla FIFA World Cup 2026 e alle Olimpiadi del 2028, legati a conflitti di interesse e pratiche di corruzione durante la selezione delle città ospitanti, utilizzo di fondi pubblici per lo sviluppo di infrastrutture legate agli eventi, con possibilità di corruzione e appropriazione indebita ed aumento del rischio di manipolazione delle competizioni a causa della liberalizzazione dei mercati delle scommesse in Canada e Stati Uniti.
Con riguardo in particolare ai Mondiali di Calcio, come abbiamo accennato la FIFA ha previsto misure specifiche per prevenire la corruzione nella World Cup 2026, consistenti in audit Indipendenti, introduzione di misure di integrità per monitorare i mercati delle scommesse legali e prevenire la manipolazione delle competizioni e sviluppo di meccanismi di segnalazione per la prevenzione e la rilevazione della corruzione, coinvolgendo autorità competenti e organismi sportivi. I principali Rischi di Corruzione nell'Organizzazione del FIFA World Cup 2026 risiedono nella manipolazione dei processi di offerta e selezione degli host, spesso influenzata da interessi personali o politici, nella Corruzione nei Contratti, legati all'assegnazione di contratti per infrastrutture, beni e servizi e nella Rivendita di Biglietti, potendosi porre in atto Pratiche illecite da parte degli organizzatori che rivendono biglietti per profitto personale, compromettendo l'integrità dell'evento.
La pubblicazione è reperibile qui: unodc.org/documents/Safeguardi…
# CorruzionenelloSport #SafeguardingSportfromCorruption
Conte mette il veto su Renzi nel campo largo: “Rischia di far perdere voti anziché portarne”
@Politica interna, europea e internazionale
Giuseppe Conte chiude le porte all’eventuale ingresso di Matteo Renzi e della sua Italia Viva nel cosiddetto “campo largo” del centrosinistra: “Impossibile offrire spazio a chi, negli anni, non ha mai mostrato vocazione unitaria ma solo capacità demolitoria e ricattatoria”, dice il
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I Gazed Lovingly Into Strangers’ Eyes on ‘Eyechat’
Neal Agarwal's eyes-only video chat sets you up with a stranger's eyes only.Samantha Cole (404 Media)
Audio On Pi: Here Are Your Options
There are a ton of fun Raspberry Pi and Linux projects that require audio output – music players, talking robots, game consoles and arcades, intelligent assistants, mesh network walkie-talkies, and much more! There’s no shortage of Pi-based iPods out there, and my humble opinion is that we still could use more of them.
To help you in figuring out your projects, let’s talk about all the ways you can use to get audio out of a Pi or a similar SBC. Not all of them are immediately obvious and you ought to know the ropes before you implement one of them and get unpleasantly surprised by a problem you didn’t foresee. I can count at least five ways, and they don’t even include a GPIO-connected buzzer!
Let’s rank the different audio output methods, zoning in on things like their power consumption, and sort them by ease of implementation, and we’ll talk a bit about audio input options while we’re at it.
USB: Accessible, Cheap, Growing
In the first category of audio interfaces, you have USB, Bluetooth, HDMI and network audio. All of these are high-power-consumption interfaces, with HDMI likely taking the inefficiency cake. Let’s talk about USB and BT first, since they are the interfaces you can use most realistically.
USB soundcards are definitely the simplest possible solution. You can get a very cheap one for $2 in the usual places, and while it might be noisy and cheaply built, you’re going to be fine with it for many usecases. It will likely have a 3.5 mm mic input, but you won’t always be able to use it as line-in.
There’s some surprising options when it comes to USB audio – especially with disappearance of 3.5 mm headphone jacks on, which are now replaced by USB-C dongles that are essentially USB soundcards. My personal favourite is the Apple USB 3.5 mm adapter – it’s only $10, it’s well-built mechanically, there’s no audible noise even in standby, it’s 100% Linux-friendly, and the audio quality overall is seriously good! Plus, if you’re using a 3.5 mm 4-pin TRRS headset, it supports the microphone, with very good audio quality, and it even exposes the headset buttons as HID events – something I’m using in a project right now. To use with the Pi, plug it into a cheap USB-A to USB-C adapter and you’re golden. One note – most of these USB-C adapters won’t expose an audio interface until you plug something into the 3.5 mm jack, which is likely a power saving feature. If you plug it into your port and your OS doesn’t see an audio output, plug in a headset, and it should enumerate properly.
Unironically, it’s perhaps the only Apple product with a reasonable price and a large featureset fully compatible with open-source OSes. There’s no shortage of other similar adapters, but I haven’t tested them as thoroughly as this one. If you get one with your phone, they should work just as well. Mind you – all of these will occupy a USB port and require a 5 V source, which makes them a bit of a power hog. Moreover, they’re wired, which is not always what you want.
Bluetooth: Tends To Work Well
What about Bluetooth? It is pretty great in situations where USB isn’t. The main advantage is of course wireless connectivity, and there’s lots of Bluetooth to go around. You can get speakers, headphones of all sorts, and 3.5 mm audio adapters. It’s a pretty good solution if you don’t want any tether between you and your device, or if you just have a spare Bluetooth headset/speaker that you want to put to good use.
There are plenty of obvious advantages to Bluetooth, so I’d like to focus on disadvantages here, and tell you how to work around them. On the Pi, the Bluetooth connection basically occupies the only stable UART port you can get, so if you want to have a UART connection for your GSM modem, GPS, or Linux debug console purposes, you will want either a USB Bluetooth adapter, a USB-UART adapter, use one of those obscure SPI to UART chips. Oh, if you have a Pi 4 or Pi 5, remember, it has extra UART ports waiting for you, so you might not need to use any extra USB!
The input situation on Bluetooth is kind of sad, too, so beware if you expect a headset and a microphone to work at the same time. The gist is, due to limited bandwidth, there have traditionally been two Bluetooth audio modes available – a bidirectional one optimized for low bandwidth voicecalls (HFP and HSP modes), and a unidirectional one optimized for music (A2DP). The bidirectional modes simply have lower audio output quality. The aptX codec increases audio quality even in bidirectional audio modes, but it’s as proprietary as any Qualcomm product, and devices that use aptX are both expensive and kind of rare.
Another disadvantage of Bluetooth is its many failure points. Your Bluetooth audio device is a whole separate entity, usually its own battery that needs to be kept charged and might die at some point. If your hardware isn’t good, you might have to re-pair devices every now and then, the connection range is limited, it drops even further if a badly built microwave oven is operating nearby, Bluetooth software stacks are a mess more often than not, and Bluetooth adapters are typically pretty proprietary. All of this can result in mysterious problems you often can’t solve unless you fully swap your hardware. If it works, it works; if it doesn’t, you may be out of luck.
Network And HDMI Audio: Unexpected Options
Ever thought about audio over WiFi or Ethernet? If your Pi is on the same network as an Android phone – or any Linux/Mac OS computer, – you are in luck, because there are easy ways to stream arbitrary audio over network, and many of them are open-source. I use network audio streaming a lot in my own projects – specifically, the roc project. Roc is a wonderful solution for streaming audio – it’s open-source, it has both CLI tools and Pulseaudio and Pipewire integration, and it has an audio buffer for wireless/wired connection dropouts. Thanks to this buffer, I’ve even had Roc links work over LTE really well, going on a long bike trip while listening to an audio stream from my laptop left at home, aided by Tailscale. The audio quality is as good as it goes since it’s lossless, it’s easy to setup, and it’s perhaps the only ready-to-use “arbitrary audio over network” solution that I’ve had work for me properly.
There are disadvantages to roc, certainly – one of them is about a second’s worth of delay caused by the buffer, which does make for good audio over WiFi transmission and is negligible for music listening, but it’s not good for gaming, and it might screw with your brain if you’re watching a movie; I’ve gotten used to it over time though. Apart from this, the roc-recv CLI process doesn’t exit if you unplug a USB audio adapter it’s using, starting to consume 100% of CPU until it’s killed and not reattaching when the USB device is replugged, so if you want to use and your USB soundcard might get unplugged, you might have to power-cycle your device or trigger a service restart – I have USB device presence monitoring scripts that do it.
If you do not require a speaker, and you have a nearby smart device with a speaker/headset handy, roc might just become your new friend – it’s not uncommon to have an Android phone or a Linux/MacOS connected to the same network as your Pi, after all. The Android application is on F-Droid, even!
What if you are using a HDMI display with your Pi? You might be in luck and get a 3.5 mm jack for free, or, if you’re using a TV, you get access to its entire audio output system. Many Pi-suited cheap HDMI displays throw a 3.5 mm output in, like the one I converted into a USB touchscreen display a couple months ago. Not using a HDMI display? You can get a small HDMI audio extractor box. This is one way you can cheaply get a digital audio out of a Pi, since it seems that some of these boxes have a S/PDIF output. On the other hand, if you’re doing a low-power device and you’re not already using a HDMI interface, HDMI audio output on the Pi consumes a fair bit of extra power, and so will a HDMI-processing audio chip.
I2S And PWM: Low-Power, Featureful, Some Hacking Required
The last two interfaces are I2S and PWM – if you’re building a low-power or small integrated device, you should know about them, because they’re quite easy to use. A Broadcom-based Pi has two PWM channels, and this interface takes up both of them – one for left channel audio and another for right channel. It’s unpopulated on the Pi Zero models and on Pi 5, but on any other model, if you want to get some PWM for other purposes, whether that’s a fan or a servo motor, you will need to either use software PWM, steal one of the channels from the audio output, or disable the audio output altogether. Also, there’s only two sets of pins you can output PWM audio through, so, arrange your pins accordingly.
How does it work? Through the power of a custom kernel driver, adjusting the duty cycle and the frequency to match the audio your system wants to output, and it gets the job done pretty well. Want to learn more about how it works at the low level? Our own Jenny List has described it in a way better detail than I ever could. This interface has gone through two revisions between the Pi B and B+, though I can’t tell if the resistor/capacitor changes made were a quality improvement or just BOM optimization. It’s a decent interface, but you still might get some audible noise on it, especially at idle. The interface also doesn’t have much power due to inline resistors, so expect it to be too quiet if your headphones are high-impedance.
What if a single headphone jack isn’t enough? Want to do it the pro way, get audio from a dedicated chip, add a mic, and maybe drive a speaker while at it? I2S is the way to go, and it’s a seriously promising audio interface. It’s a three-data-wire interface (plus an extra wire if you also want audio input), it’s low-power, and integrating it into your board will give you a fair bit of hacker cred. One caveat – just like with PWM, you have to use it on a specific set of pins, so make sure you got them freed up!
The gist of working with I2S on a Raspberry Pi board is – get an I2S audio chip, maybe even on a breakout like the ones sold by Adafruit, or, if you want to expand your field of view, look into the list of Linux kernel drivers for I2S devices. There are both I2S output chips (DACs) input chips (ADCs), and there are a large number of I2S microphones with built-in ADCs out there too. With different I2S chips, you can give yourself a headphone jack, or a S/PDIF digital audio output, or a speaker amplifier output – maybe, all of these things at once. Look out for a nuance, sometimes your I2S chip will also want an I2C interface for sending it some configuration commands – especially if it’s a codec.
A codec is an entire audio system on a chip, usually used in phones and computers. Your phone’s CPU might only have a single I2S interface, yet it needs to drive headphones, a pair of speakers, grab data from onboard digital microphones and compensate for noise, your on-headset analog microphone, route all that audio to an LTE modem whenever needed, and maybe even apply some processing like wind cancellation. A CPU has neither the interfaces nor the CPU power to do all of this, which is why modern-day devices include a codec IC. Thanks to the market availability of these chips, there are a fair few Pi HATs carrying audio codec chips on their backs, and they bring you a whole bunch of audio capabilities at once.
If you want a featureful device when it comes to audio, get an I2S codec chip. If you can find a device schematic or a full datasheet that is using a certain codec, you’ve find a promising one, and all you have left is checking that your codec is supported by the Linux kernel; if not, you may make a bet on it nevertheless and hack it into submission. You will also need an I2C or SPI interface for configuration: the I2S interface is only usable for carrying audio data, it can’t carry sideband commands like “use a certain frequency for these digital microphones” or “adjust volume by X percent”. You’ll need some GPIO pins.
Your Turn
That’s as far as I’ve seen of Raspberry Pi and other Linux SBC audio, but if I have forgotten something, please do let me know! All in all, I hope this helps if you’re ever wondering just how much audio you can squeeze out of an ARM CPU, and you can go on to design that music player you always wanted to make!
Gasparri attacca Vannacci per le parole su Paola Egonu: “Scatola cranica vuota”
@Politica interna, europea e internazionale
Gasparri attacca Vannacci per le parole su Paola Egonu Maurizio Gasparri si scaglia contro Roberto Vannacci dopo le parole di quest’ultimo su Paola Egonu, pronunciate poche ore dopo la vittoria dell’oro della nazionale femminile di pallavolo alle Olimpiadi di Parigi 2024. L’ex generale ed
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Aspirapolveri e tosaerba spioni! I ricercatori fanno sorveglianza con i dispositivi Ecovacs
I ricercatori di sicurezza informatica Dennis Giese e Braylynn hanno scoperto che gli aspirapolvere robot e i tosaerba di Ecovacs potrebbero essere strumenti per spiare i loro proprietari.
Una ricerca presentata al Def Con ha dimostrato che gli aggressori possono assumere il controllo dei dispositivi tramite Bluetooth e utilizzare fotocamere e microfoni integrati per la sorveglianza. Inoltre, i problemi di sicurezza individuati consentono di hackerare i dispositivi in pochi secondi.
Secondo un’intervista a TechCrunch, la principale vulnerabilità risiede nella capacità di connettersi al robot tramite Bluetooth fino a una distanza di 130 metri. Gli hacker possono quindi accedere al dispositivo tramite Internet poiché i robot sono connessi al Wi-Fi. Dopo l’hacking, gli aggressori possono controllare il robot, accedere alle mappe delle stanze e accendere telecamere e microfoni.
Particolarmente preoccupante è il fatto che la maggior parte dei nuovi modelli Ecovac hanno almeno una fotocamera e un microfono installati e non sono presenti indicatori di attività del dispositivo.
In teoria, alcuni modelli dovrebbero emettere una notifica ogni 5 minuti se la fotocamera è accesa, ma gli hacker possono facilmente eliminare un file con questa impostazione e continuare la sorveglianza senza essere notati.
Inoltre, i ricercatori hanno identificato altri problemi con i dispositivi Ecovacs. Ad esempio, i dati dell’utente rimangono sui server cloud dell’azienda anche dopo la cancellazione dell’account, il che consente ai criminali informatici di mantenere l’accesso al dispositivo. È stato scoperto anche un codice PIN debole sui tosaerba, che viene memorizzato in chiaro e può essere facilmente trovato e utilizzato.
Giese e Braylynn hanno tentato di contattare Ecovacs per segnalare le vulnerabilità riscontrate, ma non hanno ricevuto risposta. Gli esperti hanno espresso seria preoccupazione per il fatto che la società non abbia ancora risolto i problemi, lasciando milioni di utenti in tutto il mondo vulnerabili a potenziali attacchi.
Secondo gli esperti, se almeno uno dei dispositivi studiati venisse violato, gli aggressori potrebbero anche avere accesso ad altri robot Ecovacs situati nelle vicinanze.
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Anche il Ransomware Sbaglia! Sei Aziende Evitano il riscatto grazie ai bug dei DLS
Grazie alla scoperta di punti deboli nei sistemi di gruppi di hacker specializzati nell’estorsione, sei aziende sono riuscite a evitare di pagare ingenti somme agli aggressori. Due organizzazioni hanno ricevuto gratuitamente chiavi per ripristinare i dati crittografati e quattro società di criptovaluta sono state prontamente avvertite di attacchi imminenti.
Vangelis Stykas, ricercatore di sicurezza e CTO di Atropos.ai, ha condotto uno studio approfondito sui server di controllo di oltre 100 gruppi di ransomware. L’obiettivo del progetto era identificare le vulnerabilità che potrebbero rivelare informazioni sugli stessi hacker criminali e sulle loro potenziali vittime.
Durante la ricerca, Stykas ha scoperto una serie di vulnerabilità critiche nei pannelli web di almeno tre gruppi di hacker, che consentivano l’accesso alla struttura interna delle loro operazioni. Sebbene i criminali informatici in genere nascondano le loro attività nel dark web, gli errori di codifica e le falle di sicurezza nei siti di violazione dei dati hanno offerto ai ricercatori l’opportunità di ottenere un accesso non autorizzato a informazioni sensibili. In alcuni casi, queste vulnerabilità hanno rivelato gli indirizzi IP dei server, che potrebbero potenzialmente aiutare a determinare la loro reale posizione.
Tra i problemi riscontrati c’erano casi in cui Everest utilizzava una password standard per accedere ai propri database SQL, nonché API aperte che consentivano a BlackCat di tracciare gli obiettivi degli attacchi in tempo reale.
Stykas ha inoltre scoperto una vulnerabilità che gli permetteva di accedere a tutti i messaggi dell’amministratore del gruppo Mallox, grazie alla quale è riuscito a trovare due chiavi di decodifica che sono state trasferite alle aziende interessate.
Anche se Stykas non ha rivelato i nomi delle società, ha affermato che due di loro sono piccole imprese, mentre le restanti quattro sono società di criptovaluta, di cui due con un valore stimato di oltre un miliardo di dollari. In particolare, nessuna delle due società ha denunciato pubblicamente gli incidenti.
Questa ricerca dimostra che anche i gruppi criminali informatici sono vulnerabili alle falle di sicurezza di base. Ciò apre nuove prospettive nella lotta contro i ransomware e nella prevenzione del loro arricchimento illegale, nonostante organismi ufficiali come l’FBI che consigliano ancora alle vittime degli attacchi informatici di non fare concessioni agli aggressori.
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Alì Agamet: il Gigante con due volti e quattro braccia
[quote]L’incredibile storia di un capitano inglese, Alimberto Valdames, che, durante un viaggio verso Algeri, si trova ad affrontare una feroce battaglia navale contro una banda di corsari ottimani provenienti da Cipro. Tra i
Amo le Olimpiadi, per me hanno sempre qualcosa di più rispetto agli altri meeting e eventi sportivi.
Anche Paris 2024 mi sembra sia riuscita a trasmettere la "magia" della Ville Lumière, sorvolando (ma proprio in alta quota) sulle acque marroni della Senna.
Ci sono stati forse pochi record, perlomeno nell'ambito dell'atletica.
Mi hanno emozionato:
- la vittoria di Djokovic, per cui provo una grande antipatia ma ancor più grande rispetto per la carriera;
- la partita Italia-Giappone di volley maschile;
- quella Serbia-USA di basket
moltissimi altri momenti li ho persi e spero di poterli recuperare.
Confesso che anch'io mi sono goduto l'onda di meme su Kim Yeji e Yusuf Dikeç, adorando soprattutto quelli in chiave manga.
Mi spiace sapere che oggi non potrò accendere la tv e trovare le Olimpiadi.
Non mi spiace, invece, la fine delle pessime interviste, degli articoli scritti alla Cazzullo e delle crociate politico-cromosomiche.
Ho tifato ogni azzurro in gara, ma il tifo più grande l'ho fatto alla celebrazione di chiusura: dopo essermi esaltato su If I Ever Feel Better dei Phoenix, sorpreso su Nightcall di Kavinsky e deliziato su Playground Love degli AIR, a casa mia tutti abbiamo sperato di veder comparire sul palco Daft Punk o Justice. Non è successo, ma non posso dirmi deluso.
Adesso metto su Moon Safari per lasciarmi accompagnare verso la fine di questa estate.
Noi non dimentichiamo, così come non dimentichiamo che le radici di chi è al governo affondano nel crimine chiamato #fascismo
Nessuna #pacificazione. MAI.
Ora e sempre, Resistenza.
Prevedo di avere grossomodo il pomeriggio libero dalle 15:00-15:30 in poi, visto che mi sto svegliando prestissimo e comincio a lavorare di conseguenza (oggi ho avviato il timer alle 6:56, per dire. E sono in ufficio, a 40 minuti da casa. Fate vobis).
Se tutto funziona bene come spero conto di farlo più spesso. Come disse di recente un ex-collega: cosa sto a Berlino a fare?
#DigitalNomad #Workation
la noyb porta in tribunale la DPA svedese per essersi rifiutata di gestire correttamente i reclami
noyb sta portando l'IMY in tribunale per assicurarsi che finalmente rispetti i suoi obblighi
mickey12 August 2024
I piani di intelligenza artificiale di Twitter colpiti da altri 9 reclami per il GDPR
Twitter non ha informato gli utenti dell'utilizzo dei dati personali per l'addestramento dell'intelligenza artificiale e non ha chiesto il consenso.
ms11 August 2024
In Indonesia il nichel è un problema
@Notizie dall'Italia e dal mondo
Il nuovo articolo di @valori
Il nichel è centrale per l'acciaio e le batterie. Ma l'estrazione in Indonesia mette a rischio ambiente e diritti umani
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post aggiornato e in continua revisione:
https://t.ly/mf9X
= slowforward.net/2021/06/23/nio…
#francisponge #frisbees #nioque #nioques #jeanmariegleize #giulianiccolai #deviazioni #idiomi #ossidiane #scritturediricerca #experimentalwriting #emiliovilla
Mike Masnick joins the Bluesky Board, new ideas on microblogging focused on specific topics, and more.
[share author='Laurens Hof' profile='https://fediversereport.com/author/laurenshof/' avatar='https://poliverso.org/photo/206608119366e42c304ffac007248590-5.jpeg?ts=1734620326' link='https://fediversereport.com/last-week-in-fediverse-ep-79/' posted='2024-08-11 17:09:02' guid='08552256-1ddb98c771664f15-878de609' message_id='https://fediversereport.com/last-week-in-fediverse-ep-79/']Last Week in Fediverse – ep 79
While we’re busy enjoying the summer (or the Olympics), here is this week’s fediverse news.
The News
Mike Masnick, author of the ‘Protocols, not Platforms‘ paper has joined Bluesky’s Board of Directors. There has been a seat available since Jack Dorsey suddenly left the board a few months ago. In his personal announcement post, Masnick says that ‘Bluesky is the service that is coming closest to making the vision I articulated in my paper a reality‘. Masnick also explains that one of the key aspects that excites him about Bluesky is how ‘they recognize how a future version of the company could, itself, be a threat to the vision the current team has. As a result, they are designing the system to be technically resistant to such a threat.’
With the current implementation of Bluesky, two parts of the architecture (the Relay and the AppView) are theoretically decentralised, but with no incentive structure for other people to also run an alternative part of the infrastructure, nobody actually has done so. Furthermore, the Identity part of Bluesky is still fully centralised and under control of Bluesky, with no clear path to change this. This places Bluesky significantly behind other major fediverse software, who are all already fully resistant to future self-harm. As Masnick values this principle, it is worth seeing how his position on the board will influence the direction of the development of the AT Protocol.
Two new fediverse projects that stand out to me for a similar reason; they both shift away from ‘microblogging about anything you want’ to a community that is clearly defined by interests or topics. CollabFC is a football-based social network, that creates a specific network for football clubs. When you join a hub for a club, such as Liverpool for example, you have the possibility for a ‘local’ feed dedicated to Liverpool, as well as a feed for all other football instances. Gush is a platform that is in development for talking about video games. Part review site similar to BookWyrm and NeoDB, it focuses on posting about specific games. What is different about it is that each game ‘a first-class object that you can reference and share across the fediverse’. Both of these platforms are early in their lifecycle, but point in a direction of more focused discussion on fediverse platforms.
Bonfire shared some more information about their upcoming platform Mosaic. Full details will be available in September, but it looks like a front-end UI for displaying posts as a website instead of the regular feeds. Something similar is Servus, a CMS for Nostr, or Npub.pro, which are both experiments for Nostr to display posts not as a feed but a website as well. Meanwhile, the main aspect that is holding up the release of the ‘main’ version of Bonfire is a slow performance, and the Bonfire team put out two bounties for developers to help them fix this issue.
Threads held an AMA about the fediverse with Flipboard’s Mike McCue and Blockparty’s Tracy Chou. It seems relevant that Threads wants to promote their fediverse connection by hosting an AMA on their main account, but there were little answers that stood out or provided new information, with most answers talking more about a conceptual understanding of what the fediverse could be, more than what the actual rest of the fediverse outside of Threads actually looks like.
Manyfold is an open source self hosted platform for sharing your 3d printer files. They have been working on adding ActivityPub support, and the latest update added experimental early stage support for ActivityPub.
Link aggregator platform Kbin is getting closer and closer to being completely dead, with the main flagship instance kbin.social now also being offline. The lead developer could not keep up with work on the platform due to personal reasons for a while now. The project has been superseded by the hard fork Mbin, which has been around for a while now, and got another update this week.
The Links
- Newsmast’s Michael Foster writes about ‘how can we persuade organisations and creators that it makes sense to federate using tools they already have in place’.
- Bandwagon, the upcoming fediverse music sharing platform, is expanding their beta test.
- Buffer recently added support for Bluesky, and the Buffer CEO wrote a blog post about the significance of Bluesky and decentralised social networks.
- Elena Rossini’s newsletter ‘The Future is Federated’ does an extensive deep dive into Friendica.
- WeDistribute takes a closer look at the successful ‘Mastodon for Harris’ campaign, which raised over half a million USD.
- Bluesky is summoning a community marketing manager.
- The new video series Fediverse Files by WordPress.com has a second episode in which they interview Evan Prodromou about ActivityPub.
- Font Awesome for the fediverse, with Decentralised Social Icons, by WeDistribute.
- A blog by Smoke Signal, an upcoming event platform build on top of atproto, about building communities with atproto.
- Mastodon posted an update about the first half of 2024 for their Patreon supporters.
- A closer look at the new features in Newsmast latest update.
- For the atproto devs: an atproto browser.
- Owncast Newsletter August 2024.
- TechLinked discusses the fediverse and how the web is different now in their podcast.
- IFTAS Connect July 2024 roundup. IFTAS is also looking for admin support while they are seeking funding to continue their work on building an opt-in content classifier to detect CSAM.
- A proof of concept for fediverse spam filtering.
- This week’s fediverse software updates.
That’s all for this week, thanks for reading!
Elena Brescacin likes this.
L’overtourism: sfruttamento dei luoghi pubblici, guadagno dei privati l Contropiano
«“Il turismo è diventato sempre più una risorsa per pochi e un problema per molti”. Questa è la frase cardine di una piccola inchiesta che Contropiano ha riportato (profeticamente) nel 2019. Il focus era il problema che oggi sta cominciando ad essere notato anche dai media mainstream. Le manifestazioni e le proteste, più o meno partecipate, che stanno fiorendo nelle grandi mete turistiche europee: Spagna e Portogallo davanti a tutti, ma che si ritrovano anche nella Grecia a partire dallo scorso anno.»
Andrea Russo
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