Chiude Mr. Deepfakes: il più grande sito di pornografia deepfake sparisce nel nulla
Mr. Deepfakes, la più grande piattaforma online per la distribuzione di pornografia deepfake, ha ufficialmente cessato di esistere. Il messaggio di chiusura viene ora visualizzato nella pagina principale della risorsa. Afferma che un fornitore di servizi ha smesso definitivamente di supportarlo e che la perdita di dati ha reso impossibili ulteriori operazioni. Nella dichiarazione si sottolinea che il sito non ha intenzione di essere rilanciato, che qualsiasi tentativo di utilizzare il suo nome è falso e che il dominio stesso verrà presto rimosso.
Non viene rivelato il nome del provider che ha interrotto la fornitura dei servizi al sito, né i motivi per cui ciò è accaduto. Non ci sono dettagli sulla natura della perdita di dati. L’anonimato del proprietario delle risorse non è stato ancora ufficialmente violato, sebbene nel gennaio 2024 la rivista tedesca Der Spiegel abbia affermato di essere riuscita a identificare l’amministratore come un uomo di 36 anni di Toronto che lavora presso l’ospedale da diversi anni.
Gli esperti che lottano contro la diffusione di immagini intime senza consenso ritengono che la mossa sia una vittoria importante, ma attesa con largo anticipo. Per Hani Farid, professore presso l’Università della California a Berkeley e figura chiave nello studio della manipolazione digitale, questa è solo l’inizio della lotta. Ha osservato che la tecnologia e le piattaforme finanziarie che supportano i Deepfake sono anche responsabili del funzionamento di tali risorse. Chiudere un sito non fermerà l’intero settore: troppi restano nell’ombra. Questo è cosa si nasconde dietro il lato oscuro della tecnologia
L’emergere del fenomeno dei deepfake è iniziato nel 2017 con l’attività di un utente chiamato “deepfakes” su Reddit, che ha pubblicato video in cui i volti di celebrità venivano sostituiti da scene pornografiche. Mr. Deepfake ha rapidamente riempito la nicchia vacante. Il sito non solo accettava i caricamenti degli utenti come un normale sito di hosting porno, ma consentiva anche di ordinare video deepfake da artisti anonimi, il più delle volte in cambio di criptovalute.
Oltre ai contenuti video, la parte più importante del progetto erano i forum. Fu lì che si formò una comunità che perfezionò i metodi per creare deepfake. Gli utenti si sono scambiati strumenti, link a software, algoritmi e set di dati per generare video di scambio di volti. Il risultato di questi sforzi è uno degli strumenti open source più potenti: DeepFaceLab. Uno studio scientifico del 2022 sulla tecnologia deepfake menzionava che lo sviluppo aveva avuto luogo sui forum di Mr. Deepfake (nella pubblicazione il sito era elencato come “Mr. Dpfks”). A seguito di un’indagine giornalistica, il riferimento è stato rimosso.
Nonostante la scomparsa della risorsa, la comunità non si è disintegrata. I suoi partecipanti sono già passati a Telegram, dove continua lo sviluppo, lo scambio di nuovi metodi e la distribuzione di contenuti deepfake. Le app e gli strumenti più popolari promossi tramite Mr. Deepfake continuano a vivere la loro vita. Sono disponibili su diverse piattaforme, compresi gli app store per dispositivi mobili, e perfino grandi aziende come Apple e Google hanno difficoltà a rimuoverli completamente. I social network rimangono piattaforme in cui tali servizi vengono pubblicizzati, aggirando la moderazione.
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Collegarsi a Wi-Fi pubblici? Anche con HTTPS non sei al sicuro! Scopriamolo con questo tutorial
Molte persone credono che accedere esclusivamente a siti HTTPS sia sufficiente per garantire la sicurezza durante la navigazione su reti Wi-Fi non protette. Spoiler: anche questa convinzione è un falso senso di sicurezza.
HTTPS: un passo avanti, ma non infallibile
HTTPS (HyperText Transfer Protocol Secure) utilizza protocolli di crittografia come TLS per proteggere la comunicazione tra il browser e il sito web, garantendo riservatezza e integrità dei dati.
Sebbene HTTPS offra quindi una protezione significativa rispetto a HTTP.
In questo articolo della nostra Rubrica WiFi, mostreremo come questa protezione da sola non è sufficiente soprattutto in ambienti non sicuri come le reti Wi-Fi aperte.
Vulnerabilità persistenti su reti Wi-Fi aperte
Nonostante la crittografia garantita dal protocollo HTTPS, la rete aperta e l’accesso facile alle informazioni da parte degli attaccanti ci espone ad:
- Attacchi Man-in-the-Middle (MitM): Un attaccante può intercettare il traffico tra l’utente e il sito web, potenzialmente reindirizzando l’utente a un sito falso che imita quello legittimo.
- Spoofing DNS e ARP poisoning: Tecniche che permettono a un attaccante di manipolare le risposte DNS o la cache ARP, reindirizzando l’utente verso siti malevoli anche se digitati correttamente.
- Intercettazione dei metadati: Anche se il contenuto delle comunicazioni è crittografato, informazioni come i nomi di dominio visitati (DNS queries) possono essere visibili e utilizzate per profilare l’utente.
Come scritto in diversi articoli gli hacker possono sfruttare diverse tecniche per aggirare o compromettere la protezione HTTPS, tra cui:
- Reindirizzamenti Malevoli
Con tecniche come lo spoofing DNS, l’attaccante modifica le risposte DNS per reindirizzare l’utente verso un sito web falso, che può avere un certificato HTTPS valido o simulato, facendo credere all’utente di essere al sicuro. - Siti HTTPS Falsi (Certificati Contraffatti)
Un attaccante può creare un sito falso con un certificato SSL/TLS valido utilizzando servizi di certificazione automatizzati o persino ottenendo certificati legittimi per domini che assomigliano a quelli reali (es. typo-squatting). L’utente, vedendo il lucchetto verde o l’indicazione HTTPS, può essere indotto a fidarsi del sito contraffatto. - Downgrade dell’HTTPS
Tramite un attacco chiamato SSL stripping, un hacker può forzare una connessione a un sito HTTPS a utilizzare HTTP, compromettendo la crittografia. Questo attacco sfrutta la possibilità che il sito supporti entrambe le versioni del protocollo. - Attacchi ai Certificati di Root
Se un attaccante riesce a compromettere i certificati di root installati sul dispositivo della vittima (ad esempio tramite malware), può creare certificati personalizzati per qualsiasi sito web, rendendo il traffico completamente vulnerabile anche con HTTPS.
La buona notizia
Partiamo col dire che dai nostri test e analisi di alboratioro: uno degli attacchi più insidiosi degli ultimi anni, l’SSL Stripping, è risultato essere molto meno efficace.
Introdotti nel 2009 da Moxie Marlinspike, questo attacco aveva lo scopo di trasformare una connessione sicura HTTPS in una semplice HTTP, privando l’utente della protezione crittografica senza che se ne accorgesse.
In pratica, l’attaccante si inseriva tra il browser e il sito web – un classico attacco man-in-the-middle – intercettando le comunicazioni e modificandole al volo, con la possibilità di leggere e manipolare tutto ciò che passava.
L’introduzione di HSTS
Per contrastare questo tipo di attacco, nel 2012 è stato introdotto il meccanismo HTTP Strict Transport Security (HSTS). Attraverso l’intestazione Strict-Transport-Security, un server può indicare al browser di accedere al sito esclusivamente tramite connessioni HTTPS per un periodo di tempo specificato. Questo impedisce al browser di effettuare richieste HTTP non sicure verso il sito, riducendo significativamente la superficie di attacco per l’SSL Stripping.
Immaginiamo HSTS come un varco elettronico: una barriera digitale che si apre solo se arrivi con i requisiti giusti — in questo caso, una connessione HTTPS. Se tenti di passare con un collegamento HTTP non cifrato, la sbarra rimane abbassata. Niente accesso.
Il sito web comunica al browser, attraverso una semplice intestazione HTTP, una regola precisa:
“Per entrare qui, devi usare solo HTTPS, sempre. Qualsiasi altra via è bloccata.”
Una volta ricevuto quest’ordine, il browser lo memorizza e da quel momento in poi rifiuta qualsiasi connessione non protetta a quel sito. Nemmeno l’utente può forzarlo: il varco resta chiuso a chi non rispetta i requisiti di sicurezza.
Limitazioni e soluzioni
Una limitazione di HSTS è che la sua efficacia dipende dal fatto che l’utente abbia già visitato il sito almeno una volta tramite HTTPS. Per mitigare questo problema, i principali browser mantengono una lista interna di siti “autorizzati” che devono essere contattati solo e sempre via HTTPS già dalla prima visita. È come se quei siti avessero il badge elettronico pre-configurato: l’accesso sicuro è garantito fin da subito.
Tuttavia, questa lista non può includere tutti i siti web esistenti, lasciando una finestra di vulnerabilità per siti non inclusi.
Ecco perché, per i siti che non sono inclusi in quella lista e non configurano HSTS correttamente, la barriera può restare alzata. E in quel caso, un attaccante potrebbe ancora tentare un downgrade, forzando una connessione HTTP con tecniche come SSL Stripping o DNS Spoofing.
Configurazioni errate e rischi residui
Oltre a quanto già detto, le configurazioni errate possono esporre i siti a ulteriori rischi. Ad esempio, se un sito non implementa correttamente HSTS o non è incluso nella lista pre-caricata dei browser, un attaccante potrebbe ancora tentare un attacco di SSL Stripping. È quindi fondamentale che i siti web configurino correttamente HSTS e che gli utenti siano consapevoli dei rischi associati a connessioni non sicure.
HSTS è uno strumento potente, ma non magico. Funziona molto bene ma se si sodisfano i seguenti criteri:
- Il sito lo ha configurato in modo corretto
- Il dominio è presente nella lista pre-caricata del browser
- L’utente non viene intercettato prima della prima connessione sicura
L’adozione di HTTPS e HSTS ha reso gli attacchi di SSL Stripping significativamente meno efficaci. Tuttavia, la sicurezza completa dipende da una corretta configurazione dei server e dalla consapevolezza degli utenti. È essenziale che i siti web implementino HSTS in modo appropriato e che gli utenti prestino attenzione alla sicurezza delle loro connessioni.
Attenzione
La sicurezza completa non esiste, la consapevolezza e conoscenza di questi limiti ci permette di essere meno esposti. Soprattutto su reti aperte come quelle pubbliche o non protette.Gli attaccanti ci hanno mostrato più di una volta di essere molto ingegnosi e di riuscire a trovare sempre un modo di ottenere quello che vogliono. In questi due laboratori vogliamo dare evidenza di due possibili scenari in cui ci potremmo trovare collegandosi ad una rete aperta:
- Un portale fasullo: laboratorio per superare le cifrature l’HTTPS
Laboratorio realizzato grazie a Marco Mazzola - File in chiaro: laboratorio sul degrado della cifratura nei trasferimenti FTP
Laboratorio realizzato grazie a Manuel Roccon
⚠️ Attenzione le informazioni riportate in calce sono a scopo educativo! Non utilizzarle per attività illegali o senza autorizzazione.⚠️
NB: Tutte le simulazione sono svolte in un ambiente di laboratorio, senza coinvolgere reti o utenti reali.
ARP spoofing
Partiamo da un piccolo accenno sull’arp spoofing che useremo in entrambi i laboratori e che viene usata di frequente nelle reti non sicure.
L’ARP spoofing (o ARP poisoning) è una tecnica di attacco informatico che sfrutta le vulnerabilità del protocollo ARP (Address Resolution Protocol) per associare l’indirizzo MAC dell’attaccante all’indirizzo IP di un altro dispositivo sulla stessa rete locale.
In parole semplici, l’attaccante invia messaggi ARP falsificati sulla rete, convincendo gli altri dispositivi (ad esempio, un computer vittima e il router) che l’indirizzo MAC dell’attaccante corrisponde all’indirizzo IP della vittima (o del router).
In breve possiamo vedere nella tabella di arp dispositivo della vittima, prima dell’attacco ARP, il MAC address corretto associato all IP gateway.
Nei sistemi Windows “arp -a” permette di vedere l’attuale tabella arp creata da precedenti comunicazioni con gli hosts.
Una volta iniziato attacco di arp spoofing, questo mac associato all’IP del gateway è stato sostituito con quello dell’attaccante.
D’ora in poi tutto il traffico che la vittima cercherà di inviare al gateway (192.168.0.1) per raggiungere internet, arriverà tutto all’attaccante, che poi tramite forwarding invierà al router originale e viceversa.
La vittima è già sotto attacco e non si sta accorgendo del problema.
Alcune Considerazioni
ARP spoofing è uno degli attacchi per poter eseguire del MiTM.
Un’altra tecnica potrebbe essere quella di usare il DHCP spoofing, inducendo i client a usare differenti configurazioni DHCP da quelle previste, incluso un gateway diverso che può essere controllato dall’attaccante per sniffare e re-indirizzare il traffico.
LAB 1 – Un portale fasullo: laboratorio per superare le cifrature l’HTTPS
In questo laboratorio analizziamo passo dopo passo un attacco Man-in-the-Middle (MITM) condotto su una rete Wi-Fi non protetta. L’obiettivo è simulare uno scenario reale in cui un attaccante riesce a intercettare il traffico della vittima e manipolarlo, sfruttando l’urgenza e la disattenzione dell’utente. Tutte le operazioni sono svolte in ambiente di laboratorio, a fini esclusivamente formativi.
Descrizione Scenario
- Connessione del Client alla Rete
- Il dispositivo client si connette a una rete Wi-Fi Free, preparandosi a navigare verso siti web.
- Intercettazione del Traffico tramite ARP Spoofing
- Utilizzando tecniche di ARP spoofing, l’attaccante manipola le tabelle ARP della rete locale, facendo sì che il traffico del client venga indirizzato attraverso il dispositivo dell’attaccante. Questo posiziona l’attaccante tra il client e il gateway, permettendo l’intercettazione trasparente dei dati.
- Reindirizzamento delle Richieste DNS (DNS Hijacking)
- L’attaccante manipola le risposte DNS, indirizzando tutte le richieste del client verso un server controllato. Questo permette di presentare al client contenuti falsificati o dirottare le sue richieste verso destinazioni malevole.
- Presentazione di un Captive Portal Falso
- Il client, tentando di accedere a Internet, viene reindirizzato a un captive portal falso che simula una pagina di accesso. Questo portale può essere utilizzato per indurre l’utente a fornire credenziali o come in questo caso per installare certificati malevoli.
- Installazione di un Certificato Malevolo
- Il captive portal falso può richiedere l’installazione di un certificato SSL/TLS controllato dall’attaccante. Se l’utente accetta, l’attaccante può decrittare il traffico HTTPS del client, accedendo a informazioni sensibili.
- Analisi del Traffico in Chiaro
- Con il certificato installato, l’attaccante può monitorare e analizzare il traffico del client, raccogliendo dati come credenziali di accesso, informazioni personali e altri dati sensibili
Descrizione degli strumenti e fasi Operative
In questo laboratorio sia vittima che attaccante si trovano nello stesso segmento di rete non protetta, dove non sono state implementate tecniche protezione lato rete (parleremo di queste mitigazioni nei prossimo articoli )
La vittima
La nostra vittima è un utente con sistema operativo Window 11 aggiornato alle ultime patch disponibili, che si connette ad una rete WIFI aperta. L’utilizzo di una rete non sicura avviene per diversi motivi come già trattato nell’articolo “Reti WiFi Aperte: Un Terreno Fertile per il Cybercrime”.
Ed è proprio questa esigenza di restare connessi a tutti i costi che diventa un’arma molto potente per gli attaccanti.
L’attaccante
L’attaccante opera da una macchina Kali Linux, sulla stessa rete della vittima, e predispone il sistema per intercettare e manipolare il traffico.
Predisposizione del attacco
Fase 1 – Abilitazione del forwarding
Il primo passo consiste nel abilitare il packet forwarding su Kali, trasformandolo in un nodo che inoltra il traffico tra la vittima e il gateway reale.
sudo sysctl -w net.ipv4.ip_forward=1
Fase 2 – Reindirizzamento del traffico HTTP e HTTPS
Utilizziamo iptables per dirottare tutto il traffico in uscita su porte 80 (HTTP) e 443 (HTTPS) verso la porta locale 8080, dove un proxy sarà in ascolto.
sudo iptables -t nat -A PREROUTING -p tcp –dport 80 -j REDIRECT –to-port 8080
sudo iptables -t nat -A PREROUTING -p tcp –dport 443 -j REDIRECT –to-port 8080
Fase 3 – DNS Hijacking con dnsmasq
Per intercettare le richieste di nomi a dominio e forzarle verso l’IP dell’attaccante, configuriamo un DNS Hijacking con dnsmasq.
Modificando o creando il file di configurazione:
sudo nano /etc/dnsmasq.conf
Con il seguente contenuto:
interface=wlan0
no-dhcp-interface=wlan0
bind-interfaces
bogus-priv
log-queries
log-facility=/var/log/dnsmasq.log
address=/#/192.168.1.251
In fine avviamo dnsmasq con:
sudo dnsmasq -C /etc/dnsmasq.conf
Da questo momento tutte le richieste DNS ricevute dall’interfaccia wlan0 restituiranno sempre l’indirizzo IP dell’attaccante (192.168.1.251), simulando un captive portal o un MITM proxy.
Fase 4 – ARP Spoofing
Per intercettare il traffico, l’attaccante esegue un attacco ARP spoofing, facendo credere alla vittima che il suo MAC sia quello del gateway.
sudo arpspoof -i wlan0 -t 192.168.1.113 192.168.1.1
Come visto sopra in questo modo, tutto il traffico destinato al gateway sarà deviato attraverso la macchina dell’attaccante, che agisce da intermediario trasparente.
Fase 5 – Attivazione di mitmproxy
Ora abilitiamo mitmproxy, che agirà da proxy trasparente per intercettare e ispezionare il traffico HTTP e HTTPS.
sudo mitmproxy –mode transparent –showhost –listen-port 8080
NB:Per questo laboratorio abbiamo selezionato “mitmproxy” in quanto dispone di un certificato scaricabile pubblicamente che non deve essere trustato, e quindi semplifica l’ installazione nel client della vittima (mitm.it/).
Azione
Quando la vittima si collega alla rete WiFi aperta e non protetta, tutto il suo traffico finirà nella macchina Kali Linux dell’attaccante. Già questo abbiamo visto nei vari articoli essere un problema di per sé, ma se la vittima non effettuasse ulteriori azioni almeno il traffico HTTPS sarebbe al sicuro.
Presentazione del Captive Portal e Installazione Certificato
Una volta che la vittima apre il browser e prova a navigare, viene automaticamente reindirizzata a un falso captive portal ospitato dall’attaccante.
- Il portale simula una schermata di accesso alla rete dove viene proposto il download del certificato per poter navigare in modo “sicuro”
- La vittima a causa della sua esigenza di essere connesso accetta e installa il certificato senza prestare troppa attenzione a quello che sta facendo.
- Effettua quindi il download del certificato e in pochi semplici passaggi lo installa :
- Il portale di login registra questa azione e mette il dispositivo della vittima in white list. In caso di problemi lato script l’attaccante potrebbe vedere per una seconda volta la pagina del portale dove questa volta deve solo cliccare “Ho installato il certificato- Continua”
- La vittima da questo momento può navigare. Ignaro che il suo traffico arriverà all’attaccante che potrà da ora decifrare tutto il traffico cifrato HTTPS.
Analisi del traffico
Come mostrato in figura con il certificato accettato e il traffico in transito attraverso mitmproxy, l’attaccante potrà:
- intercettare credenziali di accesso,
- visualizzare richieste a servizi sensibili (banche, email, social),
- analizzare contenuti originariamente cifrati.
Considerazioni
In conclusione, questo laboratorio rappresenta un’opportunità preziosa per comprendere le tecniche storiche di intercettazione in rete, esplorandone il funzionamento in un ambiente controllato e sicuro. Analizzare questi scenari non significa solo conoscere “come avvenivano gli attacchi”, ma soprattutto capire come prevenirli e rafforzare la sicurezza delle nostre infrastrutture digitali. Solo attraverso lo studio pratico e la consapevolezza possiamo costruire sistemi più resilienti, capaci di resistere alle minacce del passato e del futuro.
LAB 2 – File in chiaro: laboratorio sul degrado della cifratura nei trasferimenti FTP
Come HTTP, il protocollo FTP (File Transfer Protocol) è ormai obsoleto e non sicuro; ma continua a essere utilizzato in molte organizzazioni per il trasferimento di file, inclusi dati sensibili.
Come HTTPS, invece il protocollo FTPS permette di instaurare una connessione cifrata e sicura tra Client e Server; questa estensione del protocollo FTP aggiunge la cifratura TLS o SSL (da non confondere con SFTP), in modo che nessuno a parte server e client possano accedere al contenuto dei dati.
L’FTP (File Transfer Protocol) è un protocollo standard di rete usato per trasferire file tra un client e un server su una rete TCP/IP, come Internet. In pratica, permette di caricare (upload) e scaricare (download) file da un computer remoto.
Questo è ancora molto usato per lo scambio di dati,
per cui è chiaro che anche questi dati che viaggiano nella rete o verso internet dovrebbero essere protetti da cifratura.
In questo tipo di attacco forzeremo la vittima a usare un protocollo debole, FTP downgrade.
Questo attacco può essere sferrato quando la vittima utilizza un client FTP configurato per decidere in autonomia il protocollo più sicuro tra i disponibili.
In questo esempio abbiamo usato FILEZILLA, in cui la configurazione di default prevede che il programma scelga lui in automatico la connessione sicura se presente.
In questo caso connettendosi normalmente il client sarà connesso tramite TLS in automatico, perchè questo capirà che FTP server ha configurato il protocollo TLS.
Vediamo invece che utilizzando un attacco MiTM (Man In The Middle), in cui un aggressore si posizionerà in mezzo alla comunicazione, permetterà di forzare la vittima ad usare il protocollo FTP in chiaro, così da recuperare le credenziali di accesso.
PREPARAZIONE ATTACCO
Prima cosa abilitare il forwarding dei pacchetti, che trasforma l’attaccante in un router IPv4, così come vedremo dopo tutto il traffico della vittima che arriverà verrà girato al vero gateway e vice versa:
echo 1 > /proc/sys/net/ipv4/ip_forward
Installiamo un FTP locale nel dispositivo della vittima. In questo esempio abbiamo installato e avviato pure FTP e configurato in modo che accetti solo connessioni in chiaro (escludendo il TLS).
sudo systemctl start pure-ftpd
Eseguiamo del ARP spoofing (lo spiegheremo meglio qui sotto) tramite il framework MITMf, questo farà in modo che la vittima modifichi il mac address associato all’IP del router sostituendolo con quello della vittima.
MITMf (Man-In-The-Middle Framework) si pone come un potente strumento “tutto in uno” per eseguire attacchi Man-In-The-Middle e manipolare il traffico di rete. La sua forza risiede proprio nell’aver superato le limitazioni di tool precedenti come Ettercap e Mallory, offrendo un’architettura modulare e altamente estensibile.
MITMf rappresenta un’evoluzione significativa nel panorama degli strumenti MITM, offrendo una piattaforma potente, flessibile e aggiornata per l’analisi della sicurezza delle reti e la simulazione di scenari di attacco.
Useremo il parametro -i per indicare interfaccia connessa alla rete pubblica, –spoof e –arp per questo attacco di arp poisoning e infine –target e –gateway, come è intuibile, per IP di vittima e gateway.
sudo ./mitmf.py -i wlan0 –spoof –arp –target 192.168.0.42 –gateway 192.168.0.1
Come spiegato sopra grazie all’ARP spoofing tutto il traffico che la vittima cercherà di inviare al gateway per raggiungere internet e FTP esterno, arriverà tutto all’attaccante, che poi tramite forwarding invierà al router originale e viceversa.
Il tutto senza che la vittima si accorga di nulla.
Ora per poter intercettare il traffico ftp transitante creiamo una regola di prerouting tramite iptables nel dispositivo dell’attaccante, così tutto quello il traffico che la vittima effettuerà verso la porta 21, verrà dirottato al FTP server locale dell’attaccante.
sudo iptables -t nat -A PREROUTING -p tcp –destination-port 21 -j REDIRECT –to-port 21
DOWNGRADE E RECUPERO DELLE CREDENZIALI FTP
Ora se la vittima si collegasse da qui in poi a un server FTP, l’autenticazione verrà fatta sul server dell’attaccante priva di TLS.
In questo caso questa ultima versione di FILEZILLA avvertirebbe di un problema e di un probabile attacco di downgrade, un altro software potrebbe anche non avere questo controllo e procedere senza avvisi.
Questo perché in precedenza ci siamo collegati tramite TLS, se fosse la prima volta non avrebbe però segnalato il problema.
Se la vittima consentirà a questo messaggio senza farsi molte domande e proseguirà con l’autenticazione, MITMF catturerà le credenziali scambiate in chiaro, incluso IP del server FTP.
Il messaggio che usiamo una connessione non sicura lo vedremo anche su filezilla nei log.
Una conseguenza oltre al furto di credenziali, se l’attaccante avesse configurato un server locale FTP che possa accettare qualunque credenziale passata dalla vittima, potrebbe accedere anche il furto dei dati che la vittima potrebbe provare a inviare all’attaccante.
Ovviamente per questo caso manca il prerouting anche della porta 20 e alcune porte passive.
NB: FileZilla segnala il downgrade solo se in precedenza era avvenuta una connessione FTPS, ma non sempre blocca il tentativo se la configurazione è su “connessione automatica”.
Considerazioni
Con questo laboratorio abbiamo dimostrato come, anche in presenza di protocolli sicuri come FTPS, la sicurezza possa essere compromessa se non si adottano configurazioni adeguate e consapevoli. Attraverso un attacco Man-in-the-Middle (MITM) e tecniche di ARP spoofing, è stato possibile forzare un client FTP, configurato per selezionare automaticamente il protocollo più sicuro disponibile, a retrocedere a una connessione non cifrata (FTP), esponendo così le credenziali e i dati trasmessi.
Questo scenario potrebbe presentarsi anche con i protocolli POP, IMAP, SMTP se il client di posta agisse in automatico a configurarsi il protocollo.
Importante quindi prestare attenzione alle configurazioni dei client per utilizzare esclusivamente connessioni sicure.
Mitigazioni
Per ridurre i rischi legati all’utilizzo di reti pubbliche o non affidabili, esistono diverse tecniche di mitigazione che possono essere applicate a livello infrastrutturale. Tra le più efficaci troviamo:
- Network Isolation – Separazione logica dei dispositivi per limitare la visibilità e l’interazione diretta tra client.
- Private VLAN – Isolamento dei client all’interno della stessa VLAN.
- Dynamic ARP Inspection (DAI) – Protezione contro attacchi di tipo ARP spoofing tramite verifica dell’integrità delle risposte ARP.
- DHCP Snooping – Blocco delle risposte DHCP non autorizzate per prevenire attacchi man-in-the-middle.
- Port Security sugli switch – Limitazione e controllo degli indirizzi MAC connessi alle porte fisiche.
- QoS e Traffic Shaping – Gestione della banda e delle priorità per migliorare l’efficienza e ridurre le superfici di attacco legate al congestionamento.
- Segmentazione della rete – suddivisione dell’infrastruttura in zone separate per contenere le minacce e semplificare il controllo (può essere fatto anche su base login).
Nei prossimi articoli approfondiremo ciascuna di queste soluzioni, analizzando scenari reali, configurazioni consigliate e il loro impatto sulla sicurezza complessiva della rete.
Conclusioni Finali
Come RedWave Team vogliamo sensibilizzare sul fatto che affidarsi ciecamente ai protocolli cifrati o alle configurazioni predefinite può generare un pericoloso senso di sicurezza. Abbiamo infatti visto, come connessioni protette possono essere compromesse se gli strumenti non sono configurati correttamente o se l’utente non è pienamente consapevole dei rischi.
La sicurezza delle comunicazioni non si basa soltanto sull’uso di HTTPS o FTPS, ma sull’adozione di un approccio proattivo che includa configurazioni sicure, formazione continua e buone pratiche operative.
Nel prossimo articolo esploreremo l’uso della VPN come ulteriore livello di protezione su reti non affidabili, e nei successivi analizzeremo strategie di mitigazione concrete per ridurre l’esposizione al rischio anche su reti problematiche come una WiFi aperta.
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Hardware Built For Executing Python (Not Pythons)
Lots of microcontrollers will accept Python these days, with CircuitPython and MicroPython becoming ever more popular in recent years. However, there’s now a new player in town. Enter PyXL, a project to run Python directly in hardware for maximum speed.
What’s the deal with PyXL? “It’s actual Python executed in silicon,” notes the project site. “A custom toolchain compiles a .py file into CPython ByteCode, translates it to a custom assembly, and produces a binary that runs on a pipelined processor built from scratch.” Currently, there isn’t a hard silicon version of PyXL — no surprise given what it costs to make a chip from scratch. For now, it exists as logic running on a Zynq-7000 FPGA on a Arty-Z7-20 devboard. There’s an ARM CPU helping out with setup and memory tasks for now, but the Python code is executed entirely in dedicated hardware.
The headline feature of PyXL is speed. A comparison video demonstrates this with a measurement of GPIO latency. In this test, the PyXL runs at 100 MHz, achieving a round-trip latency of 480 nanoseconds. This is compared to MicroPython running on a PyBoard at 168 MHz, which achieves a much slower 15,000 nanoseconds by comparison. The project site claims PyXL can be 30x faster than MicroPython based on this result, or 50x faster when normalized for the clock speed differences.
Python has never been the most real-time of languages, but efforts like this attempt to push it this way. The aim is that it may finally be possible to write performance-critical code in Python from the outset. We’ve taken a look at Python in the embedded world before, too, albeit in very different contexts.
player.vimeo.com/video/1074893…
STATI UNITI. Waltz rimosso perché “preparava un attacco all’Iran con Netanyahu”
@Notizie dall'Italia e dal mondo
Secondo un'inchiesta del Washington Post, il Consigliere per la Sicurezza Nazionale Mike Waltz sarebbe stato rimosso perché avrebbe collaborato con Netanyahu ad un piano per attaccare l'Iran senza il consenso di Trump
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Nebula Mouse: The 6-DOF You Build Yourself
Let’s say your CAD workflow is starving for spatial awareness. Your fingers yearn to push, twist, and orbit – not just click. Enter the Nebula Mouse. A 6-DOF DIY marvel, blending 3D printing, magnets, and microcontroller wizardry into a handheld input device that emulates the revered 3DConnexion SpaceMouse – at a hacker price. It’s wireless, RGB-lit, powered by a chunky 1500mAh cell, and fully configurable through standard apps. The catch? You print and build it yourself, with a little help of [DoTheDIY]’s design files.
This isn’t some half-baked enclosure on Thingiverse. The Nebula’s internals are crafted with the kind of precision that makes you file plastic for hours just to fit weights correctly. Hall effect sensors track real-world movement in all axes; a Seeed Xiao nRF52840 handles Bluetooth duty. It’s hefty (280g), intentional, and smartly designed: auto-wake, USB-C, even a diffused LED bezel for night-time geek cred. Just beware that screw lengths matter. Misplace a 20mm and you’ll hear the soft crack of PCB grief. No open firmware either – you’ll get compiled code only, unlocked per build via Discord.
In short: it’s not open source, but it is deeply open-ended. If your fingers itch after having seen the SpaceMouse teardown of last month, this one’s for you.
Hacker cinesi usano IPv6 per infettare Windows: il pericoloso attacco di TheWizards
Il gruppoAPT TheWizards, legato alla Cina, sfrutta la funzionalità di rete IPv6 per condurre attacchi man-in-the-middle che dirottano gli aggiornamenti software per installare malware su Windows. Secondo gli analisti di ESET, il gruppo è attivo almeno dal 2022 e ha attaccato organizzazioni nelle Filippine, in Cambogia, negli Emirati Arabi Uniti, in Cina e a Hong Kong. Tra le vittime di TheWizards ci sono singoli individui, società di gioco d’azzardo e altre organizzazioni.
Nei loro attacchi, gli hacker criminali utilizzano uno strumento personalizzato chiamato Spellbinder, che sfrutta abusa della funzionalità IPv6 Stateless Address Autoconfiguration (SLAAC) per eseguire attacchi SLAAC. Si tratta di una funzionalità del protocollo di rete IPv6 che consente ai dispositivi di configurare automaticamente i propri indirizzi IP e il gateway predefinito senza utilizzare un server DHCP. Invece, i messaggi Router Advertisement (RA) vengono utilizzati per ottenere indirizzi IP dai router abilitati IPv6.
pellbinder sfrutta questa funzionalità inviando falsi messaggi RA e facendo in modo che i sistemi vicini ottengano automaticamente un nuovo indirizzo IPv6, nuovi server DNS e un nuovo gateway IPv6 preferito. L’indirizzo di questo gateway è l’indirizzo IP di Spellbinder, che consente agli aggressori di intercettare le connessioni e reindirizzare il traffico attraverso i server da loro controllati.
“Spellbinder invia un pacchetto multicast RA ogni 200 ms a ff02::1 (tutti i nodi). I computer Windows sulla rete con IPv6 abilitato si configureranno automaticamente utilizzando la configurazione automatica degli indirizzi stateless (SLAAC) utilizzando le informazioni fornite nel messaggio RA e inizieranno a inviare traffico IPv6 al computer che esegue Spellbinder, dove i pacchetti verranno intercettati, analizzati e, se necessario, verrà fornita una risposta”, spiega ESET.
Secondo i ricercatori, Spellbinder viene distribuito utilizzando l’archivio AVGApplicationFrameHostS.zip, che viene decompresso in una directory che imita un software legittimo: %PROGRAMFILES%\AVG Technologies.
Questa directory contiene AVGApplicationFrameHost.exe, wsc.dll, log.dat e una copia legittima di winpcap.exe. L’eseguibile WinPcap viene utilizzato per caricare il file dannoso wsc.dll, che carica Spellbinder nella memoria.
Una volta infettato un dispositivo, Spellbinder inizia a intercettare e analizzare il traffico di rete, monitorando i tentativi di connessione a diversi domini, come quelli associati ai server di aggiornamento software cinesi.
Secondo gli esperti, il malware traccia i domini appartenenti alle seguenti aziende: Tencent, Baidu, Xunlei, Youku, iQIYI, Kingsoft, Mango TV, Funshion, Youdao, Xiaomi, Xiaomi Miui, PPLive, Meitu, Qihoo 360 e Baofeng.
Lo strumento reindirizza le richieste di download e installazione di aggiornamenti dannosi, che alla fine distribuiscono la backdoor WizardNet sui sistemi delle vittime. Fornisce agli aggressori un accesso permanente al dispositivo infetto e consente loro di installare ulteriore malware.
Per proteggersi da tali attacchi, ESET consiglia alle organizzazioni di monitorare attentamente il traffico IPv6 o di disattivare del tutto il protocollo se non viene utilizzato nella loro infrastruttura.
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Overshoot Day 2025 per l'Italia - continuiamo a consumare di più - 3 volte quello che possiamo
Oggi Overshoot Day 2025
per l' Italia (il giorno in cui le risorse planetarie rinnovabili si esaurirebbero se tutti consumassero come in Italia).
Dal 6 Maggio abbiamo finito quello che si rinnova nell'anno. In un terzo dell' anno esauriamo il quantitativo totale. Consumiamo 3 volte quanto a disposizione. E consumiamo il capitale, riducendolo. È così da anni ormai. Ed invece di rallentare, stiamo accelerando.
Come un contadino che si mangia i semi per la semina o un pescatore che pesca tutti i pesci e poi non ce ne sono più.
Non sarebbe il caso di cambiare rotta, di consumare di meno e di smettere di rubare il futuro dei giovani? 🤔🤔🤔
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L'Earth Overshoot Day si calcola dividendo la biocapacità del pianeta (la quantità di risorse ecologiche che la Terra è in grado di generare in quell'anno, come foreste, terreni coltivabili, zone di pesca, ecc...) per l'impronta ecologica dell'umanità (la domanda per quell'anno di prodotti alimentari e fibre vegetali, prodotti zootecnici e ittici, legname, foreste per assorbire le emissioni di anidride carbonica, ecc...), espresse in ettari globali, e moltiplicando il risultato per il numero di giorni dell'anno.
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CONCETTI COLLEGATI
Impronta ecologica - il concetto è stato sviluppato da Mathis Wackernagel (wackernagel.info/), all'interno delle organizzazioni Global Footprint Network e la FoDaFo - Footprint Data Foundation. L'impronta ecologica delle nazioni è una quatità misurabile che serve a suggerire delle strade per ottenere una riduzione dell'impronta umana sul mondo.
Impatto umano - concettualmente indicato dall'equazione I=PAT (Impatto=Popolazione x Consumi x Tecnologia) indica l'impatto emissivo umano e le componenti moltiplicative.
marcolo reshared this.
Andiamo tutti a votare a Giugno, vero?
#referendum #irne #votare #democrazia #jobsact #cittadinanza #iovoto #iovotofuorisede #votare #Referendum8e9giugno2025 #referendum2025 #Referendum8e9giugno
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Non sappiamo davvero quanto vada male l’economia in Cina
Il governo ha smesso di diffondere moltissimi dati, quasi sempre quando sono diventati negativi: è difficile capire quanto sia grave la situazioneIl Post
Von der Leyen e Macron: “Piano per attrarre ricercatori nell’Ue”. Irritazione dall’Italia: “Si promuove l’Europa o la Francia?”
@Politica interna, europea e internazionale
Il Ministero dell’Università e della Ricerca italiano fa trapelare una certa irritazione per l’evento “Choose Europe for Science”, organizzato dal presidente francese Emmanuel Macron e volto a presentare una
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No vabbe!
@Privacy Pride
Il post completo di Christian Bernieri è sul suo blog: garantepiracy.it/blog/no-vabbe…
Così, de botto e senza senso, arriva la consultazione pubblica. Famolo strano! Qui il testo originale. Il Garante dovrebbe chiudere una istruttoria e sanzionare gli editori che da due anni spremono gli utenti come limone mercificando i loro dati personali. Però preferirebbe non farlo e…
Privacy Pride reshared this.
Referendum dell’8 e 9 giugno 2025, l’Agcom: “Le emittenti dedichino adeguato spazio alla consultazione”
@Politica interna, europea e internazionale
L’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) ha invitato oggi tutte le emittenti a “dedicare un adeguato spazio informativo” ai referendum abrogativi previsti l’8 e il 9 giugno in materia di disciplina del lavoro e di cittadinanza. “In
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La rivincita epica di Epic Games sulle commissioni di Apple
L'articolo proviene da #StartMag e viene ricondiviso sulla comunità Lemmy @Informatica (Italy e non Italy 😁)
Epic Games ha subito approfittato della sentenza californiana per sfoderare la sua risposta all'App Store di Apple: le condizioni offerte agli sviluppatori sono molto più convenienti di quelle imposte da Cupertino,
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Armi termochimiche cinesi. La nuova frontiera della guerra convenzionale secondo Preziosa
@Notizie dall'Italia e dal mondo
La sperimentazione di ordigni a base di idruro di magnesio da parte della Cina, capaci di generare prolungate reazioni esotermiche attraverso la liberazione controllata di idrogeno, rappresenta una svolta nella dottrina degli armamenti convenzionali. Queste nuove armi, che non impiegano
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Difesa e sicurezza subacquee. In Parlamento il nuovo Ddl dedicato all’underwater
@Notizie dall'Italia e dal mondo
Nuove regole sulla sorveglianza dell’underwater per proteggerne cavi e condotte e garantire l’ordinato svolgimento delle attività subacquee mediante la creazione di un organismo di gestione. Dopo l’approvazione da parte del Governo di una bozza di provvedimento
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“Pay or ok”, il Garante avvia una consultazione pubblica
Il #GarantePrivacy ha avviato una consultazione pubblica volta a valutare la liceità del consenso per trattamenti di profilazione raccolto da diversi titolari, ed innanzitutto dagli editori di giornali, attraverso l’adozione del cosiddetto modello “pay or ok” (anche denominato “pay or consent” o “consent paywall” etc.).
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Il Marocco messo nel mirino
@Politica interna, europea e internazionale
Che le milizie separatiste del Polisario abbiano rapporti con il terrorismo islamico e rischino di essere eterodirette dall’Iran degli ayatollah è cosa nota da tempo. Nei giorni scorsi il “Washington Post” è tornato sulla questione rivelando un inedito rapporto fra i ribelli del Fronte Polisario ed Hezbollah, il braccio armato dell’Iran in Medio
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Caso Starlink: la responsabile vendite di SpaceX invitata a un evento dell’Aeronautica. Casu (Pd) a TPI: “Crosetto riferisca su intese con Musk”
@Politica interna, europea e internazionale
Nuovi tweet del presunto referente di Elon Musk in Italia con appelli al nostro Governo e ai leader europei ad adottare il sistema satellitare Starlink a fini
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Future of OSL in Jeopardy
Future of OSL in Jeopardy | OSU Open Source Lab
A nonprofit organization working for the advancement of open source technologies.osuosl.org
Linkedin e la verifica dell’identità: i pericoli
@Privacy Pride
Il post completo di Christian Bernieri è sul suo blog: garantepiracy.it/blog/linkedin…
Articolo di Signorina37 per GarantePiracy Spunte blu e identità digitale: quando la verifica costa troppo LinkedIn ha recentemente introdotto la possibilità di aggiungere un secondo nome al profilo utente, utile per la verifica
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Skype come Msn e Windows Phone: si allunga la lista dei programmi uccisi da Microsoft
L'articolo proviene da #StartMag e viene ricondiviso sulla comunità Lemmy @Informatica (Italy e non Italy 😁)
Origini nord europee, acquistata prima da eBay negli anni in cui Amazon iniziava a decollare e poi da Microsoft che sborsò 8,5 miliardi di dollari, Skype ha avuto
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ITALIA-ARABIA SAUDITA. Roma dimentica diritti umani e guerre e consolida la cooperazione militare
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Il Regno dei Saud è paese belligerante, all’indice per le sistematiche violazioni dei diritti umani, eppure l’Italia ha scelto di consolidare la partnership con le autorità di Riyadh
L'articolo ITALIA-ARABIA
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Ingaggiare e distruggere i mezzi ostili nell’underwater. Ecco le nuove regole per la Marina
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Tratta di esseri umani: un problema globale
La tratta di esseri umani è un grave problema globale che continua a colpire milioni di persone, nonostante gli sforzi per combatterlo. UNODC (United Nations Office on Drugs and Crime), l'Agenzia guida all'interno del sistema delle Nazioni Unite per affrontare il problema della tratta di esseri umani, ha rilasciato un testo che fornisce otto fatti chiave sulla tratta di esseri umani nel 21° secolo, aiutando a comprendere meglio le cause di questo crimine, come vengono reclutate e sfruttate le vittime, e i legami con migrazione, cambiamenti climatici e conflitti.
- La tratta di esseri umani avviene in tutte le regioni del mondo, con la maggior parte delle vittime identificate a livello nazionale o nella stessa regione.
- La tratta di esseri umani è un crimine diffuso e redditizio, con stime di 50.000 casi segnalati nel 2020 e profitti annuali di circa $150 miliardi.
- Fattori come povertà, conflitti, cambiamenti climatici e disuguaglianze creano condizioni che alimentano la tratta, rendendo le persone vulnerabili allo sfruttamento.
- I trafficanti utilizzano inganno, violenza e sfruttamento della disperazione per reclutare e sfruttare le vittime.
- Sfuggire allo sfruttamento è estremamente difficile, con le vittime che subiscono abusi e sono sottoposte a vari meccanismi di controllo.
- Le forme più comuni di tratta sono lo sfruttamento sessuale e il lavoro forzato, che colpiscono principalmente donne, ragazze e bambini.
- Le donne e i bambini sono i gruppi più colpiti dalla tratta di esseri umani.
- I trafficanti possono essere sia membri di organizzazioni criminali che individui opportunisti, inclusi familiari o conoscenti delle vittime.
Il link al documento: unodc.org/unodc/frontpage/2024…
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È disponibile il nuovo numero della newsletter del Ministero dell’Istruzione e del Merito.
Ministero dell'Istruzione
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Sì global, quello che Bergoglio non capì del capitalismo
@Politica interna, europea e internazionale
Nel giorno della sua morte, il Wall Street Journal ha così formulato l’epitaffio di Papa Francesco: “Si batteva per i poveri, favorendo idee che li mantenessero poveri”. C’è del vero. Il libero arbitrio e il principio della responsabilità individuale sono alla base dell’etica capitalista, che
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LIBANO. Vita a Dahieh, scampoli di normalità tra i bombardamenti
@Notizie dall'Italia e dal mondo
REPORTAGE. Racconto dalle strade dei quartieri meridionali di Beirut dove il sostegno ad Hezbollah resta alto e cresce la diffidenza verso le politiche del nuovo governohttps://pagineesteri.it/2025/05/05/medioriente/libano-vita-a-dahieh-scampoli-di-normalita-tra-i-bombardamenti/
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TeleMessage, a company that makes a modified version of Signal that archives messages for government agencies, was hacked.#News
no ma dico... trump pensa che sia una lite personale?
marcolo
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