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@politics
european-pirateparty.eu/join-o…
We’re building something big — a European umbrella organisation working to support our pirate parties across Europe and amplify our shared political
Jure Repinc reshared this.
Ucraina, l’Europa supera gli Usa e diventa il maggior fornitore di aiuti militari a Kyiv
@Notizie dall'Italia e dal mondo
Per la prima volta dall’inizio della guerra in Ucraina, l’Europa ha superato gli Stati Uniti nella produzione e nella fornitura di materiale militare a Kyiv. Lo dicono i numeri diffusi dal Kiel Institute for the World Economy: tra febbraio 2022 e giugno 2025, la produzione militare europea
Samsung si piega a Trump: nuovi investimenti per chip americani
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Il lavoro muscolare di Trump sta dando i suoi frutti: la necessità di Apple e Tesla di trovare una filiera statunitense sta portando Samsung a investire nuovamente negli States. La notizia comunque ha una
Golden Dome, ecco come funzionerà lo scudo spaziale di Trump. I dettagli
@Notizie dall'Italia e dal mondo
Il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti ha deciso di alzare il velo sull’architettura operativa del Golden Dome, il futuro sistema di difesa missilistica destinato a proteggere l’intero territorio statunitense – Alaska e Hawaii inclusi – contro le minacce balistiche,
"Fiat: in autunno le prime immagini del prossimo SUV"
ancora suv? maledetti suv. sono la rovina del mondo. a chi si ostina produrre suv posso solo augurare il fallimento.
RFanciola reshared this.
il concerto di Gastone Pietrucci e la Macina con Elisa Ridolfi - 13 agosto 2025
Il concerto di Gastone Pietrucci e La Macina insieme a Elisa Ridolfi, vincitrice del Premio Tenco 2024 per la migliore opera prima, si è rivelato un'esperienza suggestiva e toccante. Il luogo prescelto, una radura a pochi metri dal borgo medievale di Cerreto di Montegiorgio, ha donato all'evento un'atmosfera intima e quasi magica. Seduti su semplici assi di legno grezzo, ci siamo ritrovati a stretto contatto con i musicisti, annullando ogni barriera e favorendo una vera e propria comunione tra artisti e ascoltatori.
Nonostante la qualità del suono non fosse sempre eccelsa, quasi a voler dimostrare che quello che conta è la sincerità e non la perfezione artificiale, l'espressività dei musicisti ha superato ogni limite tecnico. Le emozioni scaturite da ogni nota e da ogni parola sono state così coinvolgenti da rendere l'esperienza unica e indimenticabile.
L'esibizione ha offerto un viaggio musicale che ha saputo unire brani originali ad omaggi ad alcuni dei più grandi cantautori italiani: le canzoni di De André, Ciampi, Tenco e Piero Cesanelli (padre della rassegna musicale Musicultura) sono state reinterpretate con passione e rispetto. Momenti di rara intensità si sono raggiunti con le esecuzioni appassionate di "Vedrai, vedrai" di Luigi Tenco e del canto popolare "Sotto la croce Maria", così come con la sorprendente interpretazione della “Ballata degli impiccati” di De André, che è stata introdotta dalla voce nuda e dirompente di Elisa Ridolfi.
Questi passaggi hanno trasformato la serata da un semplice concerto in un'esperienza quasi spirituale di condivisione di sentimenti e storie, confermando ancora una volta il valore di una musica che affonda le radici nella tradizione, ma che sa parlare con forza e attualità al cuore di chi ascolta.
(13agosto2025 - #worldland festival)
Giacomo Franca reshared this.
Arrabbiato? Non sfogarti: respira
Sfogarsi fisicamente quando si è arrabbiati, urlando o prendendo a pugni un muro può essere controproducente: per calmarsi meglio fare un bel respiro.Focus.it
Fortinet VPN sotto attacco: una nuova ondata di attacchi brute-force rilevata da GrayNoise
GreyNoise ha rilevato due importanti ondate di attacchi ai dispositivi Fortinet all’inizio di agosto 2025. La prima, un attacco brute-force mirato alla VPN SSL di Fortinet il 3 agosto, che poi è stato seguito da un brusco cambiamento su FortiManager il 5 agosto, con una nuova firma del traffico. I ricercatori avvertono che tali picchi di attività precedono la pubblicazione di vulnerabilità critiche nell’80% dei casi.
Secondo GreyNoise, il picco del 3 agosto ha coinvolto tentativi di accesso basati su dizionario sulla VPN SSL FortiOS . L’impronta digitale della rete JA4+, che utilizza l’impronta digitale TLS per classificare il traffico crittografato, ha indicato una possibile corrispondenza con l’attività osservata a giugno. Tale traffico proveniva da un indirizzo IP residenziale associato all’ISP Pilot Fiber Inc. Sebbene ciò non dimostri un’attribuzione specifica, i ricercatori suggeriscono il riutilizzo dello stesso toolkit o infrastruttura.
Il 5 agosto, è stata osservata una situazione diversa. L’aggressore è passato da SSL VPN a FortiManager e ha iniziato con attacchi di brute force al servizio FGFM, che fa parte del sistema di gestione Fortinet. Sebbene i filtri GreyNoise continuassero a attivarsi sul vecchio tag “Fortinet SSL VPN Bruteforcer”, la firma del traffico stessa è cambiata. Il nuovo flusso non corrispondeva più a FortiOS, ma corrispondeva esattamente al profilo FortiManager, ovvero FGFM. Ciò indica un cambio di target che utilizza gli stessi strumenti o una continuazione della campagna con un nuovo focus.
GreyNoise sottolinea che queste scansioni non sono solitamente esplorative, poiché le attività esplorative hanno una portata ampia, una frequenza moderata e non comportano l’individuazione delle password. In questo caso, l’attività sembra essere una fase preparatoria prima di un tentativo di sfruttamento. L’obiettivo potrebbe non essere semplicemente quello di scoprire endpoint accessibili, ma di condurre una ricognizione preliminare e valutare il valore dei potenziali obiettivi, con un successivo attacco a una vulnerabilità reale non ancora resa pubblica.
Secondo le statistiche di GreyNoise, i picchi di attività registrati , in particolare quelli contrassegnati con questo tag, presentano un’elevata correlazione con i futuri CVE nei prodotti Fortinet. La maggior parte di questi incidenti si conclude con la pubblicazione di una vulnerabilità entro sei settimane. Pertanto, i responsabili della sicurezza non dovrebbero attribuirli a tentativi di sfruttare bug chiusi da tempo. Al contrario, è giunto il momento di rafforzare le difese, soprattutto sulle interfacce esterne, e limitare l’accesso ai pannelli amministrativi tramite IP.
GreyNoise ha anche pubblicato un elenco degli indirizzi IP coinvolti in entrambe le ondate di attacchi e raccomanda di bloccarli su tutti i dispositivi Fortinet.
Secondo gli analisti, dietro questi indirizzi si cela lo stesso gruppo, che conduce test adattivi e modifica le tattiche in tempo reale. A questo proposito, le aziende che utilizzano FortiGate, FortiManager o SSL VPN di Fortinet dovrebbero urgentemente rafforzare le policy di autenticazione, abilitare la protezione brute-force, applicare limitazioni di velocità e, se possibile, limitare l’accesso alle interfacce di gestione solo tramite VPN affidabili o whitelist IP.
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L’obsolescenza programmata di Microsoft verrà punita?
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La sospensione del supporto a Windows 10 finisce in tribunale. Un cittadino californiano accusa Microsoft di spingere all'acquisto di nuovi dispositivi al fine di dominare il mercato dell'IA. Il caso, tra l'altro, ha anche un
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Il missile nucleare che inquina l’Artico. Putin testa il Burevestnik alla vigilia dei colloqui con Trump
@Notizie dall'Italia e dal mondo
Dal 7 al 12 agosto, le autorità russe hanno chiuso lo spazio aereo per 500 chilometri lungo la costa occidentale di Novaya Zemlya. Almeno quattro navi di supporto hanno raggiunto posizioni di osservazione nel Mare di Barents, mentre due velivoli della Rosatom
Hacking the Bluetooth-Enabled Anker Prime Power Bank
Selling power banks these days isn’t easy, as you can only stretch the reasonable limits of capacity and output wattage so far. Fortunately there is now a new game in town, with ‘smart’ power banks, like the Anker one that [Aaron Christophel] recently purchased for reverse-engineering. It features Bluetooth (BLE), a ‘smart app’ and a rather fancy screen on the front with quite of information. This also means that there’s a lot to hack here beyond basic battery management system (BMS) features.
As detailed on the GitHub project page, after you get past the glue-and-plastic-clip top, you will find inside a PCB with a GD32F303 MCU, a Telink TLSR8253 BLE IC and the 240×240 ST7789 LCD in addition to a few other ICs to handle BMS functions, RTC and such. Before firmware version 1.6.2 you can simply overwrite the firmware, but Anker added a signature check to later firmware updates.
The BLE feature is used to communicate with the Anker app, which the official product page advertises as being good for real-time stats, smart charging and finding the power bank by making a loud noise. [Aaron] already reverse-engineered the protocol and offers his own alternative on the project page. Naturally updating the firmware is usually also done via BLE.
Although the BLE and mobile app feature is decidedly a gimmick, hacking it could allow for some interesting UPS-like and other features. We just hope that battery safety features aren’t defined solely in software, lest these power banks can be compromised with a nefarious or improper firmware update.
youtube.com/embed/WtEIjkMUH_8?…
DARWIN MONKEY, LA SCIMMIA DI DARWIN, CONOSCIUTA ANCHE COME WUKONG, IL PRIMO SUPERCOMPUTER CON IL CERVELLO DI UN MACACO
@Informatica (Italy e non Italy 😁)
La notizia è del 2 agosto ultimo scorso ed è stata quasi del tutto ignorata. Forse perché è tempo di ferie...
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Venezia – Puntiamo i riflettori della Mostra del Cinema sulla Palestina
@Giornalismo e disordine informativo
articolo21.org/2025/08/venezia…
Sabato 30 agosto alle 17, a Santa Maria Elisabetta (Lido di Venezia), si terrà un corteo per denunciare il genocidio in corso a Gaza e chiedere una Palestina
Ondata di minacce contro l’avvocata Alessandra Ballerini: nel mirino la verità su Giulio Regeni
@Giornalismo e disordine informativo
articolo21.org/2025/08/ondata-…
Il quotidiano Il Dubbio ha svelato una campagna di odio e minacce contro l’avvocata
Passo qualche giorno da una mia zia 85enne a cui sono molto affezionato, lo faccio un paio di volte l'anno, per ferragosto e per l'ultimo dell'anno.
Da 5 anni io la televisione l'accendo solo per guardare Netflix, la TV vera e propria la guardo solo qui da mia zia, dove è accesa dalla mattina alla sera.
Ecco... io credo che per capire meglio questo paese, e come sia finito così in basso, non si possa prescindere dal riflettere su quello che passa in TV.
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La guerra dei chip si tinge di giallo: tracker statunitensi nei semiconduttori per non finire in Cina
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Per evitare che i chip americani finiscano nelle AI cinesi Washington avrebbe iniziato - ben prima dell'arrivo di Trump - a
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Recensione : Wojtek Mazowleski Quintet – Live Spirit I
Con Live Spirit I, il Wojtek Mazolewski Quintet firma il suo primo album dal vivo: un viaggio sonoro tra jazz spirituale e momenti di estasi collettiva, che celebra la libertà compositiva del suo leader.
Feddit Un'istanza italiana Lemmy reshared this.
Verschwundene Spiele: Entwickler*innen erzählen, warum Games über Sex wichtig sind
Whonix 17.4 è fuori! Solo un exploit 0day può minacciare il tuo anonimato
È stata rilasciata la versione 17.4 della distribuzione Whonix, creata per garantire maggiore anonimato in rete. Il sistema è basato su Debian GNU/Linux e trasmette tutto il traffico tramite Tor. Il codice sorgente è pubblico rilasciato sotto licenza GPLv3.
Sono disponibili per il download delle nuove immagini di macchine virtuali in formato OVA per VirtualBox : con Xfce (2,3 GB) e console (1,5 GB).
Whonix si basa su uno schema a due componenti. Whonix-Gateway funge da gateway di rete, consentendo il passaggio delle connessioni solo tramite Tor, mentre Whonix-Workstation funge da ambiente di lavoro isolato.
Entrambi i sistemi sono inclusi nella stessa immagine, ma vengono eseguiti su macchine virtuali diverse. Grazie a ciò, la workstation non ha accesso diretto alla rete e i suoi parametri di rete sono sempre fittizi. Anche se il browser viene hackerato o l’aggressore ottiene l’accesso root, il vero indirizzo IP rimane nascosto.
Se Whonix-Workstation viene compromesso, l’aggressore vedrà solo indirizzi falsi, poiché dati reali e richieste DNS passano attraverso il gateway. Gli sviluppatori avvertono che, poiché Whonix è progettato per essere eseguito all’interno di hypervisor, esiste il rischio di exploit 0-day nelle piattaforme di virtualizzazione che possono fornire accesso al sistema host. Pertanto, si sconsiglia di mantenere Gateway e Workstation sullo stesso computer.
Di default, Whonix-Workstation utilizza Xfce e include applicazioni preinstallate : VLC, Tor Browser, Pidgin e altre.
Whonix-Gateway è dotato di software server, inclusi server Apache httpd, nginx e IRC, e supporta anche l’inoltro di connessioni tramite Tor per Freenet, i2p, JonDonym, SSH e VPN . Se lo si desidera, è possibile utilizzare solo il gateway, connettendovi le workstation esistenti, incluse quelle Windows, per l’accesso anonimo a Internet.
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Steampunk Copper PC is as Cool as it Runs
Copper! The only thing it does better than conduct heat is conduct a great steampunk vibe. [Billet Labs]’ latest video is an artfully done wall PC that makes full use of both of those properties.
The parts are what you’d expect in a high-end workstation PC: a Ryzen 9 and an 3090Ti with oodles of RAM. It’s the cooling loop where all the magic happens: from the copper block on the CPU, to the plumbing fixtures that give the whole thing a beautiful brewery-chiq shine when polished up. Hopefully the water-block in the GPU is equally cupriferous too, but given the attention to detail in the rest of the build, we cannot imagine [Billet Labs] making such a rookie mistake as to invite Mr. Galvanic Corrosion to the party.
There’s almost no visible plastic or paint; the GPU and PSU are hidden by a brass plates, and even the back panel everything mounts to is shiny metal. Even the fans on the radiator are metal, and customized to look like a quad throttle body or four-barreled carburetor on an old race car. (Though they sound more like a jet takeoff.)
The analog gauges are a particular treat, which push this build firmly into “steampunk” territory. Unfortunately the temperature gauge glued onto the GPU only measures the external temperature of the GPU, not the temperature at the die or even the water-block. On the other hand, given how well this cooling setup seems to work later in the video, GPU temps are likely to stay pretty stable. The other gauges do exactly what you’d expect, measuring the pressure and temperature of the water in the coolant loop and voltage on the twelve volt rail.
Honestly, once it gets mounted on the wall, this build looks more like an art piece than any kind of computer— only the power and I/O cables do anything to give the game away. Now that he has the case, perhaps some artful peripherals are in order?
youtube.com/embed/4qN130ySBqE?…
Thanks to prolific tipster [Keith Olson] for cluing us into this one. If you see a project you take a shine to, why not drop us a tip?
Backdoor in xz Utils: 35 immagini Docker Hub ancora infette
Gli analisti di Binarly hanno trovato almeno 35 immagini su Docker Hub ancora infette da una backdoor che ha penetrato xz Utils l’anno scorso. I ricercatori hanno avvertito che questo potrebbe potenzialmente mettere a rischio utenti, organizzazioni e i loro dati.
Binarly spiega che molte pipeline CI/CD, sviluppatori e sistemi di produzione estraggono le immagini direttamente da Docker Hub, utilizzandole come base per i propri container. Se queste immagini vengono compromesse, ogni nuova build erediterà la vulnerabilità o il codice dannoso.
Ricordiamo che una backdoor nel popolare pacchetto xz Utils fu scoperta accidentalmente nel 2024 e l’incidente ricevette molta attenzione. Di conseguenza, al problema fu assegnato l’identificatore CVE-2024-3094 e ottenne 10 punti su 10 possibili sulla scala CVSS.
Poiché xz Utils e la sua libreria liblzma sono molto popolari e inclusi nella maggior parte delle distribuzioni Linux (e sono utilizzati anche da molte applicazioni Linux e macOS), la scoperta del malware ha scatenato l’intera comunità open source.
Un’indagine condotta l’anno scorso ha rivelato che l’operazione backdoor era stata pianificata con cura ed era durata diversi anni; gli aggressori avevano pianificato l’attacco per molto tempo e si erano guadagnati la fiducia del responsabile della manutenzione di xz Utils, Lasse Collin (alias Larhzu).
La backdoor intercettava e reindirizzava le operazioni di decrittazione della chiave RSA SSH (la funzione RSA_public_decrypt ) a OpenSSH tramite il meccanismo IFUNC della libreria glibc. Di conseguenza, se un aggressore con una chiave privata speciale si connetteva tramite SSH a un sistema infetto, era in grado di bypassare l’autenticazione ed eseguire comandi da remoto con privilegi di root.
Poiché il malware è stato infine distribuito nei pacchetti ufficiali della distribuzione Linux (come Debian, Fedora, OpenSUSE e Red Hat), l’infezione xz Utils è stata una delle compromissioni più gravi dell’anno scorso.
Come riportato da Binarly questa settimana, i problemi alla supply chain causati dall’infezione xz Utils sono ancora in corso, con decine di immagini infette ancora presenti su Docker Hub.
“Abbiamo scoperto che alcune di queste immagini compromesse [da xz Utils] sono ancora pubblicamente disponibili su Docker Hub. Quel che è peggio è che altre immagini sono state create su queste immagini di base infette, dando origine a infezioni a cascata”, hanno affermato i ricercatori.
In totale, gli esperti hanno trovato 35 immagini di questo tipo ancora disponibili per il download. Allo stesso tempo, gli analisti sottolineano che questo numero riflette solo parzialmente la reale portata del problema, poiché non hanno effettuato una scansione completa della piattaforma.
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Un malware ibrido creato con le AI colpisce le organizzazioni russe
Nel secondo trimestre del 2025, gli specialisti del dipartimento di threat intelligence del centro di esperti di sicurezza Positive Technologies hanno registrato un aumento delle attività di gruppi di criminali informatici e hacktivisti contro organizzazioni russe. Il principale vettore di attacco è rimasto il phishing via e-mail, sia secondo scenari comuni che sfruttando vulnerabilità zero-day.
È stato rilevato un aumento dei file dannosi, il cui codice era in parte generato da reti neurali: utilizzando i servizi di intelligenza artificiale disponibili, gli aggressori hanno rapidamente modificato i moduli per aggirare i sistemi di sicurezza.
Il gruppo TA Tolik ha inviato archivi contenenti un file dannoso camuffato da documento ufficiale o notifica di agenzie governative. Una volta aperto sul dispositivo della vittima, è stato avviato un set di script che si mascherava da software legittimo, creava attività nello scheduler e aggiungeva codice al registro di Windows. Il malware si attivava solo durante l’esecuzione, rendendolo difficile da rilevare.
Il gruppo Sapphire Werewolf utilizzava un servizio legittimo gratuito per inviare file di grandi dimensioni. Il loro malware verificava se si trovava in una sandbox e smetteva di funzionare se rilevava di essere in esecuzione in un ambiente isolato. PhaseShifters utilizzava una tecnica simile: prima dell’esecuzione, il virus valutava la disponibilità di strumenti di protezione sulla vittima e adattava le azioni successive, diffondendosi tramite e-mail per conto del Ministero dell’Istruzione e della Scienza.
Anche gli hacktivisti hanno intensificato la loro attività. La comunità Black Owl ha condotto una campagna contro un forum dedicato ai trasporti e alla logistica, distribuendo malware attraverso siti web falsi che imitavano le pagine degli organizzatori.
Come sottolinea l’azienda, gli hacktivisti attaccano più spesso siti web di piccole dimensioni, come negozi online, blog e media regionali. Pubblicano propaganda su tali risorse, reindirizzano il traffico verso pagine di phishing o incorporano codice dannoso per ulteriori attacchi. Alcuni gruppi APT utilizzano questi siti in campagne multifase e alcuni aggressori vendono l’accesso sul mercato nero.
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Huawei presenta un algoritmo che riduce la dipendenza dai chip stranieri
Huawei ha presentato un nuovo strumento software che velocizza i modelli di intelligenza artificiale di grandi dimensioni distribuendo i dati in modo più efficiente tra diversi tipi di memoria. Potrebbe aiutare la Cina a ridurre la sua dipendenza dai costosi chip di memoria ad alta larghezza di banda, ora quasi interamente controllati da fornitori stranieri.
Lo sviluppo si chiama Unified Cache Manager (UCM). Si tratta di un algoritmo che posiziona i dati tenendo conto della latenza di diversi livelli di memoria, dall’HBM ad alta velocità alla RAM standard e all’SSD. Secondo Zhou Yuefeng, vicepresidente di Huawei per i sistemi di storage, la tecnologia ha ridotto la latenza di inferenza del 90% e aumentato la produttività del sistema di 22 volte. Questi risultati sono stati ottenuti durante i test di cui l’azienda ha parlato al forum sulle applicazioni industriali dell’intelligenza artificiale a Shanghai.
Con un accesso limitato all’hardware moderno, le aziende cinesi stanno ricorrendo sempre più a soluzioni software alternative. L’approccio di Huawei è in gran parte simile a quanto dimostrato in precedenza dalla startup DeepSeek : ha addestrato modelli di intelligenza artificiale su larga scala con risorse di calcolo limitate, ottenendo risultati competitivi.
Huawei ha promesso di rendere open source l’UCM già a settembre, prima alla sua comunità di sviluppatori online e poi all’intero settore. L’iniziativa mira a ridurre la dipendenza della Cina dai chip stranieri, in particolare quelli di SK Hynix, Samsung e Micron, che attualmente dominano il mercato HBM.
La tecnologia HBM è una memoria multistrato con elevata larghezza di banda e bassa latenza, fondamentale per i moderni chip di intelligenza artificiale. Secondo la società di consulenza Yole Group, il mercato globale HBM raggiungerà i 34 miliardi di dollari nel 2025 e potrebbe crescere fino a 98 miliardi di dollari entro il 2030. La rapida crescita è spiegata dal boom nel campo dell’intelligenza artificiale generativa.
Dallo scorso anno, gli Stati Uniti hanno limitato le esportazioni di chip HBM avanzati verso la Cina nel tentativo di rallentare lo sviluppo dell’industria dei semiconduttori del Paese. Questa decisione rientra in una strategia più ampia perseguita dall’amministrazione Biden. In risposta, Pechino ha accelerato la sua spinta verso l’indipendenza tecnologica e ha iniziato a sviluppare attivamente la propria produzione di memorie. Tra i principali attori figurano Yangtze Memory, Changxin Memory e Tongfu Microelectronics.
Tuttavia, i produttori cinesi faticano ancora a tenere il passo con i concorrenti stranieri. Mentre il Paese sta ancora predisponendo l’infrastruttura per la produzione della seconda generazione di HBM (HBM2), SK Hynix sta già commercializzando l’HBM4, un chip con velocità ancora più elevate.
Anche le restrizioni all’esportazione delle apparecchiature necessarie per la produzione di microcircuiti moderni continuano a rappresentare un ostacolo significativo, ostacolando seriamente lo sviluppo della microelettronica cinese.
In questo contesto, il destino dell’H20, un chip AI di Nvidia semplificato progettato specificamente per il mercato cinese, è diventato cruciale. Secondo il Financial Times, Pechino si è offerta di allentare le barriere all’esportazione per l’HBM nell’ambito di un potenziale accordo commerciale con gli Stati Uniti, ma non ci sono segnali di riavvicinamento tra le due parti.
Nonostante le sanzioni, Huawei rimane un attore chiave nel mercato cinese dei chip per l’intelligenza artificiale grazie alla sua linea Ascend. All’inizio di quest’anno, l’azienda ha presentato CloudMatrix 384, un sistema di elaborazione “supernodo” in grado di competere con i sistemi GB200 NVL72 di Nvidia.
All’inizio di agosto, Huawei ha anche annunciato l’intenzione di rendere open source il suo framework CANN (Compute Architecture for Neural Networks), incentrato sui processori Ascend. Questa rappresenta una sfida diretta all’ecosistema CUDA di Nvidia , che da tempo rappresenta lo standard de facto per l’addestramento e l’esecuzione di modelli di intelligenza artificiale.
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Hai conosciuto una ragazza su internet? Quattro ghanesi potrebbero averti fatto il pacco
Il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha incriminato quattro cittadini ghanesi per il loro coinvolgimento in una massiccia rete di frodi internazionali che ha rubato oltre 100 milioni di dollari attraverso truffe sentimentali e attacchi che compromettevano le comunicazioni aziendali. Secondo gli inquirenti, il gruppo criminale ha operato negli Stati Uniti dal 2016 a maggio 2023, prendendo di mira sia individui che aziende, ed era strutturato gerarchicamente.
Gli imputati, ricoprivano posizioni di alto rango nell’organizzazione, nota come “sakawa boys“, o “game boys“. Tutti e quattro sono stati estradati dal Ghana e condotti negli Stati Uniti il 7 agosto. Due di loro, erano “presidenti”, ovvero coordinatori che gestivano le frodi e distribuivano i profitti, mentre Asare e Yeboah ricoprivano posizioni chiave, tra cui il coinvolgimento diretto nelle truffe sentimentali .
Il piano era prendere di mira uomini e donne single e anziani. I criminali si guadagnavano la loro fiducia attraverso la corrispondenza online, creando l’illusione di una relazione romantica, e poi convincevano le vittime a inviare denaro a individui fittizi negli Stati Uniti. Questi intermediari incassavano i fondi, ne tenevano una parte per sé e inviavano il resto agli organizzatori dell’operazione in Africa occidentale.
Parallelamente, il gruppo ha condotto attacchi alle aziende attraverso schemi BEC (Business Email Compromise) . Utilizzando indirizzi email falsi, visivamente simili a quelli aziendali, si sono spacciati per clienti o dipendenti delle aziende per convincere i responsabili contabili o finanziari a trasferire denaro su conti controllati. Tali email contenevano spesso false autorizzazioni per il trasferimento di fondi con firme contraffatte di dipendenti autorizzati.
Nel corso delle indagini è stato accertato che i truffatori agivano in modo organizzato e utilizzavano una rete di conti bancari fittizi per occultare l’origine dei fondi e i loro destinatari finali. Le operazioni di riciclaggio di denaro erano accompagnate dalla conversione e dal trasferimento di ingenti somme attraverso canali internazionali.
Ciascun imputato è accusato di associazione a delinquere finalizzata alla frode telematica e di truffa telematica (fino a 20 anni di carcere per ciascuna accusa), associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio di denaro (fino a 20 anni), associazione a delinquere finalizzata alla ricettazione (fino a 5 anni) e ricettazione (fino a 10 anni). Il processo sarà uno dei più grandi negli Stati Uniti per frode transnazionale che ha preso di mira individui vulnerabili e grandi aziende.
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Microsoft Office, tre vulnerabilità critiche: aggiornare subito è obbligatorio
Tre gravi vulnerabilità di Microsoft Office, che potrebbero permettere agli aggressori di eseguire codice remoto sui sistemi colpiti, sono state risolte da Microsoft con il rilascio di aggiornamenti di sicurezza cruciali.
Si tratta dalle vulnerabilità monitorate con i codici CVE-2025-2025-53731, 53740 e 53730-2025, che rappresentano rischi per organizzazioni e utenti in tutto il mondo.
Sia il CVE-2025-53731 che il CVE-2025-53740 hanno ricevuto valutazioni di gravità critica con punteggi base CVSS di 8,4, mentre CVE-2025-53730 che interessa Microsoft Office Visio, è stato classificato come importante con un punteggio CVSS di 7,8.
Tali bug derivano da problemi di danneggiamento della memoria di tipo use-after-free, classificati con CWE-416 nel database Common Weakness Enumeration.
Queste vulnerabilità condividono uno schema di attacco standard in cui gli aggressori non autorizzati possono sfruttare i difetti di gestione della memoria per eseguire codice arbitrario localmente sui sistemi di destinazione.
Le valutazioni indicano una bassa complessità di attacco, nessun privilegio richiesto e nessuna interazione da parte dell’utente necessaria per lo sfruttamento.
Particolarmente allarmante è il fatto che il riquadro di anteprima funge da vettore di attacco per CVE-2025-53731 e CVE-2025-53740, il che significa che gli utenti potrebbero essere compromessi semplicemente visualizzando le anteprime dei documenti Office dannosi.
Le vulnerabilità interessano una vasta gamma di prodotti Microsoft Office, tra cui Microsoft Office 2016, Office 2019, Office LTSC 2021, Office LTSC 2024 e Microsoft 365 Apps for Enterprise, sia nelle architetture a 32 bit che a 64 bit.
Anche gli utenti Mac sono a rischio, con Microsoft Office LTSC per Mac nelle versioni 2021 e 2024 che richiedono aggiornamenti immediati. L’impatto diffuso riguarda milioni di utenti in ambienti aziendali e consumer in tutto il mondo.
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Musk vuole portare in tribunale Apple (a causa di OpenAI)
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Elon Musk starebbe per procedere legalmente nei confronti di Apple, che accusa di favorire solo OpenAI nel suo App Store, violando le norme antitrust. Ma anche Sam Altman ha qualcosa da ridire su X e poi in ballo ci
RFanciola reshared this.
E niente Elon, non si può avere tutto dalla vita 😎 stavolta sto dalla parte di Apple
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La favola dell’anonimato online. Il post di F-Norm Society sull'attacco degli Stati ai diritti dei cittadini
Si racconta la favola dell’anonimato online come la causa di tutti i mali. Il problema è che qualcuno ci crede. Non solo. Il problema è anche che chi ci crede è anche una politica che pensa così di soddisfare un finto problema con una proposta di soluzione stupida. Così stupida che viene addirittura giustificata con l’intenzione di rendere Internet e gli ecosistemi digitali “più sicuri” rendendoli praticamente ad accesso controllato.
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Flyback Converter Revealed
As [Sam Ben-Yaakov] points out in a recent video, you don’t often see flyback converters these days. That’s because there are smarter ways to get the same effect, which is to convert between two voltages. If you work on old gear, you’ll see plenty of these, and going through the analysis is educational, even if you’ll never actually work with the circuit. That’s what the video below shows: [Sam’s] analysis of why this circuit works.
The circuit in question uses a bridge rectifier to get a high-voltage DC voltage directly from the wall. Of course, you could just use a transformer to convert the AC to a lower AC voltage first, but then you probably need a regulator afterwards to get a stable voltage.
The converter operates as an oscillator. The duty cycle of the oscillator varies depending on the difference between the output voltage and a zener diode reference. These circuits are often difficult to model in a simulator, but [Ben] shows an LTSpice simulation that did take a few tweaks.
As he mentions, today you’d get a switching regulator on a chip and be done with it. But it is still interesting to understand how the design works. Another common flyback circuit used an oscillator driving a CRT for the primary, more or less. If you want to learn more, we can help with that, too.
youtube.com/embed/-fL3WSUYRxQ?…
F-NORM ritorna e ci racconta La favola dell’anonimato online
Si racconta la favola dell’anonimato online come la causa di tutti i mali. Il problema è che qualcuno ci crede. Non solo. Il problema è anche che chi ci crede è anche una politica che pensa così di soddisfare un finto problema con una proposta di soluzione stupida. Così stupida che viene addirittura giustificata con l’intenzione di rendere Internet e gli ecosistemi digitali “più sicuri” rendendoli praticamente ad accesso controllato.
Qualcuno dirà Digital Services Act, ma quello è più un raffreddore. Il mal di anonimato si sta propagandando favoleggiando chine fatali e argomenti fantoccio. E, guarda caso, appoggiandosi su qualcosa a cui non puoi dire di no: “salviamo i bambini”.
Che come principio va bene, peccato manca sempre spiegare come lo si fa.
Altrimenti è solo l’ennesimo “difendiamo l’infanzia” usato come copertura morale, lo zuccherino nella pillola del controllo.
Non è una novità: ogni regime ha avuto la sua scusa sacra, il suo motivo nobile per schedare, censurare, sorvegliare.
I bambini. La purezza della razza. Il nemico interno. L’ordine pubblico.
Tutti ottimi motivi, finché non ti trovi a bussare alla porta di casa tua per chiedere il permesso di viverci.
Perché quando si parla di libertà di Internet sono tutti un po’ distratti.
Troppo presi ad applaudire proclami e soluzioni facili.
E magari si accorgeranno di aver reso possibile l’inaccettabile solo quando i moduli saranno già firmati e i firewall messi a benedire l’archivio centrale.
Ricorda qualcosa? Se sì, scommetto niente che sia finito bene.
Salviamo i bambini (e anche gli accessi).
“Salviamo i bambini” è l’argomento definitivo.
Quello che azzera ogni discussione. Che fa tacere, irrigidisce le spalle, sposta la conversazione dal ragionamento alla reazione.
Perché se non sei d’accordo, allora sei contro i bambini.
E chi è contro i bambini, si sa, merita il rogo.
Non importa che la proposta sia scritta con la logica di un volantino da bar.
Non importa che non ci siano prove, dati, strategie, contromisure, verifiche.
Conta che faccia leva sulla pancia, non sul cervello.
Ed è proprio lì che va a scavare: nel bisogno di sentirsi buoni senza capire nulla, di condannare senza dubbi, di lottare senza pensare.
È il grande ricatto morale della modernità digitale: ti do una paura prefabbricata e tu mi dai tutto il resto.
Il tuo consenso. I tuoi diritti. Il tuo silenzio.
Siamo tornati al medioevo, solo con una connessione in fibra.
Non c’è più la strega da bruciare, ma c’è l’anonimo da stanare.
Non c’è più l’eretico da torturare, ma il profilo sospetto da segnalare.
Chi non si allinea è subito “complice”, “sospetto”, “strano”.
Il diverso, il critico, l’anonimo: tutti colpevoli finché non dimostrano di non avere nulla da nascondere.
La paura diventa il carburante perfetto.
Paura dei pedofili, degli hacker, dei criminali, dei drogati, degli immigrati, dei complottisti, di chiunque si possa usare come esempio da sbattere in prima pagina.
E in mezzo, il cittadino medio. Quello che dice “eh, ma se fosse tuo figlio?”, tra una birra e l’altra.
Quello che condivide video di linciaggi e poi scrive “così imparano”.
Quello che non vuole giustizia, ma vendetta rapida, in diretta e possibilmente col sangue.
E allora sì, sorvegliamo tutto.
Perché “non si può più dire niente”, “è pieno di malati là fuori”, “serve un po’ d’ordine”.
Ed eccoci qua: a scambiare la libertà di tutti per la paura di pochi.
A costruire un sistema in cui chiunque può essere controllato, schedato, classificato.
A trasformare ogni cittadino in potenziale bersaglio, ogni dissenso in devianza, ogni dato in prova.
Ma tranquilli, lo facciamo per i bambini.
Per loro possiamo sacrificare ogni cosa.
Tranne ovviamente le responsabilità di chi scrive le leggi, approva i decreti e gestisce i dati.
Quelle no. Quelle sono fuori discussione.
Perché quando lo scopo è nobile, nessuno deve fare troppe domande.
E guai a non applaudire.
Risolviamo tutto con un APT, già che ci siamo?
Insomma, la soluzione è: tracciamo online tutto. Tanto che problema c’è. Ogni attività. Tutto, proprio tutto.
E quindi a che serve il GIDIPIERRE se poi, in nome di qualche pericolo astratto e poco dimostrato, un po’ di allarme mediatico e il solletico alla pancia reazionaria e piena di paura ti fa scardinare tutto perché “se non hai nulla da nascondere, che problemi hai a farti sorvegliare?”.
Praticamente si vuole risolvere ogni problema con un grandissimo APT distribuito fra capo e collo di ogni utente che vuole affacciarsi su Internet o su qualche servizio.
APT, per chi non bazzica il gergo tecnico, significa Advanced Persistent Threat.
Tradotto: un attacco informatico raffinato, nascosto, costante.
Non il ladro che entra, ruba e scappa.
Il ladro che entra, resta, ti osserva, prende appunti.
Ti conosce meglio del tuo psicanalista. Sa cosa cerchi, cosa leggi, cosa scrivi, e forse anche quando stai per sbagliare.
Solo che qui non c’è un hacker russo con felpa nera e dark web di sottofondo. No.
Qui il “ladro” ha giacca, cravatta, badge governativo e un piano triennale.
E l’APT non è più un attacco: è una funzione di sistema.
Una nuova normalità, dove sei tu stesso a fornire ogni dato, ogni spostamento, ogni pensiero condiviso, in nome della sicurezza.
Il mostro non bussa alla porta: te lo installi da solo accettando i termini di servizio.
E ovviamente nessuno che chieda conto a nessuno.
Nessuno che dica: “chi controlla i controllori?”
Perché chiedere trasparenza, tracciabilità delle decisioni, responsabilità concreta… suona scomodo.
Fa troppo “democrazia matura”, troppo “accountability”.
E invece è molto più comodo sparare una regola nuova, gridare “sicurezza!”, e non rispondere mai a nessuna domanda dopo.
Che poi sono un po’ come le favole: le scrivi con grandi ideali, ma le stampi sulla stessa carta su cui un tempo c’erano scritti i diritti.
Tanto vale riciclare.
La giri dall’altra parte, ci scrivi sopra, e via.
Giustizia è servita.
Cosa ci vogliono vendere.
Impacchettate di buone intenzioni, che cosa ci stanno vendendo? L’illusione della sicurezza. Che è una cosa che diventa tanto più bella quanto più la fai esoterica. Un grande abracadabra fa sparire mostri che ti ho raccontato, e le folle scoppieranno entusiaste in applausi.
Qualche politico rinnoverà così il proprio mandato, qualcuno siederà a Osservatori e Tavoli di lavoro, si metterà qualche convegno e via di crediti deontologici per convincere i professionisti che bisogna orientarsi verso il nuovo pensiero: più controllati, più sicuri.
Poi se il controllo lo fanno grandi piattaforme, o chissà chi negli apparati dello Stato poco conta. Ancor meno se quei dati sono raccolti in modo massivo e poco protetti, e verranno saccheggiati. O utilizzati impropriamente. Anzi: ri-saccheggiati. Perché una prima razzia già c’è stata ma forse non ce ne siamo accorti tanto stavamo impegnati ad applaudire, litigare o lodare che ora si è più sicuri.
Forse solo un po’ meno liberi, ma magari sono soltanto delle fisime.
Ma chi è il lupo cattivo?
Stanno solo abolendo l’habeas corpus digitale, ma in fondo che volete che sia.
Niente processo, niente presunzione di innocenza, niente spazio per l’errore, il dubbio o l’ambiguità.
Chi sta lasciando che l’anonimato online venga declassato da diritto a problema?
Spoiler: tu.
Sì, proprio tu che stai leggendo e ti senti virtuoso perché fai il bravo cittadino, ti indigni a rotazione programmata e condividi post con l’hashtag giusto.
Tu che ti senti al sicuro perché ti schieri sempre dalla parte “giusta” e deleghi tutto a qualcun altro.
Perché è comodo pensare che ci sia sempre qualcun altro a cui tocca risolvere, decidere, sporcarsi le mani.
Qualcun altro da votare, seguire, denunciare, cancellare.
Il lupo cattivo non viene da fuori. Siamo noi.
Siamo noi con la nostra smania di essere speciali.
Snowflakes cristallini che si autodefiniscono unici e sacri in un mondo brutale che non ci capisce.
Noi che viviamo le nostre tendenze, le nostre identità, i nostri vizi e virtù come totem inviolabili.
Che ci infiliamo etichette come medaglie, ci iscriviamo a micro-movimenti e comunità che ci danno sempre ragione. O che ci illudiamo di creare.
E dentro quelle comfort zone fatte di like e autoaffermazioni, ci convinciamo che gli altri sono il problema.
Chi non parla come noi? Pericoloso.
Chi non si comporta come noi? Sospetto.
Chi osa metterci in discussione? Colpevole.
Ed ecco che allora sì, servono regole.
Regole ferree.
Per identificarli, schedarli, smascherarli, punirli, eliminarli.
E diamo potere a qualche boia dalla lama affilata.La distopia non ha bisogno di un dittatore, basta un pubblico ben educato al livore e alla vendetta.
Una folla che applaude ogni nuova misura repressiva, a patto che colpisca “quelli sbagliati”.
E così, mentre pensi di combattere i mostri, sei tu che stai disegnando il progetto della gabbia.
Bella, funzionale, intelligente.
Ci metti anche i fiori fuori.
Se fai il bravo, forse ti lasciano scegliere il colore.
Magari quando il tuo punteggio sociale sarà sufficiente.
Ma sempre gabbia resta.
L'articolo F-NORM ritorna e ci racconta La favola dell’anonimato online proviene da il blog della sicurezza informatica.
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L’AI che si programma da sola: il 2025 potrebbe segnare una svolta per i programmatori
Dalle macchine che apprendono a quelle che si auto migliorano: il salto evolutivo che sta riscrivendo il codice del futuro
Mentre leggete questo articolo, molto probabilmente, in un data center del mondo, una macchina sta scrivendo codice più efficiente di un ingegnere senior. Non è fantascienza: è la realtà di luglio 2025, dove l’[strong]AI si programma da sola, segnando una svolta epocale per il futuro dei programmatori.[/strong] La questione che si pone non è più se una macchina ci supererà in intelligenza, ma quando ciò accadrà. Secondo Mark Zuckerberg, questo momento potrebbe arrivare entro 12-18 mesi, con la maggior parte del codice generato dall’intelligenza artificiale¹.
Un’evoluzione ispirata da Turing
La domanda posta da Alan Turing negli anni 50: “Le macchine potranno pensare?” sta trasformando ogni aspetto della società, dalle leggi ai sistemi economici, dalla sicurezza informatica alla progettazione dei data center che ospitano queste intelligenze artificiali avanzate. I benchmark, test standardizzati con i quali si valutano abilità specifiche come la comprensione del linguaggio o il ragionamento logico, sono il metro della corsa tecnologica globale. Ad esempio, un’analisi recente dell’ARC Prize Foundation evidenzia come i sistemi di intelligenza artificiale abbiano superato le capacità umane in molti benchmark, come quelli di comprensione linguistica o il ragionamento visivo². Questa competizione tra apprendimento e verifica ha creato un ciclo virtuoso: ogni tre-quattro mesi emerge un nuovo modello o un test innovativo, alimentando una ricerca incessante, come sottolinea il professor Nello Cristianini, esperto di intelligenza artificiale all’Università di Bath e autore della trilogia delle macchine pensanti⁴.
L’accelerazione del machine learning
Il progresso è stato reso possibile da un’accelerazione senza precedenti del machine learning, grazie ad algoritmi addestrati su enormi quantità di dati: archivi di libri, gran parte del web, miliardi di immagini e video. I ricercatori misurano questo progresso con i benchmark, i quali, valutano abilità specifiche come la comprensione del linguaggio o la risoluzione di problemi complessi. Per comprendere questo fenomeno, ci affidiamo alle analisi di Cristianini, che evidenzia come questa competizione tra apprendimento e verifica abbia creato un ciclo virtuoso di innovazione⁴.
Il muro di gomma della scalabilità
A differenza degli attuali sistemi di intelligenza artificiale definiti “debole”, limitati a compiti specifici, i ricercatori puntano all’Artificial General Intelligence (AGI), un’intelligenza con capacità cognitive paragonabili a quelle di un matematico o un fisico di alto livello. Per raggiungere questo obiettivo, sono state seguite due strategie principali. La prima, nota come “congettura della scala”, si basa sull’idea che modelli più grandi, addestrati con maggiore potenza computazionale e quantità di dati sempre più vaste, portino a prestazioni superiori. Fino a poco tempo fa, questo approccio sembrava inarrestabile. Tuttavia, si è scontrato con un limite fisico: l’esaurimento dei dati di alta qualità. Come spiega Cristianini: “Abbiamo ‘finito’ Internet e i cataloghi editoriali acquistabili” ⁴.
La via rivoluzionaria del ragionamento formale
Questo ostacolo ha spinto verso una seconda strategia: il ragionamento formale. Qui, le macchine apprendono passo dopo passo, dalle premesse alle conclusioni, senza intervento umano diretto. Questo approccio, emerso di recente, è particolarmente efficace in domini strutturati come la matematica, la fisica e la programmazione. La vera svolta è che, da alcuni mesi, queste macchine possono auto migliorarsi, eliminando la necessità di supervisione umana. Cristianini lo sottolinea chiaramente: “Gli umani sono il punto debole. Escluderli svincola la macchina” ⁴. Un esempio? Il transfer learning: una macchina che si addestra nella programmazione può migliorare le sue prestazioni in matematica, trasferendo conoscenze tra domini diversi.
Il campo di battaglia digitale
Il software engineering è diventato il terreno principale di questa rivoluzione. Modelli come DeepSeek-R1 e OpenAI o3 competono su benchmark come SWE-Bench, che valuta la capacità di scrivere codice complesso, e test di codifica multilingue. Il 20 gennaio 2025 ha segnato una svolta con il rilascio di DeepSeek-R1², mentre OpenAI ha raggiunto il 75,7% sul benchmark ARC-AGI, mostrando progressi nel ragionamento visivo e logico².
La novità più dirompente è l’automiglioramento ricorsivo: sistemi che identificano e ottimizzano autonomamente il codice, senza bisogno di dati o supervisione umana. I tre pilastri della nuova generazione di AI includono:
- DeepSeek-R1: Utilizza il Reinforcement Learning per migliorare il ragionamento, correggendo i propri errori iterativamente, come descritto in un paper recente².
- OpenAI o3: Con un’accuratezza dell’87,5% su ARC-AGI, dimostra capacità avanzate di ragionamento formale grazie a tecniche di test-time compute che elaborano soluzioni in tempo reale².
- Automiglioramento ricorsivo: Modelli come quelli descritti in “Absolute Zero” riscrivono il proprio codice per ottimizzarlo, creando un ciclo di miglioramento continuo.
La profezia che si autoavvera
Eric Schmidt, ex CEO di Google, ha dichiarato: “Una percentuale significativa del codice di routine è già scritta da sistemi di AI”¹. Inoltre, Zuckerberg prevede che entro 12-18 mesi la maggior parte del codice sarà generata da AI, passando dal completamento automatico a sistemi capaci di eseguire test complessi e produrre codice di alta qualità¹.
Il lato oscuro dell’evoluzione
Un aspetto preoccupante emerge dagli studi recenti: un’AI addestrata per attacchi informatici può sviluppare comportamenti maliziosi anche in altri domini, come dimostrato dal fenomeno del transfer learning negativo⁴. Questo solleva interrogativi cruciali per la cybersecurity:
- Threat modeling evoluto: Come proteggersi da attacchi generati da AI autonome?
- Attribution forensics: Come identificare codice malevolo generato automaticamente?
- Defense automation: Serviranno sistemi di difesa basati su AI per contrastare attacchi AI?
La competizione nel software engineering è così diventata una corsa agli armamenti digitali, con implicazioni economiche, strategiche e militari.
Lezioni dal destino dei traduttori
I professionisti delle traduzioni sono un esempio: vent’anni fa, tradurre era un’abilità specialistica; oggi è un servizio quasi gratuito. Lo stesso sta accadendo ai programmatori di routine (mancanza di creatività), con compiti come la creazione di siti web o videogiochi semplici sempre più automatizzati. La differenza è la velocità: ciò che per i traduttori ha richiesto vent’anni, per i programmatori potrebbe avvenire in pochi anni.
La guerra delle GPU
Nessun paese può permettersi di restare indietro. La potenza di calcolo è cruciale: il supercomputer Leonardo di Bologna ha quasi 15.000 GPU, mentre i data center di Meta, Amazon e Google ne possiedono centinaia di migliaia. Di recente, xAI ha introdotto Grok 4, un modello AI la cui potenza di calcolo è spinta da un impressionante cluster di 200.000 GPU nel supercomputer Colossus, segnando un nuovo standard nella corsa globale alla supremazia computazionale³. Questo “ReArm” tecnologico determina chi guiderà lo sviluppo di modelli AI avanzati.
Rotta verso l’ignoto
L’AGI è solo un passo verso l’Artificial Super Intelligence (ASI), un’intelligenza che supera le capacità umane. Cristianini la definisce: “O svolge i nostri compiti meglio di noi, o comprende cose che noi non possiamo afferrare”⁴. Il secondo scenario è il più inquietante: un’AI che produce conoscenze scientifiche oltre la nostra comprensione, ponendo domande che non sappiamo affrontare. Questo solleva una questione cruciale: come governare e gestire un’entità i cui paradigmi cognitivi ci sono estranei?
Il momento di agire
Per i professionisti del tech, il futuro è già qui. Cristianini avverte: “È meglio affrontare questi temi ora, piuttosto che rimediare a disastri dopo”⁴. Cosa fare:
- Upskilling strategico: Specializzarsi in creatività, supervisione e governance dell’AI.
- Security first: Prepararsi a contrastare minacce da AI autonome.
- Policy engagement: Partecipare a dibattiti normativi.
- Continuous learning: Aggiornarsi sui progressi dell’AI.
Scienziati sociali, psicologi ed esperti di pedagogia sono essenziali per gestire questa transizione. La strada verso l’AGI non presenta ostacoli scientifici evidenti. Il mondo è già cambiato, e il “quando” è più vicino di quanto molti pensino.
Riferimenti
- Zuckerberg, M. (2025). India Today.
- DeepSeek-AI. (2025). DeepSeek-R1: Incentivizing Reasoning Capability in LLMs via Reinforcement Learning. arXiv:2501.12948.
- The Emergence of Grok 4: A Deep Dive into xAI’s Flagship AI Model. (2025). Medium.
- Cristianini, N. (2025). Speech We Make Future: Present and Near Future of Artificial Intelligence.
L'articolo L’AI che si programma da sola: il 2025 potrebbe segnare una svolta per i programmatori proviene da il blog della sicurezza informatica.
2025 One Hertz Challenge: Digital Clock Built With Analog Timer
You can use a microcontroller to build a clock. After all, a clock is just something that counts the passage of time. The only problem is that microcontrollers can’t track time very accurately. They need some kind of external timing source that doesn’t drift as much as the microcontroller’s primary clock oscillator. To that end, [Josh] wanted to try using a rather famous IC with his Arduino to build a viable timepiece.
[Josh]’s idea was straightforward—employ a 555 timer IC to generate a square wave at 1 Hz. He set up an Arduino Uno to count the pulses using edge detection. This allowed for a reliable count which would serve as the timebase for a simple 24-hour clock. The time was then displayed on an OLED display attached over I2C, while raw pulses from the 555 were counted on a 7-segment display as a useful debugging measure. Setting the time is easy, with a few pushbuttons hooked up to the Arduino for this purpose.
[Josh] claims a drift of “only ~0.5 seconds” but does not state over what time period this drift occurs. In any case, 555s are not really used for timekeeping purposes in this way, because timers based on resistor-capacitor circuits tend to drift a lot and are highly susceptible to temperature changes. However, [Josh] could easily turn this into a highly accurate clock merely by replacing the 555 square wave input with a 1PPS clock source from another type of timer or GPS device.
We’ve had quite a few clocks entered into the One Hertz Competition already, including this hilariously easy Nixie clock build. You’ve got until August 19 to get your own entry in, so wow us with your project that does something once a second!
chiariamo bene: youtu.be/rNFsj5P0ukc
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freezonemagazine.com/articoli/…
Quando ci si imbatte in una lettura sui massimi sistemi si sa che il percorso è in salita e per niente facile ma il segno che lascia in questo caso è davvero rivoluzionario e avvincente. Federico Faggin è uno scienziato che ha lavorato dal 1968 alla Silicon Valley inventando quel microprocessore che ha cambiato lo […]
L'articolo OLTRE L’INVISIBILE – Federico
Esercizi perché per certi aspetti assomigliano agli esercizi che facevamo a scuola. Scritti per distinguerli dagli esercizi solo pensati, che sono la maggior parte. Seguire delle regole (dopo essersele date) è un buon modo di sperimentare soluzioni nuove, proprio come fanno i bizzarri consigli di Natalie Goldberg in #Scrivere zen. Quindi ho deciso di fare […]
simona
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