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Arianna Meloni: «Trump critica l’Europa? Lo dicevamo prima di lui»

alla faccia dell'essere senza carattere.... invece di fare come la polonia la nostra meloni non solo lecca il culo dicendo che trump è un genio e non un imbecille, ma sostiene di essere arrivata alle sue conclusioni prima di lui...

in reply to RFanciola

@RFanciola a me sembra proprio priva di carattere. "si signore. certo signore. lei è il migliore signore. penso proprio come lei signore". manca di dignità. dio mio che lingua deve avere dopo questa slinguazzata. penso con orrore al marito della meloni... poveretto.


Atreju è il messaggio


@Giornalismo e disordine informativo
articolo21.org/2025/12/atreju-…
La festa intitolata al noto personaggio de “La storia infinita” è un appuntamento che si ripete da diversi anni, sempre sotto l’egida della destra, ora sotto la ditta di Fratelli d’Italia. La novità di quest’anno, però, è il carattere da simil Festival di Sanremo che ne contraddistingue riti e programmi, con




Neat Techniques To Make Interactive Light Sculptures


[Voria Labs] has created a whole bunch of artworks referred to as Lumanoi Interactive Light Sculptures. A new video explains the hardware behind these beautiful glowing pieces, as well as the magic that makes their interactivity work.

The basic architecture of the Lumanoi pieces starts with a custom main control board, based around the ESP-32-S3-WROOM-2. It’s got two I2C buses onboard, as well as an extension port with some GPIO breakouts. The controller also has lots of protection features and can shut down the whole sculpture if needed. The main control board works in turn with a series of daisy-chained “cell” boards attached via a 20-pin ribbon cable. The cable carries 24-volt power, a bunch of grounds, and LED and UART data that can be passed from cell to cell. The cells are responsible for spitting out data to addressable LEDs that light the sculpture, and also have their own microcontrollers and photodiodes, allowing them to do all kinds of neat tricks.

As for interactivity, simple sensors provide ways for the viewer to interact with the glowing artwork. Ambient light sensors connected via I2C can pick up the brightness of the room as well as respond to passing shadows, while touch controls give a more direct interface to those interacting with the art.

[Voria Labs] has provided a great primer on building hardcore LED sculptures in a smart, robust manner. We love a good art piece here, from the mechanical to the purely illuminatory. Video after the break.

youtube.com/embed/pELnzIHmLkI?…


hackaday.com/2025/12/07/neat-t…



minore sicurezza fornita dagli usa equivale a un'europa più unita e più autonoma, più armata, e quindi minore influenza. il motivo per cui gli usa per decenni hanno mantenuto la promessa di una difesa europea non è puro altruismo ma era finalizzato a tenere i paesi europei in uno stato di semi-colonia. trump ha chiaro questo concetto? gli stati uniti hanno sempre sostenuto il non riarmo dell'europa... per evitare che potesse diventare un concorrente. non si può avere la moglie ubriaca e la botte piena...


Polonia replica a Musk: "Vattene su Marte"
Il ministro degli Esteri polacco, Radoslaw Sikorski: "Lì non c'è censura sui saluti nazisti"

qualcuno che risponde a tono....



un tempo Linux e le sue utility erano fatti per funzionare su qualsiasi hardware. dal 386 in su. fosse successa l'apocalisse ti trovavi con hardware limitato e linux avrebbe funzionato. poi hanno prevalso pure li logiche commerciali. ed ecco che basta avere una cpu a 32 bit neppure troppo vecchia per non avere più un sistema operativo che ci gira...
in reply to simona

una volta in quei casi (ma anche su vecchi mac 68k o sparcstation) usavo #netbsd, pero' saranno dieci anni che non mi capita un i386

cc @stefano

in reply to simona

il problema, come, credevo di aver già spiegato, non è la macchina che scegli di usare, ma in caso di necessità la macchina che puoi essere in grado di usare. specie in ottica di resilienza a specifici contesti di emergenza. un po' come un radioamatore che può essere in grado di comunicare anche in stato di collasso dell'intera rete di ripetitori 4g e 5g telefonici. per questo motivi una stazione radioamatoriale è considerata servizio pubblico, in ottica di calamità naturale.


Natale 2025

torino.ils.org/2025/12/07/nata…

Segnalato dal LUG di #Torino e pubblicato sulla comunità Lemmy @GNU/Linux Italia

Si conclude un ennesimo anno dello Sportello di Assistenza Settimanale, e – come da tradizione – ci concediamo qualche settimana di pausa. L’ultimo giorno del 2025 in cui passare a trovarci sarà mercoledì 17 dicembre, ed il primo

GNU/Linux Italia reshared this.




Anatomy Of A Minimalist Home Computer


There are plenty of well-known models among the 8-bit machines of the 1980s, and most readers could rattle them off without a thought. They were merely the stars among a plethora of others, and even for a seasoned follower of the retrocomputing world, there are fresh models from foreign markets that continue to surprise and delight. [Dave Collins] is treating us to an in-depth look at the VTech VZ-200, a budget machine that did particularly well in Asian markets. On the way, we learn a lot about a very cleverly designed machine.

The meat of the design centres not around the Z80 microprocessor or the 6847 video chip, but the three 74LS chips handling both address decoding and timing for video RAM access. That they managed this with only three devices is the exceptionally clever part. While there are some compromises similar to other minimalist machines in what memory ranges can be addressed, they are not sufficient to derail the experience.

Perhaps the most ingenuity comes in using not just the logic functions of the chips, but their timings. The designers of this circuit really knew the devices and used them to their full potential. Here in 2025, this is something novice designers using FPGAs have to learn; back then, it was learned the hard way on the breadboard.

All in all, it’s a fascinating read from a digital logic perspective as much as a retrocomputing one. If you want more, it seems this isn’t the only hacker-friendly VTech machine.

John Dalton, CC BY-SA 3.0.


hackaday.com/2025/12/07/anatom…



Apple in crisi: lascia anche il responsabile dei chip Johny Srouji


Apple sta attraversando un periodo di grandi cambiamenti ai vertici, con l’uscita di figure chiave che hanno contribuito in modo determinante allo sviluppo tecnologico dell’azienda. L’ultimo dirigente a dare l’addio è Johny Srouji, Senior Vice President delle Tecnologie Hardware, noto per aver guidato lo sviluppo dei chip interni Apple, dalla serie A per dispositivi mobili fino ai recenti processori M per computer desktop.

Secondo fonti riportate da Bloomberg, Srouji avrebbe comunicato a Tim Cook la volontà di lasciare l’azienda, ipotizzando un futuro incarico in un’altra società. La sua uscita segue quella di altri dirigenti di rilievo: a dicembre hanno lasciato Apple anche John Giannandrea, responsabile dell’intelligenza artificiale, e Alan Dye, capo del design dell’interfaccia utente, quest’ultimo passato immediatamente a Meta.

Srouji è entrato in Apple nel 2008, guidando inizialmente lo sviluppo del chip A4, primo sistema su chip realizzato internamente. Negli anni, ha coordinato l’evoluzione della progettazione dei processori, fino a diventare vicepresidente senior delle Tecnologie Hardware. Recentemente, ha anche avviato il progetto di modem interno per sostituire componenti Qualcomm.

Bloomberg segnala che Tim Cook sta cercando di trattenere Srouji, proponendogli una maggiore remunerazione e il possibile ruolo di Chief Technology Officer (CTO), che lo porrebbe al secondo posto nella gerarchia Apple. Tuttavia, alcune fonti interne ritengono che Srouji potrebbe non accettare di lavorare sotto un CEO diverso da Cook.

Rimpasto dirigenziale e nuovi equilibri


Gli addii recenti hanno innescato il più significativo rinnovamento dirigenziale di Apple degli ultimi decenni. Diversi ex dirigenti hanno trovato collocazione in Meta: oltre a Alan Dye, anche Ke Yang, responsabile delle funzionalità di intelligenza artificiale di Siri, si è trasferito nel colosso di Zuckerberg.

In parallelo, Apple ha annunciato alcune nuove nomine: Jennifer Newstead, ex responsabile legale di Meta, sostituirà Kate Adams come consulente legale generale, ruolo che Adams ricoprirà fino alla pensione prevista per fine 2026. Anche Lisa Jackson, vicepresidente per l’ambiente, le politiche e le iniziative sociali, ha confermato il ritiro.

Secondo Bloomberg, il potere decisionale in Apple si sta concentrando su quattro dirigenti chiave: John Ternus, potenziale successore di Cook, Eddy Cue (servizi), Craig Federighi (software) e Sabih Khan, nuovo COO.

Tim Cook e le voci sul suo stato di salute


Parallelamente alle dimissioni, il CEO Tim Cook, 65 anni, è stato oggetto di speculazioni circa possibili problemi di salute, alimentate dall’osservazione di lievi tremori durante alcune riunioni interne.

Fonti vicine al CEO hanno però smentito ogni indiscrezione. Al momento, non è previsto un suo ritiro a breve termine, ma la successione resta un tema centrale nei dibattiti interni all’azienda.

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E se domani agli USA girasse male e ci spegnessero il cloud? L’Europa? Paralizzata in 2 secondi


Negli ultimi mesi due episodi apparentemente scollegati tra loro hanno messo in luce una verità scomoda: l’Europa non controlla più la propria infrastruttura digitale. E questa dipendenza, in uno scenario geopolitico sempre più teso, non è soltanto un rischio economico, ma una vulnerabilità sistemica.

Il primo campanello d’allarme è arrivato quando Microsoft ha improvvisamente disabilitato l’accesso ad Azure all’unità di unità di intelligence israeliana. Si trattava dell’Unità 8200, precedentemente accusata di aver spiato i palestinesi nei territori controllati da Israele utilizzando la tecnologia Microsoft. Nessun preavviso, nessuna gradualità: un interruttore che si spegne e mostra quanto il potere decisionale su infrastrutture critiche sia nelle mani di poche corporation globali.

Il secondo episodio è di oggi, ancora più emblematico, riguarda la recente disputa fra X (la piattaforma di Elon Musk) e la Commissione europea. Dopo una multa da 120 milioni di euro per violazioni delle norme europee, X ha cancellato l’account pubblicitario della Commissione, accusandola di aver utilizzato in modo improprio gli strumenti della piattaforma. Bruxelles si è difesa ricordando di aver sospeso da mesi ogni forma di pubblicità su X e di aver utilizzato soltanto gli strumenti messi a disposizione.

Al di là delle dinamiche tra multinazionali e istituzioni, il messaggio è chiaro: la capacità dell’UE di comunicare sui social media, informare i cittadini e attuare politiche digitali è subordinata alla volontà commerciale di aziende non europee delle quali non ha nessun controllo.

La fine dell’illusione: la tecnologia non è neutra


Questi episodi mostrano un punto chiave: chi controlla la tecnologia controlla anche i comportamenti, la comunicazione e persino la politica delle nazioni. L’Europa lo ha scoperto tardi, per anni convinta che la globalizzazione digitale fosse sinonimo di neutralità.

Ma parlare di tecnologia proprietaria significa affrontare una realtà molto diversa:

  • servono anni di ricerca e sviluppo;
  • serve visione politica di lungo periodo, indipendente dai cicli elettorali;
  • serve percepire la tecnologia non come un settore industriale, ma come un pilastro strutturale della sicurezza nazionale.

E soprattutto significa accettare che nessun Paese è realmente sovrano se dipende da altri per servizi cloud, sistemi operativi, chip e infrastrutture digitali critiche.

Una dipendenza che ci espone a shock globali


Nel mondo iperconnesso di oggi, ogni incidente tecnologico ha effetti immediati e globali. Lo abbiamo visto recentemente con i blackout di AWS, Azure e Cloudflare (primo incidente e secondo incidente) hanno paralizzato servizi pubblici, aziende, banche, giornali, mobilità e sanità in mezzo mondo. Non si tratta più di “problemi tecnici”, ma di veri e propri rischi sistemici.

L’Europa, priva di un proprio stack tecnologico completo, vive in una condizione di dipendenza totale. Siamo un continente altamente digitalizzato che poggia… su fondamenta costruite altrove.

Serve un cloud europeo. E un sistema operativo europeo. E hardware europeo


Affermare la sovranità tecnologica non significa rifiutare il cloud, anzi: significa costruire il nostro.

Un cloud europeo, basato su hardware europeo, sistemi operativi europei, hypervisor europei e software europeo. Una filiera completa, dall’hardware all’applicazione.

Quanto tempo occorre? 20 anni!

Un percorso lungo, complesso, costoso. Ma oggi necessario più che lo sviluppo delle armi. Perché le armi del futuro, le armi “economiche”, sono queste e possono essere usate con un solo click.

  • Serve un sistema operativo europeo, base di tutta la catena.
  • Serve un hypervisor europeo, per garantire che la virtualizzazione non dipenda da logiche esterne.
  • Serve un cloud europeo che risponda alle leggi europee, non a quelle di altri Paesi.
  • Serve una filiera hardware, dal microchip ai server.

E serve soprattutto una scelta politica: programmare questo percorso per 20-30 anni, non per una legislatura.

Perché nell’attuale scacchiere geopolitico, chi controlla la tecnologia controlla le economie, le difese e le democrazie.

E oggi l’Europa non controlla nulla di tutto questo.

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Andrea reshared this.



noi siamo dalla parte dell'ucraina perché aggredita o perché casta e pura? che ha capito trump?


Vorrei fare un giretto per l'ultimo e mi farebbe piacere avere le previsioni del traffico in autostrada (bollini rossi, bollini neri, quelle cose lì).

Non trovo niente...

È ancora presto o sono io che sono scarso a cercare?



"Sono vicino ai popoli del Sud e del Sud-Est asiatico, duramente provati dai recenti disastri naturali. Prego per le vittime, per le famiglie che piangono i loro cari e per quanti portano soccorso".


The Key to Plotting


Plotters aren’t as common as they once were. Today, many printers can get high enough resolution with dots that drawing things with a pen isn’t as necessary as it once was. But certainly you’ve at least seen or heard of machines that would draw graphics using a pen. Most of them were conceptually like a 3D printer with a pen instead of a hotend and no real Z-axis. But as [biosrhythm] reminds us, some plotters were suspiciously like typewriters fitted with pens.

Instead of type bars, type balls, or daisy wheels, machines like the Panasonic Penwriter used a pen to draw your text on the page, as you can see in the video below. Some models had direct computer control via a serial port, if you wanted to plot using software. At least one model included a white pen so you could cover up any mistakes.

If you didn’t have a computer, the machine had its own way to input data for graphs. How did that work? Read for yourself.

Panasonic wasn’t the only game in town, either. Silver Reed — a familiar name in old printers — had a similar model that could connect via a parallel port. Other familiar names are Smith Corona, Brother, Sharp, and Sears.

Since all the machines take the same pens, they probably have very similar insides. According to the post, Alps was the actual manufacturer of the internal plotting mechanism, at least.

The video doesn’t show it, but the machines would draw little letters just as well as graphics. Maybe better since you could change font sizes and shapes without switching a ball. They could even “type” vertically or at an angle, at least with external software.

Since plotters are, at heart, close to 3D printers, it is pretty easy to build one these days. If plotting from keystrokes is too mundane for you, try voice control.

youtube.com/embed/7IGrUeB100I?…


hackaday.com/2025/12/07/the-ke…



"Quanto è avvenuto nei giorni scorsi in Türkiye e Libano ci insegna che la pace è possibile e che i cristiani in dialogo con gli uomini e le donne di altre fedi e culture possono contribuire a costruirla. Non lo dimentichiamo: la pace è possibile!".


"Come ha bisogno il mondo di questa speranza! Nulla è impossibile a Dio. Prepariamoci al suo Regno, facciamogli spazio". Lo ha detto Leone XIV all'Angelus di oggi, seconda domenica di Avvento.


La dottrina Hegseth. Quattro assi per la pace attraverso la forza

@Notizie dall'Italia e dal mondo

Dal palco della Reagan Library di Simi Valley, il segretario alla Difesa Pete Hegseth ha offerto quello che al Pentagono definiscono, a microfoni spenti, un’anticipazione sostanziale della prossima National Defense Strategy. Un intervento dai tratti politici e strategici, che conferma



Eccoci qua a rompere le scatole un'altra volta ma sempre per lo stesso motivo: un paese più giusto.

12 dicembre, sciopero generale contro la la finanziaria.

#CGIL
#sciopergenerale




Dalla NATO all’Ucraina: l’Italia (e la Meloni) tra autonomia e sudditanza.


noblogo.org/transit/dalla-nato…


Dalla NATO all’Ucraina: l’Italia (e la Meloni) tra autonomia e sudditanza.


(185)

(UI)

Dopo la Seconda Guerra Mondiale, i rapporti tra #Italia e Stati Uniti si sono rapidamente rafforzati, diventando uno dei pilastri della politica estera italiana e della sicurezza europea. L’Italia, uscita dal conflitto profondamente segnata e con un sistema politico in ricostruzione, ha trovato negli Stati Uniti un alleato strategico fondamentale per la propria ricostruzione economica e per la stabilità democratica.​ Nel 1949, l’Italia fu tra i fondatori della #NATO, alleanza militare occidentale nata per contrastare l’espansione del blocco sovietico. Questa scelta rifletteva la volontà italiana di allinearsi politicamente e militarmente all’Occidente, in particolare agli Stati Uniti.

L’Italia divenne così un avamposto strategico per la NATO nel #Mediterraneo e un punto di riferimento per la sicurezza europea, ospitando basi militari statunitensi e partecipando a numerose operazioni internazionali.​ La cooperazione militare tra Italia e #USA si è consolidata negli anni attraverso accordi bilaterali e multilaterali, condividendo tecnologie, strategie e obiettivi di sicurezza. L’Italia ha partecipato a missioni #NATO nei Balcani, Afghanistan e Libia, dimostrando il proprio impegno nel sistema di difesa collettiva occidentale. Tuttavia, questa stretta alleanza ha anche sollevato critiche: va sottolineato come il nostro paese, soprattutto nell’ambito della difesa, abbia spesso seguito la linea statunitense, con una limitazione della propria autonomia strategica.​ Parallelamente a questa mansione, la cooperazione economica tra Italia e USA si è intensificata dopo la guerra, con il “Piano Marshall” che ha sostenuto la ricostruzione italiana e favorito la crescita industriale.

(UI2)

Negli ultimi decenni, si è consolidata una visione per cui l’Italia sarebbe “succube” degli Stati Uniti anche in ambito economico, dipendendo da scelte e pressioni statunitensi in settori come energia, tecnologia e politica monetaria.​ La guerra in #Ucraina ha riportato al centro il ruolo della NATO e la posizione dell’Italia. Roma, pur esprimendo solidarietà all’Ucraina, ha mostrato una certa prudenza nelle decisioni militari, preferendo seguire le iniziative europee e atlantiche piuttosto che prendere iniziative autonome.

Il nostro Stato sostiene le sanzioni contro la Russia e partecipa ai programmi di aiuto militare all’Ucraina, ma la sua posizione resta spesso condizionata dalle linee guida di Bruxelles e Washington.​ La crisi ucraina ha anche messo in evidenza le divisioni all’interno dell’UE, con l’Italia che cerca di bilanciare il sostegno all’Ucraina con la ricerca di una soluzione diplomatica, talvolta proponendosi come mediatore.La stretta dipendenza dall’asse transatlantico rende difficile una politica estera completamente autonoma, soprattutto in materia di sicurezza.​

Il governo Meloni ha confermato l’impegno atlantista e la stretta collaborazione con gli Stati Uniti. La Premier ha mantenuto una linea di sostegno agli aiuti occidentali all’Ucraina, pur dialogando con figure della destra globale come Donald Trump. In particolare, la reciproca stima tra Meloni e Trump ha suscitato interesse per le possibili implicazioni di un’alleanza tra la destra italiana e quella americana, anche in vista di nuove elezioni negli USA.​

Meloni ha ottenuto un canale privilegiato con ambienti conservatori statunitensi, mostrando una certa apertura verso il mondo della destra globale, pur mantenendo la linea europeista e atlantista. Questo atteggiamento riflette una strategia di bilanciamento tra autonomia nazionale e fedeltà agli alleati storici, in un contesto internazionale sempre più polarizzato.​

(UI3)

Il governo Meloni, pur presentandosi come promotore di una visione sovranista e nazionale, ha in realtà confermato e rafforzato una dipendenza strategica dagli Stati Uniti, soprattutto in ambito militare e diplomatico.

La scelta di mantenere un atteggiamento atlantista e di coltivare rapporti privilegiati con figure della destra americana sembra contraddire la retorica dell’autonomia nazionale, trasformando la politica estera italiana in un riflesso delle scelte statunitensi, anche quando ciò comporta una riduzione della capacità di mediazione e di proposta autonoma dell’Italia sul palcoscenico internazionale.

Questo atteggiamento fa comprendere che, dietro ai discorsi sul sovranismo ed il patriottismo (che spesso hanno una connotazione che rasenta l’apologia del fascismo), si celi in realtà una subordinazione agli interessi dell’alleato americano, con conseguenze non sempre trasparenti per la politica estera e la sicurezza del paese.​

E, di certo, l’attuale esecutivo non nasconde questa sua inclinazione. Anzi, la sbandiera come un punto di forza, quando in realtà i segnali che provengono dall’amministrazione Trump, tendono a rendere sempre più marginale il ruolo della UE e, di conseguenza, del nostro paese. C’è da chiedersi se il modo di operare del governo non sia, a questo punto, profondamente dilettantesco, con le conseguenze che vediamo ogni giorno. Non serve nemmeno un’analisi troppo professionale per evidenziarlo. Basta un minimo di buon senso.

#Blog #USA #Italia #UE #GovernoMeloni #Opinioni #Politica #Politics

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Tutte le opinioni qui riportate sono da considerarsi personali. Per eventuali problemi riscontrati con i testi, si prega di scrivere a: corubomatt@gmail.com




Una nuova architettura per la difesa multidominio

@Notizie dall'Italia e dal mondo

Lo scorso 27 novembre Roberto Cingolani, amministratore delegato e direttore generale di Leonardo, ha presentato il visionario progetto per uno scudo multidominio per la difesa delle infrastrutture critiche europee contro le minacce ibride in rapida evoluzione. L’inedito “Michelangelo Dome”, nel cui nome riecheggia l’architettura innovativa



La forza prevale sulla forma


Articolo pubblicato in origine il 19/11/2025 su Transform Italia. di M. Minetti Questa è la traduzione dall’inglese “force over form” (Nunes 2025 p. 100) che costituisce un capitolo nodale del libro di Rodrigo Nunes Né verticale né orizzontale, recentemente tradotto … Continua a leggere→


La forza prevale sulla forma


Articolo pubblicato in origine il 19/11/2025 su Transform Italia.

di M. Minetti

Questa è la traduzione dall’inglese “force over form” (Nunes 2025 p. 100) che costituisce un capitolo nodale del libro di Rodrigo Nunes Né verticale né orizzontale, recentemente tradotto dalla casa editrice Alegre. Piuttosto che pensare esista una forma di organizzazione migliore delle altre per sintetizzare i conflitti interni alle società, l’autore propone una visione ecologica per cui, a prescindere dal tipo di struttura, sia socialista o liberaldemocratica, sia assembleare piuttosto che aziendale, l’effetto dei cambiamenti prodotti sull’ambiente circostante è dato dai rapporti di forza interni a quelle stesse strutture organizzative, viste tutte come continuum dinamici che oscillano fra i loro estremi. Non si valuta quindi la forza più giusta, più etica, più elegante o alla moda, ma quella più intensa che spinge il risultato dalla sua parte, verso la soddisfazione dei bisogni sottesi.

Questo principio materialistico è spiegabile con la frase: “il Re è nudo!”; nel senso che il potere, fino a quel momento accettato dai cortigiani e dai sudditi per convenienza e conformismo, si svela essere arbitrario, ovvero basato soltanto sulla forza. La critica dei valori tradizionali e religiosi delle monarchie, portata dall’illuminismo, è stata l’inizio della fine per i sovrani assoluti e le loro aristocrazie ereditarie. Le recenti manifestazioni “No Kings” negli Stati Uniti vorrebbero proprio ricordare le rivoluzioni che hanno portato alla modernità del liberalismo, al dominio della borghesia sui nobili e i sovrani. Peccato che la modernità sia irrimediabilmente tramontata assieme alla borghesia e al capitalismo industriale, con tutti i suoi orpelli ideologici legati ai diritti universali e quindi umani, con la supposta eguaglianza formale dei cittadini di fronte alla legge. Le manifestazioni “No Kings” invece che abbattere la recente monarchia e aristocrazia tecnocratica statunitense, prendono tardivamente atto della loro esistenza. Ci dicono sì che il Re è nudo ma da tempo essere nudi non è più un problema, basta avere i soldi e il potere militare per difenderli. Anche Bibi Nethanyau è nudo, quasi metà dei cittadini del suo paese democratico hanno manifestato il 18 agosto 2025 contro la sua politica di guerra ma questo non ha impedito all’esercito di invadere militarmente Gaza e la Cisgiordania, bombardare il Libano, la Siria e l’Iran provocando la debole reazione della comunità internazionale, che perseguita chi accusa lo Stato di Israele di genocidio.

Grazie alla manipolazione algoritmica dell’opinione pubblica, operata dalle agenzie di informazione legate al potere, l’agenda dell’opposizione nelle democrazie liberali è controllata dagli stessi soggetti privati su cui si appoggia il governo. L’azione politica non ha più origine dalle scelte ideologiche e dalle identificazioni valoriali (es. liberalismo vs autoritarismo, religione vs laicismo, socialismo vs libero mercato, ecologismo vs consumismo…) casomai quelle sono conseguenze della narrazione egemonica in un certo momento storico. Il potere, come aveva rilevato Machiavelli già nel XVI sec. viene considerato da tutti ormai questione di forza, non di etica. Questo a mio parere è il significato odierno del dire che il Re è nudo, ovvero che la forza prevale sulla forma.

Dopo decenni di pace sociale, conquistata grazie a politiche consociative di partecipazione delle opposizioni ai governi locali o nazionali, senza disturbare l’accumulazione di profitti privati a discapito dei servizi erogati alla cittadinanza, ci troviamo oggi a vedere quelle opposizioni espulse dalla partecipazione democratica ai benefici del governo e costrette a riempire le piazze per rivendicare un ruolo di primo piano. Se non altro il vantaggio di questa situazione drammatica è di aver ridato un senso all’esistenza delle opposizioni, costringendole ad abbandonare il vessillo del capitalismo etico e sostenibile per rendersi conto che l’aristocrazia dei miliardari che possiedono più della metà della ricchezza globale non può essere nè eticamente virtuosa come ci vogliono far credere, nè sostenibile per i cittadini e per l’ambiente naturale come ci hanno raccontato finora.

Finita l’illusione del mercato come “migliore dei modi possibili” per allocare le risorse, il mondo libero, come amava definirsi durante la Guerra Fredda, si scopre pieno di poveri, che non riescono a far fronte ai propri bisogni primari e a cui vengono tagliate prestazioni sociali, e nemmeno così libero come si pensava. Anche nelle nostre democrazie oggi l’informazione è censurata, il controllo di massa viene attuato attraverso il monitoraggio automatico degli strumenti di comunicazione, il riconoscimento facciale autorizzato nei luoghi pubblici, i movimenti dei cittadini/utenti tracciati mediante dispositivi GPS, lettura automatica delle targhe automobilistiche e sistemi di pagamento digitali.

Milioni di cittadini si scoprono complici di un genocidio, quello del popolo palestinese, che è in atto da ben prima del 7 ottobre 2023 e beneficiari della distruzione di interi ambienti naturali per fornire cibo e minerali a basso costo, necessari a mantenere stili di consumo insostenibili nelle città più ricche del pianeta. Ancora, milioni di cittadini percepiscono che nella democrazia in cui continuano formalmente ad avere un ruolo, con tutte le forme diffuse di rappresentanza della società civile, non hanno un peso reale sulle scelte strategiche del loro paese, che è saldamente nelle mani di una aristocrazia tecnofeudale dedita alla propria riproduzione. Di fronte alla dissonanza cognitiva provocata dalla contraddizione di scoprirsi né buoni, né forti e tantomeno liberi, come la narrativa del potere ci voleva far credere, molti si innamorano del proprio carnefice, ammirandone i capricci e le crudeltà. Altri, quelli in cui riponiamo le nostre speranze, sentono il bisogno di capire meglio cosa accade nel mondo e prendono posizione con l’intenzione di cambiarlo.

Già rendersi conto delle contraddizioni della narrativa propagandistica, vedendo crollare quella illusione liberale che per tanto tempo ha schermato gli interessi dei ricchi, è una conquista non da poco, mentre su internet si diffondono viralmente interpretazioni, sicuramente semplificate, ma fortemente antisistemiche e critiche verso i potenti. “L’arme della critica non può certamente sostituire la critica delle armi, la forza materiale dev’essere abbattuta dalla forza materiale, ma anche la teoria diviene una forza materiale non appena si impadronisce delle masse” scriveva Karl Marx nel 1844 nel suo Per la critica della filosofia del diritto di Hegel e ancora oggi non possiamo che ribadirlo. Il nostro scopo potrebbe essere proprio la costruzione di quella forza materiale in tutte le forme che abbiamo a disposizione, abbandonando la sterile presunzione di essere gli unici portatori della forma adatta a raggiungere l’obiettivo. Se la forma organizzativa raggiungerà il cambiamento atteso, che non è neppure poi così chiaro quale sia, si vedrà solo in futuro, quando una sufficiente forza gli avrà permesso di mettersi alla prova.

Spiegone degli spiegoni: Nunes ci ribadisce che è poco importante la perfetta aderenza ai principi ideali di una piccola organizzazione ininfluente dedita al purismo, ovvero a espellere qualsiasi contraddizione interna, mentre è necessario cooperare in un vasto panorama di forze concorrenti e molteplici, costruendo organizzazioni di massa, scalabili fino alla dimensione statale o sovranazionale, in grado di competere anche sul piano economico e militare con le multinazionali del capitalismo estrattivo.

Bibliografia


K. Marx e F. Engels, La sacra famiglia [1845], Editori riuniti, 1967.
K. Marx, Critica della filosofia hegeliana del diritto pubblico [1844], Editori riuniti 2021.
R. Nunes, Né verticale né orizzontale. Una teoria dell’organizzazione politica, Alegre, 2025.
Y. Varoufakis, Tecnofeudalesimo. Cosa ha ucciso il capitalismo, La nave di Teseo, 2023.

#aristocrazia #ecologia #ecosistema #fronte #liberalismo #marx #mercato #nunes #organizzazione #orizzontale #politica #socialismo #verticale




Costruiamo una supply-chain europea forte con l’Italia alla guida. Parla Recchia

@Notizie dall'Italia e dal mondo

Il primo dicembre, nella Sala della Ragione, durante la seconda edizione di Rimland (qui le foto dell’evento), il forum dedicato alla geostrategia e alla geoeconomia promosso dalla Rete delle Imprese dell’Aerospazio-Difesa del Lazio (Rial) con il supporto della presidenza del Consiglio comunale di



Perché Usa e Ue bisticciano sulla multa europea a X di Musk

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Sovranità digitale e libertà di espressione: nuove tensioni tra Stati Uniti e Unione europea dopo la multa a X. Quali sono le differenze fra modelli regolatori te culturali tra America ed Europa. L'analisi di Costantino Del Riccio, esperto di stampa e comunicazione con esperienza trentennale



Omelie sul Levitico



Questo secondo volume completa l’edizione bilingue delle omelie origeniane sul Levitico (per il primo volume, cfr Civ. Catt. 2021 II 191). Leggere le omelie di Origene è sempre come bere a una sorgente di spiritualità, tutta incentrata sull’interpretazione spirituale delle Sacre Scritture, cosa nella quale l’Alessandrino è maestro insuperabile. Non è però una fonte purissima, perché si porta dietro due presupposti dottrinali che in seguito la comunità dei teologi e dei credenti non ha ritenuto essere appartenenti al deposito della fede: la dottrina della preesistenza delle anime e quella dell’apocatastasi, ossia della purificazione finale di tutti i peccati.

Sebbene Origene ritenesse che queste dottrine fossero supportate dalle Scritture, esse sono chiaramente di derivazione platonica. Per Platone, infatti, le anime appartengono al mondo delle Idee, dal quale sono cadute per collocarsi in un corpo. In secondo luogo, per il filosofo greco il concetto di un male eterno è insostenibile, perché solo il Bene in sé è eterno. Questi presupporti platonici non appaiono sempre chiaramente nelle omelie di Origene, che cercava di non scandalizzare inutilmente i suoi ascoltatori, la maggioranza dei quali interpretava le Scritture alla lettera. Va poi tenuto presente che Rufino, il traduttore latino di queste omelie perdute nella versione greca, non si fa scrupolo di addomesticare il testo origeniano secondo la dottrina comune al IV secolo.

La curatrice del volume, Carla Noce, sia nelle introduzioni sia nelle note non manca di evidenziare i presupposti origeniani sopra indicati e ben sintetizzati in questa nota: «L’interpretazione origeniana individua in ogni rito e particolare del testo [del Levitico] una tappa del lungo processo di purificazione che conduce l’anima dalla caduta della preesistenza all’apocatastasi» (p. 73, nota 57). Forse è bene osservare che, per quanto condannate dagli antichi, queste dottrine sembrano ritrovare slancio tra alcuni moderni, i quali vedrebbero volentieri lo spirito umano inserito in una comunità di «esseri razionali», ivi compreso Dio, negando una qualche differenza di esito finale che non sia un ritorno di tutti all’Uno.

Questo volume contiene anche gli indici di tutti e due i tomi, curati da Sara Giorgetti. Per avere un’idea dei molti temi toccati da Origene, sarà utile consultare l’indice analitico (pp. 383-389). In particolare, la nona omelia commenta il capitolo 16 del Levitico, che descrive il grande rito dell’espiazione (Yom Kippur). La guida dell’esegesi origeniana è sempre Paolo, ma, in questo caso, soprattutto la lettera agli Ebrei. Origene è molto attento alla situazione spirituale dei suoi ascoltatori: sa che ci sono quelli che sono ancora bambini nella fede, capaci di ricevere solo il latte delle dottrine più semplici, mentre ai proficienti e ai perfetti è possibile offrire il cibo solido delle dottrine più ardue e difficili.

The post Omelie sul Levitico first appeared on La Civiltà Cattolica.



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SUDAN. Droni delle RSF uccidono 79 civili, tra cui 43 bambini


@Notizie dall'Italia e dal mondo
La milizia paramilitare è stata responsabile nelle scorse settimane di massacri e stupri di massa nella città di El Fasher (Darfur)
L'articolo SUDAN. Droni delle RSF uccidono 79 civili, pagineesteri.it/2025/12/07/afr…



L’AI aumenta la produttività? Quattro verità scomode spiegano la risposta

Per vedere altri post come questo, segui la comunità @Informatica (Italy e non Italy 😁)

Nonostante la narrativa degli ultimi anni dipinga l’AI come rivoluzionaria, i dati mostrano una realtà più complessa: il 95% dei progetti AI non produce risultati economici misurabili. L’intervento di Gianmarco

in reply to Informa Pirata

L'articolo è pieno di spunti interessanti e idee per il futuro. Nell'attesa di vedere come andrà a finire, non posso non notare che nel 2021 il 90% dei progetti di innovazione tecnologica non davano ROI misurabile. Forse quello che stiamo osservando a proposito di AI è una caratteristica più generale della trasformazione digitale...

forbes.com/sites/steveandriole…

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"La musica è come un ponte che ci conduce a Dio. Essa è capace di trasmettere sentimenti, emozioni, fino ai moti più profondi dell'animo, portandoli in alto, trasformandoli in una ideale scalinata che collega la terra e il cielo".


Scientists found sugars that are essential for life on asteroid Bennu, which has a 1 in 2,700 chance of hitting Earth in 2182.#TheAbstract


An Asteroid Threatening Earth Is Teeming With Ingredients for Life, Scientists Discover


Welcome back to the Abstract! Here are the studies this week that fought for their food, took one for the team, passed the extraterrestrial sugar, and got lost in an ancient haze.

First, a story about the spiciest meatball in the animal kingdom. Then: ants are being interesting again, a new discovery about an old rock, and a walk in an ancient sulfur rainstorm.

As always, for more of my work, check out my book First Contact: The Story of Our Obsession with Aliens or subscribe to my personal newsletter the BeX Files.

Pond frog versus murder hornet


Sugiura, Shinji. “Pond frog as a predator of hornet workers: High tolerance to venomous stings.” Ecosphere.

Most animals don’t eat hornets, because dinner is just not as fun if it comes with a side of deadly venom and stab wounds. But a scientist has now observed an incredible exception to the rule with the humble black-spotted pond frog (Pelophylax nigromaculatus), which will straight-up house a hornet and ask for seconds.
youtube.com/embed/nv9LQ0LTfoc?…
Hornets have occasionally been found in the bellies of pond frogs, suggesting that the amphibians can tolerate their intense stings, but not much else is known about this unusual predator-prey relationship. To remedy the situation, Shinji Sugiura of Kobe University went out to the prefecture of Hyogo in Central Japan and netted a bunch of hornets from grasslands and forests—including the infamous “murder hornet” Vespa mandarinia, the largest in the world. He then captured pond frogs from wetlands with paddy fields and ponds in Hyogo and Shimane prefectures. Then, he let them duke it out in the lab in the world’s gnarliest series of cage matches.

“When a frog opened its mouth and its tongue made contact with a hornet, the action was classified as an attack on the hornet,” Sugiura said in the study. “If the frog did not stop the attack, spit out, or regurgitate the hornet, it was considered to have successfully consumed the hornet.”

The results revealed that most frogs made short work of the hornets (Videos S2) even though their meals were actively stinging them in their faces, eyes, tongues, palates, or throats of the frogs during attacks (Figure 3c,d).

“None of the frogs regurgitated the hornets after swallowing them,” Sugiura noted. “All frogs that swallowed hornets excreted the undigested body parts of the hornets as feces 2–4 days after ingestion.”

Lets just sit with that mental image of poopy undigested hornets for a second. What a nightmare. But what’s truly wild about this study is that the insects are known to inject lethal doses of venom into much larger animals, like mice, so the frogs clearly have some unknown defense against their attacks.

“Although many frogs were stung repeatedly by [hornets] in this study…none of the frogs died, and all individuals resumed normal behavior shortly after being stung,” Suguira said. “Moreover, despite repeated stings, most of the frogs ultimately consumed hornet workers…indicating a high level of predation success even against the largest hornet species.”

We humans are so lucky that when we sit down to dinner, our food generally does not try to kill us with repeated venomous needlepoint impalements. Count your blessings!

In other news…

Meet the ant-y Christs


Dawson, Erika H. “Altruistic disease signalling in ant colonies.” Nature Communications.

We’ll move now from death by frog munchies to death by team spirit. Scientists have discovered that ant pupae (baby ants) will sacrifice themselves if they are sick, lest they risk the health of the entire colony.

“Here we show…that sick ant pupae instead actively emit a chemical signal that in itself is sufficient to trigger their own destruction by colony members,” said researchers led by Erika H. Dawson of the Institute of Science and Technology Austria. “Our data suggest the evolution of a finely-tuned signalling system…that triggers pupal signalling for sacrifice. This demonstrates a balanced interplay between individual and social immunity that efficiently achieves whole-colony health.”

In other words, if an ant gets bitten by a zombie in a movie, it would immediately let everyone know and offer its life for the good of the group. Do what you will with this information.

Do you take sugar in your asteroid?


Furukawa, Yoshihiro et al. “Bio-essential sugars in samples from asteroid Bennu.” Nature Geoscience.

Scientists have found bio-essential sugars, including ribose and glucose, in samples of an asteroid called Bennu that were brought to Earth by NASA’s OSIRIS-REx mission in 2023. The discovery marks the first time key sugars have been found in any extraterrestrial sample. Ribose is an essential ingredient of RNA (ribonucleic acid), making it a particularly significant find in the quest to understand how life arose on Earth, and if it exists elsewhere.
youtube.com/embed/9LyH6jTefU8?…
“All five of the canonical nucleobases in DNA and RNA, and phosphate, were previously found in Bennu samples,” said researchers led by Yoshihiro Furukawa of Tohoku University. “Our detection of ribose means that all the components of RNA are present in Bennu.”

“Our confident detection in Bennu of abundant glucose—the hexose molecule that is life’s common energy source—and other hexoses indicates that they were present in the early solar system,” the team added. “Thus, all three crucial building blocks of life”— bio-essential sugars, nucleobases, and protein-building amino acids—”would have reached the prebiotic Earth and other potentially habitable planets.”

While Bennu bears the stuff of life, it may also be an omen of death: It has a 1 in 2,700 chance of hitting Earth on September 24, 2182. These are very low odds, but the risk is high enough to classify Bennu as potentially hazardous. So while visions of sugar plums may dance in your head this season, beware the nightmares about sugar-asteroids.

It’s raining sulfur—hallelujah!


Reed, Nathan W. “An Archean atmosphere rich in sulfur biomolecules.” Proceedings of the National Academy of Sciences.

I’ve made you walk through many valleys of death in this newsletter, but we’ll close with some unadulterated life. Scientists have discovered that many of the sulfur molecules that help make up all modern organisms may have rained down from the hazy skies of the Archean period four billion years ago.

Assuming the results are confirmed in future research, it would mean that these sulfur molecules could have predated life, upending a leading hypothesis that they were a product of life and thus emerged later.

The work challenges “the assumption that life must have ‘invented’ sulfur biomolecules during evolution…by demonstrating the production of a variety of sulfur biomolecules, including cysteine, in laboratory experiments mimicking the atmospheric chemistry of the early Earth,” said researchers led by Nathan Reed of NASA, who conducted the work while at the University of Colorado, Boulder.

“The results presented here imply that an atmospheric organic haze is a potential powerhouse in providing a diversity of essential biomolecules in sufficient quantities for a budding global biosphere,” the team concluded.

Taken together with the Bennu study, it looks as if early Earth was positively marinating in life juices from multiple sources, including the sky and extraterrestrial impactors. Though this still doesn’t explain how living things sprang up from the prebiotic stew, it provides further confirmation that the ingredients of life as we know it are spread far and wide here in our solar system, and beyond.

Thanks for reading! See you next week.




Carino... allora io posso invocare lo scioglimento della Polizia Municipale? Pure loro, certe multe...


globalist.it/world/2025/12/06/…

Beh possono cominciare loro a sciogliere gli Stati Uniti e poi ne parliamo




L'amministrazione Trump ha pubblicato la Strategia per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti d'America (novembre 2025)

Si tratta di un ampio documento di 30 pagine che è in parte un manifesto ideologico, in parte un reset della politica estera e in parte un giro di vittoria.

L'NSS definisce il presidente Trump come "il presidente della pace", sostenendo che durante soli otto mesi del suo secondo mandato:
“ha garantito una pace senza precedenti in otto conflitti in tutto il mondo… e ha posto fine alla guerra a Gaza con la restituzione di tutti gli ostaggi viventi alle loro famiglie.”— NSS, p. 8–9

Ma uno sguardo più attento a ciascuna affermazione – e una lettura riga per riga della strategia – rivela un mix di reali successi diplomatici , successi esagerati e interpretazioni favorevoli alle pubbliche relazioni di conflitti fragili o ancora irrisolti .

onestnetwork.com/post/trump-s-…

@Politica interna, europea e internazionale





L'UE ha finalmente multato Musk per aver trasformato X in un vivaio di disinformazione. E cosa succede quando finge di essere al di sopra della legge?

L'UE sa esattamente cosa sta facendo.

Non sta solo punendo Musk.
Si sta affermando come regolatore globale del linguaggio digitale, della governance delle piattaforme e della trasparenza algoritmica.

Altri paesi (Australia, Brasile, India, Corea del Sud, Nuova Zelanda) stanno attualmente elaborando leggi in stile DSA.

Una volta che l'UE crea un precedente, inizia il copia-incolla globale.

E Musk ha fatto di sé il banco di prova.

Questa multa non è solo una punizione, è un messaggio geopolitico:

I miliardari della tecnologia non sono stati sovrani.
L'UE lo è.

deanblundell.substack.com/p/el…

@Politica interna, europea e internazionale

in reply to Informa Pirata

Magari è anche la volta buona che con quei soldi comprano qualcosa di utile.

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Congo-Ruanda, infuriano i combattimenti. Ennesimo accordo inutile targato Trump


@Notizie dall'Italia e dal mondo
«Stiamo risolvendo una guerra che dura da decenni», si è vantato Donald Trump dopo la firma dell'ennesimo accordo. Ma in Congo infuriano i combattimenti tra l'esercito e le milizie sostenute dal Ruanda
L'articolo Congo-Ruanda, infuriano i combattimenti. Ennesimo accordo inutile targato Trump