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An Introduction to DC Motor Technology


A photo of a brushed motor and brushless motor with a brushless controller board

[Thinking Techie] takes us back to basics in a recent video explaining how magnets, coils, brushed DC motors, and brushless DC motors work. If this is on your “to learn” list, or you just want a refresher, you can watch the video below. It’ll be ten minutes well-spent.

The video covers the whole technology stack behind the humble DC motor in its various incarnations. Starting with basic magnetic effects, it then proceeds through 2-wire brushed DC motors and finally into 3-wire brushless DC motors (BLDC motors).

It’s worth knowing that the 3-wires in a BLDC motor are for three power phases; they are not, as in an RC servo, positive, negative, and signal leads. But, confusingly, the BLDC motors in your PC fans do have positive, negative, and signal pins. But that’s because, like an RC servo, the fans have controllers built into the case.

Thanks to [Keith Olson] for writing in about this one. If you’d like to go deeper into BLDC controller tech, check out Take A Ride Through The Development Of A Custom BLDC Motor Controller and Moteus Open Source BLDC Controller Gets Major Upgrade.

youtube.com/embed/me6034BrwN8?…


hackaday.com/2025/11/16/an-int…



Tor Browser 15.0.1: Risoluzione di Vulnerabilità Critiche e Miglioramenti


Il progetto Tor ha rilasciato Tor Browser 15.0.1, risolvendo le vulnerabilità di sicurezza critiche ereditate da Firefox 140.5.0esr.

Questa versione di manutenzione offre protezioni essenziali agli utenti attenti alla privacy che si affidano alla navigazione anonima.

Novità nella versione 15.0.1


L’aggiornamento include una revisione completa di Firefox 140.5.0esr, che incorpora patch di sicurezza essenziali dall’ultima versione di supporto esteso di Mozilla.

Tor Browser 15.0.1 è ora disponibile nella pagina ufficiale di download e nella directory di distribuzione di Tor Browser.

I miglioramenti principali includono aggiornamenti all’estensione NoScript (versione 13.4) e correzioni che risolvono diversi bug critici che influiscono sulle funzionalità principali.

La versione risolve i problemi di persistenza del livello di zoom, per cui le impostazioni di zoom predefinite vengono inaspettatamente ripristinate al 100%, una frustrazione comune per gli utenti con preferenze di ingrandimento specifiche.

Vulnerabilità di sicurezza corrette


L’aggiornamento include correzioni di sicurezza retroportate da Firefox ESR 145 e risolve otto vulnerabilità documentate identificate nel motore Firefox sottostante.

Si va da difetti ad alto impatto che incidono sul rendering grafico e sulle operazioni WebAssembly a problemi di gravità moderata riguardanti bypass delle policy e gestione della memoria.

Tutte le piattaforme beneficiano dell’aggiornamento dell’estensione NoScript e delle correzioni di bug. Gli utenti Windows, macOS e Linux beneficiano anche dell’integrazione con Firefox 140.5.0esr, con correzioni per il problema che compromette la visibilità del messaggio di aggiornamento nelle pagine about:tor.

Gli utenti Linux possono usufruire in particolare del ripristino dei font Noto CJK, della sostituzione dei font Jigmo meno leggibili e della risoluzione dei problemi di rendering dei font nella finestra di auto aggiornamento.

Gli utenti Android ora beneficiano di una gestione corretta del processo di aggiornamento delle estensioni, che in precedenza non veniva eseguito correttamente sui dispositivi mobili. GeckoView è stato aggiornato alla versione 140.5.0esr per adattarsi alle build desktop.

Il sistema di build ha ricevuto aggiornamenti di manutenzione, tra cui un aggiornamento della versione Go alla 1.24.10 sulle piattaforme Windows, Linux e Android.

I miglioramenti specifici per Android ottimizzano i processi di firma e zipalign, riducendo le operazioni ridondanti durante le build di rilascio.

Gli utenti possono scaricare Tor Browser 15.0.1 direttamente dal sito web ufficiale del Tor Project. Chi riscontra problemi o desidera nuove funzionalità è invitato a inviare feedback tramite il canale dedicato alla segnalazione dei bug sul portale di supporto Tor.

Il changelog completo documenta tutte le modifiche, compresi i miglioramenti al sistema di build interno, garantendo stabilità di manutenzione a lungo termine per il browser incentrato sulla privacy.

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16 anni di Go: un linguaggio di programmazione innovativo e scalabile


Nel novembre 2025, il linguaggio di programmazione Go ha compiuto 16 anni. È stato rilasciato pubblicamente il 10 novembre 2009, come esperimento di Google per creare un linguaggio semplice e veloce per grandi sistemi distribuiti. Oggi è uno strumento chiave per lo sviluppo lato server moderno. L’attuale versione stabile ha raggiunto la versione 1.25.4 di Go, con patch di sicurezza regolari e miglioramenti al runtime e alla libreria standard.

L’idea di Go è nata all’interno di Google con Robert Griesemer, Rob Pike e Ken Thompson. Volevano un linguaggio che si compilasse quasi alla stessa velocità del C, ma che fosse anche simile in usabilità a Python e scalabile a basi di codice di grandi dimensioni e server multithread. Go 1.0 è stato rilasciato nel 2012 con una promessa pubblica: il codice scritto per la prima versione avrebbe continuato a essere sviluppato nelle versioni successive.

La compatibilità è stata effettivamente mantenuta nel corso degli anni, il che distingue significativamente Go da molti concorrenti e riduce i costi di supporto per progetti di lunga durata.

Negli ultimi 16 anni, Go è diventato più di un semplice linguaggio, ma uno standard de facto per le infrastrutture cloud. È alla base di Docker, Kubernetes, Terraform e Prometheus, gli strumenti che alimentano la stragrande maggioranza delle moderne piattaforme cloud e container. Tra il 2015 e il 2018 circa, Go si è affermato come la scelta principale per i microservizi e gli strumenti per container e, entro il 2024, è diventato uno dei linguaggi più utilizzati al mondo, in particolare nei servizi di intelligenza artificiale e nei dispositivi edge. Secondo una ricerca di JetBrains e SlashData, ci sono milioni di sviluppatori Go in tutto il mondo e, in classifiche come TIOBE e GitHub Octoverse, il linguaggio si posiziona costantemente tra i primi 10 ed è uno dei linguaggi open source in più rapida crescita e tra i client API.

Sebbene l’evoluzione del linguaggio sia proceduta senza intoppi, ci sono stati diversi punti di svolta. L’evento più significativo degli ultimi anni è stata l’introduzione dei generici in Go 1.18 nel 2022. Si è trattato del più grande aggiornamento sintattico nella storia del linguaggio, atteso con ansia dagli sviluppatori da molti anni.

Ora è possibile scrivere collection generiche e codice di utilità senza infiniti copia-incolla, mantenendo la semplicità che contraddistingue Go. Le versioni successive si sono concentrate meno sull’aspetto sorprendente e più sul perfezionamento di quanto già esistente. Go 1.22 e Go 1.23 hanno introdotto miglioramenti al compilatore e al linker, ottimizzazioni guidate dal profilo più efficaci, nuovi pacchetti iter e struct, timer e ticker rielaborati e aggiornamenti alle librerie di crittografia e networking, incluso il supporto per Encrypted Client Hello e schemi post-quantistici sperimentali in TLS.

Nel 2025, è stata rilasciata Go 1.25, che ha ulteriormente migliorato l’osservabilità e la containerizzazione: il runtime ora adatta automaticamente il numero di thread ai limiti della CPU, sono state introdotte una garbage collection sperimentale con pause più brevi e una modalità Flight Recorder per il tracciamento continuo con basso overhead, e la libreria standard ha acquisito strumenti per un test del codice simultaneo più pratico e una nuova versione di encoding/json.

Le statistiche della community mostrano che il linguaggio è entrato in una fase matura, ma rimane attraente. JetBrains classifica Go tra i linguaggi più promettenti secondo il Language Promise Index,e Stack Overflow lo classifica tra le tecnologie più “desiderate” e “rispettate”, con gli sviluppatori Go che guadagnano, in media, al di sopra della media del settore. Nel 2024, il team del linguaggio ha assistito a un cambio nella leadership tecnica: dopo l’uscita di Russ Cox, Austin Clements ha assunto il ruolo di responsabile tecnico generale e Cherry Mooy è ora responsabile del core di Go, sebbene la direzione dello sviluppo non sia cambiata. Il team continua a dare priorità alla stabilità, a modifiche accurate e a miglioramenti basati sulla telemetria e sui sondaggi degli utenti.

Nel suo sedicesimo anniversario, Go si presenta come un raro esempio di linguaggio “calmo” che non insegue l’hype, ma rafforza costantemente la sua posizione in aree in cui affidabilità, prevedibilità e facilità di manutenzione sono fondamentali. Per le aziende, questo significa la possibilità di sviluppare sistemi per anni a venire senza continue riscritture, e per gli sviluppatori, significa uno strumento chiaro e comprensibile che non enfatizza funzionalità di tendenza, ma piuttosto garantisce che la programmazione distribuita complessa rimanga un compito gestibile per i team tradizionali.

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Rette RSA e diritto di rivalsa per le spese di spedalità, la Cassazione: Alzheimer e malattie psichiatriche sono a carico del Servizio Sanitario Nazionale


La recente sentenza della Corte Suprema di Cassazione, Sez. I, 14 ottobre 2025, n. 27452, depositata il 14 ottobre 2025, torna ad occuparsi dello spinoso e cruciale tema degli oneri per l’assistenza residenziale (RSA) a carico di pazienti affetti da patologie psichiatriche gravi, come la malattia di Alzheimer. La Corte ha accolto il ricorso principale del cittadino, cassando la decisione di appello del Tribunale di Milano, e ha riaffermato che le prestazioni socio-sanitarie ad elevata integrazione sanitaria, specialmente quelle relative all’Alzheimer, sono interamente a carico del Servizio Sanitario Nazionale (SSN), escludendo il diritto di rivalsa da parte degli enti locali.

La pronuncia, che si uniforma a quanto più volte esplicitato dalla Suprema Corte, offre meticolosa ricostruzione della normativa sul diritto di rivalsa e ripercorre i criteri per la distinzione tra prestazioni puramente assistenziali e quelle che, pur essendo di per sé socio-sassistenziali, per esser inscindibili dalla componente sanitaria, sono assorbite e finanziate del Sistema Sanitario. E come tali non soggetti a rivalsa degli Enti erogatori.

Il Contesto del Contenzioso


Il caso nasce dall’opposizione proposta da A.A. contro un’ingiunzione del Comune di Milano per la somma di Euro 171.454,13, richiesta a titolo di rivalsa per le spese di assistenza sostenute per la sig.ra C.C. presso una struttura RSA convenzionata. Il ricorrente, erede del coniuge della degente, eccepiva che il Comune non avesse diritto alla rivalsa, in quanto la prestazione era “di natura sanitaria”, e quindi gratuita, perché di competenza del Servizio Sanitario Nazionale.

La Corte d’Appello di Milano aveva accolto parzialmente l’appello del Comune, condannando A.A. al pagamento di una somma ridotta (Euro 38.872,73), reputando che si trattasse di prestazioni di “natura socio-assistenziale”, come emerso dalle cartelle cliniche, posto che le attività che riceveva (riabilitazione e quant’altro di socioriabilitativo attivato in struttura) avrebbero fatto propendere l’ago della bilancia a favore della loro natura “sociale”.

La Cassazione ha proceduto, in primis, a una interessante disamina storica dettagliata della normativa che , dai tempi pre repubblicani, regola il riparto degli oneri assistenziali e sanitari.

In origine, il diritto di rivalsa era regolato dall’art. 1 della Legge 3 dicembre 1931, n. 1580, che consentiva alle Amministrazioni di ospedali, comuni o manicomi pubblici di ottenere il rimborso delle spese di spedalità o manicomiali da ricoverati non indigenti, dai loro eredi o dai congiunti tenuti agli alimenti.

Tuttavia, l’istituzione del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) con la Legge n. 833 del 1978 ha introdotto il principio della gratuità delle prestazioni sanitarie per tutti i cittadini. Questo ha ristretto l’applicabilità della rivalsa ai soli interventi “socio-assistenziali non immediatamente e prevalentemente diretti alla tutela della salute del cittadino”.

Le tutele sociosanitarie per i malati psichiatrici


La decisione è interessante anche per un ulteriore aspetto, spesso non chiaro alle Amministrazioni della presa in carico: spese relative a pazienti affetti da gravi disturbi cognitivi e psichiatrici sono interamente a carico del SSN, laddove non erogabili se non nel setting residenziale.

Il principio richiamato vale sia per le neuropatologie cronico degenerative quali la malattia di Alzheimer, ma più in generale (ed è l’elemento interessante della pronuncia), di malattie psichiatriche.

Ecco quanto afferma la Corte:

“Risulta dirimente anche, ai fini della individuazione della prestazione tra quelle di rilievo sanitario, la circostanza che non si tratti di una mera attività di sorveglianza e di assistenza, ma di un trattamento farmacologico somministrato in struttura residenziale protetta, in favore di un soggetto affetto da grave patologia psichiatrica (Cass. n. 22776 del 2016). Di qui la deduzione per cui deve ritenersi che le attività assistenziali dirette in via prevalente alla tutela della salute del cittadino siano a totale carico del Servizio sanitario e che rimangano escluse le ipotesi, indubbiamente residuali, in cui vengano somministrate prestazione di natura esclusivamente assistenziale (Cass., sez. L. 9/11/2016, n 22776).”


La Cassazione, quindi, ribadisce l’ulteriore criterio per la difficile distinzione: la personalizzazione delle cure in un unico Piano Terapeutico:

Inoltre, si è sottolineato che la prestazione sanitaria è contraddistinta soprattutto dalla personalizzazione dell’intervento sanitario, che risulta prevalente rispetto ad ogni altro tipo di assistenza, qualora il trattamento terapeutico personalizzato “non può essere somministrato se non congiuntamente alla prestazione socio-assistenziale” (Cass., 29/10/2020, n. 23932; Cass., 28/9/2017, n. 28321 ), la cui inscindibilità comporta “l’ intero e definitivo carico pubblico dei costi” (Cass., 9/11/2016, n 2 2/7/36).”


La Decisione della Cassazione


Nel caso specifico, la sig.ra C.C. era affetta da “deterioramento mentale con rallentamento ideomotorio, atrofia cerebrale con dilatazione del sistema ventricolare”, con diagnosi di “demenza di Alzheimer in soggetto con grave ipoacusia” e demenza grave (punteggio CER 3).

La Suprema Corte ha ritenuto che la motivazione in fatto della Corte d’Appello priva di approfondimento tecnico, che aveva escluso la natura sanitaria delle prestazioni, fosse “meramente apparente”. Il Giudice di merito non aveva infatti accertato se, data la patologia (morbo di Alzheimer), si fosse in presenza di prestazioni sanitarie e non socio-assistenziali, “con conseguente inesistenza del diritto di rivalsa da parte dell’ente territoriale locale”.

Per questi motivi, la Corte accoglie i primi due motivi di ricorso principale (relativi alla violazione della normativa sul diritto di rivalsa e all’omesso esame della Cartella Clinica come fatto decisivo) e cassa la sentenza impugnata, rinviando il caso alla Corte d’Appello di Milano, in diversa composizione, affinché proceda ad una nuova valutazione basata sui principi di diritto stabiliti.

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Riflessioni sul fine vita – Aspetti etici e giuridici, convegno a Campobasso


Riflessioni sul fine vita – Aspetti etici e giuridici


📍Sala Alphaville, Via Enrico Muricchio 1 – Campobasso
🗓Venerdì 28 novembre 2025
🕔Ore 17:00


La Cellula Coscioni Molise, con il patrocinio del Comune di Campobasso e dell’Ordine degli Psicologi del Molise, organizza un convegno per affrontare i diversi aspetti – giuridici, etici, psicologici e clinici – legati al fine vita e alla libertà di autodeterminazione.

Un appuntamento importante per aprire un confronto pubblico sul tema, con testimonianze di attivisti, esperti e rappresentanti istituzionali.

Intervengono:


  • Viviana Mastrobuoni, Coordinatrice Cellula Coscioni Molise
  • Mariano Flocco, Hospice e cure palliative ASReM
  • Alessandra Ruberto, Psicologa, Presidente Ordine degli Psicologi del Molise
  • Stefano Massoli, membro di giunta dell’Associazione Luca Coscioni e marito di Laura Santi, Consigliera Generale di Associazione Luca Coscioni e giornalista, prima persona in Umbria ad accedere alla morte medicalmente assistita
  • Vincenzo Boncristiano, Avvocato
  • Alessandra Salvatore, Consigliera Regione Molise

L’evento è gratuito e aperto a tutte e tutti.Per informazioni: cellulamolise@associazionelucacoscioni.it

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Testamento Biologico: Cos’è e come si fa – Incontro informativo a Lodi


📍Sede CGIL – Via Lodivecchio 31, Lodi
🗓Sabato 29 novembre 2025
🕚Ore 11:00


La Cellula Coscioni di Lodi e la CGIL di Lodi organizzano un incontro informativo dedicato al Testamento Biologico (Disposizioni Anticipate di Trattamento – DAT), per spiegare in modo semplice e accessibile cos’è, come si redige e come si deposita.

Intervengono:

  • Antonio Altrocchi, Coordinatore della Cellula Coscioni di Lodi e provincia
  • Eliana Schiadà, Segretaria generale della CGIL di Lodi

Per informazioni:
cellulalodi@associazionelucacoscioni.it cdltlodi@cgil.lombardia.it

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“Lasciatemi morire ridendo” a Perugia – Proiezione e dibattito con Stefano Massoli


📍Cinema Méliès, Via della Viola 1 – Perugia
🗓 Sabato 15 novembre 2025
🕕Ore 18:00


La Cellula Coscioni di Perugia invita alla proiezione del film dedicato alla storia di Stefano Gheller, Lasciatemi morire ridendo, primo cittadino veneto ad ottenere il via libera per l’aiuto medico alla morte volontaria.

Al termine della proiezione seguirà un dibattito pubblico con:

  • Stefano Massoli, membro di giunta dell’Associazione Luca Coscioni e marito di Laura Santi, Consigliera Generale di Associazione Luca Coscioni e giornalista, prima persona in Umbria ad accedere alla morte medicalmente assistita.
  • Prof.ssa Alessandra Pioggia, Dipartimento di Scienze Politiche – Università degli Studi di Perugia
  • Dr. Maurizio Di Masi, ricercatore – Università degli Studi di Perugia

L’appuntamento è un’occasione per riflettere sui diritti ancora negati nel fine vita e sull’urgenza di garantire piena libertà di scelta alle persone in condizioni di sofferenza estrema.

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“Lasciatemi morire ridendo” – Proiezione e dibattito a Firenze con la Cellula Coscioni


📍Cinema Astra, Piazza Cesare Beccaria 9– Firenze
🗓Martedì 18 novembre 2025
🕣Ore 20:30


La Cellula Coscioni di Firenze invita alla proiezione del documentario Lasciatemi morire ridendo, diretto da Massimiliano Fumagalli e prodotto da Mescalito Film, che racconta la storia di Stefano Gheller, primo cittadino veneto ad aver ottenuto il via libera all’aiuto medico alla morte volontaria.

Dopo la proiezione, seguirà un dibattito con la partecipazione di:

  • Felicetta Maltese – Coordinatrice Cellula Coscioni Firenze
  • Gianni Baldini – Professore associato di diritto privato e docente di biodiritto
  • Enrico Sostegni – ex Presidente Commissione Sanità e Politiche Sociali, Regione Toscana
  • Alfredo Zuppiroli – ex Presidente Commissione Bioetica, Regione Toscana

Sarà l’occazione per stimolare una riflessione pubblica sui diritti negati nel fine vita e sull’urgenza di garantire libertà di scelta a tutte e tutti.

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Supersized Calculator Brings the Whole Intel 4000 Gang Together


Though mobile devices and Apple Silicon have seen ARM-64 explode across the world, there’s still decent odds you’re reading this on a device with an x86 processor — the direct descendant of the world’s first civilian microprocessor, the Intel 4004. The 4004 wasn’t much good on its own, however, which is why [Klaus Scheffler] and [Lajos Kintli] have produced super-sized discrete chips of the 4001 ROM, 4002 RAM, and 4003 shift register to replicate a 1970s calculator at 10x the size and double the speed, all in time for the 4004’s 50th anniversary.

We featured this project a couple of years back, when it was just a lonely microprocessor. Adding the other MSC-4 series chips enabled the pair to faithfully reproduce the logic of a Busicom 141-PF calculator, the very first to market with Intel’s now-legendary microprocessor. Indeed, this calculator is the raison d’etre for the 4004: Busicom commissioned the whole Micro-Computer System 4-bit (MCS-4) set of chips specifically for this calculator. Only later, once they realized what they had made, did Intel buy the rights back from the Japanese calculator company, and the rest, as they say, is history.

Since its history, it belongs in a museum– and that’s where this giant, FET-based calculator is going. If you happen to be in Solothurn, Switzerland, you’ll be able to see it at a new history of technology exhibit opening at the Enter Museum in 2026. Do check out the write-up and links at 4004.com if you want to learn about this important piece of human history.

The museum-quality hack. Three 4003 shift registers are on the left, with a 4001 ROM above the 4004 CPU in the center, flanked by three 4002 RAM “chips” on the right. Photo by [Klaus Scheffler].We had to specify “first civilian microprocessor” at the start of this article because the US Navy beat them to the punch by a whole year, and kept it secret until 1998. There’s something very 1970s about the fact that top-secret US military technology was reinvented for a Japanese calculator within a year. It honestly makes [Federico Faggin], the man credited with the design, seem no less visionary than when we thought he was first out of the gate.


hackaday.com/2025/11/16/supers…



‘L’investitore di Big Short’ Michael Burry accusa gli iperscaler AI di aumentare artificialmente gli utili

Michael Burry, l’investitore reso famoso da “The Big Short” che ha recentemente ribollito il mercato con una breve scommessa tecnologica, sta accusando alcune delle più grandi aziende tecnologiche americane di utilizzare una contabilità aggressiva per trarre profitto dal boom dell’intelligenza artificiale.

In un post lunedì su X, il fondatore di Scion Asset Management ha affermato che “hyperscalers” —, i principali fornitori di infrastrutture cloud e AI —, stanno sottostimando le spese di ammortamento stimando che i chip avranno un ciclo di vita più lungo di quanto sia realistico.

cnbc.com/2025/11/11/big-short-…

@Intelligenza Artificiale



Hackaday Links: November 16, 2025


Hackaday Links Column Banner

We make no claims to be an expert on anything, but we do know that rule number one of working with big, expensive, mission-critical equipment is: Don’t break the big, expensive, mission-critical equipment. Unfortunately, though, that’s just what happened to the Deep Space Network’s 70-meter dish antenna at Goldstone, California. NASA announced the outage this week, but the accident that damaged the dish occurred much earlier, in mid-September. DSS-14, as the antenna is known, is a vital part of the Deep Space Network, which uses huge antennas at three sites (Goldstone, Madrid, and Canberra) to stay in touch with satellites and probes from the Moon to the edge of the solar system. The three sites are located roughly 120 degrees apart on the globe, which gives the network full coverage of the sky regardless of the local time.

Losing the “Mars Antenna,” as DSS-14 is informally known, is a blow to the DSN, a network that was already stretched to the limit of its capabilities, and is likely to be further challenged as the race back to the Moon heats up. As for the cause of the accident, NASA explains that the antenna was “over-rotated, causing stress on the cabling and piping in the center of the structure.” It’s not clear which axis was over-rotated, but based on some specs we found that say the azimuth travel range is ±265 degrees “from wrap center,” we suspect it was the vertical axis in the base. It sounds like the azimuth went past that limit, which wrapped the swags of cables and hoses that run the antenna tightly, causing the damage. We’d have thought there would be a physical stop of some sort to prevent over-rotation, but then again, running a structure that big up against a stop would be very much an “irresistible force, immovable object” scenario. Here’s hoping they can get DSS-14 patched up quickly and back in service.

Speaking of having a bad day on the job, we have to take pity on these Russian engineers for the “demo hell” they went through while revealing the country’s first AI-powered humanoid robot. AIdol, as the bot is known, seemed to struggle from the start, doddering from behind some curtains like a nursing home patient with a couple of nervous-looking fellows flanking it. The bot paused briefly before continuing its drunk-walk, pausing again to deliver a somewhat feeble wave to the crowd before entering the terminal stumble and face-plant part of the demo. The bot’s attendants quickly dragged it away, leaving a pile of parts on the stage while more helpers tried — and failed — to deploy a curtain to hide the scene. It was a pretty sad scene to behold, made worse by the choice of walk-out music (Bill Conti’s iconic “Gonna Fly Now,” better known as the theme from Rocky).

youtube.com/embed/LyfCLRkXKYs?…

We just noticed that pretty much everything we have to write about this week has a “bad day at work” vibe to it, so to continue on with that theme, witness this absolutely disgusting restoration of a GPU that spent way too many years in a smoker’s house. The card, an Asus 9800GT Matrix, is from 2008, so it may have spent the last 17 years getting caked with tar and nicotine, along with a fair amount of dust and perhaps cat hair, from the look of it. Having spent way too much time cleaning TVs similarly caked with grossness most foul, we couldn’t stomach watching the video of the restoration process, but it’s available in the article if you dare.

And the final entry in our “So you think your job sucks?” roundup, behold the poor saps who have to generate training data for AI-powered domestic robots. The story details the travails of Naveen Kumar, who spends his workday on simple chores such as folding towels, with the twist of doing it with a GoPro strapped to his forehead to capture all the action. The videos are then sent to a U.S. client, who uses them to develop a training model so that humanoid robots can eventually copy the surprisingly complex physical movements needed to perform such a mundane task. Training a robot is all well and good, but how about training them how to move around inside a house made for humans? That’s where it gets really creepy, as an AI startup has partnered with a big real estate company to share video footage captured from those “walk-through” videos real estate agents are so fond of. So if your house has recently been on the market, there’s a non-zero chance that it’s being used to train an army of domestic robots.

And finally, we guess this one fits the rough-day-at-work theme, but only if your job is being a European astronaut, who may someday be chowing down on protein powder made from their own urine. The product is known as Solein — sorry, but have they never seen the movie Soylent Green? — and is made via a gas fermentation process using microbes, electricity, and air. The Earth-based process uses ammonia as a nitrogen source, but in orbit or on long-duration deep-space missions, urea harvested from astronaut pee would be used instead. There’s no word on what Solein tastes like, but from the look of it, and considering the source, we’d be a bit reluctant to dig in.


hackaday.com/2025/11/16/hackad…



Capita anche a voi che vi arrivino richieste di follow, cliccate sul nome per leggere il profilo e vi trovate sulla pagina "errore 404" dell'istanza di provenienza di quell'utente?





De Cataldo torna in libreria con ‘Una storia sbagliata’


@Giornalismo e disordine informativo
articolo21.org/2025/11/de-cata…
Un intreccio tra il noir di denuncia e la memoria storica degli anni ’70: un periodo segnato dal terrorismo e culminato nel rapimento Moro. La storia, quella ufficiale, è sbagliata, distorta e in contrasto con




Perché Epstein è un guaio serio per Trump


@Giornalismo e disordine informativo
articolo21.org/2025/11/perche-…
Se vi aspettate che dai “file” su Epstein emerga una foto o un video di Trump che fa sesso co una minorenne vi sbagliate, non accadrà. Ma se vi aspettate che Trump riesca con diversivi e minacce a uscire indenne anche da questo scandalo vi



In un paese normale, davanti ad un partito che organizza una manifestazione in auto per protestare contro le piste ciclabili, uno si domanderebbe "ma che problemi hanno?".

Qui sali nei sondaggi...



Pidgin


C'è ancora qualcuno che usa Pidgin, il programmino per chattare in stile retrò?


Due saggi definiscono come terminus a quo il biennio 1967-1968 per cominciare a determinare una connessione tra fotografia e arte adrianomaini.altervista.org/du…

in reply to Informa Pirata

non voglio essere quello che rompe le palle a tutti i costi, e tu puoi legittimamente rispondere "se non ti piace passa oltre", ma davvero abbiamo bisogno di "articoli" scritti così?
Dai, non contribuiamo alla linea piatta della rete...

Informa Pirata reshared this.

in reply to invernomuto

@invernomuto AHAHAH! Capisco perfettamente! L'articolo è scritto con il culo (di una IA) 🤣

Però attenzione perché in realtà il blog "Ora Basta" di Giuseppe Liturri (quello linkato sopra è solo la distillazione della sezione tecnologica fatta da StartMag) è una bellissima rassegna stampa internazionale di articoli quasi sempre sotto paywall



Informatica nella scuola: ci siamo … quasi

L'articolo proviene da #StartMag e viene ricondiviso sulla comunità Lemmy @Informatica (Italy e non Italy 😁)
Il via libera dal Consiglio di Stato apre una nuova fase per la scuola italiana: ora la vera sfida è costruire in dieci anni una classe docente preparata a insegnare davvero l’informatica. La riflessione del prof. Enrico Nardelli, università di Roma


in reply to Antonio Rotelli

@Antonio Rotelli in passato me ne sono arrivate due, palesemente false, italiano approssimativo, origine apparente delle email negli Stati Uniti. Per nostra fortuna la nostra lingua è piuttosto complessa, femminili, maschili, neutri, una sfilza di articoli determinativi e indeterminativi, le H che non si sa mai dove metterle. Basta analizzare il testo ed avere anche solo un'infarinatura di grammatica (che teoricamente dovremmo avere tutti, anche se guardando i social ne dubito fortemente) per accorgersi che sono fake.


Gli agenti AI sono realmente intelligenti?

L'articolo proviene da #StartMag e viene ricondiviso sulla comunità Lemmy @Informatica (Italy e non Italy 😁)
Anche una semplice operazione come prenotare un pranzo o una cena al ristorante rischia di mandare in tilt gli agenti AI sviluppati per affiancarci (sostituirci?) nella maggior parte dei compiti. Sono risultati di un test che dovrebbero far

in reply to Informa Pirata

sarebbe divertente se in fyturo i ristiratori creassero dei menù specifici per l'IA, tipo:
- pasta e sugo 16 euro
- pasta e sugo con foglia di basilico 16 euro
- pasta con il sugo 15 euro
- pasta con passata di pomodoro 30
E così via.
Immagini l'agente ia che sbarella a chiedere una pasta e sugo 🤣


Oggi, 16 novembre, nel 1922, il discorso di Mussolini alla Camera: "Potevo fare di questa aula sorda e grigia un bivacco di manipoli"


La mattina del 28 ottobre, migliaia di squadristi fascisti, calcolati in circa 26.000, provenienti per lo più dalla Toscana e dall'Italia centro-settentrionale, si radunarono nei pressi di Roma, pronti a marciare sulla Capitale.
Vestiti con camicie nere e scarsamente armati ed equipaggiati, erano convinti di essere protagonisti di un'epopea nazionale destinata a rovesciare il governo e a instaurare un nuovo ordine politico. In realtà la "marcia su Roma" non era intesa da Mussolini che l'aveva promossa come una battaglia, ma come una dimostrazione di potenza.

Il 16 novembre Benito Mussolini tenne un discorso alla Camera dei Deputati, il suo primo discorso da Primo Ministro.
Dopo essere stato incaricato di formare un nuovo governo, prese la parola per presentare i suoi ministri. Si mostrò arrogante e affermò che avrebbe potuto chiudere il Parlamento e formare un governo composto solo da fascisti. Ma aveva deciso di non farlo, almeno non subito.
Affermò inoltre che la "rivoluzione delle camicie nere" era sua, da proteggere e ampliare. Una frase celebre del suo discorso fu: "Avrei potuto trasformare questa stanza silenziosa e grigia in un bivacco di squadristi" (leggi il discorso qui:it.wikisource.org/wiki/Italia_… )
Il suo atteggiamento e il suo modo di parlare mostravano una mancanza di rispetto per il Parlamento.
Dopo il suo discorso, il leader socialista Filippo Turati rispose con un testo intitolato "Il Parlamento è morto", criticando Mussolini e la sua visione per l'Italia.

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#16novembre1922

@Storia

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Un'immagine in bianco e nero mostra un ampio interno con diverse file di uomini seduti a tavoli. In primo piano e nelle file successive, si vedono uomini vestiti con abiti scuri, la maggior parte con gilet e cravatte. In alcune file, gli uomini guardano in avanti. A una distanza maggiore, c'è una fila di uomini che guardano in avanti. Sul tavolo più vicino, sono posizionati molti oggetti che sembrano essere vasi o trofei. Sul tavolo più lontano sono posizionati alcuni documenti.

Alt-text: L'immagine in bianco e nero mostra un ampio interno con diversi file di uomini seduti a tavoli. Gli uomini sono vestiti con abiti scuri. Molti oggetti sembrano essere vasi o trofei sul tavolo più vicino, mentre alcuni documenti sono sul tavolo più lontano. Gli uomini appaiono impegnati in una discussione o riunione formale.

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“Il dono del Santo Padre è un segno tangibile del suo desiderio di aiutare i vescovi del Canada a camminare accanto ai popoli indigeni in uno spirito di riconciliazione durante l’Anno giubilare della speranza e oltre”. Lo ha detto mons.


Servizi pubblici, tutte le sinergie fra PagoPa e comuni

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È stato intronizzato oggi, nella cattedrale di Blaj, in Romania, S.B. Claudiu-Lucian Pop, nuovo arcivescovo maggiore della Chiesa romena unita con Roma, greco-cattolica. Alla messa solenne hanno preso parte il card.


Ho scoperto che #AIMP ha un tag editor che ti permette di caricare anche un'immagine.

Adesso la mia vita non avrà più senso finché non avrò messo le copertine degli album di provenienza a tutti i miei mp3.

😍

#AIMP



Does anybody know how to change the mp3 tags that are displayed by AIMP?

In the image below I'd like to see the "date" tag ("1982") instead of the "album" tag ("Collezione").

#AIMP

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La reliquia del Preziosissimo Sangue di Nostro Signore Gesù Cristo lascerà la città di Mantova per la prima volta nella storia per giungere a Roma dove sarà accolta e venerata dal 17 al 25 novembre nel santuario di San Salvatore in Lauro, nel cuore d…


In vista della Giornata mondiale e del Giubileo dei poveri, l’economista e saggista Luigino Bruni, coordinatore della Scuola di Economia Civile e tra i principali interpreti dell’“economia di comunione”, riflette sulla complessità del tema.


The newly sequenced RNA is 25,000 years older than the previous record-holder, opening a new window into genetic evolution and revealing a surprise about a famous mammoth mummy.#TheAbstract


Scientists Make Genetic Breakthrough with 39,000-Year-Old Mammoth RNA


Welcome back to the Abstract! These are the studies this week that reached back through time, flooded the zone, counted the stars, scored science goals, and topped it all off with a ten-course meal.

First, scientists make a major breakthrough thanks to a very cute mammoth mummy. Then: the climate case for busy beavers; how to reconnect with 3,000 estranged siblings; this is your brain on football; and last, what Queen Elizabeth II had for lunch on February 20, 1957.

As always, for more of my work, check out my book First Contact: The Story of Our Obsession with Aliens, or subscribe to my personal newsletter the BeX Files.

The long afterlife of Yuka the mammoth


Mármol Sánchez, Emilio et al. “Ancient RNA expression profiles from the extinct woolly mammoth.” Cell.

Scientists have sequenced RNA—a key ingredient of life as we know it—from the remains of a mammoth that lived 39,000 years ago during the Pleistocene “Ice Age” period, making it by far the oldest RNA on record.

The previous record holder for oldest RNA was sourced from a puppy that lived in Siberia 14,300 years ago. The new study has now pushed that timeline back by an extraordinary 25,000 years, opening a new window into ancient genetics and revealing a surprise about a famous mammoth mummy called Yuka.

“Ancient DNA has revolutionized the study of extinct and extant organisms that lived up to 2 million years ago, enabling the reconstruction of genomes from multiple extinct species, as well as the ecosystems where they once thrived,” said researchers led by Emilio Mármol Sánchez of the Globe Institute in Copenhagen, who completed the study while at Stockholm University.

“However, current DNA sequencing techniques alone cannot directly provide insights into tissue identity, gene expression dynamics, or transcriptional regulation, as these are encoded in the RNA fraction.”

“Here, we report transcriptional profiles from 10 late Pleistocene woolly mammoths,” the team continued. “One of these, dated to be ∼39,000 years old, yielded sufficient detail to recover…the oldest ancient RNA sequences recorded to date.”

DNA, the double-stranded “blueprint” molecule that stores genetic information, is far sturdier than RNA, which is why it can be traced back for millions of years instead of thousands. Single-stranded RNA, a “messenger” molecule that carries out the orders of DNA, is more fragile and rare in the paleontological record.

In addition to proving that RNA can survive much longer than previously known, the team discovered that Yuka—the mammoth that died 39,000 years ago—has been misgendered for years (yes, I realize gender is a social construct that does not apply to extremely dead mammoths, but mis-sexed just doesn’t have the same ring).

Yuka was originally deemed female according to a 2021 study that observed the “presence of skin folds in the genital area compatible with labia vulvae structures in modern elephants and the absence of male-specific muscle structures.” Mármol Sánchez and his colleagues have now overturned this anatomical judgement by probing the genetic remnants of Yuka’s Y chromosome.

In fact, as I write this on Thursday, November 13—a day before the embargo on this study lifts on Friday—Yuka is still listed as female on Wikipedia.

Just a day until you can live your truth, buddy.

In other news…

Leave it to beavers


Burgher, Jesse A. S. et al. “Beaver-related restoration and freshwater climate resilience across western North America.” Restoration Ecology.

Every era has a champion; in our warming world, eager beavers may rise to claim this lofty title.

These enterprising rodents are textbook “ecosystem engineers” that reshape environments with sturdy dams that create biodiverse havens that are resistant to climate change. To better assess the role of beavers in the climate crisis, researchers reviewed the reported behavioral beaver-related restoration (BRR) projects across North America.

“Climate change is projected to impact streamflow patterns in western North America, reducing aquatic habitat quantity and quality and harming native species, but BRR has the potential to ameliorate some of these impacts,” said researchers led by Jesse A. S. Burgher of Washington State University.

The team reports “substantial evidence that BRR increases climate resiliency…by reducing summer water temperatures, increasing water storage, and enhancing floodplain connectivity” while also creating “fire-resistant habitat patches.”

So go forth and get busy, beavers! May we survive this crisis in part through the skin of your teeth.

One big happy stellar family


Boyle, Andrew W. et al. “Lost Sisters Found: TESS and Gaia Reveal a Dissolving Pleiades Complex.” The Astrophysical Journal.

Visible from both the Northern and Southern Hemispheres, the Pleiades is the most widely recognized and culturally significant star cluster in the night sky. While this asterism is defined by a handful of especially radiant stars, known as the Seven Sisters, scientists have now tracked down thousands of other stellar siblings born from the same clutch scattered across some 2,000 light years.
Wide-field shot of Pleiades. Image Antonio Ferretti & Attilio Bruzzone
“We find that the Pleiades constitutes the bound core of a much larger, coeval structure” and “we refer to this structure as the Greater Pleiades Complex,” said researchers led by Andrew W. Boyle of the University of North Carolina at Chapel Hill. “On the basis of uniform ages, coherent space velocities, detailed elemental abundances, and traceback histories, we conclude that most stars in this complex originated from the same giant molecular cloud.”

The work “further cements the Pleiades as a cornerstone of stellar astrophysics” and adds new allure to a cluster that first exploded into the skies during the Cretaceous age. (For more on the Pleiades, check out this piece I wrote earlier this year about the deep roots of its lore).

Getting inside your head(er)


Zamorano, Francisco et al. “Brain Mechanisms across the Spectrum of Engagement in Football Fans: A Functional Neuroimaging Study.” Radiology.

Scientists have peered into a place I would never dare to visit—the minds of football fans during high-stakes plays. To tap into the neural side of fanaticism, researchers enlisted 60 healthy male fans from the ages of 20 to 45 to witness dozens of goal sequences from matches involving their favorite teams, rival teams, and “neutral” teams while their brains were scanned by an fMRI machine.

The participants were rated according to a “Football Supporters Fanaticism Scale (FSFS)” with criteria like “violent thought and/or action tendencies” and “institutional belonging and/or identification.” The scale divided the group up into 38 casual spectators, 19 committed fans, and four deranged fanatics (adjectives are mine for flourish).
Rendering of the negative effect of significant defeat. Image: Radiological Society of North America (RSNA)
“Our key findings revealed that scoring against rivals activated the reward system…while conceding to rivals triggered the mentalization network and inhibited the dorsal anterior cingulate cortex (dACC)”—a region responsible for cognitive control and decision-making—said researchers led by Francisco Zamorano of the Universidad San Sebastián in Chile. “Higher Football Supporters Fanaticism Scale scores correlated with reduced dACC activation during defeats, suggesting impaired emotional regulation in highly engaged fans.”

In other words, it is now scientifically confirmed that football fanatics are Messi bitches who love drama.

Diplomacy served up fresh


Cabral, Óscar et al “Power for dinner. Culinary diplomacy and geopolitical aspects in Portuguese diplomatic tables (1910-2023).”

We’ll close, as all things should, with a century of fine Portuguese dining. In yet another edition of “yes, this can be a job,” researchers collected 457 menus served at various diplomatic meals in Portugal from 1910 to 2023 to probe “how Portuguese gastronomic culture has been leveraged as a culinary diplomacy and geopolitical rapprochement strategy.”

As a lover of both food and geopolitical bureaucracy, this study really hit the spot. Highlights include a 1957 “regional lunch” for Queen Elizabeth II that aimed to channel “Portugality” through dishes like lobster and fruit tarts from the cities of Peniche and Alcobaça. The study is also filled with amazing asides like “the inclusion of imperial ice cream in the European Free Trade Association official luncheon (ID45, 1960) seems to transmit a sense of geopolitical greatness and vast governing capacity.” Ice cream just tastes so much better when it’s a symbol of international power.
Menu of the “Luncheon in honour of her Majesty Queen Elizabeth II and his Royal Highness the Duke of Edinburgh” held in Alcobaça (Portugal) on February 20th, 1957. Image: Cabral et al., 2025.
The team also unearthed a possible faux pas: Indian president Ramaswamy Venkataraman, a vegetarian who was raised Hindu, was served roast beef in 1990. In a footnote, Cabral and his colleagues concluded that “further investigation is deemed necessary to understand the context of ‘roast beef’ service to the Indian President in 1990.” Talk about juicy gossip!

Thanks for reading! See you next week.




ma è possibile che la seconda pagina di qualsiasi articolo pubblicato su adnkronos non sia dico composta da notizie minori, pubblicità, cose poco serie, ma 100% truffoni, fake... è normale? se tolgo lo spam bloocker sul sito è un delirio ridicolo...



La Giornata Internazionale contro il traffico illecito di beni culturali


Il 14 novembre del 1970 venne elaborata a Parigi la Convenzione universalmente riconosciuta come il primo strumento legislativo sulle misure da adottare per interdire e impedire gli illeciti relativi all’importazione, all’esportazione e al trasferimento di proprietà dei beni culturali.

Nel 2020, a distanza di 50 anni, l’UNESCO indisse, in ricordo di quella data, la Giornata Internazionale contro il traffico illecito di beni culturali col fine di sensibilizzare l’opinione pubblica su un tema ancora oggi di estrema attualità,

In seno alla Giornata Internazionale, The Journal of Cultural Heritage Crime, La Sapienza Università di Roma e Art Crime Project APS hanno organizzato il Convegno di Studi Database e archivi per il contrasto ai crimini contro il patrimonio culturale. L’iniziativa è giunta al terzo appuntamento, dopo aver dato voce nelle precedenti edizioni alle principali istituzioni preposte alla tutela e alla ricerca accademica impegnate, ognuna per le proprie finalità, al contrasto dei fenomeni illeciti contro il patrimonio culturale e, successivamente, ai musei italiani quali presidi impegnati nel quotidiano nella promozione di una cultura della legalità.

Nella giornata presso Sapienza Università di Roma e’ stata la volta dell’incontro tra le istituzioni nazionali ed internazionali impegnate contro il traffico illecito dei beni culturali, gli scavi clandestini e i rischi a cui sono soggetti i luoghi della cultura e la dolorosa dispersione del patrimonio archeologico e culturale, in particolare l’interesse era sui database e gli archivi creati per supportare il lavoro di contrasto al traffico illecito ed ai crimini contro il patrimonio. All’azione fondamentale dei corpi di polizia dedicati alla lotta a tutte le azioni illecite contro il patrimonio, in primis i Carabinieri per la tutela del Patrimonio Culturale, si affianca l’attività delle più importanti organizzazioni internazionali, istituzioni universitarie e centri di ricerca che interverranno illustrando i progetti in corso, aventi come oggetto lo studio scientifico del patrimonio disperso, i materiali provenienti da sequestro, la gestione dei depositi, gli studi sulla provenienza e sull’autenticità dei manufatti che entrano nelle collezioni museali.

Nel corso della giornata e’ stato conferito il Premio ‘Paolo Giorgio Ferri‘, alla sua prima edizione, istituito in memoria del magistrato che ha dedicato la propria vita professionale alla tutela del patrimonio culturale e al contrasto del traffico illecito di beni culturali. Il riconoscimento nasce con l’intento di onorare, con cadenza annuale, personalità che si siano distinte per l’impegno, la competenza e la visione nel campo della protezione dei beni culturali. La scelta di intitolarlo a Paolo Giorgio Ferri, figura centrale nelle politiche italiane di recupero e restituzione, ha voluto ribadire il valore etico e giuridico del suo contributo, che ha ridefinito un modello di cooperazione tra magistratura, forze di polizia e istituzioni museali a livello internazionale. Il premio assegnato in questa occasione rappresenta il simbolo di una continuità ideale tra la memoria e l’attualità del contrasto ai crimini contro il patrimonio.

La Giornata del 14 novembre come un momento di incontro e di scambio di buone pratiche tra tutti gli attori coinvolti nella lotta alla cultura dell’illegalità e del crimine contro il patrimonio, ma anche di riflessione sulle modalità di narrazione e sensibilizzazione dei pubblici verso una sempre più attenta e collaborativa cultura della legalità.

#carabinieriTPC
#ArmadeiCarabinieri
#TUTELAPATRIMONIOCULTURALE

@Attualità, Geopolitica e Satira

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