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“Tre ciotole” con Alba Rohrwacher (ed altre recensioni)


@Giornalismo e disordine informativo
articolo21.org/2025/11/tre-cio…
“Tre ciotole”, di Isabel Coixet, Ita-Spa, 2025. Con Alba Rohrwacher, Elio Germano. Tratto dal libro omonimo di Michela Murgia, scrittrice italiana recentemente scomparsa, “Tre ciotole”, della regista spagnola Isabel




Ricostruzione post-bellica e coesione euro-atlantica. Le prospettive ai Defense and Security Days

@Notizie dall'Italia e dal mondo

Alla luce della guerra in Ucraina e delle trasformazioni in corso nell’architettura di sicurezza europea, la Fondazione De Gasperi ha riproposto a Roma i Defense and Security Days, una giornata di confronto internazionale dedicata alle sfide della sicurezza, alla coesione



SìSepara: nasce il comitato referendario per il Sì alla Separazione delle Carriere

@Politica interna, europea e internazionale

Mercoledì 12 novembre 2025, ore 11:30 – Sala Stampa della Camera dei Deputati Saluti introduttivi Enrico Costa Interverranno Giuseppe Benedetto Gian Domenico Caiazza Andrea Cangini Antonio Di Pietro Nel corso della conferenza stampa stampa



Ho un blog con WordPress, qualcuno sa perché quando condivido qui sopra un suo post nell'anteprima non compare né la figura né il titolo del post ma solo l'URL?

Es.:

orizzontisfocati.it/2025/06/05…

#wordpress



Siccome ci risiamo e, in vista dello sciopero generale del 12 dicembre, qualcuno ha già provato a buttarla in caciara, cercando di spostare l'attenzione dal problema della sanità, dal problema di un fisco che spreme i lavoratori dipendenti e i pensionati e premia gli evasori fiscali, dal problema delle scuole che cadono a pezzi, della povertà sempre in aumento, ecc. al problema del giorno della settimana scelto per lo sciopero, ripropongo un mio post di qualche tempo fa in cui provo a spiegare perché il venerdì è un buon giorno per fare sciopero.

Sia chiaro, non mi aspetto che chi, di fronte agli enormi problemi messi sul tavolo dal più grande sindacato italiano, si gingilla con i giorni della settimana possa avere qualche interesse nella sua lettura ma magari qualcun altro sì.

orizzontisfocati.it/2025/06/05…



prima amico dei russi.... poi le sanzioni ai russi... poi un amico dei russi, orban gli chiede l'esenzione dall'embargo al petrolio russo (ma poi che c'entra trump in questo? boh vabbè) ma siccome è un fascista estremista come lui ok... lui è esentato.

veramente... ma nessuno si accorge che trump si muove come un ubriaco? "banderuola men"? e questo sarebbe il presidente degli stati uniti? che decadenza.

e mano male aveva accusato l'europa di ingerenza per aver continuato ad acquistare da putin gas & ecc.....

quando finirà questo cazzo di presidenza trump? è angosciante.



Ecco come Meta si arricchisce con le pubblicità-truffa

L'articolo proviene da #StartMag e viene ricondiviso sulla comunità Lemmy @Informatica (Italy e non Italy 😁)
Documenti interni visionati da Reuters rivelano che Meta avrebbe incassato miliardi da pubblicità legate a truffe e prodotti vietati mentre rallentava gli interventi per non compromettere i profitti. Fatti, numeri e




RIASSUNTO DELLE PUTTANATE DELLA SETTIMANA

1- Rinnovati i contratti degli insegnanti, fatti due calcoli in media in busta paga vedremo non più di 40 euro al mese in più, netti
2- Brunetta invece si aumenta da solo lo stipendio di 5000 euro al mese in più passando da 250mila euro l anno a 310mila euro l'anno.
3- La carta del docente arriverà nel secondo quadrimestre e solo se abbiamo fatto i bravi nel primo quadrimestre, nel frattampp se servono libri tablet pc, corsi ce li paghiamo di tasca nostra.
4- per andare in pensione occorre lavorare 3 mesi in più, pare stiano veramente abolendo la riforma Fornero, peggiorandola.
5- La legge di bilancio prevede un risparmio sulla scuola di almeno 600 milioni di euro utili per comprare armi.
6- A New York viene eletto un sindaco di fede musulmana che sa parlare ai cittadini, panico tra i destrorsi, rischio sicurezza. Sarebbe come dire che io sono pericoloso perché conterraneo di Cuffaro.
7- Cuffaro viene arrestato per appalti truccati. Non si riesce a capire come sia stato capace, un personaggio così onesto e altruista oltre che bravo amministratore.
8- Il principale problema degli scioperi pare non sia il motivo per cui si sciopera, ma il fatto che si facciano di venerdì per avere il weekend lungo a proprie spese, mentre i parlamentari hanno da tempo lanciato la settimana cortissima andando a casa di giovedì a spese dello Stato.

Prof Salvo Amato.

Informa Pirata reshared this.



Perché “Agi” scuoterà OpenAi e Microsoft

L'articolo proviene da #StartMag e viene ricondiviso sulla comunità Lemmy @Informatica (Italy e non Italy 😁)
La definizione e la tempistica del raggiungimento dell’intelligenza artificiale generale potrebbero essere contestate in tribunale: se OpenAI dovesse dichiarare l’Agi o se il panel di esperti dovesse verificarla, le ripercussioni finanziarie e di controllo sarebbero immense.



"Fascism and AI, whether or not they have the same goals, they sure are working to accelerate one another."#AI #libraries


AI Is Supercharging the War on Libraries, Education, and Human Knowledge


This story was reported with support from the MuckRock Foundation.

Last month, a company called the Children’s Literature Comprehensive Database announced a new version of a product called Class-Shelf Plus. The software, which is used by school libraries to keep track of which books are in their catalog, added several new features including “AI-driven automation and contextual risk analysis,” which includes an AI-powered “sensitive material marker” and a “traffic-light risk ratings” system. The company says that it believes this software will streamline the arduous task school libraries face when trying to comply with legislation that bans certain books and curricula: “Districts using Class-Shelf Plus v3 may reduce manual review workloads by more than 80%, empowering media specialists and administrators to devote more time to instructional priorities rather than compliance checks,” it said in a press release.

In a white paper published by CLCD, it gave a “real-world example: the role of CLCD in overcoming a book ban.” The paper then describes something that does not sound like “overcoming” a book ban at all. CLCD’s software simply suggested other books “without the contested content.”

Ajay Gupte, the president of CLCD, told 404 Media the software is simply being piloted at the moment, but that it “allows districts to make the majority of their classroom collections publicly visible—supporting transparency and access—while helping them identify a small subset of titles that might require review under state guidelines.” He added that “This process is designed to assist districts in meeting legislative requirements and protect teachers and librarians from accusations of bias or non-compliance [...] It is purpose-built to help educators defend their collections with clear, data-driven evidence rather than subjective opinion.”

Librarians told 404 Media that AI library software like this is just the tip of the iceberg; they are being inundated with new pitches for AI library tech and catalogs are being flooded with AI slop books that they need to wade through. But more broadly, AI maximalism across society is supercharging the ideological war on libraries, schools, government workers, and academics.

CLCD and Class Shelf Plus is a small but instructive example of something that librarians and educators have been telling me: The boosting of artificial intelligence by big technology firms, big financial firms, and government agencies is not separate from book bans, educational censorship efforts, and the war on education, libraries, and government workers being pushed by groups like the Heritage Foundation and any number of MAGA groups across the United States. This long-running war on knowledge and expertise has sown the ground for the narratives widely used by AI companies and the CEOs adopting it. Human labor, inquiry, creativity, and expertise is spurned in the name of “efficiency.” With AI, there is no need for human expertise because anything can be learned, approximated, or created in seconds. And with AI, there is less room for nuance in things like classifying or tagging books to comply with laws; an LLM or a machine algorithm can decide whether content is “sensitive.”

“I see something like this, and it’s presented as very value neutral, like, ‘Here’s something that is going to make life easier for you because you have all these books you need to review,’” Jaime Taylor, discovery & resource management systems coordinator for the W.E.B. Du Bois Library at the University of Massachusetts told me in a phone call. “And I look at this and immediately I am seeing a tool that’s going to be used for censorship because this large language model is ingesting all the titles you have, evaluating them somehow, and then it might spit out an inaccurate evaluation. Or it might spit out an accurate evaluation and then a strapped-for-time librarian or teacher will take whatever it spits out and weed their collections based on it. It’s going to be used to remove books from collections that are about queerness or sexuality or race or history. But institutions are going to buy this product because they have a mandate from state legislatures to do this, or maybe they want to do this, right?”

The resurgent war on knowledge, academics, expertise, and critical thinking that AI is currently supercharging has its roots in the hugely successful recent war on “critical race theory,” “diversity equity and inclusion,” and LGBTQ+ rights that painted librarians, teachers, scientists, and public workers as untrustworthy. This has played out across the board, with a seemingly endless number of ways in which the AI boom directly intersects with the right’s war on libraries, schools, academics, and government workers. There are DOGE’s mass layoffs of “woke” government workers, and the plan to replace them with AI agents and supposed AI-powered efficiencies. There are “parents rights” groups that pushed to ban books and curricula that deal with the teaching of slavery, systemic racism, and LGBTQ+ issues and attempted to replace them with homogenous curricula and “approved” books that teach one specific type of American history and American values; and there are the AI tools that have been altered to not be “woke” and to reenforce the types of things the administration wants you to think. Many teachers feel they are not allowed to teach about slavery or racism and increasingly spend their days grading student essays that were actually written by robots.

“One thing that I try to make clear any time I talk about book bans is that it’s not about the books, it’s about deputizing bigots to do the ugly work of defunding all of our public institutions of learning,” Maggie Tokuda-Hall, a cofounder of Authors Against Book Bans, told me. “The current proliferation of AI that we see particularly in the library and education spaces would not be possible at the speed and scale that is happening without the precedent of book bans leading into it. They are very comfortable bedfellows because once you have created a culture in which all expertise is denigrated and removed from the equation and considered nonessential, you create the circumstances in which AI can flourish.”

Justin, a cohost of the podcast librarypunk, told me that the project of offloading cognitive capacity to AI continues apace: “Part of a fascist project to offload the work of thinking, especially the reflective kind of thinking that reading, study, and community engagement provide,” Justin said. “That kind of thinking cultivates empathy and challenges your assumptions. It's also something you have to practice. If we can offload that cognitive work, it's far too easy to become reflexive and hateful, while having a robot cheerleader telling you that you were right about everything all along.”

These two forces—the war on libraries, classrooms, and academics and AI boosterism—are not working in a vacuum. The Heritage Foundation’s right-wing agenda for remaking the federal government, Project 2025, talks about criminalizing teachers and librarians who “poison our own children” and pushing artificial intelligence into every corner of the government for data analysis and “waste, fraud, and abuse” detection.

Librarians, teachers, and government workers have had to spend an increasing amount of their time and emotional bandwidth defending the work that they do, fighting against censorship efforts and dealing with the associated stress, harassment, and threats that come from fighting educational censorship. Meanwhile, they are separately dealing with an onslaught of AI slop and the top-down mandated AI-ification of their jobs; there are simply fewer and fewer hours to do what they actually want to be doing, which is helping patrons and students.

“The last five years of library work, of public service work has been a nightmare, with ongoing harassment and censorship efforts that you’re either experiencing directly or that you’re hearing from your other colleagues,” Alison Macrina, executive director of Library Freedom Project, told me in a phone interview. “And then in the last year-and-a-half or so, you add to it this enormous push for the AIfication of your library, and the enormous demands on your time. Now you have these already overworked public servants who are being expected to do even more because there’s an expectation to use AI, or that AI will do it for you. But they’re dealing with things like the influx of AI-generated books and other materials that are being pushed by vendors.”

The future being pushed by both AI boosters and educational censors is one where access to information is tightly controlled. Children will not be allowed to read certain books or learn certain narratives. “Research” will be performed only through one of a select few artificial intelligence tools owned by AI giants which are uniformly aligned behind the Trump administration and which have gone to the ends of the earth to prevent their black box machines from spitting out “woke” answers lest they catch the ire of the administration. School boards and library boards, forced to comply with increasingly restrictive laws, funding cuts, and the threat of being defunded entirely, leap at the chance to be considered forward looking by embracing AI tools, or apply for grants from government groups like the Institute of Museum and Library Services (IMLS), which is increasingly giving out grants specifically to AI projects.

We previously reported that the ebook service Hoopla, used by many libraries, has been flooded with AI-generated books (the company has said it is trying to cull these from its catalog). In a recent survey of librarians, Macrina’s organization found that librarians are getting inundated with pitches from AI companies and are being pushed by their superiors to adopt AI: “People in the survey results kept talking about, like, I get 10 aggressive, pushy emails a day from vendors demanding that I implement their new AI product or try it, jump on a call. I mean, the burdens have become so much, I don’t even know how to summarize them.”

“Fascism and AI, whether or not they have the same goals, they sure are working to accelerate one another"


Macrina said that in response to Library Freedom Project’s recent survey, librarians said that misinformation and disinformation was their biggest concern. This came not just in the form of book bans and censorship but also in efforts to proactively put disinformation and right-wing talking points into libraries: “It’s not just about book bans, and library board takeovers, and the existing reactionary attacks on libraries. It’s also the effort to push more far-right material into libraries,” she said. “And then you have librarians who are experiencing a real existential crisis because they are getting asked by their jobs to promote [AI] tools that produce more misinformation. It's the most, like, emperor-has-no-clothes-type situation that I have ever witnessed.”

Each person I spoke to for this article told me they could talk about the right-wing project to erode trust in expertise, and the way AI has amplified this effort, for hours. In writing this article, I realized that I could endlessly tie much of our reporting on attacks on civil society and human knowledge to the force multiplier that is AI and the AI maximalist political and economic project. One need look no further than Grokipedia as one of the many recent reminders of this effort—a project by the world’s richest man and perhaps its most powerful right-wing political figure to replace a crowdsourced, meticulously edited fount of human knowledge with a robotic imitation built to further his political project.

Much of what we write about touches on this: The plan to replace government workers with AI, the general erosion of truth on social media, the rise of AI slop that “feels” true because it reinforces a particular political narrative but is not true, the fact that teachers feel like they are forced to allow their students to use AI. Justin, from librarypunk, said AI has given people “absolute impunity to ignore reality […] AI is a direct attack on the way we verify information: AI both creates fake sources and obscures its actual sources.”

That is the opposite of what librarians do, and teachers do, and scientists do, and experts do. But the political project to devalue the work these professionals do, and the incredible amount of money invested in pushing AI as a replacement for that human expertise, have worked in tandem to create a horrible situation for all of us.

“AI is an agreement machine, which is anathema to learning and critical thinking,” Tokuda-Hall said. Previously we have had experts like librarians and teachers to help them do these things, but they have been hamstrung and they’ve been attacked and kneecapped and we’ve created a culture in which their contribution is completely erased from society, which makes something like AI seem really appealing. It’s filling that vacuum.”

“Fascism and AI, whether or not they have the same goals, they sure are working to accelerate one another,” she added.




ABCCAD is Voxels Meets Legos in AR


We get it, CAD software can be daunting to learn. Somehow [Boaztheostrich] found it so daunting he procrastinated his way into a AR voxel-based CAD app he calls “ABCCAD”, written in Godot for the Meta Quest 3.

The app is simplicity itself: pressing A or X on the controller spawns a cube, which you can place wherever you like in virtual space by moving the controller in real space. The trigger then saves the cube position. Grabbing a cube uses the controller’s grab buttons. You can even change colors (with B or Y), but like in OpenSCAD it appears that’s not actually going to have any effect on the exported STL. Check it out in action in the demo video embedded below.

As far as CAD applications go, this is as simplistic as it gets, but there’s a certain charm to its simplicity. It’s almost like virtual legos. Besides, TinkerCAD wasn’t much more complicated when it started out, and look at it now.

Sure, one could say if [Boaz] wanted to do CAD he’d have been better off putting the time into learning good old OpenSCAD or FreeCAD (which can now get you SolidWorks certs, apparently), but this is a fun little app that let him stretch his chops in Godot, another great open-source tool. ABCCAD is, itself, open-source under an MIT license.

Thanks to [Boaztheostrich] for the tip.

We seem to have a paucity of posts under the Godot tag, so if you’ve got a hack that uses the open-source game engine, please send us a tip.

youtube.com/embed/4YC3ZkCB1po?…


hackaday.com/2025/11/06/abccad…



Thanks for hunting cameras!


Thanks to everyone who came out for last weekend’s Pirate Meetup at the Boston Anarchist Bookfair. Thanks also to the Boston Anarchist Bookfair and everyone who attended, presented or had a table at it.

Previously, we recorded 20 cameras around the Cambridge Community Center. Over the two days, we added 134 cameras in that area. So many of those were motion-activated doorbell cameras. Now that Amazon will allow police to search the surveillance videos their cameras record via Flock’s surveillance system, it is important we know where they are.

If you want to add to the map, consult our Mapping Surveillance page with instructions on how to create an Open Street Map account, set up a client on your phone and start hunting for cameras!

We look forward to next year’s bookfair. We will find all the cameras in the area before then, so attendees can know how to protect themselves when they are walking there.


masspirates.org/blog/2025/11/0…

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The FBI has subpoenaed the domain registrar of archive.today, demanding information about the owner.#fbi #Archiveis


FBI Tries to Unmask Owner of Infamous Archive.is Site


The FBI is attempting to unmask the owner behind archive.today, a popular archiving site that is also regularly used to bypass paywalls on the internet and to avoid sending traffic to the original publishers of web content, according to a subpoena posted by the website. The FBI subpoena says it is part of a criminal investigation, though it does not provide any details about what alleged crime is being investigated. Archive.today is also popularly known by several of its mirrors, including archive.is and archive.ph.

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Nancy Pelosi’s trades over the years have been so good that a startup was created to allow investors to directly mirror her portfolio. #Economics #NancyPelosi


One of the Greatest Wall Street Investors of All Time Announces Retirement


Nancy Pelosi, one of Wall Street’s all time great investors, announced her retirement Thursday.

Pelosi, so known for her ability to outpace the S&P 500 that dozens of websites and apps spawned to track her seeming preternatural ability to make smart stock trades, said she will retire after the 2024-2026 season. Pelosi’s trades over the years, many done through her husband and investing partner Paul Pelosi, have been so good that an entire startup, called Autopilot, was started to allow investors to directly mirror Pelosi’s portfolio.

According to the site, more than 3 million people have invested more than $1 billion using the app. After 38 years, Pelosi will retire from the league—a somewhat normal career length as investors, especially on Pelosi’s team, have decided to stretch their careers later and later into their lives.

The numbers put up by Pelosi in her Hall of Fame career are undeniable. Over the last decade, Pelosi’s portfolio returned an incredible 816 percent, according to public disclosure records. The S&P 500, meanwhile, has returned roughly 229 percent. Awe-inspired fans and analysts theorized that her almost omniscient ability to make correct, seemingly high-risk stock decisions may have stemmed from decades spent analyzing and perhaps even predicting decisions that would be made by the federal government that could impact companies’ stock prices. For example, Paul Pelosi sold $500,000 worth of Visa stock in July, weeks before the U.S. government announced a civil lawsuit against the company, causing its stock price to decrease.

Besides Autopilot and numerous Pelosi stock trade trackers, there have also been several exchange traded funds (ETFs) set up that allow investors to directly copy their portfolio on Pelosi and her trades. Related funds, such as The Subversive Democratic Trading ETF (NANC, for Nancy), set up by the Unusual Whales investment news Twitter account, seek to allow investors to diversify their portfolios by tracking the trades of not just Pelosi but also some of her colleagues, including those on the other team, who have also proven to be highly gifted stock traders.
youtube.com/embed/YEm43kiGBsc?…
Fans of Pelosi spent much of Thursday admiring her career, and wondering what comes next: “Farewell to one of the greatest investors of all time,” the top post on Reddit’s Wall Street Bets community reads. The sentiment has more than 24,000 upvotes at the time of publication. Fans will spend years debating in bars whether Pelosi was the GOAT; some investors have noted that in recent years, some of her contemporaries, like Marjorie Taylor-Green, Ro Khanna, and Michael McCaul, have put up gaudier numbers. There are others who say the league needs reformation, with some of Pelosi’s colleagues saying they should stop playing at all, and many fans agreeing with that sentiment. Despite the controversy, many of her colleagues have committed to continue playing the game.

Pelosi said Thursday that this season would be her last, but like other legends who have gone out on top, it seems she is giving it her all until the end. Just weeks ago, she sold between $100,000 and $250,000 of Apple stock, according to a public box score.

“We can be proud of what we have accomplished,” Pelosi said in a video announcing her retirement. “But there’s always much more work to be done.”


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2025 Component Abuse Challenge: Reverse Biasing an NPN BJT


I/V plot at various voltage levels

For the Component Abuse Challenge our hacker [Tim Williams] observes that N-P-N reads the same way forwards and backwards, so… what happens if we reverse bias one? (Note: this remark about N-P-N reading the same forward and backward is a lighthearted joke; in fact the level of doping in the emitter and collector is different so those Ns are not fungible and will exhibit different properties and have different characteristics.)

What happens if we reverse bias an NPN transistor?In the margin you can see how the question was originally posed by Bob Pease back in March 18, 1996.

In his article [Tim] mentions that some transistors are specifically designed to operate when reverse biased, which [Tim] calls “inverted mode”, whereas most transistors are not designed to work in this fashion and that’s the sort of abuse that could damage the component and lead it to malfunction.

But what is Vout? [Tim] reports that he measured approximately -0.4 volts using his high-impedance meter. We tried this experiment in the lab ourselves but we were not able to duplicate [Tim]’s result; however there is a long list of potential reasons for such an outcome. If you do this experiment yourself we would love to hear about your results in the comments section!

If you’re still learning about transistors you might like to check out our five part series on transistors as amplifiers, starting here: Won’t Somebody, Please, Think Of The Transistors!

Thanks to [Tim] for his submission, we wish him the best of luck in the competition!

2025 Hackaday Component Abuse Challenge


hackaday.com/2025/11/06/2025-c…



Making Steam-Powered LEGO Machines


Over the decades we have seen a lot of methods for powering LEGO-based contraptions, ranging from LEGO Technic pneumatics to electric motors, but what about steam power? We have all seen those cute little model steam engines that can definitely put out some power. Sure, you can just drop those in like a kind of confused internal combustion engine, or you can try to make a steam engine that actually tries to be directly compatible with LEGO.

While exploring this topic, [Jamie’s Brick Jams] on YouTube found that the primary concern here is simply the very hot steam produced by the boiler. While not a surprise to anyone who has ever run a model steam engine, this poses a major challenge to the thermoplastics used by LEGO.

Obviously a boiler cannot be made out of plastic, but the steam turbine can. That said, material selection here is key, as the hot, wet steam produced by the boiler demolishes PLA parts and ruined the original and very unsafe copper boiler in the process. Ultimately a LEGO Technic-compatible steam turbine was printed in high temperature resistant PAHT-CF and PC filament, which enables a steam-powered LEGO walker to come to life, albeit with a distinct lack of power.

Model steam engine enthusiasts are of course quick to point out that you should try to create dry steam through superheating, definitely add a safety valve and so on, all of which should make for an even more powerful and safe LEGO steam engine. For a rundown of how steam engines work, [Lawrie] did an excellent video on the basics a while back, as well as a video playlist full of demonstrations of both classical Mamod model engines and questionable modern takes.

Suffice it to say that although model steam engines look like toys, they involve fire, hot steam and other fascinating ways to melt things, light them on fire and cause painful injuries, so definitely follow a safety briefing before attempting any of it at home.

youtube.com/embed/g07xCV3uOJw?…


hackaday.com/2025/11/06/making…



2025 Component Abuse Challenge: Overdriven LEDs Outshine the Sun


A drone is shown hovering in the sky, with two bright lights shining from its underside.

Tagging wildlife is never straightforward in the best of times, but it becomes a great deal more complicated when you’re trying to track flying insects. Instead of trying to use a sensor package, [DeepSOIC] attached tiny, light retroreflectors to bees and hornets, then used a pulsed infrared light mounted on a drone to illuminate them. Two infrared cameras on the drone track the bright dot that indicates the insect, letting the drone follow it. To get a spot bright enough to track in full sunlight, though, [DeepSOIC] had to drive some infrared LEDs well above their rated tolerances.

The LEDs manage to survive because they only fire in 15-µs pulses at 100 Hz, in synchrony with the frame rate of the cameras, rather like some welding cameras. The driver circuit is very simple, just a MOSFET switch driven by an external pulse source, a capacitor to steady the supply voltage, and a current-limiting resistor doing so little limiting that it could probably be removed. LEDs can indeed survive high-current pulses, so this might not really seem like component abuse, but the 5-6 amps used here are well beyond the rated pulse current of 3 amps for the original SFH4715AS LEDs. After proving the concept, [DeepSOIC] switched to 940 nm LEDs, which provide more contrast because the atmosphere absorbs more sunlight around this wavelength. These new LEDs were rated for 5A, so they weren’t being driven so far out of spec, but in tests they did survive current up to 10A.

We’ve seen a similar principle used to drive laser diodes in very high-power pulses a few times before. For an opposite approach to putting every last bit of current through an LED, check out this low-power safety light.

youtube.com/embed/cRh2XufYJws?…

2025 Hackaday Component Abuse Challenge


hackaday.com/2025/11/06/2025-c…



Share Your Projects: Imperfectionism


Everyone has a standard for publishing projects, and they can get pretty controversial. We see a lot of people complain about hacks embedded in YouTube videos, social media threads, Discord servers, Facebook posts, IRC channels, different degrees of open-sourcing, licenses, searchability, and monetization. I personally have my own share of frustrations with a number of these factors.

It’s common to believe that hacking as a culture doesn’t thrive until a certain set of conditions is met, and everyone has their own set of conditions in mind. My own dealbreaker, as you might’ve seen, is open-sourcing of code and hardware alike – I think that’s a sufficiently large barrier for hacking being repeatable, and repeatability is a big part of how hacking culture spreads.

This kind of belief is often self-limiting. Many people believe that their code or PCB source file is not a good contribution to hacking culture unless it meets a certain cleanliness or completeness standard. This is understandable, and I do that, too.

Today, I’d like to argue against my own view, and show how imperfect publishing helps build hacking culture despite its imperfections. Let’s talk about open-source in context of 3D printing.

The Snazzy Ugly Duckling


One little-spoken aspect of 3D printing is how few models are open-source. Printable models published exclusively as STLs are commonplace, STEPs are much less popular, and from my experience, it’s soul-crushingly rare to see a source file attached to a model on Printables. I struggle to say that’s a good thing, and quite obviously, that negatively impacts 3D printing culture – getting into 3D modeling is that much harder if you can’t reference the sources for 95% of models you might get inspired by.

Of course, part of that is that 3D CADs are overwhelmingly closed-source paid software, and there are like five different ones with roughly equal shares of usage. It’s hard to meaningfully share sources from within a paywalled siloized market. Also, unlike software source code, STLs are very much cross-platform. Electronics has a way better analogy for STLs, they’re just like gerbers – gerbers are easy to export, and to inexperienced people, they’ll feel like all that anyone would ever need.

For a quick example – out of these eight Printables models taken at random, only the “drawers mini-cabinet” has a source file attached.

Then, there’s a self-consciousness and perfectionism. While rare, I’ve seen “I will clean this up and publish later” happen in 3D printing spaces too – it’s a thoroughly non-viable promise there too, but I get why people say that, I’ve personally made and failed on such promises a good few times myself. I’m glad that this isn’t a popular excuse so far, but, as more people adopt OpenSCAD, Blender, and FreeCAD, with their universally-accessible files, maybe we’ll see it resurface.

Asking for 3D model sources should probably become part of hacker culture, just like it helped with software. I don’t think it’s great that 3D printing so often implies closed-source 3D models, and undoubtedly that has limited the growth of 3D modeling as a hobby. I strongly wish I could git clone the 3D model projects I find online, and there’s a whole lot of models that are useless to me because I can’t git clone and modify them.

At the same time? 3D printing carries the hacker flag quite strongly, despite the imperfections, and you can notice it by just how often 3D printing appears on our pages. We can and should point at aspects of hacker culture that 3D printing doesn’t yet represent, and while at it, we benefit from the technology, as much as its imperfections hurt us.

Where Is Hackerdom Found?


Would I argue the same about Discord servers? Mastodon-hosted threads? YouTube videos? GitHub repos with barely-documented code? For sure. There’s no shortage of criticism about those, mostly about accessibility issues. Servers and videos are often not externally discoverable, which is surprisingly painful for hacker culture’s ability to thrive and grow. At the very least, we are badly missing out – for instance, I’d say Discord servers and YouTube videos alike are in dire need of external log/transcript hosting capabilities, and tech-oriented Discord servers specifically could benefit from public logs in the same way that modern Discourse forums have them from the get-go.

That’s for the disadvantages. As for upsides, YouTube videos make hardware hacking into entertainment for potential hackers not enthralled by scrolling through a blog interspersed with pictures, and, they position hacking culture in front of people who’d otherwise miss out on it. Let’s take [DIY Perks], a hugely popular YouTube channel. Would that dual-screen laptop build we covered have worked out great as a blog post, or maybe as a dual post-video, as some hackers do? For sure. At the same time, it gets hacking in front of people’s faces.

Discord blows as a platform, and I’ve written a fair bit about just how much it blows. One such snippet is in the article I wrote about the Beepy project, where the Discord server was crucial to growing Beepy as a community-contributed project. Would people benefit from the Beepy project having publicly available logs? Most certainly, and I’d argue it’s hurt the Beepy project being more externally discoverable. Is that all?

Discord has been an unprecedented communications platform for the Beepy project, and we’d outright lose out if there weren’t hardware hacking communities thriving on Discord, like Hackaday Discord does. I think we should remedy these kinds of problems by building helper tools and arguing for better cultural norms, just like we did with software licenses, because giving up on platforms like Discord currently has a significantly subpar cost-benefit analysis.

What about imperfect code? Sometimes, a hacker figures out a small part of a sensor’s protocol or a basic feature, and as much as the code might be insufficient or hastily written, they publish it. Have you ever stumbled upon such a repository? I have, sometimes I was happy, and sometimes I was disappointed, but either which way, such code tend to require extra work. In the end, I’ve noticed that it almost always helped way more than it hurt, which in turn has eventually led to me publishing more and more.

I think we’d benefit from a culture where “publish later after cleanup” is replaced by “here’s the code, and I might push some cleanup commits later”. It’s a better contribution to hacker culture and to people who enjoy your work, and the “might” part makes it more honest. It’ll also get your publishing muscles in better shape so that you’re quick to post about things you really ought to post about. For what it’s worth, I don’t think it hurts if this is assisted by social media likes, too.

Strength Through Presence


Survival of hacker culture has so far heavily relied on its presence in media all across, and an ability to press the “maybe I can hack too” button in other people’s brains through that presence. That said, every non-open 3D model, Discord server with non-public logs, YouTube channel with non-transcribed videos, or a completely ephemeral TikTok channel, still palpably paves a way for future hackers to join our communities, wherever hackerdom might be within ten years’ time.

I think the key to informational impedance mismatches is making it easier for people to meet the high standards we expect, and helping people meet them where appropriate, in large part, by example. It looks like hacking is strongest when present everywhere, even when some seams, and I hope that this kind of overwhelming presence helps us overcome modern-day unique cultural hurdles in a way we couldn’t hope for just a decade ago.


hackaday.com/2025/11/06/share-…




Sulle case popolari in Piemonte l’assessore Marrone difende una norma discriminatoria


In Piemonte anche l’accesso alle case popolari, dopo il vergognoso bonus Vesta, diventa terreno di scontro ideologico per l’Assessore regionale alla Casa Maurizio Marrone (Fratelli d’Italia).

Protagonista suo malgrado una donna migrante, a cui il giudice ha riconosciuto di essere stata discriminata da una legge regionale secondo cui, per ottenere un alloggio di edilizia popolare, l’inquilino deve essere titolare di un contratto di lavoro. Ma questo vale solo se straniero.

Di fronte a questa sentenza, Marrone non ha aperto una riflessione sull’ingiustizia della norma che viola le direttive europee sui diritti delle persone con e senza cittadinanza ed è in contrasto con la Costituzione italiana e con ogni principio di umanità, ma ha scelto di attaccare il giudice e rilanciare la retorica della “difesa degli Italiani” – sempre con la maiuscola – trasformando un bisogno sociale primario in uno strumento di propaganda.

Non si tratta di una svista o di una frase sfuggita. È una strategia politica coerente, che punta a dividere, individuare un nemico, far credere che alcuni abbiano più diritto di altri di accedere ai servizi e alle tutele sociali. Non è un incidente: è un progetto politico.

Siamo di fronte a una legge che discrimina in modo esplicito e deliberato chi vive in Piemonte ma non ha cittadinanza italiana. La legge che Marrone difende è fascista nei fatti. A questo punto non serve più chiedergli se lui e il suo partito lo siano o meno: sarebbe come chiedere a chi impone una discriminazione se si considera discriminatorio, e poi usare la sua risposta per stabilire la verità. La realtà si misura nelle scelte, nelle norme, nelle vite che colpiscono. Non nelle etichette che uno si appiccica o evita.

Le istituzioni dovrebbero garantire equità e sostegno, non alimentare divisioni né usare la povertà come terreno di scontro politico.

Come Possibile, anche grazie al lavoro della nostra consigliera regionale Giulia Marro, continueremo a lavorare perché vengano riconosciuti i diritti di tutti e tutte, senza distinzioni arbitrarie.

Piemonte Possibile

L'articolo Sulle case popolari in Piemonte l’assessore Marrone difende una norma discriminatoria proviene da Possibile.





non so cosa esattamente stia succedendo, ma differx.noblogs.org sta ricevendo decine e decine di migliaia di visualizzazioni, ormai da mesi. probabilmente alcuni tag stanno diventando - involontariamente da parte mia - virali. o qualcosa del genere. fatto sta, l'analisi statistica mi dice che solo nella giornata di oggi, 7 novembre 2025, le visite al blog tramite browser diversi da chrome e firefox sono state leggermente superiori alle 110mila, quelle da firefox circa diecimila, e quelle da chrome 'appena' un migliaio, se leggo bene. (da notare che per il mio sito slowforward.net questi numeri, anche i più bassi, non sono che raramente raggiunti).

annotazione: non si tratta di bot, che hanno un contatore a parte.

anyway: cheers.








Dick Cheney (1941-2025)
www1.ilmortodelmese.com/2025/1…

NOVA, USA - Ogni tanto una buona novella: il cuore di Dick Cheney ha infine deciso di non battere più. Probabilmente vi ricorderete di questo tizio, ma se vogliamo farla breve possiamo dire che Dick Cheney è stato probabilmente il vice presidente degli Stati Uniti più ignobile di sempre (anche se Vance, siamo certi, gli darà del filo da torcere), nonché il principale responsabile della War on Terr


Mauro reshared this.




Il calcio è vulnerabile allo sfruttamento criminale. Europol è pronta a sostenere la UEFA, anche sulla base della Convenzione di Macolin


Qualche giorno orsono #Europol e #UEFA (organo di governo del calcio europeo) hanno rinnovato ed esteso il loro Memorandum of Understanding, incentrato sulla prevenzione e la lotta alla criminalità tutelando al tempo stesso l'integrità del calcio europeo.

Il memorandum è stato firmato nella sede della UEFA a Nyon dal direttore esecutivo di Europol, Catherine De Bolle, e dal presidente della UEFA, Aleksander Čeferin. Europol e UEFA si sono impegnate a cooperare in attività e progetti congiunti. La partnership migliorerà le indagini, la condivisione delle informazioni e il supporto di esperti per le 55 federazioni affiliate alla UEFA.

L’accordo si basa sulla già esistente cooperazione tra le istituzioni, soprattutto nella lotta contro le partite truccate, ampliandone al tempo stesso la portata ad altre minacce legate alla criminalità organizzata. La cooperazione si concentra sullo scambio di informazioni e sulla condivisione di conoscenze nei settori dei principali eventi calcistici, della corruzione sportiva, delle partite truccate e del riciclaggio di denaro, del razzismo, della xenofobia e dell'estremismo violento, nonché delle attività illegali legate allo streaming o alla trasmissione illegali di contenuti audiovisivi. La cooperazione si estende all'individuazione di transazioni e attività sospette nei settori dei trasferimenti di giocatori di calcio, degli investimenti nelle squadre di calcio, dello scambio di attività finanziarie legate al calcio e delle scommesse sportive.

Anche l'assegnazione e l'organizzazione di competizioni sportive possono essere oggetto di abuso da parte dei criminali per riciclare proventi illeciti o per scopi di corruzione e rientrano quindi anche tra i possibili ambiti di cooperazione.


La “manipolazione” delle competizioni. Una definizione giuridica


Secondo la definizione giuridica, la manipolazione della competizione o la combine è "un'azione, un'omissione o un'inganno intenzionale volti a alterare impropriamente il risultato o lo svolgimento di una competizione sportiva al fine di eliminare in tutto o in parte la natura imprevedibile della competizione stessa, al fine di ottenere un indebito vantaggio per sé o per altri" (Convenzione del Consiglio d'Europa sulla manipolazione delle competizioni sportive, 2014, leggi sotto).

La manipolazione della competizione, nota anche come combine, si verifica quando il risultato di un torneo o di una competizione viene deciso in anticipo, in parte o completamente, e la partita viene giocata per garantire l'esito predeterminato. Ciò è contrario alle regole del gioco e spesso alla legge. Il motivo più comune per cui si ricorre alla combine è ottenere un compenso dagli scommettitori, ma le squadre possono anche intenzionalmente ottenere prestazioni scadenti per ottenere un vantaggio futuro, come, sulla carta, un avversario meno promettente in uno spareggio. Parimenti, la manipolazione della competizione si verifica quando un partecipante a una competizione sportiva (ad esempio un atleta, un allenatore, un giudice o un arbitro, ecc.) consapevolmente non ottiene risultati soddisfacenti o prende deliberatamente decisioni sbagliate che influenzano il risultato o l'andamento di una competizione, al fine di ottenere un beneficio indebito (solitamente un vantaggio sportivo o finanziario).

La Convenzione di Macolin


La Convenzione del Consiglio d'Europa sulla manipolazione delle competizioni sportive, comunemente nota come Convenzione di Macolin, è l'unico trattato internazionale giuridicamente vincolante specificamente concepito per prevenire, individuare e sanzionare la manipolazione delle competizioni sportive.

È stata stipulata a Macolin/Magglingen, in Svizzera, il 18 settembre 2014 ed è entrata in vigore il 1° settembre 2019, a seguito della ratifica da parte di cinque Stati, tre dei quali membri del Consiglio d'Europa.

La Convenzione mira a proteggere l'integrità dello sport e l'etica sportiva promuovendo il coordinamento nazionale e la cooperazione internazionale contro la manipolazione, sia essa legata ad attività criminali, scommesse sportive o altri motivi.

La Convenzione di Macolin stabilisce un quadro giuridico completo che impone agli Stati firmatari di attuare misure per combattere la manipolazione, tra cui l'identificazione dei rischi, la definizione di leggi e procedure necessarie e la promozione della cooperazione tra autorità pubbliche, organizzazioni sportive e operatori di scommesse.

Prevede la criminalizzazione della manipolazione da parte di persone fisiche e giuridiche, garantendo che le sanzioni disciplinari degli organismi sportivi non escludano la responsabilità penale, civile o amministrativa. Il trattato impone inoltre agli Stati di istituire piattaforme nazionali che fungano da centri di informazione per il monitoraggio e l'analisi di attività di scommesse sospette e di comunicare le coordinate di tali piattaforme e delle autorità responsabili al Consiglio d'Europa.

La convenzione definisce la manipolazione della competizione come un'intesa, un atto o un'omissione intenzionale volta a alterare impropriamente il risultato o lo svolgimento di una competizione per ottenere un indebito vantaggio, eliminando così la natura imprevedibile dello sport.

Fornisce una tipologia per diverse forme di manipolazione, tra cui l'interferenza diretta in un evento sportivo (Tipo 1), la modifica dell'identità o dei dati personali di un atleta (Tipo 2) e le modifiche non conformi relative all'attrezzatura, alle superfici di gioco o alla fisiologia dell'atleta (Tipo 3).

Questo quadro normativo mira a promuovere una comunicazione più chiara e a fornire una base statistica uniforme per l'identificazione dei rischi e delle minacce emergenti.

A novembre 2025, la Convenzione di Macolin è stata ratificata da Belgio, Francia, Grecia, Islanda, Italia, Lituania, Norvegia, Portogallo, Repubblica di Moldavia, San Marino, Serbia, Spagna, Svezia, Svizzera e Ucraina. È stata firmata anche da altri 41 Stati europei, oltre che da Australia e Marocco. Il nostro Paese ha aderito alla Convenzione, sottoscrivendola il 7 aprile 2016 ed approvandola in via definitiva al termine del percorso parlamentare l'11 aprile 2019; il 16 maggio 2019 è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale.

Il Comitato di monitoraggio della Convenzione, responsabile del monitoraggio dell'attuazione, comprende rappresentanti degli Stati firmatari e di altri organismi competenti e può effettuare visite per valutarne il rispetto.

La Convenzione è aperta alla ratifica sia degli Stati membri del Consiglio d'Europa che di Stati non membri, a dimostrazione della sua portata globale.

@Attualità, Geopolitica e Satira





Donald J. Trump: i primi mesi del secondo mandato


Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump mentre firma degli ordini esecutivi, settembre 2025 (Foto: whitehouse.gov).
Il presidente Donald Trump è stato eletto un anno fa e si avvicina al compimento del primo anno del suo secondo mandato. Come sono stati i primi mesi della sua amministrazione? Quando, nel discorso pronunciato davanti al Congresso nel marzo 2025, ha descritto le prime sei settimane in carica come «azione rapida e incessante», stava in realtà anticipando i mesi successivi con un’esattezza forse ignota persino a lui stesso[1]. I primi mesi del secondo mandato sono stati caratterizzati da un’intensa attività: una raffica di ordini esecutivi, un’azione militare in Iran, dazi e guerre commerciali.

Anche con il blocco delle attività amministrative (government shutdown) negli Stati Uniti, questa accelerazione del ritmo riflette il tempo avuto a disposizione dall’amministrazione Trump per prepararsi tra il primo e il secondo mandato. Ma, più in profondità, esprime la determinazione del Presidente e di molti suoi consiglieri a trasformare il Partito Repubblicano (Grand Old Party, GOP): non più soggetto ai vincoli del proprio establishment o delle convenzioni, come ritengono sia avvenuto durante il primo mandato, bensì orientato a realizzare le politiche volute da Trump, ad ampliare i poteri del Presidente e, in ultima istanza, a consolidare i cambiamenti da lui introdotti nel GOP e nella politica americana.

Questa energia rafforza la tesi di quegli osservatori secondo i quali Trump ha acquisito un nuovo senso della missione dopo il fallito attentato alla propria vita subìto a Butler, in Pennsylvania. Egli è, più di ogni altro presidente recente, il tribuno del popolo: afferma di rappresentarne i bisogni, i desideri e soprattutto le emozioni in un modo che nessun altro eletto è in grado di fare. In quest’«era dei sentimenti», è lui il principale interprete del sentire collettivo[2].

Nel breve periodo, il Presidente e la sua amministrazione dovranno governare affrontando le persistenti difficoltà economiche e politiche, comprese le incertezze generate dai dazi. Sul lungo periodo, è troppo presto per dire se i cambiamenti da lui apportati al Partito Repubblicano e alla vita politica statunitense siano destinati a durare. Ma molte delle tendenze strutturali – in particolare, la concentrazione del potere nella presidenza e l’indebolimento del Congresso – continueranno con ogni probabilità inalterate. Nel frattempo, molti cattolici americani stanno cercando di rispondere alla sfida di un nuovo assetto politico che spesso mette alla prova l’unità dei fedeli.

Politica interna: l’agenda del secondo mandato


«Il trumpismo è una postura culturale anti-sinistra e anti-élite. Non è un programma politico», scriveva Ryan Streeter nel 2020[3]. È senz’altro vero che il fenomeno Trump è stato una reazione populista sia alla sinistra sia alla destra tradizionali, ma la sua campagna si è basata su precise proposte, soprattutto in campo economico e migratorio, che hanno trovato grande riscontro presso gli elettori. Da allora, Trump ha dato seguito a molte di tali promesse, compresa una delle meno popolari: i dazi doganali.

I primi giorni della presidenza sono stati dominati da ordini esecutivi che hanno riguardato numerose questioni emerse durante la campagna: dall’immigrazione alla sicurezza dei confini, fino alla lotta contro il «wokismo»[4]. Un ordine esecutivo è un decreto presidenziale che impone a un dipartimento governativo di intraprendere determinate azioni. Un esempio particolarmente evidente è stato quello con cui il 20 gennaio 2025 è stato istituito il DOGE (Department of Government Efficiency), affidato a Elon Musk fino al maggio successivo, con il compito di «massimizzare l’efficienza e la produttività dell’amministrazione pubblica»[5].

Il DOGE rivela molte delle ambiguità insite nel governare tramite ordini esecutivi. Un ordine esecutivo non è una legge, e quindi non passa dal Congresso; di conseguenza, le attività avviate in base a un provvedimento di questa natura sollevano spesso interrogativi sulla legittimità e sull’autorizzazione parlamentare, come è accaduto, appunto, per il DOGE. Inoltre, quando l’ordine affida a un dipartimento un compito generico, si pone il problema di definirne concretamente gli obiettivi. Nel caso concreto, qual è lo scopo del DOGE? Ridurre i costi? Snellire la regolamentazione? Disarticolare la burocrazia per indebolire il cosiddetto Deep State? I presidenti spesso sono accusati di ricorrere agli ordini esecutivi per aggirare il Congresso. Pertanto, quando il numero di tali provvedimenti diventa elevato, non è un buon segno per chi teme la crescita incontrollata del potere esecutivo negli Stati Uniti[6].

Le politiche di Trump si discostano frequentemente dal libertarismo fiscale in stile Reagan, pur senza abbracciare del tutto il populismo economico che egli stesso proclama. Anche nel secondo mandato si osserva tale ambivalenza. Il traguardo legislativo più significativo finora è stata l’approvazione dell’OBBBA (One Big Beautiful Bill Act), così denominato perché fondeva in un’unica legge «omnibus» misure su tasse, stanziamenti e politiche pubbliche. Con essa, il Presidente ha mantenuto la promessa di estendere i tagli fiscali approvati nel suo primo mandato, nel 2017: probabilmente è stato il suo provvedimento più reaganiano. Al tempo stesso, però, l’aumento del debito federale dimostra che a Washington ormai sono pochi i veri sostenitori del «governo leggero», nonostante alcune riforme parziali in materia di spesa sociale.

Se le politiche fiscali di Trump si allontanano dalla dottrina del fusionismo, lo zelo protezionista in tema di dazi lo avvicina invece ad altri presidenti repubblicani del passato, tra cui Calvin Coolidge. Peraltro, i dazi evocano un protezionismo che, per buona parte del Novecento e oltre, era stato associato più alla sinistra che alla destra, come già la legge tariffaria Smoot-Hawley del 1930, approvata dal presidente Herbert Hoover e considerata una delle cause della Grande Depressione. A questo punto, le problematiche legate ai dazi sono ben note[7]. La vera domanda, tuttavia, è se i dazi finiranno per aggravare proprio uno dei problemi principali che Trump si era impegnato a risolvere, vale a dire l’inflazione[8]. Se così fosse, essi potrebbero spianare la strada a nuove vittorie democratiche alle prossime elezioni e mettere a rischio i recenti successi del Partito Repubblicano tra gli elettori ispanici[9].

L’immigrazione è stata un tema centrale per l’amministrazione Trump sin dalla sua prima campagna del 2015, ispirata a un «populismo nazionale» favorevole alla sicurezza dei confini e alla protezione dei lavoratori americani rispetto alla manodopera immigrata. Questo approccio si inserisce in una lunga tradizione statunitense di restrizioni all’immigrazione, rappresentata negli ultimi decenni dalla figura di Patrick Buchanan[10]. Finora, l’amministrazione ha rivendicato due successi principali: l’aumento significativo delle espulsioni e la drastica riduzione degli ingressi e degli arresti al confine. È probabile che le nuove politiche abbiano scoraggiato molti dall’attraversare la frontiera senza autorizzazione[11]; tuttavia Trump e i suoi collaboratori stanno anche mettendo alla prova i limiti del potere presidenziale in materia di diritto dell’immigrazione, spesso attraverso iniziative mediaticamente molto visibili, pensate per attrarre l’attenzione e stimolare contenziosi. È il caso, ad esempio, della vicenda giudiziaria di Kilmar Ábrego García, che ha generato una forte esposizione mediatica: da un lato, ha rafforzato l’appoggio dei sostenitori di Trump, convinti della sua determinazione sul tema dell’immigrazione; dall’altro, ha mobilitato le proteste dei suoi oppositori.

Le politiche migratorie hanno attirato critiche da molteplici fronti, compresa la Conferenza episcopale degli Stati Uniti, che, pur riconoscendo la necessità di «azioni di polizia volte a garantire l’ordine e la sicurezza delle comunità per il bene comune» e di riformare «un sistema migratorio gravemente carente», ha fatto notare che le azioni intraprese sono ben lontane dalla «comunione di vita e di amore» cui dovrebbe tendere una nazione di immigrati[12]. Parole che riecheggiano la lettera inviata da papa Francesco ai vescovi statunitensi nel febbraio 2025, interamente dedicata al tema dell’immigrazione[13].

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È molto probabile che l’amministrazione Trump continuerà a mantenere una linea dura sull’immigrazione e sulla sicurezza delle frontiere, e che la questione migratoria resterà una delle più divisive nella politica americana, in attesa che emerga uno statista capace di proporre un nuovo consenso.

L’assassinio di Charlie Kirk il 10 settembre ha messo tragicamente in evidenza la fragilità della società americana e le questioni irrisolte che hanno alimentato l’elezione di Trump nel 2024. Kirk, attivista di spicco del movimento MAGA e voce autorevole nei campus universitari, è stato ucciso nel mezzo di un’ondata di violenza politica, sollevando interrogativi sullo stato di salute della società statunitense. La violenza politica è recentemente aumentata nella sinistra, ma non è chiaro se l’amministrazione Trump o i repubblicani saranno in grado di affrontarne le cause. In particolare, molti hanno cercato di «cancellare» i critici di Kirk dopo la sua morte, nonostante la sua reputazione di strenuo difensore della libertà di parola della destra.

Politica estera: la «dottrina Trump»?


Trump ha sempre sostenuto che spetta a lui definire cosa significhi davvero «MAGA» o America First, e forse in nessun ambito questo è più vero che in politica estera. I primi mesi del secondo mandato hanno mostrato che, secondo il Presidente in carica, il principio di sovranità nazionale insito in America First non implica affatto isolamento o disimpegno globale: può benissimo includere un coinvolgimento militare statunitense all’estero, purché serva le priorità dell’America.

I commentatori già da tempo hanno difficoltà a definire con precisione la visione trumpiana in politica estera. A complicare le cose contribuisce il fatto che anche i consiglieri del Presidente appaiono divisi tra le correnti più interventiste e quelle più isolazioniste della destra americana, come ha rivelato lo scandalo «Signalgate», relativo alla fuga di conversazioni riservate su operazioni militari contro gli Houthi nello Yemen[14]. Sebbene sia difficile parlare di una vera e propria «dottrina Trump», non vi è dubbio che nel suo secondo mandato egli sia stato influenzato da convinzioni di lunga data: una grande fiducia nelle proprie capacità negoziali, la ferma opposizione al nucleare iraniano, il sostegno a Israele, l’avversione agli accordi multilaterali che vincolino gli Stati Uniti a difendere altri, e la volontà di aprire nuove opportunità commerciali e di investimento per il capitale statunitense[15].

Come la maggior parte dei presidenti repubblicani, Trump nutre una forte simpatia per Israele, ma a modo suo. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha fatto ogni sforzo per mantenere un buon rapporto con lui, ma la profonda convinzione del leader Usa nel potere della negoziazione – sua o del suo emissario Steve Witkoff – ha portato a un tentativo di mediazione tra Iran e Israele. Tuttavia Trump si sarebbe convinto che gli iraniani non stavano negoziando in buona fede, e che Israele aveva concrete possibilità di vittoria militare contro Teheran[16]. In ogni caso, la sua ostilità verso un Iran che potrebbe dotarsi di armi nucleari ha finito per convergere con il desiderio di lunga data di Netanyahu di arginare l’influenza iraniana. Mentre Trump ha dichiarato conclusa la guerra tra Israele e Hamas nell’ottobre 2025 con il cessate il fuoco, la questione sarà se e in che misura egli eserciterà pressioni su tutte le parti per risolvere i problemi di fondo e promuovere una pace giusta e duratura.

Quanto alla Russia e all’Ucraina, il Presidente ha più volte espresso la propria insofferenza per le logiche da «Guerra fredda», spostando il Partito Repubblicano verso una posizione critica nei confronti dell’Ucraina. Come altri presidenti statunitensi precedenti, sembra che egli abbia pensato di poter negoziare con Vladimir Putin, nonostante la propria impazienza dichiarata verso il protrarsi della guerra. Il vertice di agosto 2025 in Alaska tra il presidente statunitense e quello russo ha rappresentato un caso emblematico: da un lato, Trump si è mostrato fiducioso nella propria abilità negoziale, ignorando i fallimenti del passato e le preoccupazioni dei leader europei; dall’altro, la frustrazione nei confronti di Putin lo ha spinto a ribadire un ambiguo sostegno all’Ucraina. Il presidente Trump e il vicepresidente J. D. Vance hanno entrambi manifestato un sostegno più forte all’Ucraina nei mesi di settembre e ottobre, con Vance che ha affermato che la Russia deve «svegliarsi e accettare la realtà» della necessità della pace[17]. Restano quindi aperti alcuni interrogativi: «Quanto Trump è disposto a fare pressione su Putin? E fino a che punto è disposto a sostenere Zelensky?»[18].

I leader mondiali hanno reagito a queste mosse con strategie diverse. Gli analisti osservano spesso che Trump tende a essere più duro con gli alleati storici degli Stati Uniti che con i nemici tradizionali. Eppure, sono proprio gli alleati a impegnarsi maggiormente per mantenere relazioni positive con Washington, anche a costo di forti sacrifici[19]. Questo è particolarmente evidente nei rapporti con l’Unione europea e la Nato.

Claudia Sheinbaum, presidente del Messico, è riuscita a instaurare una collaborazione proficua con Trump, anche grazie alla cooperazione sul fronte del traffico di fentanyl verso gli Stati Uniti, che è una delle priorità dell’amministrazione Usa. Tuttavia, la minaccia di azioni militari statunitensi in territorio messicano ha rappresentato una costante fonte di tensione[20]. Similmente, il primo ministro canadese Mark Carney – la cui vittoria alle elezioni del 2025 è stata in gran parte motivata dall’opposizione a Trump – ha cercato di convincere la Casa Bianca che l’accordo commerciale USMCA (United States-Mexico-Canada Agreement) esenta la maggior parte dei beni canadesi dai dazi introdotti da Trump[21]. Ne potrebbe derivare un rafforzamento della cooperazione tra Canada e Messico, nel tentativo di evitare l’innalzamento delle barriere commerciali con gli Stati Uniti[22].

Il Regno Unito, dal canto suo, ha cercato di salvaguardare la «relazione speciale» con gli Stati Uniti, tanto più importante dopo che la Brexit lo ha distanziato dall’Unione europea. Il premier britannico Keir Starmer si è mosso in tal senso, puntando sulla storica alleanza tra Londra e Washington.

Altri Paesi, come l’India e il Brasile, hanno assunto atteggiamenti più apertamente ostili. Per quanto riguarda il Brasile, il caso è reso più complesso dall’amicizia personale tra Trump e l’ex presidente brasiliano Jair Bolsonaro.

La maggiore opposizione che Trump ha incontrato sul piano internazionale riguarda Israele: alcuni Paesi europei hanno proposto alle Nazioni Unite di riconoscere ufficialmente lo Stato palestinese. L’escalation del conflitto tra Israele e Hamas iniziato il 7 ottobre 2023 ha accentuato le fratture tra gli Stati Uniti e gli alleati europei sulla questione palestinese e sulla difesa israeliana: una divergenza profonda che il Presidente non sembra in grado di sanare. In ogni caso, è certo che l’opinione pubblica di molti Paesi europei – e della sinistra americana – si è ulteriormente allontanata da Israele.

L’avvio del secondo mandato di Trump ha riacceso il dibattito sulla possibilità di un nuovo ordine mondiale senza gli Stati Uniti o, quantomeno, di un Occidente costretto ad andare avanti senza il loro apporto. Al momento, questo scenario sembra improbabile. Per alcuni anni, l’Europa tenderà a rimilitarizzarsi; Messico e Canada cercheranno di rafforzare le relazioni commerciali con altri partner; e la Cina si adatterà, anche grazie alla cronica incoerenza statunitense nei suoi confronti. Infatti, data la necessità degli Stati Uniti di negoziare un accordo commerciale più vantaggioso con la Cina, le guerre tariffarie potrebbero finire per avvantaggiare questo Paese, forse a scapito di Taiwan[23].

Tuttavia, gran parte del mondo sembra determinata a fare ciò che è necessario per restare comunque nelle grazie degli Stati Uniti.

Gli altri poteri: Congresso e magistratura


L’amministrazione Trump continua a sostenere la sua visione della presidenza come potere dominante all’interno del sistema federale statunitense, in linea con l’immagine che il Presidente ha di sé e con la teoria cesarista dell’«esecutivo unitario», condivisa da molti suoi consiglieri. Questa impostazione, resa possibile dal controllo repubblicano di entrambe le Camere del Congresso, tuttavia non ha finora prodotto conflitti con la magistratura così gravi come alcuni temevano. La presidenza Trump ha soltanto accentuato la relegazione del Congresso degli Stati Uniti a un ruolo relativamente marginale nella politica americana: quello di sostenitore o critico fazioso del Presidente. È difficile individuare, oggi, dove le prerogative istituzionali del Congresso stiano effettivamente bilanciando il potere della presidenza o i legami di partito tra i due poteri, sia che si tratti di permettere a Trump di ignorare una legge approvata dallo stesso Congresso sul caso TikTok, sia di assecondare la richiesta dell’amministrazione di accorpare un’enorme quantità di provvedimenti eterogenei in un unico, grande e bellissimo disegno di legge, da approvare in blocco senza un dibattito adeguato; oppure di rinunciare a contestare la decisione di Trump di esautorare il Congresso dai poteri che gli spettano, secondo l’Articolo I, sezione 8 della Costituzione, in materia di dazi e regolazione del commercio estero.

Podcast | IL PREZZO DELLA DISUGUAGLIANZA


Papa Leone XIV ha lanciato un monito sulla crescente disuguaglianza economica globale. Ma quali sono le ragioni di questo fenomeno e quali i rischi? Lo abbiamo chiesto a due economisti che hanno curato la voce “disuguaglianza” nel Dizionario della Dottrina sociale della Chiesa: Andrea Boitani e Lorenzo Cappellari.

Scopri di più

Non è un’esagerazione affermare che molti membri del Congresso non hanno alcuna esperienza diretta del suo funzionamento costituzionale originario. Tuttavia, come ha osservato Philip Wallach, è altrettanto facile esagerarne l’impotenza[24]. Non sarebbe corretto definire il Congresso un semplice «timbro di approvazione» per l’agenda trumpiana, dal momento che sussistono pur sempre dei limiti alla sua passività. Nel bene o nel male, «la legislazione di partito unico – resa possibile soprattutto grazie alla procedura di riconciliazione di bilancio che aggira l’ostacolo dell’ostruzionismo – è diventata la modalità dominante dell’attività legislativa nel XXI secolo»[25]. Secondo Wallach, il problema del Congresso è persino più grave: non tanto la sua passività, quanto la sua acclarata decadenza.

In The Federalist No. 70, il 5 marzo 1788, Alexander Hamilton scriveva che «l’energia dell’esecutivo è caratteristica essenziale di un buon governo». Proprio questa energia complica oggi il rapporto tra l’amministrazione Trump e il potere giudiziario, che per sua natura si muove a ritmi più lenti. Diverse azioni dell’amministrazione sono finite in tribunale, comprese quelle legate all’invocazione dell’International Emergency Economic Powers Act del 1977 per giustificare lo stato di emergenza a fondamento dei dazi[26]. Ancora più clamorose sono le cause intentate contro l’amministrazione per contestare i trasferimenti forzati e le deportazioni, in alcuni casi avvenuti senza garanzie di un giusto processo, e per essersi appellata all’Alien Enemies Act del 1798 per legittimare tali provvedimenti. Questi sono stati alcuni dei fattori alla base del government shutdown, insieme alla rinnovata convinzione dei democratici che sia necessario negare i fondi governativi all’amministrazione Trump per ostacolare il suo programma[27].

Alcuni osservatori ritengono che l’amministrazione Trump agisca con palese disprezzo verso la magistratura; altri parlano di un piano ben congegnato per indebolire il potere giudiziario in quanto parte integrante del Deep State. La verità sta probabilmente nel mezzo: l’amministrazione adotta spesso un atteggiamento ostile verso ampie parti del sistema giudiziario, ma non sempre riesce a imporre le proprie strategie, nemmeno di fronte a giudici nominati da Trump, né si rifiuta sistematicamente di riconoscere le sconfitte. Inoltre, molte delle modalità con cui si rapporta alla magistratura non differiscono in modo sostanziale da quelle adottate da altri presidenti recenti. Finora le preoccupazioni per una possibile «crisi costituzionale» appaiono esagerate, ma è innegabile che la magistratura fatichi a tenere il passo e che la sua capacità di bilanciare il potere esecutivo sia limitata[28]. E l’amministrazione Trump ne è ben consapevole.

Chiesa cattolica e segni di speranza


Qualunque sia il giudizio su Joe Biden o su Donald Trump, è evidente che l’attuale clima politico statunitense rappresenta una sfida seria per i cattolici. Ma forse la criticità più profonda è interna: la difficoltà della comunità cattolica a superare le proprie appartenenze ideologiche e partigiane. Nella Bolla di indizione del Giubileo della Speranza 2025 Spes non confundit, papa Francesco ha rivolto un duplice invito ai cattolici: «porre attenzione al tanto bene che è presente nel mondo» ed essere «segni tangibili di speranza per tanti fratelli e sorelle che vivono in condizioni di disagio»[29].

Negli Stati Uniti non mancano i segni di speranza, sia all’interno della Chiesa cattolica sia nella società, in particolare con le iniziative promosse dai laici. Tuttavia, anche questi segnali positivi risultano spesso controversi tra i cattolici americani. Il dissenso di per sé non è un male, ma, quando i momenti di speranza nella vita ecclesiale vengono sistematicamente letti come vittorie di una parte e sconfitte dell’altra, si incrina la communio. Le differenze politiche tra i cattolici non dovrebbero irrigidirsi in fratture, ma spesso accade proprio questo, impedendo loro di essere «segni tangibili di speranza» per gli altri fratelli e sorelle.

Sotto molti aspetti, la vita della Chiesa cattolica negli Usa riflette quella della società statunitense: le voci più influenti tendono a esprimersi nei termini propri dell’ideologia politica, mentre pochi si soffermano a riconoscere i segni della grazia, che dovrebbero alimentare la speranza. Data la logica di mercato che regola la comunicazione pubblica negli Stati Uniti, non sorprende che molte delle voci cattoliche più in vista godano di tale importanza non tanto per la loro capacità di rappresentare la fede, quanto per la loro credibilità presso determinate fazioni. Questi commentatori inquadrano la realtà ecclesiale in termini di vittorie e sconfitte del proprio schieramento, trascurando un’analisi teologica autentica, capace di orientare lo sguardo verso la speranza. Il risultato, per troppi cattolici disillusi, è una conferma implicita della sensazione che la Chiesa non abbia più nulla da offrire alla società o alla politica.

Il Giubileo della Speranza rappresenta ancora un’occasione propizia per invertire tale tendenza. Una riflessione teologica autentica sulla condizione statunitense richiede di recuperare il dialogo tra fede e ragione, per contrastare l’ideologia di parte e resistere alla tentazione di piegare il Vangelo a sostegno delle proprie opinioni.

A ciò si accompagna un compito teologico classico, risalente almeno a sant’Agostino: contrastare l’apocalitticismo[30]. Alla politica americana il cristianesimo può offrire un antidoto prezioso: non solo tramite il dialogo tra fede e ragione, ma anche attraverso la denuncia dell’apocalitticismo «fuori luogo», ovvero dell’uso sacrale e totalizzante della politica.

Molti cattolici negli Stati Uniti continuano a concepire il momento presente come una battaglia per far trionfare le proprie idee politiche. Le conseguenze di un mancato successo, a loro dire, sarebbero catastrofiche. Tuttavia, paradossalmente, questa visione non è abbastanza ambiziosa: non riconosce la sfida più profonda che è posta ai cattolici, quella a cui si riferiva papa Francesco, quando affermava che «appare chiaro come la vita cristiana sia un cammino, che ha bisogno anche di momenti forti per nutrire e irrobustire la speranza, insostituibile compagna che fa intravedere la meta: l’incontro con il Signore Gesù»[31]. Ed è proprio questa la speranza di cui la politica statunitense ha urgente bisogno.

Una tale teologia, però, non può basarsi solo su un apparato concettuale adeguato: ha bisogno di comunità vive, che offrano un’alternativa concreta a esperienze falsate di appartenenza. Ed è qui, ancora una volta, che il compito decisivo ricade sui laici[32].

Conclusione: una Costituzione della libertà?


Nel suo libro The Right: The Hundred-Year War for American Conservatism, Continetti sostiene che il conservatorismo statunitense oggi si trova attratto da due poli[33]. Da un lato, vi è il nucleo tradizionale: la difesa delle strutture sociali e politiche tradizionali, che negli Stati Uniti si esprime spesso nella venerazione per il governo limitato, delineato nella Dichiarazione d’Indipendenza e nella Costituzione. Dall’altro, vi è un’opposizione viscerale al progressismo, particolarmente accentuata a partire dalla presidenza di Woodrow Wilson e dal New Deal di Franklin Delano Roosevelt. Il conservatorismo americano è dunque anzitutto una difesa delle istituzioni storiche statunitensi o una reazione al progressismo? La risposta è che è entrambe le cose. Tuttavia, il conservatorismo tradizionale ha sempre rappresentato una componente relativamente minoritaria della destra americana, inserita all’interno di una coalizione – o «fusione» – di movimenti diversi, uniti da progetti comuni, in particolare l’anticomunismo durante la «Guerra fredda»[34]. Continetti sostiene che dal 1989 la destra americana è alla ricerca di un nuovo collante che possa sostituire l’anticomunismo. In quest’ottica, la centralità di Trump dal 2015 in poi può essere letta come il tentativo di compattare la destra attorno a una visione favorevole alla politica personalistica del Presidente e contraria al progressismo contemporaneo. La vera questione aperta, dunque, non è solo se esista un «trumpismo» dopo Trump, ma se esso possa essere integrato in una concezione del conservatorismo con cui il Presidente intrattiene un rapporto così ambivalente.

Questo rapporto è complesso anche perché Trump ha sempre dichiarato esplicitamente di non condividere la tradizione politica americana del governo limitato che molti conservatori si propongono di tutelare. Per lui, così come per molti progressisti, la Costituzione non è tanto una «Costituzione della libertà», quanto un ostacolo all’operato del Paese. Il che non significa che Trump aderisca a una teoria costituzionale precisa; significa però che la sua figura risulta funzionale a promuovere l’agenda di molti suoi collaboratori, i quali manifestano un’insofferenza per i vincoli costituzionali che in passato era più spesso attribuita ai movimenti progressisti. Come ha dichiarato Trump stesso nel 2019: «C’è l’Articolo 2, che mi dà il diritto di fare tutto quello che voglio come presidente»[35].

Al di là delle iperboli sulle crisi e sugli eventi «senza precedenti», la situazione attuale è davvero unica nella storia degli Usa: nel 2025, la tradizione politica statunitense non conta praticamente più alcun vero sostenitore tra coloro che detengono il potere politico. Chiunque pensi di poter prevedere con sicurezza i prossimi anni, farebbe bene a ricordare la celebre risposta dell’ex primo ministro britannico Harold Macmillan a chi gli chiedeva quale fosse la maggiore difficoltà in politica: «Gli eventi, ragazzo mio, gli eventi». È ragionevole aspettarsi che il potere presidenziale continuerà a espandersi, che il Congresso difficilmente recupererà un ruolo centrale, e che i partiti politici interpreteranno le proprie piccole vittorie come mandati per svolte ideologiche radicali, esponendosi così al malcontento degli elettori nel ciclo elettorale successivo. Al di là di questo, tutto dipende dagli eventi.

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[1] Cfr «Full Transcript of President Trump’s 2025 Speech to Congress», in The New York Times (nytimes.com/2025/03/04/us/poli…), 4 marzo 2025.

[2] Cfr R. P. George, «The Age of Feelings», in National Review (nationalreview.com/magazine/20…), 12 giugno 2025.

[3] R. Streeter, «Trumpism Is More about Culture Than Economics», in The Dispatch (thedispatch.com/article/trumpism-is-more-about-culture-than), 23 novembre 2020.

[4] Cfr The White House, sezione Executive Orders (whitehouse.gov/presidential-ac…).

[5] Id., Executive Order on Establishing and Implementing the President’s Department of Government Efficiency (whitehouse.gov/presidential-ac…), 20 gennaio 2025.

[6] Cfr J. Levin, «A Rule of Thumb for the Executive Power Debates», in National Review (nationalreview.com/corner/a-ru…), 5 febbraio 2025.

[7] Cfr D. E. Sanger, «Trump’s Big Bet: Americans Will Tolerate Economic Downturn to Restore Manifacturing», in The New York Times (nytimes.com/2025/03/13/us/poli…), 13 marzo 2025.

[8] Cfr J. Bernstein – R. Cummings, «The Economy Is Starting to Pay for Trump’s Chaos», in The New York Times (nytimes.com/2025/08/10/opinion…), 10 agosto 2025.

[9] Cfr E. Findell, «Hispanic Voters in Texas Are Starting to Turn on Trump», in The Wall Street Journal (wsj.com/politics/elections/his…), 21 agosto 2025.

[10] Come scrive Matthew Continetti, Trump «ha riciclato efficacemente l’ideologia “America First” di Charles Lindbergh per il XXI secolo. Ha combinato il nazionalismo distaccato dell’aviatore con il proprio sostegno a Israele e la disponibilità a usare la coercizione economica nei confronti di alleati e avversari. […] La sua destra americana assomigliava al conservatorismo precedente alla Guerra fredda» (M. Continetti, The Right. The Hundred-Year War for American Conservatism, New York, Basic Books, 2022, 387).

[11] Cfr R. Contreras, «Illegal Border Crossings Hit Decades Low Under Trump Crackdown», in Axios (axios.com/2025/07/15/illegal-b…), 15 luglio 2025; U.S. Customs and Border Protection, «Most Secure Border in History: CBP Reports Major Enforcement Wins in June» (cbp.gov/newsroom/national-medi…), 15 luglio 2025.

[12] Cfr United States Conference of Catholic Bishops, «“Count on the commitment of all of us to stand with you in this challenging hour”, says Archbishop Broglio» (usccb.org/news/2025/count-comm…), 2 marzo 2025.

[13] Cfr Francesco, Lettera ai vescovi degli Stati Uniti d’America, 10 febbraio 2025.

[14] Cfr A. Zurcher, «Trump’s national security team’s chat app leak stuns Washington», in BBC News (bbc.com/news/articles/cwyd9e5l…), 25 marzo 2025.

[15] Cfr The White House,«Vice President J.D. Vance Delivers Remarks at the Munich Security Conference» (whitehouse.gov/videos/vice-pre…), 14 febbraio 2025; «A Week That Felt Like a Decade: Europe Reels From J.D. Vance’s Speech in Munich», in EUI (eui.eu/news-hub?id=a-week-that…), 27 febbraio 2025.

[16] Cfr J. Podhoretz, «Trump Changes History With Iran Strike», in Commentary Magazine (commentary.org/john-podhoretz/…), 22 giugno 2025.

[17] Cfr M. Rego, «Vance says Russia has “to wake up and accept reality”», in The Hill (tinyurl.com/4tkf8aux), 28 settembre 2025.

[18] Cfr A. Ward – M. R. Gordon, «How Trump’s Ukraine Peace Push Stalled Out in Four Days», in The Wall Street Journal (wsj.com/world/russia-ukraine-p…), 21 agosto 2025.

[19] Cfr T. Keith – S. Miller, «Art Of The Praise: Why Flattering Trump Is Now The Go-To Diplomatic Move», in NPR (npr.org/2025/08/02/nx-s1-54897…), 2 agosto 2025.

[20] Cfr M. Abi-Habib, «Mexico’s President Says U.S. Forces Are Unwelcome In Her Country», in The New York Times (nytimes.com/2025/08/08/world/a…), 8 agosto 2025.

[21] Cfr W. McCormick, «Le elezioni canadesi del 2025», in Civ. Catt. 2025 II 260-273.

[22] Cfr M. Blanchfield, «Canada courts Mexico as Trump escalates tariff fight», in Politico (politico.com/news/2025/08/08/c…), 8 agosto 2025.

[23] Cfr L. Wei, «Xi Is Chasing Huge Concession From Trump: Opposing Taiwan Independence», in The Wall Street Journal (wsj.com/world/china/trump-xi-t…), 27 settembre 2025.

[24] Cfr Ph. A. Wallach, «Choosing Congressional Irrelevance», in Law & Liberty (lawliberty.org/forum/choosing-congressional-irrelevance), 4 agosto 2025.

[25] Ivi.

[26] Cfr The White House, «Fact Sheet: President Donald J. Trump Declares National Emergency to Increase our Competitive Edge, Protect our Sovereignty, and Strengthen our National and Economic Security» (tinyurl.com/vupk5krv), 2 aprile 2025.

[27] Cfr E. Klein, «Stop Acting Like This Is Normal», in The New York Times (tinyurl.com/bdfmK6em), 7 settembre 2025.

[28] Cfr K. Polantz, «“The courts are helpless”: Inside the Trump administration’s steady erosion of judicial power», in Cnn Politics (cnn.com/2025/08/10/politics/tr…), 10 agosto 2025.

[29] Francesco, Bolla di indizione del Giubileo ordinario dell’anno 2025 Spes non confundit, 9 maggio 2024, nn. 7; 10.

[30] Cfr Y. Levin, «Don’t Panic, Just Worry», in The Dispatch (thedispatch.com/p/dont-panic-just-worry), 9 gennaio 2020.

[31] Francesco, Spes non confundit, cit., n. 5.

[32] Cfr M. Regner, «Maybe We Need Fewer Church Professionals?», in Church Life Journal (churchlifejournal.nd.edu/articles/maybe-we-need-fewer-church-professionals), 14 agosto 2025.

[33] Cfr M. Continetti, The Right…, cit., 414 s.

[34] «La domanda che sorge sempre in qualsiasi discussione sul fusionismo è se esso abbia funzionato principalmente come un modo per forgiare alleanze pratiche contro un nemico comune, oppure se rappresentasse una posizione filosofica coerente e autentica» (S. Gregg, «Frank Meyer: The Triumphs of Mr. Fusionism», in Acton Institute [rlo.acton.org/archives/127357-frank-meyer-the-triumphs-of-mr-fusionism.html], 19 agosto 2025).

[35] D. Tokaji, «Trump and Allied Forge Plans to Increase Presidential Power in 2025», in The New York Times (nytimes.com/2023/07/17/us/poli…), 17 luglio 2023.

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Tg del 7 novembre 2025

Conduzione: Marco Bertolini Coordinamento: Elisabetta Guglielmi Ticker: Antonio Fera e Tommaso Di Caprio Collegamento: Chiara Di Benedetto Digiwall: Iris Venuto In redazione: Roberto Abela, Vincenzo Cimmino, Alessio Sebastiano Corsaro, Irene…
L'articolo Tg del 7 novembre 2025 su Lumsanews.

@Universitaly: università & universitari

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Dopo il Green Deal, la Commissione Ue smantellerà anche l’Ai Act?

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Pressata dall'amministrazione Trump e dalle Big Tech americane, la Commissione europea sta preparando una semplificazione delle regole sull'intelligenza artificiale. L'Ai Act, tanto celebrato da Bruxelles, potrebbe venire



La Cgil proclama lo sciopero generale per il 12 dicembre, Meloni attacca: “In che giorno cadrà?”


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Nuovo scontro tra la Cgil e la premier Giorgia Meloni dopo la decisione del sindacato di proclamare lo sciopero generale per il 12 dicembre contro la legge di bilancio del Governo. “Riteniamo che questa sia una manovra ingiusta, sbagliata e la vogliamo

in reply to Elezioni e Politica 2025

@elezioni @Politica interna, europea e internazionale
Quell'inutile pescivendola ha, ancora una volta, aperto quella fogna che ha sulla faccia per insinuare che lo sciopero di venerdì sia solo un pretesto per "allungare il weekend".
​Dal suo pozzo d'ignoranza, dimentica un fatto fondamentale: chi decide di scioperare lo fa sapendo di perdere un giorno di stipendio!
​È ora di finirla di spremere i lavoratori! Se il Paese ha bisogno di risorse, è il momento di andare a chiedere soldi dove si trovano veramente:
​Alle banche.
​Alle società che vendono energia, che dal dopo-Covid hanno incassato fiumi di extraprofitti!
​Dobbiamo ribellarci, dobbiamo bloccare l'Italia!


Sulle droghe abbiamo un piano: Possibile alla contro-conferenza nazionale sulle droghe
possibile.com/sulle-droghe-abb…
L’impostazione della conferenza ufficiale sulle droghe organizzata dal governo rimane ancorata a un modello repressivo e datato, lontano dalle conoscenze scientifiche e


Pechino mostra la sinergia tra droni e piattaforme navali. Ecco l’ultimo test

@Notizie dall'Italia e dal mondo

Nuovi test della Repubblica Popolare mettono nuovamente in evidenza le ambizioni di Pechino nel settore unmanned, tanto in cielo quanto in terra. Nelle scorse ora sono state infatti diffuse le prime immagini del test navale dell’elicottero senza equipaggio Ar-500Cj,




Renato Brunetta si aumenta lo stipendio di 60mila euro come presidente del Cnel: da 250mila a 310mila euro l’anno


@Politica interna, europea e internazionale
Renato Brunetta si alza lo stipendio come presidente del Cnel, il Consiglio nazionale dell’economia e del Lavoro: è quanto rivela Domani, secondo cui l’ex ministro è passato da 250mila euro a 310mila euro l’anno con un aumento, quindi, di



Automattic, the company that owns Wordpress.com, is asking Automatic.CSS to rebrand.#wordpress #automattic #trademark


Automattic Inc. Claims It Owns the Word 'Automatic'


Automattic, the company that owns WordPress.com, is asking Automatic.CSS—a company that provides a CSS framework for WordPress page builders—to change its name amid public spats between Automattic founder Matt Mullenweg and Automatic.CSS creator Kevin Geary. Automattic has two T’s as a nod to Matt.

“As you know, our client owns and operates a wide range of software brands and services, including the very popular web building and hosting platform WordPress.com,” Jim Davis, an intellectual property attorney representing Automattic, wrote in a letter dated Oct. 30.

“Automattic is also well-known for its longtime and extensive contributions to the WordPress system. Our client owns many trademark registrations for its Automattic mark covering those types of services and software,” Davis continued. “As we hope you can appreciate, our client is concerned about your use of a nearly identical name and trademark to provide closely related WordPress services. Automattic and Automatic differ by only one letter, are phonetically identical, and are marketed to many of the same people. This all enhances the potential for consumer confusion and dilution of our client's Automattic mark.”

💡
Do you have a tip? I would love to hear from you. Using a non-work device, you can message me securely on Signal at sam.404. Otherwise, send me an email at sam@404media.co.

Automattic “requests that you rebrand away from using Automatic or anything similar to Automattic,” Davis wrote.

Geary posted the full letter on X, where Mullenweg replied, “We also own automatic.com. You had to know this was a fraught naming area.”

“AutomaticCSS is called ‘automatic’ because it's the only CSS framework that does a lot of things automatically,” Geary replied to Mullenweg. “Congratulations on owning the domain name for a generic term. Let me know when that fact becomes relevant.”

In its trademark filing, Automattic lists the word “automatic” as a disclaimer, meaning an unregistrable word, “such as wording or a design that doesn’t indicate the source of your goods or services or is otherwise merely descriptive of them,” according to the U.S. Patent and Trademark Office.

This beef has gone on for months. On July 14, Mullenweg asked Geary publicly: “is it possible to get some text on automaticcss.com clarifying it has nothing to do with automattic?” “Sure, we'll add it to the footer,” Geary replied. Automatic.CSS has a disclaimer on the bottom of the page that says “(not affiliated with Automattic).”

And just a week before Automattic sent its request to Automatic to change their name, Geary and Mullenweg were beefing about whether making websites without coding expertise is sustainable... or something. “Best of luck selling your solution, I hope you can do so without creating FUD and dissing WordPress in the process,” Mullenweg said, midway through the argument. “You sound completely out of touch. When is the last time you coached someone on learning web design? For me it was yesterday. I’m the one that’s most in touch,” Geary replied.

Geary and Mullenweg have frequently sparred on X, especially after the legal battle between WP Engine and Automattic began last year. In September 2024, Mullenweg started publicly accusing WP Engine of misusing the WordPress brand and not contributing enough to the open-source community, which led to the companies volleying cease and desists, including Automattic demanding WP Engine change its name. “Your unauthorized use of our Client’s trademarks infringes on their rights and dilutes their famous and well-known marks,” Automattic’s September 2024 cease and desist said. This eventually escalated to WP Engine suing Automattic, claiming that Automattic extorted the company by suggesting WP Engine pay “a mere 8% royalty” on WP Engine’s roughly $400 million in annual revenue, which would amount to about $32 million.

Employees Describe an Environment of Paranoia and Fear Inside Automattic Over WordPress Chaos
Automattic CEO Matt Mullenweg made another buyout offer this week, and threatened employees who speak to the press with termination.
404 MediaSamantha Cole


Last week, Automattic filed counterclaims in that case, claiming, “This case arises from WPEngine, Inc.’s (‘WP Engine’) deliberate misappropriation of WordPress-related trademarks and its false attempts to pass itself off as the company behind the world-renowned open-source WordPress software,” and that WP Engine “sought to inflate its valuation and engineer a quick, lucrative exit” as part of a deal with private equity firm Silver Lake, and “exploited the reputation, goodwill, and community trust built over two decades by counterclaimants Automattic, Inc., Matthew Mullenweg, WordPress Foundation, and WooCommerce Inc.”

WP Engine told Techcrunch in a statement: “WP Engine’s use of the WordPress trademark to refer to the open-source software is consistent with longstanding industry practice and fair use under settled trademark law, and we will defend against these baseless claims.”

Geary and Davis did not respond to 404 Media’s request for comment.




Project Nimbus: l’accordo segreto tra Israele, Google e Amazon che aggira regole e tribunali

Nel 2021, Google e Amazon hanno stipulato un contratto da 1,2 miliardi di dollari con il governo israeliano per fornire servizi avanzati di cloud computing e intelligenza artificiale, strumenti che sono stati impiegati durante i due anni di attacchi israeliani sulla Striscia di Gaza. I dettagli del contratto, noto come Progetto Nimbus, sono stati mantenuti riservati.

Tuttavia, un'indagine condotta da +972 Magazine, Local Call e Guardian ha scoperto che Google e Amazon hanno accettato “clausole” molto poco ortodosse inserite da Israele nell'accordo, in previsione di contestazioni legali sull'uso della tecnologia nei territori occupati della Cisgiordania e di Gaza.

valigiablu.it/israele-google-a…

@Etica Digitale (Feddit)

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No del governo alla direttiva anti querele temerarie


@Giornalismo e disordine informativo
articolo21.org/2025/11/no-del-…
«Da Nordio uno schiaffo alla libertà di stampa». Così Piero De Luca, deputato democratico e capogruppo del Partito Democratico nella Commissione Affari Europei della Camera, commenta la decisione del Governo di



The SFS-Awards 2025 go to…

lugbz.org/the-sfs-awards-2025-…

Segnalato dal LUG di #Bolzano e pubblicato sulla comunità Lemmy @GNU/Linux Italia

As every year, we the LUGBZ was once again right at the heart of the South Tyrol Free Software Conference (SFSCON). Since the very first edition back in 2001, our association has been part of this great event —



Dalla Cina al Venezuela: "Se non ce la fai col grande, colpisci il piccolo". La virata di Trump - Kulturjam
kulturjam.it/politica-e-attual…


Eileen Myles – Chelsea Girls
freezonemagazine.com/news/eile…
In libreria dal 14 Novembre 2025 PER LA PRIMA VOLTA IN ITALIA, UN CULT DI LIBERTÀ E SPERIMENTAZIONE, FIRMATO DA UNA “ROCKSTAR DELLA POESIA CONTEMPORANEA”. Myles è una delle voci più iconiche e radicali della scena letteraria e artistica statunitense: poetessa, attivista queer, figura di riferimento per generazioni di scrittori e artisti. Si […]
L'articolo Eileen Myles – Chelsea Girls provie
In


PODCAST. Non solo New York. Mamdani scuote l’establishment democratico


@Notizie dall'Italia e dal mondo
Il neosindaco ha dimostrato che la sinistra può e deve tornare a fare la sinistra se vuole battere Donald Trump e mettere in crisi il dominio dell'oligarchia capitalista. L'intervista alla giornalista Giovanna Branca inviata a New York.
L'articolo PODCAST. Non solo



John Strada – Basta crederci un po’
freezonemagazine.com/articoli/…
La vita di ogni giorno, le pieghe della provincia, le ossessioni e l’amore Quelle luci soffuse… …e poi una rinascita che suona rock C’è un momento, nel percorso di ogni cantautore autentico, in cui la necessità di raccontare supera quella di dimostrare. Basta crederci un po’, il nono disco di John Strada (alias Gianni Govoni), […]
L'articolo John Strada – Basta crederci un po’ proviene



Con Pomelli ora Google minaccia anche agenzie pubblicitarie e social media manager

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Mountain View sta sguinzagliando un nuovo prodotto, noto come Pomelli, che minaccia l'esistenza delle agenzie pubblicitarie e dei social media manager. La rivoluzione

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BRASILE. La destra bolsonarista dietro la strage nelle favelas, Lula in difficoltà


@Notizie dall'Italia e dal mondo
Per il governatore Castro si è trattato di una operazione di polizia proporzionata, per i residenti e le associazioni per i diritti umani di un brutale massacro. Il presidente del Brasile, Lula da Silva, critica la violenza della polizia ma è preoccupato dai sondaggi



AFGHANISTAN E COLTIVAZIONE DI OPPIO: IL DIVIETO FUNZIONA?

I risultati nell’Afghanistan Opium Survey 2025 pubblicato da UNODC



Contesto e Obiettivi


Il divieto di coltivazione del papavero da #oppio in #Afghanistan fu introdotto dalle Autorità de facto nel 2022 e ora al terzo anno di applicazione. #UNODC (l’Agenzia delle Nazioni UNite contro il crimine ed il traffico di droga) in un suo recente rapporto (reperibile qui: unodc.org/documents/crop-monit…unodc.org/documents/crop-monit…)) monitora l’evoluzione della coltivazione illecita, la produzione di oppio, e le conseguenze socio-economiche e ambientali per le comunità rurali afghane.

Principali Risultati
1. Riduzione drastica della coltivazione e produzione di oppio


  • Coltivazione: Nel 2025, la superficie coltivata a papavero da oppio è stimata in 10.200 ettari, il 20% in meno rispetto al 2024 (12.800 ettari) e solo il 4% dei livelli pre-divieto del 2022 (232.000 ettari).
  • Produzione: La produzione potenziale di oppio è scesa del 32% rispetto al 2024, raggiungendo 296 tonnellate (contro le 433 tonnellate del 2024). Questo calo è attribuito a:
    • Applicazione rigorosa del divieto.
    • Condizioni climatiche avverse, soprattutto siccità in province chiave come Badakhshan.


  • Eradicazione: Le Autorità de facto hanno riportato l’eradicazione di oltre 4.000 ettari (40% dell’area coltivata stimata), sebbene l’UNODC non abbia potuto verificare tecnicamente questi dati.


2. Impatto economico sulle comunità rurali


  • Reddito dei coltivatori: Il reddito derivante dalla vendita di oppio è crollato del 48%, passando da 260 milioni di USD nel 2024 a 134 milioni nel 2025.
    • Un ettaro di papavero genera ancora 12.000–17.000 USD (a seconda della provincia), ma questo valore è in forte calo rispetto agli anni precedenti.
    • Confronti: Colture lecite come il frumento rendono solo 800 USD/ettaro, il cotone 1.600 USD/ettaro.


  • Conseguenze: Tre anni di redditi minimi o nulli dall’oppio hanno aggravato la vulnerabilità economica rurale, con oltre il 40% dei terreni agricoli lasciati incolti per mancanza di alternative redditizie.


3. Cambiamenti nell’uso del suolo


  • Sostituzione delle colture: Il 67% dei terreni precedentemente dedicati al papavero è stato convertito a cereali (soprattutto frumento), ma con un calo del reddito per i coltivatori.
  • Terreni incolti: La siccità e la mancanza di alternative hanno portato all’abbandono di vasti appezzamenti, soprattutto nelle aree non irrigue.


4. Mercato degli oppiacei e metanfetamine


  • Oppiacei: La riduzione dell’offerta afghana ha portato a un aumento dei prezzi fino al 2024, seguito da un calo nel 2025, possibile segno di:
    • Vendita di scorte accumulate.
    • Spostamento della produzione in paesi vicini (es. aumento dell’eradicazione del papavero in due paesi confinanti, da 5.868 ettari nel 2022 a 13.200 nel 2023).


  • Metanfetamine: Le sequestri sono aumentati e i prezzi diminuiti (sotto i 600 USD/kg), suggerendo una maggiore disponibilità, probabilmente dovuta a:
    • Produzione interna resiliente ( Nonostante il divieto, la produzione di metanfetamina sembra non essere stata colpita).
    • Importazione da altri paesi.



5. Crisi umanitaria e ambientale


  • Siccità e cambiamento climatico: Precipitazioni sotto la media (-60-75%) e temperature elevate hanno ridotto la produttività agricola, colpendo sia l’oppio che le colture alimentari.
  • Ritorno dei migranti: Circa 4 milioni di afghani sono tornati da Pakistan e Iran nel 2024-2025, aumentando la pressione su risorse già scarse e opportunità lavorative limitate.
  • Gestione dell’acqua: La siccità ha esacerbato la crisi idrica, con falde acquifere in calo e sistemi irrigui tradizionali (come i qanat) in fallimento.


6. Implicazioni politiche


  • Sviluppo alternativo: Urgente necessità di programmi che offrano colture sostitutive redditizie, accesso ai mercati, e investimenti in infrastrutture e clima.
  • Cooperazione regionale: Monitoraggio congiunto per contrastare lo spostamento della produzione di oppio (“balloon effect”) e il traffico di droghe sintetiche.
  • Riforme strutturali: Servono investimenti a lungo termine in agricoltura sostenibile, formazione professionale e governance per ridurre la dipendenza dall’economia illecita.


Conclusione


Il divieto ha ridotto drasticamente la produzione di oppio, ma ha anche:

  • Impoverito le comunità rurali, senza alternative economiche sostenibili.
  • Spinto verso droghe sintetiche (metanfetamine), più difficili da contrastare.
  • Aggravato la crisi umanitaria, legata a siccità, migrazione e instabilità economica.

Le Raccomandazioni finali di UNODC riguardano

  • La necessità di Supporto internazionale per lo sviluppo rurale e la resilienza climatica.
  • Il Monitoraggio regionale per prevenire lo spostamento della produzione illecita.
  • Investimenti in infrastrutture idriche e agricoltura sostenibile.

@Attualità, Geopolitica e Satira

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