Failed 3D Printed Part Brings Down Small Plane
Back in March, a small aircraft in the UK lost engine power while coming in for a landing and crashed. The aircraft was a total loss, but thankfully, the pilot suffered only minor injuries. According to the recently released report by the Air Accidents Investigation Branch, we now know a failed 3D printed part is to blame.
The part in question is a plastic air induction elbow — a curved duct that forms part of the engine’s air intake system. The collapsed part you see in the image above had an air filter attached to its front (towards the left in the image), which had detached and fallen off. Heat from the engine caused the part to soften and collapse, which in turn greatly reduced intake airflow, and therefore available power.Serious injury was avoided, but the aircraft was destroyed.
While the cause of the incident is evident enough, there are still some unknowns regarding the part itself. The fact that it was 3D printed isn’t an issue. Additive manufacturing is used effectively in the aviation industry all the time, and it seems the owner of the aircraft purchased the part at an airshow in the USA with no reason to believe anything was awry. So what happened?
The part in question is normally made from laminated fiberglass and epoxy, with a glass transition of 84° C. Glass transition is the temperature at which a material begins to soften, and is usually far below the material’s actual melting point.
When a part is heated at or beyond its glass transition, it doesn’t melt but is no longer “solid” in the normal sense, and may not even be able to support its own weight. It’s the reason some folks pack parts in powdered salt to support them before annealing.
The printed part the owner purchased and installed was understood to be made from CF-ABS, or ABS with carbon fiber. ABS has a glass transition of around 100° C, which should have been plenty for this application. However, the investigation tested two samples taken from the failed part and measured the glass temperature at 52.8°C and 54.0°C, respectively. That’s a far cry from what was expected, and led to part failure from the heat of the engine.
The actual composition of the part in question has not been confirmed, but it sure seems likely that whatever it was made from, it wasn’t ABS. The Light Aircraft Association (LAA) plans to circulate an alert to inspectors regarding 3D printed parts, and the possibility they aren’t made from what they claim to be.
Il QDay è vicino? QuantWare presenta il processore quantistico da 10.000 qubit
Il mondo della tecnologia quantistica ha compiuto un balzo in avanti impressionante:
QuantWare ha presentato il primo processore al mondo da 10.000 qubit, 100 volte più di qualsiasi dispositivo esistente. Inoltre, il nuovo chip occupa ancora meno spazio rispetto ai sistemi attuali, rendendo questa svolta particolarmente degna di nota in un contesto di anni di stagnazione nella scalabilità dei processori quantistici.
Per quasi un decennio, il settore non è riuscito a superare la soglia dei 100 qubit. Google è riuscita a passare da 53 a 105 qubit solo in sei anni, mentre IBM ha introdotto un processore da 1.121 qubit nel 2023 e non prevede una crescita significativa almeno fino al 2028. Di fronte alle limitazioni hardware, le aziende sono state costrette a combinare più chip di piccole dimensioni anziché aumentare la potenza di uno solo. Ciò ha complicato l’architettura, aumentato i costi e ostacolato il progresso reale.
QuantWare sostiene che la sua nuova architettura rimuove questa barriera.
Si basa sulla scalabilità 3D e su un design modulare a livello di chiplet, supportando 40.000 linee di I/O e interconnessioni interchip ad alta precisione. Questo approccio consente la costruzione di unità di elaborazione quantistica (QPU) monolitiche di grandi dimensioni senza sacrificare affidabilità o prestazioni.
L’azienda sostiene che il nuovo sistema offre una potenza di calcolo significativamente maggiore per dollaro e per watt rispetto alle soluzioni multi-chip, e l’architettura stessa potrebbe diventare uno standard di scalabilità a livello di settore. Qualsiasi organizzazione che lavori con qubit superconduttori potrà utilizzarlo per creare dispositivi quantistici più potenti.
QuantWare sta sviluppando contemporaneamente l’ecosistema Quantum Open Architecture, che ora includeNVIDIA NVQLink. Combinata con l’architettura proprietaria di QuantWare, questa tecnologia combina il calcolo quantistico iperscalabile con il calcolo classico ad alte prestazioni, accessibile tramite NVIDIA CUDA-Q. L’azienda è convinta che la combinazione di VIO e NVQLink offra la scalabilità di cui il settore ha disperatamente bisogno oggi.
Insieme all’annuncio, l’azienda ha anche annunciato l’intenzione di costruire un impianto Kilofab su larga scala. L’impianto, la cui apertura è prevista per il 2026 a Delft, nei Paesi Bassi, diventerà la prima fabbrica al mondo dedicata ai dispositivi Quantum Open Architecture e uno dei più grandi impianti di produzione quantistica mai progettati. QuantWare spedisce già più processori quantistici di qualsiasi altro produttore commerciale in termini di volume, e Kilofab aumenterà questa capacità di 20 volte.
Matt Rijlaarsdam, CEO di QuantWare, ha definito questo un punto di svolta atteso da tempo.
Ha osservato che per anni gli specialisti si erano limitati a teorizzare le capacità dei sistemi quantistici, poiché il settore era limitato a 100 qubit e non poteva raggiungere una potenza di calcolo economicamente significativa. Il nuovo processore, ha affermato, rimuove finalmente questa barriera e apre la strada a computer quantistici realmente utili . “Con il VIO-40K, stiamo offrendo all’intero ecosistema l’accesso all’architettura di processore quantistico più potente e scalabile mai realizzata”, ha sottolineato.
I preordini sono già aperti e le prime unità saranno consegnate ai clienti nel 2028.
Ricordiamo che nel 2019 Craig Gidney e Martin Ekerå stimarono, nel loro lavoro intitolato “How to factor 2048-bit RSA integers in 8 hours using 20 million noisy qubits”, che un dispositivo quantistico con circa 20 milioni di qubit fisici “rumorosi” — connessi in una griglia piana e corretti con codice superficie (surface code) — sarebbe teoricamente in grado di fattorizzare una chiave RSA a 2048 bit in circa 8 ore.
Tuttavia, in un aggiornamento del 2025 lo stesso Gidney propone ottimizzazioni sostanziali: grazie a tecniche come l’approximate residue arithmetic e una gestione più efficiente dei qubit logici dormienti, secondo l’articolo “How to factor 2048 bit RSA integers with less than a million noisy qubits” oggi sarebbe sufficiente un quantum computer con meno di un milione di qubit fisici rumorosi per scomporre una chiave RSA-2048, in un tempo “meno di una settimana.
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Ivanti risolve 4 vulnerabilità critiche in Endpoint Manager (EPM)
Un aggiornamento urgente è stato pubblicato da Ivanti per la sua piattaforma Endpoint Manager (EPM), al fine di risolvere un insieme di vulnerabilità significative che potrebbero permettere agli aggressori di eseguire codice a loro scelta o di prendere il controllo delle sessioni amministrative.
Tra le vulnerabilità corrette, vi sono quattro falle specifiche, compresa una particolarmente critica, contraddistinta da un punteggio di elevata gravità, che sono state sanate grazie a questo aggiornamento.
Per le organizzazioni che non sono in grado di applicare immediatamente la patch, e suggerisce di segregare al meglio le proprie reti riportando che : “Se i clienti non hanno esposto la propria soluzione su Internet, il rischio di questa vulnerabilità è significativamente ridotto”.
Una falla di sicurezza di Stored Cross-Site Scripting (XSS) monitorata con il CVE-2025-10573, ha ottenuto un punteggio CVSS di 9,6. Le versioni del software EPM antecedenti alla 2024 SU4 SR1 sono interessate da questa vulnerabilità.
L’avviso segnala che la vulnerabilità permette ad un aggressore remoto non autenticato di eseguire codice JavaScript a sua scelta all’interno di una sessione di amministrazione.
La falla richiede l’interazione dell’utente, in quanto è probabile che un amministratore venga indotto a visualizzare una pagina dannosa, tuttavia il rischio di un dirottamento dell’intera sessione impone una priorità assoluta per i responsabili della difesa.
Oltre al bug critico XSS, Ivanti ha corretto altre tre vulnerabilità di elevata gravità che espongono il sistema all’esecuzione di codice remoto (RCE) e alla manipolazione non autorizzata dei file:
- Scrittura di file arbitraria (CVE-2025-13659): classificata CVSS 8.8, questa falla riguarda il “controllo improprio delle risorse di codice gestite dinamicamente”, consentendo a un aggressore remoto e non autenticato di scrivere file arbitrari sul server.
- Errore di verifica della firma (CVE-2025-13662): con un punteggio CVSS di 7,8, questa vulnerabilità deriva da una “verifica impropria delle firme crittografiche nel componente di gestione delle patch”. Consente ad aggressori remoti non autenticati di eseguire codice arbitrario, sebbene richieda l’interazione dell’utente.
- Path Traversal (CVE-2025-13661): questo problema (CVSS 7.1) consente a un aggressore autenticato di “scrivere file arbitrari al di fuori della directory prevista”, compromettendo potenzialmente l’integrità del sistema.
Sebbene Ivanti affermi di “non essere a conoscenza di alcun cliente sfruttato da queste vulnerabilità al momento della divulgazione”, consiglia vivamente ai clienti di effettuare immediatamente l’aggiornamento.
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Le sperimentazioni sulle terapie avanzate sono ferme da due anni: pazienti in attesa e ricercatori esclusi
Nella Giornata Mondiale dei diritti umani, l’Associazione Luca Coscioni presenta un appello al Ministro Urso: “La ricerca è un diritto umano, e salva vite”
Bloccata anche una terapia cellulare che rigenera la cornea, consentendo il recupero della vista
In Italia esistono sperimentazioni e terapie avanzate sviluppate grazie a oltre trent’anni di ricerca pubblica che hanno già dimostrato di poter arrivare a salvare la vita e ridare la vista a persone senza alternative terapeutiche. Si tratta delle sperimentazioni per la terapia genica per l’Epidermolisi Bollosa – malattia rara nota come “sindrome dei bambini farfalla” – che ha già salvato la vita a un bambino altrimenti destinato a morte certa, e della terapia cellulare di Holoclar, che rigenera l’epitelio corneale e ha già permesso a centinaia di pazienti europei di recuperare la vista.
Queste tecnologie sono state sviluppate dai professori Michele De Luca, anche co presidente dell’Associazione Luca Coscioni e Graziella Pellegrini, entrambi dell’Università di Modena e Reggio Emilia e portate ai pazienti attraverso Holostem, azienda fondata nel 2008 come eccellenza italiana nel campo delle terapie cellulari e geniche. Nel 2023, a seguito della decisione del socio privato di liquidare la società, il Governo autorizzò l’acquisizione da parte della Fondazione Enea Tech & Biomedical con l’obiettivo di garantire continuità alle attività.
A due anni dall’acquisizione, però, le sperimentazioni cliniche sull’Epidermolisi bollosa non sono ancora partite e la produzione di Holoclar è quasi ferma. Inoltre, inspiegabilmente i ricercatori che hanno sviluppato le terapie non risultano più coinvolti nei processi scientifici, nonostante la natura altamente specialistica delle tecnologie basate su cellule staminali epiteliali.
Questa situazione sta lasciando senza risposta sia i pazienti affetti da una malattia terribile, in alcune forme anche letale, sia coloro che potrebbero recuperare la vista grazie a un trattamento già approvato e utilizzato con successo per anni.
“Noi, persone con malattie rare, siamo chiamate ‘pazienti’ – racconta Alessandro Barneschi, 40 enne affetto da Epidermolisi bollosa sin dalla nascita e volto della campagna. “Ma l’Epidermolisi Bollosa non ha pazienza: non aspetta. Per noi, il tempo è fondamentale, perché il tempo della malattia non è quello della burocrazia. La malattia non è paziente: agisce, avanza, e non si ferma”.
Di fronte alla paralisi delle attività, l’Associazione Luca Coscioni, nella Giornata Mondiale dei Diritti Umani lancia un appello rivolto al Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, per chiedere un intervento immediato che ristabilisca le condizioni necessarie alla ripresa delle terapie e delle sperimentazioni, garantendo l’utilizzo delle competenze scientifiche che hanno reso possibile lo sviluppo di queste terapie.
L’appello richiama anche una dichiarazione resa dal Ministro in Parlamento il 29 novembre 2023, quando sottolineò l’importanza di assicurare continuità a queste attività e di non lasciare senza risposte i pazienti coinvolti.
Il documento – che sarà da oggi sottoposto a ricercatori, pazienti, sostenitori della ricerca pubblica e a tutti i cittadini – chiede un’intervento urgente del Ministro Urso e del Governo, affinché terapie italiane già dimostrate efficaci possano tornare a essere disponibili.
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CISA avverte: bug critici in WinRAR e Windows aggiunti al KEV. Patch immediate necessarie
A seguito della scoperta di exploit attivi, la Cybersecurity and Infrastructure Security Agency (CISA) ha inserito due vulnerabilità critiche al catalogo Known Exploited Vulnerabilities (KEV) dell’agenzia, il quale include vulnerabilità rilevate in software molto diffusi sfruttate attivamente.
La prima vulnerabilità, il CVE-2025-6218, riguarda il popolare strumento di compressione file WinRAR. Questa falla di path traversal ed è particolarmente pericolosa perché consente agli aggressori di aggirare i controlli di sicurezza e di installare malware nel sistema di un utente semplicemente chiedendogli di estrarre un file.
“Quando si estrae un file, le versioni precedenti di WinRAR, le versioni Windows di RAR, UnRAR, il codice sorgente portatile di UnRAR e UnRAR.dll possono essere ingannate e utilizzare un percorso definito in un archivio appositamente creato, invece del percorso specificato dall’utente”, si legge nel changelog.
La falla riguarda le versioni 7.11 e precedenti di WinRAR su Windows. Secondo il rapporto, la vulnerabilità consente ad archivi dannosi di indurre il software a estrarre “silenziosamente” i file in posizioni sensibili, come la cartella di avvio di Windows.
Nel luglio 2025, un autore di minacce noto come “zeroplayer” è stato visto vendere un exploit zero-day WinRAR sul forum del dark web Exploit.in per 80.000 dollari. Secondo gli esperti di sicurezza, il gruppo di hacker noto come Paper Werewolf (anche conosciuto come GOFFEE) avrebbe ottenuto questo exploit, che sarebbe stato utilizzato in recenti campagne di attacco sfruttando tale vulnerabilità.
La seconda vulnerabilità, il CVE-2025-62221 del quale abbiamo parlato questa mattina, colpisce il cuore del sistema operativo Windows. Si tratta di una falla di escalation dei privilegi localizzata nel driver Windows Cloud Files Mini Filter.
Sfruttando con successo questa falla, l’aggressore ottiene privilegi di SYSTEM, il livello di accesso più elevato su un computer Windows. Sebbene Microsoft non abbia rivelato i meccanismi specifici dell’exploit, la falla è stata attribuita al Microsoft Threat Intelligence Center (MSTIC).
Microsoft descrive il problema come una vulnerabilità “Use after free”. “La vulnerabilità Use after free nel driver Windows Cloud Files Mini Filter consente a un aggressore autorizzato di elevare i privilegi localmente”, spiega l’avviso.
Dato lo sfruttamento attivo di queste falle, il CISA ha fissato una scadenza rigorosa.
Le agenzie del Federal Civilian Executive Branch (FCEB) sono tenute a porre rimedio a queste vulnerabilità entro il 30 dicembre 2025, per proteggere le proprie reti da queste minacce in continua evoluzione.
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Malware in Visual Studio Code: due estensioni dannose rubano dati sensibili
Sono state scoperte due estensioni dannose che infettano i computer degli sviluppatori con programmi stealer sul marketplace di Visual Studio Code di Microsoft. Il malware può acquisire screenshot, rubare password e wallet di criptovalute e persino dirottare le sessioni del browser.
I ricercatori di Koi Security hanno scoperto le estensioni dannose Bitcoin Black e Codo AI, che si mascherano da tema e assistente AI.
Entrambi i malware sono stati pubblicati con il nome dello sviluppatore BigBlack. Al momento della pubblicazione del rapporto dei ricercatori, Codo AI era ancora disponibile nello store, sebbene avesse meno di 30 download. Bitcoin Black aveva una sola installazione.
Secondo gli esperti, Bitcoin Black utilizza l’evento di attivazione “*”, che viene attivato da ogni azione in VSCode. Il plugin può anche eseguire codice PowerShell.
Nelle versioni precedenti, l’estensione utilizzava uno script di PowerShell per scaricare un archivio protetto da password contenente il payload. Tuttavia, ciò causava la visualizzazione di una finestra di PowerShell, che poteva allertare l’utente. Nelle versioni più recenti del malware, il processo è stato spostato in uno script batch (bat.sh), che richiama curl per scaricare un file DLL e un file eseguibile .exe, il tutto in modalità stealth.
Per quanto riguarda Codo AI, l’estensione può effettivamente aiutare l’utente con il codice utilizzando ChatGPT o DeepSeek, ma contiene anche un componente dannoso simile.
Entrambe le estensioni contengono un file eseguibile Lightshot legittimo e una DLL dannosa, che viene caricata tramite dirottamento della DLL e distribuisce un infostealer denominato runtime.exe sul sistema della vittima. Solo 29 dei 72 programmi antivirus su VirusTotal rilevano la DLL dannosa.
Sul computer infetto, il malware crea una directory in %APPDATA%Local e una cartella Evelyn per archiviare i dati rubati, tra cui informazioni sui processi in esecuzione, contenuti degli appunti, credenziali Wi-Fi, dati di sistema, screenshot, un elenco dei programmi installati e processi attivi.
Per rubare i cookie e dirottare le sessioni degli utenti, il malware avvia Chrome ed Edge in modalità headless, da dove recupera i cookie memorizzati e dirotta le sessioni.
Inoltre, lo stealer, nascondendosi nelle estensioni, ruba dati da portafogli di criptovalute come Phantom, Metamask ed Exodus e cerca anche password e altre credenziali.
I rappresentanti di Microsoft segnalano che entrambe le estensioni dannose sono state rimosse dal marketplace VSCode.
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Trasferimenti di dati UE-USA: E' tempo di prepararsi ad altri problemi
Poiché l'instabilità del sistema giuridico statunitense diventa innegabile e gli Stati Uniti mostrano aperti segni di ostilità nei confronti dell'UE, è tempo di riconsiderare dove scorrono i nostri dati
mickey10 December 2025
Puerto Rico may roll back transparency just when it matters the most
When the U.S. Navy quietly reactivated Roosevelt Roads Naval Station in Puerto Rico earlier this year, the move stirred both anxiety and hope. While some residents saw the promise of new jobs, others saw it as a painful reminder of past harms from the American military presence on the island.
Whatever their views, Puerto Ricans — and Americans everywhere — deserve basic answers about what the military is up to as tensions escalate with Venezuela. They should know whether Puerto Rico’s government is coordinating with the Pentagon and whether their concerns are being taken into account. And of course, there are countless local issues having nothing to do with international conflicts that Puerto Ricans are entitled to be informed about.
But at the very moment when transparency is most essential, Puerto Rican lawmakers are trying to slam the door shut. Senate Bill 63, a major rewrite of the island’s transparency law, was recently rushed through the legislature with little public input. It weakens the public’s right to know at every turn.
SB 63 would undermine transparency
Puerto Rico’s existing transparency law, passed in 2019, already faces serious problems. Recently, for instance, the American Civil Liberties Union of Puerto Rico sued to uncover records about how the territory’s transportation agency shared confidential driver’s license information with federal immigration officials, which may have violated local laws.
SB 63 would make it even harder for the public to know what government officials are doing. The bill significantly extends the deadline for responding to records requests, more than doubling it in some cases. For time-sensitive investigations, especially by journalists, these delays could bury relevant information or make it irrelevant or obsolete, crippling efforts to expose the truth.
This bill will also make it harder for the public to understand the information they do receive. Today, requesters can ask for information in easy-to-analyze formats, like statistics or spreadsheets. SB 63 would eliminate that right, making it harder to find specific information that’s of the most use to the public.
In addition, SB 63 would require agency heads to be alerted to every single records request. This change injects politics into what should be a straightforward process. At the federal level, both Democrats and Republicans have used similar review systems to conceal politically inconvenient information.
What’s more, SB 63 would also require agencies to withhold records that any judge has previously deemed confidential, even if that ruling came from a single lower court and was never reviewed or affirmed. But judges get things wrong all the time — that’s why their rulings are not precedential and are subject to appellate review. Under SB 63, a single questionable decision from a single judge could lock in secrecy indefinitely.
SB 63 would leave Puerto Ricans and all Americans less informed
Puerto Rican lawmakers seem to know SB 63 would be unpopular. The Senate approved it without a public hearing, and the House allowed just one day of testimony, during which many entities were shut out. It’s not an accident that an anti-transparency bill was pushed through with as little transparency as possible.
The timing couldn’t be worse — and not only because Puerto Rico seems to be one of the main platforms for U.S.-projected interventions in Venezuela. As Puerto Rico faces deep challenges in housing, education, and climate, reducing access to information will only exacerbate existing problems.
The need for local transparency is heightened exponentially by Puerto Rico’s colonialism. Public records are essential for understanding issues such as failures in hurricane relief by federal and local authorities, collaboration between local agencies and federal immigration officials, and the impact of federal policies on the territory’s schools and colleges.
In addition, cuts to federal Freedom of Information Act offices are already making it harder for Puerto Ricans to obtain information from Washington. If local transparency is also weakened, oversight and accountability will become virtually nonexistent.
Fortunately, Puerto Ricans refuse to be silent. More than 50 civil society organizations, along with community and academic leaders, have urged Gov. Jenniffer González Colón to veto SB 63 because the legislation is bad for Puerto Rico’s citizens, businesses, and democracy itself.
Freedom of the Press Foundation (FPF) also joined other press freedom organizations in a letter led by the Committee to Protect Journalists, calling on her to reject the bill.
Puerto Rico can’t afford to be left in the dark. SB 63 dims the light of transparency precisely when we need it the most. Gov. González should reject SB 63 and stand unequivocally with the people’s right to know.
La persona disabile – Dalla fragilità alla proabilità: nascono nuove opportunità
Palazzo della Cultura – Sala della Notte, Via Vittorio Emanuele 119, Catania
Sabato 13 dicembre 2025
Ore 16:00 – 18:30
Sabato 13 dicembre, presso il Palazzo della Cultura di Catania, si terrà l’incontro “La persona disabile – Dalla fragilità alla proabilità: nascono nuove opportunità”, promosso dalla Cellula Coscioni di Catania con la partecipazione di diverse realtà associative del territorio.
L’appuntamento si inserisce nel percorso avviato lo scorso anno dal Comune di Catania per la realizzazione del PEBA – Piano per l’Eliminazione delle Barriere Architettoniche. Alla luce delle recenti novità, tra cui la sentenza del TAR Catania che ha nominato un Commissario ad Acta, l’incontro vuole essere un momento di informazione, confronto e ascolto aperto alla cittadinanza per contribuire alla costruzione di una città più accessibile, inclusiva e rispettosa dei diritti di tutte e tutti.
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Israele ha utilizzato le tecnologie Palantir nell'attacco terroristico con cercapersone in Libano.
Nella nuova biografia del co-fondatore di Palantir, Alex Karp, "The Philosopher in the Valley: Alex Karp, Palantir, and the Rise of the Surveillance State", scritta dal giornalista del New York Times Michael Steinberger, si scrive che prima del genocidio di Gaza, "il Mossad aveva utilizzato la tecnologia Palantir", aggiungendo che lo Shin Bet e l'IDF "hanno cercato di ottenere il software di Palantir in seguito al 7 ottobre".
"la tecnologia dell'azienda è stata impiegata dagli israeliani durante le operazioni militari in Libano nel 2024 che hanno decimato i vertici di Hezbollah" ed "è stata utilizzata anche nell'operazione Grim Beeper, in cui centinaia di combattenti di Hezbollah sono rimasti feriti e mutilati quando i loro cercapersone e walkie-talkie sono esplosi (gli israeliani avevano piazzato trappole esplosive nei dispositivi)".
the307.substack.com/p/revealed…
Per altri aggiornamenti sull'informatica, la cybersecurity e la tecnologia, puoi seguire il gruppo activitypub @Informatica (Italy e non Italy 😁)
Revealed: Israel Used Palantir Technologies In Pager Terrorist Attack In Lebanon.
A New Book Quietly Reveals That Israel Used Palantir In It's Terrorist Attack On Lebanon.The Dissident
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Io non credo che le persone, qui in Europa, si stiano rendendo conto di quello che sta succedendo.
Ogni mattina andiamo al lavoro, facciamo le nostre vite come se nulla fosse cambiato, ma sono in corso alcuni cambiamenti storici e molto, molto rilevanti che cambieranno per sempre le nostre vite, e temo che tutto ciò che abbiamo dato per scontato fino a questo punto verrà messo in discussione dall'attualità.
Dall'est arrivano venti di guerra. Al di là di come la si pensi sul riarmo, resta un fatto: che non passa giorno in cui le evidenze della guerra ibrida - che nulla ha a che fare col riarmo - mostri i suoi segnali sempre più rilevanti.
E' di oggi la notizia che l'Estonia ha dichiarato lo stato di calamità per l'invasione ormai quotidiana da parte dei palloni sonda russi, che arrivano nel Paese non certo perché tira il vento, e comunque in numero tale da creare caos nei cieli (e i meno addormentati potrebbero pensare che sia per rallentare eventuali operazioni di difesa. Anche soltanto il dubbio che questo possa verificarsi è sufficiente per l'obiettivo della guerra ibrida: creare instabilità, disordine, sfiducia, senso di precarietà. E ci stanno riuscendo).
In tutto ciò Putin, un dittatore sanguinario, si dichiara pronto a difendersi. Insomma, un po' come il tizio che va in giro accoltellando gli altri, e dice che se qualcuno oserà sparargli tirerà fuori il bazooka. Penso che soltanto chi ha scollegato il cervello negli ultimi anni possa continuare a sostenere che tutto questo derivi dal fatto che "sono stati provocati". Anche in quel caso, direi "bel carattere di merda": se c'è qualche problema, se ne parla, non ci si trincera dietro al "sono pronto a difendermi". Ma, come è evidente, basta seguire le trasmissioni sulla TV russa (sì, girano tradotte), per rendersi conto del fatto che la retorica naziputiniana è già ben oltre il livello del "sono pronto a difendermi".
Poi ci sono le informazioni degli 007 Nato. Si parla di un attacco militare all'Europa - ripeto, un attacco all'Europa - entro il 2028/29. La guerra, in casa nostra. Non possiamo più pensare che tutto questo sia casuale, o surreale.
Si parla di attacchi sferrati - e per fortuna sventati - alla nostra aviazione civile per far precipitare gli aerei. Avete capito bene?
Vogliono fare precipitare i mezzi su cui viaggiamo (e stavano per riuscirci).
Inutile dire da dove provengano. Nelle ex zone occupate dall'esercito russo si ritrovano cadaveri di bambini torturati, che spuntano fuori dalle fosse comuni come fossero funghi nel mese di ottobre.
Insomma: la realtà è sotto gli occhi di tutti, e un quadro più grande sta finalmente - purtroppo - prendendo forma in maniera sempre più chiara.
In tutto questo cosa succede di là dall'Atlantico?
Succede che un mezzo continente che credevamo nostro alleato ha smesso di essere nostro alleato. E vabbè, dirà qualcuno ha cui gli States creavano qualche prurito.
E vabbè un cazzo, rispondo io.
Perché non è che gli USA hanno smesso di essere alleati per essere neutrali: ogni giorno che passa stanno diventando, sempre di più e sempre più chiaramente, un altro dei tanti nemici del continente.
Ora, io lo so che non siamo santi e ognuno ha le sue colpe, ma mi pare che tutto ciò che ci sta per accadere, sinceramente, non ce lo meritiamo molto.
Dobbiamo prepararci a vedere cambiare le nostre vite, e qui vengo al punto del discorso. Le cose di cui parlare sono e saranno sempre di più, ma il mio lavoro di tutti i giorni mi fa pensare e vedere che siamo legati mani e pieni alle tecnologie di qualcuno che da un giorno all'altro (circa) dice che le nostre istituzioni andrebbero sciolte, come se stesse dicendo che domani pioverà secondo il meteo, con la stessa leggerezza.
Non so a voi, ma a me tutto questo inquieta.
L'Europa che tanto amiamo (o che dovremmo) rischia seriamente, concretamente di restare schiacciata tra colossi, se non reagiamo subito e in fretta. Ognuno di noi può fare qualcosa.
Come informatico non faccio che pensare e - spero - far pensare che il 99% delle tecnologie che utilizziamo nel mondo del lavoro, tutti i giorni, è statunitense (mi riferisco al software, in particolare).
Non esiste cellulare in cui non ci sia software statunitense, ormai. Per quanto riguarda i computer, siamo ad una percentuale del 95% circa (se non contiamo i server).
Ripeto, non so a voi ma me tutto questo inquieta un po', in un mondo in cui i rapporti sono sempre più tesi. Se pensate che stia esagerando, forse non comprendete bene la portata della cosa: parliamo del fatto che qualcuno, in mezzo secondo, può decidere di bloccare tutto - o quasi - o come minimo di non consentirci più di far funzionare le cose.
Un esempio semplice: un sacco di gente per navigare usa inconsapevolmente i DNS di Google. Senza questi, ciao ciao navigazione. Certo, ci si potrebbe organizzare diversamente, ma passerebbero giorni, settimane, mesi in cui niente funzionerebbe più.
Esagero? Voglio sperare di sì.
Ma...siamo sicuri di voler rischiare? Non è che ci converrebbe cominciare a pensare che un altro modo di fare le cose è possibile?
Perché non cominciamo ad usare servizi e tecnologie europee?
Io credo che, arrivati a questo punto, sia il minimo che possiamo fare, sia per tutelarci che per lanciare un forte segnale.
L'Europa - con qualche rinuncia - può fare da sola. E può migliorare, può e deve iniziare a pensare di DOVERCELA FARE da sola.
Con questo spirito, io che di mestiere campo con l'informatica, ho deciso di svincolarmi da servizi statunitensi, il più possibile e progressivamente. Perché non posso vivere con questa consapevolezza e non fare nulla per essere coerente con quello che dico.
Di più: è anche giusto essere d'esempio. Se non lo facciamo noi informatici, che abbiamo più mezzi per mettere in atto il cambiamento, chi altri dovrebbe dare l'esempio?
Nel Fediverso circolano molti esempi di cosa possiamo fare.
Il concetto non è "boicottiamo tutto!" perché sarebbe difficile (anche se non impossibile), ma possiamo mettere in atto almeno 4 cose, sin da subito:
1) creiamo consapevolezza, parliamo di questi argomenti a chi riusciamo a raggiungere;
2) non attiviamo NUOVI servizi statunitensi/russi/cinesi
3) disattiviamo i servizi statunitensi da cui dipendiamo. Se non possiamo/vogliamo disattivarli TUTTI almeno cominciamo con quelli che possiamo disattivare, chiudere per sempre. Qualcosa è decisamente meglio di NULLA.
4) usiamo servizi di aziende europee. Esistono, sono tante, si può: l'open source ci da una grossa mano.
Io ho già cominciato. In un paio d'anni ho ottenuto questi risultati, ma voglio cominciare ad accelerare. E tu? Tu cosa puoi fare già da oggi, da subito? Ci sono tante cose che puoi cambiare, a cominciare da alcune, molto semplici.
Almeno, riflettici.
Ecco cosa ho fatto io finora:
❌ Firefox/Chrome --> Vivaldi
❌ Android (Google, Xiaomi) --> (in parte) Lineage OS 🤖
❌ Facebook (3 account) --> Friendica 🫂
❌ Instagram --> Pixelfed 🖼️
❌ X (Twitter) --> Mastodon 🐘
❌ Telegram --> Quicksy/Conversations (client XMPP) 💬
❌ DNS Google --> DNS4EU 🛡️
❌ Google Authenticator --> Aegis 🔑
❌ Google Maps --> Organic Maps, Here We Go 🗺️
❌ Outlook (App) --> K-9 Mail 📧
❌ Google Play Store --> (parzialmente) F-Droid 🏪
❌ Google Drive --> Nextcloud ☁️
❌ Adobe Photoshop --> Luminar Neo 📸 (ora a NY, ma azienda Ucraina)
❌ Adobe Acrobat Reader --> Vivaldi
❌ Google Files --> File Navigator 📁
❌ Youtube Music (per podcast) --> Antenna Pod 🎙️
❌ Google (motore di ricerca) --> Qwant e SearXng.devol.it 🔎
❌ Gmail (app) --> K-9 Mail 📥
❌ Windows --> (su alcuni PC) Linux
❌ Paramount --> di Trump, chiusa.
❌ Blogspot (Google) --> Wordpress / NoBlogo
La strada è ancora molto lunga, e ci sono cose strategiche che non so se riuscirò mai a spostare in Europa.
Ma è un inizio, e io non mi arrendo!
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Tensione nei cieli asiatici. L’ultimo allarme su Mosca e Pechino
@Notizie dall'Italia e dal mondo
Nelle scorse ore la tensione nei cieli dell’Indo-Pacifico è salita alle stelle, quando Giappone e Corea del Sud hanno fatto decollare i propri caccia martedì in risposta a un nuovo pattugliamento aereo congiunto di bombardieri cinesi e russi su aree di mare vicine ai due Paesi. Il ministero
African Lion non è solo un’esercitazione. Perché il Marocco è diventato strategico
@Notizie dall'Italia e dal mondo
Migliorare la capacità dei Paesi coinvolti nell’azionare operazioni combinate e interforze, oltre a contribuire alla stabilità e alla sicurezza regionali. Questi gli obiettivi dell’esercitazione militare internazionale African Lion 2026, i cui preparativi
lindipendente.online/2025/12/0…
Passamontagna e manganelli: come la polizia serba reprime il dissenso nelle piazze
@Notizie dall'Italia e dal mondo
«Voglio che sappiate che dietro a tutti gli attacchi agli studenti che protestano a Belgrado e a Novi Sad c’è sempre lo stesso sistema che invia lo stesso messaggio: “Obbedisci. Non parlare. Non denunciare. Non ribellarti, perché non avrai mai speranza o
Secondo l'ultimo rapporto di CTRL-ALT-RECLAIM le giovani voci stanno rimodellando il mondo digitale!
In tutta Europa, i giovani chiedono un nuovo patto digitale, che tuteli la loro salute mentale, la loro privacy e i loro diritti democratici online.
Oggi, ctrl+alt+reclaim, il primo movimento europeo per la giustizia tecnologica e i diritti digitali guidato dai giovani, insieme a People vs Big Tech lanciano Power Shift: Young voices reshaping the digital world , un nuovo rapporto che traccia il profilo di una generazione emergente di giovani attivisti in tutta Europa che lottano contro l'impatto che i danni online hanno sulle loro vite
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Come sarebbe l’Europa rimodellata da Trump
Il presidente degli Stati Uniti vuole rimodellare il continente perché non sia più un polo autonomo ma una regione vassalla, sotto la doppia influenza statunitense e russa. LeggiPierre Haski (Internazionale)
I-CAN, l'organizzazione internazionale anti-'Ndrangheta punta ad allargarsi alla Romania
Un momento della riunione
Un importante incontro di polizia internazionale si è tenuto in Romania per combattere la criminalità organizzata.
Si sono riuniti rappresentanti di alto livello della polizia rumena e italiana, insieme a organizzazioni internazionali come SELEC (un centro di cooperazione per le forze dell'ordine dell'Europa sud-orientale).
Il tema principale trattato ha riguardato la 'Ndrangheta
La 'Ndrangheta è come noto una delle più potenti organizzazioni mafiose italiane, originaria della Calabria. A differenza di altre mafie, la sua caratteristica principale è la capacità di:
- Infiltrarsi nell'economia legale di molti paesi;
- Operare a livello globale, non solo in Italia;
- Vantare collegamenti e connessioni anche in Romania.
I-CAN (Interpol Cooperation against 'Ndrangheta) è un progetto di cooperazione internazionale voluto dall'Italia ed abbracciato da Interpol, specificamente dedicato a contrastare questa organizzazione criminale. Attualmente coinvolge 24 paesi.
Si è discusso delle Silver Notices INTERPOL - avvisi internazionali usati per tracciare metodi criminali e collegamenti, particolarmente utili per seguire i flussi finanziari illegali della 'Ndrangheta.
L'incontro ha rafforzato la collaborazione tra Italia e Romania, con l'obiettivo che la Romania diventi il 25° paese a unirsi formalmente al progetto I-CAN per combattere più efficacemente questa organizzazione criminale a livello globale.
fabrizio reshared this.
[...]l’idea è di aprire i primi cantieri entro la prossima estate, ma negli ultimi due anni il ministro dei Trasporti Matteo Salvini aveva già detto di volerli aprire entro l’estate del 2024 e poi entro l’estate del 2025.
Se si limitasse a dire "entro l'estate" sarebbe tutto OK, è il volerci mettere una data che lo frega...
Poliversity - Università ricerca e giornalismo reshared this.
Perché in Cina tutti temono lo smartphone Ai di ByteDance (TikTok)
Per vedere altri post come questo, segui la comunità @Informatica (Italy e non Italy 😁)
Dopo un iniziale entusiasmo per lo Zte Nubia M153, il primo smartphone "posseduto" dall'Ai, in Cina sempre più aziende ed esperti iniziano a guardarlo con sospetto
Usa, Eileen Higgins è la nuova sindaca di Miami. Prima vittoria democratica dopo 30 anni.
Sconfitto al ballottaggio Emilio González, sostenuto da Trump
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Cortili
@Politica interna, europea e internazionale
Al cambio dell’ambiente internazionale cambiano le politiche continentali e nazionali. Basterà restare a quel che abbiamo già vissuto: con il crollo del Muro di Berlino e dell’Unione Sovietica si poté realizzare la riunificazione europea (non solo tedesca) e furono rasi al suolo gli equilibri politici italiani. Raccontare le cose accadute è il mestiere degli storici, […]
L'articolo Cortili
RFanciola
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