La Cina è più intelligente degli Usa sull’intelligenza artificiale. Report Ft
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Le differenze di strategia fra Cina e Usa sull'intelligenza artificiale. L'articolo del Financial Times tratto dalla rassegna di Liturri.
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A Touchscreen MIDI Controller For The DIY Set
MIDI controllers are easy to come by these days. Many modern keyboards have USB functionality in this regard, and there are all kinds of pads and gadgets that will spit out MIDI, too. But you might also like to build your own, like this touchscreen design from [Nick Culbertson].
The build takes advantage of a device colloquially called the Cheap Yellow Display. It consists of a 320 x 240 TFT touchscreen combined with a built-in ESP32-WROOM-32, available under the part number ESP32-2432S028R.
[Nick] took this all-in-one device and turned it into a versatile MIDI controller platform. It spits out MIDI data over Bluetooth and has lots of fun modes. There’s a straightforward keyboard, which works just like you’d expect, and a nifty beat sequencer too. There are more creative ideas, too, like the bouncing-ball Zen mode, a physics-based note generator, and an RNG mode. If you liked Electroplankton on the Nintendo DS, you’d probably dig some of these. Files are on GitHub if you want to replicate the build.
These days, off-the-shelf hardware is super capable, so you can whip up a simple MIDI controller really quickly. Video after the break.
youtube.com/embed/ALDQR1RCIdE?…
Classroom non è una piazza! L’insegnante chiede un colloquio con i genitori e scatta il data breach
Fino a che punto per un insegnante è possibile giustificare l’esposizione dei dati degli studenti facendo ricorso alla scusa della “finalità educativa“? Nel provv. n. 583 del 9 ottobre 2025 dell’Autorità Garante per la protezione dei dati personali è affrontato il caso di un reclamo riguardante la pubblicazione all’interno della piattaforma di Google Classroom da parte di un insegnante di alcuni messaggi nei quali erano richiesti colloqui urgenti con i genitori di tre alunni. Rendendo di fatto questi messaggi accessibili non solo agli studenti, ma anche a tutti i genitori.
A fronte delle rimostranze di uno dei genitori, la risposta dell’insegnante è stata “Tutti devono sapere che se si comporteranno come suo figlio, verranno presi provvedimenti seri.”. Vuoi per effetto della terza legge di Newton, ha fatto così seguito un ricorso contro l’Istituto scolastico in cui è stata lamentata una violazione della normativa in materia di protezione dei dati personali.
All’esito della richiesta di informazioni, l’Istituto scolastico ha informato il Garante Privacy di aver provveduto ad annotare l’evento come data breach, alla successiva rimozione del messaggio (entro circa 24 ore) e a dettagliare le circostanze dell’accaduto da cui emerge un errore di valutazione da parte dell’insegnante per non aver valutato il fatto che la comunicazione era stata resa accessibile non solo agli alunni della classe, presenti e verso cui si volevano perseguire finalità educative, ma anche ai genitori degli stessi. I quali, ovviamente, non dovevano venire a conoscenza dei nominativi degli alunni coinvolti.
Inevitabile l’avvio di un procedimento per la contestazione della violazione della liceità del trattamento,
in quanto la pubblicazione, sulla piattaforma Classroom, dei messaggi contenenti informazioni personali relativi al figlio della reclamante e altri due alunni, seppure avvenuta in un’area accessibile solo a genitori degli alunni della classe e non, quindi accessibile a chiunque, ha dato luogo, nel caso di specie, a una comunicazione illecita di dati personali a terzi.
La decisione del Garante Privacy.
Nelle difese, il titolare ha ribadito l’errore da parte dell’insegnante nell’aver inviato, successivamente alla convocazione riservata e individuale, anche il messaggio per mettere a conoscenza tutti gli alunni dei provvedimenti adottati senza avere coscienza del fatto che sarebbe stato accessibile anche a tutti i genitori.
Nel ribadire le regole applicabili al trattamento in ambito pubblico, il Garante Privacy fa prima una ricognizione generale,
Il quadro normativo in materia di protezione dei dati previsto dal Regolamento dispone che il trattamento di dati personali da parte di soggetti pubblici è lecito se necessario “per adempiere un obbligo legale al quale è soggetto il titolare del trattamento” o “per l’esecuzione di un compito di interesse pubblico o connesso all’esercizio di pubblici poteri” (art. 6, paragrafo 1, lett. c) ed e), paragrafi 2 e 3 del Regolamento; art 2-ter del Codice.
dopodiché, esclude che l’aver reso disponibile sulla piattaforma in modo accessibile anche a tutti i genitori i messaggi con i quali venivano richiesti colloqui urgenti ai genitori di tre alunni indicandoli nominalmente possa rientrare entro il perimetro di liceità del trattamento.
Motivo per cui si conferma l’ipotesi di violazione,
Per tali ragioni l’Istituto ha dato luogo, in assenza di idoneo presupposto di liceità, a una comunicazione illecita di dati personali a terzi in violazione degli artt. 5, par. 1, lett. a) e 6, parr. 1, lett. c) ed e), 2 e 3 del Regolamento e 2-ter, commi 1 e 3, del Codice.
e provvede con un ammonimento, tenendo conto delle circostanze del caso.
L’errore che non scusa.
Circa la scusabilità dell’errore da parte dell’insegnante, però, è opportuno svolgere una riflessione più approfondita. Dal momento che quella stabilita dal GDPR è una responsabilità d’organizzazione, il titolare non può sottrarsi dalla stessa indicando una negligenza o un inadempimento da parte di chi agisce sotto la sua autorità. Quel che viene richiesto è infatti la predisposizione di misure (tecniche e organizzative) adeguate (quindi: preventive ed efficaci) rispetto ai rischi del trattamento.
Inoltre, il tema delle comunicazioni scolastiche è già stato affrontato in più occasioni da parte del Garante,
Il diritto–dovere di informare le famiglie sull’attività e sugli avvenimenti della vita scolastica deve essere sempre bilanciato con l’esigenza di tutelare la personalità dei minori. È quindi necessario evitare di inserire, nelle circolari e nelle comunicazioni scolastiche non rivolte a specifici destinatari, dati personali che rendano identificabili, ad es., gli alunni coinvolti in casi di bullismo o destinatari di provvedimenti disciplinari o interessati in altre vicende particolarmente delicate.
tenendo conto della particolare vulnerabilità degli interessati coinvolti.
Misure utili in tal senso sono anche e soprattutto interventi di sensibilizzazione e formazione, così da rendere nn solo edotto il personale che opera di quell’esigenza ineliminabile di tutelare i diritti degli interessati cui provvede il GDPR ma anche del funzionamento della strumentazione in uso (nel caso: Google Classroom). Motivo per cui occorrono interventi concreti e riferiti al contesto.
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Educazione digitale dei bambini: il grande ritardo di adulti e scuola
Secondo Eurostat nel 2023 solo il 55% dei cittadini dell’Unione Europea tra i 16 e i 74 anni possedeva competenze digitali almeno di base, con forti differenze tra paesi: si va da valori intorno all’83% nei Paesi Bassi a circa il 28% in Romania.
Questo significa che quasi metà della popolazione adulta europea non ha gli strumenti minimi per orientarsi online. Mentre bambini e ragazzi crescono immersi in ecosistemi digitali complessi, molti degli adulti responsabili della loro educazione – genitori, insegnanti, istituzioni scolastiche – faticano ancora a comprendere linguaggi, logiche e rischi del digitale, e quindi non riescono a guidarli davvero.
La crisi silenziosa nelle scuole: docenti senza vera pedagogia digitale
Una rassegna sistematica pubblicata nel 2025 su Frontiers in Education ha analizzato oltre venti studi sullo sviluppo professionale in ambito digitale, mostrando che molti programmi di formazione per docenti si concentrano soprattutto sugli aspetti tecnici (come usare una piattaforma o uno strumento) e molto meno su come integrare il digitale nella didattica in modo critico e significativo. La conseguenza è che l’uso delle tecnologie in classe spesso si limita a sostituire il libro o la lavagna, senza trasformare realmente i metodi di insegnamento o sviluppare competenze di cittadinanza digitale negli studenti.
Per le scuole con un’alta percentuale di studenti svantaggiati il problema è ancora più grave: gli insegnanti di questi contesti, che avrebbero più bisogno di supporto, hanno spesso meno accesso a percorsi di sviluppo professionale strutturati e di qualità sul digitale. Si crea così un doppio divario: i ragazzi più esposti ai rischi e alle fragilità sociali sono anche quelli con meno probabilità di incontrare docenti in grado di sostenerli nella navigazione del mondo online.
Genitori smarriti: alfabetizzazione mediatica bassa, responsabilità altissima
Nel 2025 il Department for Science, Innovation and Technology del Regno Unito ha commissionato a Ipsos UK una ricerca qualitativa per capire bisogni e difficoltà dei genitori rispetto ai media digitali dei figli. L’indagine, basata su 15 focus group e 10 interviste in profondità con genitori di bambini tra 7 e 17 anni, descrive adulti consapevoli dei rischi ma spesso disorientati su come affrontarli in modo concreto.
All’inizio molti genitori associavano media literacy quasi solo alla capacità di usare app e dispositivi, non al pensiero critico, alla valutazione delle fonti o alla comprensione delle conseguenze delle azioni online. Solo dopo una definizione più completa del concetto hanno riconosciuto che si tratta anche di aiutare i figli a valutare informazioni, gestire la propria reputazione digitale, tutelare la privacy e costruire relazioni rispettose in rete. Hanno però descritto una sensazione costante di “inseguire” tecnologie e piattaforme sempre nuove, spesso con l’impressione che siano i figli a dover spiegare ai genitori come funzionano gli strumenti che usano ogni giorno.
La stessa ricerca evidenzia una bassa consapevolezza delle risorse esistenti: molti genitori, quando hanno dubbi su sicurezza online, cyberbullismo o contenuti inadatti, si affidano a ricerche veloci su Google o al passaparola, non a materiali strutturati di enti pubblici o programmi educativi dedicati. Le scuole, dal canto loro, offrono talvolta incontri o workshop sulla sicurezza online, ma si tratta di iniziative isolate, non di un percorso continuativo di sostegno alle famiglie.
Ricerche online senza basi e netiquette assente: cosa vedono i bambini a scuola
Fin dalla primaria i bambini ricevono ricerche scolastiche da svolgere online – dal sistema solare ai dinosauri – spesso senza una preparazione specifica su come cercare in sicurezza, valutare una fonte o riconoscere contenuti inaffidabili. Molti docenti riconoscono l’importanza di insegnare abilità di ricerca, ma in pratica queste competenze vengono trasmesse in modo non sistematico e frammentato.
Strumenti come il CRAAP (1. Currency 2. Relevancy 3. Accuracy 4. Authority 5. Purpose.) test (che invita a valutare una fonte in base a attualità, pertinenza, autorità, accuratezza e scopo) sono ampiamente utilizzati in ambito universitario e in alcune scuole, ma raramente entrano in modo strutturato nell’educazione di base. Diverse ricerche hanno mostrato che perfino studenti universitari e professionisti – inclusi storici – tendono a concentrarsi sul contenuto della pagina più che su elementi contestuali critici come l’autore, l’ente responsabile o gli interessi in gioco. Se adulti con alta formazione faticano a orientarsi tra fonti credibili e non, è irrealistico aspettarsi che bambini di otto o dieci anni possano farlo senza una guida esplicita.
Alle medie e alle superiori, gli studenti ricevono account con dominio scolastico su piattaforme come Google Classroom, ma spesso senza una vera “educazione all’uso” che chiarisca le implicazioni etiche, legali e relazionali di questi strumenti. Invece di accompagnarli dentro un ecosistema digitale collaborativo e relativamente protetto – il dominio scolastico usato per documenti, riunioni, presentazioni e lavori condivisi – spesso vengono di fatto lasciati a sperimentare da soli. Parallelamente, molte scuole e classi si appoggiano a gruppi WhatsApp gestiti dai genitori o, talvolta, composti solo da minori per comunicazioni e lavori di gruppo, in spazi che non sono pensati come canali istituzionali, privi di moderazione e tracciabilità, e che espongono inevitabilmente numeri di telefono e altri dati personali.
Analisi recenti sui gruppi WhatsApp scolastici sottolineano rischi concreti: diffusione incontrollata di informazioni, sovrapposizione di piani privati e scolastici, possibilità di conflitti alimentati da fraintendimenti nel linguaggio scritto. Nel frattempo, molti studenti non ricevono una formazione chiara sulla netiquette: non viene spiegato loro che il tono non passa sempre nel testo, che gli screenshot possono circolare a lungo, che la condivisione di immagini altrui richiede consenso, che la comunicazione scritta lascia tracce permanenti.
Curricoli frammentati e quattro grandi ostacoli alla cittadinanza digitale
Numerosi studi sulla digital citizenship education mostrano che, a livello internazionale, una delle criticità più ricorrenti è l’assenza di un curriculum chiaro e progressivo: non è definito in modo condiviso cosa debba saper fare un bambino di otto anni rispetto a ricerca online e sicurezza, o quali competenze di valutazione delle fonti e gestione dei social debba avere un quattordicenne. In mancanza di questi riferimenti, ogni scuola, e spesso ogni docente, costruisce il proprio percorso, con inevitabili lacune e sovrapposizioni per gli studenti.
La letteratura recente individua quattro ostacoli principali che ricorrono nei diversi sistemi scolastici:
- carenza di formazione specifica sulla pedagogia digitale per i docenti
- curricoli di cittadinanza digitale non obbligatori o lasciati alla libera scelta delle scuole
- forti disparità nell’accesso a dispositivi, connessioni e infrastrutture digitali
- resistenze organizzative e mancanza di tempo e supporto per integrare sistematicamente questi temi nella didattica quotidiana
In questo quadro, l’educazione digitale rischia di diventare il “modulo extra” da inserire quando avanza tempo, invece di una lente trasversale con cui leggere e insegnare tutte le discipline.
Oltre lo “schermo cattivo”: conta come, cosa e con chi
Gli studi più recenti sul rapporto tra tempo di schermo e risultati scolastici mostrano un quadro più sfumato rispetto alla narrativa “più schermo = meno apprendimento”. Una ricerca longitudinale canadese, seguita fino al 2023, ha osservato un’associazione tra maggior tempo di schermo nella prima infanzia e punteggi leggermente più bassi in lettura e matematica negli anni successivi, in particolare per l’uso passivo di televisione e video. Gli autori sottolineano però che l’impatto dipende molto dal tipo di contenuto, dal contesto (uso solitario o condiviso con adulti) e dal tempo sottratto ad attività come gioco, lettura e interazione faccia a faccia.
Il punto quindi non è demonizzare lo schermo in sé, ma interrogarsi su come viene usato: un tablet può essere strumento di creatività, esplorazione e apprendimento attivo, oppure semplice intrattenimento passivo che sostituisce esperienze fondamentali per lo sviluppo cognitivo e sociale. Senza adulti in grado di distinguere e di accompagnare i bambini in queste scelte, si resta nella logica dei divieti generici o del “fai tu”.
Divario digitale e giustizia sociale: chi resta indietro resta doppiamente esposto
La letteratura internazionale sul digital divide mette in evidenza come il problema non sia solo la disponibilità di dispositivi e connessioni, ma anche – e soprattutto – la capacità di usarli in modo competente. Bambini che crescono in famiglie a basso reddito hanno in media meno accesso a computer e banda larga a casa, e i loro genitori hanno meno probabilità di possedere competenze digitali sufficienti per assisterli in compiti, ricerche e gestione sicura dei social.
Analisi su dati statunitensi mostrano che le famiglie con redditi alti hanno più spesso più dispositivi e connessioni stabili, mentre una quota significativa di adulti con redditi bassi si affida esclusivamente allo smartphone per l’accesso a Internet. Durante la pandemia, questo si è tradotto in difficoltà concrete nel seguire la didattica a distanza: molti studenti non potevano collegarsi con continuità, non disponevano di uno spazio tranquillo o di un adulto in grado di supportarli con gli strumenti digitali. In pratica, il digitale, invece di ridurre le disuguaglianze, rischia di amplificarle se non è accompagnato da politiche di inclusione e da educazione mirata.
Misinformazione e pensiero critico: la grande assente
Un rapporto della London School of Economics ha analizzato come i curricoli scolastici affrontano misinformazione e alfabetizzazione digitale, mostrando che il pensiero critico spesso viene insegnato in modo astratto, senza affrontare in profondità i meccanismi specifici con cui notizie false e contenuti distorti circolano online. In molte scuole, gli studenti imparano a “fare riassunti” o a “scrivere temi”, ma non a verificare la provenienza di una notizia, a riconoscere titoli manipolativi, o a comprendere il ruolo degli algoritmi nella costruzione del proprio feed.
Ricerche di fondazioni come la Nuffield e il Jubilee Centre nel Regno Unito indicano però che bambini tra i 9 e gli 11 anni possono imparare a riconoscere elementi tipici delle fake news se ricevono un insegnamento esplicito, continuo e integrato nelle diverse materie, non limitato a un progetto isolato. Dove la “news literacy” viene trattata come competenza di base, i ragazzi sviluppano più anticorpi verso contenuti fuorvianti e sono meno vulnerabili a campagne orchestrate di disinformazione.
Tre fronti da muovere insieme: scuola, famiglia, istituzioni
Per evitare che l’educazione digitale resti uno slogan vuoto, servono interventi coordinati su tre livelli. Secondo European Digital Education Content Framework:
- Nella scuola, è necessario un curriculum strutturato e progressivo di cittadinanza digitale, dalla primaria alla secondaria, che includa ricerca online sicura, valutazione critica delle fonti, netiquette, gestione della privacy, rapporto con algoritmi e misinformazione, benessere digitale. Questo curriculum deve essere integrato nelle discipline esistenti (italiano, storia, scienze, lingue), non confinato a qualche ora “speciale” una volta all’anno, e deve poggiare su una formazione continua dei docenti che li supporti sul piano pedagogico, non solo tecnico.
- Per le famiglie, le istituzioni dovrebbero investire in risorse accessibili e concrete – guide, video, sportelli di ascolto, percorsi formativi – che aiutino i genitori a capire come funzionano piattaforme e algoritmi, quali controlli esistono, come parlare con i figli di ciò che fanno online e come leggere i segnali di disagio digitale. I genitori non possono essere lasciati soli tra panico mediatico e tutorial su YouTube: vanno messi in condizione di esercitare davvero il loro ruolo educativo.
- A livello istituzionale, è opportuno ridurre il ricorso a strumenti informali come gruppi WhatsApp per comunicazioni scolastiche e promuovere invece piattaforme pensate per l’uso educativo, con tracciabilità, impostazioni di privacy adeguate e ruoli chiari. Parte dell’educazione digitale dei bambini dovrebbe consistere proprio nell’imparare a usare questi strumenti ufficiali in modo corretto e consapevole, comprendendo differenze tra spazi privati, pubblici e istituzionali.
Un dovere che non possiamo più rimandare
Il quadro che emerge dai dati europei e dalla ricerca internazionale è chiaro: viviamo in società altamente digitalizzate in cui molti adulti non hanno ancora sviluppato competenze adeguate per muoversi, figurarsi per educare altri a farlo. Finché questa realtà non viene affrontata apertamente, continueremo a pretendere che i bambini imparino da soli a stare online, mentre gli adulti che dovrebbero guidarli restano indietro.
Spostare l’attenzione da “Internet non è fatto per i bambini” a “gli adulti non sono ancora pronti a educare nel digitale” è scomodo, ma necessario. Significa riconoscere che l’alfabetizzazione digitale – per docenti, genitori e istituzioni – è ormai una componente essenziale della cittadinanza e dell’educazione di base, non un accessorio tecnologico. Finché questo salto culturale non avverrà, il paradosso resterà intatto: nativi digitali lasciati soli in un ambiente che gli adulti non comprendono abbastanza da insegnare. E questo, al di là dei proclami, è il vero fallimento educativo del nostro tempo.
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L’OSINT come strumento investigativo per tracciare e fermare i criminali
Viviamo in un’era caratterizzata da una trasparenza quasi obbligatoria, un’epoca in cui ogni singola azione digitale che compiamo, sia essa un semplice tocco sullo schermo, una ricerca effettuata online o qualsiasi forma di interazione, lascia dietro di sé una traccia digitale indelebile.
Questa traccia non è semplicemente un insieme disorganizzato di dati, ma rappresenta, in modo molto più profondo, l’impronta autentica del nostro comportamento, inclusi quegli atti che rientrano nella sfera criminale.
Per le Forze dell’Ordine e per gli investigatori moderni, l’Open Source Intelligence (OSINT) si è affermata come lo strumento più efficace e affilato, indispensabile per trasformare questo vasto e apparentemente caotico rumore digitale in prove concrete e inconfutabili, capaci di sostenere un’accusa e di reggere il confronto in un’aula di Tribunale.
OSINT Stratificata: Anatomia Avanzata dell’Identità Digitale
Nel contesto di un’indagine approfondita, l’applicazione dell’OSINT va ben oltre la semplice esecuzione di una ricerca basilare su un motore di ricerca come Google. Si tratta, invece, di un insieme di tecniche altamente sofisticate, progettate per “smontare” e analizzare in profondità l’identità digitale di un individuo sospettato, esaminando attentamente quattro strati fondamentali che compongono la struttura della Rete:
- Il Web di Superficie: Questo strato include tutte quelle informazioni che sono liberamente e facilmente accessibili al pubblico. Ne fanno parte i siti web aziendali, che offrono dettagli sulle attività commerciali; gli articoli di cronaca, che riportano eventi e notizie; i registri catastali, che forniscono informazioni sulla proprietà immobiliare; e i registri societari, che delineano la struttura e i membri delle aziende. Tutte queste fonti sono consultabili senza particolari restrizioni e rappresentano un punto di partenza essenziale per qualsiasi indagine OSINT.
- I Social Media (SOCMINT): Questo ambito è considerato un vero e proprio tesoro di informazioni. L’analisi dei social media si concentra sull’esame delle reti di amicizia e delle connessioni sociali di un individuo, sui tag di posizione che rivelano i luoghi frequentati, e sulle fotografie, spesso caricate involontariamente con metadati di geolocalizzazione. È sorprendente come i criminali, spinti dalla vanità o da una semplice negligenza, non riescano a resistere alla tentazione di pubblicare dettagli che possono rivelarsi cruciali per le indagini.
- I Dati Tecnici: Questo strato comprende informazioni meno evidenti ma estremamente significative. Si tratta dei metadati nascosti all’interno di documenti digitali e fotografie, che possono rivelare dettagli sulla creazione o la modifica dei file; la cronologia dei vecchi domini registrati, che può indicare precedenti attività online; e la mappatura delle porte aperte su un server potenzialmente malevolo, che può fornire indizi su vulnerabilità o attività illecite.
- Il Deep Web e la Darknet: Questi sono gli strati più nascosti e meno accessibili della Rete. L’attività di monitoraggio in queste aree si concentra su forum e marketplace clandestini, dove vengono organizzate truffe di vario genere, scambiati dati rubati o vendute armi illegalmente. La raccolta di informazioni in questi ambienti avviene con la massima cautela, al fine di non compromettere in alcun modo l’integrità e la segretezza dell’indagine in corso.
È di fondamentale importanza che ogni singolo pezzo di informazione raccolto sia corroborato, ovvero verificato e confermato attraverso l’incrocio di almeno due fonti indipendenti e affidabili. È proprio attraverso questo meticoloso processo di verifica incrociata che un semplice post pubblicato online può trasformarsi in una prova solida e ammissibile in un contesto legale.
Il Processo Operativo
L’investigatore specializzato in OSINT non procede in modo casuale o disorganizzato, ma segue un protocollo rigoroso e ben definito. Questo protocollo è essenziale per trasformare le tracce digitali, spesso frammentarie e disperse, in un fascicolo processuale coerente e robusto, pronto per essere presentato in Tribunale.
Mappatura dell’Obiettivo
Il punto di partenza di ogni indagine è un indizio, anche minimo, che può essere un indirizzo email, un nickname utilizzato nel Darknet, o un numero di telefono. L’obiettivo primario in questa fase è costruire un profilo completo e dettagliato del sospettato, procedendo a ritroso dalle informazioni disponibili per ricostruire la sua identità e le sue attività.
L’Arte del Pivot
Il vero elemento che cambia le regole del gioco, il “game changer”, è la tecnica del pivoting. Questa consiste nell’utilizzare un’informazione che, a prima vista, potrebbe sembrare insignificante o di scarso valore, per sbloccare e rivelare un’informazione decisiva e cruciale per l’indagine. Ad esempio, un nickname che viene utilizzato su un forum dedicato al cybercrime potrebbe essere rintracciato anche su un vecchio profilo di videogiochi.
Da questo profilo, si potrebbe risalire al nome anagrafico dell’individuo. Una volta ottenuto il nome, è possibile consultare i registri societari per identificare eventuali partecipazioni in aziende o i registri immobiliari per scoprire proprietà. Il risultato di questo processo è straordinario: si passa da un anonimato quasi totale a un’identità verificata e a un patrimonio che può essere aggredito legalmente, fornendo basi solide per ulteriori azioni.
L’Analisi delle Connessioni (Link Analysis)
Una volta raccolti e verificati, i dati vengono inseriti in strumenti avanzati di analisi grafica. Questi strumenti permettono di creare una mappa visuale complessa e interattiva, in cui il sospettato è rappresentato come un nodo centrale.
Questo nodo è poi collegato ad altri nodi, che possono rappresentare complici, indirizzi fisici, wallet di criptovalute, numeri di telefono e altre entità rilevanti. È in questa fase che le reti criminali, spesso nascoste e complesse, emergono dal caos delle informazioni, diventando visibili e comprensibili. L’analisi delle connessioni rende evidenti le gerarchie interne alle organizzazioni criminali, i flussi di denaro e le relazioni tra i vari attori, fornendo una visione chiara della struttura e del funzionamento del gruppo.
L’efficacia complessiva dell’OSINT è misurata in base alla sua capacità di produrre prove che siano non solo pertinenti, ma anche ammissibili in un Tribunale. Questo aspetto solleva la sfida più delicata e complessa: garantire la Legalità dell’Acquisizione delle informazioni.
L’investigatore, nel corso delle sue operazioni, deve costantemente bilanciare la necessità di raccogliere prove con il rispetto della privacy degli individui e l’osservanza delle leggi vigenti. Sebbene l’informazione sia pubblica e accessibile, la modalità con cui viene raccolta, analizzata e utilizzata deve sempre essere conforme ai principi legali e etici. Questo equilibrio è fondamentale per assicurare che le prove ottenute tramite OSINT non vengano invalidate in sede giudiziaria a causa di violazioni procedurali o di diritti individuali. La legalità dell’acquisizione non è solo una questione formale, ma un pilastro che garantisce la validità e l’integrità dell’intero processo investigativo e giudiziario.
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Almeno credo
«Scusate se lo dico, ma proprio noi cattolici italofoni […] ci siamo permessi di commettere un errore esiziale, imperdonabile. Siamo diventati tremendamente noiosi, abulici […], noi che in un fazzoletto di terra abbiamo la concentrazione più imponente di storia cattolica e cristiana, di chiese e monasteri, di opere stupefacenti per grandezza e bellezza trasudanti secoli di fede indomita» (p. 193). Questa amara constatazione anima le pagine del libro, che vuole essere un omaggio alla bellezza del cristianesimo, non solo per la ricchezza culturale e artistica cui ha dato vita nel corso dei secoli, ma soprattutto perché l’A. è convinta che la fede in Gesù Cristo fornisca una marcia in più nel percorso della vita, un plusvalore tanto prezioso quanto immeritato, perché gratuito: proprio per questo chi lo ha ricevuto ha il dovere di farlo conoscere.
Zuccarini ne parla affrontando con ironia e intelligenza problematiche universali che la vita prima o poi presenta: insoddisfazione, abbandoni, fallimenti, tragedie, morte ecc. Ma pur riguardando ogni persona, queste situazioni possono essere vissute in maniera differente, e forse è questa la questione davvero decisiva: «Il vero discrimine tra ricchi e poveri non sono i soldi. In fondo non ci sono uomini più poveri di quelli che non sanno di avere un Dio Padre a tenergli una mano sopra la testa» (p. 153). In tutti infatti c’è il desiderio di essere degni di amare ed essere amati, ed è questo a essere davvero in gioco, specie quando le cose si mettono male: «Senza un Padre Buono (per davvero) a tracciare la via precedendoci col Suo esempio, amare è una grossa faticaccia, e la vita diventa una corsa senza safety car» (p. 22).
L’A. cerca di mostrarlo con l’aiuto di testimoni che hanno preso sul serio l’incontro con questo Padre, affrontando una morte dolorosa con una serenità inspiegabile. Come è accaduto, ad esempio, alle «tre C» (Chiara Corbella, Chiara Luce, Maria Chiara Mangiacavallo): «Non vengono risparmiate da crisi e incertezze, stanno in croce pure loro, però consapevolmente rivolte verso la gioia. Forse vivere e morire credendoci sul serio, in quel Dio fatto uomo, vale la pena davvero» (p. 75). Lo mostra anche la vicenda di Carlo Acutis, morto a 15 anni per una leucemia fulminante. Carlo lascia in eredità il segreto della sua esistenza vissuta in pienezza fino all’ultimo, «la raccomandazione di adottare l’Eucaristia e il Santo Rosario come armi più potenti per fronteggiare il male» (p. 169).
Nel corso delle pagine vengono presentati anche episodi ordinari, incontri con amiche, conoscenti, compagni di scuola, dove a un certo punto emergono puntualmente le domande fondamentali, indipendentemente dall’età, dallo status sociale, dal percorso di vita, domande che riconducono puntualmente alla questione decisiva: per cosa vale la pena vivere?
Il libro presenta la testimonianza di fede di una donna, sposata e madre di famiglia, che nella quotidianità cerca di trasmettere con gioia e intelligenza la bellezza del credere, in ogni situazione. La cosa importante, che è insieme la più facile e la più difficile, è saper cedere il «posto di guida» e lasciare che il buon Dio faccia il suo mestiere, con il suo stile, i suoi tempi e i suoi segni, tanto imprevedibili quanto efficaci: «Non c’è fretta allora, ogni conversione a suo tempo. Ieri una madre centro italica disagiata, domani un sacerdote illuminato che spiazza col sorriso disarmante, dopodomani la frase di un giovane beato. Dio si fa strada così nella nostra vita, senza effetti pirotecnici. Tra le cose di ogni giorno: parole, incontri, letture. Con la pazienza di uno scalpellino, frantuma le difese dei cuori sofferenti» (pp. 169 s).
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Ia, quale sarà il futuro di OpenAi e Nvidia? Report Banca del Fucino
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Ia: bolla o non bolla? Estratto di un approfondimento del centro studi di Banca del Fucino
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Manca poco alla fine del 2025.
Secondo diverse fonti, anche autorevoli in passato, l'IA ci avrebbe già dovuti ridurre a pane acqua, in particolare gli informatici come me.
Un anno fa alcune persone mi dicevano "se fossi in te mi cercherei un altro lavoro, non hai sentito?"; oppure "voi sarete i primi a perdere il lavoro". Eppure, almeno in Europa, eccoci ancora qui, all 99,9% a percepire ancora i nostri stipendi, intoccati.
Se lavorassi nella Silicon Valley probabilmente la penserei diversamente, ma...
Questo ci insegna un po' di cose.
1) che siamo tutti evidentemente manipolati nei nostri pensieri e opinioni, non più dai giornali in sé ma banalmente dal feed di Google che abbiamo sul telefono, che in tantissimi guardiamo al posto delle notizie autorevoli. Il feed inatti non valuta l'autorevolezza delle fonti; ci dà quello che pensa essere più utile a noi e a lui.
2) che chi può dovrebbe liberarsi di Google e delle altre grandi aziende manipolatrici come Facebook, X, Instagram, ecc.
Il processo è lungo e doloroso ma necessario. Non è detto che ci si riesca al 100%, ma qualcosa è sempre meglio di niente.
3) Che la realtà molto spesso supera le fantasie catastrofiste.
4) Che spesso non conta la realtà oggettiva ma l'interpretazione più diffusa di quella realtà oggettiva, anche quando l'interpretazione è errata o superficiale. Questo è un bel problema!
5) Che stiamo alimentando con le nostre abitudini un mondo di informazioni approssimative, che ci danno una risposta semplice su domande che non possono averne, spingendoci a semplificare se prendi più una realtà che è ormai molto complessa.
6) Che è ora di fare colazione o potrei trovare altri punti.
Buona giornata!
#disinformazione #google #disordineinformativo #bigtech #ia #informatica
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Il Grande Fratello sudcoreano: tutto sulla violazione di 120mila telecamere
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Il girato rubato da abitazioni private, palestre e perfino da una clinica online è finito online alimentando un mercato da migliaia e migliaia di euro. A essere violate le telecamere di una medesima marca, ma spesso a favorire il lavoro degli hacker sono la
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Le relazioni Usa-Ue per quelle che sono veramente. Polillo legge la Nss - Formiche.net
Come spesso è capitato in Italia documenti pure importanti, come il National security strategy degli Stati Uniti, sono stati letti ed interpretati indossando gli occhiali della polemica interna.Gianfranco Polillo (Formiche.net)
Lavinia Marchetti cita da un libro di Iain Chambers
Lavinia Marchetti su fb cita dal libro di Iain Chambers:
"Forse, di fronte a uno Stato canaglia che persegue la pulizia etnica con intento di genocidio, rifiuta il diritto internazionale e si considera al di sopra delle risoluzioni delle Nazioni Un...differxdiario
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Stavo leggendo qualcosa relativamente a "DNS over HTTPS".
Da Firefox ci sono tre possibilità, Cloudflare, NextDNS e un provider custom.
Mi piace l'idea di cifrare le richieste DNS da browser ma non vorrei cadere dalla padella alla brace, nel senso che adesso uso i DNS di un provider italiano quindi lato privacy credo di essere sufficientemente protetto e non vorrei finire in mano a un provider straniero che si prende le mie richieste e se le vende.
Cosa ne pensate?
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I server SMTP e POP3 che permettono di cifrare le comunicazioni con TLS ormai sono abbastanza comuni.
Arianna Meloni: «Trump critica l’Europa? Lo dicevamo prima di lui»
alla faccia dell'essere senza carattere.... invece di fare come la polonia la nostra meloni non solo lecca il culo dicendo che trump è un genio e non un imbecille, ma sostiene di essere arrivata alle sue conclusioni prima di lui...
Atreju è il messaggio
@Giornalismo e disordine informativo
articolo21.org/2025/12/atreju-…
La festa intitolata al noto personaggio de “La storia infinita” è un appuntamento che si ripete da diversi anni, sempre sotto l’egida della destra, ora sotto la ditta di Fratelli d’Italia. La novità di quest’anno, però, è il carattere da simil Festival di Sanremo che ne contraddistingue riti e programmi, con
Giornalismo e disordine informativo reshared this.
Natale 2025
torino.ils.org/2025/12/07/nata…
Segnalato dal LUG di #Torino e pubblicato sulla comunità Lemmy @GNU/Linux Italia
Si conclude un ennesimo anno dello Sportello di Assistenza Settimanale, e – come da tradizione – ci concediamo qualche settimana di pausa. L’ultimo giorno del 2025 in cui passare a trovarci sarà mercoledì 17 dicembre, ed il primo
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Carcerati e liberazioni anticipate
@Politica interna, europea e internazionale
L'articolo Carcerati e liberazioni anticipate proviene da Fondazione Luigi Einaudi.
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Vorrei fare un giretto per l'ultimo e mi farebbe piacere avere le previsioni del traffico in autostrada (bollini rossi, bollini neri, quelle cose lì).
Non trovo niente...
È ancora presto o sono io che sono scarso a cercare?
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La dottrina Hegseth. Quattro assi per la pace attraverso la forza
@Notizie dall'Italia e dal mondo
Dal palco della Reagan Library di Simi Valley, il segretario alla Difesa Pete Hegseth ha offerto quello che al Pentagono definiscono, a microfoni spenti, un’anticipazione sostanziale della prossima National Defense Strategy. Un intervento dai tratti politici e strategici, che conferma
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Eccoci qua a rompere le scatole un'altra volta ma sempre per lo stesso motivo: un paese più giusto.
12 dicembre, sciopero generale contro la la finanziaria.
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Una nuova architettura per la difesa multidominio
@Notizie dall'Italia e dal mondo
Lo scorso 27 novembre Roberto Cingolani, amministratore delegato e direttore generale di Leonardo, ha presentato il visionario progetto per uno scudo multidominio per la difesa delle infrastrutture critiche europee contro le minacce ibride in rapida evoluzione. L’inedito “Michelangelo Dome”, nel cui nome riecheggia l’architettura innovativa
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La forza prevale sulla forma
Articolo pubblicato in origine il 19/11/2025 su Transform Italia. di M. Minetti Questa è la traduzione dall’inglese “force over form” (Nunes 2025 p. 100) che costituisce un capitolo nodale del libro di Rodrigo Nunes Né verticale né orizzontale, recentemente tradotto … Continua a leggere→
Costruiamo una supply-chain europea forte con l’Italia alla guida. Parla Recchia
@Notizie dall'Italia e dal mondo
Il primo dicembre, nella Sala della Ragione, durante la seconda edizione di Rimland (qui le foto dell’evento), il forum dedicato alla geostrategia e alla geoeconomia promosso dalla Rete delle Imprese dell’Aerospazio-Difesa del Lazio (Rial) con il supporto della presidenza del Consiglio comunale di
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Perché Usa e Ue bisticciano sulla multa europea a X di Musk
Per vedere altri post come questo, segui la comunità @Informatica (Italy e non Italy 😁)
Sovranità digitale e libertà di espressione: nuove tensioni tra Stati Uniti e Unione europea dopo la multa a X. Quali sono le differenze fra modelli regolatori te culturali tra America ed Europa. L'analisi di Costantino Del Riccio, esperto di stampa e comunicazione con esperienza trentennale
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iWatch serie 8 GPS - Questo è un post automatico da FediMercatino.it
Prezzo: 130 €
Vendo per passaggio ad altro modello. Perfettamente funzionante. L'ho usato per fare sport quindi presenta normali segni di usura per il tipo di utilizzo. Cinturino blu mezzanotte. Cassa 45. Ricordo che tutti gli iWatch hanno problemi di tanto in tanto nella rilevazione della funzione ECG, bisogna tenere la digital crown ben pulita!
Il Mercatino del Fediverso 💵♻️ reshared this.
SUDAN. Droni delle RSF uccidono 79 civili, tra cui 43 bambini
@Notizie dall'Italia e dal mondo
La milizia paramilitare è stata responsabile nelle scorse settimane di massacri e stupri di massa nella città di El Fasher (Darfur)
L'articolo SUDAN. Droni delle RSF uccidono 79 civili, pagineesteri.it/2025/12/07/afr…
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L’AI aumenta la produttività? Quattro verità scomode spiegano la risposta
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Nonostante la narrativa degli ultimi anni dipinga l’AI come rivoluzionaria, i dati mostrano una realtà più complessa: il 95% dei progetti AI non produce risultati economici misurabili. L’intervento di Gianmarco
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L'articolo è pieno di spunti interessanti e idee per il futuro. Nell'attesa di vedere come andrà a finire, non posso non notare che nel 2021 il 90% dei progetti di innovazione tecnologica non davano ROI misurabile. Forse quello che stiamo osservando a proposito di AI è una caratteristica più generale della trasformazione digitale...
Informa Pirata likes this.
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Scientists found sugars that are essential for life on asteroid Bennu, which has a 1 in 2,700 chance of hitting Earth in 2182.#TheAbstract
Carino... allora io posso invocare lo scioglimento della Polizia Municipale? Pure loro, certe multe...
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Si tratta di un ampio documento di 30 pagine che è in parte un manifesto ideologico, in parte un reset della politica estera e in parte un giro di vittoria.
L'NSS definisce il presidente Trump come "il presidente della pace", sostenendo che durante soli otto mesi del suo secondo mandato:
“ha garantito una pace senza precedenti in otto conflitti in tutto il mondo… e ha posto fine alla guerra a Gaza con la restituzione di tutti gli ostaggi viventi alle loro famiglie.”— NSS, p. 8–9
Ma uno sguardo più attento a ciascuna affermazione – e una lettura riga per riga della strategia – rivela un mix di reali successi diplomatici , successi esagerati e interpretazioni favorevoli alle pubbliche relazioni di conflitti fragili o ancora irrisolti .
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Informazione precaria nell’Ue, ora scatta l’allarme rosso. Il nuovo rapporto pubblicato dall’Efj
@Giornalismo e disordine informativo
articolo21.org/2025/12/informa…
Il Comitato economico e sociale europeo (CESE) ha appena inviato un forte segnale ai decisori
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Non spegnere i riflettori su Alberto Trentini, tre appuntamenti con Articolo 21
@Giornalismo e disordine informativo
articolo21.org/2025/12/non-spe…
Lunedì mattina dalle ore 8,30 sui nostri canali social torneremo a parlare di Alberto Trentini. Da oltre un anno Alberto, cooperante
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Congo-Ruanda, infuriano i combattimenti. Ennesimo accordo inutile targato Trump
@Notizie dall'Italia e dal mondo
«Stiamo risolvendo una guerra che dura da decenni», si è vantato Donald Trump dopo la firma dell'ennesimo accordo. Ma in Congo infuriano i combattimenti tra l'esercito e le milizie sostenute dal Ruanda
L'articolo Congo-Ruanda, infuriano i combattimenti. Ennesimo accordo inutile targato Trump
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Zamenhofa festo
13 dicembre, dalle ore 17:30 in via Garibaldi 13 Centro Sereno Regis
Programma (sala Poli):
Conferenza "Due Lazari contemporanei, creatori di lingue" del prof. Pennacchietti.
Consegna dei diplomi.
Concerto di Lucio Avitabile.
Cena a buffet (sala Gandhi), quota adesione alla cena: 10€.
Blog • Festa dell'esperanto a Torino, 13 dicembre
Zamenhofa festo 13 dicembre, dalle ore 17:30 in via Garibaldi 13 Centro Sereno Regis Programma…webchat.disroot.org
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CISGIORDANIA. Israele pone condizioni irrealizzabili per il ritorno dei palestinesi nel campo di Jenin
@Notizie dall'Italia e dal mondo
Tra queste non sarà permesso l’ingresso nei campi delle organizzazioni umanitarie internazionali. Ieri l'esercito israeliano ha ucciso un palestinese a Awarta
L'articolo CISGIORDANIA. Israele pone
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PPI board meeting on 09.12.2025, 20:00 UTC
Ahoy Pirates,
Our next PPI board meeting will take place on 09.12.2025, 20:00 UTC.
All official PPI proceedings, Board meetings included, are open to the public. Feel free to stop by. We’ll be happy to have you.
Where:jitsi.pirati.cz/PPI-Board
Agenda: Pad: https://etherpad.pp-international.net/p/ppi-board-meeting-2025-08-05-vnly0cj
All of our meetings are posted to our calendar: pp-international.net/calendar/
We look forward to seeing visitors.
Thank you for your support,
The Board of PPI
freezonemagazine.com/articoli/…
Questa intervista ha come focus la proposta del Comune di Rozzano di candidare la città capitale della cultura 2028. Ne abbiamo parlato con Valter Boscarello, autore del libro “Le panchine di Rozzano – 7 dicembre 1976, la contestazione giovanile dalle periferie all’assalto della Prima della Scala” (Prospero Editore). Collaboratore per molti anni dell’Associazione Italiana Editori […]
L'articolo Le
Questa
4ntonio_R
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