Blockchain a rischio! La minaccia quantistica è una corsa contro il tempo
La corsa alla supremazia quantistica si sta trasformando in una corsa alla sopravvivenza delle criptovalute. Se i computer quantistici raggiungeranno la potenza promessa, saranno in grado di violare la crittografia su cui si basa l’economia digitale, dalle banche alla blockchain.
Le tecnologie che un tempo simboleggiavano la fiducia potrebbero ora decretarne la fine. La matematica che garantiva la sicurezza delle transazioni e della posta elettronica si rivelerà impotente contro una macchina che “pensa in termini di probabilità”.
I computer quantistici non funzionano con gli 1 e gli 0 come i computer classici: i loro qubit possono essere entrambi contemporaneamente. Questa proprietà, chiamata sovrapposizione, consente loro di risolvere problemi irraggiungibili anche per i supercomputer più potenti.
Ma lo stesso principio potrebbe distruggere la crittografia alla base del mondo del denaro digitale. I sistemi quantistici, utilizzando l’algoritmo di Shor, potrebbero teoricamente violare RSA e le curve ellittiche, il fondamento della sicurezza dei dati e dei wallet di criptovalute. A quel punto, le chiavi private potrebbero essere calcolate a partire dalle chiavi pubbliche, il che significa che qualsiasi saldo non sarebbe più sicuro.
“Il rischio quantistico non è la minaccia di domani, ma il punto cieco di oggi”, sottolinea Jai Singh Arun, coautore di “Becoming Quantum Safe”. Sostiene che le aziende che ritardano la transizione ad algoritmi resistenti ai sistemi quantistici stanno estendendo la propria finestra di vulnerabilità.
I ricercatori chiamano questo momento Q-Day: il giorno in cui un computer quantistico sarà in grado di decifrare per la prima volta la crittografia classica. Le stime variano, ma i limiti si stanno restringendo. Alla conferenza TOKEN2049 di Singapore, il fondatore di Capriole Investments, Charles Edwards, ha affermato che la sicurezza di Bitcoin potrebbe essere violata in soli due-nove anni.
Ha affermato che 2.330 qubit logici sarebbero sufficienti e che la maggior parte delle aziende prevede di raggiungere questa potenza entro il 2029-2030. “Sembra che non stia succedendo nulla, e poi all’improvviso… una realtà diversa”, ha osservato Hartmut Neven, direttore del Quantum AI Lab di Google.
Con l’arrivo del Q-Day, tutti i dati, le firme e le transazioni che non sono migrati verso algoritmi resistenti alla tecnologia quantistica diventeranno pubblici. Non sarà solo un evento tecnologico, ma storico.
Secondo l’ECIPE, a marzo 2025 la Cina aveva investito circa 15 miliardi di dollari in programmi quantistici nazionali, gli Stati Uniti 8 miliardi di dollari e Giappone, Regno Unito e Germania completavano la top five. In totale, i paesi hanno investito oltre 55 miliardi di dollari nello sviluppo delle tecnologie quantistiche.
Il pericolo non risiede solo nel futuro. Gli aggressori possono già intercettare i dati crittografati oggi e decifrarli in seguito, quando saranno disponibili macchine sufficientemente potenti. Pertanto, il mondo sta gradualmente passando a nuovi standard di crittografia post-quantistica. Cloudflare sta già implementando tali soluzioni e il National Institute of Standards and Technology (NIST) degli Stati Uniti ha approvato tre algoritmi: ML-KEM (Kyber) per lo scambio di chiavi, ML-DSA (Dilithium) e SPHINCS+ per le firme digitali. Le agenzie devono completare la transizione entro il 2033.
Alcuni paragonano la minaccia quantistica al bug Y2K, ma le somiglianze sono ingannevoli. Il problema Y2K aveva una data, una soluzione chiara e una mobilitazione globale. Il rischio quantistico è una tempesta senza data né confini: il suo avvicinamento è visibile, ma il suo impatto è impossibile da prevedere. La preparazione è essenziale.
Le conseguenze per le criptovalute potrebbero essere devastanti. Ogni transazione sulla blockchain rivela una chiave pubblica e un computer quantistico potrebbe calcolare la chiave privata a partire da essa. “Quando arriverà il Q-Day, molte reti semplicemente cesseranno di esistere”, ha affermato Mati Greenspan, fondatore di Quantum Economics. “Ma alcune si stanno già preparando e determineranno il futuro della proprietà digitale”.
Il progetto QRL è stato costruito da zero come una blockchain resistente ai sistemi quantistici. Il suo direttore, Michael Strike, osserva che la transizione a tali standard non è più una teoria, ma una realtà: i governi richiedono compatibilità, le aziende seguono l’esempio e il mercato seguirà.
Secondo Bitbo, circa 25 milioni di indirizzi Bitcoin contengono più di 100$ e un rapporto di arXiv stima che la migrazione di massa dei fondi verso portafogli sicuri dal punto di vista quantistico richiederà dai sei mesi a un anno.
Gli esperti consigliano agli utenti di evitare di riutilizzare gli indirizzi e di aggiornare regolarmente le chiavi. Le aziende dovrebbero creare una mappa di crittografia e dare priorità ai dati che devono rimanere riservati per decenni. Gli sviluppatori dovrebbero testare schemi ibridi che combinano metodi classici e post-quantistici.
L’informatica quantistica non deve distruggere la criptovaluta: può costringerla a evolversi. Il Q-Day non sarà la fine, ma un riavvio della fiducia digitale. La matematica che ha creato la crittografia la creerà di nuovo, solo più forte.
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Una cosa sola
«Una cosa sola. Come le mafie si sono integrate al potere», è il nuovo libro di Nicola Gratteri e Antonio Nicaso edito per le Strade blu di Mondadori (2024).
Una cosa sola, nel libro è la convergenza dell’economia mafiosa col sistema bancario, e dei mafiosi coi colletti bianchi. Già questa convergenza rende bene il tema di cui il procuratore di Napoli, Gratteri, e lo studioso dei fenomeni criminali, Antonio Nicaso, hanno voluto scrivere per fare un appello sia alla gente che alla politica, italiana ed europea. Un appello alla gente, affinché prenda le distanze dalle logiche di Camorra, ‘Ndrangheta, Cosa Nostra e altre mafie; alla politica per dire che l’inazione porta alla sconfitta.
I due autori argomentano con dovizia di particolari piccole e grandi storie di mafia e della loro sconfitta da parte dello Stato quando decide di colpire, grazie alla competenza e all’abnegazione delle sue forze di polizia e della magistratura.
Ma alle storie che in fondo tutti conosciamo, almeno da quando il Paese da deciso di rompere l’omertà generata dal terrore mafioso, Gratteri e Nicaso aggiungono tutte quelle meno note che ruotano intorno alla tecnologia, dedicando un capitolo apposito proprio al rapporto tra l’uso delle infrastrutture informatiche e la criminalità quando è basata sul riciclaggio, quando usa le cryptovalute; quando è basata sulla paura e sull’emulazione, e per questo usa i social hashtag#network per fare proseliti; quando è basata sulla sfida all’ordine statuale impiegando i droni per attaccare e intimidire i suoi servitori; quando sfrutta la crittografia per nascondere alle autorità i traffici loschi e i reati commessi nascondendosi nel DarkWeb.
Ed è proprio in questo contesto che il libro cita anche il lavoro di analisi e raccolta di dati e informazioni prodotto da Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale quando ricorda la piaga del ransomware.
Per ogni tipo di crimine però gli autori ricordano che c’è un antidoto, costituito dalla vigilanza proattiva e dalla repressione giudiziaria, come pure dal rigore e dall’onesta delle singole persone. Ricordando che la mafia è tutt’uno con ogni potere deviato e che i colletti bianchi sono troppo spesso al loro servizio in un’area grigia che va illuminata, Gratteri e Nicaso infine sottolineano come la stessa memoria di hashtag#Falcone e hashtag#Borsellino vada onorata mettendo le forze dell’ordine nella condizione di colpire questa vasta area di malaffare che ingloba anche l’economia pulita. Soprattutto ricordando a noi stessi che è il coraggio delle nostre scelte, politiche e personali, che può fare la differenza nella lotta alla Mafia.
Una cosa sola, copertina del libro di Gratteri e Nicaso
FNSI, Stampa Lombarda, e Stampa Romana su sciopero Sole 24 Ore: adesione massiccia della redazione, inaccettabile uscita giornale “ridotto”.
Oggi il Sole 24 Ore è in edicola con sole 20 pagine, quasi tutte “fredde” e con un’intervista alla premier Giorgia Meloni fatta da una giornalista esterna. Un giornale realizzato senza la redazione, che ieri ha proclamato all’unanimità uno sciopero proprio perché l’intervista a Meloni è stata decisa improvvisamente dalla direzione, a scapito di colleghi interni che erano andati alla conferenza stampa di Palazzo Chigi sulla manovra. Il Cdr e la redazione hanno stigmatizzato la deriva che vede gli intervistati scegliersi gli intervistatori.
La Federazione nazionale della Stampa, l’Associazione Lombarda dei giornalisti e l’Associazione Stampa Romana sono a fianco dei colleghi del Sole 24 Ore e ribadiscono che fare uscire il quotidiano malgrado lo sciopero compatto della redazione è un atto grave e inaccettabile. Oggi, la battaglia dei giornalisti del Sole 24 Ore è una battaglia di tutti in difesa del giornalismo. Editori e direttori non possono usare i giornalisti a loro piacimento, scavalcandoli quando il diktat è utilizzare un intervistatore gradito.
“L’edizione del Sole 24 Ore in edicola oggi nonostante lo sciopero proclamato dalla redazione – commenta Alessandra Costante, segretaria generale della Fnsi – scrive una pagina nera nella storia di uno dei quotidiani più importanti del Paese. Non solo: infanga e sminuisce l’altissima professionalità dei colleghi che ci lavorano. Lo sciopero indetto dal Cdr è a difesa della dignità del giornalismo professionale, della qualità dell’informazione e della sua indipendenza. Penso – conclude Costante – che neppure la presidente del Consiglio avrebbe voluto vedere la sua intervista uscire in un’edizione del Sole che fa carta straccia di tutti i fondamentali dell’informazione libera e democratica”.
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freezonemagazine.com/articoli/…
La follia, potrei dirlo con quasi assoluta certezza, probabilmente si perdona solo alle menti geniali che hanno portato e portano un beneficio all’umanità, ancor di più se sono artisti e soprattutto se la loro arte arriva o è arrivata a più gente possibile, perché vuol dire che le loro opere hanno quel filo sottile intriso […]
L'articolo Mario Tobino – Per le antiche scale proviene da
Anthropic contro tutti: la nuova corsa ai modelli low cost dell’intelligenza artificiale
L'articolo proviene da #StartMag e viene ricondiviso sulla comunità Lemmy @Informatica (Italy e non Italy 😁)
Google, Anthropic e OpenAI si sfidano sul prezzo e sull’efficienza. Ma la rivoluzione nascosta riguarda startmag.it/innovazione/anthro…
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Was The Napier Nomad The Most Complex Aero Engine Ever Made?
From 1945 to 1955, a British aeronautical company called Napier & Son produced not just one but two versions of an intricate hybrid piston engine, which they named the Napier Nomad. The post-World War II era saw the development of several fascinating (and highly complex) piston-powered aeronautical engines alongside the emerging gas turbine engine designs. During this period, gas turbines were inefficient, unreliable, and primarily used for military applications. The (then) British Ministry of Supply commissioned the design and creation of a more fuel-efficient piston engine for aeronautical purposes, both military and civil, aiming to achieve gas turbine-like power while maintaining piston engine efficiency. Quite the challenge!
The specification aimed for 6000 hp and optimal fuel efficiency for long-range use. Napier knew gas turbines were limited by maximum operating temperature, constrained by available materials, which increased fuel consumption and reduced range. Piston engines operated at higher peak temperatures. They considered combining both principles to create a superior design, a concept suggested by aeronautical engineer Sir Harry Ricardo, who had consulted for Napier on other projects. Their complex solution was to build a gas turbine with a two-stroke diesel engine as the combustion chamber, merging the benefits of both.
This liquid-cooled, horizontally opposed 12-cylinder two-stroke diesel engine featured a piston-ported design with shared crank pins in a fork and blade arrangement. Its two-stroke configuration vastly reduces pull loads on the conrods, allowing for lighter one-sided half bearings. The six-throw crankshaft ensured excellent primary and secondary balancing.A simplified diagram of this behemoth. The intercooler was not fitted.
The piston-ported design of the Nomad relies on a supercharger for efficiency, using a crank-driven centrifugal compressor. Notably, the three-stage exhaust turbine also drives the same compressor shaft. One propeller is gear-driven from the diesel engine, while the second contrarotating propeller is powered directly from the compressor shaft through a second gearbox. It’s quite a unique machine!
To enhance take-off power, the engine is equipped with a kind of afterburner. This feature utilises a fuel injector in the exhaust of the diesel engine to increase the flow of exhaust gases, thereby generating more power for the turbine and providing additional thrust. To maximise efficiency and extract every possible bit of power from the exhaust gases, a valve can be opened to direct some of these gases to a secondary exhaust turbine that operates alongside the main unit. Despite the early optimistic power requirement, the Nomad I produced a total power of 3000 hp, with an additional 319 lbf of usable thrust contributed by the exhaust turbine.
We won’t go into the second version of the (never constructed) engine, the Nomad II; you can watch the video yourselves for that. Suffice it to say, simplification was possible, with yet more innovation. It’s a pity the whole program was cancelled and the engines never saw any usage beyond initial test flights.
If this engine sits firmly at one end of the complexity scale, then this DIY single-cylinder two-stroke surely sits at the other? And whilst we’re still thinking about piston engines, does anyone remember this neat free-piston engine?
youtube.com/embed/J7Sdb022Vsk?…
Images supplied by the Napier Power Heritage Trust
Thanks to [Stephen Walters] for the tip!
2025 Component Abuse Challenge: A Self-Charging LED Flasher By Burkhard Kainka
[Tito] entered a Self-Charging LED Flasher into the Component Abuse Challenge. It’s a simple re-build of a design by the unstoppable [Burkhard Kainka], and while [Tito] doesn’t explain its workings in detail, it’s a clever experiment in minimalism, and a bit of a head-scratcher at the same time.
You press a button and an LED flashes. But there is no battery, so how does it work? Maybe the schematic to the right here will help. Or does it confound? Look at it yourself before reading on and see if you can figure out how it works.
The answer is that when the switch is open the LED functions as a small solar cell, drawing power from ambient light. This power is stored in the capacitors and released when the switch is closed! Pretty nifty.
We thought this circuit looked like fun so we took it over to the bench and put it together on veroboard. It took us a few goes to get it right. We used 100 nF ceramic caps to begin with, but didn’t get good results. So we switched to 1 µF polypropylene film capacitors and when we did that we got the circuit to work. It was possible to charge the circuit sufficiently using a mains powered LED lamp we have in the lab, a minute or so sitting in front of that charged the capacitors sufficiently to generate a flash. If you give this circuit a go yourself we’d love to hear how it went for you in the comments! (Editor’s note: Low leakage current in the capacitors is probably the trick.)
Of course we’ve seen plenty of self-powered circuits here at Hackaday before, such as this self-powered camera and this self-powered paper keyboard.
And if you haven’t checked out [B. Kainka]’s website, you’re missing out on enough weekend projects to last you for the rest of your life, if you live that long. (Translated from German here.) Some of his simple, yet brilliant, builds have even graced our pages here: this classic op-amp meower, or this clever radio receiver that uses an LED, biased by the PWM output of an ATtiny13, as a detector. Maybe [Burkhard] himself should enter the contest?
youtube.com/embed/ORy-nOvW4sw?…
GULMh - Linux Day 2025 a Macomer
gulmh.it/linux-day-2025-a-maco…
Segnalato da Linux Italia e pubblicato sulla comunità Lemmy @GNU/Linux Italia
Anche quest’anno il GULMh in collaborazione con Centro di Servizi Culturali UNLA organizza il Linux Day a Macomer.L’...
Fiducia e attrito: negoziare il flusso di informazioni attraverso i social media decentralizzati
La decentralizzazione consente una maggiore personalizzazione nel modo in cui ogni server viene moderato e gestito, inclusa la gestione della privacy dei dati. Allo stesso tempo, la mancanza di una supervisione centrale implica che nessuno sia realmente "responsabile" dell'ecosistema dei server nel suo complesso.
Nel recente articolo di Sohyeon Hwang, Priyanka Nanayakkara e Yan Shvartzshnaider, Trust and Friction: Negotiating How Information Flows Through Decentralized Social Media (pre-print qui ), abbiamo intervistato amministratori e membri del server (n=23) per esaminare sia ciò che spinge le persone a considerare i server della community come custodi affidabili dei dati delle persone , sia le nuove sfide per la privacy che derivano da un'infrastruttura decentralizzata
Ecco un riassunto;
I protocolli decentralizzati dei social media consentono agli utenti di interagire tra loro su server indipendenti e ospitati dagli utenti (ovvero istanze) mentre si autogovernano. Questo modello di governance dei social media basato sulla comunità apre nuove opportunità per un processo decisionale personalizzato sui flussi di informazioni, ovvero quali dati degli utenti vengono condivisi, con chi e quando, e, di conseguenza, per la protezione della privacy degli utenti. Per comprendere meglio come la governance della comunità modella le aspettative sulla privacy sui social media decentralizzati, abbiamo condotto un'intervista semi-strutturata con 23 utenti di Fediverse, un social network decentralizzato. I nostri risultati illustrano fattori importanti che influenzano la comprensione dei flussi di informazioni da parte di una comunità, come le regole e gli sforzi proattivi degli amministratori percepiti come affidabili. Evidenziamo le "frizioni di governance" tra le comunità che sollevano nuovi rischi per la privacy dovuti a incompatibilità di valori, pratiche di sicurezza e software. I nostri risultati evidenziano le sfide uniche dei social media decentralizzati, suggeriscono opportunità di progettazione per affrontare le frizioni e delineano il ruolo del processo decisionale partecipativo per realizzare il pieno potenziale della decentralizzazione.
dl.acm.org/doi/10.1145/3757516
Questo post è condiviso sulla comunità Lemmy @Che succede nel Fediverso?Se la segui puoi leggere tutte le discussioni italiane sul Fediverso che vengono pubblicate su di essa. Se invece vuoi pubblicare da Mastodon un thread su quella comunità, puoi menzionarla in un nuovo messaggio e la prima riga del tuo post diventerà il titolo della discussione.
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possibile.com/indicazioni-scuo…
Cinque motivi per cui crediamo che le Nuove Indicazioni Nazionali 2025 siano inadeguate, a partire dal cambio di paradigma alla base delle Indicazione del 2012 - Cultura, Scuola, Persona - ad un motto che assomiglia ad un altro già sentito: Persona, Scuola, Famiglia.
L'articolo Perché
Fratelli unici
@Politica interna, europea e internazionale
L'articolo Fratelli unici proviene da Fondazione Luigi Einaudi.
Perché siamo contrari alle nuove indicazioni nazionali sulla scuola di Valditara
INDICAZIONI NAZIONALI: PEGGIO DELL’INUTILITÀ C’È SOLO L’INADEGUATEZZA
Cinque motivi per cui crediamo che le Nuove Indicazioni Nazionali 2025 siano inadeguate, a partire dal cambio di paradigma alla base delle Indicazione del 2012 — Cultura, Scuola, Persona — ad un motto che assomiglia ad un altro già sentito: Persona, Scuola, Famiglia.
AUTORITARISMO E NOSTALGIA
Alunni e alunne sono guardati dall’alto in basso, in un misto di paura rispetto alle loro conoscenze e possibili competenze emotive (viste come inutili o comunque non materia di sensibilizzazione) e autoritarismo (meglio punire e stigmatizzare un comportamento non “conforme” che capire insieme e analizzare …)
RITORNO AL PASSATO: RIPARTIZIONE DELLE DISCIPLINE
Quando stavamo quasi per uscire dai compartimenti stagni delle varie discipline, procedendo verso una visione multidimensionale, pluralistica e trasversale, ecco che ci vengono riconsegnate le materie suddivise, “steccati e muri” (cit. Ianes) epistemologici, che ricalcano tristemente le idee chiuse e poco critiche delle destre europee ed internazionali.
LA SUPERIORITÀ DELL’OCCIDENTE E LA PAURA DEL PENSIERO CRITICO
Traspare in diversi passaggi una vera e propria paura dell’altro, specialmente se non-italiano, che va a braccetto con una dichiarata superiorità della cultura occidentale, etichettata come “l’unica” possibile conoscitrice di storia e cultura, denigrando apertamente altre civiltà. Particolare attenzione viene data all’italianità, alle nostre radici, alla nazione. Esattamente il contrario di quello che dovrebbe fare una scuola aperta al mondo, cioè rendere consapevoli gli studenti e le studentesse della complessità della globalità. Invece leggiamo che è da evitare l’ “obiettivo, del tutto irrealistico, di formare ragazzi (o perfino bambini!) capaci di leggere e interpretare le fonti, per poi valutarle criticamente.”
ATTACCO ALL’AUTONOMIA DI INSEGNAMENTO E SCOLASTICA
Al contrario delle Indicazioni del 2012, aperte e rispettose della professionalità dei e delle docenti, nelle Nuove Indicazioni vengono esplicitati un certo numero di titoli, proposte consigliate e addirittura il suggerimento di non esagerare nella proposta di troppi testi, ma concentrarsi su pochi (meglio se quelli proposti).
L’autonomia scolastica, che dovrebbe essere implementata e studiata nei casi virtuosi, invece viene del tutto ignorata.
DALLA SCUOLA DI TUTTI E DI CIASCUNO ALLO OBLIO DELL’INCLUSIONE
Assenti i riferimenti a insegnanti di sostegno, educatori ed educatrici, mediatori, Piano Educativo Individualizzato, alla valorizzazione delle differenze, al concetto di inclusione, all’attenzione alle diversità (tutte). Viene tutto appiattito ad alunni e alunne “portatori di una qualche forma di disabilità”. Non riusciamo ad aggiungere altro.
EDUCAZIONE SESSUO-AFFETTIVA
Sarà sicuramente un caso, ma non passa inosservato il cattivo gusto della contemporaneità della terribile notizia del femminicidio di Pamela Genini (il settantasettesimo di quest’anno) e l’accettazione della proposta della Lega di proibire l’educazione sessuo-affettiva nelle scuole secondarie di primo grado.
A questo si aggiunge l’approvazione del cosiddetto “consenso informato” per le scuole secondarie di secondo grado.
È fuori da ogni dubbio che le famiglie abbiano bisogno di supporto, affinché un problema sistemico di portata nazionale possa essere affrontato su larga scala, come solo la scuola può e sa fare. Invece, il Governo per l’ennesima volta decide di togliere la possibilità alla scuola di fare servizio sociale, mentre continua a proibire, nascondendo i problemi sotto lo zerbino della disciplina ferrea.
Flavia Farina
Alla base la scuola
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A massive black hole feasting on a star outside of a galactic nucleus was observed in bright radio waves for the first time.#TheAbstract
GAZA. Israele continua i raid e limita gli aiuti umanitari
@Notizie dall'Italia e dal mondo
Gli Stati Uniti respingono le accuse di violazione dei termini del cessate il fuoco mosse da Tel Aviv ad Hamas. I corpi degli ostaggi sono stati consegnati secondo i termini, mentre Israele continua a uccidere palestinesi e tiene chiuso il valico di Rafah
L'articolo GAZA. Israele continua
Perù. Boluarte se ne va, ma in piazza si continua a morire
@Notizie dall'Italia e dal mondo
La caduta di Boluarte non porta cambiamento: il nuovo presidente, vicino ai militari, risponde alle mobilitazioni con la forza. Un giovane artista è stato ucciso durante le protestehttps://pagineesteri.it/2025/10/18/america-latina/peru-boluarte-se-ne-va-ma-in-piazza-si-continua-a-morire/
“La riscoperta dell’America” – di Ned Blackhawk
@Giornalismo e disordine informativo
articolo21.org/2025/10/la-risc…
Un testo imprescindibile per comprendere, con profondità di analisi, una storia finalmente inclusiva dei “primi custodi del giardino” americano. In libreria, con Neri Pozza, per la collana I Colibrì, un saggio di grande impatto sul
ansa.it/sito/notizie/mondo/202…
chissà perché ci avrei scommesso.... alla fine trump è trump. delusa forse ma non stupita. ricordo solo quando trump criticava biden di non aver fatto abbastanza.... perché con uno più deciso come lui sarebbe già dovuta essere finita...
Ucraina, Trump gela Zelensky: 'La guerra finisca senza i Tomahawk' - Mondo - Ansa.it
Alla terza visita del 2025 alla Casa Bianca, il presidente ucraino incassa una nuova delusione. Per il leader americano dare i missili a lungo raggio a Kiev 'sarebbe un'escalation' e rimanda ogni decisione a dopo l'incontro con Putin a Budapest Axios…Agenzia ANSA
Zelensky da Trump, spunta la cravatta 'sospetta' di Hegseth nell'incontro
Il segretario alla Guerra con una cravatta stile bandiera: i colori sono degli Usa, ma anche della Russia...Redazione Adnkronos (Adnkronos)
I rifiuti e la nostra assuefazione
Quand'è che abbiamo iniziato a pensare che vedere rifiuti in giro fosse normale? Ormai non c'è città, paese, spiaggia o bosco dove non se ne trovino. In alcuni casi sono anche tanti.
Per quanto riguarda la mia città, ormai ci avviamo a diventare uno dei centri abitati più luridi d'Italia; non dico che si vedano i mucchi di rifiuti ma ormai in giro si vede di tutto, dal polistirolo a pallini fino ai vestiti.
E' un grave problema a mio avviso, sotto molti punti di vista: anzitutto per l'ambiente, ma anche per l'immagine di una delle amministrazioni la cui corrente qui governa da 80 anni (la sinistra) e che vorrebbe darsi l'immagine di essere "quella giusta", quella che amministra bene.
Io ho l'impressione che ce la cantiamo e ce la suoniamo.
Negli ultimi anni è stata introdotta la raccolta porta a porta, togliendo numerosi bidoni per rifiuti dalla città, e da quel momento le cose sono precipitate. E questo mi porta al secondo punto, la domanda che mi ponevo all'inizio di questa riflessione.
Cosa porta le persone a pensare che va bene gettare a terra i rifiuti a casaccio? Per me c'è un'imbarbarimento collettivo, ma quando cerco di farlo notare, mi si dice a più voci che "i problemi sono altri".
E ignorare il problema che cerco di mettere in luce, nel frattempo, non risolve neanche gli altri.
#rifiuti #inquinamento #spazzatura #inciviltà @Ambiente - Sostenibilità e giustizia climatica
АидяёА ЦZ reshared this.
Simon Perry likes this.
Anche a me. Ormai è diventata la mia abitudine, ogni volta che faccio una passeggiata o quasi porto con me i guanti, un sacco e una pinza per raccogliere i rifiuti (faccio fatica a chinarmi tante volte).
Mai nessuno che dica "ti do una mano", o che l'esempio si diffonda.
Com'era quella faccenda che le persone imparano per emulazione?
RFF20: “La vita va così”: il coraggio di dire “No”
@Giornalismo e disordine informativo
articolo21.org/2025/10/rff20-l…
Un inno al tempo lento che salva la terra Il cinema italiano, quello che sa toccare corde civili e al tempo stesso far vibrare l’anima, ha trovato la sua voce in ‘La vita va così’ di Riccardo Milani. Scelto non a caso come film
KW 42: Die Woche, in der dem Innenministerium die Schwungumkehr misslingt
Verhaltensscanner im Mannheim: Hier wird die Überwachung getestet, die so viele Städte wollen
Free-to-play, non chiamateli giochini gratis: fanno guadagnare miliardi
L'articolo proviene da #StartMag e viene ricondiviso sulla comunità Lemmy @Informatica (Italy e non Italy 😁)
Nata e confinata su smartphone, la formula dei free-to-play se ben implementata nei videogiochi permette agli editori incassi record anche quando i titoli non hanno particolare diffusione. Sarà questo il futuro dell'industria
RFanciola reshared this.
Ministero dell'Istruzione
#NoiSiamoLeScuole questa settimana è dedicato all’ITS Academy Campania Moda. Grazie ai fondi del #PNRR destinati alla realizzazione di laboratori professionalizzanti e all’ampliamento delle attività didattiche degli ITS, l’Istituto ha potuto migliora…Telegram
Juan Maria Gomez
in reply to Pëtr Arkad'evič Stolypin • • •Politica interna, europea e internazionale reshared this.