ecco qua la parola che cercavo: "storico rapporto che lega la sinistra radicale (una volta si sarebbe detto così) alla causa palestinese"
con questo non intendo che la causa sia sbagliata ma povera nella misura in cui non raccoglie una vicenda specifica come simbolo di tutte le ingiustizie del mondo. facessi io unna manifestazione del genere terrei bene a precisare che non è un fatto volutamente politico ma che riguarda la sensibilità di ognuno. e che in realtà è una manifestazione che riguarda curdi, ucraini, palestinesi, come ogni altro popolo oppresso da logiche e invasioni di malvagi persecutori.
in sostanza è la stessa cosa che io contesto a israele quando celebrano il loro genocidio, dimenticando però, a distanza di anni, e quindi a mente più fresca, di contestualizzarlo assieme a tutte le ingiustizie del mondo, inclusa quella palestinese, di cui peraltro loro sono promotori.
queste manifestazioni, al di la dei partecipanti, che spesso non capiscono bene in cosa si infilano, nasce dalla volontà di quella parte politica che per anni ha riconosciuto le motivazioni di putin nell'ìinvadere l'ucraina legittime. "perché i paesi ex sovietici sono roba russa in definitiva." e scusatemi ma questo non è da paladini della libertà, ma ideologia di parte.
la sinistra alla fine che ha messo a segno un colpo contro la meloni, non è una sinistra sana, riformista, liberista, aperta al dialogo con l'europa, ma quella ciecamente anti americana, che pur di esseere anti americana giustifica putin, che più di destra non potrebbe essere.
pertanto, pur sostenendo la causa palestinese, la flottiglia, e tutte le manifestazioni concrete e politiche a favore dei palestinesi (incluso il blocco di spedizioni militari verso israele o generiche), usurpati di una terra da israele, e uccisi e soffocati, non posso approvare fino in fondo queste manifestazioni.
il "gioco" è svelato.
Ecco chi ha voluto lo sciopero e come ha intercettato un "popolo" trasversale
L'Usb e le sigle di base hanno compattato in questi mesi lavoratori portuali, studenti, dipendenti pubblici. Il tema trainante della "causa palestinese" e la formula del collettivo hanno funzionatoDiego Motta (Avvenire)
Microsoft IIS sotto tiro dagli hacker criminali cinesi: come UAT-8099 sfrutta siti autorevoli
Un gruppo di criminalità informatica cinese noto come UAT-8099 è stato identificato da Cisco Talos come responsabile di una vasta campagna di attacchi. Gli attacchi, iniziati ad aprile 2025, hanno come bersaglio principale i server Microsoft Internet Information Services (IIS) vulnerabili, ubicati in vari paesi tra cui India, Thailandia, Vietnam, Canada e Brasile, che sono stati sistematicamente presi di mira.
Le organizzazioni che gestiscono server IIS sono invitate ad applicare immediatamente le più recenti patch di sicurezza e a restringere i tipi di caricamento dei file autorizzati, questo a causa del fatto che gli utenti dei dispositivi mobili con sistema operativo Android e iOS risultano essere particolarmente vulnerabili a causa delle pagine di download di APK personalizzate e dei siti di hosting per app iOS travestiti da risorse ufficiali.
La loro attività illecita è incentrata sull’alterazione degli indici di ottimizzazione dei motori di ricerca (SEO) al fine di incanalare traffico di elevato valore verso siti di pubblicità non autorizzati e di gioco d’azzardo illegali, estraendo nel contempo dati sensibili da prestigiose istituzioni.
La prima fase della campagna UAT-8099 consiste nell’esecuzione di scansioni automatiche al fine di rilevare server IIS obsoleti che permettono il caricamento di file senza alcuna restrizione. Una volta rilevato un server mal configurato, viene implementata una web shell ASP.NET open sourceda parte degli operatori, i quali eseguono comandi di sistema e raccolgono informazioni sull’ambiente.
La presenza di questo punto d’appoggio permette di generare un account utente temporaneo, al quale sono successivamente assegnati diritti di amministratore, abilitando l’accesso mediante il protocollo Remote Desktop (RDP). A seguito di ciò, il gruppo procede all’installazione di ulteriori shell web e utilizza strumenti di hacking pubblici combinati con Cobalt Strike al fine di assicurare la persistenza nel sistema.
Nel corso di questa fase, gli studiosi di Talos hanno individuato molteplici nuove versioni della famiglia di malware BadIIS. Le medesime varianti mostrano un minimo di rilevamento da parte degli antivirus e includono messaggi di debug in cinese semplificato, il che suggerisce uno sviluppo incessante da parte di aggressori che parlano cinese come lingua madre.
Al fine di consolidare il controllo, UAT-8099 attiva RDP, provvede all’installazione di SoftEther VPN nonché dello strumento VPN non centralizzato EasyTier e configura i tunnel proxy inversi FRP. Segue il dumping delle credenziali tramite Procdump e la compressione dei dati con WinRAR, mentre l’installazione di D_Safe_Manage, uno strumento di sicurezza IIS utilizzato per scopi dannosi, controlla gli intrusi concorrenti.
Nel momento in cui viene individuato Googlebot, il gestore offre contenuti creati ad hoc e backlink per i crawler di ricerca, aumentando in modo artificioso la reputazione del server e ottimizzando il posizionamento per i siti dannosi. Diversamente, agli utenti umani che arrivano tramite i motori di ricerca viene fornito del codice JavaScript che automaticamente li reindirizza verso siti di gioco d’azzardo o di pubblicità.
Implementare soluzioni di sicurezza avanzate, come criteri di password stringenti e meccanismi di blocco account con soglie ben definite, uniti a un monitoraggio costante dei registri dei server web, rappresenta una difesa cruciale contro le tecniche di attacco come l’UAT-8099. L’adozione di strumenti per il rilevamento degli endpoint dotati di funzionalità di analisi comportamentale può inoltre essere determinante nell’individuazione di utilizzi anomali di web shell e di beacon specifici come Cobalt Strike.
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L’informatica non è più una carriera sicura! Cosa sta cambiando per studenti e aziende
Per decenni, l’informatica è stata considerata una scelta professionale stabile e ricca di opportunità. Oggi, però, studenti, università e imprese si trovano davanti a un panorama radicalmente mutato, dove percorsi un tempo certi sono diventati difficili, incerti e competitivi come mai prima.
Il tema è stato al centro di un episodio recente del podcast Nova’s Particles of Thought, condotto dall’astrofisico Hakeem Oluseyi. Tra gli ospiti, Hany Farid, professore di informatica all’Università della California, Berkeley, che ha raccontato come il settore sia cambiato in pochi anni.
Farid ha spiegato che, fino a quattro anni fa, l’idea diffusa era che un laureato in informatica avesse davanti a sé una carriera garantita. Oggi, anche i diplomati dei programmi universitari più prestigiosi faticano a trovare lavoro. Il professore ha portato l‘esempio diretto di suo figlio, che si scontra con le difficoltà di ingresso nel mercato, definendo la situazione “scioccante”.
Secondo Farid, attribuire la crisi unicamente all’intelligenza artificiale sarebbe riduttivo. L’IA ha sicuramente un ruolo, ma pesano anche altri fattori: la contrazione delle aziende, la ristrutturazione del settore e i mutamenti delle competenze richieste. A Berkeley, il cambiamento è evidente: se un tempo gli studenti potevano contare su più offerte di tirocinio e lavoro, oggi spesso devono accontentarsi di una sola possibilità, quando va bene. L’epoca degli stipendi elevati garantiti sembra tramontata.
Parallelamente, la Silicon Valley discute nuove tendenze come il “vibe coding”, mentre i colossi dell’IA si posizionano come principali motori di trasformazione. Bret Taylor, presidente di OpenAI, ha sottolineato che lo studio dell’informatica rimane prezioso, non soltanto per le competenze tecniche, ma per la capacità di sviluppare pensiero critico e conoscenze di base applicabili a diversi contesti.
In questo scenario, Farid suggerisce un approccio diverso alla formazione. Se in passato consigliava agli studenti di concentrarsi su una disciplina principale affiancata da conoscenze complementari, oggi invita a costruire competenze trasversali. Filosofia, lingue, fisica e storia diventano strumenti utili a rendersi più flessibili di fronte a un futuro incerto.
Il professore sottolinea inoltre che le sfide non riguardano solo l’informatica.
L’automazione e l’intelligenza artificiale stanno trasformando le professioni in generale. Secondo lui, l’IA non eliminerà intere categorie lavorative, ma creerà una netta differenza tra chi saprà adottarla e chi resterà indietro. “Non credo che gli avvocati spariranno a causa dell’intelligenza artificiale”, osserva Farid, “ma quelli che la useranno avranno un vantaggio competitivo decisivo su chi non lo farà. E questo vale per ogni professione”.
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Cina, stretta contro le fake news generate dall’intelligenza artificiale
La Cyberspace Administration of China ha annunciato l’avvio di una campagna nazionale straordinaria di due mesi, partita il 24 luglio, con l’obiettivo di contrastare la diffusione di informazioni false pubblicate dai cosiddetti self-media.
L’iniziativa, dal titolo “Chiaro e pulito: correggere i ‘self-media’ dalla pubblicazione di informazioni false”, punta a regolamentare il funzionamento di queste piattaforme, reprimendo le manipolazioni malevole, la distorsione dei fatti e le speculazioni ingannevoli.
Disinformazione e intelligenza artificiale
Uno degli aspetti centrali del programma riguarda l’utilizzo dell’intelligenza artificiale per creare contenuti sintetici, impersonare altre persone o fabbricare notizie false legate a questioni sociali sensibili. Negli ultimi anni, lo sviluppo rapido delle tecnologie di IA ha rivoluzionato la circolazione delle informazioni, ma ha anche aperto nuove criticità.
Un esempio recente si è verificato il 20 luglio, quando ha iniziato a circolare la notizia del presunto capovolgimento di una nave da crociera a Yichang, nella provincia di Hubei, con numerosi passeggeri in acqua.
Dopo le verifiche, è stato accertato che si trattava di una fake news generata dall’IA, accompagnata da immagini manipolate digitalmente per renderla più credibile.
Rischi e impatto sociale
Rispetto alle fake news tradizionali, quelle prodotte dall’IA sono più difficili da riconoscere: testi, foto e video risultano estremamente realistici, al punto che i cittadini comuni non riescono a verificarne l’autenticità con il solo buon senso.
In settori sensibili come la sicurezza pubblica o la gestione delle emergenze, tali contenuti possono innescare panico collettivo e compromettere la vita quotidiana.
Un ulteriore fattore di rischio è rappresentato dal basso costo e dall’alta efficienza con cui l’IA può generare grandi quantità di disinformazione. Questo fenomeno mina la fiducia nella rete, riduce lo spazio per contenuti di qualità e danneggia lo sviluppo sano dell’industria digitale.
Le misure previste
Contrastare la disinformazione artificiale non è semplice: i contenuti evolvono rapidamente, sfumando i confini tra reale e falso, mentre l’individuazione delle fonti resta complessa. La campagna della Cyberspace Administration prevede perciò una serie di interventi mirati:
- potenziamento dei meccanismi di etichettatura delle informazioni, con particolare attenzione all’identificazione dei contenuti generati dall’IA;
- obbligo per le piattaforme di self-media di segnalare in modo chiaro i contenuti sintetici;
- esclusione dai sistemi di raccomandazione algoritmica dei materiali non etichettati correttamente.
Oltre alle regole, le piattaforme dovranno investire nello sviluppo tecnologico per migliorare la capacità di riconoscere e bloccare la disinformazione, riducendone la diffusione alla fonte. Parallelamente, le autorità invitano a rafforzare i programmi di educazione del pubblico, così da accrescere la consapevolezza e le competenze dei cittadini nell’identificazione di notizie false.
Verso una governance a lungo termine
Gli esperti sottolineano che la lotta alla disinformazione basata sull’IA richiede costanza e collaborazione. La campagna attuale, pur avendo carattere straordinario, rappresenta un passo verso una governance più stabile, capace di passare da interventi sporadici a strategie preventive e istituzionalizzate.
Il successo dipenderà dal lavoro congiunto di autorità di regolamentazione, piattaforme digitali, associazioni di settore e comunità degli utenti. Solo un approccio condiviso potrà garantire un cyberspazio più affidabile e sicuro.
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Narrare l’Antropocene
Fin dalle prime pagine questo volume rivela l’ambizione di ricucire lo storico divorzio tra scienze della Terra, scienze sociali e tradizioni umanistiche. Il testo assume come proprio punto di partenza la «grande cecità» individuata da Amitav Ghosh, vale a dire l’incapacità della cultura contemporanea di percepire l’impatto dell’umanità sul «sistema-Terra». Muovendo da tale consapevolezza, i curatori orchestrano un mosaico disciplinare che, più che come un semplice affiancamento di saperi, si configura come un vero esercizio di ibridazione retorica, concettuale e metodologica.
Nella prima parte, l’ecologo Emilio Padoa Schioppa offre un quadro lucido delle prove stratigrafiche, biogeochimiche e climatiche che giustificano il ricorso alla categoria di Antropocene, discutendone la datazione convenzionale alla metà del Novecento e l’idea della «Grande accelerazione» come svolta irreversibile. In tal modo l’A. non solo fornisce dati, ma mostra come essi implichino un ripensamento etico-politico del rapporto fra umanità e geosfera.
Come contrappunto, il giurista Domenico Amirante scandaglia le narrazioni «catastrofista» ed «eco-modernista», evidenziandone aporie e punti di forza, e propone un modello di governance multilivello che non elimini, bensì trasfiguri, la dimensione democratica attraverso forme di coordinamento dell’azione ambientale locale con quella planetaria, restituendo così all’Antropocene la sua necessaria valenza istituzionale.
Nella seconda parte, si delinea una genealogia italiana della cli-fi e dell’ecocritica che parte da Italo Calvino: La speculazione edilizia e Il barone rampante vengono riletti come testi anticipatori di una critica al consumo di suolo e a un progresso disancorato dai limiti naturali. Da qui l’itinerario si prolunga fino alla contemporaneità della climate fiction, dove Arianna Mazzola individua la convivenza di distopia, thriller ecologico e narrazione epica, nell’intento di ridefinire il concetto stesso di «umano» sotto la pressione della crisi climatica. Giuseppe Langella indaga la dimensione emotiva della catastrofe; Francesco Sielo illumina la lezione bioetica di Primo Levi; Stefania Segatori mappa un filone di green poetry che, da Maria Grazia Calandrone ad Antonella Anedda, rende la natura soggetto di giudizio morale; e Niccolò Scaffai riflette sulla «profondità» come metafora e metodo di un immaginario in grado di intrecciare geologia, archeologia e psiche. Ciò che accomuna questi saggi è la convinzione che la letteratura non sia mero abbellimento del discorso ecologico, bensì laboratorio cognitivo dove si sperimentano forme di conoscenza capaci di mobilitare tanto l’intelletto quanto la sfera affettiva.
La terza parte sposta l’asse verso il diritto e la politica. Pasquale Viola conia il neologismo «nomocene» per indicare l’era in cui il diritto non si limita a regolare l’ambiente, ma diviene esso stesso fattore ecologico, insistendo sulla necessità di un diritto «multispecie» che superi l’antropocentrismo normativo. Luigi Colella ripercorre l’evoluzione del pensiero cattolico attraverso l’enciclica Laudato si’ di papa Francesco, mostrando come l’ecologia integrale abbia innervato il magistero recente; Gianfranco Pellegrino invita a non confondere la fascinazione narrativa con l’analisi empirica, riaffermando il primato dell’alfabetizzazione scientifica e della discussione pubblica informata; Carmine Petteruti esamina gli strumenti di democrazia deliberativa come argine al negazionismo climatico e come palestra di cittadinanza globale. Infine, Vincenzo Pepe propone un «ambientalismo realista» imperniato su transizione energetica digitale, rigenerazione territoriale e partecipazione civica.
Tra i meriti maggiori del volume spiccano la prospettiva multidisciplinare, la scelta di alternare voci consonanti e dissonanti e la chiarezza di un lessico che, pur specializzato, rimane accessibile a un vasto pubblico. Qualche limite si riscontra nella poca attenzione agli strumenti economico-finanziari della transizione (carbon price, incentivi verdi, finanza climatica). Nondimeno l’opera si impone come lettura imprescindibile per giuristi ambientali, comparatisti, ecocritici e policymakers, perché dimostra con chiarezza che «narrare» l’Antropocene non significa attenuare il rigore scientifico, bensì dotarlo di quelle forme simboliche capaci di convertire la conoscenza in responsabilità collettiva. In questa prova di equilibrio fra dati, diritto e narrazione risiede la forza teorica e la stringente attualità di un libro che contribuisce in modo sostanziale alla definizione di una cultura pubblica dell’Antropocene.
The post Narrare l’Antropocene first appeared on La Civiltà Cattolica.
Building A Ham Radio Data Transceiver On The Cheap
Once upon a time, ham radio was all about CW and voice transmissions and little else. These days, the hobby is altogether richer, with a wide range of fancy digital data modes to play with. [KM6LYW Radio] has been tinkering in this space, and whipped up a compact ham radio data rig that you can build for well under $100.
Radio-wise, the build starts with the Baofeng UV-5R handheld radio. It’s a compact VHF/UHF transceiver with 5W output and can be had for under $25 USD if you know where to look. It’s paired with a Raspberry Pi Zero 2W, which is the brains of the operation. The Pi is hooked up to the All-In-One-Cable which is basically a soundcard-like interface that plugs into USB and hooks up to the mic and speaker outputs of the Baofeng handheld. The final pieces of the puzzle are a USB PD battery pack and a small OLED screen to display status information.
What does that kit get you? The capability to transmit on all sorts of digital modes with the aid of the DigiPi software package. You can send emails, jump on APRS, or even chat on the web. You can configure all of this through a web interface running on the Raspberry Pi.
We’ve looked at some interesting digital ham projects before, too. Video after the break.
youtube.com/embed/Tq5SQnEXurM?…
[Thanks to programmer1200 for the tip!]
When USB Charger Marketing Claims are Technically True
The 600W is not the output rating, despite all appearances. (Credit: Denki Otaku, YouTube)
We have seen many scam USB chargers appear over the years, with a number of them being enthusiastically ripped apart and analyzed by fairly tame electrical engineers. Often these are obvious scams with clear fire risks, massively overstated claims and/or electrocution hazards. This is where the “600W” multi-port USB charger from AliExpress that [Denki Otaku] looked at is so fascinating, as despite only outputting 170 Watt before cutting out, it’s technically not lying in its marketing and generally well-engineered.
The trick being that the “600W” is effectively just the model name, even if you could mistake it for the summed up output power as listed on the ports. The claimed GaN components are also there, with all three claimed parts counted and present in the main power conversion stages, along with the expected efficiency gains.
While testing USB-PD voltages and current on the USB-C ports, the supported USB-PD EPR wattage and voltages significantly reduce when you start using ports, indicating that they’re clearly being shared, but this is all listed on the product page.
The main PCB of the unit generates the 28 VDC that’s also the maximum voltage that the USB-C ports can output, with lower voltages generated as needed. On the PCB with the USB ports we find the step-down converters for this, as well as the USB-PD and other USB charging control chips. With only a limited number of these to go around, the controller will change the current per port dynamically as the load increases, as you would expect.
Considering that this particular charger can be bought for around $30, is up-front about the limitations and uses GaN, while a genuine 300 Watt charger from a brand like Anker goes for $140+, it leads one to question the expectations of the buyer more than anything. While not an outright scam like those outrageous $20 ‘2 TB’ SSDs, it does seem to prey on people who have little technical understanding of what crazy amounts of cash you’d have to spend for a genuine 600 Watt GaN multi-port USB charger, never mind how big such a unit would be.
youtube.com/embed/xofSAkvbEkI?…
ICE is on a rampage against the press
Dear Friend of Press Freedom,
After over 100 days in U.S. Immigration and Customs Enforcement custody, Mario Guevara was deported today. Read on for more about this and other press freedom abuses, and take a minute to tell your lawmakers to stand up for journalists victimized by ICE.
ICE is on a violent rampage against the press
Federal immigration officers reportedly promised a “shitshow” last weekend in response to criticism from the mayor of Broadview, Illinois, who didn’t appreciate her city being invaded. They delivered, and journalists were well represented among their victims.
One journalist, Steve Held, was arrested. Others, including Held’s reporting partner at Unraveled Press, Raven Geary, were shot in the face with pepper ball rounds. According to lawyers on the scene, the protests the reporters were covering were peaceful and uneventful until ICE officers decided to unleash chaos.
A few days later at an immigration court in New York City, where ICE agents have been trying to intimidate journalists for months, agents assaulted at least three journalists, one of whom couldn’t get up and had to be hospitalized. You can read what we told Chicago’s The Triibe about the Broadview attacks and New York’s amNY about the New York ones.
More importantly, you can tell your lawmakers to speak out against ICE’s abuses using our new, easy-to-use action center. Take action here.
Journalist Mario Guevara deported to El Salvador
After months of hard-fought battles in both the court of law and the court of public opinion, the Trump administration deported journalist Mario Guevara today. This case wasn’t about immigration paperwork — Guevara had a work permit, and the administration argued in court that Guevara’s reporting on protests posed a national security risk.
“The only thing that journalists like Guevara threaten is the government’s chokehold on information it doesn’t want the public to know. That’s why he’s being deported and why federal agents are assaulting and arresting journalists around the country,” FPF’s Seth Stern said after Guevara’s family announced his deportation.
Guilty of journalism in Kentucky
Student journalist Lucas Griffith was convicted of one count of failure to disperse and fined $50 plus court costs after a jury trial on Thursday.
That’s unconstitutional — even the U.S. Department of Justice recognizes journalists’ right to cover how law enforcement disperses protesters.
But it also shows what a giant waste of taxpayer funds it is to prosecute journalists for doing their jobs. Before the trial, we led a coalition letter from press freedom advocates and journalism professors objecting to the charges. Read it here.
FPF and 404 Media sue DHS
FPF and 404 Media filed a lawsuit against multiple parts of the U.S. government, including the Department of Homeland Security, demanding they hand over a copy of an agreement that shares the personal data of nearly 80 million Medicaid patients with ICE.
It’s just one of several recent lawsuits we’ve filed under the Freedom of Information Act. We also surpassed 200 FOIAs filed in 2025 this week. Subscribe to The Classifieds newsletter for more on our FOIA work.
FCC censorship moves from prime time to prison
Federal Communications Commission Chair Brendan Carr has taken a lot of heat for his “mafioso”-style extortion of ABC over Jimmy Kimmel’s show. But his latest censorship effort is even more dangerous. It could strip those inside America’s most secretive institutions — its prisons — of a tool that has proved extremely effective in exposing abuses.
We partnered with The Intercept to publish incarcerated journalist and FPF columnist Jeremy Busby’s response to the FCC’s efforts to allow prisons to “jam” cell phones. Busby used a contraband phone to expose and force reform of horrific conditions in Texas prisons during the pandemic. Read his article here.
Photography is not a hate crime
The arrest of Alexa Wilkinson on hate crime charges for photographing vandalism at The New York Times building has prompted hair splitting about whether they’re a journalist. It’s giving us flashbacks to the pointless obsession over whether Julian Assange was a journalist, and not whether his prosecution endangered press freedom.
Stern explains that regardless of how we categorize Wilkinson’s work, the charges set dangerous precedents that threaten the constitutional protections journalists depend on to do their jobs. Read more here.
What we’re reading
DC Circuit rejects Fox News reporter effort to duck subpoena over anonymous source (Courthouse News). “This decision does real damage to bedrock principles of press freedom, and we urge the Court of Appeals to re-hear this case with a full panel of judges,” FPF’s Trevor Timm said.
Can the US government ban apps that track ICE agents? (BBC). “That somebody might use the app to break the law doesn’t mean the app can be banned,” Stern told BBC. After the interview, news broke that the administration successfully pressured Apple to pull the app.
Reporter’s suit over access to Utah Capitol dismissed (U.S. Press Freedom Tracker). This dismissal is nonsense. FPF’s Caitlin Vogus explained why in the Salt Lake Tribune earlier this year.
Israel illegally boards humanitarian flotilla heading to Gaza (Dropsite). A U.S. journalist was on board. The U.S. Department of State should be all over this and it should be headline news. Neither is likely, because the government considers critics of Israel terrorists and the media often shuns reporters who oppose slaughtering their Palestinian colleagues.
FPF welcomes Adam Rose to bolster local advocacy
FPF is excited to welcome Adam Rose as the new deputy director of our advocacy team. Adam will primarily focus on protecting press freedom at the local level, where we have seen a sharp increase in arrests and assaults of journalists all around the country — many of which have not made national headlines.
Adam comes to FPF after serving as the chief operating officer of Starling Lab for Data Integrity and as the press rights chair of the Los Angeles Press Club, where he has been a tireless advocate for the press freedom rights of journalists in the LA area. He successfully lobbied for a California law that prohibits police from arresting or intentionally interfering with journalists as they cover protests. Most recently, as a plaintiff in multiple press freedom-related lawsuits, his efforts have resulted in landmark federal court orders against both the Department of Homeland Security and Los Angeles Police Department for violating the rights of the press. Read more here.
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XXII Congresso: bozza della Mozione generale
A prima firma Filomena Gallo
L’Assemblea generale dell’Associazione Luca Coscioni, riunitasi in congresso presso la Sala dei 400 di Palazzo del Popolo a Orvieto il 4 e 5 ottobre 2025, udite le relazioni degli organi dirigenti, le approva.
Nel prendere atto delle discussioni e proposte emerse durante le sessioni precongressuali e il dibattito assembleare, ringrazia le oltre 5.335 persone che si sono iscritte per il 2025, le 11.212 che hanno effettuato una donazione, le 36.113 che hanno destinato il 5×1000 all’Associazione, chi l’ha inclusa nel proprio testamento solidale e/o ne ha sostenuto le attività dedicando tempo o risorse rilanciandole a livello locale a partire da quanto organizzato dalle 49 Cellule Coscioni e da altri gruppi attivi in tutta Italia.
Il Congresso esprime la sua più sincera riconoscenza a: Alessandra, Carmen, Daniela, Elda, Franco S., Franco Z., Gigliola, Giuliano, Giuseppina, Leonardo, Lucia, Maria Pia, Maria Vittoria, Paola, Rita, Stefano Antonio, Susanna, che dal 2019, con grande generosità, hanno scelto di sostenere le attività dell’Associazione con un lascito.
Il loro lascito rappresenta un atto significativo che rafforza e dà continuità al nostro impegno quotidiano.
Sulla base di quanto conquistato e rilanciato negli ultimi 12 mesi, l’Assemblea dà mandato agli organi dirigenti, ciascuno per ciò che è di sua responsabilità, a partire da Segretaria e Tesoriere, di agire nel perseguimento degli obiettivi storici dell’Associazione per come qui aggiornati:
Diritti umani e progresso scientifico
- Proseguire con denunce di violazioni dei Diritti umani, con particolare attenzione al diritto a beneficiare del progresso scientifico e delle sue applicazioni, segnalando ogni violazione alle competenti giurisdizioni nazionali, regionali e internazionali e meccanismi ONU.
Finanziamento e governance della ricerca
- Promuovere una riforma profonda delle modalità di finanziamento della ricerca pubblica che privilegi trasparenza, tracciabilità e efficienza e con criteri di valutazione qualitativi, a partire dalla bozza di Statuto di una Agenzia Nazionale della Ricerca.
- Proseguire con le iniziative mirate al rilancio di Ricerca e Innovazione in Europa: a livello italiano, affinché il Ministero per la ricerca si allinei alle iniziative prese dall’UE per aumentare gli stanziamenti alla Ricerca e creare un ambiente accogliente per gli scienziati stranieri che vogliano lasciare il loro Paese perché vessati da politiche antiscientifiche; a livello europeo, affinché l’Europa si impegni a creare un fondo UE da 100 miliardi di euro per realizzare nuove istituzioni di ricerca avanzata e attrarre studiosi dagli USA e dal mondo senza gravare sui singoli Stati membri.
- Operare per una semplificazione delle procedure burocratiche relative agli acquisti di beni e servizi funzionalmente destinati all’attività di ricerca (come già stabilito nella Legge n° 159 del 20/12/2019), modificando le modalità di utilizzo delle Convenzioni Consip e della piattaforma MePA per adeguarle alle procedure, anche improntate a trasparenza e tracciabilità, in atto in altri Paesi europei.
- Promuovere misure di contrasto al declino di integrità della Ricerca Scientifica, che incentivino la valorizzazione qualitativa piuttosto che quantitativa della ricerca, la formazione di studenti e personale in linea con quanto contenuto nella Dichiarazione di San Francisco e nel Manifesto di Leiden, il contrasto al conflitto di interessi finanziario e non.
- Operare per conoscibilità e applicazione del Piano nazionale Scienza Aperta.
Ricerca scientifica e malattie rare
- Riaffermare il sostegno alle iniziative portate avanti con Science for Democracy all’Onu e per la preparazione della VII Sessione del Congresso Mondiale per la Libertà di Ricerca Scientifica.
- Rilanciare azioni in favore della ricerca scientifica sulle Cellule staminali embrionali, anche attraverso la tecnica del trasferimento del nucleo cellulare.
- Promuovere l’istituzione di un fondo incentivato per la ricerca sulle malattie rare e ultra-rare e per il suo trasferimento clinico. Azioni:
- Promuovere la ricerca di terapie avanzate cellulari e geniche (anche a base di cellule staminali) per malattie rare e ultra-rare tramite un modello di finanziamento orientato ai contributi privati non-profit che preveda altresì meccanismi di “matching” da parte dello Stato.
- Facilitare il contributo del settore privato grazie a incentivi fiscali e bonus mirati (inclusi i “super-voucher” per i grandi finanziatori).
- Creare un sistema agile e flessibile, che garantisca l’uso efficiente dei fondi e la riduzione delle barriere burocratiche.
- Promuovere il percorso clinico dopo la fase preclinica mediante: (1) creazione di una infrastruttura GMP pubblica con una piattaforma (anche regolatoria) trasversale adatta allo sviluppo delle sperimentazioni cliniche emergenti dalla ricerca ed esclusivamente dedicata alle malattie rare e ultra-rare; (2) prevedere l’utilizzo della suddetta infrastruttura GMP per fornire le terapie avanzate ai malati rari e ultra-rari secondo uno schema non-profit.
- Richiedere che una terapia avanzata ad alto costo – quando sicura, con prove certe documentabili e inoppugnabili di efficacia e approvata dagli enti regolamentatori – sia obbligatoriamente riconosciuta e rimborsata.
Servizio sanitario nazionale e Livelli Essenziali di Assistenza
- Rilanciare le proposte avanzate negli anni relative al Servizio sanitario nazionale (SSN) con iniziative mirate a migliorare:
- il livello di governo del sistema (nuovo Piano Sanitario Nazionale, più efficace misura dei LEA con conseguenze stringenti sulle regioni inadempienti, gestione dell’Accreditamento delle strutture private in base alla misura delle reali necessità sanitarie da parte del settore pubblico);
- la determinazione del finanziamento (nuovo dimensionamento del finanziamento che privilegi i servizi di medicina territoriale e il settore della cronicità – disabilità – non autosufficienza, incremento del finanziamento complessivo finalizzato a specifiche esigenze di salute, introduzione di meccanismi di finanziamento anche derivanti dalla lotta all’evasione fiscale);
- l’erogazione delle prestazioni – azioni sull’appropriatezza delle prestazioni e sulla effettiva tutela dei diritti dei cittadini nella loro erogazione.
- Agire affinché si istituisca un Comitato “super partes” sui Livelli essenziali di assistenza (LEA).
- Rendere trasparente e senza conflitti di interesse l’attività di verifica dei LEA, escludendo i rappresentanti delle Regioni, in quanto soggetti controllati.
- Proseguire la campagna in corso sulle liste d’attesa, per consentire agli utenti di richiedere l’applicazione del cosiddetto “percorso di tutela” nel caso in cui la struttura sanitaria a cui ci si è rivolti per prenotare una visita o un esame non sia in grado di assicurare l’esecuzione della prestazione entro i tempi massimi previsti per legge.
Salute riproduttiva
- Monitorare la corretta applicazione della legge 40 del 2004 e promuovere tutte le azioni necessarie per garantire il pieno rispetto dei diritti delle persone che desiderano accedere alle tecniche di procreazione medicalmente assistita (PMA). Nel rispetto delle Raccomandazioni europee, delle osservazioni del Comitato ONU sui diritti economici, sociali e culturali e delle Carte fondamentali in materia di diritti, l’Associazione individua come priorità:
- garantire l’accesso alla PMA anche a persone singole e a coppie dello stesso sesso, proseguendo e rafforzando la campagna PMA per tutte avviata nell’ottobre 2024 con il deposito di una petizione al Parlamento, che ha già raccolto oltre 45.000 firme. La campagna proseguirà con l’obiettivo di ottenere una modifica concreta dell’articolo 5, affinché l’accesso alla PMA sia finalmente garantito anche a persone singole e a coppie dello stesso sesso.
- Promuovere tutte le azioni possibili per eliminare le discriminazioni tra i bambini nati da PMA eterologa con due genitori e quelli nati da PMA eterologa con un solo genitore, affinché l’atto di nascita possa riportare un solo genitore e non più diciture stigmatizzanti come “sconosciuto” o “n.n.”.
- Regolamentare in Italia la gravidanza per altri (GPA) solidale, attraverso una normativa idonea, e garantire la trascrizione integrale dei certificati di nascita dei bambini nati da GPA all’estero. Per il 2026 l’Associazione intende rilanciare la proposta di legge per la regolamentazione della GPA solidale, percorso che stiamo già costruendo a livello europeo insieme ad associazioni di diversi Paesi, con le quali abbiamo redatto un manifesto comune sulla GPA. In questo quadro, siamo stati ricevuti dal Commissario europeo alla giustizia, che ha chiesto di monitorare con attenzione la situazione italiana.
- Includere nei Livelli Essenziali di Assistenza: indagini diagnostiche sull’embrione prima del trasferimento in utero; rimborso spese per chi dona gameti.
- Integrare i nomenclatori tariffari della fecondazione assistita, inserendovi tutte le tecniche riconosciute a livello scientifico e adeguate tariffe per e tutte le tecniche di PMA .
- Proseguire nell’impegno in tema di accesso all’interruzione volontaria di gravidanza (IVG) e alla contraccezione.
- Costruire iniziative per la piena applicazione della legge 194/1978 su tutto il territorio nazionale. In particolare:
- ampliare e rafforzare a livello regionale la campagna Aborto senza ricovero, attraverso la raccolta di firme a sostegno di interrogazioni e di mozioni per la deospedalizzazione della procedura farmacologica, con la possibilità di autosomministrazione a domicilio del secondo farmaco, il misoprostolo;
- ampliare la campagna Mai Dati, per la pubblicazione di dati aperti, aggiornati e per singola struttura sanitaria, al fine di valutare l’effettivo stato di applicazione della legge 194 e per evidenziarne le criticità e individuare i possibili interventi per superarle;
- continuare a fare pressione affinché il Ministro della Salute rispetti l’obbligo di presentare annualmente la relazione al parlamento sullo stato di applicazione della legge 194, prevista nel mese di febbraio;
- proseguire il lavoro volto a migliorare le parti della legge che hanno mostrato le maggiori criticità (link), che ha portato alla formazione di un tavolo di lavoro multidisciplinare per elaborare proposte di modifica della legge 194/1978;
- consolidare e ampliare il lavoro che ha portato alla formazione del gruppo interparlamentare sull’IVG (link), impegnato in iniziative per la piena applicazione della legge 194 e per aprire una discussione a livello istituzionale a sostegno delle proposte di modifica della legge 194/78;
- rilanciare la campagna per la contraccezione gratuita per tutte e tutti, per l’accesso a tutti i moderni metodi contraccettivi, reversibili e irreversibili, elemento qualificante per il nostro SSN;
- proseguire e declinare a livello nazionale l’impegno a sostegno dell’iniziativa dei cittadini europei My Voice, My Choice, che ha raccolto oltre un milione di firme, accompagnando l’intero percorso istituzionale – dalle audizioni alla Commissione e al Parlamento europeo fino alla risposta ufficiale attesa per marzo 2026.
Fine vita e autodeterminazione
- Proseguire le iniziative a sostegno delle proposte di legge regionali “Liberi Subito” per garantire tempi e procedure certi a chi intende richiedere la verifica delle proprie condizioni per accedere alla morte volontaria medicalmente assistita indicate dalla sentenza 242/2019 della Corte costituzionale e successive.
- Rilanciare azioni pubbliche e nonviolente per la legalizzazione dell’eutanasia e la piena applicazione della legge sulle Disposizioni anticipate di trattamento, proseguendo le attività dell’Osservatorio permanente sulle DAT, richiedendone la possibilità di deposito diretto presso i Dipartimenti Emergenza Accettazione ed i Pronto Soccorso, sostenendo il Numero Bianco sul fine vita (06 99313409) e valorizzando l’operato di Soccorso Civile (hhtps://soccorsocivile.org) nel fornire informazioni e sostegno a chi chiede aiuto medico per la morte volontaria.
Disabilità
- Rilanciare le iniziative per la piena attuazione della Convenzione ONU sui Diritti delle persone con Disabilità, per prevenire ed eliminare ogni forma di discriminazione attuata nei loro confronti, tra l’altro:
- chiedendo la completa attuazione della riforma in materia di disabilità (Legge 227/2021 e D.lgs. 62/2024), affinché sia superata l’attuale fase di sperimentazione e sia garantita una rapida e omogenea applicazione su tutto il territorio nazionale e per tutte le persone con disabilità;
- continuando a ricorrere in sede giudiziaria affinché vengano rimosse le barriere fisiche, percettive e sensoriali che impediscono il pieno godimento dei diritti fondamentali delle persona e proseguendo l’impegno affinché vengano predisposti e attuati i Piani di Eliminazione delle Barriere Architettoniche (PEBA), anche attraverso l’istituzione di Registri regionali di controllo;
- richiedendo che i percorsi di assistenza e cura per tutte le persone non autosufficienti, malate e/o con disabilità grave o gravissima siano finanziati con risorse adeguate, garantendo il diritto all’autogestione del budget, anche con il riconoscimento della figura del Caregiver familiare e la realizzazione di processi informatizzati per la piena conoscibilità e accessibilità dei benefici economici, previdenziali e assistenziali;
- promuovendo iniziative affinché: sia discussa una legge sull’assistenza sessuale; sia consentito a persone con gravi disabilità di poter accedere al trasporto aereo rimanendo sedute sulla propria carrozzina e siano garantite regole standard per il trasporto dei dispositivi di cura e salvavita;
- garantire l’aggiornamento del Nomenclatore e ausili con cadenza annuale dei nuovi LEA per l’assistenza protesica relativi al DPCM 12 gennaio 2017 e sia riconosciuto alla persona con disabilità l’ausilio più idoneo alla sua integrazione sociale, evitando che dispositivi delicati e complessi siano acquisiti mediante gare d’appalto che non permettono la loro personalizzazione.
Salute mentale
- Promuovere modelli di accoglienza non ospedaliera delle crisi, l’accesso diretto ai Centri di Salute Mentale, l’attivazione di almeno 1 CSM H24 in ogni DSM, la continuità terapeutica e la presa in carico personalizzata, anche favorendo l’inserimento nei vari contesti di cura e di organizzazione di peer support (ESP/UFE) e progetti di inclusione sociale (relazione, casa, lavoro) attraverso gli strumenti dell’integrazione sociosanitaria e adozione di approcci innovativi come il Dialogo Aperto.
- Predisporre iniziative per garantire fondi vincolati ai servizi territoriali, all’integrazione sociosanitaria e alla varie forme di psicoterapia come LEA.
- Predisporre un Vademecum dei diritti della persona con problemi di salute mentale e attivare uno sportello, anche online, e/o per il tramite di un Numero Bianco, e/o della piattaforma Freedomleaks per la raccolta di segnalazioni e denunce di utenti e famiglie, e organizzare campagne di comunicazione e formazione per caregiver, operatori e cittadinanza, contro stigma e discriminazioni, coinvolgendo voci, volti ed esperienze di chi ha vissuto in prima persona la sofferenza mentale.
- Diffondere e sostenere la possibilità di direttive psichiatriche anticipate (patto di Ulisse) con il ruolo attivo del fiduciario, introducendo in ogni DSM una funzione di deprescrizione controllata come alternativa alla non aderenza e alle interruzioni non concordate della terapia.
- Utilizzare strumenti legali e/o di accesso civico per monitorare e denunciare pratiche e contesti illegittimi e promuovere accessi e sindacato ispettivo negli SPDC e/o nei luoghi di cura dove avvengono pratiche di restrizione della libertà e di contenzione su cui suscitare una revisione normativa.
- Sostenere reti di psichiatri, psicologi altri operatori critici sulle inadempienze del sistema, favorendo la raccolta di testimonianze e “autodenunce etiche”.
Biotecnologie
- Perseguire il corretto recepimento dell’Italia della direttiva Comunitaria 2010/63/UE sulla Protezione degli Animali a fini sperimentali per far sì che le norme siano allineate con quanto vigente nel resto d’Europa anche per sanare procedure di infrazione contro l’Italia.
- Operare per il superamento a livello Comunitario della direttiva del 2001 in materia di organismi geneticamente modificati anche per consolidare ricerche e sperimentazioni in corso in materia di biotecnologie vegetali che utilizzano tecniche come CRISPR-Cas9.
- Proseguire contro le proibizioni imposte in Italia alla cosiddetta “carne coltivata” che ostacolano la ricerca su alternative sostenibili alle carni e proteine tradizionali.
Cannabis terapeutica e terapie psichedeliche
- Perseguire il superamento degli ostacoli alla prescrizione e approvvigionamento della Cannabis terapeutica.
- Sostenere ricerche, individuali o istituzionali, nonché sperimentazioni cliniche di e con piante, molecole e composti sotto controllo Onu per consentire anche in Italia esperienze terapeutiche che altrove hanno dimostrato efficacia.
- Consegnare l’appello “L’italia apra alla terapie psichedeliche” e proseguire a livello nazionale e regionale la Campagna ampliando il dialogo con AIFA e altre istituzioni regolatorie nazionali e internazionali in collaborazione con associazioni e società professionali.
- Suscitare confronti coi Comitati Etici territoriali su iniziative concrete di domande di sperimentazione e uso compassionevole delle molecole psichedeliche.
- Terminare la raccolta firme Psychedelicare.eu, rilanciare a livello europeo e internazionale quanto fatto in Italia favorendo collaborazioni con associazioni e gruppi impegnati presso le istituzioni EU e/o nei vari Paesi per la piena applicazione del Right to Try dalla Dichiarazione di Helsinki sulla biomedicina.
- Prevedere supporto legale, regolatorio e tecnico a medici psichiatri e palliativisti che intendano promuovere l’uso nominale o expanded access del farmaco sperimentale, secondo la normativa vigente (Legge 96/98 e/o Reg. UE 726/2004 – uso compassionevole).
- Collaborare con associazioni e reti impegnate nella riduzione del danno, LEA dal 2017, intervenendo là dove questa non viene adeguatamente sostenuta.
- Dare seguito all’iniziativa internazionale per l’iniqua e ingiusta tabellazione italiana della Ayahuasca.
Salute in carcere
- Proseguire con le iniziative istituzionali e pubbliche necessarie a seguito delle diffide e richieste di accesso agli atti rivolte alle 102 ASL competenti per il diritto alla salute nei 189 penitenziari italiani.
Strumenti di divulgazione
- Rilanciare la produzione di Podcast, a partire dal Maratoneta e Illuminismo Psichedelico, per approfondire, far conoscere e rilanciare le iniziative promosse dall’Associazione.
Deliberazioni finali
Nel confermare la quota associativa minima effettuata personalmente o con proprio mezzo di pagamento di 100 euro annui da effettuarsi personalmente o con mezzo proprio di pagamento, l’Assemblea generale ratifica quale membri del Consiglio generale i rappresentanti designati dalle Cellule Coscioni secondo quanto previsto dallo Statuto dell’Associazione Luca Coscioni agli articoli 17 e 18 e lancia da subito la campagna di iscrizioni per il 2026, le azioni di promozione della scelta del 5X1000 e quelle per i lasciti solidali.
L'articolo XXII Congresso: bozza della Mozione generale proviene da Associazione Luca Coscioni.
Nino Lisi, una vita per gli altri Città della Scienza. Napoli, 13 ottobre
@Giornalismo e disordine informativo
articolo21.org/2025/10/nino-li…
Nino Lisi, una vita per gli altri, Città della Scienza 13 ottobre 2025 dalle ore 15 alle 18.30, Sala Archimede, Via Coroglio, 57 Napoli Ore 15: Perché siamo
SEIETRENTA - La rassegna stampa di Chora Media: Pizzaballa: "Cercare segni di salvezza nella disumanità di Gaza" | VIVAVOCE
File multimediale: traffic.megaphone.fm/BCS808627…
Hanno la forza non hanno la ragione di Danilo de Biasio
Hanno la forza, non hanno la ragione
Su quanto è successo alla Global Sumud Flottilla e sui crimini di guerra che Israele continua a compiere a Gaza non servono molte parole, bastano due foto prese dai social in queste ore.Danilo De Biasio (Rights Now)
Goliarda Sapienza, L’Università di Rebibbia, Einaudi
@Giornalismo e disordine informativo
articolo21.org/2025/10/goliard…
Mai forse come in questo 2025 l’opera di Goliarda Sapienza ha avuto un’attenzione mediatica con la trasposizione in serie televisiva del romanzo “L’ arte della gioia” ( pubblicato in edizione integrale postumo da Einaudi
Journalist or not, photography isn’t a hate crime
The arrest of Alexa Wilkinson on felony hate crime charges for photographing vandalism at the New York Times building has prompted hairsplitting about whether they’re a journalist. The New York Times explained that Wilkinson’s “lawyers described them as a journalist, but did not name any publications for which Mx. Wilkinson works.”
Wilkinson certainly has a track record as a journalist. Whether the content they were charged for is journalism or PR is, I suppose, up for debate. But should we even bother debating it? Regardless of how we categorize Wilkinson’s work, the charges set dangerous precedents that threaten the constitutional protections journalists depend on to do their jobs.
As we all learned — or should have learned — from the Julian Assange prosecution, obsessing over whether a particular defendant meets someone’s arbitrary definition of journalism is a waste of time. What that case left us with at the end of the day is a Trump administration armed with a bipartisan consensus that routine journalistic acts, like talking to sources, obtaining government secrets, and publishing them, can be prosecuted as a felony under the Espionage Act. Those who change their tune when the next defendant is someone they like better than Assange will be easily discredited by their hypocrisy.
The same dangers apply when Wilkinson’s photography is treated as a hate crime. Wilkinson’s case stems from a July protest in which activists doused the Times headquarters in red paint and spray-painted “NYT lies, Gaza dies” on its windows. In addition to charging the vandals, New York prosecutors charged Wilkinson, who photographed the scene, with aggravated harassment as a hate crime.
New York authorities should be combating these cynical attempts to use antisemitism to justify authoritarianism. Instead, they’re fueling the trend.
But there was no hate crime. Vandalizing a building to protest perceived pro-Israel bias in news coverage is a political statement, not an antisemitic one. The vandalism may well be illegal, and we condemn it, as news outlets large and small are under increased threat in this charged political environment. We even documented the vandalism itself in our U.S. Press Freedom Tracker.
But labeling actions that criticize a newspaper’s editorial decisions as a hate crime conflates political views with bigotry. Many journalists object to Israel’s slaughter of their peers in Gaza — and the U.S. media’s relative silence about it — for reasons having nothing to do with anyone’s religion. And many Jews themselves oppose Israel’s actions in Gaza and object to coverage they view as excusing or normalizing Israel’s conduct.
I’m one of those Jews, and I think what’s antisemitic is to assume that we monolithically share the politics of Benjamin Netanyahu and his ilk, who I consider the worst thing to happen to Judaism since the 1940s. As the saying goes, one day everyone will have been against this. When that time comes, efforts to conflate anti-Israel or anti-genocide views with antisemitism will leave Jews holding the bag for Israel’s reprehensible actions, America’s role in supporting them, and whatever blowback follows. That’s when the real antisemitism will start.
New York authorities should be combating these cynical attempts to use antisemitism to justify authoritarianism. Instead, they’re fueling the trend. Wilkinson’s case, in a blue state, legitimizes the Trump administration’s un-American actions, like its efforts to deport Mahmoud Khalil over his criticisms of Israel and Rümeysa Öztürk for co-writing an op-ed arguing for boycotts of Israeli products. The administration baselessly argues that their constitutionally protected speech constitutes support for Hamas and threatens national security. And several Republican attorneys general have floated the idea that reporting critical of Israel could be punished as support for terrorism. Wilkinson’s case only gives cover to those advancing these absurd arguments.
Israel showed us exactly where conflating speech with violence leads. Last month, Israel killed 31 journalists in airstrikes on newspaper offices in Yemen — the deadliest single attack on the press in 16 years, according to the Committee to Protect Journalists. Israel has justified the strikes by characterizing the targeted outlets as publishing “terrorist” propaganda.
Should we debate whether those massacred in Yemen (or Gaza) followed the Associated Press Stylebook or strictly adhered to journalistic codes of ethics? Or should we just acknowledge that militaries shouldn’t blow people to bits over what they say and write, regardless of whether it’s bad journalism or even propaganda?
Even setting aside the hate crime charge, Wilkinson’s case has broader implications for the press that don’t hinge on whether they’re a card-carrying member. The complaint against Wilkinson reportedly emphasizes not just the photographs they took but also social media posts criticizing Times staff and alleged foreknowledge of the vandalism. This suggests prosecutors view Wilkinson as complicit because of proximity or sympathy to those who committed it and awareness of their plans.
But objectivity is not a precondition for constitutional protection. It’s a relatively recently developed journalistic norm — with its share of critics — that would have been seen as ridiculous when the First Amendment was written.
Should we debate whether those massacred in Yemen (or Gaza)...adhered to journalistic codes of ethics? Or should we just acknowledge that militaries shouldn’t blow people to bits over what they write?
As for embedding and foreknowledge, journalists routinely embed with groups whose members commit illegal acts. For example, the Israeli army, which, according to the United Nations, is committing genocide. Domestically, police reporters ride along with officers who may use excessive force. Investigative journalists cultivate sources involved in criminal activity. If foreknowledge of illegal acts or presence when they occur makes one legally complicit, journalism as we know it becomes impossible.
And for those concerned about journalistic ethics and objectivity, what impact do you think it’ll have if reporters are allowed to embed with government-approved lawbreakers, like soldiers and police, but not dissidents? Will that result in “fair and balanced” coverage?
Your opinion about Wilkinson’s work won’t change the trajectory of our democracy. But prosecutors in America’s biggest city validating the Trump administration’s criminalization of dissent very well might. Every journalist — and everyone who depends on journalism to hold power to account — should be alarmed.
The Christian Hedges report, del 3/10/2025
The National Press Club of Australia, caving to the Israeli lobby, Cancels My Talk on Our Betrayal of Palestinian Journalists
The National Press Club of Australia cancelled my talk on how the media, by amplifying Israeli lies, have betrayed Palestinian journalists, 278 of whom have been assassinated by Israel.Chris Hedges (The Chris Hedges Report)
radioradio.it/2025/10/putin-de…
Ora è ufficiale: il governo Meloni è stato denunciato alla Corte penale internazionale per complicità in genocidio.
Non è uno slogan né un titolo di giornale, ma un atto formale. Secondo quanto depositato dall’avvocato Fabio Marcelli, dirigente del Cnr – Istituto di studi giuridici internazionali, il governo italiano è stato denunciato davanti alla Corte Penale Internazionale dell’Aja per presunta complicità nel genocidio in corso a Gaza.
L’esposto, stando a quanto reso pubblico, cita direttamente i nomi della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, del ministro degli Esteri Antonio Tajani, del ministro della Difesa Guido Crosetto e dell’amministratore delegato di Leonardo, Roberto Cingolani. Nell’atto si sostiene che, mentre nella Striscia di Gaza la Commissione internazionale d’inchiesta dell’ONU parla di “genocidio”, l’Italia avrebbe continuato a intrattenere rapporti politici e commerciali con il governo di Benjamin Netanyahu, fornendo di fatto un sostegno indiretto alla prosecuzione delle ostilità.
La denuncia non proviene da un partito o da un gruppo politico, ma da un giurista di lungo corso. Marcelli, nella sua nota, spiega che l’obiettivo è chiamare a rispondere non solo chi compie materialmente i crimini, ma anche chi – secondo la legge internazionale e la legge italiana sul genocidio del 1967 – li favorisce, li sostiene o non interviene per impedirli.
Se la Corte dell’Aja valuterà ammissibile il fascicolo, l’Italia sarà chiamata a fornire spiegazioni. In ogni caso, questo atto resterà come documento storico: nel pieno della devastazione di Gaza, c’è chi ha chiesto formalmente di verificare le responsabilità anche del governo italiano.
La Storia, quando verrà scritta, non dimenticherà questi passaggi. E allora resterà anche questo: che l’Italia, sotto il governo Meloni, è stata chiamata in giudizio per non aver fatto abbastanza per fermare la tragedia palestinese.
Paolo Consiglio
Fonti principali:
– Adnkronos – Denuncia alla Corte Penale Internazionale contro esponenti del governo italiano (settembre 2025).
– Il Fatto Quotidiano – Fabio Marcelli deposita esposto per complicità in genocidio (settembre 2025).
– Commissione internazionale d’inchiesta ONU – Rapporto 2025 su Gaza.
Nota editoriale
Questo articolo rappresenta un’opinione critica e argomentata, fondata su fonti giornalistiche e istituzionali. Le dichiarazioni e i nomi citati sono riportati esclusivamente come contenuto dell’esposto depositato alla CPI e non come accuse formulate dall’autore. Ogni riflessione si colloca nell’ambito della libertà di stampa e di pensiero, principi essenziali in una società democratica.
FREE ASSANGE Italia
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Flotilla, l''idea' di Giuliano Ferrara: "Perche non trattenere gli attivisti come gli ostaggi di Hamas?"
'Non dico sottoterra' ma 'per lo stesso numero di giorni degli ostaggi del 7 ottobre, parlamentari compresi'Redazione Adnkronos (Adnkronos)
Lugano - eravamo più di "diverse centinaia"
Per testimonianze più vere, cercate sui social (di meta ahimè...)
cdt.ch/news/ticino/in-piazza-p… (ah! hanno cambiato l'articolo nel frattempo - stamattina c'era scritto diverse centinaia di persone)
#blocchiamotutto #Lugano #globalsumudflotilla #manifestazione #gaza #palestinalibera
In piazza per la Flotilla: un migliaio di manifestanti e disagi al traffico a Lugano
Da piazza Dante allo svincolo autostradale, tante persone hanno partecipato al corteo scandendo slogan a sostegno della Global Sumud Flotilla - Traffico bloccato in entrata e uscita a causa di un'ora di sit-in ai semafori di Lugano Sud - FOTO E VIDEOValentina Coda (Corriere del Ticino)
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Anche i detenuti di Bologna hanno scioperato
@Giornalismo e disordine informativo
articolo21.org/2025/10/anche-i…
Fratoianni (Avs), grazie ai detenuti di Bologna, perfino loro hanno scioperato. Un’altra dimostrazione di umanità. “In questo fiume di umanità che sta attraversando tutta Italia, da Bologna arriva una lezione straordinaria: i detenuti
The move comes as Apple removed ICEBlock after direct pressure from U.S. Department of Justice officials and signals a broader crackdown on ICE-spotting apps.#News
Trump reclama poteri speciali per attaccare i Narcos. Cosa sta succedendo
@Notizie dall'Italia e dal mondo
Gli Stati Uniti sono in guerra. O, almeno, così vuole Donald Trump. Come riporta l’Associated Press, internamente all’amministrazione americana sta circolando un memo che dichiara gli Usa in uno stato di “conflitto armato non internazionale” con i cartelli dei narcotrafficanti caraibici, ora
Siamo ancora a Gaza
@Giornalismo e disordine informativo
articolo21.org/2025/10/siamo-a…
dopo l’uscita della notizia che abbiamo lasciato Gaza City molti amici mi hanno scritto sconsolati: “Se anche voi lasciate Gaza non c’è più speranza per la popolazione.” È vero che abbiamo chiuso le nostre attività a Gaza City perché lì non potevamo più garantire la sicurezza del nostro staff, ma non abbiamo
manif
È stato bello ieri sera. La #manifestazione spontanea, organizzata in poche ore.
Dopo il lavoro sono corsa a casa a prendere la mia kefiah e la bandiera, poi un’altra corsa per prendere il treno e arrivare a #Lugano in tempo!
Ho rivisto tante belle persone e una delle mie sorelle. Alcune persone erano lì con i figli, che tenevano orgogliosamente dei cartelloni con le angurie disegnate. Belli ❤
Poi un mio conoscente, regista, vedendomi tra la folla, mi ha chiesto una testimonianza per il documentario che sta producendo. Mi ha detto: “Come ti senti dopo quello che è successo ieri sera alla #SumudFlotilla?” Io ho risposto: “Affranta.” E pronunciando quella parola, sono scese lacrime incontrollate. Ho pianto perché ci speravo davvero che almeno una barca della flotilla arrivasse a Gaza. Lo so che era impossibile, ma io ci speravo lo stesso.
Ma anche perché sento troppa indifferenza intorno a me, anche tra le persone che amo. Al lavoro, c’è troppa gente fascista e non voglio interagire con loro. Gli altri amici, conoscenti, colleghi di volontariato ecc. fanno finta di niente. Palestina/Gaza = taboo.
Questo mi fa soffrire moltissimo.
Ora dovrei terminare, cioè iniziare, i compiti per la lezione di domani.. ma non riesco a concentrami
Poliversity - Università ricerca e giornalismo reshared this.
Difesa, i 12 miliardi vanno trasformati in sicurezza per i cittadini. Intervista a Minardo
@Notizie dall'Italia e dal mondo
Nel documento programmatico di finanza pubblica il governo ha inserito la proposta di destinare circa 12 miliardi di euro aggiuntivi alla Difesa entro il 2028, una scelta legata sia agli impegni assunti in sede Nato sia alla necessità di
Paola: a Bologna il GIP rimette alla Consulta la questione di legittimità costituzionale sul requisito del trattamento di sostegno vitale
Si tratta dell’ottava volta che il fine vita arriva in Corte costituzionale
Il commento di Filomena Gallo: “Il GIP di Bologna ha confermato che il requisito del sostegno vitale non ha alcuna ragionevolezza”
Cappato commenta: “È ora che la Corte costituzionale superi questa discriminazione tra malati. Ci prepariamo a nuove azioni di disobbedienza civile”
Il Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) di Bologna, con ordinanza depositata il 29 settembre 2025, ha sollevato questione di legittimità costituzionale dell’articolo 580 del Codice Penale, sul caso della signora Paola, 89 anni, affetta da parkinsonismo irreversibile. Al centro, di nuovo il requisito del “trattamento di sostegno vitale”.
Il procedimento riguarda Felicetta Maltese, Virginia Fiume e Marco Cappato, indagati per avere aiutato nel 2023 a raggiungere la Svizzera la signora Paola (qui la vicenda), affetta da parkinsonismo avanzato, patologia irreversibile e fonte di intollerabili sofferenze. Pur lucida e consapevole, la signora non era dipendente da nessun trattamento di sostegno vitale e non avrebbe potuto morire neppure attraverso un semplice rifiuto delle cure, ma solo mediante suicidio medicalmente assistito.
Il GIP ha rilevato che il limite del requisito del trattamento di sostegno vitale, imposto dalla sentenza n. 242/2019 della Corte costituzionale, che ha legalizzato il “suicidio assistito” in Italia a determinate condizioni, crea una discriminazione tra pazienti, impedendo a chi soffre in modo irreversibile di esercitare pienamente il diritto all’autodeterminazione. La questione riguarda il rispetto dei principi costituzionali di uguaglianza, libertà personale e diritto alla vita privata, nonché dell’articolo 8 della CEDU.
Il Giudice scrive nelle motivazioni:
Il requisito dei trattamenti di sostegno vitale non contribuisce in alcun modo a misurare la capacità di intendere e di volere, la libertà e autonomia di scelta o le sofferenze fisiche o psicologiche dei soggetti malati, risultando irrilevante ai fini della dimostrazione della patologia e della sua irreversibilità.(..) La presenza di una patologia seria e irreversibile, unitamente a sofferenze fisiche o psicologiche gravi, è già pienamente assicurata dai requisiti previsti dalla legge. Pertanto, il dubbio di costituzionalità riguarda il fatto che solo le persone malate che si trovino a dipendere da un presidio medico o trattamento farmacologico di sostegno vitale possano legittimamente usufruire dell’aiuto al suicidio, mentre agli altri infermi è precluso ricorrere a tale pratica nei tempi e modi da loro scelti, dovendo attendere il peggioramento delle condizioni patologiche.” (p.8 ord.)”
Filomena Gallo, avvocata difensore di Marco Cappato e coordinatrice del collegio di studio e difesa – composto anche da Francesco Di Paola, Francesca Re, Rocco Berardo, Alessia Cicatelli e Iole Benetello – di Maltese e Fiume, ha dichiarato: “Il GIP di Bologna ha confermato ciò che già altri giudici hanno evidenziato: il requisito del sostegno vitale non ha alcuna ragionevolezza. La stessa Corte nella propria giurisprudenza in passato ha evidenziato che la regola da seguire, perché tali limiti siano ammissibili, deve sempre essere quella della ‘necessarietà e ragionevolezza della limitazione’. Le storie delle persone portano i Tribunali a riconoscere l’irragionevolezza di un requisito che si rivela arbitrario e lesivo dei diritti fondamentali sanciti dalla nostra Costituzione e dalle convenzioni internazionali. Pertanto, fino a quando tale requisito resterà in vigore i Tribunali riporteranno ai giudici delle leggi la questione di legittimità costituzionale”.
Marco Cappato, Presidente dell’associazione Soccorso Civile, dichiara: “ In assenza di un intervento del Parlamento che mira anche a cancellare la giurisprudenza costituzionale, è ora che la Corte costituzionale riconosca a tutte le persone, senza arbitrarie esclusioni, il diritto di scegliere come porre fine alle proprie sofferenze. Proseguiremo con le azioni di disobbedienza civile attraverso l’associazione Soccorso civile per fare valere questo diritto.” Soccorso Civile è l’associazione che fornisce assistenza alle persone che hanno deciso di porre fine alle proprie sofferenze all’estero, e di cui è rappresentante legale Marco Cappato.
Il procedimento è stato sospeso e gli atti sono stati trasmessi alla Corte costituzionale, chiamata a pronunciarsi sulla legittimità dell’articolo 580 del codice penale nella parte contestata.
Le prossime azioni saranno discusse in occasione del XXII Congresso dell’Associazione Luca Coscioni, che si terrà a Orvieto sabato 5 e domenica 6 ottobre.
L'articolo Paola: a Bologna il GIP rimette alla Consulta la questione di legittimità costituzionale sul requisito del trattamento di sostegno vitale proviene da Associazione Luca Coscioni.
Abolition and Alternatives Conference (AAC) Starts Today
We are proud to sponsor The Abolition and Alternatives Conference (AAC) that starts today, October 3rd, and ends on the 5th. The conference is organized and hosted by The Black Response at their offices at 245 Main Street, Cambridge, MA, 02142 on Friday and Saturday. On Sunday, it will be at The Foundry – 101 Roger Street Cambridge, MA – Kendall Square. The conference schedule is available.
We encourage all Pirates to attend and support this conference, especially, but not exclusively, the ShotSpotter and Police Surveillance track. If you can not attend, or even if you can, please consider giving a donation to The Black Response or print out their poster and put it up in your neighborhood. See you next week!
Details on the conference are reproduced below. Edits are only for clarity:
This free, in-person event will bring together community members, organizers, and advocates for a weekend of in-depth learning and discussion focused on alternative public safety and community care, housing justice, and the impacts of surveillance technologies like ShotSpotter. It will include keynote addresses from Fatema Ahmad (Muslim Justice League), Stephanie Guirand (The Black Response), and Spencer Piston (Boston University).
Food will be provided, childcare will be available, and we encourage attendees to share any additional access needs via the conference interest form. TBR will be reaching out to invite participation as speakers and facilitators. For questions, please contact Stephanie at general@theblackresponsecambridge.com.
Throughout the conference, participants will have the opportunity to choose from panels in four tracks:
Housing Justice
This track features panels led by the Cambridge Housing Justice Coalition (CHJC). CHJC is a coalition of activist groups and concerned Cambridge residents who believe housing is a basic human right. The panels and workshops on this track will focus on housing justice and its intersections with the prison industrial complex.
ShotSpotter and Police Surveillance
This track will be led by the #StopShotSpotter Coalition Camberville. In this track, coalition members will provide an introduction to ShotSpotter, the audio-surveillance technology. We will examine its impact in Cambridge, the national landscape, and broader conversations about surveillance tech.
Alternatives and Community Care
This track will be led by members of the Massachusetts Community Care Network (MCCN). This track will include panels of responders, program directors, and organizers working to make alternatives to policing real. It includes a panel on the movement with Daanika Gordon, Spencer Piston, and Minali Aggarwal.
Community Concerns (Anti-Racism, Immigration Justice, Justice for Palestine, and Black Lives Matter)
This track will discuss concerns that come directly from the communities we serve and work with. These concerns also intersect with the movement for abolition and alternatives. They include Justice for Palestine, Immigration Justice, and Anti-Racism. In this tract we intend to learn from organizers leading these movements in Massachusetts.
L’aumento delle spese militari finanzi una difesa europea sovranazionale. Parla Borghi
@Notizie dall'Italia e dal mondo
In data odierna, il governo ha trasmesso alle Camere il Documento programmatico di finanza pubblica (Dpfp), all’interno del quale è contemplato un aumento delle spese militari di circa 12 miliardi di euro entro i prossimi tre anni. Il tema è tra i
Carleigh Beriont is running for Congress as an “anti-social Democrat” and she thinks the party needs to abandon social media nationally also.#News
This week, we discuss characters in open source, that Saudi comedy festival, and asking ourselves if we're haters.
This week, we discuss characters in open source, that Saudi comedy festival, and asking ourselves if wex27;re haters.#BehindTheBlog
A leggere l'articolo del Post sulle manifestazioni di oggi si trova un elenco morboso di petardi, tafferugli, occupazioni e blocchi.
Io ho sfilato a Firenze dalle 9:30 alle 12:00, ho visto decine di migliaia di persone sfilare in maniera assolutamente tranquilla ma di loro in quell'articolo non c'è traccia.
Mi domando se mi sono abbonato a Il Post o a Libero...
(Questo stesso messaggio l'ho mandato alla sua redazione via mail e invito gli abbonati che siano d'accordo a fare lo stesso).
Aggiornamento 4/10/2025 00:11: il testo dell'articolo è stato modificato, adesso dà qualche informazione in più.
Aggiornamento 4/10/2025 09:46: il testo dell'articolo è stato completamente rivisto.
ilpost.it/2025/10/03/sciopero-…
Lo sciopero e le manifestazioni in tutta Italia per la Flotilla e per Gaza
Centinaia di migliaia di persone stanno manifestando in moltissime città: sono state occupate università e porti, e cancellati treni e voliIl Post
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L’intelligenza artificiale sarà “al centro” della nuova stagione europea, assicura von der Leyen
L'articolo proviene da #Euractiv Italia ed è stato ricondiviso sulla comunità Lemmy @Intelligenza Artificiale
L’intelligenza artificiale è al centro della nuova stagione europea. Ad assicurarlo è la presidente della Commissione, Ursula von der
@aitech
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Semplice, il sistema politico-elettorale è pensato per selezionare personaggi il cui unico scopo è seguire la linea politica che li ha selezionati. La coscienza critica non è necessaria, nè gradita, spesso atrofizzata. Cantanti e comici sono persone normali, in cui il tratto caratteriale ed etico in questione è invece sviluppato normalmente.
@informapirata @aitech
aimee80
in reply to aimee80 • •Lo stesso giornale, cartaceo 🙄