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Operazione Checkmate: colpo grosso delle forze dell’ordine. BlackSuit è stato fermato!


Nel corso di un’operazione internazionale coordinata, denominata “Operation Checkmate”, le forze dell’ordine hanno sferrato un duro colpo al gruppo ransomware BlackSuit (qua il link onion che è finito tra le mani delle forze dell’ordine), sequestrando i loro Data Leak Site (DLS). Questa azione mirata è stata condotta per contrastare gli attacchi che negli ultimi anni hanno preso di mira e violato le reti di centinaia di organizzazioni a livello globale.

Il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha confermato il sequestro dei domini BlackSuit, con i siti web .onion che sono stati sostituiti da un banner che annunciava la chiusura da parte delle autorità, sottolineando l’ampiezza dell’indagine coordinata a livello internazionale. Tra i siti sequestrati figurano blog per la fuga di dati e piattaforme di negoziazione utilizzate per estorcere denaro alle vittime.

Le Forze Coinvolte L’operazione ha visto una vasta collaborazione tra diverse agenzie di sicurezza e forze dell’ordine a livello mondiale. Tra i partecipanti chiave si annoverano:

  • U.S. Homeland Security Investigations
  • U.S. Secret Service
  • IRS: Criminal Investigation
  • Department of Justice (DOJ)
  • FBI
  • Europol
  • Landeskriminalamt Niedersachsen (Polizia criminale dello Stato tedesco)
  • National Crime Agency (NCA) del Regno Unito
  • North West Regional Organised Crime Unit (NWROCU)
  • Polizia Nazionale Olandese
  • Polizia Cyber Ucraina
  • Lietuvos Kriminalinės Policijos Biuras (Ufficio di Polizia Criminale Lituano)
  • Frankfurt Public Prosecutor’s Office
  • Bitdefender (società rumena di sicurezza informatica)
  • Delta Police


La Storia di BlackSuit


L’operazione ransomware BlackSuit è emersa tra aprile e maggio 2023. Il gruppo è un’organizzazione estorsiva su più fronti, che crittografa ed esfiltra i dati delle vittime e ospita siti pubblici per la fuga di dati per le vittime che non ottemperano alle loro richieste. Il gruppo era noto per i suoi attacchi significativi contro enti nei settori sanitario e dell’istruzione, oltre ad altri settori critici. BlackSuit è un’operazione privata in quanto non ha affiliati pubblici. I payload di BlackSuit presentano molte somiglianze tecniche con i payload del ransomware Royal , come meccanismi di crittografia e parametri della riga di comando simili.

Sono prese di mira grandi imprese e piccole e medie imprese (PMI), sebbene non sembri esserci alcuna discriminazione specifica in termini di settore o tipo di obiettivo. Analogamente a Royal , sembra che siano escluse le entità della CSI (Comunità degli Stati Indipendenti). Ad oggi, gli attacchi di BlackSuit hanno favorito le aziende operanti nei settori sanitario, dell’istruzione, dell’informatica (IT), governativo, della vendita al dettaglio e manifatturiero.

“Operation Checkmate” rappresenta un altro significativo passo avanti nella lotta globale contro la criminalità informatica, dimostrando l’efficacia della cooperazione internazionale nel disarticolare le reti ransomware e fornire supporto alle vittime.

Negli ultimi mesi, le forze dell’ordine stanno riscuotendo moltissimi successi nelle operazioni contro i gruppi cybercriminali, e questo i criminali informatici lo sanno bene. Non è raro, infatti, trovare nei forum underground discussioni in cui gli stessi attori malevoli commentano le recenti operazioni di polizia, ammettendo che il mestiere sta diventando sempre più rischioso.

Tuttavia, i forti guadagni derivanti dal ransomware continuano a rappresentare una motivazione irresistibile, mantenendo alta l’attenzione dei criminali su questo business: il numero di attacchi subiti dalle aziende e le somme spese per fronteggiarli, infatti, non accennano a diminuire.

Il Decryptor e il Supporto alle Vittime


Come in altre situazioni analoghe di successo contro i gruppi ransomware, è stato prodotto e reso disponibile un decryptor per consentire alle aziende colpite di recuperare l’accesso ai propri dati e di uscire dalla cifratura. Questo passo cruciale mira a mitigare il danno subito dalle vittime e a supportare le organizzazioni nel ripristino delle proprie operazioni.

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Il parco delle Cascine di Firenze. Una storia di degrado (e di insicurezza)



Firenze. Il parco delle Cascine è molto apprezzato dal gazzettaio in campagna elettorale permanente e dagli sfaccendati telematici che fotografano escrementi e cartacce per dir male dell'amministrazione. Per motivi leggermente diversi è molto apprezzato anche dalle persone serie, che dopo aver lavorato tutto il giorno usano i parchi come parchi e le piazze come piazze senza affatto curarsi del gazzettaio, della campagna elettorale permanente, degli sfaccendati telematici e men che meno dei loro puntigliosi inventari di escrementi e di cartacce.
A ciascuno il suo, in questo come in ogni altro aspetto del vivere.
A volte tocca fare qualche eccezione per mantenere la costruttiva abitudine al controcanto derisorio, e per ricordare la differenza che esiste tra la realtà quotidiana di chi tiene alla propria sanità mentale e lo sporco anche morale di chi fa il liberista col denaro pubblico e interagisce benissimo con i mastantuono e i lupino. Ecco dunque una storia di degrado (e di insicurezza) di quelle vere, e pazienza se si deve attingere alle gazzette.
Dunque. Nel mondo delle gazzette il Bene e il Male sono per lo più dicotomici. Nel nostro caso il Male ha preso possesso delle Cascine, e il Bene sono i gendarmi che le redimeranno.
Il Male si manifesta sottoforma di brutte facce in giro. Una cosa intollerabile in un "Occidente" in cui è stato profuso molto impegno per criminalizzare chiunque non rispetti determinati criteri estetici e non si esibisca in comportamenti di consumo vidimati e approvati.
Il Male si manifesta sottoforma di transazioni commerciali. Derivati dalla Cannabis Indica, dal papavero da oppio, dallo Erythroxylum Coca e prodotti di sintesi di vario genere. A domanda corrisponde offerta, ma in questo caso lasciare libertà d'azione alla mano invisibile del mercato risulta, chissà perché, inammissibile.
Il Male si manifesta, ma nemmeno tanto spesso, sottoforma di overdose letale o di qualche altra delle miserabili conclusioni che attendono l'esistenza di chi vive in quelle condizioni di marginalità estrema che l'"Occidente" promuove attivamente in ogni contesto. Si erige a dogma l'ingiustizia sociale ma si invoca il Bene affinché provveda a togliere dalla vista le sue conseguenze più ovvie.
E il Bene è fatto di controllo tecnologico. Le tecnologie ritenute migliori vengono dallo stato sionista: a suo modo è una garanzia anche questa.
Il Bene è fatto di divieti tra il serio e il criceto [sic]. Alle Cascine praticamente è vietato tutto. In compenso quando ci sono concerti di qualche grattacorde strapagato ti è graziosamente data facoltà di pagare dieci euro una lattina di birra.
Il Bene è fatto di gendarmi. Sempre figli dei poveri, sempre malpagati. Poi viene fuori che hanno due sindacalisti per metro quadro -con accesso privilegiato alle gazzette- e contratti che il rimanente del pubblico impiego non si sogna neppure, ma lasciamo pure da parte questi dettagli.
Insomma, il 19 maggio 2022 alle nove del mattino un tale decide di recarsi alle Cascine in scooter. Arriva nelle vicinanze della fermata "Cascine Carlo Monni" della tramvia, una cinquantina di metri di agorà dove per buona parte della giornata fervono trattazioni e transazioni commerciali del tipo su accennato. Qui inizia una veemente discussione con qualcuno, nel corso della quale spara due colpi di pistola senza colpire nessuno.
Non un campione di tiro. E nemmeno un gran che nel disimpegno dagli scontri a fuoco, visto che viene arrestato in capo a qualche ora. Si viene a sapere che a sparare è stato un gendarme di quarantasette anni. L'arma di ordinanza di cui si era servito è capace di quindici colpi e in mani minimamente determinate di morti avrebbe potuto farne parecchi. Si viene a sapere anche qualche altra cosa sul come e sul perché. Tutti particolari su cui si avrà la delicatezza di sorvolare dal momento che non facciamo i gazzettieri, visto soprattutto l'epilogo della vicenda. Uno degli innumerevoli casi in cui l'esecutivo dello stato che occupa la penisola italiana ha dimostrato di fatto di non essere in grado di mandare avanti nemmeno una galera.


I Mostri sono stati puniti! GreySkull: 18 condanne e 300 anni di carcere per i pedofili


Il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha segnalato lo smantellamento di quattro piattaforme darknet utilizzate per la distribuzione di materiale pedopornografico. Contemporaneamente, un diciottesimo partecipante al caso, che aveva partecipato alla gestione di queste risorse, è stato condannato. Come osservato dal direttore dell’FBI Kash Patel, l’operazione è stata uno degli attacchi più massicci contro le reti per lo sfruttamento online dei minori. Ha sottolineato che le forze dell’ordine non solo hanno distrutto l’infrastruttura digitale, ma hanno anche ottenuto la punizione di figure chiave, dimostrando che l’anonimato in rete non esonera dalle responsabilità.

L’operazione speciale, denominata GreySkull, ha già portato a 18 condanne per un totale di oltre 300 anni di carcere. Uno dei condannati, un 52enne residente in Minnesota, è stato condannato il giorno prima a oltre vent’anni di carcere per aver partecipato alla gestione dei siti. Secondo l’agenzia, i siti chiusi presentavano contenuti particolarmente sofisticati: singole sezioni erano dedicate a neonati e bambini piccoli e includevano anche scene di violenza, azioni sadiche e torture.

Tra i condannati, una persona ha patteggiato per associazione a delinquere finalizzata alla distribuzione e alla promozione di materiale pedopornografico. Si è unito a una delle community nel 2022, diventandone poi moderatore. Tra le sue responsabilità rientravano l’applicazione delle “regole” per i post e la consulenza agli altri utenti, su come proteggersi dai controlli delle forze dell’ordine. I documenti del tribunale indicano che ha insegnato tecniche di mimetizzazione e l’uso di strumenti di anonimizzazione.

Altre otto persone sono state condannate nel Distretto Meridionale della Florida per aver coordinato il sito principale. Gli imputati tenevano riunioni interne, registri del materiale pubblicato per autore ed erano responsabili della gestione dei server. Alcuni sono stati inoltre accusati di aver partecipato a un gruppo organizzato che sfruttava sessualmente minori.

Secondo il Dipartimento di Giustizia, gli imputati provenivano da tutti gli Stati Uniti, tra cui Alabama, Indiana, Nevada, Carolina del Nord, Oklahoma e Stato di Washington. Le condanne sono andate dai cinque anni all’ergastolo e alle vittime è stato imposto un risarcimento da 7.500 a 174.500 dollari.

Oltre agli Stati Uniti, arresti nell’ambito dell’operazione hanno avuto luogo in diversi altri paesi, tra cui Regno Unito, Paesi Bassi, Italia, Germania, Belgio, Estonia e Sudafrica. Due dei presunti partecipanti sarebbero morti prima che potessero essere formulate accuse formali. Sebbene non sia stato reso noto il momento esatto in cui è iniziata l’indagine, l’iniziativa è considerata parte del programma federale Project Safe Childhood, attivo dal 2006 e finalizzato a contrastare crimini brutali di questo tipo.

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I Criminal Hacker rivendicano un attacco alla Naval Group. 72 ore per pagare il riscatto


Il più grande costruttore navale francese per la difesa, Naval Group, sta affrontando un incidente di sicurezza informatica potenzialmente grave a seguito delle affermazioni degli autori della minaccia che riportano di aver compromesso sistemi interni critici, compresi quelli legati alle operazioni navali militari francesi.

Gli hacker hanno pubblicato la presunta violazione su un noto forum specializzato in fughe di dati, sostenendo di aver avuto accesso a materiale sensibile come il codice sorgente dei sistemi di gestione del combattimento (CMS) utilizzati nei sottomarini e nelle fregate francesi. Gli aggressori non mirano a vendere i dati rubati, ma a estorcere denaro all’appaltatore della difesa, minacciando di divulgare informazioni riservate se le loro richieste non saranno soddisfatte.

Naval Group, con sede a Parigi e oltre 15.000 dipendenti, è un importante fornitore di soluzioni navali di livello militare in tutta Europa. Con un fatturato annuo superiore a 5 miliardi di dollari (4,3 miliardi di euro), l’azienda è di proprietà congiunta del governo francese e del gigante dell’elettronica per la difesa Thales Group.

Disclaimer: Questo rapporto include screenshot e/o testo tratti da fonti pubblicamente accessibili. Le informazioni fornite hanno esclusivamente finalità di intelligence sulle minacce e di sensibilizzazione sui rischi di cybersecurity. Red Hot Cyber condanna qualsiasi accesso non autorizzato, diffusione impropria o utilizzo illecito di tali dati. Al momento, non è possibile verificare in modo indipendente l’autenticità delle informazioni riportate, poiché l’organizzazione coinvolta non ha ancora rilasciato un comunicato ufficiale sul proprio sito web. Di conseguenza, questo articolo deve essere considerato esclusivamente a scopo informativo e di intelligence.

Di seguito il post tradotto in lingua italiana presente all’interno del forum underground.
la perdita completa contiene:

- CMS top secret classificato per sottomarini e fregate disponibile con codice sorgente + guida utente per l'implementazione infrastrutturale (è necessario un server di grandi dimensioni per eseguire l'intero CMS)
- Dati di rete in base ai sottomarini e alle fregate
- Documenti tecnici DCN/DCNS/ Naval Group con diversi tipi di classificazione, "Distribuzione limitata", "Francia speciale", ecc. I documenti iniziano dal 2006, ma principalmente dal 2019 al 2024.
- VM degli sviluppatori con diversi simulatori della marina al loro interno
- Scambi riservati intercettati tramite la loro messaggistica interna HCL Notes

Naval Group ha 72 ore per contattarmi.

Dopo questa scadenza, farò trapelare tutto gratuitamente

Cosa sostengono gli hacker di aver rubato al Naval Group


Secondo il post condiviso dai criminali informatici, durante la violazione sarebbe stato effettuato l’accesso ai seguenti asset:

  • Codice sorgente che alimenta il CMS di sottomarini e fregate
  • Topologia della rete interna e dati di rete correlati
  • Documenti tecnici etichettati con diversi livelli di sensibilità
  • Ambienti di macchine virtuali per sviluppatori
  • Comunicazioni interne riservate

Gli aggressori hanno anche incluso nel loro post un campione di dati di 13 GB come prova. Tra i file trapelati ci sono risorse multimediali, tra cui anche dei video.

Implicazioni per la sicurezza nazionale


La prospettiva che soggetti stranieri o gruppi criminali possano ottenere accesso al software che governa i sistemi di combattimento a bordo di navi militari operative è estremamente allarmante. Se confermata, la divulgazione del codice sorgente e della documentazione riservata del CMS (Combat Management System) non solo comprometterebbe l’integrità tecnologica di Naval Group, ma costringerebbe anche il Ministero delle Forze Armate francese a costosi interventi correttivi, tra cui audit di sicurezza, aggiornamenti dei sistemi e verifiche approfondite.

Sebbene la reale entità dei danni e la portata della violazione non siano ancora stati verificati, è noto che gli aggressori mossi da finalità estorsive tendono a sovrastimare il valore e l’impatto delle informazioni sottratte, per aumentare la pressione psicologica e finanziaria sulle vittime. Resta da capire se questo sia uno di quei casi.

Fondato nel XVII secolo e precedentemente noto come DCN (Direction des Constructions Navales), Naval Group occupa da sempre un ruolo centrale nella strategia di difesa marittima francese. L’azienda ha realizzato, tra l’altro, l’unica portaerei francese a propulsione nucleare, la Charles de Gaulle, a testimonianza della sua importanza strategica per le capacità difensive del Paese.

Una compromissione dell’infrastruttura digitale di Naval Group non si limiterebbe a esporre dati operativi sensibili, ma evidenzierebbe anche la crescente vulnerabilità degli appaltatori militari di alto profilo in Europa. L’esito di questa possibile violazione, se confermata, potrebbe avere conseguenze rilevanti e durature sulla sicurezza nazionale francese e sulla strategia industriale di cybersecurity.

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ToolShell: a story of five vulnerabilities in Microsoft SharePoint


On July 19–20, 2025, various security companies and national CERTs published alerts about active exploitation of on-premise SharePoint servers. According to the reports, observed attacks did not require authentication, allowed attackers to gain full control over the infected servers, and were performed using an exploit chain of two vulnerabilities: CVE-2025-49704 and CVE-2025-49706, publicly named “ToolShell”. Additionally, on the same dates, Microsoft released out-of-band security patches for the vulnerabilities CVE-2025-53770 and CVE-2025-53771, aimed at addressing the security bypasses of previously issued fixes for CVE-2025-49704 and CVE-2025-49706. The release of the new, “proper” updates has caused confusion about exactly which vulnerabilities attackers are exploiting and whether they are using zero-day exploits.

Kaspersky products proactively detected and blocked malicious activity linked to these attacks, which allowed us to gather statistics about the timeframe and spread of this campaign. Our statistics show that widespread exploitation started on July 18, 2025, and attackers targeted servers across the world in Egypt, Jordan, Russia, Vietnam, and Zambia. Entities across multiple sectors were affected: government, finance, manufacturing, forestry, and agriculture.

Quick look at CVE-2025-53770

While analyzing all artifacts related to these attacks, which were detected by our products and public information provided by external researchers, we found a dump of a POST request that was claimed to contain the malicious payload used in these attacks. After performing our own analysis, we were able to confirm that this dump indeed contained the malicious payload detected by our technologies, and that sending this single request to an affected SharePoint installation was enough to execute the malicious payload there.

Our analysis of the exploit showed that it did rely on vulnerabilities fixed under CVE-2025-49704 and CVE-2025-49706, but by changing just one byte in the request, we were able to bypass those fixes.

In this post, we provide detailed information about CVE-2025-49704, CVE-2025-49706, CVE-2025-53770, CVE-2025-53771, and one related vulnerability. Since the exploit code is already published online, is very easy to use, and poses a significant risk, we encourage all organizations to install the necessary updates.

The exploit


Our research started with an analysis of a POST request dump associated with this wave of attacks on SharePoint servers.

Snippet of the exploit POST request
Snippet of the exploit POST request

We can see that this POST request targets the “/_layouts/15/ToolPane.aspx” endpoint and embeds two parameters: “MSOtlPn_Uri” and “MSOtlPn_DWP”. Looking at the code of ToolPane.aspx, we can see that this file itself does not contain much functionality and most of its code is located in the ToolPane class of the Microsoft.SharePoint.WebPartPages namespace in Microsoft.SharePoint.dll. Looking at this class reveals the code that works with the two parameters present in the exploit. However, accessing this endpoint under normal conditions is not possible without bypassing authentication on the attacked SharePoint server. This is where the first Microsoft SharePoint Server Spoofing Vulnerability CVE-2025-49706 comes into play.

CVE-2025-49706


This vulnerability is present in the method PostAuthenticateRequestHandler, in Microsoft.SharePoint.dll. SharePoint requires Internet Information Services (IIS) to be configured in integrated mode. In this mode, the IIS and ASP.NET authentication stages are unified. As a result, the outcome of IIS authentication is not determined until the PostAuthenticateRequest stage, at which point both the ASP.NET and IIS authentication methods have been completed. Therefore, the PostAuthenticateRequestHandler method utilizes a series of flags to track potential authentication violations. A logic bug in this method enables an authentication bypass if the “Referrer” header of the HTTP request is equal to “/_layouts/SignOut.aspx”, “/_layouts/14/SignOut.aspx”, or “/_layouts/15/SignOut.aspx” using case insensitive comparison.

Vulnerable code in PostAuthenticateRequestHandler method
Vulnerable code in PostAuthenticateRequestHandler method (Microsoft.SharePoint.dll version 16.0.10417.20018)

The code displayed in the image above handles the sign-out request and is also triggered when the sign-out page is specified as the referrer. When flag6 is set to false and flag7 is set to true, both conditional branches that could potentially throw an “Unauthorized Access” exception are bypassed.

Unauthorized access checks bypassed by the exploit
Unauthorized access checks bypassed by the exploit

On July 8, 2025, Microsoft released an update that addressed this vulnerability by introducing additional checks to detect the usage of the “ToolPane.aspx” endpoint with the sign-out page specified as the referrer.

CVE-2025-49706 fix (Microsoft.SharePoint.dll version 16.0.10417.20027)
CVE-2025-49706 fix (Microsoft.SharePoint.dll version 16.0.10417.20027)

The added check uses case insensitive comparison to verify if the requested path ends with “ToolPane.aspx”. Is it possible to bypass this check, say, by using a different endpoint? Our testing has shown that this check can be easily bypassed.

CVE-2025-53771


We were able to successfully bypass the patch for vulnerability CVE-2025-49706 by adding just one byte to the exploit POST request. All that was required to bypass this patch was to add a “/” (slash) to the end of the requested “ToolPane.aspx” path.

Bypass for CVE-2025-49706 fix
Bypass for CVE-2025-49706 fix

On July 20, 2025, Microsoft released an update that fixed this bypass as CVE-2025-53771. This fix replaces the “ToolPane.aspx” check to instead check whether the requested path is in the list of paths allowed for use with the sign-out page specified as the referrer.

CVE-2025-53771 fix (Microsoft.SharePoint.dll version 16.0.10417.20037)
CVE-2025-53771 fix (Microsoft.SharePoint.dll version 16.0.10417.20037)

This allowlist includes the following paths: “/_layouts/15/SignOut.aspx”, “/_layouts/15/1033/initstrings.js”, “/_layouts/15/init.js”, “/_layouts/15/theming.js”, “/ScriptResource.axd”, “/_layouts/15/blank.js”, “/ScriptResource.axd”, “/WebResource.axd”, “/_layouts/15/1033/styles/corev15.css”, “/_layouts/15/1033/styles/error.css”, “/_layouts/15/images/favicon.ico”, “/_layouts/15/1033/strings.js”, “/_layouts/15/core.js”, and it can contain additional paths added by the administrator.

While testing the CVE-2025-49706 bypass with the July 8, 2025 updates installed on our SharePoint debugging stand, we noticed some strange behavior. Not only did the bypass of CVE-2025-49706 work, but the entire exploit chain did! But wait! Didn’t the attackers use an additional Microsoft SharePoint Remote Code Execution Vulnerability CVE-2025-49704, which was supposed to be fixed in the same update? To understand why the entire exploit chain worked in our case, let’s take a look at the vulnerability CVE-2025-49704 and how it was fixed.

CVE-2025-49704


CVE-2025-49704 is an untrusted data deserialization vulnerability that exists due to improper validation of XML content. Looking at the exploit POST request, we can see that it contains two URL encoded parameters: “MSOtlPn_Uri” and “MSOtlPn_DWP”. We can see how they are handled by examining the code of the method GetPartPreviewAndPropertiesFromMarkup in Microsoft.SharePoint.dll. A quick analysis reveals that “MSOtlPn_Uri” is a page URL that might be pointing to an any file in the CONTROLTEMPLATES folder and the parameter “MSOtlPn_DWP” contains something known as WebPart markup. This markup contains special directives that can be used to execute safe controls on a server and has a format very similar to XML.

WebPart markup used by the attackers
WebPart markup used by the attackers

While this “XML” included in the “MSOtlPn_DWP” parameter does not itself contain a vulnerability, it allows attackers to instantiate the ExcelDataSet control from Microsoft.PerformancePoint.Scorecards.Client.dll with CompressedDataTable property set to malicious payload and trigger its processing using DataTable property getter.

Code of the method that handles the contents of ExcelDataSet's CompressedDataTable property in the DataTable property getter
Code of the method that handles the contents of ExcelDataSet’s CompressedDataTable property in the DataTable property getter

Looking at the code of the ExcelDataSet’s DataTable property getter in Microsoft.PerformancePoint.Scorecards.Client.dll, we find the method GetObjectFromCompressedBase64String, responsible for deserialization of CompressedDataTable property contents. The data provided as Base64 string is decoded, unzipped, and passed to the BinarySerialization.Deserialize method from Microsoft.SharePoint.dll.

DataSet with XML content exploiting CVE-2025-49704 (deserialized)
DataSet with XML content exploiting CVE-2025-49704 (deserialized)

Attackers use this method to provide a malicious DataSet whose deserialized content is shown in the image above. It contains an XML with an element of dangerous type "System.Collections.Generic.List`1[[System.Data.Services.Internal.ExpandedWrapper`2[...], System.Data.Services, Version=4.0.0.0, Culture=neutral, PublicKeyToken=b77a5c561934e089]]" , which allows attackers to execute arbitrary methods with the help of the well-known ExpandedWrapper technique aimed at exploitation of unsafe XML deserialization in applications based on the .NET framework. In fact, this shouldn’t be possible, since BinarySerialization.Deserialize in Microsoft.SharePoint.dll uses a special XmlValidator designed to protect against this technique by checking the types of all elements present in the provided XML and ensuring that they are on the list of allowed types. However, the exploit bypasses this check by placing the ExpandedWrapper object into the list.

Now, to find out why the exploit worked on our SharePoint debugging stand with the July 8, 2025 updates installed, let’s take a look at how this vulnerability was fixed. In this patch, Microsoft did not really fix the vulnerability but only mitigated it by adding the new AddExcelDataSetToSafeControls class to the Microsoft.SharePoint.Upgrade namespace. This class contains new code that modifies the web.config file and marks the Microsoft.PerformancePoint.Scorecards.ExcelDataSet control as unsafe. Because SharePoint does not execute this code on its own after installing updates, the only way to achieve the security effect was to manually run a configuration upgrade using the SharePoint Products Configuration Wizard tool. Notably, the security guidance for CVE-2025-49704 does not mention the need for this step, which means at least some SharePoint administrators may skip it. Meanwhile, anyone who installed this update but did not manually perform a configuration upgrade remained vulnerable.

CVE-2025-53770


On July 20, 2025, Microsoft released an update with a proper fix for the CVE-2025-49704 vulnerability. This patch introduces an updated XmlValidator that now properly validates element types in XML, preventing exploitation of this vulnerability without requiring a configuration upgrade and, more importantly, addressing the root cause and preventing exploitation of the same vulnerability through controls other than Microsoft.PerformancePoint.Scorecards.ExcelDataSet.

Code of new type verifier in updated XmlValidator
Code of new type verifier in updated XmlValidator

CVE-2020-1147


Readers familiar with previous SharePoint exploits might feel that the vulnerability CVE-2025-49704/CVE-2025-53770 and the exploit used by the attackers looks very familiar and very similar to the older .NET Framework, SharePoint Server, and Visual Studio Remote Code Execution Vulnerability CVE-2020-1147. In fact, if we compare the exploit for CVE-2020-1147 and an exploit for CVE-2025-49704/CVE-2025-53770, we can see that they are almost identical. The only difference is that in the exploit for CVE-2025-49704/CVE-2025-53770, the dangerous ExpandedWrapper object is placed in the list. This makes CVE-2025-53770 an updated fix for CVE-2020-1147.

DataSet with XML content exploiting CVE-2020-1147
DataSet with XML content exploiting CVE-2020-1147

Conclusions


Despite the fact that patches for the ToolShell vulnerabilities are now available for deployment, we assess that this chain of exploits will continue being used by attackers for a long time. We have been observing the same situation with other notorious vulnerabilities, such as ProxyLogon, PrintNightmare, or EternalBlue. While they have been known for years, many threat actors still continue leveraging them in their attacks to compromise unpatched systems. We expect the ToolShell vulnerabilities to follow the same fate, as they can be exploited with extremely low effort and allow full control over the vulnerable server.

To stay better protected against threats like ToolShell, we as a community should learn lessons from previous events in the industry related to critical vulnerabilities. Specifically, the speed of applying security patches nowadays is the most important factor when it comes to fighting such vulnerabilities. Since public exploits for these dangerous vulnerabilities appear very soon after vulnerability announcements, it is paramount to install patches as soon as possible, as a gap of even a few hours can make a critical difference.

At the same time, it is important to protect enterprise networks against zero-day exploits, which can be leveraged when there is no available public patch for vulnerabilities. In this regard, it is critical to equip machines with reliable cybersecurity solutions that have proven effective in combatting ToolShell attacks before they were publicly disclosed.

Behaviour detection EDR

Kaspersky Next with its Behaviour detection component proactively protects against exploitation of these vulnerabilities. Additionally, it is able to detect exploitation and the subsequent malicious activity.

Kaspersky products detect the exploits and malware used in these attacks with the following verdicts:

  • UDS:DangerousObject.Multi.Generic
  • PDM:Exploit.Win32.Generic
  • PDM:Trojan.Win32.Generic
  • HEUR:Trojan.MSIL.Agent.gen
  • ASP.Agent.*
  • PowerShell.Agent.*

securelist.com/toolshell-expla…



Reachy The Robot Gets a Mini (Kit) Version


Reachy Mini is a kit for a compact, open-source robot designed explicitly for AI experimentation and human interaction. The kit is available from Hugging Face, which is itself a repository and hosting service for machine learning models. Reachy seems to be one of their efforts at branching out from pure software.
Our guess is that some form of Stewart Platform handles the head movement.
Reachy Mini is intended as a development platform, allowing people to make and share models for different behaviors, hence the Hugging Face integration to make that easier. On the inside of the full version is a Raspberry Pi, and we suspect some form of Stewart Platform is responsible for the movement of the head. There’s also a cheaper (299 USD) “lite” version intended for tethered use, and a planned simulator to allow development and testing without access to a physical Reachy at all.

Reachy has a distinctive head and face, so if you’re thinking it looks familiar that’s probably because we first covered Reachy the humanoid robot as a project from Pollen Robotics (Hugging Face acquired Pollen Robotics in April 2025.)

The idea behind the smaller Reachy Mini seems to be to provide a platform to experiment with expressive human communication via cameras and audio, rather than to be the kind of robot that moves around and manipulates objects.

It’s still early in the project, so if you want to know more you can find a bit more information about Reachy Mini at Pollen’s site and you can see Reachy Mini move in a short video, embedded just below.

youtube.com/embed/JvdBJZ-qR18?…


hackaday.com/2025/07/25/reachy…



Digital Networks Act: Dieses Internet der Zukunft wünschen sich die mächtigen Telekom-Konzerne


netzpolitik.org/2025/digital-n…





È uscito il nuovo numero di The Post Internazionale. Da oggi potete acquistare la copia digitale


@Politica interna, europea e internazionale
È uscito il nuovo numero di The Post Internazionale. Il magazine, disponibile già da ora nella versione digitale sulla nostra App, e da domani, venerdì 25 luglio, in tutte le edicole, propone ogni due settimane inchieste e approfondimenti sugli affari e il




Il #Caucaso secondo Washington


altrenotizie.org/primo-piano/1…


An error message appears saying "The following are not allowed: no zionist, no zionists" when users try to add the phrase to their bios, but any number of other phrases about political and religious preferences are allowed.#grindr


The games were mentioned in a 2024 report and are now part of a new lawsuit in which a 11 year old girl was allegedly groomed and sexually assaulted after meeting a stranger on Roblox.#News
#News




LeBron James' Lawyers Send Cease-and-Desist to AI Company Making Pregnant Videos of Him

Viral Instagram accounts making LeBron x27;brainrotx27; videos have also been banned.#AISlop




The Fantastic Four: First Steps


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#marvel #Fantastic4



Ieri sera, appena tornato a casa, la mia compagna mi fa vedere una bandiera di nylon della #Palestina.
Mi prende un po' in contropiede perché so che la vuole appendere fuori.
È chiaro che nonostante non ami particolarmente le bandiere trovo che sia una cosa giusta manifestare, anche con un piccolo gesto simbolico, la nostra vicinanza alla causa di un popolo vittima di #genocidio.
Vengo però assalito da un brutto pensiero: e se qualcuno ci viene a rompere le palle per sta cosa?
La prima cosa che penso è che questo qualcuno possa avere la divisa e che la mia dolce metà (con la piccola appresso) si ritrovi a gestire una situazione complicata. Nella mia città stranamente non ci sono bandiere della Palestina esposte.
Ci mettiamo a parlare di questa cosa che ho pensato e un po' ci riempiamo di tristezza. Magari sono io che mi faccio mille paranoie. Prima di addormentaci ieri le ho detto che preferirei essere a casa per un po' di giorni quando facciamo sta cosa.
Lei giustamente mi dice che non si può più aspettare.
Stasera la metteremo fuori.
Solo il fatto di aver pensato che fare un gesto così semplice e innocente possa portarci problemi mi fa stare abbastanza male.
Vedremo come andrà e speriamo di essere solo un fifone!
in reply to djpanini

vivo all' estero, in un paese dove Israele ha una grandissima influenza e la bandiera la metterei ma ho troppa paura
in reply to Massimo

@Massimo
Razionalizziamo paure irrazionali ed esorcizziamo paure razionali. Anche scrivere qui fa parte di questo processo. Avere paura non è una colpa. Spesso è solo frutto di un clima di tensione creato ad hoc. Un abbraccio!


#PNRR, il Ministro Giuseppe Valditara ha firmato il decreto che assegna 130 milioni di euro di risorse residue agli Istituti Tecnologici Superiori (ITS Academy), per il potenziamento e la realizzazione di nuovi laboratori didattici altamente innovati…
#pnrr



Verifica dell’età dei minori è la soluzione sbagliata ad un problema che non esiste.


@Privacy Pride
Il post completo di Christian Bernieri è sul suo blog: garantepiracy.it/blog/eta/
In questi giorni l'UE sta sperimentando un sistema per la verifica della maggiore età necessaria per l'accesso a determinati siti, vietati ai minori. L'Italia, al grido "Eia, Eia! Alalà!", è balzata in prima linea nella sperimentazione.

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Tre anni dopo. Draghi telefonò ma non gli passarono Berlusconi

@Politica interna, europea e internazionale

Il 21 luglio del 2022 fui l’unico senatore di tutto il centrodestra a prendere la parola in Aula per confermare la fiducia a Mario Draghi. Lo rifarei. Lo rifarei perché mandare improvvisamente a casa l’uomo che a detta anche di chi decise di sfiduciarlo stava “salvando l’Italia” e



Zee, l’Italia inizia a fare sistema sul fronte marittimo. Il commento di Caffio

@Notizie dall'Italia e dal mondo

Il Consiglio dei ministri, su proposta del ministro degli Affari esteri, ha approvato in via preliminare uno schema di Decreto del Presidente della Repubblica, che prevede la parziale istituzione di una zona economica esclusiva (Zee) in parte delle acque circostanti il mare



Scontri e bombardamenti al confine tra Thailandia e Cambogia


@Notizie dall'Italia e dal mondo
Scontri armati e schermaglie diplomatiche tra Cambogia e Thailandia impegnate in una lunga contesa sulla demarcazione della frontiera tracciata dai colonizzatori francesi
L'articolo Scontri ehttps://pagineesteri.it/2025/07/24/asia/scontri-e-bombardamenti-al-confine-tra-thailandia-e-cambogia/



Cosa c’è nel Piano d’azione di Trump per l’intelligenza artificiale made in Usa

L'articolo proviene da #StartMag e viene ricondiviso sulla comunità Lemmy @Informatica (Italy e non Italy 😁)
L'amministrazione Trump ha pubblicato l'Ai Action Plan, un documento che punta a garantire il primato degli Stati Uniti sull'intelligenza artificiale. Il piano fa contenti i produttori di microchip e le



In arrivo la ristampa del classico Buckingham/Nicks
freezonemagazine.com/news/in-a…
La scorsa settimana, Stevie Nicks e Lindsey Buckingham hanno condiviso messaggi corrispondenti sui social. “E se vai avanti…” Nicks ha postato, citando un testo di Frozen Love, una canzone apparsa nel mitico album Buckingham Nicks del 1973, che lei e Buckingham pubblicarono appena due anni prima di unirsi ai Fleetwood Mac. Il post di Buckingham […]


La digitalizzazione dei comuni e il Pnrr: non è tutto oro quello che luccica

L'articolo proviene da #StartMag e viene ricondiviso sulla comunità Lemmy @Informatica (Italy e non Italy 😁)
È il momento giusto per ripensare a come procedere alla digitalizzazione delle nostre amministrazioni. L'intervento di Massimo Balducci.

startmag.it/innovazione/digita…



Riflessioni sull’ingiustizia


@Giornalismo e disordine informativo
articolo21.org/2025/07/rifless…
Una riflessione sulla riforma della Giustizia anche fuori dal Parlamento, per ascoltare chi la dovrà applicare, chi ne ha approfondito l’impatto sull’ordinamento e la “messa a terra” sul fronte dell’applicazione giudiziaria. La legge che la maggioranza di Governo definisce “solo” come la



Zelensky accentra i poteri e imbavaglia le agenzie anticorruzione


@Notizie dall'Italia e dal mondo
Proteste in Ucraina contro una legge che mette due organismi anticorruzione sotto il controllo del presidente mentre si moltiplicano le intimidazioni contro chi critica il governo
L'articolo Zelensky accentra i poteri e imbavaglia le agenzie anticorruzione proviene da Pagine



il rapporto Pay or Okay della noyb: come le aziende vi fanno pagare per la privacy questo rapporto analizza le argomentazioni del settore e l'effettivo impatto economico di "Pay or Okay" mickey24 July 2025


noyb.eu/it/noybs-pay-or-okay-r…



Freelancing to fill information gaps left by global censorship


Neha Madhira grew up in North Texas with the TV constantly buzzing with world news. Madhira, now 24, recognized that journalism was key to keeping her family informed on the happenings back home in India. But with state-sanctioned violence limiting journalists on the ground from reporting, and few legacy media outlets with reporters that looked like her left to report on it, Madhira also knew there were gaps to be filled.

Nearly a decade later, Madhira is bridging the gaps in Western media’s health and education coverage of the Middle East-North Africa region, South Asia, and their diasporas. The contacts she’s built have allowed her to expand her reporting focus — she recently collaborated with Freedom of the Press Foundation (FPF) on an article for The Intercept featuring testimonials from journalists targeted by the Israeli military.

“In a time where press freedom is definitely in question in the U.S. right now, and censorship on social media and in newsroom settings is even becoming more and more common, it’s really important for me that I stay true to my values of why I started reporting,” Madhira said. “I use freelancing to try my best to cover that gap in reporting when it comes to Western media, and try to cover the communities that I know deserve a platform.”

Madhira first spent years covering breaking news, the COVID-19 pandemic, and the social movements of 2020 for local newsrooms in Austin, Texas, while studying journalism and women’s and gender issues. But with activism movements roaring overseas, coupled with the lack of coverage on the impacts of the pandemic in India, she saw freelancing as an opportunity to cover issues happening in countries that face extreme press censorship for audiences overseas and in the U.S.

“A big part of my job during the pandemic, and even now, is reaching out to health care officials, regardless of what’s happening, to actually see who it’s affecting, why it’s affecting them, and what resources people need,” Madhira said. “If there’s a possibility that that information is being withheld from the public, that becomes a problem. How are we supposed to continue to inform and educate the public on how to stay safe during a pandemic or epidemic if we don’t even have that information to begin with?”

She has built close relationships with journalists on the ground in Iran, Afghanistan, India, Gaza, and the West Bank, relying on their reporting to reach audiences in the U.S. and abroad. Recognizing the privilege she holds, Madhira does her best to ensure their perspectives are reflected in her writing.

“I covered the Woman, Life, Freedom movement in Iran very extensively,” she said. “Two journalists who I really looked up to were arrested around this time last year. I wrote a story on that, and I noticed that a lot of Iranian and Iranian American activists were reaching out to me, appreciating the fact that the story was written, because even writing about their release and the details of how they are doing and how journalism and activism is continuing within the country is a privilege.”

Over the past year and a half, Madhira has covered the medical and humanitarian infrastructure collapses in Gaza and the West Bank, as well as the campus encampments in protest of Israel’s actions, and the shadowy organizations collaborating with the government to identify and persecute students and others who are critical of Israel.

“As we see less and less news coming out of Gaza, I urge people to not look away.”


Neha Madhira

With more than 180 journalists killed by Israel to date, media blackouts, and censorship on social media, Madhira writes to amplify the voices of her colleagues remaining on the ground, including those whose stories she wrote about in The Intercept.

“I have advocated for Palestine since I was a child, and at the beginning of October 2023, I was horrified at the language being used to dehumanize Palestinians,” she said. “As a journalist, I was seeing the gaps in Western media coverage and its support of Israel, and I wanted to help change this narrative in any way I could. As we see less and less news coming out of Gaza, I urge people to not look away and to pay closer attention to passive voice being used to describe the atrocities Palestinians continue to face every day.”

While the stories that Madhira tells are urgent and deserving of immediate attention, communicating with people on the ground in Gaza is a slow, challenging process. “Most of the people I’ve interviewed, whether that be journalists, or medical workers, or humanitarian workers, there is a small gap every single day that they have access to the internet, and we have used that to communicate with each other every single day,” she said. “I continue to do that because their voices are the most important and the most pertinent.”

Reporting from the U.S. on Palestine has not come without its own battles against censorship. Having experienced “shadow banning” that has limited visibility of her social media posts, she said the public must pay attention to the ways social media platforms moderate content to censor certain news, and she calls for users to consume content carefully. By amplifying journalists’ content on social media, independent reporting can reach wider audiences and fight against algorithmic suppression, Madhira added.

“There are a lot more people who are in the dark about what is happening than you would think,” she said. “There are so many nonprofit, independent newsrooms, not only in the U.S., but around the world who do incredible reporting for very little money, and it’s important to pay attention, because these journalists are some of the most skilled and experienced within their field.”


freedom.press/issues/freelanci…



Ecco come Tim sprinta sull’intelligenza artificiale con Perplexity

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Tim è il primo operatore in Italia a rendere disponibile a tutti i clienti consumer fissi e mobili un anno di Perplexity Pro, una delle piattaforme di intelligenza artificiale generativa più avanzate




Valgano i medesimi criteri

@Politica interna, europea e internazionale

Il disegno di legge che introduce il reato di femminicidio Alcuni giorni fa la Commissione Giustizia del Senato ha approvato il disegno di legge proposto dal governo Meloni per introdurre nel codice penale il reato di femminicidio. Una parte politica lo chiede da tempo ed è libera di chiederlo, non è una novità e di […]
L'articolo Valgano i medesimi



#Ucraina, #Zelensky contro tutti


altrenotizie.org/primo-piano/1…


Un omaggio al Maestro Gergiev. Altro che agita la bacchetta a casaccio, come hanno scritto certi giornalacci. Loro si che sparano minc.....te a casaccio. Invito l'ordine dei giornalisti di richiamare tali pennivendoli di infima categoria.
Prokofiev: Romeo and Juliet, No 13 Dance of the Knights (Valery Gergiev,...
youtube.com/watch?v=Z_hOR50u7e…




Odio #Nintendo per le sue politiche sul copyright, ma a fine giornata mi dà gioia pura ascoltare un po' di #ost dei suoi #videogame. #Nintendomusic


Texas Instruments e Asm trascinano giù i chip di Stmicroelectronics

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Texas Instruments e Asm International, due importanti aziende nel settore dei semiconduttori, hanno deluso le aspettative del mercato. E trascinano in basso il titolo di Stmicroelectronics, che domani





Ritorno alla Luna, così la corsa allo spazio si fa palcoscenico per le potenze del futuro

@Notizie dall'Italia e dal mondo

A 56 anni dal primo allunaggio, la Luna sta tornando al centro della competizione internazionale. La nuova corsa allo Spazio è guidata da logiche diverse rispetto a quelle della Guerra Fredda: oggi nelle orbite e nello spazio cislunare si



La Relazione sulla situazione e le tendenze del terrorismo nell'Unione Europea (EU TE-SAT). Preoccupano le comunità di culto online

Nel 2024, 14 Stati membri dell'UE hanno segnalato un totale di 58 attacchi terroristici. Di questi, 34 sono stati completati, 5 sono falliti e 19 sono stati sventati. Complessivamente, 449 persone sono state arrestate per reati legati al terrorismo in 20 Stati membri.


Sono dati provenienti dalla Relazione sulla situazione e le tendenze del terrorismo nell'Unione Europea 2025 (TE-SAT) di Europol, pubblicata recentemente. La relazione di punta, unica nel suo genere in Europa, descrive i principali sviluppi e tendenze nel panorama del terrorismo nell'UE nel 2024, sulla base di informazioni qualitative e quantitative fornite dagli Stati membri dell'UE e da altri partner di #Europol, la cui Direttrice esecutiva, Catherine de Bolle, a proposito, ha dichiarato: "il terrorismo e l'estremismo violento sono priorità assolute per gli Stati membri dell'UE. Il teso contesto geopolitico ha continuato ad amplificare le narrazioni estremiste violente, alimentando la radicalizzazione all'interno dell'UE. Abbiamo anche assistito a un preoccupante aumento del numero di minori e giovani coinvolti in attività terroristiche ed estremiste violente in tutta l'UE. I gruppi terroristici prendono di mira individui vulnerabili, in particolare coloro che soffrono di problemi di salute mentale, isolamento sociale o dipendenza digitale. Queste minacce stanno diventando sempre più complesse, il che ci ricorda che la minaccia del terrorismo all'interno dell'UE non è né statica né lontana.


La minaccia delle comunità online che incitano alla violenza


Quasi 1 sospettato su 3 arrestato per reati legati al terrorismo nel 2024 era minorenne o giovane adulto. Il più giovane autore del reato aveva 12 anni ed è stato arrestato per aver pianificato un attacco.


Alcuni recenti casi di omicidio e attacchi sono stati collegati a comunità di culto online che sfruttano le piattaforme digitali per condividere e normalizzare atti di crudeltà estrema, estorcere denaro alle vittime e radicalizzare i giovani spingendoli a compiere atti di violenza. I membri di questi gruppi prendono di mira specificamente i minori vulnerabili, di età media compresa tra gli 8 e i 17 anni. Molti di questi gruppi violenti hanno legami ideologici con il terrorismo jihadista e l'estremismo di destra violento, l'occultismo e il satanismo.


Sviluppi geopolitici che incidono sulla sicurezza dell'UE


Il conflitto a Gaza ha continuato ad avere un impatto significativo sulla minaccia terroristica nell'UE. Si sono verificati numerosi attacchi e inviti alla violenza in tutto lo spettro ideologico. La propaganda terroristica e estremista violenta online ha strumentalizzato il conflitto e fomentato l'odio, con l'antisemitismo come denominatore comune in entrambi i casi. La guerra di aggressione russa contro l'Ucraina è stata un altro fattore trainante per la diffusione di narrazioni estremiste violente, la radicalizzazione e la mobilitazione.


In Siria, il crollo del regime di Bashar al-Assad all'inizio di dicembre 2024 e la formazione di un governo guidato dal leader di Hay'at Tahrir al-Sham (HTS) hanno segnato un cambiamento significativo con potenziali maggiori implicazioni geopolitiche regionali a medio e lungo termine. Crescono le preoccupazioni circa la capacità della nuova leadership di combattere il terrorismo, le segnalazioni di estremisti violenti radicalizzati che esprimono la loro disponibilità a recarsi nella regione, nonché l'incerto futuro di migliaia di prigionieri detenuti nelle prigioni e nei campi ora controllati dalle Forze Democratiche Siriane (SDF). Questi fattori, nel loro insieme, costituiscono una crescente fonte di preoccupazione per le future minacce alla sicurezza dell'UE. Abuso di tecnologie emergenti


L'uso dell'IA generativa per creare e diffondere propaganda e incitamento all'odio ha raggiunto livelli senza precedenti, soprattutto nell'ambito della destra estremista.


Le piattaforme di comunicazione crittografate end-to-end hanno inoltre continuato a fornire canali sicuri per la comunicazione, il coordinamento, il reclutamento, la diffusione di propaganda e l'incitamento alla mobilitazione e alla violenza.


Il report [en] è scaricabile qui europol.europa.eu/publication-…

fabrizio reshared this.



qualcuno pensa che dopo tutto questo a fine guerra la russia possa riprendersi come se niente fosse? altro che vietnam...


Su proposta del Ministro Giuseppe Valditara è stato approvato un emendamento al Decreto legge #Sport finalizzato alla realizzazione di Percorsi per le Competenze Trasversali e per l’Orientamento (PCTO), da parte delle #Scuole secondarie di II grado, …