Alternative a Google Drive (self hosting)
Pensavo di avercela fatta installando Nextcloud ma oggi ho aggiornato alla versione 32 e mi sono trovato tra i piedi un errore legato ad AppAI che non riesco a risolvere senza accesso alla shell (ho un hosting condiviso e ho solo cPanel come strumento di amministrazione). Ho disabilitato quell'app tanto non mi serve e amen.
Fino alla versione 31 di Nextcloud c'era l'app "OCC web" che permetteva di fare qualcosina ma è "deprecated" e non ne esiste una versione per Nextcloud 32
Considerato che tutto quello che mi serve è un repository per i file che vorrei avere sempre con me, dal telefono o da qualunque PC sul pianeta, tipo i codici fiscali miei e di mio figlio, la polizza dell'assicurazione auto, le ultime analisi del sangue, ecc. avete qualche app alternativa a Nextcloud e che possa essere installata e usata senza SSH, così come si usa Wordpress, Mediawiki, ecc.?
In subordine, avete qualche suggerimento per servizi del genere in linea con le policy di chi vuole ridurre la sua dipendenza dalle Big Tech?
Mi serve 1 GB di spazio alla fine, non chissà quanto.
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USA: smantellato mega–sito di phishing responsabile di 10 milioni di dollari di frodi annuali
Il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha annunciato la chiusura di un sito web di phishing utilizzato da truffatori in Myanmar per sottrarre migliaia di dollari alle vittime. Secondo il dipartimento, è stato sequestrato il dominio tickmilleas[.]com, una copia falsa della piattaforma di trading legittima TickMill, attraverso la quale i truffatori convincevano le persone a investire dimostrando investimenti fittizi e “redditizi”.
La risorsa è stata ricondotta a un grande complesso fraudolento, Tai Chang, a Kyaukhat, che le forze dell’ordine internazionali hanno perquisito tre settimane fa. Questo è il terzo dominio associato a Tai Chang che le autorità statunitensi hanno chiuso nell’ambito dell’operazione in corso.
L’FBI ha stabilito che alle vittime sono stati mostrati depositi falsi e rendimenti “aumentati” artificialmente per convincerle a trasferire criptovalute sulla piattaforma fasulla. Sebbene i domini siano stati registrati solo all’inizio di novembre 2025, gli agenti speciali sono riusciti a identificare diverse vittime che avevano già perso somme ingenti. Inoltre, i truffatori hanno invitato le persone a scaricare app correlate e, dopo averle avvisate, alcune di queste sono state rimosse.
Il sito web sequestrato ora presenta un banner delle forze dell’ordine. Le misure statunitensi fanno parte di una campagna più ampia per combattere i centri antifrode nel Sud-est asiatico, che rubano miliardi di dollari agli americani ogni anno. Attraverso la neonata Scam Center Strike Force, l’FBI ha dispiegato agenti a Bangkok, dove stanno collaborando con la Royal Thai Police per smantellare tali centri, tra cui Tai Chang, situato al confine tra Myanmar e Thailandia.
Il complesso di Tai Chang è gestito dal Democratic Karen Benevolent Army (DKBA), un gruppo alleato con il governo militare del Myanmar. A novembre, il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha collegato le attività del DKBA alla criminalità organizzata cinese e ad aziende thailandesi, ora soggette a sanzioni del Tesoro. La Scam Center Strike Force mira a smantellare l’infrastruttura delle reti criminali cinesi e i funzionari in Myanmar, Cambogia e Laos che sono dietro queste organizzazioni.
L’FBI stima che centri fraudolenti simili rubino annualmente agli americani circa 10 miliardi di dollari, principalmente attraverso programmi di macellazione di maiali tramite messaggistica e social media. Nell’ambito dell’operazione Tai Chang, il gruppo ha collaborato anche con Meta*, che ha cancellato circa 2.000 account coinvolti nelle operazioni fraudolente.
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Richiesta articoli per Rizomatica #8 – 2026
La Serbia si solleva: dalla tragedia di Novi Sad alla più vasta mobilitazione contro il potere di Vucic
@Notizie dall'Italia e dal mondo
Dalla pensilina crollata nel 2024 alla protesta di massa: un anno di mobilitazioni studentesche, repressione governativa e crisi di un sistema politico che non regge più il confronto con una nuova
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VIDEO LIBANO. Un anno di violazioni israeliane del cessate il fuoco
@Notizie dall'Italia e dal mondo
Nonostante la tregua, Tel Aviv continua a bombardare il Paese e a pretendere il disarmo di Hezbollah. Intanto l'esercito dello stato ebraico sta costruendo un muro di separazione all'interno del territorio libanese.
L'articolo VIDEO LIBANO. Un anno di violazioni
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Dugin:
"Macron è un idiota totale. Se i Rothschild scelgono questi cretini per il potere, significa che la loro famiglia stessa subirà una rapida degenerazione. Anche tutti gli altri leader europei sono profondamente ritardati. È la tendenza."
https://x.com/AGDugin/status/1997729726363033709
Alexander Dugin su X: "Macron is the total idiot. If Rothschilds choose such cretins for power that means that their family itself undergoes fast degeneration. All other European leaders are also deeply retarded. It is the trend." / X
https://x.com/AGDugin/status/1997729726363033709
imolaoggi.it/2025/12/07/violat…
freezonemagazine.com/news/alla…
Dal 5 dicembre in libreria e nei negozi online Alla ricerca di Charlie Parker – Eredità culturale e storia di un gigante del jazz dello studioso e critico di jazz Franco Bergoglio, pubblicato da Shake Edizioni. Charlie “Bird” Parker è stato così tanto idolatrato e imitato in vita o negli anni
LA SECONDA GUERRA MONDIALE
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Nel periodo bellico altri Servizi vennero istituiti (anche a supporto di alti funzionari dello Stato) e taluni ridimensionati, mutate le dipendenze funzionali.
L'articolo LA SECONDA GUERRA MONDIALE proviene da GIANO NEWS.
#DIFESA
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Modi fa l’indiano con Sanchar Saathi, l’app che avrebbe voluto su tutti gli smartphone
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Il governo indiano ritira improvvisamente l'ordinanza con la quale aveva imposto ai produttori di smartphone l'installazione di una app governativa, Sanchar Saathi. L'India non andrà allo startmag.it/innovazione/india-…
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Alberto Trentini e la Siria ad un anno dalla liberazione al centro della riunione di Articolo 21
@Giornalismo e disordine informativo
articolo21.org/2025/12/alberto…
La riunione di questa mattina di Articolo 21 è stata dedicata ad alcuni temi, alcune
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La Cina è più intelligente degli Usa sull’intelligenza artificiale. Report Ft
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Le differenze di strategia fra Cina e Usa sull'intelligenza artificiale. L'articolo del Financial Times tratto dalla rassegna di Liturri.
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A Touchscreen MIDI Controller For The DIY Set
MIDI controllers are easy to come by these days. Many modern keyboards have USB functionality in this regard, and there are all kinds of pads and gadgets that will spit out MIDI, too. But you might also like to build your own, like this touchscreen design from [Nick Culbertson].
The build takes advantage of a device colloquially called the Cheap Yellow Display. It consists of a 320 x 240 TFT touchscreen combined with a built-in ESP32-WROOM-32, available under the part number ESP32-2432S028R.
[Nick] took this all-in-one device and turned it into a versatile MIDI controller platform. It spits out MIDI data over Bluetooth and has lots of fun modes. There’s a straightforward keyboard, which works just like you’d expect, and a nifty beat sequencer too. There are more creative ideas, too, like the bouncing-ball Zen mode, a physics-based note generator, and an RNG mode. If you liked Electroplankton on the Nintendo DS, you’d probably dig some of these. Files are on GitHub if you want to replicate the build.
These days, off-the-shelf hardware is super capable, so you can whip up a simple MIDI controller really quickly. Video after the break.
youtube.com/embed/ALDQR1RCIdE?…
Classroom non è una piazza! L’insegnante chiede un colloquio con i genitori e scatta il data breach
Fino a che punto per un insegnante è possibile giustificare l’esposizione dei dati degli studenti facendo ricorso alla scusa della “finalità educativa“? Nel provv. n. 583 del 9 ottobre 2025 dell’Autorità Garante per la protezione dei dati personali è affrontato il caso di un reclamo riguardante la pubblicazione all’interno della piattaforma di Google Classroom da parte di un insegnante di alcuni messaggi nei quali erano richiesti colloqui urgenti con i genitori di tre alunni. Rendendo di fatto questi messaggi accessibili non solo agli studenti, ma anche a tutti i genitori.
A fronte delle rimostranze di uno dei genitori, la risposta dell’insegnante è stata “Tutti devono sapere che se si comporteranno come suo figlio, verranno presi provvedimenti seri.”. Vuoi per effetto della terza legge di Newton, ha fatto così seguito un ricorso contro l’Istituto scolastico in cui è stata lamentata una violazione della normativa in materia di protezione dei dati personali.
All’esito della richiesta di informazioni, l’Istituto scolastico ha informato il Garante Privacy di aver provveduto ad annotare l’evento come data breach, alla successiva rimozione del messaggio (entro circa 24 ore) e a dettagliare le circostanze dell’accaduto da cui emerge un errore di valutazione da parte dell’insegnante per non aver valutato il fatto che la comunicazione era stata resa accessibile non solo agli alunni della classe, presenti e verso cui si volevano perseguire finalità educative, ma anche ai genitori degli stessi. I quali, ovviamente, non dovevano venire a conoscenza dei nominativi degli alunni coinvolti.
Inevitabile l’avvio di un procedimento per la contestazione della violazione della liceità del trattamento,
in quanto la pubblicazione, sulla piattaforma Classroom, dei messaggi contenenti informazioni personali relativi al figlio della reclamante e altri due alunni, seppure avvenuta in un’area accessibile solo a genitori degli alunni della classe e non, quindi accessibile a chiunque, ha dato luogo, nel caso di specie, a una comunicazione illecita di dati personali a terzi.
La decisione del Garante Privacy.
Nelle difese, il titolare ha ribadito l’errore da parte dell’insegnante nell’aver inviato, successivamente alla convocazione riservata e individuale, anche il messaggio per mettere a conoscenza tutti gli alunni dei provvedimenti adottati senza avere coscienza del fatto che sarebbe stato accessibile anche a tutti i genitori.
Nel ribadire le regole applicabili al trattamento in ambito pubblico, il Garante Privacy fa prima una ricognizione generale,
Il quadro normativo in materia di protezione dei dati previsto dal Regolamento dispone che il trattamento di dati personali da parte di soggetti pubblici è lecito se necessario “per adempiere un obbligo legale al quale è soggetto il titolare del trattamento” o “per l’esecuzione di un compito di interesse pubblico o connesso all’esercizio di pubblici poteri” (art. 6, paragrafo 1, lett. c) ed e), paragrafi 2 e 3 del Regolamento; art 2-ter del Codice.
dopodiché, esclude che l’aver reso disponibile sulla piattaforma in modo accessibile anche a tutti i genitori i messaggi con i quali venivano richiesti colloqui urgenti ai genitori di tre alunni indicandoli nominalmente possa rientrare entro il perimetro di liceità del trattamento.
Motivo per cui si conferma l’ipotesi di violazione,
Per tali ragioni l’Istituto ha dato luogo, in assenza di idoneo presupposto di liceità, a una comunicazione illecita di dati personali a terzi in violazione degli artt. 5, par. 1, lett. a) e 6, parr. 1, lett. c) ed e), 2 e 3 del Regolamento e 2-ter, commi 1 e 3, del Codice.
e provvede con un ammonimento, tenendo conto delle circostanze del caso.
L’errore che non scusa.
Circa la scusabilità dell’errore da parte dell’insegnante, però, è opportuno svolgere una riflessione più approfondita. Dal momento che quella stabilita dal GDPR è una responsabilità d’organizzazione, il titolare non può sottrarsi dalla stessa indicando una negligenza o un inadempimento da parte di chi agisce sotto la sua autorità. Quel che viene richiesto è infatti la predisposizione di misure (tecniche e organizzative) adeguate (quindi: preventive ed efficaci) rispetto ai rischi del trattamento.
Inoltre, il tema delle comunicazioni scolastiche è già stato affrontato in più occasioni da parte del Garante,
Il diritto–dovere di informare le famiglie sull’attività e sugli avvenimenti della vita scolastica deve essere sempre bilanciato con l’esigenza di tutelare la personalità dei minori. È quindi necessario evitare di inserire, nelle circolari e nelle comunicazioni scolastiche non rivolte a specifici destinatari, dati personali che rendano identificabili, ad es., gli alunni coinvolti in casi di bullismo o destinatari di provvedimenti disciplinari o interessati in altre vicende particolarmente delicate.
tenendo conto della particolare vulnerabilità degli interessati coinvolti.
Misure utili in tal senso sono anche e soprattutto interventi di sensibilizzazione e formazione, così da rendere nn solo edotto il personale che opera di quell’esigenza ineliminabile di tutelare i diritti degli interessati cui provvede il GDPR ma anche del funzionamento della strumentazione in uso (nel caso: Google Classroom). Motivo per cui occorrono interventi concreti e riferiti al contesto.
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Educazione digitale dei bambini: il grande ritardo di adulti e scuola
Secondo Eurostat nel 2023 solo il 55% dei cittadini dell’Unione Europea tra i 16 e i 74 anni possedeva competenze digitali almeno di base, con forti differenze tra paesi: si va da valori intorno all’83% nei Paesi Bassi a circa il 28% in Romania.
Questo significa che quasi metà della popolazione adulta europea non ha gli strumenti minimi per orientarsi online. Mentre bambini e ragazzi crescono immersi in ecosistemi digitali complessi, molti degli adulti responsabili della loro educazione – genitori, insegnanti, istituzioni scolastiche – faticano ancora a comprendere linguaggi, logiche e rischi del digitale, e quindi non riescono a guidarli davvero.
La crisi silenziosa nelle scuole: docenti senza vera pedagogia digitale
Una rassegna sistematica pubblicata nel 2025 su Frontiers in Education ha analizzato oltre venti studi sullo sviluppo professionale in ambito digitale, mostrando che molti programmi di formazione per docenti si concentrano soprattutto sugli aspetti tecnici (come usare una piattaforma o uno strumento) e molto meno su come integrare il digitale nella didattica in modo critico e significativo. La conseguenza è che l’uso delle tecnologie in classe spesso si limita a sostituire il libro o la lavagna, senza trasformare realmente i metodi di insegnamento o sviluppare competenze di cittadinanza digitale negli studenti.
Per le scuole con un’alta percentuale di studenti svantaggiati il problema è ancora più grave: gli insegnanti di questi contesti, che avrebbero più bisogno di supporto, hanno spesso meno accesso a percorsi di sviluppo professionale strutturati e di qualità sul digitale. Si crea così un doppio divario: i ragazzi più esposti ai rischi e alle fragilità sociali sono anche quelli con meno probabilità di incontrare docenti in grado di sostenerli nella navigazione del mondo online.
Genitori smarriti: alfabetizzazione mediatica bassa, responsabilità altissima
Nel 2025 il Department for Science, Innovation and Technology del Regno Unito ha commissionato a Ipsos UK una ricerca qualitativa per capire bisogni e difficoltà dei genitori rispetto ai media digitali dei figli. L’indagine, basata su 15 focus group e 10 interviste in profondità con genitori di bambini tra 7 e 17 anni, descrive adulti consapevoli dei rischi ma spesso disorientati su come affrontarli in modo concreto.
All’inizio molti genitori associavano media literacy quasi solo alla capacità di usare app e dispositivi, non al pensiero critico, alla valutazione delle fonti o alla comprensione delle conseguenze delle azioni online. Solo dopo una definizione più completa del concetto hanno riconosciuto che si tratta anche di aiutare i figli a valutare informazioni, gestire la propria reputazione digitale, tutelare la privacy e costruire relazioni rispettose in rete. Hanno però descritto una sensazione costante di “inseguire” tecnologie e piattaforme sempre nuove, spesso con l’impressione che siano i figli a dover spiegare ai genitori come funzionano gli strumenti che usano ogni giorno.
La stessa ricerca evidenzia una bassa consapevolezza delle risorse esistenti: molti genitori, quando hanno dubbi su sicurezza online, cyberbullismo o contenuti inadatti, si affidano a ricerche veloci su Google o al passaparola, non a materiali strutturati di enti pubblici o programmi educativi dedicati. Le scuole, dal canto loro, offrono talvolta incontri o workshop sulla sicurezza online, ma si tratta di iniziative isolate, non di un percorso continuativo di sostegno alle famiglie.
Ricerche online senza basi e netiquette assente: cosa vedono i bambini a scuola
Fin dalla primaria i bambini ricevono ricerche scolastiche da svolgere online – dal sistema solare ai dinosauri – spesso senza una preparazione specifica su come cercare in sicurezza, valutare una fonte o riconoscere contenuti inaffidabili. Molti docenti riconoscono l’importanza di insegnare abilità di ricerca, ma in pratica queste competenze vengono trasmesse in modo non sistematico e frammentato.
Strumenti come il CRAAP (1. Currency 2. Relevancy 3. Accuracy 4. Authority 5. Purpose.) test (che invita a valutare una fonte in base a attualità, pertinenza, autorità, accuratezza e scopo) sono ampiamente utilizzati in ambito universitario e in alcune scuole, ma raramente entrano in modo strutturato nell’educazione di base. Diverse ricerche hanno mostrato che perfino studenti universitari e professionisti – inclusi storici – tendono a concentrarsi sul contenuto della pagina più che su elementi contestuali critici come l’autore, l’ente responsabile o gli interessi in gioco. Se adulti con alta formazione faticano a orientarsi tra fonti credibili e non, è irrealistico aspettarsi che bambini di otto o dieci anni possano farlo senza una guida esplicita.
Alle medie e alle superiori, gli studenti ricevono account con dominio scolastico su piattaforme come Google Classroom, ma spesso senza una vera “educazione all’uso” che chiarisca le implicazioni etiche, legali e relazionali di questi strumenti. Invece di accompagnarli dentro un ecosistema digitale collaborativo e relativamente protetto – il dominio scolastico usato per documenti, riunioni, presentazioni e lavori condivisi – spesso vengono di fatto lasciati a sperimentare da soli. Parallelamente, molte scuole e classi si appoggiano a gruppi WhatsApp gestiti dai genitori o, talvolta, composti solo da minori per comunicazioni e lavori di gruppo, in spazi che non sono pensati come canali istituzionali, privi di moderazione e tracciabilità, e che espongono inevitabilmente numeri di telefono e altri dati personali.
Analisi recenti sui gruppi WhatsApp scolastici sottolineano rischi concreti: diffusione incontrollata di informazioni, sovrapposizione di piani privati e scolastici, possibilità di conflitti alimentati da fraintendimenti nel linguaggio scritto. Nel frattempo, molti studenti non ricevono una formazione chiara sulla netiquette: non viene spiegato loro che il tono non passa sempre nel testo, che gli screenshot possono circolare a lungo, che la condivisione di immagini altrui richiede consenso, che la comunicazione scritta lascia tracce permanenti.
Curricoli frammentati e quattro grandi ostacoli alla cittadinanza digitale
Numerosi studi sulla digital citizenship education mostrano che, a livello internazionale, una delle criticità più ricorrenti è l’assenza di un curriculum chiaro e progressivo: non è definito in modo condiviso cosa debba saper fare un bambino di otto anni rispetto a ricerca online e sicurezza, o quali competenze di valutazione delle fonti e gestione dei social debba avere un quattordicenne. In mancanza di questi riferimenti, ogni scuola, e spesso ogni docente, costruisce il proprio percorso, con inevitabili lacune e sovrapposizioni per gli studenti.
La letteratura recente individua quattro ostacoli principali che ricorrono nei diversi sistemi scolastici:
- carenza di formazione specifica sulla pedagogia digitale per i docenti
- curricoli di cittadinanza digitale non obbligatori o lasciati alla libera scelta delle scuole
- forti disparità nell’accesso a dispositivi, connessioni e infrastrutture digitali
- resistenze organizzative e mancanza di tempo e supporto per integrare sistematicamente questi temi nella didattica quotidiana
In questo quadro, l’educazione digitale rischia di diventare il “modulo extra” da inserire quando avanza tempo, invece di una lente trasversale con cui leggere e insegnare tutte le discipline.
Oltre lo “schermo cattivo”: conta come, cosa e con chi
Gli studi più recenti sul rapporto tra tempo di schermo e risultati scolastici mostrano un quadro più sfumato rispetto alla narrativa “più schermo = meno apprendimento”. Una ricerca longitudinale canadese, seguita fino al 2023, ha osservato un’associazione tra maggior tempo di schermo nella prima infanzia e punteggi leggermente più bassi in lettura e matematica negli anni successivi, in particolare per l’uso passivo di televisione e video. Gli autori sottolineano però che l’impatto dipende molto dal tipo di contenuto, dal contesto (uso solitario o condiviso con adulti) e dal tempo sottratto ad attività come gioco, lettura e interazione faccia a faccia.
Il punto quindi non è demonizzare lo schermo in sé, ma interrogarsi su come viene usato: un tablet può essere strumento di creatività, esplorazione e apprendimento attivo, oppure semplice intrattenimento passivo che sostituisce esperienze fondamentali per lo sviluppo cognitivo e sociale. Senza adulti in grado di distinguere e di accompagnare i bambini in queste scelte, si resta nella logica dei divieti generici o del “fai tu”.
Divario digitale e giustizia sociale: chi resta indietro resta doppiamente esposto
La letteratura internazionale sul digital divide mette in evidenza come il problema non sia solo la disponibilità di dispositivi e connessioni, ma anche – e soprattutto – la capacità di usarli in modo competente. Bambini che crescono in famiglie a basso reddito hanno in media meno accesso a computer e banda larga a casa, e i loro genitori hanno meno probabilità di possedere competenze digitali sufficienti per assisterli in compiti, ricerche e gestione sicura dei social.
Analisi su dati statunitensi mostrano che le famiglie con redditi alti hanno più spesso più dispositivi e connessioni stabili, mentre una quota significativa di adulti con redditi bassi si affida esclusivamente allo smartphone per l’accesso a Internet. Durante la pandemia, questo si è tradotto in difficoltà concrete nel seguire la didattica a distanza: molti studenti non potevano collegarsi con continuità, non disponevano di uno spazio tranquillo o di un adulto in grado di supportarli con gli strumenti digitali. In pratica, il digitale, invece di ridurre le disuguaglianze, rischia di amplificarle se non è accompagnato da politiche di inclusione e da educazione mirata.
Misinformazione e pensiero critico: la grande assente
Un rapporto della London School of Economics ha analizzato come i curricoli scolastici affrontano misinformazione e alfabetizzazione digitale, mostrando che il pensiero critico spesso viene insegnato in modo astratto, senza affrontare in profondità i meccanismi specifici con cui notizie false e contenuti distorti circolano online. In molte scuole, gli studenti imparano a “fare riassunti” o a “scrivere temi”, ma non a verificare la provenienza di una notizia, a riconoscere titoli manipolativi, o a comprendere il ruolo degli algoritmi nella costruzione del proprio feed.
Ricerche di fondazioni come la Nuffield e il Jubilee Centre nel Regno Unito indicano però che bambini tra i 9 e gli 11 anni possono imparare a riconoscere elementi tipici delle fake news se ricevono un insegnamento esplicito, continuo e integrato nelle diverse materie, non limitato a un progetto isolato. Dove la “news literacy” viene trattata come competenza di base, i ragazzi sviluppano più anticorpi verso contenuti fuorvianti e sono meno vulnerabili a campagne orchestrate di disinformazione.
Tre fronti da muovere insieme: scuola, famiglia, istituzioni
Per evitare che l’educazione digitale resti uno slogan vuoto, servono interventi coordinati su tre livelli. Secondo European Digital Education Content Framework:
- Nella scuola, è necessario un curriculum strutturato e progressivo di cittadinanza digitale, dalla primaria alla secondaria, che includa ricerca online sicura, valutazione critica delle fonti, netiquette, gestione della privacy, rapporto con algoritmi e misinformazione, benessere digitale. Questo curriculum deve essere integrato nelle discipline esistenti (italiano, storia, scienze, lingue), non confinato a qualche ora “speciale” una volta all’anno, e deve poggiare su una formazione continua dei docenti che li supporti sul piano pedagogico, non solo tecnico.
- Per le famiglie, le istituzioni dovrebbero investire in risorse accessibili e concrete – guide, video, sportelli di ascolto, percorsi formativi – che aiutino i genitori a capire come funzionano piattaforme e algoritmi, quali controlli esistono, come parlare con i figli di ciò che fanno online e come leggere i segnali di disagio digitale. I genitori non possono essere lasciati soli tra panico mediatico e tutorial su YouTube: vanno messi in condizione di esercitare davvero il loro ruolo educativo.
- A livello istituzionale, è opportuno ridurre il ricorso a strumenti informali come gruppi WhatsApp per comunicazioni scolastiche e promuovere invece piattaforme pensate per l’uso educativo, con tracciabilità, impostazioni di privacy adeguate e ruoli chiari. Parte dell’educazione digitale dei bambini dovrebbe consistere proprio nell’imparare a usare questi strumenti ufficiali in modo corretto e consapevole, comprendendo differenze tra spazi privati, pubblici e istituzionali.
Un dovere che non possiamo più rimandare
Il quadro che emerge dai dati europei e dalla ricerca internazionale è chiaro: viviamo in società altamente digitalizzate in cui molti adulti non hanno ancora sviluppato competenze adeguate per muoversi, figurarsi per educare altri a farlo. Finché questa realtà non viene affrontata apertamente, continueremo a pretendere che i bambini imparino da soli a stare online, mentre gli adulti che dovrebbero guidarli restano indietro.
Spostare l’attenzione da “Internet non è fatto per i bambini” a “gli adulti non sono ancora pronti a educare nel digitale” è scomodo, ma necessario. Significa riconoscere che l’alfabetizzazione digitale – per docenti, genitori e istituzioni – è ormai una componente essenziale della cittadinanza e dell’educazione di base, non un accessorio tecnologico. Finché questo salto culturale non avverrà, il paradosso resterà intatto: nativi digitali lasciati soli in un ambiente che gli adulti non comprendono abbastanza da insegnare. E questo, al di là dei proclami, è il vero fallimento educativo del nostro tempo.
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Ia, quale sarà il futuro di OpenAi e Nvidia? Report Banca del Fucino
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Ia: bolla o non bolla? Estratto di un approfondimento del centro studi di Banca del Fucino
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Manca poco alla fine del 2025.
Secondo diverse fonti, anche autorevoli in passato, l'IA ci avrebbe già dovuti ridurre a pane acqua, in particolare gli informatici come me.
Un anno fa alcune persone mi dicevano "se fossi in te mi cercherei un altro lavoro, non hai sentito?"; oppure "voi sarete i primi a perdere il lavoro". Eppure, almeno in Europa, eccoci ancora qui, all 99,9% a percepire ancora i nostri stipendi, intoccati.
Se lavorassi nella Silicon Valley probabilmente la penserei diversamente, ma...
Questo ci insegna un po' di cose.
1) che siamo tutti evidentemente manipolati nei nostri pensieri e opinioni, non più dai giornali in sé ma banalmente dal feed di Google che abbiamo sul telefono, che in tantissimi guardiamo al posto delle notizie autorevoli. Il feed inatti non valuta l'autorevolezza delle fonti; ci dà quello che pensa essere più utile a noi e a lui.
2) che chi può dovrebbe liberarsi di Google e delle altre grandi aziende manipolatrici come Facebook, X, Instagram, ecc.
Il processo è lungo e doloroso ma necessario. Non è detto che ci si riesca al 100%, ma qualcosa è sempre meglio di niente.
3) Che la realtà molto spesso supera le fantasie catastrofiste.
4) Che spesso non conta la realtà oggettiva ma l'interpretazione più diffusa di quella realtà oggettiva, anche quando l'interpretazione è errata o superficiale. Questo è un bel problema!
5) Che stiamo alimentando con le nostre abitudini un mondo di informazioni approssimative, che ci danno una risposta semplice su domande che non possono averne, spingendoci a semplificare se prendi più una realtà che è ormai molto complessa.
6) Che è ora di fare colazione o potrei trovare altri punti.
Buona giornata!
#disinformazione #google #disordineinformativo #bigtech #ia #informatica
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Le relazioni Usa-Ue per quelle che sono veramente. Polillo legge la Nss - Formiche.net
Come spesso è capitato in Italia documenti pure importanti, come il National security strategy degli Stati Uniti, sono stati letti ed interpretati indossando gli occhiali della polemica interna.Gianfranco Polillo (Formiche.net)
Lavinia Marchetti cita da un libro di Iain Chambers
Lavinia Marchetti su fb cita dal libro di Iain Chambers:
"Forse, di fronte a uno Stato canaglia che persegue la pulizia etnica con intento di genocidio, rifiuta il diritto internazionale e si considera al di sopra delle risoluzioni delle Nazioni Un...differxdiario
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Stavo leggendo qualcosa relativamente a "DNS over HTTPS".
Da Firefox ci sono tre possibilità, Cloudflare, NextDNS e un provider custom.
Mi piace l'idea di cifrare le richieste DNS da browser ma non vorrei cadere dalla padella alla brace, nel senso che adesso uso i DNS di un provider italiano quindi lato privacy credo di essere sufficientemente protetto e non vorrei finire in mano a un provider straniero che si prende le mie richieste e se le vende.
Cosa ne pensate?
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I server SMTP e POP3 che permettono di cifrare le comunicazioni con TLS ormai sono abbastanza comuni.
Arianna Meloni: «Trump critica l’Europa? Lo dicevamo prima di lui»
alla faccia dell'essere senza carattere.... invece di fare come la polonia la nostra meloni non solo lecca il culo dicendo che trump è un genio e non un imbecille, ma sostiene di essere arrivata alle sue conclusioni prima di lui...
Atreju è il messaggio
@Giornalismo e disordine informativo
articolo21.org/2025/12/atreju-…
La festa intitolata al noto personaggio de “La storia infinita” è un appuntamento che si ripete da diversi anni, sempre sotto l’egida della destra, ora sotto la ditta di Fratelli d’Italia. La novità di quest’anno, però, è il carattere da simil Festival di Sanremo che ne contraddistingue riti e programmi, con
Giornalismo e disordine informativo reshared this.
Natale 2025
torino.ils.org/2025/12/07/nata…
Segnalato dal LUG di #Torino e pubblicato sulla comunità Lemmy @GNU/Linux Italia
Si conclude un ennesimo anno dello Sportello di Assistenza Settimanale, e – come da tradizione – ci concediamo qualche settimana di pausa. L’ultimo giorno del 2025 in cui passare a trovarci sarà mercoledì 17 dicembre, ed il primo
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Carcerati e liberazioni anticipate
@Politica interna, europea e internazionale
L'articolo Carcerati e liberazioni anticipate proviene da Fondazione Luigi Einaudi.
Politica interna, europea e internazionale reshared this.
Vorrei fare un giretto per l'ultimo e mi farebbe piacere avere le previsioni del traffico in autostrada (bollini rossi, bollini neri, quelle cose lì).
Non trovo niente...
È ancora presto o sono io che sono scarso a cercare?
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La dottrina Hegseth. Quattro assi per la pace attraverso la forza
@Notizie dall'Italia e dal mondo
Dal palco della Reagan Library di Simi Valley, il segretario alla Difesa Pete Hegseth ha offerto quello che al Pentagono definiscono, a microfoni spenti, un’anticipazione sostanziale della prossima National Defense Strategy. Un intervento dai tratti politici e strategici, che conferma
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Eccoci qua a rompere le scatole un'altra volta ma sempre per lo stesso motivo: un paese più giusto.
12 dicembre, sciopero generale contro la la finanziaria.
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Una nuova architettura per la difesa multidominio
@Notizie dall'Italia e dal mondo
Lo scorso 27 novembre Roberto Cingolani, amministratore delegato e direttore generale di Leonardo, ha presentato il visionario progetto per uno scudo multidominio per la difesa delle infrastrutture critiche europee contro le minacce ibride in rapida evoluzione. L’inedito “Michelangelo Dome”, nel cui nome riecheggia l’architettura innovativa
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La forza prevale sulla forma
Articolo pubblicato in origine il 19/11/2025 su Transform Italia. di M. Minetti Questa è la traduzione dall’inglese “force over form” (Nunes 2025 p. 100) che costituisce un capitolo nodale del libro di Rodrigo Nunes Né verticale né orizzontale, recentemente tradotto … Continua a leggere→
Costruiamo una supply-chain europea forte con l’Italia alla guida. Parla Recchia
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Il primo dicembre, nella Sala della Ragione, durante la seconda edizione di Rimland (qui le foto dell’evento), il forum dedicato alla geostrategia e alla geoeconomia promosso dalla Rete delle Imprese dell’Aerospazio-Difesa del Lazio (Rial) con il supporto della presidenza del Consiglio comunale di
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Perché Usa e Ue bisticciano sulla multa europea a X di Musk
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Sovranità digitale e libertà di espressione: nuove tensioni tra Stati Uniti e Unione europea dopo la multa a X. Quali sono le differenze fra modelli regolatori te culturali tra America ed Europa. L'analisi di Costantino Del Riccio, esperto di stampa e comunicazione con esperienza trentennale
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iWatch serie 8 GPS - Questo è un post automatico da FediMercatino.it
Prezzo: 130 €
Vendo per passaggio ad altro modello. Perfettamente funzionante. L'ho usato per fare sport quindi presenta normali segni di usura per il tipo di utilizzo. Cinturino blu mezzanotte. Cassa 45. Ricordo che tutti gli iWatch hanno problemi di tanto in tanto nella rilevazione della funzione ECG, bisogna tenere la digital crown ben pulita!
Il Mercatino del Fediverso 💵♻️ reshared this.
SUDAN. Droni delle RSF uccidono 79 civili, tra cui 43 bambini
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La milizia paramilitare è stata responsabile nelle scorse settimane di massacri e stupri di massa nella città di El Fasher (Darfur)
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L’AI aumenta la produttività? Quattro verità scomode spiegano la risposta
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Nonostante la narrativa degli ultimi anni dipinga l’AI come rivoluzionaria, i dati mostrano una realtà più complessa: il 95% dei progetti AI non produce risultati economici misurabili. L’intervento di Gianmarco
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L'articolo è pieno di spunti interessanti e idee per il futuro. Nell'attesa di vedere come andrà a finire, non posso non notare che nel 2021 il 90% dei progetti di innovazione tecnologica non davano ROI misurabile. Forse quello che stiamo osservando a proposito di AI è una caratteristica più generale della trasformazione digitale...
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4ntonio_R
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