I black hacker chiedono il Riscatto? Checkout.com risponde: finanziamo chi vi dà la caccia
Il servizio di pagamento Checkout.com è stato vittima di un tentativo di estorsione: il gruppo ShinyHuntersha affermato di aver avuto accesso a dati aziendali e ha chiesto un riscatto.
Un’indagine ha rivelato che gli aggressori si erano infiltrati in un vecchio sistema di cloud storage utilizzato dall’azienda da diversi anni. Questo servizio, di proprietà di un fornitore terzo, non era stato correttamente disattivato: è stato questo errore ad aprire la strada alla compromissione.
La violazione non ha coinvolto una piattaforma di pagamento funzionante, bensì un archivio utilizzato prima del 2020. Conteneva documenti interni, materiali per l’onboarding di nuovi clienti e altri file organizzativi.
L’azienda stima che l’incidente abbia interessato meno di un quarto della sua base clienti attiva. Tuttavia, l’infrastruttura di pagamento vera e propria, comprese le credenziali delle carte e l’accesso ai fondi dei commercianti, non è stata interessata: questo segmento non era affatto connesso al sistema vulnerabile.
Checkout.com sottolinea la propria piena responsabilità: il servizio obsoleto avrebbe dovuto essere disattivato e rimosso tempestivamente. L’azienda ha già iniziato a identificare i clienti interessati e li sta contattando direttamente. Sta inoltre collaborando con le forze dell’ordine e gli enti regolatori.
Nonostante le richieste degli estorsori, Checkout.com si è rifiutata di pagare e ha dichiarato di non avere alcuna intenzione di fare concessioni ai criminali.
L’azienda ha invece deciso di devolvere il riscatto a sostegno della ricerca sulla criminalità informatica. I fondi saranno devoluti a due centri universitari, Carnegie Mellon e Oxford, che studiano la criminalità informatica e i suoi metodi di prevenzione.
L’azienda afferma che sicurezza e trasparenza sono alla base della fiducia nel settore dei pagamenti. Checkout.com si impegna a correggere i propri errori, rafforzare la sicurezza e assistere i clienti interessati dall’incidente. I rappresentanti del servizio ricordano ai commercianti che possono contattare i propri referenti aziendali per ulteriore assistenza.
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Gli agenti AI sono realmente intelligenti?
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Anche una semplice operazione come prenotare un pranzo o una cena al ristorante rischia di mandare in tilt gli agenti AI sviluppati per affiancarci (sostituirci?) nella maggior parte dei compiti. Sono risultati di un test che dovrebbero far
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- pasta e sugo 16 euro
- pasta e sugo con foglia di basilico 16 euro
- pasta con il sugo 15 euro
- pasta con passata di pomodoro 30
E così via.
Immagini l'agente ia che sbarella a chiedere una pasta e sugo 🤣
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Trump, Hong Kong e la corsa globale a regolamentare le criptovalute
Nel corso del 2024 sono arrivati diversi segnali di un cambio di passo nel rapporto tra istituzioni e criptovalute. Il 6 marzo, il presidente Donald Trump ha firmato un ordine esecutivo che introduce una “riserva strategica di Bitcoin”, impegnando il governo statunitense a non vendere i circa 200.000 BTC già in suo possesso e ad aumentare le scorte senza incidere sul bilancio federale.
Il 18 luglio è stato poi approvato il Genius Act, che definisce un quadro normativo per le stablecoin ancorate al dollaro. Pochi giorni dopo, il 1° agosto, Hong Kong ha reso operativa la sua nuova regolamentazione sulle stablecoin, con un sistema di licenze e requisiti sulle riserve a tutela del rimborso.
Dopo sedici anni di sviluppo in un contesto di sostanziale assenza di controlli pubblici, un settore nato come terreno anarchico e decentralizzato supera oggi i 3,5 trilioni di dollari di capitalizzazione. Le recenti iniziative legislative mostrano come le criptovalute si stiano progressivamente inserendo nell’architettura finanziaria globale.
Due tradizioni intellettuali hanno influenzato questo ecosistema: da un lato la corrente “cypherpunk” degli anni ’90, che vedeva nella crittografia uno strumento per difendere privacy e libertà individuale; dall’altro la riflessione economica ispirata al saggio di Friedrich Hayek del 1976, La denazionalizzazione della moneta. Ripercorrere le teorie di Hayek consente di ricostruire l’evoluzione del denaro, l’origine del monopolio statale sulla coniazione e i tentativi di introdurre forme di valuta privata, oggi replicati nel cyberspazio.
Le prime forme di scambio non nacquero come invenzione governativa, ma come risultato spontaneo delle interazioni tra gruppi umani. Prima del 4000 a.C., comunità di poche centinaia di persone barattavano beni tramite “valute naturali” come bestiame, sale, conchiglie o cereali. Questi mezzi consentivano di conservare valore e facilitare le transazioni, pur presentando limiti legati alla scarsa portabilità e divisibilità.
Con il progresso della metallurgia e la crescita delle città-stato, metalli come oro, argento e rame iniziarono a circolare per le loro caratteristiche fisiche più adatte agli scambi. Le transazioni si basavano sul peso e sulla purezza del metallo, un sistema noto come “moneta a pesatura”.
Il passaggio decisivo avvenne nel VI secolo a.C., quando il Regno di Lidia, nell’odierna Anatolia occidentale, emise le prime monete metalliche standardizzate. La posizione geografica, al centro di importanti rotte commerciali, e la disponibilità del prezioso elettro – una lega naturale di oro e argento presente nei depositi del fiume Paktoros – favorirono questo sviluppo. Le monete recavano il simbolo della dinastia, la testa di un leone, e avevano peso e purezza certificati, riducendo i tempi di valutazione e rendendo più agevoli gli scambi.
Dalla seconda metà del VII secolo a.C., la pratica si diffuse rapidamente alle città-stato dell’Egeo e all’Impero persiano, imponendosi nell’arco di un secolo come modello monetario. Nel V secolo a.C., Grecia, Persia e gran parte del Mediterraneo avevano adottato sistemi di coniazione centralizzati.
Un’evoluzione analoga caratterizza la storia della carta moneta, inizialmente frutto di iniziative private e solo in seguito oggetto di monopolio statale.
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Lo stress degli algoritmo dei social network genera burnaout nei creators
Un nuovo progetto di ricerca ha dimostrato che l’industria dei contenuti online, che ha offerto alle persone migliaia di nuovi modi per guadagnare denaro, sta anche sottoponendo a un notevole stress mentale chi la realizza.
Creatori di video, blogger, streamer e creatori di cortometraggi stanno affrontando sempre più crisi emotive e l’instabilità di questo lavoro rimane una delle principali fonti di stress.
Lo studio è stato condotto dall’iniziativa Creators 4 Mental Health in collaborazione con il gruppo di analisi Lupiani Insights and Strategies. Inizialmente sono state condotte interviste approfondite con 14 autori provenienti da Stati Uniti e Canada, per poi sottoporre a un sondaggio online oltre 540 persone. I risultati sono stati allarmanti: molti partecipanti hanno riportato un grave disagio psicologico e uno su dieci ha ammesso di aver avuto pensieri suicidi.
I creatori di contenuti hanno indicato l’instabilità finanziaria come causa principale del burnout. La maggior parte ha affermato di essere stressata dall’imprevedibilità del proprio reddito. Attribuiscono questo problema alla dipendenza dagli algoritmi : un partecipante ha spiegato che a un certo punto la portata può diminuire dell’80% senza una ragione apparente, lasciando la persona a chiedersi cosa abbia sbagliato. Quando il reddito dipende direttamente dalle statistiche, qualsiasi calo delle visualizzazioni diventa un duro colpo emotivo.
Il monitoraggio ossessivo delle metriche non crea minore pressione. Il 65% degli intervistati ha ammesso di controllare costantemente le statistiche e ritiene che questa abitudine peggiori il proprio benessere. La stanchezza cronica è al terzo posto, con il 62% dei partecipanti che afferma di essersi spinto fino a uno stato che potrebbe essere descritto come burnout.
Tuttavia, solo una minoranza ha accesso al supporto psicologico. Nove intervistati su 10 hanno dichiarato di non riuscire a ottenere supporto professionale, anche se ne avessero bisogno. Per i creativi autonomi, la situazione è ancora più difficile: la mancanza di colleghi professionisti rende le esperienze più isolanti e le opportunità di condivisione sono praticamente inesistenti. Tra il 61% e il 66% dei partecipanti ha ammesso di non aver mai fatto parte di alcuna comunità professionale o di non aver mai partecipato a eventi per creativi.
Anche la fiducia nelle piattaforme su cui gli autori pubblicano i loro lavori è bassa. Un intervistato su cinque ha dichiarato di sentirsi sicuro del social network scelto. I continui cambiamenti degli algoritmi alimentano la paura per il futuro: gli autori non sanno mai come il prossimo aggiornamento influirà sui loro guadagni e sul loro pubblico.
In questo contesto, molti si stanno rivolgendo a strumenti basati sull’intelligenza artificiale. Due terzi degli intervistati utilizzano già l’IA e la trovano utile. Tuttavia, gli atteggiamenti verso le nuove tecnologie sono contrastanti: i partecipanti le considerano utili, ma temono anche potenziali problemi di copyright, accuratezza della rappresentazione e correttezza algoritmica. Queste preoccupazioni erano particolarmente comuni tra coloro che avevano già incontrato gravi difficoltà emotive.
I ricercatori sottolineano che il settore, che ha ispirato milioni di persone per dieci anni, è diventato una fonte di gravi rischi per chi vi lavora quotidianamente. E senza strumenti di supporto, community e regole chiare per la piattaforma, la situazione non potrà che peggiorare.
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Oggi, 16 novembre, nel 1922, il discorso di Mussolini alla Camera: "Potevo fare di questa aula sorda e grigia un bivacco di manipoli"
La mattina del 28 ottobre, migliaia di squadristi fascisti, calcolati in circa 26.000, provenienti per lo più dalla Toscana e dall'Italia centro-settentrionale, si radunarono nei pressi di Roma, pronti a marciare sulla Capitale.
Vestiti con camicie nere e scarsamente armati ed equipaggiati, erano convinti di essere protagonisti di un'epopea nazionale destinata a rovesciare il governo e a instaurare un nuovo ordine politico. In realtà la "marcia su Roma" non era intesa da Mussolini che l'aveva promossa come una battaglia, ma come una dimostrazione di potenza.
Il 16 novembre Benito Mussolini tenne un discorso alla Camera dei Deputati, il suo primo discorso da Primo Ministro.
Dopo essere stato incaricato di formare un nuovo governo, prese la parola per presentare i suoi ministri. Si mostrò arrogante e affermò che avrebbe potuto chiudere il Parlamento e formare un governo composto solo da fascisti. Ma aveva deciso di non farlo, almeno non subito.
Affermò inoltre che la "rivoluzione delle camicie nere" era sua, da proteggere e ampliare. Una frase celebre del suo discorso fu: "Avrei potuto trasformare questa stanza silenziosa e grigia in un bivacco di squadristi" (leggi il discorso qui:it.wikisource.org/wiki/Italia_… )
Il suo atteggiamento e il suo modo di parlare mostravano una mancanza di rispetto per il Parlamento.
Dopo il suo discorso, il leader socialista Filippo Turati rispose con un testo intitolato "Il Parlamento è morto", criticando Mussolini e la sua visione per l'Italia.
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Un'immagine in bianco e nero mostra un ampio interno con diverse file di uomini seduti a tavoli. In primo piano e nelle file successive, si vedono uomini vestiti con abiti scuri, la maggior parte con gilet e cravatte. In alcune file, gli uomini guardano in avanti. A una distanza maggiore, c'è una fila di uomini che guardano in avanti. Sul tavolo più vicino, sono posizionati molti oggetti che sembrano essere vasi o trofei. Sul tavolo più lontano sono posizionati alcuni documenti.
Alt-text: L'immagine in bianco e nero mostra un ampio interno con diversi file di uomini seduti a tavoli. Gli uomini sono vestiti con abiti scuri. Molti oggetti sembrano essere vasi o trofei sul tavolo più vicino, mentre alcuni documenti sono sul tavolo più lontano. Gli uomini appaiono impegnati in una discussione o riunione formale.
Fornito da @altbot, generato localmente e privatamente utilizzando Gemma3:27b
🌱 Energia utilizzata: 0.132 Wh
The Fastest (68k) Macintosh Might Not Be an Amiga Anymore
Amiga and Atari fans used to lord over their Apple-eating brethren the fact that Cupertino never moved to the most advanced 68k processors — so for a while, thanks to 68060 accelerator cards, the fastest thing running Macintosh software was an Amiga (or Atari). After all these years, the Macintosh community is finally getting the last laugh, as [zigzagjoe] demonstrates an actual Macintosh booting with a 68060 CPU for the first time in a thread on 68KMLA. Video or it didn’t happen? Check it out below.
The Mac in question is a Quadra 650, which is a good choice since it was about the last thing Apple sold before switching to PowerPC, and ran the 68040 processor. [Reinauer] had already produced a 68040-to-68060 socket adapter (the two chips not being pinout compatible), so the hardware part of the battle was already set. Software, however? That was a different story, and where [zigzagjoe] put in the effort.
We’re spoiled by decades of backwards compatibility in the x86 instruction set; Motorola wasn’t as kind back in the day, and the 68060 isn’t fully compatible with the earlier 68040’s instruction set. They did provide a translation that [zigzagjoe] was able to build into his custom ROM, though, which is how he’s able to get the Mac to boot and install System 7.1, the newest version that would boot.
Alas, the full 66 MHz clock speed [zigzagjoe] proved unstable. To make branch prediction work, he had to clock down to 50 MHz. Considering the ‘040 clocked at 25 MHz in the Quadra 650, that’s still a considerable improvement in clock speed.
At 66 MHz and giving up branch prediction, DOOM runs at 16.4 FPS. It slowed down (14.3 FPS) at 50 MHz, and branch prediction. We expected branching to have a greater impact, but apparently not. While DOOM is perhaps not the best benchmark on this hardware, it does answer the most important question you can ask of any bit of kit: yes, it does run DOOM!
While Apple has long since abandoned the 68k in favour of PPC, x86, and finally their own implementation of ARM, there are always enterprising upgraders.
youtube.com/embed/KXSWiKu-ASA?…
Hyundai Paywalls Brake Pad Changes
Changing the pads on your car’s brakes is a pretty straightforward and inexpensive process on most vehicles. However, many modern vehicles having electronic parking brakes giving manufacturers a new avenue to paywall simple DIY repairs.
Most EVs will rarely, if ever, need to replace their mechanical brake pads as in most driving situations the car will be predominantly relying on regenerative braking to slow down. A hot hatch like the Ioniq 5N, however, might go through brakes a lot faster if it spends a lot of time at the track, which is what happened with Reddit user [SoultronicPear].
Much to their chagrin, despite buying the required $60/wk subscription to the National Automotive Service Task Force (NASTF) and the $2,000 interface tool, [SoultronicPear]’s account was suspended because it was not intended for use for anyone but “service professionals.” Not exactly a Right-to-Repair friendly move on Hyundai’s part. After trying a number of different third party tools, they finally found a Harbor Freight T7 bidirectional scan tool was able to issue the parking brake retract command to perform the pad swap, albeit not without throwing some error codes in the process.
Electrification of vehicles should simplify repairs, but manufacturers are using it to do the opposite. Perhaps they should read our Minimal Motoring Manifesto? There is a glimmer of hope in the promises of Slate and Telo, but we’ll have to see if they make it to production first.
Servizi pubblici, tutte le sinergie fra PagoPa e comuni
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Che cosa è emerso durante il workshop “Innovazioni e sviluppi nell’ecosistema PagoPA. Dal welfare alle notifiche: sfide e soluzioni startmag.it/innovazione/serviz…
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Il bollettino di guerra quotidiano delle morti sul lavoro
@Giornalismo e disordine informativo
articolo21.org/2025/11/il-boll…
La strage nell’indifferenza, quella di cui nessuno parla (tranne raramente) e nessuno vuole vedere. Un bollettino di guerra sul lavoro che fa paura. Non fredde statistiche, non freddi numeri, ma
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Ho scoperto che #AIMP ha un tag editor che ti permette di caricare anche un'immagine.
Adesso la mia vita non avrà più senso finché non avrò messo le copertine degli album di provenienza a tutti i miei mp3.
😍
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La legge di Onan
@Politica interna, europea e internazionale
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Does anybody know how to change the mp3 tags that are displayed by AIMP?
In the image below I'd like to see the "date" tag ("1982") instead of the "album" tag ("Collezione").
#AIMP
Poliversity - Università ricerca e giornalismo reshared this.
The newly sequenced RNA is 25,000 years older than the previous record-holder, opening a new window into genetic evolution and revealing a surprise about a famous mammoth mummy.#TheAbstract
Tutti gli errori che oscurano il caso Trentini
@Giornalismo e disordine informativo
articolo21.org/2025/11/tutti-g…
E’ passato esattamente un anno da quando il cooperante veneziano Alberto Trentini si trova nelle carceri del Venezuela. Accusato di cosa? Nessuno lo sa perché le autorità hanno ritenuto di non comunicarlo né alla famiglia, né alla
Giornalismo e disordine informativo reshared this.
Trentini da un anno in carcere in Venezuela senza accuse. La mamma: “Governo si è speso troppo poco”
@Giornalismo e disordine informativo
articolo21.org/2025/11/trentin…
Il cooperante di Venezia si trova nel carcere El Rodeo I. I rapporti di Amnesty
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Tutti gli errori che oscurano il caso Trentini
@Giornalismo e disordine informativo
articolo21.org/2025/11/tutti-g…
E’ passato esattamente un anno da quando il cooperante veneziano Alberto Trentini si trova nelle carceri del Venezuela. Accusato di cosa? Nessuno lo sa perché le autorità hanno ritenuto di non comunicarlo né alla famiglia, né alla
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Trentini da un anno in carcere in Venezuela senza accuse. La mamma: “Governo si è speso troppo poco”
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Il cooperante di Venezia si trova nel carcere El Rodeo I. I rapporti di Amnesty
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La Giornata Internazionale contro il traffico illecito di beni culturali
Il 14 novembre del 1970 venne elaborata a Parigi la Convenzione universalmente riconosciuta come il primo strumento legislativo sulle misure da adottare per interdire e impedire gli illeciti relativi all’importazione, all’esportazione e al trasferimento di proprietà dei beni culturali.
Nel 2020, a distanza di 50 anni, l’UNESCO indisse, in ricordo di quella data, la Giornata Internazionale contro il traffico illecito di beni culturali col fine di sensibilizzare l’opinione pubblica su un tema ancora oggi di estrema attualità,
In seno alla Giornata Internazionale, The Journal of Cultural Heritage Crime, La Sapienza Università di Roma e Art Crime Project APS hanno organizzato il Convegno di Studi Database e archivi per il contrasto ai crimini contro il patrimonio culturale. L’iniziativa è giunta al terzo appuntamento, dopo aver dato voce nelle precedenti edizioni alle principali istituzioni preposte alla tutela e alla ricerca accademica impegnate, ognuna per le proprie finalità, al contrasto dei fenomeni illeciti contro il patrimonio culturale e, successivamente, ai musei italiani quali presidi impegnati nel quotidiano nella promozione di una cultura della legalità.
Nella giornata presso Sapienza Università di Roma e’ stata la volta dell’incontro tra le istituzioni nazionali ed internazionali impegnate contro il traffico illecito dei beni culturali, gli scavi clandestini e i rischi a cui sono soggetti i luoghi della cultura e la dolorosa dispersione del patrimonio archeologico e culturale, in particolare l’interesse era sui database e gli archivi creati per supportare il lavoro di contrasto al traffico illecito ed ai crimini contro il patrimonio. All’azione fondamentale dei corpi di polizia dedicati alla lotta a tutte le azioni illecite contro il patrimonio, in primis i Carabinieri per la tutela del Patrimonio Culturale, si affianca l’attività delle più importanti organizzazioni internazionali, istituzioni universitarie e centri di ricerca che interverranno illustrando i progetti in corso, aventi come oggetto lo studio scientifico del patrimonio disperso, i materiali provenienti da sequestro, la gestione dei depositi, gli studi sulla provenienza e sull’autenticità dei manufatti che entrano nelle collezioni museali.
Nel corso della giornata e’ stato conferito il Premio ‘Paolo Giorgio Ferri‘, alla sua prima edizione, istituito in memoria del magistrato che ha dedicato la propria vita professionale alla tutela del patrimonio culturale e al contrasto del traffico illecito di beni culturali. Il riconoscimento nasce con l’intento di onorare, con cadenza annuale, personalità che si siano distinte per l’impegno, la competenza e la visione nel campo della protezione dei beni culturali. La scelta di intitolarlo a Paolo Giorgio Ferri, figura centrale nelle politiche italiane di recupero e restituzione, ha voluto ribadire il valore etico e giuridico del suo contributo, che ha ridefinito un modello di cooperazione tra magistratura, forze di polizia e istituzioni museali a livello internazionale. Il premio assegnato in questa occasione rappresenta il simbolo di una continuità ideale tra la memoria e l’attualità del contrasto ai crimini contro il patrimonio.
La Giornata del 14 novembre come un momento di incontro e di scambio di buone pratiche tra tutti gli attori coinvolti nella lotta alla cultura dell’illegalità e del crimine contro il patrimonio, ma anche di riflessione sulle modalità di narrazione e sensibilizzazione dei pubblici verso una sempre più attenta e collaborativa cultura della legalità.
#carabinieriTPC
#ArmadeiCarabinieri
#TUTELAPATRIMONIOCULTURALE
fabrizio reshared this.
Convocazione Assemblea dei Genitori del Liceo Augusto per il giorno venerdì 21 novembre alle ore 17
In base
- all'art. 5, Parte Seconda del Regolamento di Istituto
- all'art. 5 del Regolamento del Comitato dei Genitori,
- al consenso accordato alla convocazione da parte della maggioranza dei rappresentanti di classe membri dell'Assemblea dei Rappresentanti
- alle necessità di modificare la data inizialmente stabilita dal Comitato dei Genitori, a causa delle esigenze logistiche della Scuola
- all'esito dell'Assemblea dei Rappresentanti tenutasi il 13 novembre 2025 che ha dato mandato al Presidente di individuare una data sulla base delle disponibilità del maggior numero e alla maggior rappresentanza da parte dei genitori candidati come consiglieri di Istituto alle elezioni del 23 e 24 novembre
- alla risposta positiva di almeno due terzi dei candidati in ciascuna delle due liste concorrenti
il Presidente del Comitato dei Genitori
CONVOCA L'ASSEMBLEA DEI GENITORI DEL LICEO AUGUSTO PER IL GIORNO VENERDÌ 21 NOVEMBRE ALLE ORE 17
Trattandosi di Assemblea on line organizzata con strumenti e risorse del Comitato dei Genitori e non essendoci bisogno dell'autorizzazione della Scuola, non è necessario proporre due date di convocazione alla dirigenza scolastica.
L'Assemblea si terrà in videoconferenza con accesso tramite link che sarà inoltrato almeno mezz'ora prima dell'assemblea tramite:
- la presente mailing list
- l'account social del Comitato
- la bacheca delle attività del Comitato
L'ordine del giorno è il seguente:
1) Approvazione del regolamento dell'Assemblea e dell'ordine del giorno (il regolamento verrà inviato nei prossimi giorni)
2) Presentazione delle due liste di candidati della componente genitori per le elezioni per il Consiglio di Istituto e sessione di domande e risposte
3) Considerazioni relative alla rappresentanza dei genitori e raccolta delle istanze dei genitori
4) Varie ed eventuali
Fino alle 24 ore precedenti l'assemblea, tutti i genitori e tutori degli studenti del Liceo Augusto potranno richiedere, rispondendo a questa email, l'aggiunta di punti all'ordine del giorno nella sezione Varie ed Eventuali.
In forza dell'art. 5 del Regolamento di Istituto, all'assemblea di istituto possono partecipare con diritto di parola il Dirigente scolastico e i docenti dell'istituto; per ragioni organizzative, costoro potranno richiedere il link della riunione prendendo contatto con la presidenza del Comitato entro le 12 ore precedenti.
Ora Trump ha paura dell’inflazione: riduce i dazi su carne, pomodori, banane, caffè
Nell’elenco alcuni prodotti che gli Stati Uniti non possono coltivare e anche il manzo il cui prezzo ha raggiunto livelli record nel PaeseRedazione Esteri (Quotidiano Nazionale)
La rinascita americana sui semiconduttori tra Tsmc e Intel
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Mentre Tsmc agisce come capo-filiera della parte produttiva dei semiconduttori dell’intelligenza artificiale, Intel continua a leccarsi le ferite. L'analisi di Aresu.
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Venezuelani deportati dagli Stati Uniti e torturati in El Salvador
@Notizie dall'Italia e dal mondo
I venezuelani mandati in El Salvador dagli Usa all'inizio di quest'anno sono stati torturati e sottoposti ad altri abusi, tra cui violenze sessuali
L'articolo Venezuelani pagineesteri.it/2025/11/15/mon…
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Come misurare i (reali) progressi dell’intelligenza artificiale? Report Economist
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Un gruppo di esperti sta valutando con dati e previsioni verificabili l’effettiva evoluzione dell’intelligenza artificiale oltre le promesse delle grandi aziende. I primi risultati
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Marion County Record settlement: A step toward accountability
Dear Friend of Press Freedom,
Rümeysa Öztürk has been facing deportation for 234 days for co-writing an op-ed the government didn’t like. As we’ll discuss during an online panel next Tuesday, the government hasn’t stopped targeting journalists for removal. Read on for news from Kansas, Ohio, and more.
Kansas county pays $3M for forgetting the First Amendment
Press freedom just scored a $3 million win in Kansas. The county that participated in an illegal raid on the Marion County Record in 2023 is cutting big checks to journalists and a city councilor to settle their lawsuits.
As part of the settlement, the Marion County Sheriff’s Office also made a statement of “regret” for the raid, saying, “This likely would not have happened if established law had been reviewed and applied prior to the execution of the warrants.”
Ya think? FPF Senior Advocacy Adviser Caitlin Vogus broke down the flashing red lights any judge or cop should heed before storming a newsroom. Read her article here. And check out our March interview with Record publisher Eric Meyer.
No, journalists don’t need permission to cover immigration courts
Last month, we wrote to the Hyattsville immigration court in Maryland to express our alarm over a report that two journalists from Capital News Service had been expelled for not seeking express permission from the federal government to cover immigration proceedings.
That expulsion was contrary not only to the Constitution but also to the Executive Office of Immigration Review’s own guidance. But we noticed another problem with their fact sheet. It said reporters “must” check in upon arriving at immigration court. We’d been hearing anecdotes for some time about journalists being asked to “check in” at lobbies of immigration courts in other parts of the country. The fact sheet confirmed it.
In response, EOIR clarified that journalists are not required to either coordinate visits with the government in advance or check in upon arrival. And it issued an amended fact sheet to remove any doubt. We posted the fact sheet and email exchange on our site so any reporters given wrong information can have them handy. Read more here.
Secrecy and the midterms
The midterm elections are a year away, and it is essential to ensure that they are free and fair. Transparency is key, specifically surrounding the Department of Homeland Security’s election integrity unit and the Justice Department’s attempts to access voter data and equipment.
DHS’s election integrity unit is particularly secretive. For example, President Donald Trump appointed prominent election denier Heather Honey to lead the effort, but very little is known about what she’s doing with her newfound power. FPF’s Daniel Ellsberg Chair on Government Secrecy Lauren Harper has more about our efforts to hold the unit accountable. Subscribe to The Classifieds for more secrecy news.
Charges dropped against Cincinnati journalist
Charges have finally been dropped against CityBeat reporter Madeline Fening, who was arrested while covering a protest at the Roebling Bridge in northern Kentucky in July. Congratulations to the American Civil Liberties Union of Kentucky and their legal partners on the important win.
We led two letters in support of Fening and CityBeat intern Lucas Griffith. After the first, felony charges against the two were dropped. The second led prosecutors to admit to a reporter that they’d offered to drop charges in exchange for the journalists waiving their right to sue — a likely violation of both the Constitution and attorney ethics rules.
Now, both cases are over, but Griffith was found guilty of failure to disperse and fined $50. That may not sound like much, but the constitutional violation is still significant – journalists are not required to disperse along with protesters because they need to be free to cover the aftermath of protests. Read CityBeat’s coverage here.
What we’re reading
Trump vs. the BBC: What hurdles might the president’s legal argument face? (BBC). Trump “doesn’t care” if he wins the lawsuits he’s filed against newsrooms he doesn’t like, FPF’’sbsky.app/profile/did:plc:sabyz…Advocacy Director Seth Stern told BBC. “The point is to intimidate and punish those he views as critical (of) him.”
When reporting is a crime (Inquest). “Prison journalism should not be illegal. It should not be starved, stifled, or silenced. ... laws need to change.” Readbsky.app/profile/did:plc:yvl5j…Inquest’s article featuring FPF columnist Jeremy Busby’s account of how his own journalism, and that of outside reporters wanting to tell his story, is stifled by prison authorities. And watch our video featuring journalist Daniel Moritz-Rabson discussing the guide to reporting on prisons that he wrote for FPF.
The FCC’s news distortion policy should be rescinded (Protect Democracy). Thanks to our friends atbsky.app/profile/did:plc:4fvbd…Protect Democracy for furthering the fight against Brendan Carr’s censorial FCC. Carr’s selective enforcement of the policy to characterize any coverage Trump doesn’t like as “distortion” shows why the policy shouldn’t exist in the first place.
Larry Wilson: Stop shooting at the press while we do our jobs (Los Angeles Daily News). “Cops are banned from shooting non-violent people with deadly projectiles — whether they’re protesters or journalists. Because it’s illegal,” said First Amendment lawyer Susan Seager.
I tried to deliver aid to Gaza. Israel kidnapped and tortured me (The Nation). Journalist and human rights lawyer Thomas Becker writes about his treatment while detained by Israel. Watch our online discussion last week, in partnership with Defending Rights & Dissent, with three U.S. journalists who reported similar experiences after being abducted from aid flotillas.
Un riassunto completo della vicenda chatcontrol raccontata sul sito di Mullvad
Il #chatcontrol è di nuovo in discussione.. Nel Consiglio dell'UE (gli Stati membri), diversi paesi continuano a lavorare su nuove versioni del disegno di legge. L'ultima bozza, presentata nel novembre 2025, è stata presentata con un branding e una semantica diversi, ma comporterebbe sorveglianza di massa , scansione dei dati privati tramite intelligenza artificiale, obbligo di documento d'identità per l'utilizzo dei servizi di messaggistica e, con un testo legislativo vago, il rischio di una scansione obbligatoria (anche per i servizi con crittografia end-to-end) in futuro.
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@Rosetta_45 sì ma non basta più.
Come ho già scritto da un'altra parte, stavolta hanno passato il limite. Questi hanno riproposto chatcontrol neanche un mese dopo che gli era stato detto chiaro e tondo che non doveva passare. Questi non sono politici, questi sono una recidiva!
Credo che ormai sia giunto il momento di "attaccare".
Dobbiamo fare come gli ucraini che è vero che devono cercare di difendersi disperatamente sulla linea del fronte: loro sanno che al momento devono giocare in difesa e sanno che ai russi non importa il fatto di non vincere tutte le offensive, perché ai russi basta vincerne qualcuna ogni tanto. A questo punto, gli ucraini non resta che far saltare ai russi qualche raffineria, qualche deposito di armi e qualche testa di generale.
Ora mi sembra che sia giunto il momento che i movimenti per la privacy inizino a smettere di giocare in difesa e inizino ad attaccare sul serio questi politici pericolosi, facendo il vuoto intorno a loro, facendo emergere gli scandali che li circondano, sensibilizzando i loro elettorati, spaventando i loro finanziatori e anche producendo materiale satirico che consenta di far emergere quanto sono patetici, incapaci, servi e pericolosi.
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Ulisse
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