Ministero dell'Istruzione
#ScuolaFutura, dal 12 al 15 dicembre, il campus itinerante sull’innovazione didattica promosso dal #MIM farà tappa a #Sanremo con i laboratori nazionali di orientamento dedicati alla musica e alle #STEM.Telegram
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Disney concede a ad OpenAI l’utilizzo di 200 personaggi per generare video
Disney investirà 1 miliardo di dollari in OpenAI e concederà ufficialmente in licenza i suoi personaggi per l’utilizzo nel suo generatore video Sora. L’accordo arriva nel bel mezzo di un acceso dibattito a Hollywood su come il rapido progresso dell’intelligenza artificiale stia cambiando l’industria dell’intrattenimento e incidendo sui diritti dei creatori di contenuti.
In base all’accordo di licenza triennale, gli utenti di Sora potranno creare brevi video per i social media con oltre 200 personaggi degli universi Disney, Marvel, Pixar e Star Wars. Tuttavia, i termini dell’accordo stabiliscono specifiche restrizioni: le immagini e le voci degli attori associati a questi franchise non saranno utilizzate.
Si tratta del passo più significativo di OpenAI verso Hollywood dopo il controverso lancio di Sora e una serie di lamentele sul suo strumento di video generativo. Il servizio si è già trovato al centro di polemiche per possibili violazioni del copyright e per la comparsa di video con personaggi famosi in immagini provocatorie e offensive.
Le immagini razziste di Martin Luther King Jr. e l’uso di Malcolm X, che sua figlia ha definito doloroso e irrispettoso, hanno suscitato particolare polemica, spingendo l’azienda a iniziare a limitare più severamente tali richieste.
Anche la Disney stessa protegge attivamente la propria proprietà intellettuale dall’uso incontrollato nei servizi generativi. In autunno, l’azienda ha presentato una severa richiesta di risarcimento contro Character.AI, accusandola di violazione del copyright a causa di chatbot basati sui personaggi Disney.
Successivamente, secondo pubblicazioni di settore, gli avvocati della Disney hanno chiesto a Google di cessare di utilizzare i personaggi dello studio nei suoi sistemi di intelligenza artificiale. Il nuovo contratto con OpenAI mira a rendere lo sviluppo dei personaggi una questione contrattuale e gestibile.
Bob Iger, CEO di Disney, ha presentato la collaborazione come un modo per combinare le storie riconoscibili dell’azienda con le capacità dell’intelligenza artificiale generativa e ampliare i formati narrativi, preservando al contempo la protezione dei creatori e delle loro opere. Sam Altman, CEO di OpenAI, da parte sua, ha promosso l’accordo come un esempio di come le aziende tecnologiche e l’industria dell’intrattenimento possano costruire una partnership più responsabile, che bilanci l’innovazione con il rispetto del lavoro creativo e delle leggi sul copyright.
Disney non si limiterà a concedere in licenza i personaggi di Sora e diventerà un importante cliente di OpenAI. L’azienda prevede di utilizzare le API di OpenAI per creare nuovi prodotti digitali e strumenti interni, nonché di distribuire ChatGPT ai dipendenti. Una sezione separata di video generati dagli utenti creati in Sora apparirà nel catalogo del servizio Disney+, rafforzando l’integrazione dei video generativi nell’ecosistema della holding multimediale.
L’accordo dimostra come un importante studio e uno sviluppatore di intelligenza artificiale stiano cercando di stabilire nuove regole del gioco in un momento in cui sceneggiatori, attori, artisti degli effetti visivi e altri operatori del mercato protestano contro la sostituzione del lavoro umano con algoritmi e l’uso del loro aspetto e delle loro sembianze senza consenso.
In questo contesto, l’accordo tra Disney e OpenAI sta diventando un banco di prova per verificare se sia possibile conciliare i vantaggi commerciali dell’intelligenza artificiale con reali garanzie per i creatori di contenuti.
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Componenti cinesi nelle auto americane? L’allarme del Congresso per la sicurezza nazionale
@Notizie dall'Italia e dal mondo
La catena globale della produzione automobilistica è ormai diventata un fronte della competizione strategica tra Stati Uniti e Cina. E il messaggio è emerso con chiarezza durante un’audizione della House Select Committee on China, in cui i vertici della
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Dal gas russo al Green Deal, passando per il riarmo: i nodi politici della plenaria di dicembre
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La plenaria del Parlamento europeo che si terrà dal 16 al 18 dicembre si conferma come il passaggio istituzionale più rilevante dell’anno
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Il ruolo decisivo di Israele per l’innovazione tecnologica globale
Il 7 dicembre, parlando a margine dell’incontro con il cancelliere tedesco Friedrich Merz a Gerusalemme, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha espresso una chiara visione circa la dottrina strategica di Tel Aviv rivendicando che in un’epoca di profonda innovazione tecnologica “possiamo guidare questo processo e diventare non una potenza secondaria, ma una potenza primaria”.
Benjamin Netanyahu declares that Israel will have total sovereign control from the Jordan River to the Mediterranean Sea as the nation rises from a secondary power to a primary one.He says Israel is entering a “new age,” claiming the country is on the cusp of an era where… pic.twitter.com/se3Gx1Ennh
— Shadow of Ezra (@ShadowofEzra) December 7, 2025
Netanyahu ha ragione. La prospettiva strategica di Israele è questa ed è proprio il dato della vitalità tecnologica dell’ecosistema dello Stato Ebraico a rendere Tel Aviv così influente agli occhi del campo occidentale e la sua alleanza, molto spesso, irrinunciabile per diversi attori. Molto noti sono i casi del cyber e delle tecnologie ad esse collegate, ben evidenti in occasione dell’operazione condotta a settembre 2024 con i cercapersone esplosivi contro Hezbollah in Libano o della raccolta informativa che ha preparato gli attacchi d’apertura della guerra all’Iran del giugno scorso.
Il boom del cyber di Israele
Uno scenario, questo, molto noto anche in occasione dei diversi scandali di spionaggio che in Occidente hanno riguardato spyware israeliani e che in Italia hanno portato a interrogativi profondi circa la reale sovranità tecnologica del Paese. Israele vede, peraltro, la guerra in cui è stata immersa nel biennio 2023-2025 fungere da abilitatore per ulteriori investimenti: a livello di raccolta di capitali nel settore cyber, nota Security Boulevard, “Israele ha registrato 4,4 miliardi di dollari in 130 round nel 2025, con un aumento del 46% dell’attività di negoziazione su base annua, la sua performance più forte in un decennio di monitoraggio”.
Meno approfondita, se non per le sue ricadute nel “laboratorio Gaza”, è la natura decisiva del ruolo che Israele gioca in campo di intelligenza artificiale e tecnologie ad essa legate. Israele applica con forza le tecnologie del colosso americano del data mining e dell’uso strategico dell’Ia Palantir, il cui Ceo Alex Karp è radicalmente a favore di Tel Aviv. Ma non solo. Anche nel moderno boom dell’Ia generativa di massa c’è una forte mano israeliana.
Si pensi alla società regina dell’Ia per eccellenza, Nvidia. Il colosso di Santa Claraè cresciuto fino a diventare il maggior player della borsa mondiale e l’azienda più capitalizzata della storia finanziaria mondiale per la sua capacità di fornire i chip e le unità computazionali più moderne e potenti agli attori del settore dell’intelligenza artificiale generativa, ottenendo processori più longevi, più dinamici, più strutturati.
Il matrimonio Nvidia-Mellanox
Ebbene, un’acquisizione completata nel 2020 ha contribuito a rendere possibile tutto questo a partire da fine 2022 in avanti: Nvidia comprò infatti l’israeliana Mellanox per quasi 7 miliardi di dollari, integrandola pienamente nel suo ecosistema. Mellanox, fondata dall’israeliano Eyal Waldman e dal 2007 quotata al Nasdaq, realizzava quei sistemi d’interconnessione interni ai data center e tra questi ultimi e i sistemi d’archiviazione fondamentale per accelerare la potenza di calcolo, vero e proprio driver dello sviluppo Ia.
La lunga marcia di Nvidia, oggi l’azienda a cui gli operatori guardano al momento dell’uscita dei conti per capire il futuro del settore IA, non sarebbe stata possibile senza la tecnologia israeliana. Alessandro Aresu, analista di Limes e autore de “Geopolitica dell’intelligenza artificiale”, ricorda su StartMagche spesso nel parlare del gruppo di Jensen Huang ci si scorda che ” circa il 13% dei dipendenti di NVIDIA è in Israele e che spesso la CFO Colette Kress inizia le giornate parlando coi manager israeliani”. La scommessa del colosso di Huang è stata pienamente vinta.
La divisione israeliana di Nvidia, che ha sede a Yokneam in Galilea, macina profitti, come ricorda Calcalistech:
Nell’ultimo trimestrericavi del settore networking sono aumentati del 46% rispetto al trimestre precedente e sono quasi raddoppiati su base annua, raggiungendo i 7,25 miliardi di dollari solo nel secondo trimestre. In altre parole, solo nell’ultimo trimestre, il centro di ricerca e sviluppo istituito grazie all’acquisizione di Mellanox ha generato per Nvidia un fatturato superiore al costo dell’acquisizione stessa
La corsa tecnologica di Israele
Nvidia sta investendo attivamente per espandere la sua presenza israeliana. Il campus di Yokneam sarà espanso e a Sud di Israele Nvidia costruirà un nuovo complesso per il suo laboratorio di ricerca a Beersheba: “Il nuovo sito, situato nel parco tecnologico Gav Yam di Beersheba , si estende su circa 3.000 metri quadrati e dovrebbe essere pienamente operativo entro la fine della prima metà del 2026″, nota il Times of Israelricordando che “nell’ambito dell’espansione, Nvidia sta cercando di assumere centinaia di dipendenti aggiuntivi nella regione meridionale, tra cui sviluppatori di chip, ingegneri hardware e software, architetti, studenti e laureati”.
Un segno del ruolo importante di Tel Aviv per l’innovazione globale, che si manifesta attraversa un’influenza silenziosa ma decisiva nel plasmare le attività di una vera e propria “industria delle industrie” dell’era dell’IA come Nvidia.gisreportsonline.com/r/israel-…
Israele, che investe oltre il 6% del Pil in ricerca e sviluppo ogni anno, profitta poi delle continue porte girevoli tra apparati strategici, industria e start-up che consente di connettere attivamente sviluppo economico, innovazione e sicurezza nazionale e spingere il governo a finanziare i progetti più promettenti. Anche sulla nuova frontiera del calcolo quantistico Israele è ben posizionato: le ciniche parole di Netanyahu sul futuro del Paese nella regione hanno un retroterra reale. Tel Aviv è uno snodo fondamentale per il mercato mondiale della tecnologia. E il suo peso è destinato a aumentare.
Noi di InsideOver ci mettiamo cuore, esperienza e curiosità per raccontare un mondo complesso e in continua evoluzione. Per farlo al meglio, però, abbiamo bisogno di te: dei tuoi suggerimenti, delle tue idee e del tuo supporto. Unisciti a noi, abbonati oggi!
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I conti volano ma Xiaomi tira giù le serrande dei suoi negozi
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Come molte Big Tech americane, pure la cinese Xiaomi razionalizza i costi nonostante abbia conti in costante crescita. A farne le spese oltrehttps://www.startmag.it/innovazione/i-conti-volano-ma-xiaomi-tira-giu-le-serrande-dei-suoi-negozi/
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56 anni fa, la strage di piazza Fontana a Milano. Strage fascista, dove morirono 17 persone e ne vennero ferite 88. Lo stato accusò gli anarchici, arrestarono il ferroviere Giuseppe Pinelli, che guarda caso morì cadendo dalla finestra della questura di Milano. Dissero che si era buttato... Una preghiera per le vittime della stage e per Pinelli, vittima innocente di un omicidio di stato.
La storia della strage di Piazza Fontana: perché cambiò l’Italia
geopop.it/strage-di-piazza-fon…
strage di Piazza Fontana, strage di Stato, strage fascista
12 dicembre, Piazza Fontana, strage di stato: non dimentichiamo
differx.noblogs.org/2025/12/12…
#piazzafontana #stragidistato #ordinenuovo #stragifasciste #stragedistato
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Ecco come Trump vieta agli Stati Usa di legiferare sull’IA
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Nonostante gli Stati Usa stiano agendo in ordine sparso per regolamentare l'IA, Trump ha stabilito che solo il governo può decidere a livello federale, privando quindi i singoli Stati del loro potere di legiferare in materia. Fatti e critiche
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NASA May Have Lost the MAVEN Mars Orbiter
When the orbit of NASA’s Mars Atmosphere and Volatile EvolutioN (MAVEN) spacecraft took it behind the Red Planet on December 6th, ground controllers expected a temporary loss of signal (LoS). Unfortunately, the Deep Space Network hasn’t heard from the science orbiter since. Engineers are currently trying to troubleshoot this issue, but without a sign of life from the stricken spacecraft, there are precious few options.
As noted by [Stephen Clark] over at ArsTechnica this is a pretty big deal. Even though MAVEN was launched in November of 2013, it’s a spring chicken compared to the other Mars orbiters. The two other US orbiters: Mars Reconnaissance Orbiter (MRO) and Mars Odyssey, are significantly older by around a decade. Of the two ESA orbiters, Mars Express and ExoMars, the latter is fairly new (2016) and could at least be a partial backup for MAVEN’s communication relay functionality with the ground-based units, in particular the two active rovers. ExoMars has a less ideal orbit for large data transfers, which would hamper scientific research.
With neither the Chinese nor UAE orbiters capable of serving as a relay, this puts the burden on a potential replacement orbiter, such as the suggested Mars Telecommunications Orbiter, which was cancelled in 2005. Even if contact with MAVEN is restored, it would only have fuel for a few more years. This makes a replacement essential if we wish to keep doing ground-based science missions on Mars, as well as any potential manned missions.
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VERSO LA SEMPLIFICAZIONE DI PRIVACY, CYBERSECURITY E INTELLIGENZA ARTIFICIALE
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Se a breve va in porto il cosiddetto “Omnibus Digitale”, smetteranno di lamentarsi tutti quelli che negli ultimi trent’anni non hanno digerito gli adempimenti in materia di riservatezza dei dati e più
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Trump e la guerra alle leggi AI statali: standard federale o deregulation mascherata?
@Informatica (Italy e non Italy 😁)
Trump annuncia un ordine esecutivo per limitare le leggi statali sull'IA, promettendo uno standard federale che non esiste. Stati come Florida e Minnesota si oppongono. Ecco che c’è da sapere, tra criticità costituzionali e sospetti di
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Cisco fuga i dubbi sui vantaggi dell’autenticazione passwordless
@Informatica (Italy e non Italy 😁)
Cisco fa il punto sulla situazione e promuove a pieni voti l’autenticazione passwordless. Quali sono gli argomenti a favore e cosa è opportuno sapere per prendere una decisione consapevole, tenendo conto anche delle criticità
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Informatica (Italy e non Italy 😁) reshared this.
valigiablu.it/brexit-regno-uni…
verrebbe quasi il sospetto che quando putin e trump pensano che per l'europa sarebbe meglio smantellare la UE non abbiamo a cuore gli interessi europei ma i loro... tipo spartirsi l'europa "alla vecchia maniera", tanto amata sicuramente da putin ma a quanto pare anche dal rivoluzionario e progressivo anti-sistema trump...
Il fallimento della Brexit: perché uscire dall'Europa non conviene - Valigia Blu
Negli ultimi giorni l’Unione Europea è stata presa di mira da Trump, Musk e Putin, in una convergenza politica e retorica che punta a indebolirne la legittimità. Ma l’esperienza della Brexit mostra cosa significa davvero allontanarsi dall’UE.Mattia Marasti (Valigia Blu)
BENIN. Il golpe sventato grazie all’intervento della Francia e dell’Ecowas
@Notizie dall'Italia e dal mondo
Per sventare il tentato golpe in Benin sono intervenute le truppe dell'Ecowas, un'alleanza regionale fedele a Parigi. La Francia non vuole perdere la sua residua influenza in Africa dopo l'avvicinamento a Mosca di Burkina Faso, Mali e Niger
L'articolo BENIN. Il golpe sventato grazie
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OSINT nell'Indagine sull'assalto al Campidoglio degli Stati Uniti
@Privacy Pride
Il post completo di Christian Bernieri è sul suo blog: garantepiracy.it/blog/osint-ca…
Dopo il grande pezzo sugli ecoceronti, Claudia torna a noi per regalarci una nuova perla dedicata all'OSINT. Non è roba da nerd, anzi, è qualcosa che ci appartiene culturalmente e che abbiamo imparato fin dai tempi dell'asilo.
Privacy Pride reshared this.
freezonemagazine.com/articoli/…
Quando il talento incontra lo studio e la passione, allora nascono percorsi artistici dall’alto potenziale di sviluppo. Questo è il caso di Sara Gioielli, pianista e diplomata in canto jazz in quel Sancta Sanctorum che è il conservatorio di San Pietro a Majella di Napoli, straordinaria fucina di artisti e compositori fin dalla sua fondazione […]
L'articolo Sara Gioielli – Gioielli neri proviene da
la guerra è per veri duri, non per stracchini... che ormai significa non riconoscere che la guerra, come ogni attività, è tecnologica, e basata sulle competenze. ma loro pensano che basti stuprare un po' di civili per vincere.
qr.ae/pCgtXz
"Lo storico ha avvertito che se il Cremlino considerasse la sua campagna in Ucraina un successo, gli Stati baltici potrebbero essere il prossimo obiettivo. Ha ricordato le lezioni del passato: dopo la Prima Guerra Mondiale, inglesi e francesi non potevano credere che qualcuno volesse un'altra guerra, e quindi sottovalutarono Hitler.
"Abbiamo assistito a una cosa simile negli anni 2000 <...> Nessuno credeva che qualcuno avrebbe voluto un'altra guerra di terra sul territorio europeo. [Sotto Putin], la pura brutalità del metodo di guerra russo potrebbe benissimo essere riapplicata sul territorio europeo", ha concluso Beevor."
STATI UNITI. L’ICE perseguita i lavoratori. Datori di lavoro e sindacati reagiscono
@Notizie dall'Italia e dal mondo
Quali sono le tattiche che aziende agricole, fabbriche, ristoranti e altri luoghi di lavoro utilizzano per proteggere i dipendenti immigrati dalle incursioni dell'ICE?
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Ministero dell'Istruzione
Ieri, al #MIM, con l’accensione dell’albero di #Natale, alla presenza del Ministro Giuseppe Valditara e del Sottosegretario Paola Frassinetti, si sono conclusi i laboratori di #NextGenArt.Telegram
Non solo Starlink, American Airlines punta ad Amazon Leo per il Wi-Fi a bordo
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Se la rivale Starlink ha già accordi con diverse compagnie aeree per fornire servizi Internet in volo, anche Amazon Leo potrebbe mettere a segno il primo accordo con il vettore American Airlines. Tutti i
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Digital Fights: Digital Lights: Wir kämpfen gegen Handydurchsuchungen bei Geflüchteten
Ma com'è sta storia che il petrolio scende di prezzo e i carburanti aumentano? 🤨🧐😠
Il petrolio chiude in calo a New York a 57,60 dollari al barile - Ultima ora - Ansa.it
ansa.it/sito/notizie/topnews/2…
Journalists warn of silenced sources
From national outlets to college newspapers, reporters are running into the same troubling trend: sources who are afraid to speak to journalists because they worry about retaliation from the federal government.
This fear, and how journalists can respond to it, was the focus of a recent panel discussion hosted by Freedom of the Press Foundation (FPF), the Association of Health Care Journalists, and the Society of Environmental Journalists. Reporters from a range of beats described how the second Trump administration has changed the way people talk to the press, and what journalists do to reassure sources and keep them safe.
youtube.com/embed/rIyRDQFEl4k?…
For journalist Grace Hussain, a solutions correspondent at Sentient Media, this shift became unmistakable when sources who relied on federal funding suddenly backed out of participating in her reporting. “Their concerns were very legitimate,” Hussain said, “It was possible that their funding could get retracted or withdrawn” for speaking to the press.
When Hussain reached out to other reporters, she found that sources’ reluctance to speak to the press for fear of federal retaliation is an increasingly widespread issue that’s already harming news coverage. “There are a lot of stories that are under-covered, and it’s just getting more difficult at this point to do that sort of coverage with the climate that we’re in,” she said.
Lizzy Lawrence, who covers the Food and Drug Administration for Stat, has seen a different but equally unsettling pattern. Lawrence has found that more government sources want to talk about what’s happening in their agencies, but often only if they’re not named. Since Trump returned to office, she said, many sources “would request only to speak on the condition of anonymity, because of fears of being fired.” As a result, her newsroom is relying more on confidential sources, with strict guardrails, like requiring multiple sources to corroborate information.
For ProPublica reporter Sharon Lerner, who’s covered health and the environment across multiple administrations, the heightened fear is impossible to miss. Some longtime sources have cut off communication with her, including one who told her they were falsely suspected of leaking.
And yet, she added, speaking to the press may be one of the last options left for employees trying to expose wrongdoing. “So many of the avenues for federal employees to seek justice or address retaliation have been shut down,” Lerner said.
This chilling effect extends beyond federal agencies. Emily Spatz, editor-in-chief of Northeastern’s independent student newspaper The Huntington News, described how fear spread among international students after federal agents detained Mahmoud Kahlil and Rümeysa Öztürk. Visa revocations of students at Northeastern only deepened the concern.
Students started asking the newspaper to take down previously published op-eds they worried could put them at risk, a step Spatz took after careful consideration. The newsroom ultimately removed six op-eds but posted a public website documenting each removal to preserve transparency.
Even as the paper worked hard to protect sources, many became reluctant to participate in their reporting. One student, for instance, insisted the newspaper remove a photo showing the back of their head, a method the paper had used specifically to avoid identifying sources.
Harlo Holmes, the chief information security officer and director of digital security at FPF, said these patterns mirror what journalists usually experience under authoritarian regimes, but — until now — have not been seen in the United States. Whistleblowing is a “humongously heroic act,” Holmes said, “and it is not always without its repercussions.”
She urged reporters to adopt rigorous threat-modeling practices and to be transparent with sources about the tools and techniques they use to keep them safe. Whether using SecureDrop, Signal, or other encrypted channels, she said journalists should make it easy for sources to find out how to contact them securely. “A little bit of education goes a long way,” she said.
For more on how journalists are working harder than ever to protect vulnerable sources, watch the full event recording here.
Covering immigration in a climate of fear
As the federal government ramps up immigration enforcement, sweeping through cities, detaining citizens and noncitizens, separating families, and carrying out deportations, journalists covering immigration have had to step up their work, too.
Journalists on the immigration beat today are tasked with everything from uncovering government falsehoods to figuring out what their communities need to know and protecting their sources. Recently, Freedom of the Press Foundation (FPF) hosted a conversation with journalists Maritza Félix, the founder and director of Conecta Arizona; Arelis Hernández, a reporter for The Washington Post; and Lam Thuy Vo, an investigative reporter with Documented. They discussed the challenges they face and shared how they report on immigration with humanity and accuracy, while keeping their sources and themselves safe.
youtube.com/embed/OPPo0YzKfnA?…
Immigration reporting has grown a lot more difficult, explained Hernández, as sources increasingly fear retaliation from the government. “I spend a lot of time at the front end explaining, ‘Where will this go? What will it look like?’” Hernández said, describing her process of working with sources to ensure they participate in reporting knowingly and safely. She also outlined her own precautions, from using encrypted devices to carrying protective gear, highlighting just how unsafe conditions have become, even for U.S.-born reporters.
Like Hernández, Félix also emphasized the intense fear and uncertainty many immigrant sources experience. Other sources, however, may be unaware of the possible consequences of speaking to reporters and need to be protected as well. “I think when we’re talking about sources, particularly with immigration, we’re talking about people who are sharing their most vulnerable moments in their life, and I think the way that we treat it is going to be very decisive on their future,” she said.
Journalists who are themselves immigrants must also manage personal risk, Félix said, “but the risk is always going to be there just because of who we are and what we represent in this country.” She pointed to the arrest and deportation of journalist Mario Guevara in Georgia, saying it “made me think that could have been me” before she became a U.S. citizen. She recommended that newsrooms provide security training, mental health resources, and operational protocols for both staff and freelancers.
Both Félix and Vo, who work in newsrooms by and for immigrant communities, emphasized the need for journalists to actively listen to the people they cover. “If you’re trying to serve immigrants, build a listening mechanism, some kind of way of continuing to listen to both leaders in the community, service providers, but also community members,” Vo advised. She also recommended that journalists use risk assessments and threat modeling to plan how to protect themselves and their sources.
Watch the full discussion here.
Tempesta e freddo su 850mila sfollati vittime dello stato genocida di israele.
Rahaf, bimba di otto mesi, morta di freddo a Kahn Younis
differx.noblogs.org/2025/12/11…
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gli USA intendono passare ai raggi x i social di chiunque entri nel loro territorio
differx.noblogs.org/2025/12/11…
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un'opera di Leonora Carrington
March Sunday / Leonora Carrington. 1990
differx.noblogs.org/2025/12/10…
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‘Architects of AI’ Wins Time Person of the Year, Sends Gambling Markets Into a Meltdown#TimePersonoftheYear
Il Portogallo paralizzato dal primo sciopero generale dopo 12 anni
@Notizie dall'Italia e dal mondo
I sindacati portoghesi hanno proclamato lo sciopero contro un piano del governo che faciliterà i licenziamenti ed estenderà la precarietà nel mondo del lavoro
L'articolohttps://pagineesteri.it/2025/12/11/europa/il-portogallo-paralizzato-dal-primo-sciopero-generale-dopo-12-anni/
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Presentazione del libro “E sceglierai la vita. Guerra e pace lungo le strade di Yitzhak Rabin” di Adam Smulevich
@Politica interna, europea e internazionale
11 dicembre 2025, ore 18:00 – Aula Malagodi della Fondazione Luigi Einaudi, roma Oltre all’autore interverranno Piero Fassino, Deputato della Repubblica Fiamma Nirenstein, giornalista
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